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Da Iacchite - 21 Ottobre 2019

Come Socrate amava dire… Tanto tuonò che piovve… a Calabria Verde. Una nuova tempesta giudiziaria ampiamente annunciata si è abbattuta sul Maximo General Commissario Mariggiò. Ce l’ha detto lui stesso attraverso uno dei maggiori media di regime, che ha pubblicato una lettera inviata alle procure di Catanzaro e Salerno, nella quale inveisce con forza, irruenza e presunzione nei confronti della Polizia Giudiziaria (in questo caso la Guardia di Finanza) che insieme alle procure (Catanzaro e Castrovillari), incapaci e forse anche corrotte – a giudizio del Generale – stanno indagando sul suo conto.

La domanda spontanea che ci verrebbe da fargli è se tali giudizi così crudi erano presenti nella sua mente quando si trovava dall’altra parte (carabinieri), ma chiaramente è un pensiero che ci attraversa e che non troverà nessuna risposta.

Ma torniamo alle indagini farlocche, secondo il pensiero del Generale, o presunte tali, che il Maximo contesta via stampa e non nelle sedi opportune, minacciando denunce a magistrati ed organi di polizia giudiziaria colpevoli del reato di… lesa maestà.

Ciò che risalta maggiormente e l’aneddoto nel quale si racconta del suo interrogatorio con il pm Prantera, dove addirittura si paventa di un comportamento scorretto da parte di un finanziere nei confronti del nostro Maximo General e la sua volontà di far cessare l’incontro con la classica frase italiana “lei non sa chi sono io”, che sembrava un chiaro riferimento ad un ex ministro dell’Interno.

E che dire dei “continui abusi” degli organi giudiziari e addirittura delle violenza subite dai dipendenti durante le fasi investigative?

Il tutto accompagnato dalle confessioni del plurindagato O’Principale Furgiuele (alla faccia delle fughe di notizie!) che gli racconta in via confidenziale le domande che la Guardia di Finanza gli avrebbe posto.

Domanda al nostro Maximo General: ma Furgiuele non era stato allontanato dall’Azienda ? Malelingue raccontano che il nostro O’Principale in cambio di un silenzio su qualche politico famoso sia stato salvato miracolosamente…

Tornando all’indagine nella quale il Generale risulta indagato, i reati contestatigli sono molteplici. Si va dalla turbativa d’asta all’abuso d’ufficio e via dicendo.

Con lui risulta indagato un funzionario che siede alla sua destra e che svolgendo gare d’appalto, fraziona magistralmente gli affidamenti diretti per tenerli sotto soglia, così da favorire un imprenditore lametino vicino ad Oliverio che ripara automezzi a prezzi doppi e che risulta proprietario di diverse aziende tutte beneficiarie da parte del Generale.

Senza contare che in queste autorimesse si riparavano automezzi pagati più volte, autoveicoli di dipendenti, senza che nessuno controllasse o per meglio dire avesse la volontà di controllare, così tutto filava liscio.

Altra indagine in corso riguarda il famigerato imprenditore napoletano Luigi Matacena. Sì, sempre lui, quello degli elicotteri. Infatti, come al solito, gli è stata pagata una transazione milionaria sempre con lo stesso sistema e sempre con gli stessi attori (storia vecchia e ritrita) e sempre con le stesse modalità. Ma, caro Generale, non potevate inventare qualcosa di nuovo con San Giuseppe Campanaro? Un po’ di fantasia tra un caffè e l’altro che consumate insieme al Bar Tiramisù… Ma lo sa che San Giuseppe Campanaro è interdetto e perciò le sue collaborazioni sono vietate? Il prossimo caffè è pagato, promesso, anche se noi non prendiamo 7800 euro al mese come lei.

Ma il vero capolavoro è la lettera aperta del Generale ad Oliverio nella quale gli preannuncia nuovi guai giudiziari a stretto giro di posta. Ma come fa a saperlo? Forse riguardano il suo incarico illegittimo ed illegale o forse ha in mano altre notizie che arrivano dal suo vecchio lavoro di carabiniere?

