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BucaMaltempo, allerta gialla in 19 Regioni italiane tra cui la nostra Calabria. Temperature in calo. Lo scontro tra l’aria polare e quella calda portata da Hannibal può portare piogge intense e grandine, cosa che preoccupa Coldiretti perché potrebbero certamente provocare gravissimi danni all’agricoltura. Molti automobilisti sono stati bloccati lungo le strade allegate e sotto i cavalcavia. Copiose grandinate si sono registrate nel Pavese e nella Bassa Bergamasca con gravi danni e disagi alle persone e alle cose. Ma anche nella nostra Regione Calabra e precisamente lungo la costa Calabra tra Belvedere Marittimo e Amantea ieri sera si è abbattuto un nubifragio di vaste proporzioni allagando strade, scantinati, garage, magazzini e locali commerciali. L’acqua piovana molto copiosa ha invaso le strade, sembravano dei fiumi in piena, provocando alcuni danni. I tombini non hanno retto, non ce l’hanno fatta ad assorbire tutta quell’acqua. La gente ha avuto tanta paura e molti non sono andati neppure a dormire. Ora la situazione è ritornata alla normalità, ma è rimasta davvero molta critica per alcune ore. Frane e smottamenti nel Comune di San Pietro in Amantea lungo la strada provinciale S. Pietro-Amantea in località sotto il cimitero, lungo la SS278 di Potame tra San Pietro e Terrati e lungo la strada interpoderale San Pietro-Sant’Elia in contrada Sciolle. A Belvedere Marittimo, in Amantea e a San Pietro in Amantea le vie e le strade sono state completamente ripulite dal fango, dalle pietre e dai tronchi di alberi, grazie ai Vigili del Fuoco e alle ruspe della Provincia di Cosenza. In Amantea oltre alle strade allagate la pioggia copiosa ha provocato una grossa buca in Via Lavagaenza, immediatamente fatta transennare, causando limitazione al traffico per il restringimento della strada. Su Facebook è apparso questo post:-Anche i rischi per la pubblica incolumità sono crescenti: le strade colabrodo costituiscono un serio pericolo per la collettività e le emissioni tossiche dell’asfalto mettono costantemente a repentaglio la salute dei cittadini-.

Ieri una incredibile, e per fortuna rara, mareggiata ha colpito la costa tirrenica cosentina e parte di quella catanzarese.

Abbiamo spiegato che si è trattato del primo ciclone che si è formato sulla Calabria nord mostrando la stampa dei due cicloni che hanno creato questo evento.

 

Notizie gravi ci giungevano da Nocera Terinese dove vive il nostro amico Giuseppe Ruperto

Il nostro sito era impegnato su Amantea ( mareggiata ed incidenti stradali) e non avevamo foto della vicina località catanzarese.

Nemmeno il tempo di pensare di andare a farle che arriva la telefonata di Luca Guzzo.

I due fratelli cletesi , Luca e Francesco, senza essere nemmeno chiamati indossano la loro divisa della Protezione civile e partono per Nocera Terinese.

E’un bisogno quasi fisico il loro di essere utili a chi ha bisogno.

E lo fanno ogni volta che ne vengono richiesti.

E talvolta anche se non sono richiesti.

E sono loro che ci hanno inviato le foto.

Le loro che operano.

Ma anche quelle di un paese allagato, di attività economiche allagate, di case allagate.

E quelle dei carabinieri e dei vigili del Fuoco..

Uomini delle istituzioni che ci sembra non fossero state nemmeno preavvertite.

Uomini per tuttavia che si sono impegnati per la migliore soluzione possibile.

Era sera quando i Guzzo cacciavano l’acqua dagli esercizi commerciali e quando i vigili del fuoco con idrovore tentavano il difficile lavoro di svuotare ,case, negozi e strade.

