BANNER-ALTO2
A+ A A-

Ecco le richieste del procuratore generale della Corte d’Appello Salvatore Di Maio.

Per il tecnico comunale Antonino Amato: assolto in primo grado, la richiesta in Appello è di una pena pari a 6

 

anni, la stessa richiesta formulata in I grado dal Pm Luberto.

Per l'imprenditore Nicola Balsebre, condannato a 5 anni in I grado, il Pg Di Maio ha chiesto la conferma della decisione del Tribunale di Paola.

Per il tecnico comunale Pierpaolo Barbarello, condannato in I grado a 2 anni, il Pg Di Maio ha invece presentato un “conto” più salato: 2 anni e 9 mesi e una multa pari a 2.600 euro. La procura catanzarese intravede l'aggravante del reato contestato.

Per l'ex sindaco di Scalea, Pasquale Basile, sono chiesti 15 anni ed 8 mesi, 8 mesi in più in riferimento al reato di corruzione.

Per il tecnico comunale Giuseppe Biondi, viene chiesta la conferma della condanna in I grado a 4 anni.

Per l'architetto Vincenzo Bloise, condannato in I grado a 4 anni, vengono chiesti 7 anni.

Per l'ex vicesindaco, Maurizio Ciancio: assolto dal Tribunale di Paola, secondo il Pg della Corte d'Appello sono chiesti 1 anno e 6 mesi e ad 800 euro di multa.

Per l'imprenditore Santino Crisciti, assolto dal tribunale di Paola, sono chiesti 4 anni e 4 mesi.

Per l'imprenditore Luigi De Luca, condannato a 8 mesi in I grado, il PM Di Maio ha chiesto 14 anni di reclusione ed il pagamento di 13mila euro di multa, per la vicenda del presunto sequestro di persona.

Per Francesco De Luca, condannato a 6 mesi dal tribunale paolano, la richiesta del Pg è di 5 anni di reclusione.

Per Giuseppe Forestieri, ex assessore, secondo l'accusa della Corte d'Appello assolto dal tribunale di Paola sono chiesti 1 anno e 6 mesi di reclusione.

Per l'avvocato Mario Nocito, uno dei principali indagati dell'operazione Plinius, la richiesta è di 15 anni e 6 mesi, un aumento rispetto ai 15 anni decisi dal collegio del tribunale di Paola.

Per Giovanni Oliva, ex comandante della Polizia municipale, assolto in I grado, il Pm Di Maio, ha chiesto 2 anni di reclusione.

Per i tre imprenditori balneari: Antonio Vaccaro, Luigi Bovienzo e Pino Manco, assolti in primo grado, la richiesta del Pg è una pena pari a 2 anni e 4 mesi.

Restano immutate le richieste per gli altri imputati;

l'imprenditore Agostino Iacovo: 4 anni e 8 mesi;

l'imprenditore Corrado Lamberti: 4 anni 6 mesi;

l'imprenditore Riccardo Montaspro: 9 anni 3 mesi;

Eugenio Occhiuzzi: 4 anni 6 mesi;

l'imprenditore Rodolfo Pancaro: 3 anni 3 mesi;

l'imprenditore: Angelo Silvio Polignano: 5 anni;

l'imprenditore, Francesco Paolo Pugliese: 5 anni;

Cantigno Servidio: 12 anni;

Alvaro Sollazzo: 11 anni 4 mesi;

Mario Stummo: 14 anni;

l'imprenditore Marco Zaccaro: 9 anni;

Giuseppe Zito: 10 anni 4 mesi.

Pubblicato in Alto Tirreno

Ennesima storia di violenza contro una donna. 
E’ successo a Scalea. 

Vittima delle violenze una donna 33enne.

Il marito di 43 anni, di professione muratore, tornato a casa ha iniziato a inveire contro la donna minacciandola ripetutamente e colpendola con calci e pugni.

 

L’uomo successivamente ha cacciato la donna di casa spintonandola lungo due rampe di scale e facendola rovinare a terra.

