BANNER-ALTO2
A+ A A-

Siamo in Grecia. Alle 13.55 un fortissimo terremoto di 6.3 gradi della scala Richter ha sconvolto l’isola di Cefalonia.

E peraltro dopo pochi minuti altre due scosse di 4,4 gradi e di 4,3 gradi viaggianti verso ovest, cioè in direzione della Calabria, la cui popolazioni li ha avvertiti.

Cefalonia è più grande delle isole ioniche dalla Grecia

Famosissima in Italia per essere stata teatro dell'eccidio della Divisione Acqui dell'Esercito italiano per mano dei soldati tedeschi tra il 15 e il 26 settembre 1943, cioè poco tempo dopo l'annuncio dell'armistizio fra l'Italia e gli Alleati, l'8 settembre.

Le scosse hanno interessato soprattutto la zona di Argostoli

L’epicentro,infatti, si trova a 7 chilometri a ovest di Argostoli e 2 chilometri a ovest di Lixouri.

Secondo quanto riferisce la stampa locale, al momento non ci sarebbero danni a cose o persone.

Il popolo di twitter, invece, parla di gravi danni alle cose, in particolare edifici e strade.

Ci sarebbe stata anche una completa interruzione della corrente elettrica su tutta l’isola, su cui vivono almeno 40mila persone.

In questo momento, oltretutto, ad Argostoli è in atto una forte ondata di maltempo.

La città di Argostoli fu rasa al suolo proprio da un terremoto nel 1953.

In realtà gran parte dell’isola subì enormi danni, tanto che ad oggi l’unico paese rimasto intatto e “sopravvissuto” a quella scossa è Fiskardo, che si trova nella parte nord ed è un noto centro turistico

Il primo ministro Antonis Samaras sarà nelle prossime ore sull’isola di Cefalonia insieme al ministro dell’Interno Yiannis Michelakis .

Vi terremo informati

Pubblicato in Mondo

La Calabria è, purtroppo, terra di terremoti. Ce ne sono stati tanti. Alcuni disastrosi. Ma tutta l’Italia è più o meno terra di terremoti. E quando capitano questi eventi ci sono alcuni calabresi che si prestano a portare soccorso.

È successo in occasione del terremoto dell’Aquila, quando un gruppo di amanteani sono partiti per aiutare i fratelli aquilani.

Poi il premio. Un attestato. Di quelli che si attaccano al muro, magari incorniciati . Ma il premio è stata la presenza e la possibilità di aiutare gli altri.

Scoprirete che è così leggendo questo breve racconto.

“L'esperienza è una di quelle che ti segna.

Dopo la forte scossa che sconvolse il territorio abruzzese, mi fu proposto di partecipare alla missione della Protezione Civile locale in terra Aquilana.

Partimmo senza esitazione.

Il gruppo era formato da me ( Naccarato Francesco: al centro nella foto) Cima Rocco, Di Puglia Ottaviano, Mannarino Eugenio, Bazzarelli Giacomo, De Santo Roberto, Del Rosario Antony.

L'unico gruppo calabrese ad operare di stanza nella sala operativa a Coppito.

Ognuno di noi partì con la consapevolezza che lì ci sarebbe stato tanto da fare.

Ognuno preoccupato di poter saper fare qualunque cosa.

Io….oltre a questa consapevolezza che comunque qualsiasi cosa ci sarebbe stato da fare avrei fatto, ho pensato di caricare nel mio Pick up i miei attrezzi del mestiere.

Ero certo che sarebbero serviti….e così è stato.

Non potete immaginare la ventata positiva di un servizio ormai scomparso in quelle zone. Una volta preso insediamento nella nostra tendopoli…mi collocai nello spogliatoio di quello stadio che la ospitava.

In una stanza misi su una sorta di salone ( sono un parrucchiere) e provai a far girare voce che da quel giorno in poi esisteva tale servizio interamente gratuito a favore degli sfortunati terremotati.

Non passarono nemmeno pochi minuti che la fila divenne interminabile e durò sino a sera. Feci centinaia e centinaia di tagli di capelli ed altrettanto barbe regalando anche solo per un attimo una ventata di sollievo.

Un giorno venne un bambino di circa 8 anni con un braccio ingessato. Gli feci un taglio molto bello, come voleva lui. Poco dopo venni a sapere che sua mamma era morta sotto le macerie e lui si era salvato per un pelo rimanendo con il braccio sotto una trave.