Pubblicato in Basso Tirreno

Questa è la lettera che l’ex primo cittadino di Nocera Terinese Fernanda Gigliotti ha inviato al presidente della Regione Mario Oliverio, ai sindaci di Amantea, Falerna e Gizzeria, al commissario straordinario del Comune di Nocera Aldo Calandreillo e al responsabile della Protezione civile regionale Carlo Tansi.

“La violenta mareggiata che stamattina si è abbattuta sulla costa tirrenica e che da Nocera Terinese a Gizzeria ha travolto il lungomare, la strada statale 18, le strade comunali e invaso il centri abitato di Nocera Marina provocando danni ad abitazioni e attività commerciali, al di là di ogni altra spiegazione scientifica e contingente, è la conseguenza dell’avanzamento inarrestabile del mare che sta inesorabilmente riappropriandosi di quelle che fino a quaranta anni fa erano spiagge libere.

Quelle spiagge, tuttavia, negli ultimi quarant’anni sono state edificate, urbanizzate e sono attraversate dalla strada statale 18, una delle arterie più importanti della nostra regione, la cui interruzione segnerà l’isolamento di questo pezzo di Calabria dal resto dell’Italia.

E poiché non possiamo abbandonare ad un tragico ed inesorabile destino i cittadini, le loro case, le strade, le infrastrutture, anche se costruite a troppa poca distanza da quello che un tempo era di proprietà del mare, occorre al più presto che la Regione Calabria intervenga senza ultiore ritardo in questo pezzo di costa e realizzi finalmente gli interventi di mitigazione dell’erosione costiera a cui ha destinato oltre sei milioni di euro.

Oggi è il momento della gestione dell’emergenza, peraltro ampiamente prevista, ma è da oggi che occorre iniziare la gestione ordinaria del nostro territorio, la prevenzione, la difesa che non può, evidentemente, intervenire con quattro massi messi sul lungomare come suggerito da alcuni.

Sono anni che il Comune di Nocera reclama, ed io l’ho fatto ogni giorno della mia sindacatura, la realizzazione di questo intervento che, oltre ad essere ormai necessario ed urgente per la messa in sicurezza della statale 18 e dei centri abitati, è un atto dovuto anche a titolo di risarcimento danni per le attività poste in essere a Nord del Comune di Nocera Terinese, da parte del comune di Amantea, della Regione Calabria e del Ministero delle Infrastrutture, e che hanno fortemente accelerato l’avanzata del mare e i danni conseguenti sulla nostra costa.

Mi riferisco, in particolare, alla costruzione del porto di Campora San Giovanni, alla realizzazione dei pennelli a protezione della statale 18 all’altezza della località Principessa e al Villaggio del Golfo, ai prelievi di sabbia nell’alveo del fiume Savuto destinata all’esecuzione dei lavori di ammodernamento della Salerno-Reggio Calabria che ha impedito per lunghi anni il ripascimento della nostra costa.

Invito ancora una volta (e stavolta non da sindaco ma da privata cittadina che insieme a tutti gli altri noceresi subisce i danni di un ventennio di politica miope, di abbandono della costa, di cementificazione delle aree adiacenti il demanio marittimo) tutti i sindaci in carica dei vicini comuni di Amantea, Falerna e Gizzeria, insieme al commissario straordinario del Comune di Nocera Terinese, dopo l’intervento straordinario in atto della Protezione civile, di richiedere congiuntamente l’intervento ordinario della Regione Calabria che è l’unico Ente che può e che deve intervenire a difesa del demanio marittimo e del nostro territorio con la realizzazione delle opere di difesa della costa e di mitigazione dell’erosione. *Ex sindaco di Nocera Terinese

Ndr Aspettiamo la risposta del sindaco di Amantea dalla forte accusa dell’ex sindaco di Nocera terinese addossa la responsabilità di danni subiti da Nocera Terinese al porto di Campora San Giovanni, alla realizzazione dei pennelli a protezione della statale 18 all’altezza della località Principessa e al Villaggio del Golfo, ai prelievi di sabbia nell’alveo del fiume Savuto destinata all’esecuzione dei lavori di ammodernamento della Salerno-Reggio Calabria che ha impedito per lunghi anni il ripascimento della nostra costa.

