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La V commissione del Consiglio Superiore della Magistratura ha nominato, Bruno Giordano, alla guida della Procura della Repubblica di Vibo Valentia.

Le richieste presentate per altre Procure sono cadute nel vuoto.

Il successore di Mario Spagnolo deve ora attendere il via libera definitivo del Plenum del Csm.

Giordano che attualmente guida la procura di Paola è stato procuratore aggiunto di Palmi e pubblico ministero alla Dda di Reggio Calabria, prima di passare alla Procura di Paola.

Dagli anni duri della seconda guerra di mafia a Reggio, quindi, alle inchieste più scottanti sull'ambiente lungo il Tirreno Giordano.

Giordano ha 37 anni in Magistratura

A Paola è giunto nel 2008 e quindi c’è stato ben 8 anni.

In questi 8 anni nel suo carniere le grandi inchieste ambientali della ex Marlane di Praia a Mare, della valle del fiume Oliva, della maladepurazione e delle navi dei veleni.

Dichiara Giordano che avendo avuto le mani libere da inchieste di mafia di competenza della Dda di Catanzaro ha potuto concentrare il massimo sforzo sui reati ambientali.

In relazione alla Valle dell’ Oliva dichiara che si è potuto avvalere dell’opera dell'Ispra scoprendo che “che in quell'area erano stati interrati oltre 140mila metri cubi di rifiuti contaminati. È un dato oggettivo sul quale pende un processo presso la corte d'Assise di Cosenza».

Pubblicato in Paola

Nel pomeriggio di ieri, 28 ottobre, i Carabinieri della stazione di Paola hanno arrestato un 39enne di Scalea, celibe, disoccupato, sottoposto alla sorveglianza speciale di pubblica sicurezza, per rapina ai danni di un esercizio commerciale.

 

Erano da poco trascorse le due di pomeriggio quando entra in un esercizio commerciale in pieno centro a Paola.

Sin da subito, si è dimostrato poco interessato agli acquisti.

 

Il 39enne, infatti, si è diretto verso del commesso, nonché titolare del negozio, lo ha dapprima minacciato per farsi consegnare il denaro, successivamente lo ha più volte colpito a pugni in faccia e, poi, ha rapinato la somma di 200 euro in contanti, contenuta in una borsa accanto al registratore di cassa.

 

L’uomo, recuperata una stampella che aveva lasciato fuori al negozio, si è allontanato di lena per le vie del centro.

Il titolare del negozio, subita la rapina, ha chiamato i Carabinieri della Compagnia di Paola per denunciare l’episodio; sul posto è giunta immediatamente una pattuglia della Stazione Carabinieri di Paola che ha raccolto le prime informazioni sul rapinatore e diramato un identikit.

L'immediata nota di ricerca del rapinatore è giunta anche ai Carabinieri che effettuano servizio di assistenza alle aule giudiziarie presso il Tribunale di Paola.

 

I militari nel Tribunale hanno riconosciuto tra le persone presenti nel palazzo di Giustizia il presunto autore della rapina: vi era esatta infatti corrispondenza fisica, nei vestiti, nonché il particolare della stampella.

Il 39enne in questione era in Tribunale con il suo avvocato in attesa che venisse celebrato il processo penale che lo vedeva come imputato.

L’uomo è stato pertanto arrestato dai carabinieri della locale stazione e condotto nella caserma di Paola per i necessari approfondimenti della vicenda.

Successivamente è stato tradotto nel carcere di Paola in attesa di giudizio.

Dovrà rispondere di rapina ai danni di esercizio commerciale.

Pubblicato in Alto Tirreno

Si è svolta, oggi 23 febbraio, presso il Tribunale di Paola, la prima udienza del processo che vede contrapposti il dottor Giuseppe Sabatino ex ragioniere ed ex vicesegretario del Comune di Amantea, ed oggi padre del sindaco Monica Sabatino, e la dottoressa Francesca Menichino consigliera comunale di opposizione del M5s.

 

Si tratta di un procedimento civile con il quale l'ex ragioniere del comune di Amantea e padre del sindaco chiede alla consigliera comunale M5s Francesca Menichino un risarcimento di 75.000 euro.

