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Per molti è da non credere .

Gianfranco Ramundo sindaco di Fuscaldo ha aperto l’ufficio di Babbo Natale( vedi foto)

Ma non basta.

Amantea vince Fuscaldo, anzi stravince.

 

 

 

Mario Pizzino e l’assessore Ciccia Caterina ne fanno due!

Non solo fanno la casetta di Babbo Natale, ma anche quella della Befana.

E’ così che Amantea si proietta verso il futuro!

Vero?

Pubblicato in Paola

Visto che a Fuscaldo il sindaco Ramundo e i suoi “seguaci” ancora festeggiano la scarcerazione del soggetto e vanno cianciando che l’inchiesta della procura di Paola è stata “smontata”, stiamo proponendo ai nostri lettori e all’opinione pubblica le parti salienti delle accuse di corruzione e peculato nei confronti del soggetto. Che prima o poi daranno vita ad un processo, al quale non si chiede la “reclusione” in carcere di Ramundo ma la sua (sacrosanta!) interdizione dai pubblici uffici per il semplice motivo che è un sindaco corrotto, come viene ampiamente dimostrato dai magistrati di Paola. A partire dall’affare della gestione del depuratore, affidata per oltre cinque anni (!!!) in regime di prorogatio e senza gara alla stessa ditta “amica”, salvo poi predisporre un bando soltanto dopo l’intervento della Guardia di Finanza negli uffici comunali e attraverso falsità su falsità, tra l’altro tutte dimostrare con fonti di prova inoppugnabili (http://www.iacchite.com/fuscaldo-tutte-le-bugie-di-ramundo-laffare-depuratore-e-il-provvidenziale-arrivo-della-finanza/).

Ma vi è anche un altro profilo di falso che riguarda le delibere del sindaco di Fuscaldo a favore della società Impec Costruzioni per la gestione del depuratore, poiché Gianfranco Ramundo attestava falsamente che “a tutt’oggi, circa l’affidamento del servizio, è in corso uno studio di appalto consortile su finanziamento regionale”. Queste affermazioni, analogamente a quelle contenute nelle precedenti ordinanze, sono risultate non corrispondenti al vero, poiché la documentazione acquisita presso l’amministrazione comunale nonché le sommarie informazioni testimoniali rese in data 15 dicembre 2017 da Domenico Maria Pallaria, dirigente generale del Dipartimento di Presidenza della Regione Calabria, già dirigente generale del Dipartimento Lavori Pubblici, e per un periodo dirigente generale del Dipartimento Ambiente, hanno clamorosamente smentito le mendaci affermazioni del sindaco di Fuscaldo, dimostrando che nessuno studio di appalto consortile era in atto o comunque previsto e programmato presso la Regione Calabria e che, in ogni caso, nessun Consorzio di Comuni potesse derogare alle norme in materia di appalti.

Ma ecco cosa afferma testualmente il dirigente Pallaria: “Per quanto di mia conoscenza e competenza non vi è alcun finanziamento per lo studio di appalto consortile per la gestione del servizio di depurazione. Mi preme altresì evidenziare che qualora fosse stato previsto un finanziamento, lo stesso non poteva derogare le norme sull’affidamento degli appalti e quindi il Comune avrebbe dovuto, poiché di sua competenza, esperire una gara ad evidenza pubblica”.

E ancora, la consapevolezza dell’illiceità della propria condotta da parte del sindaco, si desume ulteriormente da una conversazione del 4 gennaio 2017, ovvero dopo quasi cinque anni dalla prima ordinanza, intervenuta tra il sindaco Gianfranco Ramundo e l’ingegnere Michele Fernandez. Nel corso di tale conversazione, Ramundo si lamenta che dovrà fare un’altra ordinanza e Fernandez lo rassicura dicendogli: “la facciamo breve, di mese in mese” e il sindaco risponde: “Ho capito, però Santo Dio sempre ordinanze sono! Porca puttana, Santo Dio!”. In tale conversazione emerge con assoluta certezza che il sindaco è ben consapevole della illiceità della condotta posta in essere.