Non potete immaginare cari lettori, la soddisfazione che ebbi in quei giorni di lavoro.

Credo di non aver mai avuto tali sensazioni nei miei saloni.

Gli occhi di quella gente alla fine di ogni taglio…ripagavano più di qualsiasi denaro.

Gli abbracci impolverati divennero ogni volta motivo d'orgoglio….e la gente, ne ero certo, aveva gradito di vero cuore quella mia iniziativa più di ogni altra cosa.

Persino i pompieri facevano la fila per potersi fare una barba alla fine di una giornata di lavoro.

Il Prete di quel paese mi benedisse per la bella iniziativa.

Era l'unica tendopoli che aveva il servizio di parrucchiere. E mentre io continuavo a tagliare e sbarbare gli altri freneticamente si dimenavano chi a distribuire cibo e bevande, chi era alle prese con impianti elettrici, chi con impianti idraulici mentre altri operavano nella logistica del territorio.

Ancora oggi ricordo vivamente questa magica esperienza…dopo la quale non esiterei un istante a ripartire in caso di sfortunata ripetizione di evento.

Nei miei quasi 40 anni di carriera lavorativa, certamente fù il periodo nel quale il mio pur umile lavoro…mi diede un immensa gratitudine che ripeto, nessuna ricchezza potrà mai eguagliare.

Alla fine, e concludo, dopo anni, uscirono fuori gli scandali, gli sciacallaggi, le mazzette, le costruzioni fasulle….

Voglio dirvi la mia verità. La vera PROTEZIONE CIVILE….siamo stati noi….I volontari che non hanno mai percepito un centesimo e che sono ritornati ricchi di gioia.

Amantea 23 gennaio 2014 Francesco Naccarato

Nemmeno a farlo apposta, mentre la Calabria viene interessata da un intenso sciame sismico, il comune di Cleto aderendo alla iniziativa “ Io non rischio” sensibilizza i propri concittadini al terremoto.

Cleto sabato 28 e domenica 29 settembre sarà uno dei 200 comuni italiani nei quali si terranno punti informativi sulla prevenzione e sulla difesa dal rischio sismico

Una campagna, giunta alla terza edizione, che si svolge in 209 piazze di circa 200 comuni italiani su quasi tutto il territorio nazionale e interessa 77 province, per un totale di 18 Regioni e una Provincia autonoma coinvolte. Oltre 3.200 volontari di 14 associazioni nazionali di protezione civile saranno impegnati in piazza a sensibilizzare i propri concittadini sul rischio sismico. Nel 2011 la campagna è stata realizzata in via sperimentale in nove piazze di sei regioni italiane, mentre l’edizione 2012 ha coinvolto 102 piazze di quasi tutte le regioni della Penisola.

L’obiettivo della campagna è quello di promuovere una cultura della prevenzione, formare un volontario più consapevole e specializzato ed avviare un processo che porti il cittadino ad acquisire un ruolo attivo nella riduzione del rischio sismico. Nelle due giornate in piazza i volontari saranno impegnati a distribuire materiale informativo e a rispondere alle domande dei cittadini sulle possibili azioni da fare per ridurre il rischio sismico.

Ecco i comuni calabresi interessati

CALABRIA

Acri (CS) – L’iniziativa si svolge a piazza Sprovieri. Sono presenti in piazza i volontari di Anpas

Bisignano (CS) – L’iniziativa si svolge a Viale Roma. Sono presenti in piazza i volontari di Anpas

Cleto (CS) – L’iniziativa si svolge a piazza Aldo Moro. Sono presenti i volontari di Anai

Cortale - L’iniziativa si svolge in località Abbazia. Sono presenti in piazza i volontari di Prociv Arci.

Cosenza – L’iniziativa si svolge in piazza XI Settembre. Sono presenti in piazza i volontari di Anpas

Cutro – L’iniziativa si svolge nel piazzale della chiesa del Ss. Crocefisso. Sono presenti in piazza i volontari di Prociv- Arci

Girifalco (CZ) – L’iniziativa si svolge a Piazza Umberto I°. Sono presenti in piazza i volontari della Prociv-Arci

Lamezia Terme – L’iniziativa si svolge a Corso Giovanni Nicotera. Sono presenti in piazza i volontari di Fir-CB

Mammola (RC) – L’iniziativa si svolge a Via F. Ferrari. Sono presenti in piazza i volontari di Anpas