 

“I fatti si riferiscono a quanto accaduto il 7 agosto del 2014, quando alla Menichino recatasi in Comune per ritirare gli atti del Consiglio Comunale previsto per l’indomani venne opposto un violento rifiuto da parte del Sabatino, vero padrone dell’ Ente”

 

Questo afferma il senatore M5s Luigi Gaetti, vicepresidente dell’ Antimafia, e firmatario con il senatore Morra di un’interrogazione parlamentare tesa a far luce sulla quotidiana presenza del ragioniere Sabatino negli uffici comunali dopo la pensione, prima per formare la segretaria ed ora in modo palesemente illegittimo come volontario civico, mentre a giugno 2015 sono stati tutti bocciati i candidati al concorso per la ragioneria dell’Ente.

 

Occorre anche informare che tramite una pec del suo legale il Sabatino aveva fatto sapere alla Menichino che avrebbe rinunciato ai soldi purchè lei avesse dichiarato, insieme a tutti i parlamentari M5s, di avere dichiarato il falso, porgendo relative scuse e purchè non facesse più riferimento diretto o indiretto “al suo lavoro gratuito” al Comune di Amantea.

“ Un’ulteriore violenza” -afferma Dalila Nesci- che sul tentato bavaglio alla Menichino fece un duro intervento in Aula il 13 ottobre scorso”.

“Ho rifiutato qualsiasi condizione propostami e sono pronta ad affrontare questa vicenda processuale, nella quale non potrò fare altro che ribadire la verità dei fatti accaduti il 7 agosto del 2014, sui quali il primo cittadino avrebbe dovuto separare la condizione di figlia da quella di sindaco, e con un atto di consapevolezza ammettere la verità che ben conosce e garantire trasparenza alle opposizioni e ai cittadini amanteani”- afferma la consigliera Menichino e conclude “ continuerò fino in fondo il mio dovere di opposizione politica, lontana da qualsiasi condizionamento personale, perché occorre invertire la concezione personalistica della politica amanteana, e perché qui non si tratta della contesa tra due persone ma di una reazione quasi inevitabile del sistema di potere familistico e clientelare presente ad Amantea ed in Calabria alla severa, coerente e prima d’ora ignota opposizione del M5s.”

 

Due posizioni inconciliabili, dunque.

Un processo nel quale si confronteranno due persone, due posizioni, due verità.

Per accertare quella giudiziaria saranno ascoltati vari testimoni.

Stamani dopo le solite scaramucce verbali il giudice ha rinviato il processo a gennaio 2017.

Pubblicato in Primo Piano

Il Tribunale di Paola, in composizione monocratica, in persona del giudice Antonietta Dodaro ,nella udienza del 20 novembre 2015 ha dichiarato di non doversi procedere nei confronti dell’amanteano G.L.M. per l’esistenza di un precedente giudicato.

 

Una vicenda che ha del kafkiano!

 

In sostanza il giudice ha rilevato che l’esercizio della azione penale nei confronti di G.L.M si era già esaurita con l’archiviazione per infondatezza della notizia di reato e che, pertanto, non si può legittimamente insistere nel perseguire penalmente G.L.M. la cui posizione è stata già oggetto di valutazione da parte del medesimo ufficio di procura in sede di richiesta di archiviazione da parte del GIP che ne ha disposto l’archiviazione.

 

Incomprensibile il “ cortocircuito “ che ha determinato la medesima procura della repubblica a procedere nell’ambito del medesimo procedimento n 2243/08 RGNR con due modalità opposte nei confronti dell’indagato, in un caso chiedendone il rinvio a giudizio e nell’altro chiedendone l’ archiviazione.

 

Per fortuna del G.L.M. i suoi avvocati Borsani e Venier hanno prodotto all’attenzione del giudice documenti che hanno accertato inconfutabilmente che la posizione dell’imputato era stata oggetto di archiviazione disposta dal GIP in data 6.10.2014 all’esito di pedissequa richiesta del Pubblico Ministero.

Si conclude così nel modo migliore per G.L.M una vicenda che è durata sette anni e che oggi ha trovato corretta formulazione ed espressione nella attuale pronuncia della giustizia paolana.

Pubblicato in Cronaca

Non è facile fare il sindaco di Amantea. Affatto facile! Diverse le ragioni!

Forse perchè Amantea è una città difficile.