La vittima, scappata in strada, ha chiamato il numero di pronto intervento 112 permettendo ai Carabinieri di intervenire tempestivamente e di fermare l’uomo che nel frangente si era chiuso all’interno della propria abitazione.

La donna, trovata per strada vestita solo dell’accappatoio, ha denunciato ai militari dell’Arma che da tempo subiva i maltrattamenti del marito.

 

Anche qualche giorno prima il marito l’aveva picchiata colpendola ripetutamente al volto.

La donna era costretta a subire, per vergogna e paura del marito.

Trasportata presso il pronto soccorso dell’ospedale di Cetraro è stata riscontrata affetta da varie escoriazioni giudicate guaribili in giorni 20.

L’uomo è stato arrestato con l’accusa di lesioni personali e maltrattamenti in famiglia.

L’uomo, è ora in attesa di direttissima.

In questo caso si tratta di un rumeno.

Pubblicato in Alto Tirreno

Sembra una“storia” infinita quella del Consorzio di Bonifica dei bacini del Tirreno.

 

Una storia piena ricorsi al TAR.

Ma l'ultima decisione del Tar che ad una prima lettura distratta di alcuni aveva fatto cantare vittoria al precedente gruppo dirigenziale, sembra invece dar ragione al commissariamento dell'ente deciso dalla Regione Calabria.

 

“Il Tribunale amministrativo regionale per la Calabria, Sezione Seconda, si è pronunciato definitivamente sul ricorso e lo ha accolto parzialmente.

Ad appellarsi alla Giustizia amministrativa: Vincenzo Aloise, Ciriaco Campilongo, Antonio D'Angelo, Marcello Durante, Francesco Filippo, Agostino Fortunato, l'ex presidente Davide Gravina, Elisa Guzzo Bonifacio, Gennaro Licursi, Antonio Miceli, Francesco Perrone, Anselmo Sangiovanni, Michele Vadacchino, Ottavio Zicarelli, Pietro Santo Molinaro, contro la Regione Calabria.

 

Si chiedeva l'annullamento della deliberazione della Giunta Regionale della Calabria del 24 febbraio avente ad oggetto lo scioglimento degli organi amministrativi del Consorzio di Bonifica Integrale dei Bacini del Tirreno Cosentino; ed il decreto del Presidente della Giunta regionale del 29 marzo e del verbale di insediamento del Commissario Straordinario del 31 marzo.

Il Tar ha solo parzialmente annullato la delibera della Giunta regionale del 24 febbraio sullo scioglimento degli organi amministrativi.

Le delibere della deputazione sono state approvate senza il previsto visto di regolarità contabile del Responsabile di Ragioneria, nonché in assenza di un membro del Collegio dei Revisori dei Conti.

I ricorrenti ritengono che il prescritto visto di regolarità contabile è unicamente previsto per talune materie e che tutte le Deliberazioni oggetto di censura da parte della Regione Calabria non riguardano tali materie.

Per il Tar, il motivo è infondato stante il chiaro tenore della legge regionale: “Su ogni proposta di deliberazione deve essere chiesto il parere in ordine alla regolarità tecnica e contabile. I pareri, compreso quello del Collegio dei Revisori dei Conti, se ed in quanto richiesto dalle vigenti disposizioni di legge, sono inseriti nella deliberazione”.

Il piano di organizzazione variabile è divenuto pienamente operativo solo all'indomani della sentenza Tar del 13 gennaio 2016, e che quindi non sarebbe stato possibile per la nuova amministrazione fare luogo all'adozione del Piano di Organizzazione Variabile alla data del 9 dicembre 2015.

 

Per il Tar, la censura è infondata.

“E’ incontestato che a seguito dell’annullamento da parte della Regione del P.O.V. approvato dal Consorzio con la Deliberazione commissariale del 14 gennaio 2014 n.948, il Consorzio è rimasto privo del regolamento organizzativo degli uffici e del lavoro e, ciononostante, la nuova amministrazione consortile a tutt’oggi non ha provveduto alla redazione del nuovo piano, sebbene siano decorsi diversi mesi dal suo insediamento”.