Pubblicato in Basso Tirreno

Ha cominciato a piovere nel pomeriggio inoltrato di oggi.

Una pioggia appena avvertita da chi stava in casa.

Abbastanza da chi stava in piazza a sorseggiare una bibita od a mangiare un gelato.

Poi, dopo un po’, la pioggia è cessata

Le donne che non lo avevano già fatto, impegnate come erano a preparare il pranzo per pasquetta, hanno entrato i panni prima che si bagnassero del tutto.

Poi, in serata, altra pioggia e qualche tuono.

Ed ecco i primi allagamenti.

Niente di serio, ma la gente è definitivamente scappata a casa.

Non tutti, però.

Qualcuno ci ha avrebbe provato ma arrivare all’auto era una impresa.

Già piccole piogge, piccoli allagamenti, quanto basta per bagnarsi alla grande.

Pazienza .

Domani sarà un altro giorno e forse potremo fare la pasquetta sperando che fino a domani all’una l’acqua dagli alberi sia caduta e l’erba ed il terreno si siano asciugati.

E poi come dice il proverbio: pasqua bagnata pasqua fortunata.

Oh no, quella è la sposa!

Pubblicato in Cronaca

Oggi 7 ottobre il generale autunno ha fattole prime prove tecniche di pioggia

Una pioggia scrosciante si è imperversata sulla cittadina.

 

Niente di particolare se non fosse stato anche per i tuoni ed i fulmini che hanno accompagnato l’acqua.

Ma nessun problema alla rete fognante.

Nessun allagamento è stato segnalato.

Comunque, un po’ per curiosità, un po’ per mestiere siamo riusciti( bagnandoci, invero) a raggiungere l’auto ed a fare un giro del paese.

Strade bagnate con fiumare di acqua piovana tante, ma allegamento veri e propri nessuno.

Le situazioni più gravi in via Dogana Nord, davanti al fabbricato Osso ( vedi foto), dove le auto sfrecciavano sollevando altissimi schizzi e costringendo gli abitanti a chiudersi in casa per evitare che l’acqua piovana vi entrasse.

 

Senza tralasciare l’incrocio di via Baldacchini con via Dogana, un punto da sempre dolente, anche qui con l’acqua che superava il marciapiede.

Qualche problema nei locali del poliambulatorio con l’acqua che entrava dalle finestre.

Insomma tutto sommato nessun problema rilevante.

La rete delle acque bianche ha retto.

 

Un buon segno per il prossimo inverno?

Oggi ha piovuto. Nemmeno tanto, in verità. E anche lentamente, in modo che le acque potessero facilmente raccogliersi ed avviarsi a rifiuto.

Ma non è successo dappertutto.

Per esempio via Ticino e strade attinenti sono rimaste allagate.

Non da acqua soltanto, ma da acqua mista a fogna.

Molta la preoccupazione delle abitazioni con scantinati

“Ma per fortuna che c’è il Riccardo, che da solo gioca al biliardo” , diceva la canzone di Giorgio Gaber; noi invece diciamo : “ Ma per fortuna che c’è il Riccardo, che da solo vale un miliardo”; e Riccardo è Rocco Cima che anche se non è pagato da mesi prende il mezzo attrezzato , raggiunge via Ticino e spurga la rete fino a risolvere il problema del potenziale allagamento degli scantinati di alcune case sottomesse al livello delle strade.

Ma perchè basta una sola piccola pioggia e si rischia l’allagamento delle abitazioni?

A noi sembra il segno della approssimazione con la quale Amantea è stata costruita.

Costruzioni selvagge e senza la preventiva realizzazione delle reti confacenti per dimensioni alle abitazioni programmate.

O forse costruzioni abusive e tali che da non riuscire ad avere i necessari servizi

Ci siamo abituati. Ad Amantea tantissimi mancano i parcheggi, le strade hanno larghezze insufficienti, molti marciapiedi non esistono e quando esistono sono selvaggiamente occupati.

