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Da qualche giorno ci eravamo prefissi di proporre al sindaco, quale rappresentante della comunità amanteana, di adottare una iniziativa per ringraziare i carabinieri per l’intenso lavoro attuato nella lotta allo spaccio di droga, ed in specie di marjuana.

 

E stamattina abbiamo scritto e pubblicato una lettera aperta.

Nemmeno il tempo di pubblicarla e di farla leggere ad alcune migliaia di nostri fan ed ecco che le sirene dei carabinieri riempiono l‘aria della città.

 

Uno sguardo all’auto che passa davanti a noi e cogliamo la presenza di un profugo nel sedile posteriore dell’auto.

L’auto muove verso la caserma dei Carabinieri di via Roberto Mirabelli dove si ferma.

Un profugo viene accompagnato negli uffici per il riconoscimento e la verbalizzazione.

La gente guarda e commenta tristemente.

 

Nessun problema. Domani il giudice lo condannerà probabilmente a firmare ogni giorno il registro presso la locale caserma.

Niente di che. Una ammonizione a filare dritto.

Sarà portato in carcere solo in caso reiteri il delitto di spaccio.

Ma ad Amantea sono tanti…

 

L’unica cosa è arrestare la mente interna ed coloro che muovono questi poveri profughi come burattini nel triste traffico dello spaccio di droga. Per quanto ancora non siano stati emessi comunicati, siamo in grado comunque di fare valutazioni sul fatto che l’arresto di oggi è stato effettuato presso il centro per profughi della vicina Longobardi.

Insomma i profughi ormai vanno anche in missione ed ampliano il raggio territoriale della loro azione.

Lo spaccio, in sostanza, si amplia, creando una rete tra i centri che sembra siano usati per tale scopo.

E la ulteriore riprova è nel rilevante numero di confezioni già pronte che sono state sottoposte a sequestro.

Viene da chiedersi, pertanto, non solo se, e nel caso come mai, vengano mantenuti i rapporti tra i profughi dei vari centri, ma anche se questi collegamenti siano finalizzati a delinquere.

Non raro è il sospetto che la rete di spacciatori non sia improvvisata ma sia figlia una promessa datata.

 

Proprio queste ragioni stanno orientando gli investigatori verso indagini che potrebbero portare a futuri incredibili sviluppi ed a decise espulsioni, quali unici rimedi aduna situazione esplosiva.

Scherzando, ovviamente, stiamo pensando ad una cooperativa tra profughi per la coltivazione di marijuana come sarà resa possibile dalla possibile approvazione della legge sulla depenalizzazione. E sempre scherzando chiedersi se la assoluta intelligenza ‘ndranghetista non abbia definito un percorso futuro di spaccio che stia semplicemente provando.

Come una partita a scacchi tra il male ed i carabinieri. E nel mentre noi osserviamo.

E’ la terribile frase che una moglie addolorata ha rivolto al marito che aveva appena comprato una dose di droga.

La frase è tratta da una intercettazione relativa allo spaccio di cocaina nell’alto tirreno cosentino.

Ma poi la coca deve essere pagata ed allora si ascolta un'altra conversazione intesa a recuperare i soldi: “Ci dobbiamo vedere Francesco, non mi dire niente; da sabato che ci dovevamo vedere, dai, ti voglio bene.

Lo sai io ti vengo a trovare fino a casa, ti vengo a salutare, io sono serio, parto da Praia apposta...”

Quanto dolore , quanta  tristezza, dietro queste gravi dipendenze, siano essere di fumo di alcool o di droghe!

Quanto amore nelle parole della moglie che richiama il marito tentando di farlo rinsavire e di responsabilizzarlo.

Pubblicato in Alto Tirreno

Carmela Franco, Presidente CIF Amantea, richiama la recente vicenda dei minorenni interessati dal consumo e dallo spaccio di droga.

E lo fa da madre.

E richiama, in sintesi, la nota inviata Amantea il 30 dicembre 2014 al Sindaco D.ssa M.Sabatino, all’Ass. ai Servizi Sociali Dott.G.B.Morelli ed all’allora C.te della stazione dei Carabinieri M.llo M.Diamanti

“L’adolescenza è una fase evolutiva in cui l’individuo deve affrontare una serie infinita di compiti avendo a disposizione risorse personali talvolta inadeguate, e sempre meno riferimenti culturali e sociali.