Marina di Gioiosa Ionica (RC) – L’iniziativa si svolge in piazza Zaleuco. Sono presenti in piazza i volontari di Anpas

Mendicino (CS) – L’iniziativa si svolge a Piazza Municipio. Sono presenti in piazza i volontari di Ucis

Mesoraca (KR) - L’iniziativa si svolge a Piazza de Grazia (via XX Settembre). Sono presenti in piazza i volontari di Prociv-Arci

Palmi (RC) – L’iniziativa si svolge in piazza 1° Maggio. Sono presenti in piazza i volontari di Prociv-Arci

Reggio Calabria – L’iniziativa si svolge a Piazza San Giorgio al Corso – Corso Garibaldi. Sono presenti in piazza i volontari di Unitalsi

Rizziconi (RC) – L’iniziativa si svolge a Piazza Umberto. Sono presenti in piazza i volontari di Anpas

San Giorgio Morgeto (RC) – L’iniziativa si svolge a Piazza Amendolea. Sono presenti in piazza i volontari di Anpas

San Giovanni in fiore (CS) – L’iniziativa si svolge a Via Roma. Sono presenti in piazza i volontari di Anpas

Scalea (CS) – L’iniziativa si svolge a Piazza Caloprese – Via Michele Bianchi. Sono presenti in piazza i volontari di Prociv -Italia

Amantea non ne ha bisogno. Tutto è pronto per il prossimo terremoto.

Pubblicato in Basso Tirreno

INGV Terremoto Oggi/ Una violenta scossa di terremoto è stata distintamente avvertita su diverse regioni del Centro-Italia in piena notte, portando tanta paura fra la popolazione. I sismografi della rete sismica dell’INGV hanno registrato il movimento tellurico alle ore 03.32 a largo delle marche, in provincia di Ancona, e dopo vari aggiornamenti hanno ufficializzato una magnitudo pari a 4.9 gradi della scala Richter, con ipocentro decisamente superficiale (solo 8 km di profondità). La scossa è stata avvertita su Marche, Romagna, Umbria, Lazio e Abruzzo. L’epicentro è stato localizzato precisamente a largo di Numana, alcuni chilometri a sud di Ancona, nel distretto sismico del Monte Conero che si affaccia sull’Adriatico. Tanta paura fra la popolazione, svegliata durante il sonno dal forte movimento tellurico. Si temono lievi danni.

Numerose le scosse avvenute nelle ore successive, tra qui un nuovo intenso terremoto alle ore 05.07 con magnitudo 4.0 e ipocentro a 10 km di profondità, stesso epicentro.

INGV Terremoto Oggi : Forte terremoto a largo di Ancona

Ecco i centri abitati presenti nel raggio di 20 km :

Comuni entro i 10Km

LORETO (AN)

NUMANA (AN)

SIROLO (AN)

PORTO RECANATI (MC)

Comuni tra 10 e 20km

ANCONA (AN)

CAMERANO (AN)

CASTELFIDARDO (AN)

OSIMO (AN)

MONTECOSARO (MC)

MONTELUPONE (MC)

POTENZA PICENA (MC)

 

Pubblicato in Italia

Amantea.Quando si cerca il valore del termine tempestività è raro trovarlo come avviene ad Amantea in questi giorni. Domani sabato 11 maggio alle ore 9.30 presso il palace Hotel Mediterraneo il Lions Club di Amantea ha organizzato un convegno dal tema “ L’Evento sismico: valutazione, pianificazione del rischio. Il Piano di emergenza Protezione Civile del Comune di Amantea”

E proprio ieri sera una bella scossa tellurica di 3,4 Ml ha svegliato e buttato fuori dal letto o dalle case tanti amanteani.

Insomma manco il tempo di dire “Cristo aiutami” e di capire che tipo di terremoto abbiamo avvertito che il prof Ignazio Guerra del dipartimento di Fisica dell’Unical ci spiegherà “quanto e perchè la Calabria sia sismica”. A lui chiederemo il perchè di questo anomalo terremoto che ha avuto epicentro a pochissimi km dalla costa.

E nemmeno il tempo di avere paura che l’architetto Salvatore Socievole coordinatore del Gruppo comunale di Protezione civile di Amantea e coredattore del piano di emergenza ci presenterà il “ Piano di emergenza Protezione civile del Comune di Amantea”, un piano del quale non si aveva corrente e diffusa conoscenza, un piano che nelle intenzioni deve dare risposta agli eventi che Amantea dovesse subire.