Non è solo un fatto di mancata programmazione urbanistica . Amantea sembra un Far West.

E così stasera ho sentito gente che gridava, che voleva chiamare i carabinieri, forse come estrema ratio ( meno male che ci sono almeno loro) , quasi che taumaturgicamente loro possano risolvere problemi gravi come quelli esistenti, inventandosi anche programmatori urbanistici.

Problemi che vengono a lontano e di cui nessuno è responsabile, perché le cose vanno così anche perché , in fondo, la gente vuole costruire e non tollera che i tecnici privati o del comune suggeriscano od impongano comportamenti corretti.

Mi piacerebbe che una commissione di tecnici valutasse la città ed indicasse gli errori urbanistici, magari anche senza mandare in galera nessuno ma semplicemente facendo l’elenco di chi ha voluto distruggere una città che poteva essere funzionale . Restereste sorpresi.

Una giornata fortemente invernale quella di oggi 27 novembre. La Sila ed il Pollino sono pieni di neve.

 

Risultano imbiancate diverse localita', ma la situazione e' comunque sotto controllo.

La neve che e' venuta giu' nelle ultime 24/36 ore ha comunque provocato disagi.

Ma è il lametino a soffrire i maggiori problemi .

La piana lametina ad iniziare da Nocera Terinese è stata incisa da una violenta burrasca ed i terreni sono allagati.

 

Alcuni torrenti sono esondati, ma per fortuna il fenomeno e' attualmente limitato a zone di campagna.

La stessa cosa per molti fossi di scorrimento che non erano stati puliti

Se ne lamenta Giuseppe Ruperto della Coldiretti

Allagati anche molti sottopassaggi e strade interne.

 

I Vigili del Fuoco che hanno dovuto effettuare diversi interventi di soccorso nei confronti di alcuni automobilisti rimasti bloccati. Vedi foto

Nella foto il sottopasso del rilevato ferroviario in località marina di Nocera Terinese.

Le temperature minime poi restano particolarmente rigide.

Pubblicato in Lamezia Terme

La gente, e noi con loro, dimentica spesso( e come è facile) le cose brutte e preferiamo ricordare feste e festini.

Da un lato è una fortuna perché non sopravvive remmo al dolore, ma c’è chi ne approfitta e poi parla di sfortuna , di impossibile previsione, e chiede anche lo stato di calamità, dimentichi che spesso la vera calamità sono i nostri tecnici e politici.

Facendo come Cassandra abbiamo richiamato le foto del 2006 quando si è allagata anche la SS18 e vi ricordiamo che il clima mediterraneo sta tropicalizzando, da tempo ormai. La temperatura delle acque del mare mediterraneo è in aumento e questo aumento incide sulla temperatura anche sulle terre emerse. Non per nulla lo scorso mese di luglio è stato il più caldo dal 1800.

Anche per questo i ghiacciai e le nevi si sciolgono e il livello medio globale del mare aumenta ed i regimi delle precipitazioni si modificano.

Tante le prove. Le più brutte sono le bombe d’acqua ovvero il fenomeno dei “flash flood“ che è in continua crescita, non solo nel nostro Paesee che stanno facendo danni e, purtroppo, anche morti.

Molti governi si sono trovati a fronteggiare grossi problemi e ingenti danni ed alcuni, come la Gran Bretagna, gli Usa e l’ Australia, sono arrivati all’istituzione di sevizi di “warning”, in grado di mobilitare oltre ai civili, le istituzioni e le organizzazioni, per agire in modo preventivo, in caso di aumenti allarmanti della portata dei corsi d’acqua interessati.

I fenomeni estremi e le anomalie sono in aumento (di frequenza e di intensità) in tutto il mondo: le stesse compagnie di riassicurazione lo denunciano costantemente.

Mariagrazia Midulla, responsabile Clima ed Energia del WWF, afferma: si tratta di fenomeni imprevedibili e pur con i dovuti margini di errore, può essere prevista per lo meno una situazione di allarme.

