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Abbiamo scritto della preoccupazione del sindaco Giuseppe Aieta per la chiusura della Brigata della Guardia di Finanza di Cetraro.

Paura passata.

Giuseppe Aieta avuto rassicurazioni in tale senso dal viceministro dell’Interno, Marco Minniti

Nn solo ma Giuseppe Aieta fa sapere che il presidente della Commissione Antimafia, Rosy Bindi ha comunicato e confermato la notizia del mantenimento della Guardia di Finanza a Cetraro ai deputati Ernesto Magorno, Enza Bruno Bossio e Stefania Covello.

È un risultato importante, che dimostra la volontà dello Stato di non fare passi indietro rispetto ad un territorio che ha estremo bisogno di presidi di legalità. Devo esprimere un ringraziamento particolare all’onorevole Marco Minniti, che, ancora una volta, come era già capitato nel 2006, ha dimostrato grande serietà, non deludendo le nostre attese. Così come ringrazio l’onorevole Rosy Bindi, che ormai ci ha abituati alla sua vicinanza.

Ma un particolare ringraziamento lo voglio esprimere, a nome della mia città, ai parlamentari calabresi del Pd e in particolare ai deputati Magorno, Bruno Bossio e Covello, per avere immediatamente sposato e sostenuto la nostra causa, mettendo in campo gli strumenti necessari, affinché si giungesse alla notizia che tutti aspettavamo con ansia”.

Ecco a cosa serve un sindaco capace ed attivo.

Anche ad attivare la politica per salvare i pochi presidi di legalità ancora presenti nei nostri comuni.

E si sono mossi in 5: Marco Minniti, Rosy Bindi, Ernesto Magorno, Enza Bruno Bossio e Stefania Covello.

Se avesse bisogno Amantea chi si muoverebbe?

Pubblicato in Alto Tirreno

Gamberi e bianchetti erano destinati ai ristoranti di Milano, ma era cibo avariato, in alcuni casi scaduto addirittura da sei anni. A impedire che 16 tonnellate di pesce avariato arrivasse sui tavoli dei locali del capoluogo lombardo sono stati i militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Milano, che hanno effettuato il sequestro presso un'attività di distribuzione all'ingrosso di prodotti alimentari di vario genere a Cornaredo (Milano). L'intervento presso il deposito, gestito da un operatore di origine cinese, è stato condotto dagli uomini della Compagnia di Corsico (Milano), insieme a personale dei Dipartimenti di Prevenzione Medica e Veterinaria della Asl Milano 1, che hanno trovato 16 tonnellate di prodotti scaduti. Uno dei gestori è stato denunciato. L'attività rientra in una serie di controlli che hanno portato al sequestro complessivo di 40 tonnellate di alimenti, alcuni scaduti perfino da sei anni.

L'operazione 'Gambero verde' delle Fiamme Gialle ha portato anche al sequestro di cibo per la cucina cinese e giapponese come alghe e datteri. Stando a quanto riferito dai finanzieri della Compagnia di Corsico, sono stati trovati gamberi avariati che erano tenuti ormai da anni in cattivo stato di conservazione, tanto che erano di colore verde-nero. Il pesce sequestrato negli ultimi mesi era custodito in diversi magazzini all'ingrosso sparsi nell'hinterland milanese tra Cornaredo, Settimo Milanese e Pero, tutti gestiti da cinesi (l'uomo che gestiva la rivendita a Cornaredo è stato denunciato alla Procura di Busto Arsizio), ma i prodotti, come ha spiegato la Gdf, erano destinati ad essere venduti non solo a negozi e ristoranti cinesi e giapponesi a Milano, anche specializzati in sushi, ma anche a negozi e ristoratori italiani. I finanzieri, ad esempio, hanno trovato nei magazzini anche dei bianchetti, ossia del pesce azzurro, scaduti da oltre 6 anni.

