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barcaComunicato stampa - una esercitazionie quella che si è

svolta nello specchio acqueo portuale di Vibo Valentia Marina nella mattina di ieri l’esercitazione complessa di soccorso e antincendio, coordinata dalla Sala Operativa della Capitaneria di Porto di Vibo e alla quale hanno partecipato le motovedette della Guardia Costiera, della Guardia di Finanza, dei Vigili del Fuoco, dei Carabinieri, del servizio medico 118 di Vibo, della Scuola Italiana Cani da Salvataggio e un elicottero del 5° Reparto Volo della Polizia di Stato di Reggio Calabria.

 

L’esercitazione è stata organizzata dal Comandante della Capitaneria di Porto CF (CP) Antonio Lo Giudice e del Comandante Provinciale dei Vigili del Fuoco di Vibo Ing. Giuseppe Bennardo, nel contesto della manifestazione del 4 dicembre dedicata a S. Barbara, Patrona della Marina Militare e dei Vigili del Fuoco.

Nello specifico si riporta, di seguito, lo scenario simulato durante l’attività addestrativa.

L’imbarcazione dei Piloti, con tre persone a bordo, simula di mollare gli ormeggi dalla banchina Fiume per raggiungere un mercantile che deve entrare nel Porto di Vibo Valentia Marina. Dopo tale manovra, nella sala macchine scoppia un incendio che il personale a bordo tenta di domare.

Nella contestualità il Comandante dell’unità lancia il May Day sul CH 16 e fa sparare due razzi rossi a paracadute. Ricevuta la richiesta di Soccorso la Sala Operativa, sede di Unità Costiera di Guardia della Capitaneria di Porto di Vibo Valentia Marina, immediatamente attiva il dispositivo SAR, dirottando verso l’unità in fiamme le Motovedette CP 808 e CP 733, al momento impegnate in attività di vigilanza, che dirigono alla massima velocità verso la pilotina.

Vengono inviati sul posto anche due radiomobili della Capitaneria di Porto, che una volta arrivati chiedono alla Sala Operativa l’intervento dei Vigili del Fuoco e di un’autoambulanza del 118.

In virtù del propagarsi dell’incendio i tre marittimi della pilotina, indossano i giubbotti di salvataggio e si lanciano in mare. Uno di questi, nella concitazione prima di lanciarsi scivola e batte violentemente la gamba sul piano di calpestio e, una volta giunto in acqua viene sorretto da un secondo marittimo, mentre il terzo, si allontana dai due in quanto, nel tentativo di domare l’incendio ha riportato ustioni alle gambe ed è in preda al panico.

Giungono nei pressi dell’unità in fiamme quasi contemporaneamente la MV CP 808 seguita dalla MV CP 733. Dalla prima si lancia il Rescue Swimmer (Guardacoste abilitato al Salvamento nuoto in mare), mentre dalla seconda si lancia l’unità cinofila della S.I.C.S. (composta da un cane di razza Labrador e da un abilitato al salvamento nuoto), che dirigono verso i primi due naufraghi.

Il Rescue Swimmer, raggiunge il naufrago con la gamba rotta e lo trasporta verso la CP 808, mentre l’Unità Cinofila SICS, raggiunto il secondo naufrago lo trasporta verso la CP 733. Entrambe le Motovedette, con i naufraghi a bordo, dirigono verso la banchina Tripoli, ove si provvede allo sbarco dei due malcapitati, che presi in consegna dal 118, vengono trasferiti presso il nosocomio di Vibo.

Il nostromo del porto, segnala alla S.O. la presenza in acqua di un terzo naufrago. Ricevuta la notizia, la Sala Operativa richiede l’intervento del gommone dei sub della Guardia di Finanza, precedentemente allertato e dirotta in area un elicottero della Polizia di Stato in sorvolo su Vibo, che individuato il naufrago, lancia un fumogeno in acqua.

