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NO!.

La risposta è pacifica.

Lo dice il Consiglio di Stato con la sua recente sentenza del 25 settembre 2017.

L’art. 20 del D.P.R. n. 380 del 2001 (c.d. Testo unico dell’edilizia), nel comma 8 prevede che “decorso inutilmente il termine per l’adozione del provvedimento conclusivo, ove il dirigente o il responsabile dell’ufficio non abbia opposto motivato diniego, sulla domanda di permesso di costruire si intende formato il silenzio assenso”, esclude espressamente “i casi in cui sussistono vincoli relativi all’assetto idrogeologico, ambientali, paesaggistici o culturali”.

 

Lo stesso vale per gli interveti di ristrutturazione.

E similmente per quelli di demolizione.

 

La sentenza è coerente con quanto previsto, in linea generale, dall’art. 20 della L. n. 241 del 1990, che esclude l’applicazione dell’istituto del silenzio assenso, tra l’altro e per quel che interessa nella presente sede, agli atti e procedimenti riguardanti il patrimonio culturale e paesaggistico.

In sostanza, l’art. 20, comma 8 del D.P.R. n. 380 del 2001 e, più in generale, l’art. 20, comma 4, L. n. 241 del 1990, nell’escludere dalla formazione del silenzio assenso gli atti ed i procedimenti riguardanti il patrimonio culturale e paesaggistico, ovvero ove sussistano vincoli (tra gli altri) culturali e/o paesaggistici, non intendono riferirsi ai soli casi in cui sussistano vincoli specifici, riguardanti un determinato immobile ovvero una parte di territorio, puntualmente individuati per il loro valore storico, artistico o paesaggistico con puntuali atti della Pubblica amministrazione, ma si riferiscono, più in generale, a tutte le ipotesi in cui siano presenti, nell’ordinamento realtà accertate come riconducibili, anche in via generale, al patrimonio culturale e/o paesaggistico.

Secondo i giudici di Palazzo Spada, allora, devono ritenersi ricomprese nei casi per i quali è esclusa la formazione del silenzio assenso, le domande volte ad ottenere titoli edilizi relativi ad immobili situati in zona A del territorio comunale, posto che tale zona, ai sensi dell’art. 2 D.M. n. 1444 del 1968 è quella costituente parte del territorio interessata “da agglomerati urbani che rivestono carattere storico, artistico o di particolare pregio ambientale o da porzioni di essi, comprese le aree circostanti, che possono considerarsi parte integrante, per tali caratteristiche, degli agglomerati stessi”

In sostanza il centro storico è un valore che deve essere tutelato e difeso

E’ bene ricordarsene sempre.

Pubblicato in Cronaca

Mi sembra che quello attuale sia, in ordine di tempo, l’ultimo assedio che subisce la nostra cittadina.

Non è solo un accerchiamento per prendere per fame se non per inedia la città!

NO! E’ un assedio “attivo”, durante il quale si svolgono attacchi a ripetizione.

E sono tanti i nemici.

La città è piena di debiti.

La disoccupazione ha raggiunto livelli altissimi.

Il fuoco investe anche il vecchio castello senza che nessuno imponga, li od altrove, il taglio delle erbe infestanti proprio per evitare gli incendi.

Basta una mareggiata ed il porto si insabbia per l’ennesima volta.

Basta una mareggiata, nemmeno eccezionale, ed i lidi subiscono danni, quando non vengono distrutti, le scogliere messe a nudo, le spiagge spolpate della poca sabbia ancora rimasta o scompaiono come quella di Catocastro.

Tutti sanno che la briglia finale del catocastro riduce le quantità di materiale litoide che giunge al mare ma nessuno fa quanto si dovrebbe.

Il traffico è incredibile. La gente invece di camminare sui marciapiedi , molto spesso occupati abusivamente, cammina sulle carreggiate, rischiando e facendo rischiare i conducenti degli autoveicoli

Le biciclette vanno molto spesso contro senso e nessuno dice niente, nessuna contravvenzione viene elevata e nessuno ferma i contravventori intimando loro di tornare indietro.

Mancano i vigili ed oggi pomeriggio ne ho visti due sulla SS18 , vicino a Campora SG, per assistere chi dipingeva le strisce pedonali?

Le strade sono piene di buche micidiali per le auto e soprattutto per i ciclomotori ed ancora più per le biciclette.