Le verifiche della Gdf hanno riguardato sia le condizioni strutturali che igienico-sanitarie dei locali e delle celle di stoccaggio, nonché le condizioni dei prodotti alimentari conservati nel deposito. Tutti i prodotti sono stati posti sotto sequestro e saranno inviati alla distruzione sotto controllo sanitario. Messaggero   

Pubblicato in Italia

Tutto nasce dalla legge siciliana che prevede il rimborso degli stipendi percepiti dai consiglieri provinciali.

Inizialmente l'avviso a comparire era stato inviato a Antonio Rizzo (Pd), Maurizio Tagliaferro (Mpa), Consolato Aiosa (Mpa), Gianluca Cannavò (Pdl), Sebastiano Cutuli (Gruppo misto), Antonio Danubio (Udc),

La Procura però successivamente chiese l'archiviazione delle posizioni di Rizzo, Aiosa e Tagliaferro e dei rispettivi datori di lavoro.

Rimasero quindi soltanto Gianluca Cannavò (Pdl), Sebastiano Cutuli (Gruppo misto), Antonio Danubio (Udc),

Al centro dell'inchiesta le indagini delle Fiamme gialle su rimborsi ottenuti indebitamente dall'Ente attraverso la simulazione del rapporto di lavoro o la falsa attestazione di mansioni e retribuzioni superiori a quelle effettivamente godute.

Secondo le indagini avrebbero ottenuto indebiti rimborsi dalla Provincia di Catania attraverso la simulazione del rapporto di lavoro o la falsa attestazione di mansioni e retribuzioni superiori a quelle effettivamente godute.

Ora sono stati sequestrati beni complessivi per circa mezzo milione di euro ai tre consiglieri della Provincia di Catania ed indagati dalla competente Procura della Repubblica di Catania che ne ha chiesto il rinvio a giudizio per il reato di truffa aggravata e falso

A seguito di provvedimento del GIP di Cataniaa i militari del nucleo di polizia tributaria della GDF hanno sequestrato 240mila euro di beni all'ex consigliere Gianluca Cannavò e dei suoi familiari; 71mila euro all'ex consigliere Sebastiano Cutuli e al suo datore di lavoro Carmelo Urso; e 171mila euro all'ex consigliere Antonio Danubio e al suo datore di lavoro Salvatore Nigita.

Pubblicato in Italia

Un trentottenne di Bonifati, con una lunghissima serie di precedenti penali, dal furto aggravato, alla rissa, al traffico di sostanze stupefacenti, reati commessi per la maggior parte in Lombardia, ha rubato la borsa ad una professoressa in pensione di origini campane in viaggio sul treno diretto a Paola.

L’insegnante si è messa a gridare ed il borseggiatore è scappato.

Poi è andata a sporgere denuncia alla Polizia ferroviaria della stazione di Paola

Ma il ladro non aveva fatto conto dell’occhio attento degli agenti della Guardia di Finanza di Paola che mentre stavano svolgendo la loro nomale attività di controlli dei registratori di cassa e delle ricevute fiscali, hanno scorto un uomo, in shorts e canotta, che aveva a tracolla una borsetta femminile.

Il borseggiatore appena avvicinato dagli agenti della GDF si è dato alla fuga nei massi che da tempo immemorabile adornano la spiaggia di Paola abbandonando la borsetta.

Inseguito è stato arrestato e condotto presso nella locale caserma della GDF.

La borsetta è stata riconsegnata alla legittima proprietaria che ha ringraziato vivamente i finanzieri ai quali aggiungiamo anche i nostri complimenti.

Pubblicato in Paola

57 persone denunciate per truffa, è il risultato di un'attività portata a termine dai finanzieri della Tenenza di Scalea nei confronti di altrettanti dipendenti del C.A.P.T. (Centro di Assistenza Primaria Territoriale) di Praia a Mare (CS), sede distaccata del distretto ASP di Cosenza, per aver attestato falsamente la presenza in servizio propria e di altri colleghi, facendosi "strisciare" e/o "strisciando" per altri il badge personale.

