Quant’eri grande tu, mio Cincinnato,
che ricevesti in candido vestito
i sacri ambasciatori del Senato,
che a te il potere offrivano su Roma!
Quanto era grave il carco tu sapevi,
ma lo accettasti in animo severo.
Ora i novelli, che la Capitale
reggono, sporchi sono dentro e fuori.
Pronti a sorrisi finger per le vie,
mano tenendo ascosa che ha ghermito
denaro ai cittadini destinato,
dai luridi misfatti traggon vanto.
Ma fors’è a Roma alcun ch’ è Cincinnato
ignoto, che tra i colli ancor s’aggira.
Ovra incompreso da color cui vuole
giustizia dare, la città pulire.
Gli è certo avverso chi voléa frodare
tenendo la città nel malaffare,
e, nuovo Brenno, assedia il Campidoglio
con grave brando in mano e con parola
ch’è pari a greve palla di cannone.
Per questo occorre aiuto al difensore.
Mòvasi il maggior colle a sostenere
l’ovra che al fin prefisso ha d’arrivare!
Roma, 7 dicembre 2014 Franco Pedatella
(Testo ispirato dall’inchiesta giudiziaria “Mafia Capitale”)