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La Corte d'appello di Catanzaro ha assolto dall'accusa di associazione mafiosa l'ex sindaco di Scalea (Cosenza) Pasquale Basile.

Quale conseguenza Basile si è vista ridurre la pena da 15 anni a 6 anni e 4 mesi per altri reati.

I giudici hanno rideterminato la pena anche nei confronti di altri 14 imputati, mentre hanno confermato 6 condanne e 9 assoluzioni.

Il processo era scaturito dall'operazione Plinius condotta nel luglio del 2013 dai carabinieri del Comando provinciale di Cosenza contro la cosca Valente-Stummo, operante a Scalea e che, per gli investigatori, è subordinata alla cosca Muto di Cetraro.

Basile è stato difeso dagli avvocati Vincenzo Adamo e Marina Pasqua.

Adamo ha sostenuto "Esprimo grande soddisfazione per l'esito del giudizio di appello nei confronti dell'ex sindaco di Scalea Pasquale Basile, che modifica sostanzialmente l'ipotesi d'accusa stabilendo che il nostro assistito non ha mai rivestito alcun ruolo né da organizzatore, né da partecipe nell'associazione mafiosa ipotizza.

Una maggiore e più attenta analisi degli atti processuali ha permesso di stabilirlo.

Ricorrerò, unitamente all'avv. Marina Pasqua, in Cassazione per le residue ipotesi di reato

Ecco le richieste del procuratore generale della Corte d’Appello Salvatore Di Maio.

Per il tecnico comunale Antonino Amato: assolto in primo grado, la richiesta in Appello è di una pena pari a 6

 

anni, la stessa richiesta formulata in I grado dal Pm Luberto.

Per l'imprenditore Nicola Balsebre, condannato a 5 anni in I grado, il Pg Di Maio ha chiesto la conferma della decisione del Tribunale di Paola.

Per il tecnico comunale Pierpaolo Barbarello, condannato in I grado a 2 anni, il Pg Di Maio ha invece presentato un “conto” più salato: 2 anni e 9 mesi e una multa pari a 2.600 euro. La procura catanzarese intravede l'aggravante del reato contestato.

Per l'ex sindaco di Scalea, Pasquale Basile, sono chiesti 15 anni ed 8 mesi, 8 mesi in più in riferimento al reato di corruzione.

Per il tecnico comunale Giuseppe Biondi, viene chiesta la conferma della condanna in I grado a 4 anni.

Per l'architetto Vincenzo Bloise, condannato in I grado a 4 anni, vengono chiesti 7 anni.

Per l'ex vicesindaco, Maurizio Ciancio: assolto dal Tribunale di Paola, secondo il Pg della Corte d'Appello sono chiesti 1 anno e 6 mesi e ad 800 euro di multa.

Per l'imprenditore Santino Crisciti, assolto dal tribunale di Paola, sono chiesti 4 anni e 4 mesi.

Per l'imprenditore Luigi De Luca, condannato a 8 mesi in I grado, il PM Di Maio ha chiesto 14 anni di reclusione ed il pagamento di 13mila euro di multa, per la vicenda del presunto sequestro di persona.

Per Francesco De Luca, condannato a 6 mesi dal tribunale paolano, la richiesta del Pg è di 5 anni di reclusione.

Per Giuseppe Forestieri, ex assessore, secondo l'accusa della Corte d'Appello assolto dal tribunale di Paola sono chiesti 1 anno e 6 mesi di reclusione.

Per l'avvocato Mario Nocito, uno dei principali indagati dell'operazione Plinius, la richiesta è di 15 anni e 6 mesi, un aumento rispetto ai 15 anni decisi dal collegio del tribunale di Paola.

Per Giovanni Oliva, ex comandante della Polizia municipale, assolto in I grado, il Pm Di Maio, ha chiesto 2 anni di reclusione.

Per i tre imprenditori balneari: Antonio Vaccaro, Luigi Bovienzo e Pino Manco, assolti in primo grado, la richiesta del Pg è una pena pari a 2 anni e 4 mesi.

