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Padre e figlio sorpresi a rubare nei boschi di Cerisano

Questo il comunica to stampa del Corpo forestale

Cosenza 29 settembre 2015 - Incessante l’attività di difesa del territorio e dell’ambiente del Corpo Forestale dello Stato nella Provincia di Cosenza.

A farne le spese due persone di Marano Principato sorprese in flagranza dal personale del Comando Stazione Forestale di Cosenza mentre stavano rubando legna da ardere in area boscata di pregio appartenente al Comune di Cerisano.

I due uomini, padre e figlio, sono stati sorpresi in flagranza mentre in località “Serra Pizzuta” con l’ausilio di una motosega e una accetta avevano da poco abbattuto una pianta d’alto fusto di Ontano nero e, dopo averla depezzata, se ne erano appropriati caricandola sul mezzo con il quale avevano raggiunto la zona.

Ai due, dopo i necessari accertamenti, gli è stato contestato il reato di furto aggravato.

Sottoposta a sequestro penale sia la legna ricavata dall’illecito abbattimento che la motosega e l’accetta utilizzate per la consumazione del reato.

Il mezzo utilizzato per caricare la legna, privo sia di assicurazione che di revisione, è stato sottoposto a sequestro amministrativo.

Pubblicato in Cosenza

Gli scout palermitani si sono persi, causa maltempo, sulle montagne dell’Aspromonte.

La comitiva, proveniente da Palermo, si era recata al Santuario della Madonna di Polsi per assistere ad una celebrazione religiosa, ma, tornando verso la città di San Luca, aveva smarrito la via del rientro.

Poi l’allarme intorno alle 20.15.

Sono intervenuti i Carabinieri e gli uomini della Stazione Aspromonte del Soccorso Alpino

A coordinare i soccorsi la Centrale Operativa del Corpo Forestale dello Stato

A trovarli intorno alla mezzanotte le squadre del Soccorso Alpino

Il gruppo è stato rinvenuto sull’alveo della Fiumara Bonamico, a pochi chilometri da San Luca, grazie al sistema di geolocalizzazione.

Le coordinate sono state inviate alle squadre di soccorso grazie al sistema “Locator” del Corpo Nazionale del Soccorso Alpino attivato tramite il telefono cellulare dei ragazzi.

I ragazzi erano infreddoliti ed impauriti dall’avanzare della notte

Quasi tutti in buone condizioni di salute tranne un ragazzo, trovato febbricitante, che è stato immediatamente assistito dai sanitari del Soccorso Alpino e trasportato, insieme ai compagni, alla Stazione dei Carabinieri di San Luca.

Una brutta avventura finita bene grazie ai soccorsi tempestivi ed efficienti.

Pubblicato in Reggio Calabria

Scrive il sindaco Rocca del comune di Nocera terinese.

“Cari cittadini,

avrete letto che nei giorni scorsi la Guardia di Finanza e la Guardia Forestale della Provincia di Cosenza hanno posto sotto sequestro 3 depuratori del Comune di Scigliano (Cs) che sversavano, senza che le acque venissero depurate, direttamente in alcuni torrenti a loro volta affluenti del fiume Savuto.

Fiume che, dopo pochi chilometri, sfocia nel territorio di Nocera Terinese.

Da qui la presenza, per fortuna saltuaria, di liquami nel nostro tratto di mare.

Lo avevamo affermato anche nei post precedenti e continuiamo a dirlo: purtroppo la sporcizia del mare non dipende dal depuratore di Nocera, attualmente funzionante.

La nostra Amministrazione è nelle condizioni di gestire nel migliore dei modi l’impianto, e col finanziamento ottenuto di recente andrà ancora meglio, ma finché tutti gli altri depuratori, soprattutto quelli collocati nei paesi “interni”, non saranno messi a norma, ci sarà ben poco da fare.

La speranza è che le cose migliorino sia grazie all’assunzione di responsabilità delle altre amministrazioni comunali che hanno il dovere di mettere a norma i loro impianti, sia per merito dell’opera degli inquirenti che spesso silenziosamente riescono a scoperchiare il marcio dei depuratori là dove si annida.

Siamo consapevoli del pessimo momento economico che stanno attraversando gli Enti Locali, ma così come il Comune di Nocera Terinese fa fronte ai suoi doveri pur con enormi sacrifici, così tocca fare anche agli altri.

Non siamo più disponibili a subire le conseguenze della mancata assunzione di responsabilità delle altre Amministrazioni comunali”.