Tale conversazione, lungi dallo scriminare la posizione del sindaco, la aggrava, se solo si pensa al fatto che essa è intervenuta appena quattro giorni dopo la scadenza dell’ultima ordinanza, avvenuta appunto il 31 dicembre 2016, e comunque in data successiva all’intervento della Guardia di Finanza di Paola presso gli uffici comunali di Fuscaldo avvenuto il 6 luglio 2016. E’ altamente probabile che in assenza dell’intervento della Guardia di Finanza, la condotta fraudolenta si sarebbe protratta senza alcuna remora.

Nessun dubbio, dunque, circa l’utilizzo del mezzo fraudolento posto in essere dal sindaco nell’adozione delle ordinanze attraverso un macroscopico mendacio. A tale proposito, la giurisprudenza di legittimità ha affermato che “nel reato di turbata libertà degli incanti, la “collusione” va intesa come ogni accordo clandestino diretto ad influire sul normale svolgimento delle offerte, mentre il “mezzo fraudolento” consiste in qualsiasi artificio, inganno o menzogna, concretamente idoneo a conseguire l’evento del reato, che si configura non soltanto in un danno immediato ed effettivo, ma anche in un danno mediato e potenziale, dato che la fattispecie si qualifica come reato di pericolo“.

Nel caso di specie, è evidente come il mezzo fraudolento sia integrato proprio dalle false affermazioni del sindaco di Fuscaldo, poste in essere artificiosamente allo scopo di fornire una apparente legittimità alle ordinanze contingibili ed urgenti.

E – naturalmente – non è finita qui. 2 – (continua)

Da Iacchite - 26 novembre 2018

Pubblicato in Paola

Fuscaldo Lo scorso 5 novembre era stato arrestato nell'ambito dell'Operazione Merlino, adesso il sindaco di Fuscaldo, Gianfranco Ramundo è tornato in libertà.

Lo ha deciso il Tribunale del riesame.

La notizia, è scritto in una nota, «è stata accolta con grande soddisfazione dai familiari».

Ramundo stava facendo lo sciopero della fame da alcuni giorni per affermare la sua innocenza di fronte, aveva scritto in una nota due giorni fa, «ad una grave ingiustizia subìta.

Un atto gravemente ingiusto, un’accusa tutta da provare, che ha portato ad una misura cautelare in carcere, che sta privando della libertà una persona innocente».

Il sindaco aveva anche sostenuto che le accuse mosse nei suoi riguardi non erano corruzione e peculato, ma «falso ideologico a causa di ordinanze contingibili ed urgenti firmate per consentire la gestione del depuratore, in attesa dell’espletamento di un bando europeo, che, per vicissitudini burocratiche, che ho avuto già modo di illustrare e spiegare in sede di interrogatorio, non poteva essere redatto nei tempi sperati».

Pubblicato in Paola

Restano associati alla misura cautelare applicata al momento degli arresti tredici delle quattordici persone finite nella rete dell’operazione Merlino. Unica eccezione, l’imprenditore paolano Salvatore Montanino che – assistito dagli avvocati Vincenzo Fedele

e Pier Francesco Perri – s’è visto commutare gli arresti domiciliari in una meno afflittiva misura consistente nell’interdizione, per 10 mesi, dell’attività imprenditoriale presso la pubblica amministrazione.

Dietro le sbarre, per quanto concerne l’amministrazione comunale del comune tirrenico, rimangono il sindaco Gianfranco Ramundo, il vicesindaco Paolo Cavaliere, l’assessore Paolo Ercole Fuscaldo e il “Merlino”, Michele Fernandez, i cui “magheggi” non hanno assolutamente convinto la Giudice per le Indagini Preliminari (Gip) Maria Grazia Elia.