Ciò che maggiormente contribuisce ad accentuare queste difficoltà sono situazioni familiari problematiche, separazioni, ma anche semplici carenze educative ed affettive, ambienti sociali deprivati culturalmente o economicamente, atteggiamenti caratterizzati da scarsa autostima, instabilità emotiva, comportamenti provocatori spesso collegati ad un percorso scolastico marcato da insuccessi, o ancora l’uso di alcool e sostanze stupefacenti.

Tutto un insieme di fattori che, combinandosi tra loro, spesso e quasi inevitabilmente, generano abbandoni scolastici, violazione sempre più abituale di norme, incapacità ad assumersi la responsabilità delle proprie azioni ed altri atteggiamenti poco corretti.

La famiglia resta l’ambiente sociale che più di ogni altro preme sulla vita dell’adolescente, nonostante egli sia impegnato nella costruzione della propria personalità, è dei genitori il compito di far interiorizzare al giovane un certo sistema di ruoli e modelli di comportamento”.

Si tratta di concetti ampiamente noti e sintesi di convegni e progetti sociali.

Poi la vicenda letta da madre : “Sono passati otto giorni dal fermo del nostro giovane minore compaesano, più altri, e la prima immagine che mi è venuta davanti è stata un letto vuoto e una madre basita a guardarlo inerme, come inermi sono stati tutti coloro che avrebbero dovuto supportarla nel difficile ruolo del genitore, e che ancora continuano, dov’è il supporto del consultorio familiare con tutta la sua bella equipe socio-psico-pedagocica che si dovrebbe attivare, in questi casi e similari, come l’altro giovane minore ricoverato in coma etilico, durante il carnevale di quest’anno, attorno al quale ce n’erano altri venti circa, nelle stesse condizioni, come il suicidio dell’altro giovane minore nel gennaio di due anni fa, tutto nell’assoluta indifferenza”.

Come ho avuto modo di scrivere ad Amantea “Uomini, famiglie e società sono soli!”

E Carmela offre alcuni suggerimenti “Cari concittadini, prendendo spunto dal pensiero del Procuratore di Reggio Calabria Cafiero De Raho, il quale suggerisce di attivare presidi preventivi di carattere sociale, economico e culturale, si pensi al rafforzamento della scuola, alle occasioni di lavoro, ad un’istituzione politica che diventi esempio in positivo, le forze dell’ordine, le parrocchie, le associazioni e tutte le donne e gli uomini di buona volontà che, di concerto, tutti insieme, dovrebbero contribuire a fornire alternative alla strada alle ragazze e ai ragazzi.

Io dico, facciamolo, non giriamo il volto per far finta di non vedere la solitudine nei cuori dei nostri figli, il loro senso di smarrimento e il loro entusiasmo smorzato dal cattivo esempio che noi adulti stiamo dando loro, sì noi, che con la fretta del quotidiano non ci fermiamo ad ascoltarli e non creiamo dei punti certi e fermi di riferimento.

Lavoriamo, invece, insieme, sull’educazione al senso civico e alla legalità e sui rapporti umani, che pare ormai siano in disuso ma di cui ce n’è tanto bisogno.

Noi ciffine in collaborazione con i frati del Convento di San Bernardino ci stiamo mobilitando per l’apertura di un centro ascolto per la famiglia e un oratorio per i giovani, che potrebbe essere di già operativo dopo le festività della Santa Pasqua”.

Anche noi abbiamo detto che è necessario lavorare “per meno letti vuoti e meno madri basite“, ma prima che avvenga!

L’articolo sull’arresto di un minorenne amanteano per possesso e spaccio di droga e della contestuale denuncia di altri due amanteani, sempre, per consumo di droga, ha avuto oltre 9000 letture.

Una quantità che mostra il forte interesse che hanno i nostri lettori per una vicenda che sarebbe potuta accadere dappertutto ma che questa volta ha interessato Amantea.

Non uno ma tre giovani e tutti minorenni.

 

Ed ognuno di lettori sembra si sia interrogato chiedendosi quanto sia grave ad Amantea il fenomeno delle droghe.

Purtroppo non esiste un osservatorio e nessuno è in grado di ipotizzare una sia pur minima risposta.