Comunque è tutto molto inquietante. Noi speriamo che sia un modo per mettere le mani avanti per non restare indietro, ma la verità è che se un sia pur ex Generale dei Carabinieri, insomma un uomo dello stato, fa queste affermazioni vuol dire che come minimo – visto anche il silenzio seguito alla lettera – le procure in questione sono corrotte. Non vi pare?

Pubblicato in Calabria

Santa Caterina sullo Ionio (Catanzaro) - Due operai dell'azienda Calabria Verde si trovavano in montagna quando il temporale ha colto di sorpresa due persone nel comune del catanzarese di Santa Caterina sullo Ionio.

Un fulmine, secondo quanto si apprende, avrebbe folgorato uno dei due uomini che è deceduto.

L'altro operaio che era con lui è rimasto invece ferito.

 

 

 

Sul luogo della tragedia sono giunti i soccorsi, il 118, l’elisoccorso e i carabinieri per tutti gli accertamenti del caso.

In questa prima domenica di settembre, infatti, temporali stanno colpendo la Calabria.

La vicinanza del commissario di Calabria Verde

"Un operaio dell’Azienda Calabria Verde di 49 anni - R.F., originario di Caulonia - è deceduto oggi, intorno alle 12:30 in località Caterinella nel comune di Santa Caterina sullo Ionio.

L’operaio era impegnato nell’ambito del servizio antincendio nel territorio del Basso Jonio quando, in seguito alla pioggia, assieme al collega P.F. – che rimasto ferito, e ricoverato, non versa in pericolo di vita – riparandosi in prossimità dell’area dove svolgeva servizio di vedetta, è rimasto colpito da un fulmine.

Una tragica fatalità che ha stroncato la vita dell’operaio per il quale a nulla sono valsi i soccorsi".

I due per ripararsi dal temporale avevano trovato riparo in un casolare quando Franzé è stato improvvisamente raggiunto da una saetta.

I carabinieri stanno effettuando i rilievi del caso per stabilire l’esatta dinamica dei fatti.

Questa la nota dell'azienda sull'accaduto.

I vertici di Calabria Verde e della Regione Calabria hanno espresso, inoltre, profondo cordoglio per il drammatico evento che ha visto coinvolto l’operaio, impegnato in una attività fondamentale come la prevenzione degli incendi.

Ad esprimere vicinanza alla famiglia, il commissario straordinario dell’Azienda Calabria Verde, generale Aloisio Mariggiò, il presidente della Regione Calabria Mario Oliverio e il dirigente del settore competente della Regione, ingegner Salvatore Siviglia.

Ndr.Nessuno di loro, però, erano sul luogo dell’incidente.

Pubblicato in Paola

Catanzaro. Ancora un rinvio per il processo Calabria Verde.

Il processo vede alla sbarra il governatore della Regione Calabria Mario Oliverio, Paolo Furgiuele e Franca Arlia ex manager ed ex dirigente Calabria Verde e il presidente della Provincia di

Cosenza Franco Iacucci(ex capo struttura) e l’ex assessore della giunta Scopelliti Michele Trematerra.

Non si è potuta tenere la udienza stante l’assenza di Michele Trematerra e degli avvocati cosentini Vincenzo Belvedere e Benedetto Carratelli.

Questa volta l’impedimento a svolgere l’udienza, che dovrebbe sancire l’avvio del dibattimento che vede alla sbarra sei persone, è stato determinato dall’assenza di un imputato e di due legali della difesa.

Salvo nuove assenze la prossima udienza si terrà il 28 dicembre.

Il gup Ciriaco dovrà decidere in merito alle accuse mosse dal pm Alessandro Prontera il quale sostiene che in concorso tra loro i sei si sarebbero adoperati per nominare a capo del distretto territoriale di Serra San Bruno Giuseppe Barilaro, sindaco di Acquaro, non in base alle sue competenze, ma solo per ottenere un ritorno elettorale nel circondario.

Il troncone principale del procedimento invece riguarda un’inchiesta in cui si intende far chiarezza sugli 80 milioni di euro di fondi europei destinati all’acquisto di mezzi antincendio e messa in sicurezza dei corsi d’acqua usati svaniti nel nulla.

Denaro che secondo l’accusa sarebbe stato usato a fini personali dagli imputati Paolo Furgiuele, Alfredo Allevato, Marco Mellace, Antonio Errigo, Gennarino Magnone e Emanuele Ciciarello.