Anche a lui ( per conto della amministrazione distratta) chiederemo se il piano sia cognibile su cd o su opuscolo cognibilità che si impone perché se ne abbia piena e diretta conoscenza da parte della comunità.

Interverranno inoltre il dr Giuseppe Spina Ufficiale medico della CRI, l’ingegnere strutturista Laura Conte e il responsabile dell’Ufficio sismico settore protezione civile della regione Calabria ing Edoardo D’Andrea.

Nella foto San Bernardino subito dopo il terremoto del 1905

Pubblicato in Cronaca

Alle 4,15 di oggi 10 maggio una sola scossa ( al momento) di assestamento , nemmeno avvertita dalla popolazione atteso la sua magnitudo di soli( si fa per dire) 2 Ml.

La cosa strana da evidenziare ( ancora non abbiamo letto che sia stata percepita) è che la seconda scossa è stata più superficiale essendo avvenuta a soli 24,7 km di profondità rispetto ai circa 32 della scossa di ieri notte( circa 7,1 km più alta)

Sorprendente, invece, la sua localizzazione.

Anche il secondo sima è avvenuto ESATTAMENTE là dove è avvenuto il primo, e cioè ad una Lat=39.18 e Lon=16.05

Praticamente è come se fossero avvenuti due crolli sotterranei uno più emerso del precedente

Stante la breve distanza dalla costa ci sentiamo di escludere relazioni dirette con il Marsili

Seguiteci e vi informeremo continuamente.

Ecco i dati scientifici:

Ml:2.0 2013-05-10 04:15:23 UTC Lat=39.18 Lon=16.05 Prof=24.7Km

Ml:3.4 2013-05-09 20:41:22 UTC Lat=39.18 Lon=16.05 Prof=31.8Km

Pubblicato in Primo Piano

Sono le 10,22 di sera del 9 maggio 2013.

Una scossa di terremoto fa scattare in piedi chi si trovava seduto. Un terremoto durato tutto sommato poco ma che ha avuto la caratteristica del crescendo, così da allarmare al pensiero di quando si sarebbe fermato.

Alzarsi , percepire il crescendo , gridare e correre velocemente in mezzo alla strada è stato un tutt’uno.

E così in mezzo alle strade bambini ed anziani, per lo più vicini alle auto quasi che fossero le loro prossime nuove case

Passano alcune ragazze che fanno footing e che anche in piedi hanno sentito il terremoto nel centro storico di Catocastro : “ si sentivano le porte sbattere e le poche persone gridare”

Dalla villa escono 3 ragazze che stavano comodamente sedute sulla panche ; anche loro hanno sentito la scossa.

I loro cani invece sono calmi non abbaiano

Un terremoto di magnitudo 3,4 nel suo epicentro al largo della costa tirrenica cosentina

Un terremoto nato a 31,8 km di profondità.

Niente di effettivamente preoccupante.

Salvo forse il rapporto con il Marsili

Passa nemmeno mezz’ora e nelle strade non c’è più nessuno

Buonanotte

Primo aggiornamento:

L’Epicentro del terremoto è stato vicinissimo alla costa tirrenica cosentina

Esattamente nella zona di Tarife, praticamente tra Belmonte Calabro( a 4 km) e Longobardi( a 3 km).

A latere , a sud, Amantea( a 6 km) ed a nord , Fiumefreddo Bruzio ( 6 km)

Intorno Falconara Albanese ( 12 km) San Lucido (14 km), Paola 18(km), Lago (9 km), Monte Cocuzzo (4 km)

Pubblicato in Italia

Stanotte, alle ore 04,10, una scossa di magnitudo 3,2 alle ore 04,10, ha svegliato parte della popolazione del Pollino, tra le province di Potenza e Cosenza anche se non sembra aver provocato danni a strutture o ferimenti di persone.

Il sisma ha avuto ipocentro a 8,2 km di profondità ed epicentro in prossimità dei comuni potentini di Rotonda e Viggianello, e di quelli cosentini di Laino Borgo, Laino Castello e Mormanno.

Nel pomeriggio, invece,intorno alle ore 15,22 una scossa di magnitudo 3,0 ha impaurito gran parte della popolazione dei comuni di Sangineto, Belvedere Marittimo, Bonifati, Buonvicino, Sant’Agata, Sant agata Di Esaro, Diamante , Grisolia e Maierà , gran parte dei paesi dell’alto tirreno cosentino

Il sisma per fortuna è stato molto profondo, a circa34 km e per questo poco intenso al punto che non si segnalano danni a persone e cose

Ne ha dato notizia l’INGV.