Malgrado lo sciopero della fame e la volontà a rimanere formalmente alla guida del comune per dimostrare la propria innocenza, la posizione del primo cittadino fuscaldese – difeso dagli avvocati Giuseppe Bruno, Nicola Carratelli e Armando Sabato – resta quella cristallizzata nelle 160 pagine dell’ordinanza sottoscritta dal capo della Procura di Paola, Pierpaolo Bruni, e dai sostituti Antonio Lepre e Teresa Valeria Grieco.

Come già anticipato, l’intenzione di tutto il collegio difensivo dei vari reclusi, sarà quella di rivolgersi al Tribunale del Riesame di Catanzaro, perlomeno per tentare di calmierare le misure applicate sinora, tramutandole in misure più lievi come – ad esempio – gli arresti domiciliari.

Ovviamente, se dal Palazzo di Giustizia Paolano è stata assunta questa decisione, vuol dire che è stato attentamente valutato il rischio di reiterazione del reato e la possibilità di inquinamento delle prove, che i soggetti arrestati – non essendosi dimessi dalle loro cariche – avrebbero potuto mettere in atto.

In cella quindi rimangono

RAMUNDO GIANFRANCO, n. a Fuscaldo (CS)., il 12.11.1956, Sindaco Comune di Fuscaldo (CS);

CAVALIERE PAOLO, nato a Fuscaldo (CS) il 14.2.1974, Vice Sindaco Comune di Fuscaldo (CS);

FUSCALDO ERCOLE PAOLO, nato a Vibo Valentia l’1.5.1973, Assessore Comune di Fuscaldo (CS);

FERNANDEZ MICHELE, nato a Cosenza il 16.04.1958, funzionario del Comune di Fuscaldo (CS) e del Comune di Cosenza;

FIDOTTI SALVATORE, nato a Napoli il 23.07.1970, imprenditore;

PERRI ROBERTINO, nato a Cosenza 13.05.1966, imprenditore;

CAPUTO FRANCESCO, nato a Rossano (CS) il 07.11.1962, imprenditore;

CAPUTO ANTONIETTA, nata a Rossano (CS) il 29.07.1986, imprenditore;

RISULEO GIOVANNI, nato a Rossano (CS) il 21.05.1954, imprenditore;

GIOIA SERGIO, nato a Cosenza, il 14.09.1958, professionista;

DE SIMONE LUIGI, nato a Paludi (CS), il 03.10.1965, imprenditore;

MIRABELLI GIANFRANCO, nato a Rende (CS) il 24.12.1954, imprenditore.

Mentre ai domiciliari resta associato DE SANTO MASSIMILIANO, nato a Castrovillari (CS), il 28.05.1965, imprenditore

Da Iacchite - 15 novembre 2018 Gianfranco Ramundo e Paolo Cavaliere

di Francesco Frangella Fonte: Marsili Notizie

Pubblicato in Paola

Dalla gestione del depuratore ai lavori di ripristino del lungomare. Al centro delle indagini gare e affidamenti sia del comune del primo cittadino Ramundo sia di Cosenza.

Elemento di collegamento fra i due enti un funzionario pubblico.

 

 

In manette 14 persone. Coinvolti imprenditori e professionisti. Tra i reati contestati corruzione, peculato e turbativa d'asta

Oltre 100 militari del Comando Provinciale Guardia di Finanza di Cosenza sono impegnati dalle prime ore dell’alba, nell’esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare personale e decreto di sequestro preventivo, emessi dal gip Maria Grazia Elia, su richiesta del Procuratore capo della Repubblica, Pierpaolo Bruni,e dei sostituti Antonio Lepre e Teresa Valeria Grieco, nei confronti di 14 persone (2 ai domiciliari e 12 in carcere), ritenute responsabili, a vario titolo, dei reati di corruzione, tentata concussione, indebita induzione a dare o a promettere, peculato, turbative di gare pubbliche e di procedimenti di scelta dei contraenti della Pubblica Amministrazione e falso ideologico. Complessivamente 20 le persone indagate.