Pubblicato in Cosenza

 Saltano i nervi nel processo Calabria Verde, l’ente in house della Regione Calabria che si occupa di forestazione e difesa del suolo.

Tra gli accusati a vario titolo di abuso d’ufficio appaiono il governatore della Regione Calabria Mario Oliverio, Paolo Furgiuele e Franca Arlia ex manager ed ex dirigente Calabria Verde, l’ex assessore della giunta regionale di centrodestra Michele Trematerra e il presidente della Provincia di Cosenza Franco Iacucci (ex capo struttura).

Secondo le accuse mosse dal pm Alessandro Prontera avrebbero nominato a capo del distretto territoriale di Serra San Bruno Giuseppe Barilaro sindaco di Acquaro solo per ottenere un ritorno elettorale in quel circondario.

Ad infuocare gli animi l’esternazione di soddisfazione per la scelta del gup di scegliere un giorno prima delle festività espressa dal presidente della Provincia di Cosenza Franco Iacucci.

Quest’ultimo è stato ieri invitato ad allontanarsi dal Tribunale di Catanzaro dal sostituto procuratore Alessandro Prontera dopo un battibecco avuto con un avvocato che ha scaturito una raffica di urla ed insulti prima in aula e poi nei corridoi.

L’udienza preliminare davanti al gup Ciriaco avrebbe dovuto sancire l’inizio di uno stralcio del processo in cui si ipotizza che Calabria Verde sia stata usata dagli imputati per barattare voti in cambio di posti di lavoro.

Il processo è stato rinviato al prossimo 20 dicembre dal gup di Catanzaro Paola Ciriaco dopo un’accesa discussione con gli avvocati difensori che lamentavano di non poter partecipare alle udienze a causa di impegni già calendarizzati.

Se l’udienza si terrà Iacucci intende essere ascoltato per chiarire la propria posizione, ma non è da escludere che l”astensionismo’ dei legali o altri cavilli possano far saltare nuovamente l’avvio del procedimento contro lo stipendificio di Calabria Verde.

Pubblicato in Basso Tirreno

Onestamente abbiamo sempre pensato che il generale Mariggiò non sarebbe riuscito a ripulire un ente come Calabria verde.

Una impresa titanica, non umana

E sembra proprio che sia così.

Almeno a leggere l’articolo di Paolo Orofino:

“Catanzaro. Lievitano le firme false a Calabria Verde.

 

 

 

 

Le prime indiscrezioni trapelate, si riferivano a circa trenta firme disconosciute dall’ex dg di Calabria Verde, Paolo Furgiuele, firme utilizzate per il rilascio di concessioni a privati di terreni gestiti dall’azienda forestale regionale.

Ma altre fonti qualificate ci dicono che gli atti ufficiali di Calabria Verde recanti falsificazioni sarebbero più duecento.

L’imitazione di una firma, addirittura, sarebbe stata apposta pure su una determina, che risulta siglata il giorno "x", da un dirigente che, invece, era assente quel giorno era assente per malattia.

Tutto gira attorno alle concessioni di appezzamenti affidati a privati per il pascolo di bestiame.

Com’è noto, spesso tali concessioni di terreni pubblici, servono ad agricoltori o allevatori per dimostrare la disponibilità di superficie specificata dalle normative, al fine di poter accedere ad incentivi e contributi comunitari.

Adesso tutte le concessioni, e sono proprio tante, che portano la firma falsa dell’ex direttore generale della azienda ex Afor, rischiano di essere annullate e revocate. I primi sospetti nascono quasi per caso.

Un paio di settimane fa, l’ex dg Furgiuele veniva convocato dai carabinieri per riferire su una situazione sviluppatasi in un Comune del cosentino.

Ma quando i militari dell’Arma hanno mostrato all’ex direttore generale un documento d’interesse investigativo, Furgiuele all’istante si accorgeva che la firma sul foglio in visione non era la sua.

La circostanza della firma disconosciuta dall’ex manager ha messo in allarme gli attuali vertici dirigenziali di Calabria Verde e soprattutto il commissario straordinario dell’ente, Aloisio Mariggiò, che ha avviato un’indagine interna, con controlli mirati negli uffici preposti al rilascio delle summenzionate concessioni.