Certo se avessimo i valori di Milano potremmo parlare di oltre 800 assuntori senza distinzione di età.

 

Ma stando ad alcune indicazioni pervenuteci sembra si tratti di un fenomeno che anche qui nella nostra cittadina raggiunge ampiezze incredibili e coinvolge tantissimi minorenni ad iniziare dalla scuola media.

“Fate qualcosa” è stata la parola d’ordine e la richiesta di soccorso .

Fate qualcosa prima dell’irreparabile . Già! Ma che cosa e chi?

 

La famiglia? Certo che potrebbe e dovrebbe essere il primo presidio di tutela e cura per i giovani . E soprattutto di ascolto. Ma quale famiglia così attenta ai problemi dei propri figli ed è così unita da dedicarsi totalmente ad un proprio figlio se soggetto ad alcool o droga?

 

La Scuola?

Certo. Ma ci vorrebbero docenti dedicati all’ascolto dei giovani con questi problemi. E poi è facile trasferire agli altri ( allo Stato in particolare) questi problemi. Purtroppo la scuola si prende cura dei diversamente abili, dei sordomuti , ma non ci risulta che sia in grado o voglia aver cura dei giovani soggetti a droga ed alcool. Che fine hanno fatto gli psicologi scolastici?

 

Il Comune?

Certo. Magari aprendo immediatamente uno sportello di ascolto. Al quale rivolgersi mantenendo l'anonimato, senza doversi identificare ed ottenendone comunque e liberamente il supporto!

 

Le Associazioni?

Certo. Anche loro ponendosi a servizio dei giovani che sembrano essere, anzi sono, un reale problema che interessa gli stessi giovani, le famiglie, la società!

Già! Ma chi ascolta i giovani vittime di alcool e droga? Ed in questo deserto di solitudine sociale che è Amantea, a chi dovrebbe rivolgersi il giovane che vuole uscire dal tunnel dell’alcool o della droga?

 

E non solo. A chi dovrebbero rivolgersi i genitori dei giovani che si trovano in queste condizioni?.

Qui ad Amantea, la verità cruda e nuda è che ognuno è solo; i giovani, le famiglie, la società.

Pubblicato in Politica

Amantea. Ecco un’altra brillante operazione dei Carabinieri.

Non si è ancora spenta l’eco dell’arresto, sempre da parte dei Carabiniei di Amantea, di Vincenzo Guzzo, reo di aver malmenato l’anziano genitore, ed ecco una loro altra brillante operazione.

 

E’ stato arrestato, oggi, un diciassettenne per spaccio di sostanza stupefacente.

E sono stati contestualmente anche denunciati due minorenni

Sono tutti e tre di Amantea.

Sequestrati, inoltre, oltre 100 grammi di sostanza stupefacente che ora sarà sottoposta a valutazione tecnica.

 

I tre ragazzi sono stati trovati nei pressi del polo Scolastico (nella foto).

L’operazione giunge a conclusione di intensi accertamenti e pedinamenti.

Diversi i dati salienti della operazione.

 

Uno è quello tecnico-investigativo che emerge dalla conduzione della indagine fatta dai carabinieri di Amantea guidati dal maresciallo Tommaso Cerza con il coordinamento e la direzione del comandante della compagnia di Paola capitano Antonio Villano.

Un secondo è che la cittadina di Amantea che sembrava quasi estranea allo spaccio di droghe, in realtà ne vede protagonisti non già persone di una certa età, ma anche ragazzi, addirittura minorenni, sia per il consumo, sia per lo spaccio.

Un terzo è quello del luogo di spaccio che è il mondo della scuola.

 

Non è la prima volta che il Polo scolastico si trova ad essere l’area di spaccio e gli studenti i consumatori.

Ora gli investigatori tenteranno di capire chi siano i fornitori.

E non si esclude che quanto prima possano aversi nuove operazioni investigative.

Pubblicato in Politica

Deve essere drammatico scoprire di avere un figlio che assume droga.

Difficile sapere quale è il comportamento migliore da tenere.

 

Comprensibile , pertanto, che li si controlli con la massima attenzione scoprendo i fornitori ed i luoghi di spaccio.

 

E così ancora più comprensibile che si giunga a denunciare il tutto ai carabinieri.