Le indagini, coordinate dal Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Paola, dott. Bruno Giordano sono state condotte anche mediante l'ausilio di strumentazione tecnica, grazie alla quale, utilizzando una telecamera nascosta nei pressi della macchina striscia badge e confrontando le immagini con gli elenchi delle strisciature giornaliere, è stato possibile individuare le condotte "sospette" e risalire con esattezza ai responsabili delle violazioni rilevate.

L'operazione è stata, infatti, denominata "striscia" proprio in ragione delle "strisciate" anomale dei badge da parte dei dipendenti del C.A.P.T., i cui ingressi sono stati monitorati per oltre un mese. Oltre 10.000 i filmati visionati e 136 le anomalie rilevate.

La struttura interessata, come detto, è il C.A.P.T. di Praia a Mare, sede distaccata del distretto ASP di Cosenza.

Alcuni dei 57 dipendenti denunciati, pur recandosi regolarmente a lavoro, strisciavano il badge di altri colleghi assenti o ritardatari; altri dipendenti invece si accordavano per scambiarsi il favore: uno di essi al momento dell'ingresso strisciava anche per uno o più colleghi, ed a sua volta veniva "smarcato" all'uscita ricevendo, ricambiato, il favore di prima. In questo modo il dipendente che arrivava in orario permetteva ai colleghi di arrivare in ritardo, ed egli in cambio poteva lasciare anzitempo il posto di lavoro.

Infine, una terza parte dei dipendenti denunciati si faceva strisciare da altri il badge sia in entrata che in uscita.

Una truffa ai danni dell'Ente sanitario ben strutturata, che ha coinvolto quasi i due terzi dei dipendenti del distretto ospedaliero e che si ripeteva giorno dopo giorno quasi fosse una normale operazione di servizio.

I 57 soggetti segnalati all'Autorità Giudiziaria si sono resi responsabili del reato di truffa aggravata, per aver attestato falsamente la propria presenza in servizio facendo strisciare ad altri il badge personale.

L'operazione appena conclusa dalle Fiamme Gialle di Scalea si incardina nel più ampio settore istituzionale della tutela della spesa pubblica che, nel difficile momento economico vissuto dal Paese, è percepita dai cittadini - sempre più sensibili verso tali tematiche - come un obiettivo prioritario.(Comunicato stampa della GdF Cosenza)

Pubblicato in Alto Tirreno

Il PM Paolo Petrolo ha disposto perquisizioni degli uffici di Catanzaro( due), Cosenza(uno) e Tiriolo(uno) della Field.

E stamani la Guardia di Finanza ha acceduto alle ricerca della documentazione relativa alla scomparsa di 500 mila euro dalle casse dell’ente regionale.

Ammanco per il quale è indagato, per peculato, l’allora presidente Domenico Barile.

Un ammanco scoperto grazie alla denuncia del presidente dei revisori dei conti Maurizio De Filippo. Venti assegni circolari. Di importo diverso e con destinatari diversi. Per un totale, appunto, di 500 mila euro

La sottrazione del denaro sarebbe avvenuta tra il giugno e il novembre 2012.

Sulla base di quella relazione la giunta regionale, nel dicembre scorso, ha sospeso l'allora presidente della Field, Domenico Barile.

Una ricerca durata ore.

Ma le indagini non si fermeranno al solo ammanco e saranno estese alla gestione finanziaria dell’ente . Il PM, infatti, nel decreto di perquisizione ha dato mandato ai finanzieri di ricercare «documentazione amministrativo contabile relativa alla gestione finanziaria della Field».

Ora basta attendere i risultati.