Il Collegio ritiene che l’annullamento in autotutela, avvenuto dopo la sentenza del Tar del 5 dicembre 2014, di tutte le deliberazioni assunte con la presenza di soli due membri, non recide la grave irregolarità e illegittimità costituita dall’assunzione delle deliberazioni, dopo l’intervenuta sentenza del TAR che aveva invalidato le elezioni nella terza sezione di contribuenza, con la presenza di soli due membri rispetto ai cinque previsti e in violazione di quanto disposto dallo Statuto Consortile.

La censura, dunque, deve essere disattesa.

Il Tar si esprime sul rigetto delle dimissioni del Direttore Generale; tale rigetto ha consentito allo stesso di rimanere nella identica posizione e non ha prodotto alcun effetto sanante delle illegittimità contestate dalla Regione nella comunicazione dell’01 settembre 2015 ovvero la mancanza del requisito culturale per assumere e rivestire l’incarico.

La doglianza, pertanto, non ha alcun pregio. (MC Scalea)

Pubblicato in Alto Tirreno

Nel pomeriggio di ieri, 28 ottobre, i Carabinieri della stazione di Paola hanno arrestato un 39enne di Scalea, celibe, disoccupato, sottoposto alla sorveglianza speciale di pubblica sicurezza, per rapina ai danni di un esercizio commerciale.

 

Erano da poco trascorse le due di pomeriggio quando entra in un esercizio commerciale in pieno centro a Paola.

Sin da subito, si è dimostrato poco interessato agli acquisti.

 

Il 39enne, infatti, si è diretto verso del commesso, nonché titolare del negozio, lo ha dapprima minacciato per farsi consegnare il denaro, successivamente lo ha più volte colpito a pugni in faccia e, poi, ha rapinato la somma di 200 euro in contanti, contenuta in una borsa accanto al registratore di cassa.

 

L’uomo, recuperata una stampella che aveva lasciato fuori al negozio, si è allontanato di lena per le vie del centro.

Il titolare del negozio, subita la rapina, ha chiamato i Carabinieri della Compagnia di Paola per denunciare l’episodio; sul posto è giunta immediatamente una pattuglia della Stazione Carabinieri di Paola che ha raccolto le prime informazioni sul rapinatore e diramato un identikit.

L'immediata nota di ricerca del rapinatore è giunta anche ai Carabinieri che effettuano servizio di assistenza alle aule giudiziarie presso il Tribunale di Paola.

 

I militari nel Tribunale hanno riconosciuto tra le persone presenti nel palazzo di Giustizia il presunto autore della rapina: vi era esatta infatti corrispondenza fisica, nei vestiti, nonché il particolare della stampella.

Il 39enne in questione era in Tribunale con il suo avvocato in attesa che venisse celebrato il processo penale che lo vedeva come imputato.

L’uomo è stato pertanto arrestato dai carabinieri della locale stazione e condotto nella caserma di Paola per i necessari approfondimenti della vicenda.

Successivamente è stato tradotto nel carcere di Paola in attesa di giudizio.

Dovrà rispondere di rapina ai danni di esercizio commerciale.

Pubblicato in Alto Tirreno

Un 23enne incensurato di Cetraro aveva impiantano una piantagione di marijuana nella zona del fiume Lao.

La piantagione era costituita da ben 230 piante dell’altezza media di 2,50 metri.

La piantagione era occultata in un canneto.

I carabinieri del Nucleo operativo e radiomobile di Scalea , coordinati dal capitano Alberto Pinto, durante un servizio finalizzato alla repressione dello spaccio di sostanze stupefacenti, hanno effettuato una perlustrazione nell’area boschiva alla periferia della cittadina tirrenica scoprendo la piantagione.

E’ seguito un costante e prolungato servizio di osservazione, con i militari nascosti all’interno della vegetazione, fino a quando è stato visto il giovane entrare nel canneto con un seghetto per effettuare il taglio delle piante .