Pubblicato in Alto Tirreno

Leggiamo su http://ulisse.sissa.it/ questo interessante articolo nel quale si parla della sentenza del Giudice che ha confermato le accuse agli scienziati ma nel mentre si tenta un disperata difesa degli stessi. Leggete e giudicate voi, ma noi vi ricordiamo la domanda clou: “a cosa serve la Commissione Grandi Rischi se i terremoti sono assolutamente imprevedibili?”

“Lascia allibiti il documento del giudice unico Marco Billi, che motiva la sentenza del 22 ottobre scorso, e che va ben al di là delle tesi contenute nella requisitoria dei pubblici ministeri. Nel documento (la versione integrale sul sito dell’INGV) si arriva ad affermare che (pagina 297)

La tesi secondo la quale l’attività di riduzione del rischio sismico consiste solo nel miglioramento delle norme sismiche, negli interventi di consolidamento strutturale preventivo e nella riduzione della vulnerabilità delle strutture esistenti (“l’unica difesa dai terremoti consiste nel rafforzare le costruzioni e migliorare le loro capacità di resistere al terremoto”), dunque, non costituisce solo oggetto di una eccezione difensiva ma rappresenta, secondo gli imputati, il prevalente, se non addirittura l’unico, strumento di mitigazione del rischio sismico.

Tale tesi difensiva appare assolutamente infondata. In tema di valutazione e di mitigazione del rischio sismico, l’affermazione secondo la quale “l’unica difesa dai terremoti consiste nel rafforzare le costruzioni e migliorare le loro capacità di resistere al terremoto” appare tanto ovvia quanto inutile.

Questo perché, continua il giudice:

I Comuni italiani, quasi tutti caratterizzati da estesi centri storici risalenti nei secoli, richiederebbero, per rafforzare le costruzioni esistenti e migliorare la loro capacità di resistere al terremoto, risorse finanziarie talmente ingenti da risultare concretamente indisponibili.

Insomma mancano i soldi… ma non basta. Si afferma anche che “la necessità di rafforzare le costruzioni e migliorare le loro capacità di resistere al terremoto” “ricorda più una clausola di stile che un intento concretamente attuabile”!

Ricordiamo che il processo a sette dei partecipanti alla riunione della Commissione Grandi Rischi del 31 marzo 2009 si è concluso in primo grado con la sentenza a 6 anni di reclusione per omicidio colposo per tutti e sette gli imputati. Per la storia del processo si veda l’articolo Processo L’Aquila: ecco la sentenza di primo grado, pubblicato su OggiScienza e i riferimenti in esso contenuti.

Affermare che sia inutile l’opera di prevenzione dei rischi sismici, attraverso la costruzione e l’adeguamento di edifici che rispettino le norme antisismiche, è semplicemente assurdo. La sentenza e le sue motivazioni spostano l’attenzione e il focus dal punto fondamentale che è proprio quello della prevenzione: si pretende risposte immediate e certe per risolvere in poche ore o pochi giorni una carenza che potrebbe essere risolta solo con anni di impegno. Serve una maggiore conoscenza della pericolosità del territorio, la consapevolezza della vulnerabilità e dell’esposizione al rischio e l’azione congiunta di scienziati, istituzioni, autorità nazionali e locali, operatori dei media e società civile. E naturalmente i necessari investimenti. Si tratta insomma di una scelta politica e sociale di medio e lungo termine, che in Italia non viene però affrontata e che questa sentenza ritiene non rilevante, mettendo così in pericolo milioni di persone. Sappiamo infatti che l’Italia è un paese molto sismico e la maggior parte della popolazione italiana vive in una zona a rischio sismico.

A pagina 72 del documento del giudice si scrive:

Nel capo di imputazione, infatti, il P.M. non contesta agli imputati la mancata previsione del terremoto, la mancata evacuazione della città di L’Aquila o la mancata promulgazione di uno stato di allarme, ma addebita agli imputati la violazione di specifici obblighi in tema di valutazione, previsione e prevenzione del rischio sismico disciplinati dalla vigente normativa.