Pubblicato in Catanzaro

I Finanzieri di Lecco con la collaborazione della direzione provinciale dell'Inps hanno esaminato tutte le posizioni pensionistiche, di circa 10.000 persone scoprendo che, mentre all'anagrafe dei Comuni della provincia risultavano deceduti, qualcuno continuava a percepire pensioni. Almeno 300 le pensioni incassate illecitamente. Un danno erariale di almeno 700mila euro.

300 le posizioni irregolari ,50 le persone denunciate penalmente alla Procura di Lecco sia per truffa aggravata, sia per il reato d'indebita percezione di denaro a danno dello Stato. L'intervento delle fiamme gialle ha permesso l'immediata sospensione delle prestazioni pensionistiche non dovute, consentendo il rientro nelle casse dello Stato di oltre 100mila euro, mentre sono in corso le procedure per il recupero delle somme indebitamente percepite.

Emblematico il caso di un nipote che ha incassato, per novanta mensilità, la pensione del nonno morto da oltre sette anni.

Pubblicato in Italia

La stampa riporta il risultato di una indagine portata avanti dalla Guardia di Finanza e dalla Procura della Repubblica di Paola.

Una indagine certosina come è abitudine della magistratura e della GdF

Sono state esaminate 3827 autocertificazioni attestanti il diritto all’esenzione dal pagamento del ticket sanitario

Ebbene solo 53 persone sono state denunciate per aver dichiarato il falso e per aver truffa ai danni del sistema sanitario regionale

Cioè ,incrociando i dati sono emerse solo 53 posizioni irregolari di quanti avevano beneficiato, illegittimamente, dell'esonero dai ticket.

Parliamo dell’ 1,38 % della intera popolazione controllata. Una percentuale che non copre nemmeno l’errore materiale.

E’ necessario allora evidenziare l’onestà dei calabresi.. Parlo del popolo, ovviamente; della gente semplice, dei pensionati, dei disoccupati, di quei tanti che hanno difficoltà perfino al pagamento del ticket e che troverebbe comodo pagare almeno come nelle altre regioni italiane più ricche e che pagano( guarda caso) ticket inferiori e per un servizio migliore!”

“..che se deve fa pè campà” dice un famoso adagio popolare indicando ( un tempo) tutti i lavori, anche quelli più umili, più ingegnosi. Ed anche in questa vicenda l’ingegno non manca.

I finanzieri della Tenenza di Roccella Jonica (RC), infatti scoprono un'ingente truffa ai danni dell'INPS, che ha erogato contributi indebiti per malattia, disoccupazione e maternità, pari €. 435.000.

Il trucco un finto lavoro, una finta azienda agricola. L’unica cosa vera era la sede a Martone (RC).

L'azienda agricola, avrebbe dovuto produrre olio di oliva, in terreni siti nei comuni di Roccella Jonica, Locri, Martone, Portigliola e Gioiosa Jonica della provincia di Reggio Calabria. E su questi terreni ha denunciato l’assunzione di 66 braccianti negli anni dal 2006 al 2011 per 14.000 giornate lavorative.

Solo che questi terreni sono risultati incolti e, ormai da diverso tempo, in totale stato di abbandono.

Non solo ma il titolare della azienda, non possiede macchine agricole, né strumenti per la coltivazione dei terreni, non ha saputo fornire elementi circa i rapporti di lavoro instaurati con i propri dipendenti, né presso quali frantoi avesse effettuato la molitura delle olive.

Poi i finanzieri hanno scoperto fatture relative ad operazioni inesistenti nei confronti di ignari clienti, aventi ad oggetto la vendita di olio d'oliva, i quali hanno disconosciuto tali documenti contabili.

Ovvia la denuncia alla competente Procura della Repubblica di Locri sia del titolare dell'impresa jonica che dei 66 braccianti per concorso in truffa aggravata ai danni dell'I.N.P.S.. Le stesse persone sono state segnalate anche alla Procura Regionale della Corte dei Conti per il danno erariale causato dalla indebita percezione delle indennità.

Pubblicato in Reggio Calabria
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