Forse perchè gli amanteani hanno pretese quasi impossibili.

Forse perchè il "comune" vive al di sopra delle proprie possibilità.

Forse perchè il "comune" si porta al seguito problemi atavici, per risolvere i quali occorre tanta  risolutezza e tanto coraggio.

Uno dei problemi non affrontati è quello del concorso dei vigili. Bandito ma non svolto.

Un concorso "difficile", come la città. Tanto difficile che si è cercato di "scaricare" le responsabilità degli amministratori tentando di passare la patata bollente alla Questura( che guarda caso stava investigando proprio sui vigili),  alla Prefettura ed al Tribunale.

Una commissione unica in Italia , per quanto è dato sapere . Una commissione impossibile .

Ed infatti stando a quanto è dato sapere nessuno dei tre uffici avrebbe dato risposta.

E come avrebbero potuto, atteso che questi uffici sarebbero potuti essere chiamati a giudicare il concorso ? Una via di fuga impossibile, allora.

Incomprensibili comunque le ragioni, come incomprensibile il fatto che "solo" per questo concorso non si sia ricorso e non si ricorra alla solita "triade" del segretario generale, del comandante dei vigili e del responsabile dell'ufficio personale.

Sono loro che porrebbero ostacoli o gli amministratori che non si fidano?

Difficile avere risposta.

Comunque sia, stando a voci ben informate , il Sindaco sembra abbia tentato di smuovere le acque incontrando il Prefetto.

Impossibile, però, che il Prefetto possa soddisfare i "desiderata" della politica.

ora il problema è tutto dell'amministrazione. ancora più da quando è intervenuta la pronuncia del TAR e forse ancora più ora che il governo ha emanato gli indirizzi per i concorsi nella sanità.

Perchè nella sanità si possono fare i concorsi di stabilizzazione e nelle amministrazioni locali no?

Ingiustificabile la differenza ed ingiustificabile anche il ritardo.

Pubblicato in Primo Piano

Ecco le dichiarazioni del Sindaco Sabatino e del M5S

1) AMANTEA (Cs) – Il sindaco di Amantea Monica Sabatino resta ben saldo al proprio posto.

Il Tribunale ordinario di Paola, nella persona del giudice relatore Sara Trabalza, ha rigettato la domanda presentata dal consigliere di minoranza Francesca Menichino e da altri attivisti del Movimento 5 stelle in merito alla presunta ineleggibilità del primo cittadino derivante dalla violazione del disposto normativo dell’articolo 61, comma 1 numero 2 Decreto Legislativo 267/2000 (T.U.E.L.), con riferimento al rapporto di parentela tra lo stesso sindaco ed il responsabile del settore economico e finanziario, nonché vice segretario generale dell’ente, Giuseppe Sabatino.

Secondo i pentastellati le funzioni svolte dal padre del primo cittadino erano in tutto e per tutto assimilabili a quelle del segretario comunale e ciò ha condizionato la libera espressione del voto. Tale scenario è stato smentito dalle decisioni dei magistrati.

All’indomani delle elezioni e della vittoria della lista Rosa Arcobaleno la questione della presunta ineleggibilità divenne punto focale dell’agenda politica con confronti anche accesi in seno al civico consesso.

Fu proprio la Menichino ad interessare della vicenda la Prefettura di Cosenza e a richiedere il parere del Tribunale.

Il sindaco Monica Sabatino è stato difeso dagli avvocati Luigi Manzi ed Andrea Reggio D’Aci del Foro di Roma e Teresa Pirillo di quello di Paola.

«Con questa sentenza – spiega il primo cittadino – viene apposta la parola fine all’ennesimo tentativo perpetrato dal Movimento 5 stelle per delegittimare l’esecutivo in carica.

Ancora una volta è stata dimostrata l’inutilità della cultura dell’odio, che sembra essere invece l’unica via percorsa da coloro che alimentano la contrapposizione e non il dialogo.

Continueremo a lavorare oggi più di ieri per dare risposte alla comunità, adoperandoci come farebbero dei genitori con i propri figli.

I soli vantaggi che ho ottenuto dalla presenza di mio padre tra i dipendenti comunali riguardano l’abnegazione al lavoro e la sua vicinanza dal punto di vista affettivo.