Appalti truccati: in manette sindaco e vicesindaco

Il provvedimento cautelare è stato emesso nei confronti di 14 persone, fra le quali il sindaco, Gianfranco Ramundo, il vice sindaco-assessore, Paolo Cavaliere, ed un l'assessore al bilancio, sport, turismo e spettacolo Paolo Ercole Fuscaldo del Comune di Fuscaldo, nonché un funzionario pubblico, imprenditori, un professionista ed altri soggetti, a seguito delle indagini effettuate dalla Compagnia Guardia di Finanza di Paola, aventi ad oggetto la gestione di molti appalti pubblici ed affidamenti diretti sia del comune di Fuscaldo che del Comune di Cosenza, afferenti lavori, servizi e forniture di valore complessivo pari ad oltre euro 7,5 milioni.

Il ruolo del funzionario pubblico

Elemento di collegamento fra i due enti locali cosentini: la figura di un funzionario, dipendente a tempo indeterminato presso il Comune di Cosenza ed autorizzato ad esercitare part-time le funzioni di responsabile di settore al Comune di Fuscaldo. Si tratta dell’ingegnere Michele Fernandez. A Palazzo dei Bruzi era attualmente in servizio al settore Decoro Urbano. Contemporaneamente, con la formula del cosiddetto scavalco, lavorava anche nel comune di Fuscaldo per metà settimana. Fernandez era stato coinvolto anche nell’inchiesta sui cosiddetti appalti spezzatino del comune di Cosenza. Le investigazioni di Polizia Giudiziaria hanno consentito di accertare l’esistenza di un collaudato sistema corruttivo e di collusioni nella gestione della cosa pubblica, alimentato da abituali condotte illecite poste in essere da pubblici ufficiali ed imprenditori, ai danni dei due comuni cosentini.

Le indagini

Le molteplici turbative delle gare e dei procedimenti di scelta dei contraenti della pubblica amministrazione sono state scoperte all’esito di articolate e complesse indagini, sviluppate mediante specifiche attività tecniche, analisi di una enorme mole di documentazione cartacea ed informatica acquisita all’esito di perquisizioni e sequestri (aventi ad oggetto anche 26 supporti informatici: tra personal computer, tablet e telefoni cellulari), assunzione di dichiarazioni testimoniali, indagini finanziarie ed accertamenti patrimoniali. Per ciascuna gara pubblica e di procedimento di scelta del contraente, i finanzieri hanno ricostruito gli accordi clandestini e le collusioni fra i soggetti pubblici e privati, nonché i mezzi fraudolenti utilizzati per assegnare illecitamente i lavori ed i servizi da parte dei comuni, in violazione alle norme contenute nel codice degli appalti ed altre che regolamentano l’esercizio della funzione pubblica.

In diversi casi, le indagini hanno documentato che gli atti contrari ai doveri d’ufficio ovvero le omissioni di atti dovuti da parte di Pubblici Ufficiali venivano retribuiti, in termini di contropartita ed in virtù di accordi corruttivi per effetto delle condotte di indebita induzione, da promesse illecite di utilità – consistite in incarichi professionali, assunzioni di lavoratori ed utilizzo gratuito di struttura alberghiera– ovvero dazioni di utilità – rappresentate da trasferimenti di sede di lavoro di pubblici dipendenti – ed altri“doni”.

Le principali gare pubbliche oggetto di indagine:

- affidamento diretto della gestione del depuratore comunale di Fuscaldo: valore complessivo oltre € 1.000.000,00;

- aggiudicazione dei lavori di ripristino del lungomare di Fuscaldo: valore complessivo dell’appalto € 236.000,00;

- gestione della raccolta, trasporto e conferimento in discarica dei rifiuti – differenziata ed assimilata – servizio di igiene urbana presso il Comune di Fuscaldo: valore complessivo dell’appalto € 4.000.000,00;

- affidamento diretto del servizio di pulizia spiagge del Comune di Fuscaldo: valore complessivo € 16.550,00;

- conferimento da parte del Comune di Fuscaldo di un incarico professionale;

- assegnazione delle concessione demaniali, in relazione al piano spiaggia del Comune di Fuscaldo;