Il sindaco di Nocera Terinese ricorda, giustamente, che l’ambiente deve essere tutelato da tutti , che è inutile gridare se si trova un mare sporco se ancora oggi si scoprono vasche di depurazione che non assolvono ad alcuna funzione.

Pubblicato in Lamezia Terme

“Continua, su disposizione del Comandante Provinciale del Corpo Forestale Giuseppe Melfi, il controllo del territorio mirato all’attività di repressione delle discariche abusive ed al controllo dello smaltimento dei rifiuti.

Nei giorni scorsi l’ennesimo sequestro ad opera degli uomini del Nipaf, Nucleo Investigativo del Corpo Forestale di Cosenza che a Roggiano Gravina hanno posto i sigilli ad una area di circa 1000 metri quadri adibita a discarica aziendale da una ditta che opera nel campo dell’edilizia e che usava tale area per smaltire illegalmente ingenti quantitativi di rifiuti costituiti principalmente da residui, fanghi e scarti provenienti dalla lavorazione del marmo, rifiuti ferrosi, rifiuti plastici provenienti da imballaggi nonché rifiuti provenienti da attività di demolizione edile, tutti miscelati tra loro.

I rifiuti erano dislocati sull’area in cumuli, con un’altezza media di due metri

Nel corso delle indagini è stato accertato che il titolare dell’impresa, un uomo del luogo di 68 anni attraverso i suoi dipendenti smaltiva, bruciandoli ingenti quantitativi di materiale plastico derivante da imballaggi.

Per tale reato l’uomo dovrà rispondere del reato di discarica abusiva e combustione illecita di rifiuti.

Il sequestro è stato convalidato dalla Procura della Repubblica di Cosenza”.

Pubblicato in Cosenza

Ecco il comunicato stampa del Corpo Forestale

“Gli uomini del Corpo Forestale dello Stato di Paola (cs) hanno deferito all’Autorità Giudiziaria un uomo del luogo per aver realizzato in un piazzale di proprietà privata in località “Centacque del Comune di Fuscaldo (cs) un deposito incontrollato di rifiuti speciali non pericolosi costituiti da circa 40 metri cubi di materiale proveniente da scavi e demolizioni.

Tale attività rientra in un controllo mirato alla prevenzione e repressione dei reati in danno all’ambiente che vede il Corpo Forestale particolarmente attivo sul territorio cosentino.

Tale area oggetto del deposito di rifiuti, di proprietà del titolare di una società edile, a seguito del controllo è risultata priva di alcuna autorizzazione alla gestione dei rifiuti e pertanto si è provveduto a porla sotto sequestro e a deferire il proprietario della stessa per il reato di deposito incontrollato di rifiuti speciali non pericolosi.

L’area era priva di autorizzazione.

All’interno di esso materiale proveniente da scavi di demolizione. 17 Febbraio 2015.

Pubblicato in Alto Tirreno

Il Personale del Comando Stazione di Cosenza, ha posto sotto sequestro un impianto industriale per la produzione di conglomerato bituminoso in località Ciraulo-Pirelli nel comune di Castrolibero.

Le indagini inerenti tale impianto sono scattate su alcune segnalazioni pervenute al numero 1515 di pronto intervento ambientale del Corpo Forestale dello Stato riguardanti la presenza in questa area di molesti e nauseabondi odori di bitume durante alcune ore della giornata.

Durante tale attività di indagine si è accertato che tali emissioni in atmosfera venivano provocate da un impianto industriale per la produzione di conglomerato bituminoso.

Con l’attività di indagine posta in essere dagli uomini del Comandante regionale Giuseppe Graziano, e le relative verifiche volte a controllare il rispetto della normativa urbanistico edilizia ed ambientale, si è accertato che l’impianto era stato realizzato in assenza del necessario permesso a costruire ed altresì che, per l’esercizio dello stesso, non era mai stata richiesta e rilasciata la prevista autorizzazione per l’emissione in atmosfera necessaria a verificare il rispetto dei limiti di emissione previsti per tale tipologia di impianti. Alla luce di tali accertamenti, il personale forestale del neo nato Comando Stazione di Cosenza procedeva a sequestrare l’impianto abusivo ed a deferire alla competente Autorità Giudiziaria il responsabile di tale illecita attività.

La competente Procura della Repubblica ha convalidato il sequestro.