Addirittura da alcune di esse escono grossi ratti.

Il castello e la torre civica stanno cadendo a pezzi e nessuno si cura di recuperare i simboli della nostra storia.

Il centro storico è difficilmente visitabile.

Ad oggi sono ancora chiuse, da molti anni, via Duomo, via Antica, Via San Francesco.

Gran parte del centro storico cade a pezzi e l’amministrazione comunale ha preso il vezzo di demolire le antiche case “a spese del devoto” e non dei legittimi proprietari.

Esistono aree di grande valenza storica nemmeno conosciute.

Parliamo della chiesa di San Nicola dell’eremo( san Nicola du rimu), dei resti ancora da scoprire della casa dei Gracchi , del vecchio carcere e delle relative celle, delle grotte dei monaci bizantini, eccetera.

Il tempio di Imbelli e la villa romana della Principessa dormono sotto la sabbia.

Il piccolo museo romano è sconosciuto ai più.

E poi esistono meravigliose ma sconosciute zone di grande valenza antropologica che pochi conoscono.

La biblioteca è chiusa e per un miracolo sembra che “qualcuno” recentemente se ne sia accorto.

Eppure avevamo fatto venire Diogene per aiutarci a cercarla, vista la sua grande esperienza nella ricerca dell’uomo.

La videoteca è “okkupata” dai monaci.

E potremmo continuare a lungo.

Ma quello che ci preoccupa è il silenzio della società su questi temi.

Ed ancora più ci preoccupa il silenzio della politica.

Potremmo fare ipotesi, tante ipotesi, e poi smentirle noi stessi, giocando come fa il gatto col topo.

Purtroppo, ci sembra, come abbiamo recentemente detto, che Amantea sia “usata, abusata ma non amata”.

Ed è triste che noi tutti si stia seduti sulla sponda del fiume ad attendere che passi il suo cadavere!.

Maledetti.

Erano da poco passate le tredici quando è stato lanciato l’allarme del fuoco sulla collina del castello.

Sembra, secondo i testi, sia partito da nord ovest, nei pressi della chiesa di San Francesco.

Immediata la presenza dei carabinieri e dei vigili del fuoco.

 

 

Ma la zona era non raggiungibile con gli automezzi.

Per questo è rimasta una pattuglia automontata per verificare l’eventuale avanzamento e sviluppo delle fiamme.

E così è stato!

Il fuoco ha bruciato tutto quanto c’era sul pianoro.

Poi le fiamme sono scese ed hanno toccato l’area del centro storico immediatamente sotto il castello.

Fiamme da far paura.

Ed allora il doppio, anzi triplo intervento.

Dell’elicottero del VVFF, dell’autobotte del VVFF e dell’autobotte del comune con Giuliano Rizzo ed Antonio Mosca.

Sul posto non solo i carabinieri ed i vigili urbani, ma anche il sindaco ed il consigliere Robert Aloisio

Ci sono volute le 17.30 per avere ragione delle fiamme, anche se in serata si vedevano ancora braci ardere sugli alberi, in particolare gli ulivi.

Per fortuna la strada che passa dietro la Chiesa del Carmine ha permesso ai mezzi Antincendio di giungere al centro storico e di evitare danni possibili alle abitazioni che vi insistono.

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Pubblicato in Primo Piano

Amantea. Una situazione sempre più difficile quella relativa al ritiro della spazzatura proveniente dalle abitazioni e dagli esercizi commerciali.

Al limite dell’indecente.

Tanto che i turisti ed i nativi reagiscono con abusi quali quelli mostrati dalle due foto e consistenti nel gettare appositamente la loro stessa spazzatura, posta opportunamente sul marciapiede, in mezzo alla strada, di notte, per bloccare il traffico e, comunque, sollecitare la necessaria attenzione da parte dell’amministrazione comunale.

Le foto mostrano che siamo propri di fronte alle Clarisse.