E qui l’amara sorpresa: le firme falsificate e “negate” da Furgiuele erano ben più di una.

In un primo momento si è parlato di una trentina di firme mendaci.

Poi, man mano, che le verifiche sono proseguite, è venuto fuori che gli atti che qualcuno ha firmato, imitando indebitamente la firma di Furgiuele, sono oltre duecento.

Il commissario Mariggiò ha, quindi, inoltrato relativa denuncia all’autorità giudiziaria, comunicando alla magistratura inquirente le irregolarità ravvisate.

Le concessioni “incriminate” riguardano appezzamenti su tutto il territorio regionale, specie in zone montane e collinari.

Per questo le procure interessate al caso potrebbero essere diverse.

Certamente indagherà la procura di Catanzaro, città dove si trova la sede centrale di Calabria Verde, ma non si esclude che possano intervenire anche altre procure, se dovessero emergere ipotesi di reato connesse alle firme falsificate.

Si ha l’impressione che su Calabria Verde, dopo quelli degli ultimi due anni, stia per abbattersi un nuovo ciclone giudiziario e potrebbe essere un ciclone devastante.”

Pubblicato in Calabria

“Nella giornata di oggi un organo di stampa ha dato la notizia su di una indagine della Guardia di Finanza che starebbe effettuando accertamenti su presunte illegittimità nelle retribuzioni, nelle indennità e nei contratti dei Sorveglianti Idraulici, transitati nell’anno 2014 da AFOR a Calabria Verde.

La notizia accostata con sarcasmo alla particolare situazione della sorveglianza idraulica (tra l’altro, in un periodo caratterizzato da eventi climatici particolari) e all’annuncio che “intanto” l’Azienda Calabria Verde “ha previsto oltre 1.000 assunzioni in tre anni” ha suscitato in molti ilarità.

Intendo, pertanto, fornire qualche elemento di informazione. Prima, però, una precisazione: non ho nulla da giustificare perché convinto di operare da sempre nell’interesse dell’Azienda.

Veniamo, quindi, al dunque, partendo dagli accertamenti della Guardia di Finanza.

Nel mese di luglio u.s., in Azienda si presentò personale della Nucleo di Polizia Economica - Finanziaria di Catanzaro che, essendo già stato in Regione, chiese chiarimenti sul perché agli operai idraulico forestali e agli stessi sorveglianti idraulici, dipendenti comunque da un’Azienda pubblica (Calabria Verde è un ente pubblico non economico), fosse applicato il contratto nazionale del comparto operai idraulico forestali.

Mi riservai di fornire notizie di dettaglio, precisando sin da subito che, mentre l’applicazione del citato contratto agli operai idraulico forestali mi pareva corretta, quella dello stesso contratto ai sorveglianti suscitava non poche perplessità, anche perché, mesi prima, intervistato da inviati di “Striscia la notizia” avevo già parlato di un “pastrocchio”. Nella circostanza, presi l’impegno con gli operanti di fornire loro tutti gli elementi a mia disposizione. Datomi tempo a sufficienza, dal decorso mese di luglio al 19 ottobre u.s., esaminati gli atti normativi di settore, nei ritagli di tempo (perché ho anche altro da fare), ho cercato di comprendere quanto accaduto. Nel mese di agosto, scrissi persino una riservata al Presidente informandolo che, per quello che stavo appurando, avevo ritenuto opportuno congelare la trattativa in atto ai fini della stesura di un nuovo contratto regionale per gli operai idraulico forestali, suscitando le reazioni delle parti sociali, all’oscuro di quanto stava accadendo.

Il 19 ottobre u.s., ho quindi consegnato alla Guardia di Finanza un copioso documento che riporta il numero di protocollo aziendale 16597 del 17 ottobre 2018, inviato anche al responsabile del Dipartimento Presidenza della Regione Calabria e, per conoscenza, alla Procura della Repubblica di Catanzaro.

Nel documento ho cercato, sperando di esserci riuscito, di spiegare il perché della, a mio avviso, legittimità applicazione del succitato contratto agli operai forestali, come anche i motivi che mi fanno invece ritenere inapplicabile quello stesso contratto ai sorveglianti.

