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San Pietro in Amantea Usanze – Tradizioni – Mestieri di altri tempi

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Eccovi l’ultima fatica di Francesco Gagliardi San Pietro in Amantea –Usanze – Tradizioni – Mestieri di altri tempi – Calo demografico– Paese in lenta agonia.

 

 

 

Sarà presentato prossimamente il nuovo libro scritto dal maestro Francesco Gagliardi: San Pietro in Amantea, Usanze-Tradizioni-Mestieri di altri tempi- Calo demografico- Lenta agonia. In questo libro Francesco Gagliardi racconta la storia come tanti suoi paesani hanno vissuto la loro lontana giovinezza in un contesto culturale e produttivo ormai scomparso e cancellato dalla tecnologia. La loro esperienza non esiste più. Essi potranno ritrovare una realtà completamente differente, che non possono riconoscere, poichè è estranea al loro concreto passato. Il maestro Gagliardi in questo suo ultimo libro ha saputo concretamente costruire il ricordo della loro immaginazione con la più appassionata speranza e di rendere vive ancora delle esperienze lavorative che non esistono più e che costituiscono il sofferto rammarico di non poterle rivivere. Ti fa gustare la gioia di una vita che il cosiddetto progresso ha cancellato persino dalla memoria. Ad abbellire le molteplici e varie situazioni fanno bella mostra di sè delle fotografie a colori, che ritraggono e illustrano la visione e il contenuto delle molteplici e diverse problematiche trattate.

Ed eccovi la Introduzione di Domenico Ferraro

“E’ vero! La situazione sociale e antropologica nei paesi della Calabria è vissuta nella più sofferta solitudine. L’abbandono è reale. San Pietro in Amantea ne può rappresentare la loro più completa esperienza. La povertà è stata lo stimolo a ricercare il benessere in paesi lontani.

Il ritorno non è facile per tutti. Solo i più fortunati possono d’estate partecipare alle feste patronali. La maggioranza sogna un ritorno immaginario. I giovani sperano di coronare il desiderio e la curiosità di conoscere la località di provenienza dei propri genitori. San Pietro in Amantea può costituire il simbolo disperato di una Calabria, che vive sparsa nel mondo, estranea alla cultura della nuova residenza, ma sospinta a vivere nell’immaginazione la tradizione antropologica, che ne forma la sostanza e lo spessore della loro personalità.

L’autore ha saputo costruire il sogno di tanti suoi conterranei. Anche lui ha sperimentato la sofferenza dell’emigrante. Ma,poi, ha avuto la fortuna e il desiderio struggente del ritorno e l’ha potuto realizzare.

In questo libro racconta la storia come tanti suoi paesani hanno vissuto la loro lontana giovinezza in un contesto culturale e produttivo ormai scomparso e cancellato dalla tecnologia. La loro esperienza non esiste più. Essi potranno ritrovare una realtà completamente differente, che non possono riconoscere, poiché è estranea al loro concreto passato. Gagliardi ha saputo concretamente costruire il ricordo della loro immaginazione con la più appassionata speranza e di rendere vive ancora delle esperienze lavorative, che non esistono più e che ne costituiscono il sofferto rammarico di non poterle rivivere. Ti fa gustare la gioia di una vita, che il cosiddetto progresso, ha cancellato persino dalla memoria.

Per ricordare il passato, si sofferma a descrivere gli antichi mestieri, i valori tradizionali, i costumi della gente, i comportamenti nei rapporti sociali, le caratteristiche degli attrezzi di lavoro. Tratteggia la fisonomia e la personalità dei protagonisti. Aleggia sui ricordi un alone di nostalgia e di appassionata poesia. Ti fa vedere la vita di tutti i giorni come viene impiegata. Ti conduce per mano a rivedere come si svolgevano i mestieri, i vari e molteplici lavori artigianali ed agricoli, come producevano gli oggetti d’uso, gli strumenti di lavoro, attrezzi d’ogni genere e specialità. In questi impegni intravedi una vivace attività lavorativa, che costituiva l’essenza stessa della loro sofferta esistenza. La vitalità del ricordo è realizzata attraverso la conoscenza diretta di ciò che rimane della cultura materiale e del dialogo delle persone anziane.

Ti accorgi come l’autore vive il tempo decorso con nostalgia, pregna di tanta poesia. La descrizione degli ambienti è minuziosa, particolareggiata. Non sfugge alla sua attenzione l’impegno degli operatori. Hai l’impressione che nella descrizione ti faccia rivivere gli attimi di quelle esperienze. Anche lui pregusta il passato con nostalgia, poiché ha la memoria di ricordare in modo specifico e preciso le persone, il loro soprannome, il loro linguaggio,il loro modo d’essere, le caratteristiche della loro personalità. A lui non sfugge nulla che possa essere interessante. Ti fa immergere in una realtà, che diventa immaginazione, sospiro, desiderio. Rivivi con lui la ricostruzione di una esperienza concreta esistenziale, che non esiste più. Ma il solo ricordo ti catapulta in un mondo dove tutto è creazione personale, è intelligenza viva, è attuazione fantasiosa, oggi inimmaginabile. Tutto era espressione della propria personalità. Rivivi gli antichi lavori delle donne in casa, in campagna, nei boschi. Percepisci come l’autore partecipi alla descrizione della vita decorsa con la nostalgia di chi la ripercorre idealmente con vivacità di pensiero, di desiderio sofferente. Egli ne esalta la bellezza e si rammarica che il progresso l’abbia distrutta.