Secondo i militari la marijuana era destinata a rifornire le principali piazze di spaccio dell’alto Tirreno cosentino.

Il raccolto avrebbe permesso di trarre un illecito profitto di circa 500mila euro

Il giovane, visti i militari, ha cercato invano di darsi alla fuga, gettandosi nelle acque del vicino fiume Lao, ma è stato fermato dai Carabinieri che hanno circondato tutta la zona.

L’arrestato è stato tradotto presso il proprio domicilio, a disposizione della competente Autorità giudiziaria.

L’ulteriore attività di perquisizione ha permesso di rinvenire e sequestrare anche 40 chilogrammi di stupefacente già essiccato, pronto per la vendita al dettaglio.

Pubblicato in Alto Tirreno

Erano le ore 13.00 circa di ieri 5 agosto.

Il sole picchiava su persone e cose.

La giovane I.D.G. di 25 anni stava per attraversare la SS18 passando sulle strisce pedonali

 

In quel momento transitava anche un furgone condotto da S.M., del posto, che la urtava facendola cadere per terra.

 

Il conducente si fermava e prestava soccorso.

 

Altrettanto facevano alcuni passanti.

 

Immediato l’intervento del 118 che riscontrava un forte trauma alla caviglia destra ed anche un trauma cranico dovuto al colpo che la giovane ha subito finendo sull'asfalto.

 

La donna è stata trasportata d'urgenza all'ospedale di Cetraro.

 

Sono intervenuti, per i rilievi, i carabinieri di Scalea e la Polizia Stradale.

Pubblicato in Alto Tirreno

Massimo Emiliano Perrotta, 38enne, sorvegliato speciale con obbligo di soggiorno, era uscito dal carcere da meno di 48 ore:

E' stato arrestato dai Carabinieri  per violazione delle prescrizioni della misura di prevenzione della sorveglianza speciale con obbligo di soggiorno.

L’uomo si era recato nell’esercizio di un commerciante con lapretesa di ricevere dei soldie, non avendo ottenuto il denaro richiesto, si era allontanatodal negozio promettendoritorsioni nei suoi confronti.

Ma il commerciante ha chiamato il 112, ed i Carabinieri del N.O.R.M. di Scalea sono riusciti a identificare l’uomo responsabile di una tentata estorsione e rintracciato nella stessa serata presso la sua abitazione,il 38enne è stato non solo arrestatoper violazione delle prescrizioni della misura di prevenzione della sorveglianza speciale con obbligo di soggiorno e tradotto presso la Casa Circondariale di Paola a disposizione dell’A.G., ma anche denunciato per tentata estorsione.

Pubblicato in Alto Tirreno

Siete a chiedervi che cosa sia, vero?

Facile. Una bici elettrica, un uomo ed il suo messaggio.

Si chiama Salvo Mandarà. Armato di microfono e telecamera, sta percorrendo lo stivale in lungo e largo per raccogliere le impressioni degli italiani sui più svariati-temi ,politica, economia, cultura, informazione

Salvo è un ingegnere siciliano che vive in Lombardia.

Egli dopo aver scelto di abbandonare il proprio lavoro, ben remunerato, in una multinazionale, ha deciso di impegnarsi a tempo pieno in quello che fino ad allora era un hobby ,ovvero fare informazione libera , indipendente, senza padroni.

Salvo, ideatore del canale web Salvo5puntozero, sta interpretando il PECOGLIONI TOUR ITALIA , nelle principali 100 città d’ Italia a bordo di una bicicletta elettrica, con l’auspicio di :“fare qualcosa di più di quello che ho fatto finora per contribuire al risveglio collettivo, a partire da me stesso, per fare questo devo andare in mezzo alle persone”.

Quale è il suo obiettivo?

Semplice .Risvegliare le coscienze. “Non sarà un tour elettorale, vorrei dare una scossa alle persone che si avvicinano a questa iniziativa e far capire loro che siamo tutti vittime di una manipolazione dal punto di vista mediatico da decenni e decenni”.