E’ quello che è successo a due genitori di un paesino vicino a Soveria Mannelli che hanno denunciato il rifornitore di droga della propria figlia

I genitori della ragazza hanno raccontato agli agenti che la figlia da diverso tempo ha problemi di dipendenza, al punto da essere in cura al Sert di Cosenza ed essere stata già in una comunità di recupero, dalla quale era scappata.

 

Poi hanno riferito di diversi contatti, anche telefonici, con un ragazzo residente a Soveria Mannelli che la riforniva e che in una occasione, la madre ha anche assistito personalmente ad un incontro tra la giovane e il suo “pusher”, avvenuto in Soveria Mannelli poco tempo prima, nel quale, a bordo di una vecchia fiat panda, il giovane avrebbe ceduto qualcosa alla ragazza in cambio di venti euro.

E così sono partite le indagini, comprese intercettazioni telefoniche ed ambientali, e si è scoperto che la coppia aveva detto la verità.

 

Diversi i ragazzi coinvolti ed ora colpiti dalla misura cautelare.

I Carabinieri della Compagnia di Soveria Mannelli hanno arrestato quattro persone, sottoposte alla misura degli arresti domiciliari, con l’accusa di detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti.

 

Si tratta di Massimiliano Cocola, 26 anni, residente a Pedivigliano, Piero Gianluca Cocola, 32 anni di Soveria Mannelli, Nello Rocca di 20 anni, residente a Scigliano e Francesco Camposani, di 23 anni residente a Marano Marchesato.

Pubblicato in Calabria

Le operazioni di polizia conto gli spacciatori d droga a Lamezia si susseguono una dopo l’altra, al punto che la città catanzarese sembra davvero essere il crogiolo dello spaccio.


Anche stamattina 25 novembre altri 9 arresti.

Un'azione che ha messo in luce come una zona della città era stata trasformata in un vero e proprio supermarket della droga.

Dalle prime ore di oggi  è in corso da parte della Polizia di Lamezia Terme e della Squadra Mobile di Catanzaro insieme con il Reparto Prevenzione Crimine di Vibo Valentia  una operazione per la esecuzione di 9 provvedimenti di custodia cautelare nei confronti di 9 giovani lametini.

 

Sono tutti indagati,  a vario titolo, di avere organizzato una rete di spaccio di sostanza stupefacente di vari tipi di  canapa indiana e per aver detenuto, venduto od offerto sostanze stupefacenti a diversi giovani che frequentavano i locali del centro storico di Lamezia Terme ed in particolare in Piazza Mercato Vecchio. 

Le indagini di carattere tecnico, effettuate la scorsa estate, coordinate dalla Procura della Repubblica, costituiscono la prosecuzione delle attività investigative sfociate il 29 luglio 2015 nell’operazione “Boomerang” con cui erano stati individuati e arrestati altri 9 ragazzi lametini ritenuti responsabili di spaccio.  

L’impianto investigativo ricostruito da personale della Sezione Investigativa del Commissariato di Lamezia Terme è stato pienamente accolto dalla Procura della Repubblica e dal Gip presso il Tribunale che ha emesso i provvedimenti restrittivi eseguiti in data odierna. 

Ulteriori notizie sugli arresti eseguiti saranno fornite nel corso della conferenza stampa con la presenza del  procuratore Domenico Prestinenzi.

Pubblicato in Lamezia Terme

Foggetti continua a parlare.

Ora racconta della possibile “guerra” sfiorata da Cosenza ed Amantea quando Marco Perna si mise in testa di espandere i propri traffici anche alla piazza di Amantea.

 

E così si legge dei rischi connessi all'eccessiva intraprendenza del clan Perna 2.0, quello guidato da Marco, figlio dello storico boss Franchino, detenuto al 41 bis.

 

E racconta del tentato proposito di Marco Perna di acquisire la primazia dello spaccio di stupefacenti in Amantea, entrando così in conflitto con chi gestiva la piazza tirrenica.

I locali informarono Foggetti dello scontro con il clan Perna, tanto da far incendiare il veicolo di proprietà di Pasquale Francavilla, uomo di Marco Perna.

 

E’ il segnale che qualcosa cova sotto la cenere e che rischia di prendere fuoco.
E così partono in tre «per chiedere spiegazione dell'attentato incendiario».