Conosco bene la sua l’onestà: valore che ha mantenuto ben fermo in circa quarant’anni di attività professionale.

E di questo mi reputo estremamente fortunata.

Tengo a precisare, inoltre, che l’ente municipale non si accollerà le mie spese legali, come erroneamente indicato dagli stessi cinquestelle che anche in questo caso hanno provato a mistificare la realtà.

Andiamo avanti come se niente fosse, senza se e senza ma, con la schiena dritta e lo sguardo attento.

Una missione ci attende: rendere Amantea migliore di quella che è attualmente. Inseguiremo questo sogno ad ogni costo, nella consapevolezza che qualcuno preferirebbe lasciare le cose così come stanno».

2) Oggi ci è stato riferito la decisione della sentenza del tribunale di Paola in merito al nostro ricorso sull'ineleggibilità del sindaco Monica Sabatino inerente al fatto che, lo ricordiamo, il padre Giuseppe ha svolto le funzioni di segretario comunale anche essendo vice: la legge sancisce che non possa essere eleggibile il figlio del segretario comunale e i fatti sono noti a tutti, il dr. Giuseppe Sabatino, padre del Sindaco, ininterrottamente dal 1992 ad oggi svolge funzioni di vice segretario Generale dell'Ente per come si evince dalla documentazione allegata al ricorso. 

Il nostro ricorso è stato rigettato.

Per qualcuno sarà stato un cavillo giudiziario, un ingiustificato accanimento verso l'amministrazione comunale di Amantea, per noi non era e non è così. 

Abbiamo deciso di procedere a formalizzare quello che per noi era un atto dovuto, una richiesta di legalità che veniva da oltre 1300 cittadini che hanno chiesto di voltare pagina, di tornare a vedere nelle istituzioni e nel Sindaco in particolare una figura autorevole, rispettabile e che rispecchiasse la città nelle sue sfumature e nelle sue coscienze non le famiglie ed i loro voti.

Quella di oggi per noi non è una sconfitta, crediamo nella legalità ed abbiamo esercitato il nostro diritto-dovere di perseguirla ma rispettiamo la sentenza, come è naturale che sia, riservandoci e valutando se ricorrere in appello o meno.

Quello che vogliamo sottolineare è che il nostro lavoro in comune è solamente iniziato, continueremo a vigilare, a denunciare e a proporre iniziative e provvedimenti per il bene di questa città con al fianco le tantissime persone oneste e per bene che abbiamo avuto modo di incontrare e che incontreremo in questo cammino per andare, tutti insieme, a riveder le stelle.


Pubblicato in Politica

Riceviamo e pubblichiamo il seguente comunicato stampa sull'udienza di oggi 1 ottobre 2014 sulla ineleggibilità del sindaco Sabatino presentata dal M5S

“Oggi 01/10/2014 alle ore 10,30, presso il tribunale di Paola, si è tenuta l' udienza inerente la ineleggibilità del Sindaco di Amantea Monica Sabatino.

Il ricorso è stato presentato al Tribunale di Paola dal consigliere di minoranza del M5S Francesca Menichino e sottoscritto da alcuni attivisti dello stesso MoVimento che ritengono fondato il rilievo dell' ineleggibilità dal momento in cui il padre del Sindaco, il dr. Giuseppe Sabatino, svolge di fatto funzioni di Segretario Generale dell'Ente oltre al ruolo di responsabile finanziario dello stesso Comune.

Siamo consapevoli che non esiste un precedente giurisprudenziale in materia e, dunque, questo processo comunque si concluda, farà storia divenendo un caso di scuola a livello nazionale.

Ad Amantea poi, a nostra memoria non vi è mai stato un ricorso al Tribunale per far valere l'ineleggibilità di un sindaco e così in tutta la provincia di Cosenza negli ultimi vent'anni, in base alle notizie attinte in prefettura.

L'istanza che portiamo avanti come M5S, ben lungi dal giustizionalismo, è solo quella di rendere effettivo il rispetto della legge, e dare tutela concreta alla ratio sottesa alle norme, che in questo caso riguarda la libertà stessa del voto e la genuinità e parità della competizione elettorale, che non possono soggiacere a influenze esterne di sorta.