L’occasione è stata buona in quanto, approfittando della richiesta, ho “sciorinato” gli atti normativi e amministrativi che hanno riguardato nel tempo il cosiddetto “servizio di sorveglianza idraulica”, oggi all’attenzione di molti, facendo emergere una serie di situazioni assurde.

Ad esempio, ho visto che l’estensore dell’articolo si è meravigliato che in Calabria non esistono ancora i presidi idraulici, almeno 5 (uno per provincia) e che non esiste un servizio di piena. Il paradosso è che di presidi idraulici in Calabria ve ne dovevano essere 13, uno per area programma, e che benchè siano stati istituiti per ben 6 volte, non esistono ancora. Devo ringraziare il dirigente che ha proposto nel 2013 un atto deliberativo coraggioso, se prima AFOR, oggi Calabria Verde, non debbano rispondere di continue omissioni a livello penale. Oggi Calabria Verde fa infatti esclusivamente un servizio di sorveglianza di primo livello volto al solo monitoraggio. Sento parlare anche, a sproposito, di assenza di un servizio di piena e di un corpo di polizia idraulica, senza però che qualcuno (anche politici di rango) indichi con chi e con quali risorse si debbano espletare tali servizi. Ricordo ancora, poiché è in una relazione agli atti (redatta in occasione di una delle diverse periodiche attivazioni dei Presidi), si parlò di una esigenza di circa 1.500 unità per la sorveglianza. Sicuramente erano altri tempi! Oggi, infatti, si polemizza sulla necessità di dover assumere in 3 anni 1.000 persone. Intanto vorrei precisare che di quelle 1.000 persone 203 sono precari interessati da un processo di stabilizzazione triennale (ex LSU/LPU).

Nei giorni scorsi ho pubblicato il bando per i primi 75 che saranno assunti a tempo indeterminato entro il corrente anno.(ndr In tempo per le elezioni?)

Il bando non sottende manovre politiche di alcun genere. Anzi, se qualcuno lo leggerà si renderà conto che coloro che intendono essere stabilizzati devono andare a colmare le lacune dell’antincendio boschivo.

Sul sito aziendale vi è la delibera che, vi assicuro, in tanti dei diretti interessati, ha suscitato malumori.

Ho già avvisato i sindacati che entro il mese di dicembre organizzerò il concorso che nel 2019 dovrà portare, per come previsto dalla legge, all’assunzione degli ex LSU/LPU di categoria D e C e fisserò, sempre per il 2019, i numeri del contingente degli stessi lavoratori di categoria A e B. Il tutto secondo legge.

L’ho detto e lo ripeto, se rimarrò in Azienda, nel 2018, 2019 e 2020 stabilizzerò tutto il contingente ex LSU/ LPU, consentendo loro di passare anche dalle attuali 26 ore settimanali a 36, a prescindere dalle prossime campagne elettorali. Tutti hanno una dignità. Del resto, se si può dare un reddito di cittadinanza a chi non ha lavoro, perché non si può dare un reddito dignitoso da lavoro a chi è oggi precario?

Sulla programmata assunzione di operai, è bene chiarire. Si tratta di assunzioni a tempo determinato. Sto facendo passare a fatica (lo sottolineo, a fatica) il concetto che l’Azienda svolge attività stagionali. Non servono più reggimenti di operai generici. Serve manodopera particolare che consenta di svolgere sin anche il servizio di pronto intervento idraulico che è il vero e più utile servizio che serve al settore della Sorveglianza. L’Azienda già dal prossimo anno avrà difficoltà ad espletare le attività che la legge le attribuisce. Quest’anno sono andati in pensione altri 250 operai. Nel prossimo anno ve ne saranno molti di più a causa degli incentivi pensionistici introdotti. Mi aspetto, ad esempio, che i circa 1200 operai, interessati allo stato da gravi prescrizioni sanitarie, accetteranno di andare via. Sul balletto di numeri attorno al contingente di operai di Calabria Verde, rivolgo a tutti un invito: evitiamo inutili speculazioni. Il numero corretto l’ho persino indicato alla magistratura contabile. Si sappia che nel 2022, viste le nuove norme pensionistiche, in Azienda rimarranno solo gli operai dell’ex Fondo Sollievo (1.100).

