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Della serie #di tutto e di più#.

Giuseppe Pietropaolo, di 40 anni, e Maria Rosaria Vicchiarelli (36), entrambi di Napoli, hanno riscosso presso distinti Uffici postali due rimborsi Irpef dell'Agenzia delle Entrate, risalenti al 2011, intestati a persone diverse.

Ovviamente si sono presentati agli sportelli con documenti d'identità falsificati.

E così hanno incassato la somma complessiva di oltre 1.600 euro.

Poi si sono recati in un altro ufficio postale dove hanno tentato di farsi pagare 850 euro.

Ma qui hanno trovato un impiegato potale sospettoso che ha chiamato i carabinieri i quali sono immediatamente intervenuti ed hanno arrestato i due.

Dalle perquisizioni sono emersi altri quattro moduli da riscuotere della somma complessiva di 800 euro circa.

E sempre ovviamente altri documenti falsi associati.

Le somme riscosse illegalmente sono state restituite agli uffici postali

I due sono stati arrestati per truffa, sostituzione di persona e ricettazione.

Pubblicato in Cosenza

La polizia lo ha trovato in un albergo. Parliamo, Rinaldo Mannarino calabrese di 50 anni, residente a San Lucido (Cosenza).

 

Era ricercato dalla Procura di Lucca.

Deve scontare un anno e quattro mesi di reclusione per reati contro il patrimonio

L'uomo è stato rintracciato in un albergo nei pressi della stazione di Pisa.

La questura pisana riferisce che l’arresto è stato effettuato «grazie a una segnalazione del sistema informatico degli alloggiati collegato alla Polizia di Stato»

Mannarino è stato trasferito presso il carcere Don Bosco per l'espiazione della pena.

L’ordine di carcerazione era stato emesso dalla Procura di Lucca.

Pubblicato in Basso Tirreno

I carabinieri di Fiumefreddo Bruzio sono costantemente alla ricerca del presunto assassino della povera Maria Vommaro, scomparso sin da subito dopo l’efferato omicidio

Ma non si distraggono da altri obiettivi

Ed infatti nei giorni scorsi hanno effettuato un rastrellamento mirato ad una zona boschiva del comune stesso.

E qui hanno rinvenuto5 alte piante di canapa indiana

Piante alte 1,5 metri e pronte per essere raccolte

Le successive indagini hanno permesso di risalire al proprietario dell’appezzamento di terreno

Si tratta di R.V., un 36enne di Falconara Albanese, pregiudicato e disoccupato che è stato dichiarato in arresto per il reato di detenzione e coltivazione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti .

Nella successiva perquisizione domiciliare infatti venivano rinvenuti altri 60 grammi di Marijuana già essiccata e custodita in vasetti di vetro.

RV è stato condotto ai domiciliari in attesa del giudizio direttissimo previsto per oggi.

Pubblicato in Basso Tirreno

Face book una trappola.

In particolare per i minorenni

Minorenni e minorenne che abboccano all’amo di adulti che le adescano

Un 26enne con face book ha adescato una 14enne e ne ha approfittato sessualmente

Sembrano innocenti i contatti sul social network.

Poi la confidenza, i primi incontri dal vivo.

Infine l’incontro a casa e la violenza

E’ successo a Formia

Il giovane è originario di Napoli, ma domiciliato a Formia

Ad accorgersene i genitori della ragazza preoccupati del suo nuovo comportamento

Parte la denuncia al commissariato di Formia.

Gli uomini del vice questore Paolo di Francia indagano

Poi sottopongono i risultati delle indagini alla magistratura cassinate che spicca a carico del 26enne una ordinanza di arresto, ipotizzando il reato di violenza sessuale.

Pubblicato in Italia

Nel corso di una perquisizione nella sua abitazione, i militari hanno trovato, nel doppiofondo realizzato in un cofanetto in legno, nove dosi di eroina per un peso complessivo di 50 grammi.

E per questo i carabinieri della Compagnia di Cosenza hanno arrestato Amos Zicaro, 25 anni, con l'accusa di detenzione a fine di spaccio di sostanze stupefacenti.