Il gommone della Guardia di Finanza e l’elicottero giungono contemporaneamente sul terzo naufrago e provvedono all’imbracatura dell’ustionato e alla manovra di verricellamento sull’elicottero. Quest’ultimo, verificato che il soggetto prima di essere trasferito presso un nosocomio attrezzato per le ustioni, ha necessità di essere prima assistito da sanitari, richiede alla Sala Operativa della Capitaneria di poter atterrare in porto per farlo visitare.

Ricevuta l’autorizzazione, l’elicottero atterra sulla banchina Fiume ove interviene una seconda autoambulanza, che presta le prime cure sanitarie all’ustionato e lo trasferisce verso il nosocomio di Vibo.

Terminate le operazioni di recupero e trasferimento dei naufraghi, la S.O. della CP VVM, provvede a far intervenire le due motovedette dei Vigili del Fuoco e un’autobotte in banchina Fiume, che iniziano a spegnere l’incendio. Terminate le operazioni di spegnimento dell’incendio la Sala Operativa richiede al Reparto Aeronavale della Guardia di Finanza l’intervento del nucleo sommozzatori per una prospezione allo scafo dell’unità sinistrata e la verifica di eventuali ulteriori persone disperse sul fondale.

A garantire la polizia marittima durante l’esercitazione hanno provveduto la motovedetta CC 812 dei Carabinieri ed una motovedetta della Guardia di Finanza del ROAN di Vibo, mentre la circolazione stradale è stata garantita da tre pattuglie della Guardia Costiera e due della Polizia Municipale.

La complessa esercitazione aeronavale, che ha visto impiegati uomini e mezzi delle diverse forze di polizia e di soccorso in mare, sotto il coordinamento della Guardia Costiera di Vibo, cui per legge è demandato il coordinamento dei soccorsi in mare, si è svolta alla presenza delle massime autorità Civili e Militari della Provincia ed a circa 700 studenti provenienti dai vari istituti del comprensorio di Vibo. I ragazzi hanno potuto assistere alla manifestazione grazie anche ai mezzi messi a disposizione della Scuola Agenti della di Polizia di Stato di Vibo, ai volontari della protezione civile, ai Comuni di Vibo e di Pizzo nonché dall’Istituti Omnicomprensivi di Vibo e di Amantea.

Tutti i presenti hanno assistito con ammirazione e attenzione tutte le varie fasi dell’emergenza, che ha potuto dar dimostrazione di sinergia tra le varie unità di soccorso e di polizia che hanno operato con la massima professionalità sotto il coordinamento della Capitaneria di Porto.

attentatobarchem 3Stanotte è stato compiuto un attentato ad alcune imbarcazioni sul lungomare di Amantea, una imbarcazione è andata totalmente distrutta e due danneggiate. Ma tutto sommato è andata bene

 

Per fortuna che nella prima mattina di oggi 25 ottobre non c’è stato vento forte e quindi l’incendio non si è propagato a tutte le barche vicine. Poteva essere un danno molto più grave.

I danni infatti si sono propagati solo alle due barche vicine

Ed è proprio dalla limitatezza di questi danni che può supporsi che la imbarcazione distrutta sia stata cosparsa di qualche liquido infiammabile

Lì nei pressi , sotto uno dei tamerici , alcune persone parlano del più e del meno. Le saluto individualmente e poi palesemente dichiaro che quanto successo non è una bella cosa

Immediato e totale scatta l’assenso di tutti i presenti . Nessun disaccordo .Poi chiedo a chi appartenevano le barche incendiate e danneggiate.

Immediati i nomi di tutti. La barca danneggiata apparteneva a Giancarlo D.L., dipendente del comune di Amantea , e pescatore amatoriale da quasi 50 anni, da quando si dilettava da terra con la lenza a mano che un tempo era lo strumento dei pescatori che non avevano la barca.

Ma nessuno sa dire il perché di questo atto violento ed inaccettabile. Un atto peraltro contrario alla storia della marineria amanteana e lontano dalle nostre consuetudini .

Certo appare più probabile che il danno sia figlio di fatti di mare che di terra. Una reazione, un messaggio dovuto a qualche fatto o comportamento legato alla pesca. Forse soltanto invidia. Giancarlo infatti era un abile pescatore anche se la sua passione principale è la ornitologia .