Stamattina è partito da Scalea e nel pomeriggio arriverà ad Amantea

Mandarà è certo che “il sistema” andrebbe quanto meno rivisto: “Siamo sicuri che le tasse siano veramente necessarie per i servizi ai cittadini come ci viene detto tutti i giorni dai media?”.

Qualche dubbio la gente lo ha sul termine “Pecoglione” .

Ma lui dice che la parola “Pecoglione” non contiene nulla di offensivo: “Siamo tutti quanti pecoglioni perché siamo schiavizzati dal regime.”

Ed è per questo che fa un tour per tutta l’Italia con una bicicletta elettrica; poi spiega “Vorrei fare qualcosa di più di quello che ho fatto finora per contribuire al risveglio collettivo, a partire da me stesso, e per fare questo devo andare in mezzo alle persone”.

La commissione speciale di Vigi lanza della regio ne Calabria presi eduta da Ennio Morrone, in rela zione allo stato di agitazione dei dipendenti del Consorzio Valle del Lao di Scalea ha audito il presidente Dott. Davide Gravina ed il Direttore Generale Dott. Pasquale Ruggero e contestualmente il Presidente Prof. Marsio Blaiotta ed il Direttore Generale Ing. Biagio Cataldi, del Consorzio di Bonifica Bacini dello Ionio Cosentino.

 

In entrambi i casi viene lamentato il mancato pagamento di alcune mensilità.

Nella lettera inviata al presidente della Giunta regionale, Mario Oliverio, all'assessore al Lavoro ed alle politiche sociali, Federica Roccisano al Prefetto di Cosenza, Gianfranco Tomao, ai sindacati regionali: Filbi-Uil, Cgil, Cisl; e al Comando Compagnia Carabinieri di Scalea, i dipendenti del Consorzio di bonifica e dei Bacini del Tirreno cosentino ex Valle Lao di Scalea hanno scritto che : “A seguito di un incontro che si è tenuto questa mattina negli uffici del Consorzio di scalea, i dipendenti firmatari della presente, hanno deciso di avviare le necessarie attività per proclamare lo sciopero generale di tutti i dipendenti dell'ente”.

 

E poi hanno aggiunto che “Le condizioni dell'ente risultano essere talmente gravi che non solo non vengono erogati da mesi gli stipendi ai dipendenti, con gravi ripercussioni in ambito familiare, ma altresì non pare essere prospettata alcuna accettabile attività che non sia un chiaro oblio dell’ente tutto delle sue funzioni.

Nonostante gli imponenti sforzi per il recupero dei ruoli pregressi e per il recupero dell'evasione si comunica che gli estremi ed insensati tagli di trasferimento di finanza regionale, hanno reso impossibile il mantenimento della pianta organica e minato gravemente la capacità operativa dell'ente nelle sue funzioni essenziali.

Nonostante quanto rappresentato i dipendenti continuano ad erogare i servizi di sicurezza idraulica, di forestazione e di irrigazione, anche se nulla può essere assicurato in tal senso nell'immediato futuro. Per tali ragioni, - si conclude - è proclamato lo stato di agitazione dei dipendenti dell’ente in vista dello sciopero generale e si invitano le autorità in indirizzo a voler convocare con la necessaria urgenza un “tavolo di crisi” con tutti gli attori essenziali ed utili per la soluzione di quanto sopra, a beneficio del territorio dei consorziati tutti ma anche per la salvaguardia dell’integrità economica dei lavoratori e delle loro famiglie e per la dignità di servitori della comunità quale si onorano di essere”.

 

Il Presidente Prof. Marsio Blaiotta del Consorzio di Bonifica Bacini dello Ionio Cosentino in estrema sintesi, ha chiesto un contributo di 950 mila euro per garantire 55 posti di lavoro.

L’unica cosa che appare certa al momento è che Ennio Morrone audendo Gravina ha sconfessato chi ha tentato di farlo ritenere non legittimato.