Questo argomento viene ripreso anche altrove (per esempio a pagina 185). Tuttavia a pagina 198 leggo: “Dire che in una zona sismica non si possono escludere terremoti, significa operare una vuota tautologia, in quanto se una zona non fosse interessata da terremoti non sarebbe definita sismica”, indicando così che gli imputati avrebbero dovuto fare una valutazione della probabilità di un evento più forte: ma quanto più forte? quando? dove esattamente?

Più esplicitamente a pagina 246 il giudice scrive che “le conoscenze e i dati (gli indicatori di rischio che verranno di seguito esaminati) a disposizione degli imputati a L’Aquila il 31.3.09 permettevano certamente di poter formulare una fondata valutazione di prevedibilità del rischio”, mentre a pagina 248 “la previsione del rischio è invece la formulazione di un giudizio, di una valutazione prognostica, circa la realizzazione in concreto di una situazione potenziale e circa quelle che potranno essere le possibili conseguenze dannose derivanti da un accadimento non prevedibile quale il terremoto.” Di fatto quindi si addebita agli imputati la colpa di non aver previsto un evento imprevedibile, perché la previsione del rischio del terremoto è inscindibile con quella del terremoto stesso, che come è noto, e dato per scontato anche dal Pubblico Ministero, è imprevedibile… (pagina 256).

A pagina 264 “Gli imputati, alla data del 31.3.09, conoscevano ed avevano a disposizione una serie di indicatori per formulare un adeguato giudizio di prevedibilità del rischio a fini di prevenzione.”

Supponiamo che fosse possibile (cosa che non è e forse non sarà mai) prevedere i terremoti con esattezza a distanza di pochi giorni o ore dal loro verificarsi, individuando ora, luogo e intensità precise. Saremmo probabilmente in grado di salvare molte vite umane (purché capaci di implementare piani di evacuazione efficaci!), e questo sarebbe un risultato indiscutibilmente inestimabile. Tuttavia il terremoto farebbe comunque il suo corso distruggendo case, fabbriche, scuole, monumenti… così come è stato all’Aquila. Ricordiamo che, oltre alle 309 vittime, 65.000 persone sono state costrette a lasciare le loro case. Ricordiamo che ancora oggi la città è devastata: non solo il centro storico non è stato ricostruito ma nemmeno il tessuto sociale ed economico.

Nessuna fantascientifica capacità di previsione potrebbe mai evitare questa distruzione. Il terremoto è un evento incontrollabile.

Che cosa facciamo allora? Aspettiamo e incolpiamo coloro che da anni stanno facendo il proprio lavoro, seriamente e apertamente, per migliorare la conoscenza e le capacità di protezione dai terremoti? Celebriamo un processo dopo l’altro, e nelle aule dei tribunali speriamo di rendere giustizia a chi ha perso famigliari e amici o la propria casa? E nel frattempo lasciamo che la violenza del terremoto (inevitabile in un paese come l’Italia) faccia il suo corso e lasci interi paesi senza passato, presente e futuro?

Le persone continueranno a morire, e città e territori a essere distrutti. Questa notte stessa, in uno qualunque dei comuni italiani, potrebbe avvenire un terremoto devastante, senza nessun preavviso immediato.

Morte e distruzione si possono evitare, e si sarebbero potuti evitare anche all’Aquila. Gli strumenti e le conoscenze sufficienti sono a disposizione da molto tempo.

Innanzitutto esiste la mappa di pericolosità sismica che è stata elaborata dai simologi italiani e messa a disposizione di tutti. Dal 2006 — tre anni anni prima del terremoto dell’Aquila — la mappa è una legge dello Stato e rappresenta uno strumento importantissimo per proteggersi dai terremoti. Questa carta, già nota a tutti gli esperti, è stata mostrata e discussa anche nella riunione della Commissione Grandi Rischi: nella mappa, L’Aquila è segnata come zona ove la pericolosità sismica è massima, indipendentemente dal fatto che ci siano o meno delle sequenze sismiche in atto.