Un’ultima puntualizzazione. Se è vero che il bilancio di Calabria Verde riporta ingenti spese di personale, qualcuno si deve anche preoccupare di spiegare, dopo aver compreso cosa fanno, come quantificare la redditività del loro lavoro.

L’Azienda, purtroppo, non raccoglie e vende frutta o taglia e vende alberi (a questo purtroppo vi provvedono altri).

Qualcuno si dovrà prima o poi preoccupare di dare un valore al lavoro svolto dai miei operai forestali che, nonostante i tanti problemi, sono orgoglioso di rappresentare, sorveglianti idraulici compresi che, non appena saranno liberati dal “peccato originale” della loro assunzione, non abbandonerò.

Chiudo con un invito rivolto al signor Presidente della Regione: “Presidente, non siamo sorveglianti, ma tutti sorvegliati, compatibilmente con i suoi impegni, è assolutamente urgente e necessario, anche a tutela della sua persona, produrre un report su quello che in Azienda è stato fatto e si sta facendo.

Urgente perché non vorrei che si ripensasse, a ridosso di elezioni, ad atteggiamenti propagandistici, necessario poiché non posso vedermi periodicamente esposto a gratuite illazioni.

Cordialmente”. Presidenza - Catanzaro, 10/11/2018 Aloisio Mariggiò Commissario "Calabria Verde"

Pubblicato in Calabria

Scoppia un incendio in località Passamorrone di Cleto.

Il vento lo alimenta.

Per fortuna le abitazioni vicine sembra che non abbiano problemi.

A segnalarlo il nostro conoscente Francesco Guzzo, detto Pelè, facente parte della protezione civile di San Giovanni in Fiore.

Francesco, insieme con il fratello Luca (vedi foto in basso), è sempre pronto ad intervenire sui luoghi dove avvengono incidenti, incendi, allagamenti.

Ragazzi di estrema ed istintiva volontà .

Volontari sempre pronti ad operare là dove ce ne fosse bisogno.

Ed in diretta da Cleto il volontario della protezione civile ci informa che l’incendio è vasto e notevole al punto che sono dovuti entrare in azione l’autobotte di Calabria Verde ed i Vigili del fuoco di Paola

Ambedue sono al momento all’opera

Segue aggiornamento…..

Pubblicato in Basso Tirreno

La Procura di Catanzaro, nell’ambito di un fascicolo-stralcio dell’inchiesta su “Calabria Verde”, società in house della Regione Calabria, ha chiesto il rinvio a giudizio del governatore calabrese Mario Oliverio. Lo scrive il Quotidiano della Calabria.

 

L’udienza preliminare davanti al gup è fissata per il prossimo 12 dicembre.

Oltre a Oliverio, nel procedimento sono indagati il suo ex capo struttura Franco Iacucci, attuale presidente della Provincia di Cosenza, il sindaco di Acquaro Giuseppe Barilaro, l’ex assessore della giunta regionale di centrodestra Michele Trematerra, l’ex manager di Calabria Verde Paolo Furgiuele e l’ex dirigente dell’azienda Franca Arlia.

Le accuse riguardano la nomina di Barilaro in un distretto di Calabria Verde del Vibonese «per fare ottenere ai politici coinvolti un ritorno elettorale».

Forza Italia giovani Cosenza afferma «Apprendiamo che la Procura di Catanzaro ha chiesto il rinvio a giudizio per il governatore Gerardo Mario Oliverio nell’ambito dell’inchiesta su Calabria Verde, società in-house della Regione Calabria. Le accuse riguardano la nomina di Barilaro in un distretto dell’azienda nel Vibonese, che secondo l’accusa potrebbe essere viziata nel modo e nella ratio, ovvero per ritorni elettorali».

«Noi – continua la nota – non siamo giustizialisti come lo è stato qualcuno finora, non con i suoi ma con gli altri. Né apparteniamo alla categoria dei cacciatori di notizie da cavalcare e su cui lucrare, per le stesse motivazioni contenute nel capo di accusa del procedimento, ovvero il ritorno elettorale, cosa che appartiene a partiti “stellati” da cui ci sentiamo in antitesi per culture, azione, modus e pensiero.