Pubblicato in Alto Tirreno

DirezioneNazionaleAntimafiaLa Dna nel febbraio 2016 ha pubblicato la relazione annuale sulle attività svolte dal Procuratore nazionale e dalla Direzione nazionale antimafia e antiterrorismo nonché sulle dinamiche e strategie della criminalità organizzata di tipo mafioso nel periodo1° luglio 2014 –30 giugno 2015.

 

2.1.3. - Circondari di Cosenza e Paola.

Una prima valutazione generale attiene, ancora una volta, alla situazione, assai particolare, relativa agli apparati di polizia giudiziaria, evidentemente sottodimensionati rispetto al territorio in esame, alla sua conformazione, alle gravi infiltrazioni criminali ed ai preoccupanti collegamenti con ambienti politici locali e regionali emersi nel corso delle indagini.

 

§ 2.1.4. - Zona Tirrenica (Paola, Amantea, San Lucido, Fuscaldo, Cetraro e Scalea).

COSCA MUTO E GRUPPI CRIMINALI ATTIVI IN SCALEA

 

In Cetraro (CS) esercita la propria influenza la cosca “MUTO”, che è stata costituita e retta da Francesco MUTO e da suo figlio Luigi MUTO, considerato dagli investigatori l’unica persona in grado di reggere la struttura di ‘ndrangheta al posto del padre. Luigi MUTO è stato scarcerato il 4 aprile 2013.

L’associazione esercita una propria notevole influenza, altresì, nei comuni della fascia costiera dell’alto tirreno cosentino, primo fra tutti Scalea, avvalendosi, in questa circostanza, delle cosche degli “STUMMO” e dei “VALENTE”, ad essa subordinate.

La struttura criminale ha raggiunto un elevato livello di penetrazione anche nelle istituzioni locali,come è stato accertato nell’ambito del procedimento penale n.4991/09 R.G.N.R. (convenzionalmente denominato “PLINIUS”) che, nel luglio 2013, ha condotto all’esecuzione di un provvedimento cautelare nei confronti di 38 persone per associazione mafiosa, tra le quali il Sindaco di Scalea ed altri amministratori e funzionari dell’ente comunale che, così come evidenziato nel relativo capo d’imputazione associativo, avevano subordinato la politica locale ai voleri degli esponenti di vertice delle cosche, spesso determinando l’aggiudicazione degli appalti alle imprese indicate dagli esponenti della ‘ndrangheta.

Il procedimento penale ha ricevuto già un primo riscontro giudiziario con la sentenza emessa il 3 settembre 2015 dal Tribunale di Paola, che ha condannato –fra gli altri –l’ex Sindaco di Scalea, BASILE Pasquale, alla pena complessiva di 15 anni di reclusione.

Allo scopo di definire ulteriormente le condotte realizzate dai gruppi criminali operanti in Scalea, sono state richieste ed ottenute due distinte ordinanze cautelari emesse, lo scorso 15 maggio 2015, nell’ambito dell’indagine convenzionalmente denominata “PLINIUS 2”.

Le ordinanze di custodia cautelare sono state eseguite nei confronti, complessivamente, di 21 indagati, per delitti di associazione di tipo mafioso, finalizzata alle estorsioni, alla turbata libertà degli incanti, per calunnia, violazioni di domicilio ed usura. L’attività investigativa, rappresenta, evidentemente, una naturale prosecuzione di quanto già evidenziato nella precedente attività,“PLINIUS”.

E’ stata individuata una pluralità di estorsioni in danno di diversi commercianti ed imprenditori del luogo, costretti ad elargire, senza alcun titolo, sotto la pressione di atti intimidatori, somme di denaro che variavano in relazione al tipo di attività commerciale o imprenditoriale vessata.

 

Di rilievo, altresì, la turbativa delle aste giudiziarie -in numero considerevole, visto il particolare periodo di crisi economica -finalizzata ad accaparrarsi immobili di rilevante valore, inibendo la partecipazione di altri concorrenti sgraditi all’associazione criminale.