Nessuno che consideri che:

-i signori turisti ( e non solo loro!) non effettuano la differenziata come gli Amanteani sanno fare e fanno, visto che raggiungono percentuali altissime;

- la spazzatura è sempre sversata con buste ( vedi foto) e quasi mai con i relativi contenitori, segno evidente che non li posseggono e quindi sono evasori dei relativi tributi;

-nessuno comprende che le seconde case di Amantea sono quasi tutte utilizzate e quindi la produzione di rifiuti è fortemente aumentata e ci sarebbe bisogno di potenziare sia i mezzi, sia il personale addetto alla raccolta;

- nessuno comprende che gli esercizi commerciali decuplicano (e forse più) gli spazi interni utilizzando aree esterne e quindi decuplicano la loro produzione di rifiuti, spesso non facendo, come devono, la raccolta differenziata;

- la transitabilità delle strade urbane, in particolare quelle del centro storico aggredito come è dal traffico veicolare, è ridotta e crea problemi agli addetti del servizio RSU, che sono le vittime di una situazione che definire al limite della stupidità è assolutamente vero.

Il comune di Amantea non paga come è tenuto a fare la Multiservizi, la quale sta fallendo, anche, grazie al nostro comune, e la Multiservizi comunque non paga come dovrebbe il personale addetto al servizio rifiuti.

Non sappiamo quale tipo di reato si sia configurato ( violenza privata?) ma certamente il comportamento degli ospiti e dei nativi è imbecille! Per carità, nessuno si offenda, parlo delle due persone che hanno materialmente buttato i sacchetti della spazzatura in mezzo alla strada e non degli altri.

Non sappiamo nemmeno se una qualche autorità abbia rilevato il reato ed indagato su chi lo ha commesso.

Sappiamo per certo, però, che si impone, come, invero, sta facendo la Polizia Municipale nei limiti massimi possibili stante la scarsissima dotazione di unità del corpo, una fortissima vigilanza.

Sappiamo anche che si impone, soprattutto, una fortissima lotta alla evasione tributaria, proprio per evitare che i furbi e gli imbroglioni vincano sugli onesti! .

Dai! Amantea ha bisogno di una amministrazione che si faccia rispettare

Dai! Amantea ha bisogno di un governo con le palle!

Se ci sono tiratele fuori!

Ah. Un grazie speciale all'amico che ci ha fornito le foto!

Pubblicato in Cronaca

C’erano troppi topi e troppe serpi ed allora probabilmente qualcuno ha dato fuoco alle canne che crescono incolte e numerose sotto le mura del centro storico.

Il crepitio delle canne che scoppiavano sotto l’azione del fuoco è diventato impressionante e quasi tutti coloro che abitano nella zona marina nord di Amantea si sono affacciati per vedere il brutto incendio.

La volta del ponte su via Indipendenza era vivamente illuminata come non lo è stata mai.

Una volta c’era l’autobotte comunale e la protezione civile, questa volta, invece, si è dovuto attendere l’intervento dei Vigili del Fuoco dalla lontana Paola.

Sono intervenuti alcuni giovani( vedi foto) tra cui il nostro corrispondente Riccardo Clemente( al quale dobbiamo alcune foto ed il presente articolo) anche se hanno potuto fare ben poco, tra cui l’accompagnamento dei Vigili del Fuoco che erano andati sotto le mura un posto non idoneo per affrontare l’incendio, in via Indipendenza.

Dall’alto l’autobotte è riuscita a controllare in breve l’incendio ed a stemperare la paura degli abitanti della zona sottostante le mura civiche.

Cogliamo l’occasione per sollecitare l’attenzione della nuova amministrazione verso l’aumento dei servizi nella città

E tra questi i pompieri non sono certamente l’ultimo

Riteniamo che si debba ricostruire la rete tra i comuni come era stata costituita con il famoso consorzio dei comuni del Basso Tirreno Cosentino per avere una voce più forte e che sia sentita da chi di dovere

Anche per la sanità, eccetera.

Riccardo Clemente sul posto

Giovani volontari amanteani

Simone Vairo

I Vigili in azione

Pubblicato in Primo Piano

Cosenza. Secondo i primi accertamenti l’incendio sarebbe legato ad un allaccio abusivo all’elettricità.

 

Le fiamme, poi, si sono poi propagate sia al piano di sopra che a quello di sotto, riducendo l’edificio in cenere.

Ed è stato necessario evacuare quindici persone.

La gran parte dei residenti sono andati via autonomamente, ma per i più anziani è stato necessario l’intervento dei vigili del fuoco.

 

Sul posto, anche carabinieri, polizia, vigili urbani e tecnici dell’Enel.

L’incendio è avvenuto in via Messer Andrea, tra i rioni di Santa Lucia e San Francesco d’Assisi, una delle zone più povere e degradate della città.