Ed infatti anche quest’anno Giancarlo è tra i principali organizzatori della annuale mostra ornitologica Città di Amantea che è giunta alla 29esima edizione.

Anche la barca vicina era di un ex dipendente del comune di Amantea A.C. e quell’altra che ha subito gli altri danni è di un giovanotto amanteano.

Me per ambedue si tratta di danni derivati da quello che sembra il vero obiettivo degli attentatori

Agli investigatori di operare alla ricerca dei responsabili.

Chissà che dalle tantissime ( utili od inutili non è dato sapere) telecamere sparse per la città non si riesca ad avere qualche fotogramma dal quale orientare la ricerca del o dei responsabili

attentatobarcheM

Concluse le indagini relative all’incendio avvenuto il 2 gennaio scorso nel porto di Cetaro nel quale sono andate bruciate due imbarcazioni, quella dell'avvocato Nicola Gaetano di Paola e quella del farmacista Carlo Licursi di Fuscaldo, ormeggiate una a fianco all’altro.

Le indagini sono state condotte dal vicequestore aggiunto Raffaella Pugliese e dall'ispettore capo Giuseppe Sciacca del commissariato di Paola.

Ora il sostituto procuratore di Paola, Maria Camodeca, ha chiuso le indagini preliminari e chiesto il rinvio a giudizio per Filippo Verta, 58 anni, accusato dell'incendio di due imbarcazioni e vistosi allontanare dal luogo dell’incendio nelle immagini tratte dall’impianto di video sorveglianza.

Soddisfazione del sindaco di Cetraro Giuseppe Aieta il quale ha dichiarato: “Fermo rimanendo il sacrosanto principio della presunzione di innocenza salutiamo con soddisfazione l’esito delle indagini che hanno portato all’individuazione del presunto colpevole dell’incendio delle due imbarcazioni al porto. Eravamo certi che gli inquirenti, di cui apprezziamo l’efficienza e la professionalità, avrebbero certamente chiarito fatti e circostanze. Il Porto, dunque, è un luogo sicuro che garantisce chi lo sceglie per le proprie barche. Gli inquirenti, che ringraziamo per l’impegno che hanno manifestato sin da subito, hanno profuso un ottimo lavoro addivenendo all’esito che apprendiamo dalla stampa. Il Comune chiederà di essere ammesso come parte civile nel processo contro chiunque abbia arrecato danni ai nostri diportisti e danni incalcolabili all’immagine di un luogo che esprime solo bellezza e serenità non solo per i proprietari di barche, ma anche per numerose famiglie. La videosorveglianza era perfettamente funzionante, il molo vicino alle imbarcazioni bruciate era frequentato da cittadini e diportisti, il personale della società che gestisce i servizi era presente, il sistema anti incendio attivo. Continueremo a lavorare per rendere sempre più bella questa realtà che in questi anni abbiamo tenuto al sicuro da occhi indiscreti. Lo abbiamo fatto con coraggio, tenacia e convinzione grazie anche alla continua e costante collaborazione con la Prefettura e con le forze dell’ordine attraverso protocolli di intesa tesi a prevenire atti di criminalità. E continueremo assicurando ai nostri diportisti la serenità e la tranquillità che in questi anni hanno vissuto. A breve saranno pronti i servizi che stiamo allestendo attraverso ambienti salubri, comodi e certamente agevoli per chi sceglierà il nostro porto. Anche la parte peschereccia è interessata da nuovi lavori che riguardano la costruzione di un moderno mercato ittico e di nuovi servizi a disposizione dei pescatori. La darsena turistica è completa in ogni suo posto tanto da dover rimandare indietro diportisti che volevano ormeggiare nel porto di Cetraro. Tra l’altro, nei giorni scorsi, abbiamo rafforzato il sistema idrico dei pontili riattivando un vecchio pozzo e collegandolo alla rete portuale solo dopo aver avuto le analisi sulla potabilità dell’acqua. Così facendo abbiamo reso autonomo il porto turistico dal resto della città e soprattutto dalla zona Lampetia che soffriva la penuria d’acqua proprio per l’alto consumo che si produceva nel porto. Tutto questo lavoro – conclude la nota dell’Amministrazione – non sarà reso vano da chi pensa di consumare atti delinquenziali proprio sul luogo che ha segnato il riscatto della città».