L’indagine ha confermato il livello di infiltrazione raggiunto dai sodalizi ndranghetisti locali, caratterizzati ormai da tempo da un’organizzazione interna strutturata ed efficiente, in grado di

gestire con modalità tipicamente mafiose diversificate attività illecite, in particolare nei remunerativi settori dell’estorsione, dell’usura nonché del reimpiego di capitali illeciti. Ha dimostrato, altresì, l’immediata e purtroppo efficiente riorganizzazione della ‘ndrina scaleota, sotto le direttive di esponenti di spicco del locale ‘ndranghetistico dei “MUTO ”.

Sempre nello stesso ambito, sono in corso indagini circa le responsabilità di numerosi soggetti facenti parte di un sodalizio dedito allo spaccio di stupefacenti che si avvale della collaborazione nelle vesti di canali di approvvigionamento di soggetti contigui alla cosca di ‘ndrangheta “MUTO” di Cetraro.

 

Sono altresì in corso indagini relative alle cointeressenze della criminalità organizzata in ordine al tessuto politico-amministrativo del comune di Santa Domenica Talao.

Le indagini sono state avviate a seguito di atti intimidatori, denunciati in concomitanza con le ultime consultazioni elettorali per il rinnovo del consiglio comunale dell’ente locale, ipotizzando

l’esistenza di un contesto criminale, contiguo alla cosca di ‘ndrangheta “MUTO”, il quale, anche mediante tali atti intimidatori, avrebbe realizzato condotte volte ad ottenere il controllo dell’amministrazione comunale anche con propri “referenti”.Sono in corso, ancora, indagini relative a delitti in materia di armi realizzati nell’area territoriale dell’alto Tirreno cosentinoe ulteriori accertamenti relativi all’infiltrazione della cosca MUTO in altri settori della pubblica amministrazione

 

COSCA SERPA E GRUPPI CRIMINALI ATTIVI IN PAOLA E NEL SUO HINTERLAND.

In Paola (CS) e Fuscaldo (CS), è presente la cosca “ SCOFANO –MARTELLO –DITTO –LA ROSA ”, contrapposta, in Paola, alla storica cosca dei “ SERPA ” ed, in Fuscaldo, al gruppo “

TUNDIS ”.

La cosca “ SCOFANO –MARTELLO –DITTO –LA ROSA” era retta, originariamente, da SCOFANO Mario, referente sulla costa per i clan cosentini.

Attualmente è invece diretta dai fratelli Alessio MARTELLO e Francesco MARTELLO, entrambi figli del defunto Luciano MARTELLO.

Nella sola Paola (CS) opera, inoltre, la cosca dei “SERPA”, contrapposta a quella appena indicata. La cosca “SERPA” era collegata, dal punto di vista criminale, a quella dei “BRUNI” di Cosenza.

Tale ultima associazione criminale è stata tuttavia depotenziata per effetto del provvedimento cautelare emesso, nell’ambito del procedimento penale n.3278/00 R.G.N.R. (convenzionalmente denominato “TELA DEL RAGNO”), il 16 marzo 2012, dal G.I.P. Distrettuale di Catanzaro nei confronti di ben 62 soggetti appartenenti, oltre che al citato sodalizio, anche a gruppi criminali ad esso collegati, primo fra tutti la cosca “BRUNI” di Cosenza ma anche le cosche “LANZINO/RUA’” e “GENTILE” e “BESALDO”, attive in Amantea.

Tale procedimento penale ha ricevuto un riscontro giudiziario di primo grado, con la sentenza resa a seguito di rito abbreviato, il 29 luglio 2013, (attualmente in appello) e con quella, emessa a chiusura del rito “ordinario”, l’11 marzo 2015; è pendente, innanzi alla Corte d’Assise di Cosenza il “ troncone” per i reati di competenza.

Contestualmente è stata altresì proposta una misura di prevenzione personale e patrimoniale nei confronti di SERPA Nella, individuata quale personaggio di vertice dell’omonima cosca, poi condannata l’11 marzo 2015, a 18 anni di reclusione.

La misura è stata disposta, il 15 settembre 2014, dal Tribunale di Cosenza, con provvedimento n.66/14 R.M.P.