Nell’edificio erano presenti delle persone, extracomunitari o di etnia rom (in corso verifiche).

Gli altri abitanti del centro storico in cui le case sono una vicina all’altra hanno mostrato paura e preoccupazione.

 

Alcune abitazioni adiacenti sono state danneggiate.

Peraltro le squadre dei vigili del fuoco che hanno avuto non poche difficoltà ad intervenire viste le stradine molto strette e per il fatto che l’abitazione si trova in un vicoletto.

Si dubita fortemente che l’abitazione fosse agibile.

I residenti infuriati hanno chiesto al sindaco di recarsi sul posto.

“Il sindaco deve venire qui a vedere in che condizioni siamo. Siamo tutti a rischio, di incendio, crolli e allagamenti “.

Viene da chiedersi come sia possibile permettere l’uso di case inagibili.

A Cosenza od altrove.

Gli sgomberati sono stati posti in albergo.

Ora, se sarà possibile, occorre mettere in sicurezza dello stabile e poi riallacciare i servizi.

Pubblicato in Cosenza

Parliamo della politica amanteana.

Sappiamo tutti che il centro storico di Amantea sta cadendo a pezzi, tanto che la giunta scorsa ha dovuto trovare risorse finanziarie per “anticipare” il crollo di alcune antiche case del centro storico che erano a rischio di crollo.

Somme , purtroppo, risultate insufficienti perché il lavoro non è finito.

E così il centro storico appare “ferito” ed una sua bellissima parte continua a restare inagibile e continua da dieci anni non visitabile a chi cerca emozioni e storie tra le sue vecchie mura.

E sappiamo tutti che la stecca di case ad ovest di Corso Umberto Primo sono a rischio.

Lo mostrano le profonde ed irreversibili fessurazioni ed il distacco dal marciapiedi.

Lo certificano i risultati delle indagini.

Un problema così serio che l’ingegnere Ghionna, che faceva parte della triade commissariale di Amantea esautorata dalla sera alla mattina, avuto notizia da un cittadino aveva immediatamente disposto un incontro tra i tecnici comunali ed i geologi , incontro che ha avuto luogo senza la sua presenza.

Ed è invece Longobardi( buon per questa cittadina) che ottiene finanziamenti per Interventi di consolidamento nel centro storico.

Ne da notizia il sindaco Mannarino che con gli assessori Garritano Aurelio e Garritano Aldo hanno adottato in data 16/2/2017la delibera N. 11 “Accordo di Programma 17/11/2010 per l'attuazione degli interventi di mitigazione del rischio idrogeologico della Regione Calabria - “CS 160B/10 Comune di Longobardi – Interventi di consolidamento nel centro storico” - Individuazione R.U.P.”

In sostanza il comune di Longobardi ha avuto un finanziamento di 500.000, 00 euro per eseguire u intervento di consolidamento nel centro storico.

Si tratta di un finanziamento che insieme con altre 33 interventi rientra nel fondo di € 37.200.00,00 che erano stati posti nell'Accordo di Programma tra il Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare e la Regione Calabria per l'attuazione dell'Accordo di Programma 17/11/2010 per l'attuazione degli interventi di mitigazione del rischio idrogeologico della Regione Calabria.

Fondi che sono stati recuperati e posti in disponibilità ai comuni tra cui Longobardi.

Ovviamente bravo al comune di Longobardi.

Della serie #Amanteaaspettaesperacheposisiavvera#

Pubblicato in Longobardi

Il tempo passa e la gente dimentica.

Ed è ancora peggio che qualcuno tenta di far dimenticare la nostra storia, e soprattutto i fatti negativi che hanno portato dolore e rabbia.

 

 

Ricordiamo che in Italia ci sono 4 categorie differenti per livello di rischio sismico:

la Zona 1: sismicità alta, la Zona 2: sismicità media; la Zona 3: sismicità bassa; la Zona 4: sismicità molto bassa.

Amantea è in Calabria, ed è nella zona sismica 1 dei terremoti.(terza foto in basso)

La zona 1 è quella rossa.(quarta foto in basso)

Terremoto? Facciamo corna, ma purtroppo è possibile.

Speriamo di no, ma salvo che i geologi non siano del tutto rincogl….ti le ipotesi di terremoti fortissimi in Calabria, Amantea compresa, sono realistiche.

Lo erano, lo sono.