Se il sindaco Sabatino non ha in alcun modo utilizzato la posizione del padre nell' ente per "agevolare" il proprio percorso elettorale ovviamente non avrà nulla da temere, ma adesso lo dovrà dimostrare nell'ambito di un procedimento giudiziario.

Lo vuole la legge, è dovuto ai cittadini.

Pubblicato in Politica

Con una lettera anonima si denuncia un caso di "mala giustizia" al tribunale di Paola

"Sono in corso indagini da parte della Polizia di Stato in merito a un episodio verificatosi stamane al Tribunale di Paola dove qualcuno ha affisso un foglio anonimo, in formato A3, con cui si denunciavano presunte inadempienze da parte della magistratura in ordine ad una causa testamentaria.

Il foglio faceva riferimento ad un procedimento realmente in corso davanti al Tribunale della cittadina tirrenica del Cosentino e lamentava la mancata effettuazione di alcuni accertamenti nell'ambito del procedimento.

Sul posto anche i Carabinieri della locale compagnia, diretti dal ten. Zupi.

Il foglio e' stato sequestrato e gli agenti del commissariato stanno eseguendo accertamenti. (Agi)

Pubblicato in Paola

Riceviamo e pubblichiamo:

Altri quattro operai della Marlane sono deceduti per malattie tumorali in questi ultimi mesi .Morti già dimenticate che non hanno nessun titolo nelle cronache quotidiane. Il peso di queste morti sta solo nelle loro famiglie e negli operai sopravvissuti che accorrono ai loro funerali. Tutto questo mentre il processo dorme e non ha la spinta che dovrebbe avere per giungere all’atto finale, mentre si punta alla prescrizione o all’elargizione di qualche elemosina per far chiudere il processo ed evitare così una sentenza che potrebbe essere di condanna per tutti gli imputati.

Come abbiamo sempre fatto richiamiamo l’attenzione dei media e di tutti coloro che sono sensibili alle tematiche del lavoro a presidiare il Tribunale

VENERDI’27 SETTEMBRE DALLE ORE 8,30 SIT- IN DAVANTI IL TRIBUNALE DI PAOLA

PER CHIEDERE:

-UN’ACCELLERAZIONE NELLE UDIENZE PROCESSUALI DANDO LA MASSIMA PRIORITA’ A QUESTO PROCESSO PER LA VALENZA SOCIALE CHE QUESTO CONTIENE

-UN’ACCELLERAZIONE NELLE BONIFICHE DEI SITI INQUINATI. RICORDIAMO CHE LA REGIONE CALABRIA HA FINALMENTE INSERITO, DOPO LE NOSTRE CONTINUE AZIONI, IL SITO DELLA MARLANE FRA I SITI PERICOLOSI DA BONIFICARE.

PER TUTTO QUESTO A GRAN VOCE URLIAMO: FATE PRESTO !!!!

SI.COBAS PROVINCIALE E NAZIONALE,

MOVIMENTO AMBIENTALISTA DEL TIRRENO,

COMITATO PER LE BONIFICHE DEI TERRENI,FIUMI E MARI DELLA CALABRIA ,

OSSERVATORIO NAZIONALE AMIANTO

 

 

Pubblicato in Alto Tirreno

Era il 2005, 7 anni fa. A. S. un Amanteano di 39 anni, al tempo dei fatti, a febbraio del 2005, secondo il PM avrebbe volontariamente e nell'oscurità, investito un’altra persona, la vittima, dopo averla raggiunta a velocità sostenuta a bordo della sua automobile a fari spenti.

Una volta a terra l’aggressore avrebbe continuato ad infierire con calci e pugni, e procurando lesioni.

Futili i motivi. Sembra che tutto sia nato da una banale discussione, forse per dei contrasti maturati nel corso di una partita di calcio a livello amatoriale.

L’inchiesta penale partì a seguito della querela della persona malmenata.

A.S. è stato indagato per il reato di tentato omicidio

Ora la causa è andata davanti ai giudici.

Il pubblico ministero ha chiesto per l’imputato la condanna a 7 anni di reclusione.

Dopo una breve camera di consiglio il collegio ha riqualificato il reato in lesioni, pronunciando al culmine della consultazione una pena di 7 mesi di reclusione e altre pene accessorie.

 

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