In conseguenza di tale provvedimento, la cosca “RANGO/ZINGARI”, come già sopra accennato e come emerso nell’ambito del proc. penale n.484/13 R.G.N.R., ha tuttavia esteso la sua influenza in Paola, demandando il compito di insediarsi sul territorio a FOGGETTI Adolfo, poi divenuto collaboratore di giustizia.

 

COSCHE ATTIVE IN AMANTEA

Il territorio di Amantea (CS) è interessato dalla presenza di due gruppi criminali distinti, “ GENTILE -GUIDO-AFRICANO” e “ BESALDO”, attualmente non in conflitto per effetto di un tacito Accordo e, anzi, in cointeressenza in numerosi settori illeciti.

Le due associazioni criminali sono state indebolite per effetto di alcune misure cautelari e delle conseguenti condanne pronunciate nell’ambito del procedimento penale n.527/06 R.G.N.R. (convenzionalmente denominato “NEPETIA/ENIGMA ”), tanto che gran parte degli esponenti di vertice del sodalizio risulta tuttora detenuta, primi fra tutti GENTILE Tommaso e BESALDO Pasqualino.

 

Ulteriore momento di contrasto si è avuto, altresì, nell’ambito del proc. penale n.3278/00 R.G.N.R. già sopra menzionato, che ha visto coinvolti personaggi appartenenti al sodalizio.

Sono in corso attività che si prefiggono l’obiettivo di individuare le nuove “leadership” sul territorio e, nel medesimo contesto, si stanno verificando le dinamiche conseguenti ad una serie di atti intimidatori subiti dagli amministratori comunali del centro.

Pubblicato in Primo Piano
Pagina 4 di 8
BANNER-ALTO2
© 2010 - 2021 TirrenoNews.Info | Liberatoria: Questo sito è un servizio gratuito che fornisce ai navigatori della rete informazioni di carattere generale. Conseguentemente non può rappresentare una testata giornalistica in quanto viene aggiornato senza alcuna periodicità predefinita. Non può, pertanto, essere considerato un prodotto editoriale ai sensi della legge 62 del 7 marzo 2001. L'Autore del sito non è responsabile dei commenti inseriti nei post o dell’utilizzo illegale da parte degli utenti delle informazioni contenute e del software scaricato ne potrà assumere responsabilità alcuna in relazione ad eventuali danni a persone e/o attrezzature informatiche a seguito degli accessi e/o prelevamenti di pagine presenti nel sito. Eventuali commenti lesivi dell’immagine o dell’onorabilità di persone terze non sono da attribuirsi all’autore del sito, nemmeno se il commento viene espresso in forma anonima o criptata. Nei limiti del possibile, si cercherà, comunque, di sottoporli a moderazione. Gli articoli sono pubblicati sotto “Licenza Creative Commons”: dunque, è possibile riprodurli, distribuirli, rappresentarli o recitarli in pubblico ma a condizione che non venga alterato in alcun modo il loro contenuto, che venga sempre citata la fonte (ossia l’Autore). Alcune immagini pubblicate (foto, video) potrebbero essere tratte da Internet e da Tv pubbliche: qualora il loro uso violasse diritti d'autore, lo si comunichi all'autore del sito che provvederà prontamente alla loro pronta. Qualunque elemento testuale, video, immagini ed altro ritenuto offensivo o coperto da diritti d'autore e copyright possono essere sollecitati inviando una e-mail all'indirizzo staff@trn-news.it. Entro 48 ore dalla ricezione della notifica, come prescritto dalla legge, lo staff di questo Blog provvederà a rimuovere il materiale in questione o rettificarne i contenuti ove esplicitamente espresso, il tutto in maniera assolutamente gratuita.

Continuando ad utilizzare questo sito l'utente acconsente all'utilizzo dei cookie sul browser come descritto nella nostra cookie policy, a meno che non siano stati disattivati. È possibile modificare le impostazioni dei cookie nelle impostazioni del browser, ma parti del sito potrebbero non funzionare correttamente. Informazioni sulla Privacy