 

La prova, per chi non ha memoria, è nelle catene che si vedono ancora collocate sui muri perimetrali delle antiche case.

Ma che cosa succederebbe ad Amantea in caso di un forte terremoto?

O meglio che cosa potrebbe succedere?

 

Per farvi capire meglio vi mostriamo alcune foto odierne del centro storico.( vedi ancheprima foto in basso e seconda foto in basso)

Guardandole rischiate di capire davvero cosa potrebbe succedere.

Non solo lì dove sono state tratte.

Purtroppo anche in tante altre parti.

Chiese comprese.

Scuole comprese.

E non vi illudete che la magica parola “messa in sicurezza” possa essere realizzata.

E’ molto difficile, per non dire impossibile, attuarla.

Tanto per fare un esempio .

Alzate gli occhi e guardate le mura del castello.

 

Resisterebbero ad un terremoto? I muri cadrebbero sulla zona sottostante? Cosa provocherebbero ? Il crollo delle case sottostanti? Altro?

Ben diverso per la torre civica che poi il governo ricostruirebbe con le stesse pietre ma che nessuno pensa di riparare oggi.

E non parliamo dell’antico collegio dei Gesuiti oggi imprigionato dai ferri per evitare che scappi, o che crolli in caso di terremoto.

Pubblicato in Politica

Sto salendo in piazza. Faccio la curva detta “Delle monache” e due persone mi fanno segno di fermarmi.

 

Lo faccio e scendo.

Mi fanno vedere un tubo che esce dal muro di Via dante e dal quale esce un filo di acqua

“Eppure non piove da giorni!” dicono tutti e due, quasi all’unisono.

Più che una constatazione è un grido di allarme di chi, di fatto, è portato a credere che questo filo di acqua possa significare una rottura dei tubi della rete idrica che passano sopra.

Quelli della piazza temono che queste rotture possano rendere instabili le proprie case.

Non serve far notare che sotto questo rivolo antico si vede il muschio ed il calcare dell’acqua si è depositato. Segni evidenti che non si tratta di un evento recente, ma antico.

“Appunto” rispondono in coro i due.

E mi fanno vedere che più sotto l’acqua è talmente presente che vi allignano le canne marine ed i fichi nascono anche nei muri.

Evidenzio ad ogni buon fine che nel luogo stesso si vede una vasca per la raccolta delle acque. Segno che si tratta di un fenomeno datato.

“Appunto” continuano i due quasi sfidandomi.

Continuo a fare vedere che è proprio qui che inizia il canale che scende verso la marina e che passa a lato di casa Sicoli in Via E Noto dove, invero, stranamente, la antica linea verticale di scorrimento delle acque, che giungeva fino ai terreni oltre la SS18, piega innaturalmente di 90 ° per congiungersi con il canale di raccolta delle acque della Chiesa madre.

Un cambiamento che sottolinea la sottovalutazione della forza delle acque piovane o sorgive che siano.

 

Si vede, in buona sostanza, che i due “chiazzitani” hanno paura di perdere la propria casa quale conseguenza di un possibile, temuto crollo della intera piazza.

Un po’ quello che è successo a casa Parise che si è seduta appena espunte le acque del terreno sul quale insisteva.

È il riemergere prepotente di paure antiche e nuove, sollecitate anche dal recente terremoto di Accumoli.

È il timore che le indagini geologiche fortunatamente disposte dal comune possano aver segnalato problemi di stabilità per le case ad ovest di Corso Umberto primo.

E’ noto, come abbiamo scritto, che le carote estratte erano piene di fogna…

 

Insomma l’acqua è pericoloso, sia che si tratti di acqua piovane che di foga che di acqua potabile.

Tanto più in un contesto di arenarea argillosa

“Per favore, scrivetelo! Dite tutti che abbiamo timori reali. Che occorre controllare le reti idriche e fognarie . lo hanno detto anche i geologi ma non è stato fatto, dite che i segni dei cedimenti si vedono un po’ dappertutto, dalla Chiesa madre alla Posta. Dite che questa acqua non è acqua sorgiva ma il segno, sia pure antico, di rotture della rete idrica e fognaria. ”

“Lo sto facendo!”

Ora che l’amministrazione comunque responsabile di quanto successo e di quanto potrà succedere disponga indagini ulteriori e tranquillizzi i chiazzitani. Giuseppe Marchese

(Nella foto Cavallerizzo).

crollocs2Poche righe per ribadire quello che tutti i cittadini, e i malcapitati che passano da Amantea, patiscono ogni giorno e in ogni angolo della città.