Pubblicato in Cosenza

Riceviamo dal Corpo Forestale dello Stato di Cosenza il seguente comunicato.

Cosenza, 15 Gennaio 2014 – Il personale del Comando Stazione Forestale di Trebisacce, dipendente dal Comando Provinciale di Cosenza, impegnato in un servizio di vigilanza ambientale nei territori dell’Alto Ionio Cosentino, ha sorpreso un uomo mentre si disfaceva delle acque di vegetazione provenienti dall’attività di molitura delle olive di un frantoio locale, riversandole sul suolo all’interno di un bosco di querce, nel comune di Oriolo.

L’uomo di Trebisacce operaio del frantoio, con un’autocisterna appositamente allestita e documentazione di accompagnamento del carico, destinato all’utilizzo agronomico mediante spandimento superficiale su terreni agricoli, si è invece disfatto delle acque di vegetazione riversandole all’interno dell’area boscata grazie ad un grosso tubo direttamente collegato alla cisterna contenente i reflui.

Le acque reflue di frantoio sono note per i loro effetti tossici sulle piante e altamente inquinanti per il suolo, pertanto il loro riutilizzo in agricoltura è regolamentato da rigide norme di carattere tecnico e amministrativo proprio per scongiurare gli effetti tossici che possono causare all’ambiente. Il tempestivo intervento del personale forestale ha interrotto l’attività illecita in atto, il mezzo è stato posto sotto sequestro e l’autore è stato denunciato alla Procura della Repubblica di Castrovillari, in concorso con il titolare del frantoio.

CORPO FORESTALE - Piazza XI Settembre, 87100 Cosenza – email: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo. ; tel. 0984 791682 – fax 0984 793007

Pubblicato in Cosenza

La Forestale all’attacco dei frantoi che inquinano

Ed arrivano i primi due risultati

A Cosenza nella frazione Portapiana il primo risultato

Lo realizzano gli uomini dei Comandi di Dipignano, Mendicino e Rende, coordinati dal Nucleo Provinciale di Polizia Ambientale e Forestale di Cosenza (Nipaf).

Gli agenti avrebbero accertato che le acque di vegetazione delle olive venivano sversate illecitamente ed abbandonate in modo incontrollato sul suolo dei terreni a valle del frantoio, provocando così un invaso artificiale in un’area sottoposta a vincolo paesaggistico ambientale.

Da qui il sequestro preventivo del frantoio eseguito dal Corpo forestale che ha conseguentemente deferito all’Autorità Giudiziaria l’autore del presunto reato.

A Mottafollone, sempre il personale del NIPAF in collaborazione con il reparto di San Sosti, dipendente dal CTA di Rotonda (Potenza), è stato accertato un reato ancora più grave.

Grazie ad una valvola di scarico posta sul fondo delle vasche aziendali di raccolta delle acque di vegetazioni, comandata da una specifica chiave di costruzione artigianale, i reflui del frantoio posto in centro abitato sarebbero stati scaricati direttamente nella fognatura pubblica e da qui nel depuratore comunale. Forte il rischio del cattivo funzionamento del depuratore

Anche in questo caso si è reso obbligatorio il sequestro il frantoio, delle vasche di raccolta delle acque e della chiave, ed il deferimento all’autorità giudiziaria dell’autore del presunto reato.

Pubblicato in Cosenza

Il canile- rifugio conteneva 109 animali .

Dopo il sequestro gli animali sono stati affidati al servizio veterinario dell’Asp.

Il sequestro è stato disposto con provvedimento del Giudice per le Indagini Preliminari di Paola a seguito di indagini disposte dalla Procura della Repubblica di Paola e condotte dal personale del Comando Stazione della Forestale di Fuscaldo e Longobardi e dal Nipaf, Nucleo Investigativo di Polizia ambientale e forestale del Corpo forestale di Cosenza.

Gli uomini della Forestale hanno constatato uno stato di detenzione degli animali incompatibile con la loro natura.

La struttura, inoltre, è risultata fatiscente

Inadeguati i sistemi di raccolta e di scarico delle deiezioni degli animali. Dalle canalizzazioni e dalle vasche fuoriuscivano liquami solidi e liquidi che si sversavano sul terreno circostante. Insomma una vera e propria discarica di rifiuti e acque reflue a cielo aperto.

Da qui il sequestro del canile gestito dalla società “La quattro zampe srl”e la denuncia del socio amministratore.

Pubblicato in Paola
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