- rifacimento di un manto stradale pubblico nella città di Fuscaldo a spese di un imprenditore (quindi non dovuto), già affidatario di commesse;

- installazione di undehors (insieme degli elementi mobili per la ristorazione, posti sul suolo pubblico o asservito all’uso pubblico);

- lavori di completamento della chiesa San Domenico di Cosenza: valore complessivo € 1.920.000,00;

- lavori aggiuntivi per il miglioramento dell’efficienza energetica del Teatro Rendano di Cosenza: valore complessivo € 90.000,00;

- acquisto da parte del Comune di Cosenza di un personal computer di ultima generazione, del quale se ne appropriava un Pubblico Ufficiale: valore € 1.337,00.

Il sequestro beni e la misura cautelare per due società

Disposto il sequestro di beni nei confronti di alcuni indagati e società, per un valore complessivo di 215 mila euro. A due società, inoltre, è stata applicata la misura cautelare interdittiva del divieto di contrattare con la Pubblica Amministrazione, per la durata di un anno.

LaCnews24

Pubblicato in Alto Tirreno

Fuscaldo. I dissesti o presunti tali ormai diventano occasione di lotta politica, di querelle interpretative, di vicende che non riescono ad avere risposte se non giudiziarie, a dimostrazione dei grossissimi, immensi limiti della nostra legislazione finanziaria.

Non è finita la storiaccia del dissesto di Paola, non è ancora aperta quella di San Lucido, e quella di Fuscaldo si avvia fortissimamente verso le pronunce dei giudici amministrativi.

Il Gruppo Fuscaldo europea scende in piazza e ricorre al Consiglio di Stato contro il dissesto. Scrive «Finalmente - si fa luce su una delle pagine più buie della storia amministrativa del nostro comune e, finalmente, le bugie e le accuse mosse, in tutti questi mesi, dal sindaco Ramundo sono state smascherate e denudate.Tutto il fango che c’è stato buttato addosso dal primo cittadino si è rivelato per quello che era e che è: un grande bluff. Una triste storia, dall’epilogo prevedibile, che noi avevamo annunciato e che è servita solo ed esclusivamente a recare danno ad un paese in balia del degrado e di un sindaco che non svolge il proprio ruolo. Detto questo – si legge nella nota di Fuscaldo Europea - ciò che maggiormente ci fa riflettere, è comunque la natura di questi 4 milioni di euro di debiti ufficiali e certificati dall’Osl. Di questi, infatti, non tutti sono riconducibili all’amministrazione Gravina, ma addirittura più di 1 milione di euro di debiti sono stati contratti dall’attuale compagine governativa: un qualcosa di realmente aberrante e scandaloso, che ci porta, oggi, a richiedere le immediate dimissioni del sindaco Gianfranco Ramundo, il quale, per lo meno, dovrebbe iniziare a chiedere scusa ad una comunità intera, umiliata da decisioni affrettate rivelatesi, tra l’altro, per nulla sagge. Un’intera consiliatura ed un’intera maggioranza, difatti, sono state ingabbiate da un indirizzo politico errato e fuori luogo, del quale il sindaco risulta essere responsabile. Mesi e mesi di accuse, di fango e di rancori contro la passata esperienza amministrativa per arrivare a nulla, anzi: per perdere tempo e per distruggere tutto quello che, in passato, si era potuto realizzare con tanti sacrifici. Davvero una pagina buia ed oscura da dimenticare in fretta».

Poi conclude: «Alla luce della delibera dell’organo straordinario di liquidazione, abbiamo prontamente dato mandato di ricorrere, al Consiglio di Stato, contro la deliberazione di dissesto economico del comune e, in aggiunta, reputiamo alquanto opportuno ed indispensabile organizzare, per Domenica pomeriggio, un incontro pubblico con tutta la cittadinanza, per esprimere lo sdegno e la nostra forte preoccupazione per le sorti del Paese e per chiedere al sindaco Ramundo dimissioni immediate ed irrevocabili».

Pubblicato in Alto Tirreno
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