Gli effetti dei cambiamenti climatici si avrebbero sulle correnti a livello globale, con sconvolgimenti degli andamenti abituali dei ritmi stagionali.

A parte i danni all’agricoltura ed alle perdite delle colture non può essere sottovalutato il problema delle grandi piogge e dei correlati allagamenti di città e terreni.

Secondo i ricercatori del Centro Euro-Mediterraneo sui Cambiamenti Climatici (CMCC) aumenteranno gli eventi estremi, cioè ondate di calore, piogge intense e violente, lunghi periodi senza precipitazioni, cioè fenomeni che si manifestano con una frequenza e un’intensità tali da poter essere definiti eccezionali.

Secondo lo studio i risultati più estremi e più frequenti interesseranno tutta la penisola ed in particolare Veneto, Calabria, Sardegna e Toscana.

Per esempio i nuovi indici studiati sono le “notti tropicali” (Tropical Nights: cioè il conteggio annuale dei giorni con temperatura minima sopra i 20°C) o i “giorni estivi” (Summer days, ovvero il conteggio annuale dei giorni con temperatura massima sopra i 25°C). Per entrambi è previsto un aumento soprattutto per Calabria e Sardegna. In sostanza, dallo studio emerge un generale aumento degli eventi più estremi (giorni con temperature elevate e giorni consecutivi senza piogge) e una diminuzione degli eventi meno estremi.

In questo quadro come dimenticare l’anossia che ha ucciso più di 200 tonnellate di pesce nella laguna di Orbetello, dovuta a temperature dell’acqua che hanno superato i 34 °C, o l’allagamento di Firenze, anche se sono caduti –solo- 58 millimetri di pioggia in sole due ore.

Di eventi similiari anche recenti potremmo fare un elenco lunghissimo. Basterà ricordare ai nostri lettori Genova, Catanzaro, Rossano, Corigliano, eccetera

Ma vogliamo riferirci a Pisa dove in sole tre ore, dalle 4 alle 7 del mattino sono caduti 150 millimetri di pioggia, e sulla Costa Azzurra dove, sempre in 3 ore sono caduti180 mm di pioggia, e chiederci: cosa succederebbe ad Amantea se in tre ore cadessero 150/180 mm di pioggia? Quali zone si allagherebbero?

Ricordiamo che 1 mm di pioggia equivale a 1 litro d'acqua caduti su una superficie di 1 m².

Per un ettaro equivale, quindi, a 10 mila litri, cioè a 10 mc

Per un kmq equivale ad 1 milione di litri, cioè 1000 mc.

Sono quantità impressionanti, evidentemente.

Ora le acque possono essere in parte assorbite dai terreni, in particolare se sabbiosi, o scorrere sulle strade quando cadono sui tetti, sulle aree cementate e sulle strade stesse.

E da qui essere avviate a mare, se ci sono idonei canali di scolo e se questi funzionano a dovere .

Esaminiamo il problema dei fiumi:

  1. Il Catocastro. Non si ha memoria di esondazioni anche quando le piogge sono state intense, ma non sappiamo come adempirebbe oggi al suo dovere in presenza di una bomba d’acqua che non abbiamo mai avuto. La larghezza del letto del fiume ci tranquillizza, l’altezza dei ponti della SS18 e della Ferrovia altrettanto, mentre qualche problema lo avvertiamo per i ponti di Chiaia e della strada provinciale 247 proprio perché potrebbe determinarsi l’effetto diga per la caduta dei grandi alberi che riempiono il fiume e per il loro trascinamento verso le pile dei ponti. Gli alberi, in sostanza, sono il primo pericolo. Un secondo pericolo potrebbe essere rappresentato da una forte mareggiata che imperversi mentre giunge a mare la piena.
  2. Il Santa Maria. Questo corso ha avuto diverse esondazioni lato nord . Poi vennero realizzati i muri antiesondazione , molto alti a monte e sufficienti a valle. Il corso però è breve e non ci sembra tale da creare molte preoccupazioni. Problemi potrebbe derivare dal ponte della SS18 che è molto basso e dallo sfaldamento delle zone collinari che sono fortemente fragili e che potrebbero crollare sul suo letto creando un vero e proprio lago.
  3. Il Calcato. Questo corso ha un bacino limitato che determinerebbe comunque una scarsa portata idrica . E’da ritenere quindi molto difficile la sua esondazione.
  4. Il Colongi. Il problema di questo corso d’acqua è che la gran parte dei terreni laterali sono più bassi del suo letto e che, in teoria, una sua esondazione allagherebbe quasi un centinaio di abitazioni ; la qual cosa è resa difficile dalla presenza di alti muri antiesondazione.
  5. L’Oliva. Ha un grande bacino imbrifero, ancora più grande del Catocastro, e quindi almeno in teoria le piene potrebbero essere rilevanti :osta a possibili esondazioni il suo amplissimo letto. Il punto di maggiore fragilità è il ponte sulla SS18 che è di altezza insufficiente e3 che potrebbe determinare un effetto diga in presenza di grandi alberi trascinati dalle piene. La zona meno protetta è quella a nord, verso Coreca.

Tanto posto, le zone sicure dal punto dell’allagamento sono naturalmente quelle più alte ( Catocastro, Centro storico, Piazza, Macello, Via San Bernardino, Via Nazionale , vecchia SS18)

Protette sono anche alcune parti della quartiere zona di Santa Maria, via Torino, via R. Mirabelli, Via Dogana (lato sud).

Ed ovviamente gran parte di Campora SG

Tutto il resto è a rischio di ruscellamento delle acque piovane che potrebbe non solo entrare nelle abitazioni ma anche allagare le aree più basse.

I ruscellamenti potrebbero verificarsi su tutte le strada in pendenza ( Via Indipendenza, Via Nazionale, Via R Mirabelli, via Dogana, corso Italia, via Campania, via delle Ginestre, eccetera) o dove sono presenti corde molli come p.e. a Santa Maria .

Se le acque di Via Indipendenza non saranno interamente canalizzate nel Catocastro c’è il rischio di allagamento di via Dogana Nord.

Problemi, invece, per via R Mirabelli le cui acque giungeranno a piazza Cappuccini dove si congiungeranno con quelle di Via Nazionale per essere raccolte in Via Baldacchini che non è in grado di dare la necessaria risposta. Pacifica l’allagamento degli immobili de “U vicu i l’erba” in passato illogicamente trasformato in strada e dove più recentemente si è ridotto il naturale sfogo a mare. Ne’ aiuta il fatto che la statale sia più alta di via Baldacchini!

Ed ancora non aiuta il fatto che le acque di via Dogana sud finiscano anche esse per ruscellamento verso via Baldacchini. E’ questo uno dei punti più critici del capoluogo.

L’altro punto molto critico è l’incrocio di Via Dogana con via Garibaldi

Ma a rischio allagamento sono tante altre zone e relativi edifici

Non ci stancheremo mai di ricordare che gli antichi capimastri erano molto più attenti che non gli attuali urbanisti.

Via Lava Gaenza scaricava a mare le acque della collina sud di Amantea

Il “ Vicu i l’erba” tale per la presenza di erba, canne dovute all’acqua costante diventava un fiume nel tempo delle piogge

Lungo via della Libertà e via Margherita scendevano fino mare le acque sorgive e piovane: oggi i canali sono avviati illecitamente nella fognatura

Le acque di via nazionale venivano avviate verso mare : oggi dove vanno?

E potremmo continuare

Poi sono arrivati i tecnici che hanno pensato di portare le acque piovane di Via Torino in via Garibaldi solevate da idrovore; un logica che può solo essere definita folle anche per la mancanza di camere di compensazione.

Idrovore che sono fortemente insufficienti, tanto è vero che la pioggia più intensa degli ultimi anni quella del settembre 2009 di soli 70 mm ma in 12 ore fece allagare molte parti della città.