Pubblicato in Cetraro

L’unica cosa certa è che le barche bruciate appartenevano , una all’avvocato Nicola Gaetano di Paola e l’altra al farmacista Carlo Licursi di Fuscaldo.

Tutto il resto è avvolto nel mistero

Non si sa quale delle due barche abbia preso fuoco per prima ed a quale poi si sia diffuso e sciogliere il dubbio significa sapere a chi sia stato diretto l’evento e cercarne le ragioni.

Gli elementi raccolti dai Vigili del Fuoco non sarebbero di alcuna utilità all’indagine.

Non si ha certezza di chi sia stato l’esecutore

Non si ha certezza di chi sia stato l’eventuale mandante

L’unica cosa certe è che al momento c’è un solo indagato, solo per essersi trovato nelle vicinanze delle imbarcazioni. Tale signor V.F., 47 anni, che svolge lavori di manutenzione.

E’ il signore che si vede allontanarsi subito dopo l’incendio nelle immagini dei filmati di videosorveglianza.

Ma V.F. avrebbe dichiarato agli inquirenti di non sapere nulla dell’incendio e di essersi trovato sul molo soltanto per fumare una sigaretta dopo aver cenato con gli amici a bordo di una imbarcazione.

Pubblicato in Cetraro

Proseguono le indagini della Polizia di Paola, coordinate dal sostituto della locale Procura della Repubblica Maria Camodeca, sull’incendio di due barche nel porto di Cetraro.

Chiara la matrice dolosa del rogo.

Sembra che gli investigatori dunque sarebbero vicinissimi all’uomo che avrebbe attinto il fuoco ma che al momento non sia stata emessa alcuna misura cautelare.

Voci attendibili parlano di importanti risvolti.

Ovvia la importanza delle dichiarazioni testimoniali delle 5 persone presenti al momento dell’incendio una delle quali si è portata verso le imbarcazioni prima che venissero attinte dal fuoco.

Altrettanto importanti sono le dichiarazioni testimoniali dei proprietari delle imbarcazioni.

Gli investigatori stanno lavorando sul movente dietro al quale potrebbero nascondersi eventuali mandanti che potrebbero essere connessi ai proprietari della due imbarcazioni od a qualcuno di loro.

Mandanti i cui nomi possono essere fatti dal o dai responsabili del fatto delittuoso.

Pubblicato in Cetraro

Dai filmati le prime risposte alle indagini sull’incendio di due barche nel porto di Cetraro, accaduto mercoledì scorso, intorno alle 21,30 al molo “M”, incendio che aveva comportato anche lievi danneggiamenti ad una terza barca, ormeggiata poco distante.

Le imbarcazioni da diporto che avevano preso fuoco, rispettivamente di 14 e 12,66 metri, appartenevano a due professionisti della zona, l'avvocato Nicola Gaetano di Paola e il farmacista di Fuscaldo Carlo Licursi.

Entrambe avevano un valore stimato tra i 250 e i 300 mila euro.

La Polizia ha potuto visionare le immagini del circuito di videosorveglianza e sembra che da tale visione escano forti indizi.

L'uomo che avrebbe potuto appiccare l’incendio non sarebbe riconoscibile, ma di certo era sceso dall'imbarcazione dove si trovava in compagnia di altre quattro persone, contrariamente, cioè, a quanto si è pensato inizialmente sulla fuga da una delle barche sulle quali era divampato il rogo.

Dal video,infatti, è ben visibile il soggetto che scende dalla barca dove aveva appena mangiato con i quattro amici e si reca con una sigaretta verso i natanti.

A questo punto le immagini non sono più chiare. Una perizia potrebbe però fugare ogni dubbio

 

Pubblicato in Cetraro
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