 

Fu allora che al gruppo Perna viene "consigliato" che è meglio non allargarsi perché la piazza di spaccio è già coperta.

Anzi secondo Foggetti Marco Perna fu percosso e gli fu anche sottratta una pistola nella sua disponibilità.

Fu in quella occasione che venne decisa la punizione di Perna: Roberto Porcaro e Maurizio Rango (il capo di quello che all'epoca era la cosca egemone a Cosenza) avrebbero dovuto "sparare" a Perna.

 

Il clima, però, era arroventato.

Poi Foggetti conclude: «Stava per scoppiare una guerra che alla fine fu sedata grazie all'intercessione di Rinaldo Gentile, personaggio quest'ultimo di "rilievo" della cosca Lanzino-Ruà, che fece da paciere tra i due gruppi».

Pubblicato in Primo Piano

La zona è impervia e posta al confine tra Diamante e Buonvicino.

Nascoste tra piante di vite circa 300 piante di marijuana dell’altezza media di 1.80 metri.

Le piante erano irrigabili

La marijuana era pronta ad essere raccolta e proprio per questo motivo i Carabinieri di Scalea , coordinati dal capitano Alberto Pinto, hanno chiesto l’intervento dei Carabinieri dello Squadrone Eliportato Cacciatori Calabria .

Questi, giunti sul posto si sono appostati nel bosco effettuando un prolungato servizio di osservazione.

Ed ecco che nella mattinata del 29 settembre giungono sul posto 3 persone già note alle forze dell'ordine, di cui due originari di Paola e uno di Diamante,che si erano accinte ad effettuare la raccolta che avrebbe permesso un illecito profitto di circa 500mila euro.

Immediato l’arresto al quale hanno fatto seguito perquisizioni domiciliari poste in essere a carico degli arrestati.

Sorprendenti i rinvenimenti tra cui dosi di sostanza stupefacente già confezionata e materiale per la coltivazione dello stupefacente

Ma la cosa più sorprendente è stato il rinvenimento, all’interno di un’officina, di un vero e proprio arsenale:

-cinque pistole, di cui una con matricola abrasa, serbatoio pieno e colpo in canna, pronta per essere utilizzata,

-un fucile a canne mozze, circa 400 munizioni, e

-tre chilogrammi circa di esplosivo.

Rinvenuti anche alcuni ordigni esplosivi artigianali, utilizzati generalmente per porre in essere atti intimidatori a scopo estorsivo, messi in sicurezza l’esplosivo dagli artificieri-antisabotaggio del Nucleo Investigativo del Reparto Operativo del Comando Provinciale di Cosenza.

Ed ecco gli arrestati

Gli arrestati:

Valentino Palermo, 25 anni, di Paola

Angelo Chianello, 48 anni, di Paola;

Giuseppe Belletto, 49 anni di Diamante

Pubblicato in Alto Tirreno

I Baschi verdi fermano un camion.

L’autista si innervosisce.

 

Allora gli uomini della Guardia di finanza del gruppo di Lamezia Terme, diretto dal Tenente Colonnello, Fabio Bianco e del Nucleo Mobile, guidato dal Brigadiere Vito Margiotta, portano l’automezzo in caserma.

Qui giunti si procede ad una perquisizione approfondita del mezzo, eseguita con l’ausilio dei cani antidroga.

E stipati in un porta oggetti della cabina del camion, ai scoprono due chilogrammi di eroina, confezionati in quattro panetti pressati, rivestiti di cellophane.

 

La droga sequestrata, se immessa sul mercato, avrebbe fruttato, nella cessione “al dettaglio”, introiti per almeno 150.000 euro.

 

I finanzieri hanno immediatamente sottoposto a sequestro la sostanza stupefacente e l’autocarro.

 

L’autista, un 41 enne, tale Antonio Nazareno Suppa, di Francica, paesino dell’entroterra vibonese è stato tratto in arresto ed è stato tradotto presso la casa circondariale di Catanzaro, per essere tenuto a disposizione della magistratura.

Gli atti di indagine svolti dalla Guardia di finanza sono ora al vaglio del sostituto Procuratore Luigi Maffia.

Pubblicato in Lamezia Terme
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