Se il territorio del capoluogo fosse perfettamente piano avremmo 18 cm di acqua dappertutto( 180 mm in tre ore) .

Poichè non lo è le acque scenderanno ed avremo nelle zone più basse oltre 1 metro di acqua che a tal punto si avvierà verso il mare interrompendo la stessa statale 18 forse intransitabile anche ai soccorsi su ruote.

Via Elisabetta Noto

Sottopassaggio SS18

Via Dogana lato Nord

Pubblicato in Politica

C’era un tempo in cui i primissimi giorni di settembre gli operai comunali cominciavano a pulire tutte le griglie ed addirittura si infilavano nei pozzetti e nei grossi canaloni dell’acqua potabile. Era un tempo in cui si aveva forte , anzi massima, attenzione ai possibili allagamenti di case e negozi. Un intervento che permetteva un ottimale e celere deflusso delle acque piovane.

Oggi il territorio è ancora più inciso dalle costruzioni e dalle strade e si sono ridotti i terreni capaci di assorbire l’acqua piovana. E sarà sempre peggio, se è vero che anche il PSC in via di approvazione continuerà a permettere ancora violenza delle poche aree ancora in edificate ed a verde.

E forse, visto quello che succede, pulire griglie e pozzetti non basta

Il 12 settembre scorso non solo si è allagata( come al solito) l’area di via Dogana e Via Garibaldi ma si è formato un vero e proprio fiume come quello che si vede nelle due foto e che chiunq  ue potrà vedere alla fine del Lungomare( villa De Santo) alle prossime piogge in arrivo.

Un fiume di acqua piovana che viene da via Torino e che percorrendo il canalone di via Dogana arriva fino a Via Baldacchini e da qui fino al lungomare tornando poi indietro verso il Santa Maria, in un gioco moderno ma osceno e che costa energia e soldi agli amanteani.

Un gioco che diventerà sempre più pericoloso man mano che si continuerà a costruire senza capire che il rischio degli allagamenti diventerà in questo modo massimo ed inarrestabile.

Pubblicato in Politica

Quest’estate il caldo è stato intenso e fortuna che il mare ha fatto interamente il suo dovere permettendo a chi può favolosi e rinfrescanti bagni in acque azzurre e trasparenti.

Ma la notte tra il 9 ed il 10 agosto non sarà facilmente dimenticabile

Una notte di pioggia intensa, di fulmini e tuoni, ed incomprensibilmente anche di incendi

Allagati i sottopassaggi ferroviari prosciugati poi nella mattinata dall’autospurgo comunale

Allagato l’incrocio di Via Dogana e Via Garibaldi con i soliti problemi al tabacchino di Johnny, le solite auto parcheggiate su Via Dogana riempite di acqua( peraltro sporca di fogna!), l’acqua che ha invaso via Garibaldi che spinta dalle auto entrava nei portoni della abitazioni e nei magazzini più bassi.

Allagata Via Baldacchini in particolare nei pressi dell’incrocio di Via Dogana dove ancora verso le 11 del mattino e dopo l’intervento di Vigili del Fuoco le pompe scaricavano l’acqua ancora presente nei magazzini ( vedi foto)

Una forte puzza di fogna la dove ci sono stati gli allagamenti come se ci fosse una storica commistione delle acque bianche con le acque nere!

Ma sicuramente l’evento più strano è l’incendio del Lido Il gabbiano.

Erano le 05.15 quando è scoppiato. Sicuramente un Corto circuito-ci dicono-. Un incendio che ha divampato con foga incidendo fortemente sulla struttura balneare( vedi foto)

Per fortuna ci dice la proprietà che i Vigili del Fuoco sono intervenuti con la massima tempestività spegnendo le fiamme e salvando una gran parte dello stabilimento balneare che già stamattina ha aperto i battenti garantendo comunque i sevizi ai propri ospiti, un chiaro indizio della professionalità della famiglia che lo gestisce

 

Pubblicato in Primo Piano
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