Dalla bozza di verbale della riunione della Commissione Grandi Rischi del 31 marzo 2009, e riportato a pagina 87 del documento del giudice, Boschi (allora presidente dell’INGV) dichiara che “Gli eventi ricadono nella zona sismica appenninica, indicata da queste due strisce rosse, che è una delle più sismiche d’Italia…” e ancora “In realtà ci preoccupa perché ci sono stati terremoti fortissimi…” Giulio Selvaggi (allora direttore del Centro Nazionale Terremoti dell’INGV) dice anche che: “Quindi non è lo sciame o la sequenza che ci deve allarmare, ma dobbiamo preoccuparci se viviamo in zone sicure o no, sia per le abitazioni, che per gli edifci, come le scuole”, mentre ”Sotto il monte Urano la faglia non dorme. La frattura della crosta terrestre che si credeva silente è attiva: una situazione che può creare terremoti … Faglia che, per la sua lunghezza – precisa telefonicamente Fabrizio Galadini (sismologo dell’INGV)– potrebbe essere potenzialmente responsabile di terremoti di magnitudo tra 6,5 e 7 della Scala Richter.” Tutto ciò non viene considerato rilevante, ma lo sono invece solo le dichiarazioni che sono state interpretate come rassicuranti (spesso in modo forzoso dai media), prima fra tutte la famosa intervista a De Bernardinis (pagina 225 e seguenti), che però è avvenuta prima della riunione.

Insieme alla mappa, come già detto, si deve attuare il rinnovamento del patrimonio edilizio italiano che oggi non è in grado di sopportare scosse che in altri paesi non farebbero cadere neanche un cornicione. È importante sottolineare che non sono i terremoti a uccidere ma gli esseri umani che con negligenze, trascuratezze e interessi illeciti impediscono e ostacolano l’opera di prevenzione: esiste una relazione (dimostrata) tra indice di corruzione e morti nei terremoti (cfr Forti terremoti a confronto).

Nel documento del giudice, a proposito del patrimonio edilizio aquilano, a pagina 727 si elencano le carenze strutturali degli edifici in cui sono morte le persone a cui si riferisce questo processo: tutte presentano una vulnerabilità sismica alta o medio-alta per errori di progetto, ristrutturazioni sbagliate, carenze costruttive, assenza di interventi di riqualificazione, vetustà… ma a pagina 714: “In altri termini, i profili che nel caso di specie si qualificano come “fatto illecito altrui” rientrano certamente nella sfera di prevedibilità degli imputati così da non costituire, nella sequenza concausale, fatto eccezionale.”

Il giudice fa poi riferimento alla cronica mancanza di fondi delle amministrazioni pubbliche! È verissimo che l’adeguamento del patrimonio edilizio (anche storico) implica degli investimenti. Tuttavia è stato dimostrato che interventi di ripristino del costruito non a norma possono essere realizzati a basso costo, e salvare vite umane. Esistono importanti organizzazioni internazionali che svolgono questo lavoro (vedi Geohazard International). Inoltre ci si deve anche chiedere quanto ci costa la devastazione dopo ogni terremoto. Sicuramente molto di più di quanto ci costerebbe una pianificazione sensata, che oltre a evitare tante morti inutili proteggerebbe il tessuto economico e sociale delle zone colpite.

Il processo dell’Aquila ha altri aspetti che andrebbero approfonditi. Perché tra i sette imputati non si è fatta nessuna distinzione di ruoli? Gli imputati, lo ricordiamo, sono Franco Barberi, presidente vicario della Commissione Grandi rischi, Bernardo De Bernardinis, vicecapo del settore tecnico del Dipartimento di Protezione civile, Enzo Boschi, allora presidente dell’INGV, Gian Michele Calvi, direttore di Eucentre e responsabile del progetto CASE, Claudio Eva, ordinario di fisica all’Università di Genova (tutti componenti della Commissione Grandi Rischi) e inoltre Mauro Dolce, direttore dell’ufficio rischio sismico del Dipartimento della Protezione civile e Giulio Selvaggi, allora direttore del Centro nazionale terremoti dell’INGV.

Perché tra i presenti alla riunione, i responsabili delle autorità locali, in particolare il sindaco dell’Aquila Massimo Cialente e l’assessore alla Protezione Civile della Regione Abruzzo Daniela Stasi, il dirigente responsabile della Protezione Civile della Regione Abruzzo Altero Leone, non sono tra gli imputati? Proprio loro a cui la legge affida il compito della salute e della salvaguardia dei cittadini?

Perché il pubblico ministero, e il giudice che appoggia la sua tesi, pur addentrandosi in complesse questioni scientifiche citando ricerche molto specialistiche, non ha ritenuto di dover avvalersi di un consulente sismologo che potesse consigliarlo in questa disciplina, in cui un giurista non ha competenze, ma si permette poi di motivare la sua richiesta proprio sulla base di elementi scientifici?