Restano immutate le richieste per gli altri imputati;

l'imprenditore Agostino Iacovo: 4 anni e 8 mesi;

l'imprenditore Corrado Lamberti: 4 anni 6 mesi;

l'imprenditore Riccardo Montaspro: 9 anni 3 mesi;

Eugenio Occhiuzzi: 4 anni 6 mesi;

l'imprenditore Rodolfo Pancaro: 3 anni 3 mesi;

l'imprenditore: Angelo Silvio Polignano: 5 anni;

l'imprenditore, Francesco Paolo Pugliese: 5 anni;

Cantigno Servidio: 12 anni;

Alvaro Sollazzo: 11 anni 4 mesi;

Mario Stummo: 14 anni;

l'imprenditore Marco Zaccaro: 9 anni;

Giuseppe Zito: 10 anni 4 mesi.

Pubblicato in Alto Tirreno

Dopo la prima udienza del 12 dicembre 2013 ecco la seconda il 28 gennaio 2014.

A presiedere la d.ssa Paola Del Giudice.

Come la prima udienza solo discussioni propedeutiche

A cominciare dall’ ipotesi dell’uso della videoconferenza   per evitare i trasferimenti contestata dai legali degli imputati che al contrario ritengono indispensabile avere il contatto diretto con gli stessi.

Per seguire dalle forti osservazioni sul costo giudicato abnorme , ben 65 000 euro, per avere copia di 30 mila copie di brogliacci e 4 anni di file di intercettazioni.

Sono state comunque accettate le richieste di costituzione di parte civile da parte della regione Calabria e del comune di Scalea

Discussioni preliminari ma estremamente importanti

Diverse le eccezioni della difesa.

Ha cominciare dall’avvocato Nicola Guerrera secondo il quale le sentenze definitive possono essere acquisite solo come prova documentale, mentre le decisioni cautelari non possono essere utilizzate.

Poi la distanza tra le posizioni del PM Luberto il quale cerca di spingere sull'acceleratore del processo( si tratta, infatti,di un giudizio immediato) sostenendo il forte spirito di collaborazione: «La difesa è stata sempre messa nelle condizioni di conoscere la documentazione».

E quella dell’avvocato Adamo che chiedendo maggiore riflessione sostenendo che : «Ci sono esigenze di speditezza, ma anche di verità».

Si è discusso pertanto sulla necessità di capire la rilevanza delle prove.

Ricordiamo che il processo vede 29 imputati sui 41 in totale

Ben 400 i testimoni e sedici collaboratori di giustizia.

Durante l'udienza il giudice ha reso noto il calendario dei prossimi appuntamenti. Si tornerà in aula il prossimo 17 febbraio.

Pubblicato in Paola

L’operazione Plinius, lo ricordiamo, con i 38 arresti di cui gran parte dell’amministrazione comunale di Scalea arriva in discussione per la parte degli imputati che hanno chiesto il rito abbreviato con contestuale sconto di pena.

Nella udienza di oggi 17 gennaio il Pubblico ministero Vincenzo Luberto ha chiesto Tribunale di Catanzaro forti pene per gli otto imputati che hanno scelto il rito abbreviato.

Il PM Luberto nella sua appassionata requisitoria ha confermato la sua visione di un sistema politico, affaristico e mafioso.

Ma ecco le richieste:

13 anni per Piero Valente, 46 anni di Scalea;

10 anni per l’ex assessore al Commercio Franco Galiano, 44 anni;

9 anni per l’ex assessore alla Polizia municipale e poi al Commercio, Antonio Stummo, 31 anni;

9 anni per Francesco Saverio La Greca, 39 anni di Santa Domenica Talao;

7 anni di reclusione per Roberto Cesareo, 47 anni di Cetraro;

7 anni per Andrea Esposito, 39 anni di Cetraro;

7 anni per Franco Valente, 54 anni di Scalea;

7 anni per Antonio Pignataro, 51 anni, di Cetraro, conosciuto come Cicchitella.

Ieri hanno discusso anche le parti civili.

Il processo continuerà nella udienza del 27 gennaio.

Pubblicato in Alto Tirreno
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