La giustizia farà il suo corso, nel pieno rispetto dei ruoli di accusati e accusatori.

È però mortificante, per una Terra intera, sentir parlare del governo regionale solo quando si tratta di pessime gestioni, di incapacità di spesa, di paralisi consiliare o, come successo tante volte dal 2014 ad oggi, per inchieste e condanne. 

Farebbe bene Oliverio, per tutto ciò che non é stato in grado di garantire ai suoi elettori ed a tutti i calabresi, insieme a tutta la squadra, a dimettersi, liberando la Calabria dalle catene del non-governo».

La senatrice Silvia Vono del M5s dichiara, in una nota stampa,.

«Mentre ieri a Roma abbiamo approvato il “decreto dignità” per ridare speranza a lavoratori, imprenditori e famiglie, in Calabria la magistratura ipotizza l’ennesimo caso di malapolitica. Nell’ambito dell’inchiesta Calabria Verde, oggi i pm di Catanzaro chiedono di mandare a giudizio alcuni politici e manager regionali, tra i quali anche il governatore Oliverio, per un presunto abuso di ufficio legato – secondo l’impianto accusatorio – a un eventuale ritorno elettorale in provincia di Vibo Valentia».

«L’esistenza o meno dei reati contestati dalla Procura di Catanzaro, guidata da Nicola Gratteri, sarà chiarita nelle competenti sedi giudiziarie.

Ma – spiega – rispetto a questo vecchio modo di fare politica, rispetto a questa sorta di schiavitù dei favori da chiedere e da elargire, i calabresi ora possono voltare pagina una volta per tutte.

E possono farlo continuando sulla strada della dignità che hanno già intrapreso con il voto del 4 marzo tributato al Movimento 5 Stelle. Movimento che oggi in Calabria conta su ben 18 parlamentari impegnati a lavorare sui territori e disponibili ad ascoltare tutti i cittadini».

«È questo – conclude Vono – l’unico modo per chiudere definitivamente la lunga era del clientelismo e degli scambi di favori e aprire le porte a un nuovo modo di concepire la rappresentanza e l’azione politica, sia a livello nazionale che a livello regionale e locale».

Pubblicato in Calabria

Mariggiò annulla una delibera di stabilizzazione di personale.

La delibera ha un titolo pragmatico: «Annullamento in autotutela della delibera Afor numero 85 del 17 aprile 2013 e di eventuali atti connessi e/o correlati».

Gli effetti, invece, promettono forti scossoni nei quadri amministrativi di Calabria Verde.

Bufera dopo bufera, l’agenzia regionale cerca di ritrovare la normalità.

Cambiano, con cinque anni di ritardo, gli elenchi del personale trasferito dall’Afor. Incredibile!

Mariggiò specifica che i dipendenti «erano da considerare non di ruolo, in quanto a tempo determinato.

Non vorrei davvero dire di più, perché oggi rappresento l’amministrazione, un’amministrazione che non ha controllato, ha tollerato.

Ribadisco quanto già detto in un’altra uscita sulla stampa: il politico può chiedere di tutto, sta al dirigente verificare la fattibilità della richiesta.

Nei giorni scorsi ho già avuto modo di dire che in Calabria Verde, per quello che ho visto e continuo a vedere, è successo di tutto.

Due cose vorrei evidenziare.

La prima è che mai mi sarei aspettato nella seconda, quasi terza, età di avere una tale esposizione mediatica.

La seconda è che, andando avanti e leggendo atti d’indagine e processuali, comprendo tante dinamiche interne all’azienda».
La determina contiene anche qualche informazione giudiziaria.

Spiega, infatti, che «esiste, allo stato, un’attività di indagine da parte della Guardia di finanza di Catanzaro» iniziata nel 2017, «nel cui contesto è stata acquisita a più riprese, a partire dal 15 novembre scorso, documentazione amministrativa (molta della quale già prelevata un anno prima nel contesto di altro procedimento penale che vedeva coinvolto personale di Calabria Verde) riguardante più dirigenti (tutti ex dipendenti di Afor)».