 

Strade dissestate, molte delle quali impercorribili, piene di buche, alcune delle vere e proprie voragini, molte prive di illuminazione.

Il pericolo per le persone, automobilisti e pedoni, è all’ordine del giorno, oltre i danni ai mezzi. A Catocastro come al Centro Storico, a Campora come ad Acquicella, nelle contrade tutte, la situazione è la medesima: abbandono, degrado, incuria, ad iniziare proprio dalla viabilità oltre che dalla carenza di servizi primari per i cittadini.

 

A questo bisogna aggiungere il fatto, non meno rilevante, che il traffico è sempre in tilt, in particolare su Via Stromboli (SS 18) dominata ormai dai TIR che la preferiscono all’autostrada Salerno-Reggio Calabria.

Eppure le soluzioni ci sarebbero eccome. Ma l’Amministrazione Sabatino, oltre ai proclami, a distanza di oltre un anno non ha provveduto neppure a redigere un Piano Traffico per risolvere la situazione della viabilità. Quindi non solo non si provvede alla manutenzione delle strade, con disagi e malcontento ormai diffuso nella popolazione, ma neppure si pensa a fare di Amantea una città degna di questo nome. Ovunque regnano degrado, abbandono ed emarginazione sociale. Una “strada” se così si può chiamare, che esprime pienamente questa triste situazione è stata asfaltata l’unica volta nel 1982. Da allora è stata dimenticata da tutti gli Dei e da questa inscusabile Amministrazione. E’ un luogo che giace nell'incuria e che si presenta scarsamente accogliente e percorribile per i suoi abitanti, i loro familiari e gli stessi spericolati cittadini che si avventurano nel percorrerla. Si tratta di una stradina comunale che collega, la strada che conduce a Serra di Ajello, alla contrada Marano. Il degrado e le oltre 500 buche, è ben visibile. Dalla sporcizia, dalla vegetazione non curata, dal dissesto e dall’assenza totale di manutenzione. Si rende dunque necessario un intervento urgente per ridare ai cittadini, che vivono in questo chilometro disastrato, il sacrosanto diritto di fare due passi, senza rompersi le gambe, su quella che una volta era chiamata strada e per rendere fruibile e dignitoso questo straordinario luogo fatto di campi coltivati, di vigneti e uliveti. Il degrado in città è sotto gli occhi di tutti e sotto il naso di tutti. In aggiunta, basta recarsi sul lungomare e dare una sbirciatina a ciò che galleggia indisturbata sul mare di Ulisse. Solo un breve accenno ai “cerotti” che coprono il corpo del paese. Dalle ex carceri, al palazzo Florio in pieno centro, ecc. E’ una storia infinita di ostacoli, incuria ma anche di scelte che hanno portato il Comune a privilegiare altri interventi e a lasciare indietro la parte alta del centro storico i cumuli di immondizia, ratti e pericolosi ciuciuli rossi. L’area del cosiddetto Centro storico costituisce, per la rilevante presenza di elementi storico-architettonici, il fulcro dell’identità cittadina e al tempo stesso rappresenta una delle zone con maggiore capacità di condizionare la trasformazione della città. Senza considerare che: la città storica evidenzia da tempo dei trend allarmanti: riduzione di nascite e invecchiamento di quella popolazione che rimane, abbandono di una parte del patrimonio edilizio, terziarizzazione e successivo decadimento delle attività commerciali. Altre problematiche incidono fortemente su questa grave situazione: la mancanza di segnali stradali e la loro vetustà o ad esempio il verde urbano non curato dall’amministrazione che in occasione di eventi meteorologici provoca spessissimo danni a cose e persone. Non solo il centro storico: le realtà periferiche ed ancor più quelle delle frazioni lamentano lo stato di totale abbandono in cui sono state lasciate dall’amministrazione. Marciapiedi inesistenti o totalmente inagibili, verde pubblico lasciato a se stesso. Politiche, quelle di questa inverosimile Giunta comunale, che hanno impedito un’equa distribuzione su tutto il territorio delle risorse e quindi degli interventi, provocando danni, che i numeri sopra elencati dimostrano senza alcun alibi per il governo cittadino.

Gigino A Pellegrini & G el Tarik

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