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Abbasso la “squola”di Francesco Gagliardi

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Quante volte abbiamo visto scritto sui muri delle case abbasso la “squola” con la doppia w rovesciata.

Ci siamo fatti una sonora risata perché evidentemente “squola” era stata scritta o da un buontempone o da un bambino.

Ma se “squola” con la lettera “q” viene scritta da un adulto e per giunta da un educatore, allora la cosa è molto grave.

Non ci fa più ridere, ci fa piangere.

Amici miei carissimi di Tirreno News, lo scorso 30 novembre ho scritto l’articolo:- Zebra si scrive con una “b” o con due “b”?-

Ve lo ricordate?

Una maestra di una scuola elementare “Antonio Gramsci” della provincia di Milano aveva corretto il compito di una ragazza disabile che aveva scritto la parola “zebra” correttamente con una sola “b”.

La maestra aveva aggiunto con la penna rossa alla parola zebra un’altra “b”.

Ed io vi avevo raccontato la scenetta più famosa e più vista del cinema italiano, quella di Totò e Peppino De Filippo.

Totò nel dettare a suo fratello Peppino la famosa letterina per la fidanzata del nipote ad un certo punto dice :- Punto, due punti. Ma sì, fai vedere che abbondiamo -.

Ma Totò e Peppino recitavano.

La maestra incriminata è una educatrice, non doveva commettere simili strafalcioni.

Quanto rumore per una sciocchezza, un incidente che può capitare, scrisse qualcuno.

Ebbene un altro incidente quasi simile è capitato ad una maestra di Venezia che insegnava ai suoi alunni di prima elementare a scrivere “squola” con la “q”.

Questa volta niente scusante, niente attenuanti, la maestra è stata licenziata perché ritenuta inadeguata al compito che lo Stato le aveva affidato: -Insegnare agli alunni a scrivere correttamente, a leggere e far di conto -.

La maestra incriminata non solo scriveva “squola” con la “q” ma anche acqua senza la “c”, e nelle parole dove servivano le doppie consonanti le toglieva e dove non servivano le aggiungeva.

E così palla diventava pala, e polo diventava pollo.

Il caso della maestra anche questa volta è finito sulle prime pagine di tutti i giornali. E’ intervenuto non solo il Dirigente scolastico di quella scuola elementare che l’ha sospesa per incapacità didattica ma finanche la Magistratura, dato che la maestra aveva fatto ricorso.

Ricorso respinto e così la maestra non apparirà mai più nelle graduatorie per insegnare.

Tutto è incominciato all’incirca tre anni fa in una scuola elementare di Veternigo.

La maestra insegnava nelle due classi prime A e B.

Degli errori madornali che la maestra commetteva se ne erano accorti per primo i genitori degli alunni i quali avevano incominciato a lamentarsi e a protestare col dirigente scolastico e poi a non mandare più i propri figli a scuola.

Meglio tenerli a casa, tanto a scuola non imparano nulla.

E così è stato.

Anche altre classi e altre maestre avevano protestato per solidarietà.

A questo punto la dirigente scolastica è stata costretta a segnalare il problema all’Ufficio Scolastico Regionale e subito si è avviata la procedura di licenziamento.

Licenziamento confermato dal Tribunale di Venezia sezione per le controversie del lavoro.

Ma ora che la maestra è stata allontanata dalla “squola” qualcuno mi dovrebbe spiegare come ha fatto costei quasi semianalfabeta ad insegnare nelle “squole” italiane.

Quali e quanti concorsi ha vinto?

Quali “squole” ha frequentato?

Ha superato gli esami di quinta elementare?

Quelli di terza media?

Quelli del Diploma magistrale?

Quelli che l’hanno esaminata erano tutti distratti ed ignoranti come lei?

Possibile che nessuno se ne sia accorto che avevano che fare con una persona ignorante e semianalfabeta?

Ma nel Bel Paese in cui viviamo e che abbiamo un Ministro della Pubblica Istruzione neppure diplomato, tutto è possibile e plausibile.

Ma il mestiere di maestra è più importante del mestiere di Ministro,sempre che riesca a scrivere “squola” senza la “q” e palla con due “l”.

Redazione TirrenoNews

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