Il realismo descrittivo lo sospinge ad individuare le persone non solo con il loro nome e cognome, ma, anche, con la caratteristica specifica con cui erano conosciuti da tutti i compaesani. Ne risultano personalità straordinarie, non solo per quello che facevano, che operavano,ma,anche, per la caratteristica del loro comportamento, del loro atteggiamento, del loro linguaggio. Tutti sono descritti e presentati con meticolosità e chiarezza fotografica, di modo che si ha un ambiente paesaggistico e una comunità di personalità sui generis.

Francesco Gagliardi possiede la capacità linguistica di vivificare e vivacizzare attività e mestieri artigianali, che l’industrializzazione ha distrutto completamente e definitivamente. Sono state cancellate dal maldestro progresso lavori, che costituivano non solo l’impegno produttivo delle persone, ma, anche, lavori artistici che l’uomo del passato ha saputo costruire con la sua arte artigianale. Oggi, sono ammirati come vere opere d’arte di finissimo pregio e di valore inestimabile e molti di essi sono sospiratamente ricercati come testimonianza della vita passata o come reperti di cultura materiale conservati nei musei. L’autore descrive con precisione ogni piccolo risvolto di un lavoro, di una attività, degli attrezzi utilizzati, te ne fa vedere i modi come è stato realizzato, la materia di cui è composto, l’uso che se ne faceva. Da tutto ciò si evince anche la psicologia dell’autore, l’interesse che l’ha spinto a produrre un suo manufatto. Vedi in ciò tutto un trascorso, che non si potrà più ripetere. La nostalgia, che percepisci, ti sospinge ad immaginare una realtà che fu storia vera, che non si potrà più riattuare, poiché l’uomo e la sua vita non possono essere riciclati. Il riconoscimento delle persone avviene mediante un nomignolo, che ricorda la loro specifica caratteristica lavorativa, oppure la personalità che esprimevano nella vita sociale dell’ambiente o nel modo espressivo del loro linguaggio. Gagliardi ti rappresenta i suoi compaesani come effettivamente e realmente erano, come vivevano, come parlavano, come agivano. Li fotografa con un linguaggio pittorico, che, oggi, non ritrova riscontri. Inoltre, percepisci la gioia di presentarti un mondo, che lui ha personalmente sperimentato o ha scrupolosamente osservato attraverso il racconto degli anziani o dei suoi antenati. Il passato, così, rivive nel presente, anche se esprime tristezza e melanconia di una convivenza profondamente umana,fatta di rapporti, d’interessi reciproci, di lavori faticosi di tutta la comunità. Ma realizzati con l’entusiasmo e la passione di chi crea ed attua una propria necessità vitale. Vive l’intensità di una esistenza sociale in tutti i suoi risvolti belli e brutti. Non sono esclusi le rivalità, le gelosie, i comportamenti non sempre esprimenti correttezza, ma descritti sempre con fedeltà e precisione di linguaggio.

Gagliardi, anche in questa presente fatica letteraria, ha la capacità di rendere attuale un passato, che rappresenta la storia di noi tutti meridionali e non solo la vita decorsa del suo paese e la sua esperienza personale. Attraverso l’esistenza, i costumi, i valori e le tradizioni di una comunità, si scrive la storia del progresso umano, tecnologico e l’emancipazione di una popolazione, che dal lavoro agricolo manuale, ha raggiunto un significativo benessere.

Il conoscere e il sapere come una volta si viveva e si pensava c’insegna ad apprezzare il nostro presente e a ricordare come eravamo e come il progresso materiale, in modo lento avvince le comunità umane. La descrizione, che Gagliardi fotografa, esprime non solo il ricordo di un costume di vita, ma, anche, la storia di un passato, che ha originato la realtà presente. Egli ha il merito di scrivere non come gli intellettuali di professione, che costruiscono le loro opere attraverso la ricerca e la consultazione di altri trattati similari. Egli,invece, utilizza il vissuto reale come testimonianza delle sue opere, che indicano i comportamenti, i costumi, il linguaggio espressivo e comunicativo. La sua storia assume l’originalità creativa di cui riesce a trasformare il vissuto dei costumi, i valori ideali e le tradizioni avite in linguaggio descrittivo, in pitturazione policromatica e in poesia vivente.

Ad abbellire, inoltre, le molteplici e varie situazioni fanno bella mostra di sé delle fotografie a colore, che ritraggono e illustrano la visione e il contenuto delle molteplici e diverse problematiche trattate. Il suo linguaggio, le sue espressioni, le sue descrizioni assumono una dimensione più complessa e più veritiera della realtà, che riflettano e descrivono. In ciò consiste la bellezza dell’arte comunicativa di Gagliardi. La facilità del linguaggio, sempre aderente alle situazioni, che rappresenta, facilitano la comprensione dei fatti narrati e ne costituiscono la verità storica.

La conoscenza delle nostre tradizioni culturali antropologiche, i comportamenti morali, gli ideali valoriali umani contribuiscono a comprendere la complessità delle problematiche decorse e a individuare i processi, che stimolano l’andamento dell’evoluzione: il passato esiste solo se si accorda con le esperienze del presente e del futuro.

Redazione TirrenoNews

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