Un nuovo filone investigativo, dunque, scaturito dopo il deposito di una nota nella quale «si segnalavano possibili condotte di rilevanza penale» proprio sull’atto annullato dal commissario, una delibera con cui l’allora commissario liquidatore Afor aveva trasformato due rapporti di lavoro «da dirigenti a “tempo determinato” a dirigenti a “tempo indeterminato” mantenendo per loro “lo stesso trattamento economico” già determinato» sulla base del contratto nazionale dei dirigenti delle autonomie locali».

È in seguito alla «visione degli atti acquisiti dalla polizia giudiziaria» e a una serie «di accertamenti interni» che sarebbe emersa «l’esistenza di censurabili singoli provvedimenti amministrativi, volti principalmente ad aggirare procedure selettive per stabilizzazioni lavorative di dirigenti, che hanno portato l’Azienda a richiedere anche il parere di un legale».

E sembra non finisca qui!

Pubblicato in Calabria

Il presidente della Regione Calabria Mario Oliverio è indagato per abuso d’ufficio nell’ambito di un’inchiesta della Procura della Repubblica di Catanzaro su “Calabria verde”, ente in house della Regione, riguardante il distacco di un dipendente.

 

 

Lo ha reso noto lo stesso Oliverio. «Mi è stato notificato oggi dalla Guardia di finanza – afferma il governatore in una nota – un “avviso di chiusura delle indagini preliminari ai sensi dell’art. 415 bis del codice di procedura penale con una contestuale informazione di garanzia sul diritto alla difesa ai sensi dell’art. 369 e 369 bis del codice penale” emesso dalla Procura della Repubblica di Catanzaro. Con gli atti mi viene contestato il reato di abuso d’ufficio in relazione al proseguimento di un distacco del signor Barilaro Giuseppe, dipendente del Comune di Francica (Vibo Valentia), presso l’azienda Calabria Verde.

Considerandomi estraneo ai fatti contestati – conclude – confido di chiarire quanto prima la mia posizione nelle sedi competenti».

«Il governatore Mario Oliverio chiarisca anzitutto ai calabresi» affermano, in una nota, i deputati M5s Giuseppe d’Ippolito, Paolo Parentela e Francesco Sapia.

«Oliverio – proseguono i parlamentari 5stelle – ha il dovere di dare precise spiegazioni all’opinione pubblica, fermo restando il suo pieno diritto di difesa.

Ciò perché Calabria Verde è ormai un capitolo troppo scottante, come indica l’inchiesta della Procura di Castrovillari sui tagli boschivi, a seguito della quale è finito sotto processo il capo di gabinetto della Presidenza della Regione, da sempre fedelissimo dello stesso governatore».

«Se non bastasse, i recenti arresti domiciliari – ricordano i deputati M5s – ordinati nei confronti di una dirigente regionale e di un professionista ritenuti politicamente vicini a Oliverio, nonché l’arresto per presunta appartenenza alla ‘ndrangheta di uno dei finanziatori della sua campagna elettorale per le regionali del 2014, sono argomenti che richiedono senz’altro pronta chiarezza politica, al di là dello specifico penale».

«Perciò – concludono D’Ippolito, Parentela e Sapia – Oliverio non si barrichi nel suo proverbiale mutismo e fornisca, sul piano politico, puntuali risposte.

In caso contrario penseremo, come tutti gli altri calabresi, che il governatore, molto abituato a firmare protocolli di legalità e a predicare rigore nella gestione pubblica, ritiene insignificante il dovere morale di spiegare alla comunità».

A firmare il provvedimento di chiusura indagini, notificato dalla Guardia di finanza, sono il procuratore capo Nicola Gratteri, gli aggiunti Giovanni Bombardieri e Vincenzo Capomolla e il sostituto Alessandro Prontera.

Barilaro, come detto, è anche sindaco di Acquaro: è stato rieletto nel giugno del 2015, quando per festeggiare la vittoria elettorale delle amministrative arrivò nel Comune del Vibonese proprio il governatore Oliverio (a lato la foto dei festeggiamenti pubblicata su Gazzetta del Sud).

A settembre del 2015 Barilaro è stato poi nominato responsabile dell’Ufficio Forestazione del distretto di Calabria Verde di Serra San Bruno.

Pubblicato in Calabria
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