Sono tutti elementi che fanno di questo processo una pessima pagina della storia di questo paese e che invece avrebbe potuto segnare un punto di svolta verso un modo più moderno e civile di affrontare le emergenze. Non credo che il progresso per la mitigazione dei rischi naturali passi attraverso l’aula di un tribunale. La protezione dai terremoti dovrebbe essere una priorità nazionale, migliorando al contempo la catena di responsabilità tra chi, scienziati, protezione civile, amministrazione centrale e locale, si deve occupare per legge di affrontare queste emergenze. Purtroppo dal 2009 a oggi pochissimo è stato fatto anche su questo fronte.

 

A questo proposito i sismologi dell’INGV (Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia), riportano l’attenzione sulla mappa di pericolosità. Secondo Lucia Margheriti e Pio Lucente: “Sapere, attraverso la Mappa di Pericolosità, che un forte terremoto potrà colpire una determinata regione entro un intervallo di tempo più o meno lungo non è cosa da poco conto. Non è una notizia particolarmente “sexy”, di quelle che attirano l’attenzione del pubblico e guadagnano i titoli a tutta pagina sui giornali. Ma è quello che serve agli amministratori per formulare le leggi e delle norme di costruzione adeguate. Questo la sismologia oggi lo può fare, e lo fa.

Nel tempo in cui viviamo gli investimenti cospicui di denaro pretendono ricavi altrettanto cospicui, certi, e soprattutto a breve termine. Quello che bisogna cominciare a chiedersi, come società e come cittadini, è se siamo finalmente pronti a investire in qualcosa che potrebbe restituire i suoi preziosi frutti solo dopo molto tempo, al di là del termine della nostra vita di singoli individui!

Siamo convinti che la tragedia dell’Aquila, con tutte le sue contraddizioni, abbia dolorosamente contribuito a far crescere la comunità scientifica sismologica italiana. Vorremmo, come ricercatori sismologi, parte di questa comunità, continuare a crescere insieme alla società che ci è intorno e di cui noi siamo parte. La condanna del Tribunale e le motivazioni presentate a nostro giudizio non vanno in questa direzione.”

Pubblicato in Italia
Pagina 5 di 5
BANNER-ALTO2
© 2010 - 2021 TirrenoNews.Info | Liberatoria: Questo sito è un servizio gratuito che fornisce ai navigatori della rete informazioni di carattere generale. Conseguentemente non può rappresentare una testata giornalistica in quanto viene aggiornato senza alcuna periodicità predefinita. Non può, pertanto, essere considerato un prodotto editoriale ai sensi della legge 62 del 7 marzo 2001. L'Autore del sito non è responsabile dei commenti inseriti nei post o dell’utilizzo illegale da parte degli utenti delle informazioni contenute e del software scaricato ne potrà assumere responsabilità alcuna in relazione ad eventuali danni a persone e/o attrezzature informatiche a seguito degli accessi e/o prelevamenti di pagine presenti nel sito. Eventuali commenti lesivi dell’immagine o dell’onorabilità di persone terze non sono da attribuirsi all’autore del sito, nemmeno se il commento viene espresso in forma anonima o criptata. Nei limiti del possibile, si cercherà, comunque, di sottoporli a moderazione. Gli articoli sono pubblicati sotto “Licenza Creative Commons”: dunque, è possibile riprodurli, distribuirli, rappresentarli o recitarli in pubblico ma a condizione che non venga alterato in alcun modo il loro contenuto, che venga sempre citata la fonte (ossia l’Autore). Alcune immagini pubblicate (foto, video) potrebbero essere tratte da Internet e da Tv pubbliche: qualora il loro uso violasse diritti d'autore, lo si comunichi all'autore del sito che provvederà prontamente alla loro pronta. Qualunque elemento testuale, video, immagini ed altro ritenuto offensivo o coperto da diritti d'autore e copyright possono essere sollecitati inviando una e-mail all'indirizzo staff@trn-news.it. Entro 48 ore dalla ricezione della notifica, come prescritto dalla legge, lo staff di questo Blog provvederà a rimuovere il materiale in questione o rettificarne i contenuti ove esplicitamente espresso, il tutto in maniera assolutamente gratuita.

Continuando ad utilizzare questo sito l'utente acconsente all'utilizzo dei cookie sul browser come descritto nella nostra cookie policy, a meno che non siano stati disattivati. È possibile modificare le impostazioni dei cookie nelle impostazioni del browser, ma parti del sito potrebbero non funzionare correttamente. Informazioni sulla Privacy