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Domenica 4 febbraio i Carabinieri di Belvedere Marittimo arrestano un giovane belvederese per spaccio di sostanze stupefacenti

L’arresto era intervenuto dopo una complessa attività di indagini

 

A seguito della stessa indagine , nell’abitazione, venivano rinvenuti, circa 70 grammi di marijuana.

Durante la perquisizione a casa, è stata rinvenuto e sequestrato anche un bilancino di precisione.

Il giovane, su disposizione del pm di turno, dottoressa Fasano, era stato posto ai domiciliari.

Stamattina, l’udienza di convalida dell’arresto e il giudizio per direttissima dell’ arrestato.

Il giovane indagato era difeso dall’avvocato Francesco Liserre

Il difensore stamattina presso il Tribunale, a Paola, davanti al giudice monocratico Putaturo il PM ha chiesto l’applicazione  della misura cautelare domiciliare.

Il giudice, dopo una lunga camera di consiglio, pur convalidando l’arresto, ha accolto le argomentazioni difensive dell’avvocato Francesco Liserre, ed ha disposto sia l’immediata liberazione dell’indagato sia la misura meno afflittiva dell’ obbligo di firma.

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Pubblicato in Alto Tirreno

I Carabinieri di Paola acquisiscono documenti in nove comuni del tirreno cosentino.

 

Esiste sempre più la speranza che la procura di Paola si ponga all’avanguardia della azione penale nei confronti della Pubblica amministrazione.

Quella Pubblica amministrazione che si è supposta onnipotente, intangibile, o quantomeno al di sopra della legge, se non peggio.

 

Un fenomeno che poi si è riverberato a cascata sul popolo che man mano si è considerato figlio della stessa logica e si è convinto che tanto anche lui sarebbe stato non emendabile.

 

In questa nuova visione della legge non sorprende che stamattina i Carabinieri della Compagnia di Paola, su disposizione della Procura della Repubblica di Paola, si siano recati in diverse sedi comunali ricadenti nella territorio della Compagnia al fine di acquisire della documentazione finalizzata a verificare l’affidamento del servizio pubblicitario e la regolarità nella costruzione di maxi impianti pubblicitari che insistono nei territori dei comuni interessati.

 

Si tratta del prosieguo investigativo dell’attività condotta dai carabinieri di Guardia Piemontese della Compagnia di Paola e relativa al sequestro preventivo d’urgenza, operato lo scorso 18 marzo, di tutti gli impianti pubblicitari che insistono nei territori dei Comuni di Guardia Piemontese ed Acquappesa e più specificamente di 17 impianti pubblicitari di grosse dimensioni (6 metri per 3 metri).

 

A seguito di tale attività d’indagine il sostituto procuratore presso il Tribunale di Paola, Anna Chiara Fasano, iscrisse nel registro degli indagati 12 soggetti tra i quali anche amministratori comunali, tecnici e funzionari comunali.

Il PM contestò i reati di : turbata libertà del procedimento di scelta del contraente, depistaggio, concorso di abuso d’ufficio, rifiuto di atti d’ufficio, falsità ideologica commessa dal privato in atto pubblico.

Pubblicato in Paola

La sindaca di Amantea Monica Sabatino e suo padre Giuseppe sono stati interrogati dal sostituto procuratore della Repubblica Anna Chiara Fasano, titolare del fascicolo dell’inchiesta per un presunto voto di scambio

 

che li vede coinvolti nelle amministrative svoltesi nel 2014 .

Secondo l’accusa, il padre della sindaca avrebbe esercitato pressioni su alcuni agenti della polizia municipale in attesa di stabilizzazione, affinché recassero vantaggio alla lista "Rosa Arcobaleno" capeggiata dalla figlia Monica.

Al tempo il padre della sindaca l'epoca dei fatti l'uomo era a capo dell'ufficio di Ragioneria del Comune tirrenico nonché vice segretario posizioni dalle quali avrebbe potuto esercitare maggiore potere coercitivo.

Mentre la sindaca di Amantea, nonché dirigente del Partito democratico, è accusato di concorso nel reato.

Secondo l’accusa i due «con più azioni esecutive di un medesimo disegno criminoso ed in concorso con il padre prometteva in favore di numerosi elettori inquadrati come precari nel corpo di polizia municipale vantaggi consistenti nella stabilizzazione del contratto attraverso il superamento del concorso per l’assunzione di sette vigili urbani».

Una vicenda sulla quale la sindaca di Amantea e suo padre hanno cercato di chiarire la loro posizione davanti al magistrato titolare dell'inchiesta.

Ora la parola passa al magistrato.

Due le possibilità: la prima è la archiviazione, la seconda è il rinvio a giudizio.

Ora il legale delle denuncianti acquisirà gli atti e le medesime decideranno eventuali altri passi.

Comunque ancora non è noto nemmeno il reato ascritto.

Potrebbe anche essere “semplicemente” il reato di corruzione elettorale previsto dall’art. 86 d.P.R. 16 maggio 1960, n. 570 che dispone: "chiunque, per ottenere, a proprio od altrui vantaggio, la firma per una dichiarazione di presentazione di candidatura, il voto elettorale o l’astensione, dà, offre o promette qualunque utilità ad uno o più elettori, o, per accordo con essi, ad altre persone, è punito con la reclusione da 6 mesi a 3 anni e con la multa da lire 3.000 a lire 20.000, anche quando l’utilità promessa sia stata dissimulata sotto il titolo di rimborso spese o servizi elettorali. La stessa pena si applica all’elettore che, per dare o negare la firma o il voto, ha accettato offerte o promesse o ha ricevuto denaro o altra utilità."

La Suprema Corte ha risolto il quesito precisando che il delitto previsto dall’art. 86 d.P.R. 16 maggio 1960, n. 570 - integrante un’ipotesi di cosiddetta “corruzione elettorale” - non è un reato a concorso necessario e, quindi, per la sua configurabilità è sufficiente la sola promessa di utilità da parte del corruttore, la quale si atteggia come promessa del fatto del terzo e, conseguentemente, impegna solo chi la effettua.

 

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