Pubblicato in Cosenza

Ad ottobre del 2013 la prima notizia che la Procura di Ferrara aveva iscritto Clini nel registro degli indagati

L’inchiesta della magistratura iniziava a fare luce sulla fine di fondi ministeriali per 54 milioni di euro destinati per opere di sviluppo nel settore idraulico in Iraq.

Il progetto “New Eden” era partito nel 2003 – quando Clini ricopriva ancora il ruolo di direttore generale del ministero dell’Ambiente – per iniziativa del ministero e dell’americana Iraq Foundation.

Obiettivi del programma di cooperazione: ripristino ambientale, controllo dell’inquinamento e erosione dei corsi d’acqua, riforestazione, protezione della fauna locale nel sud dell’Iraq, controllo dei fenomeni di piena e gestione integrata dei bacini idrografici del Tigri e dell’Eufrate, l’area che la Bibbia identifica appunto con i Giardini dell’Eden.

Insieme a Clini nel registro degli indagati altra persone sospettate a vario titolo di dichiarazione fraudolenta mediante uso di fatture o altri documenti per operazioni inesistenti, corruzione e riciclaggio.

Perquisiti gli uffici del ministero dell’Ambiente, dove è stata acquisita documentazione ritenuta importante ai fini delle indagini, ed i locali di una società di Ferrara, la Med Ingegneria, primo referente tecnico dell’Iraq Foundation per il progetto nell’antica Mesopotamia.

Il progetto “New Eden” aveva tutti i crismi di una riparazione post-bellica. Con “New Eden” gli attori internazionali si proponevamo lo scopo di “restaurare, per quanto possibile, l’ambiente pre-esistente, tenendo conto non solamente degli aspetti meramente ambientali, ma anche di quelli socio-economici”. Un fine nobile, insomma, che si poneva “l’obiettivo di migliorare le condizioni di vita delle popolazioni locali e garantire lo sfruttamento delle immani risorse energetiche disponibili nel sottosuolo”.

Ieri, poi, l’arresto a cura della Guardia di finanza. Nei suoi confronti, e di un imprenditore del Padovano, socio dello studio che ha curato il progetto di bonifica, sono stati disposti gli arresti domiciliari.

Il reato ipotizzato è peculato ai danni del ministero dell'Ambiente.

Indagata anche la moglie di Clini Martina Hauser ed altre 4-5 persone per associazione a delinquere finalizzata alla corruzione con l'aggravante della trans nazionalità.

Sotto indagine anche presunte provviste realizzate tramite progetti per centinaia di milioni realizzati in Cina e Montenegro.

Il sospetto degli inquirenti è che dietro il finanziamento di tali progetti, ottenuti da imprese italiane, ci sia stato un giro di mazzette

Pubblicato in Italia

Tentativi surreali di eludere il problema della contravvenzione e della denuncia. Richiesto delle generalità dice di non sapere chi sia.

La storia è di una semplicità incredibile.

L’Avvocato elude un divieto di accesso e si trova di fronte l’auto dei carabinieri: per non farsi ritirare la patente l’ avvocato di Ottaviano ha tentato di corrompere i due militari con 550 euro in contanti.

L’avvocato del foro di Nola, 44 anni con studio legale a Sant’Anastasia, è stato arrestato per istigazione alla corruzione.

Espletate le formalità di rito, il magistrato ne ha prima disposto gli arresti domiciliari e poi la messa in libertà in attesa di processo. L’avvocato, che non si è mai qualificato come tale, al momento dell’interrogatorio ha finto di essere affetto da amnesia affermando di non ricordare il suo nome.

Nel corso della perquisizione gli uomini del capitano Michele De Riggi e del comandante Tommaso Canino, stupiti, hanno constatato che l’uomo è un noto avvocato del foro di Nola.

Oltre a fingere di aver perso la memoria, l’avvocato, ha affermato che i soldi offerti ai carabinieri servivano per pagare il verbale in contanti alla constatazione dell’infrazione. Questa affermazione non ha fatto altro che aggravare la sua situazione, tanto da convincere il magistrato a convalidare l’arresto.

Essendo avvocato, infatti, deve essere a conoscenza che la legge non consente di pagare le contravvenzioni in contanti ai pubblici ufficiali che provvedono ad elevare la contravvenzione.

Da Il Mattino

Pubblicato in Italia

La Statale 18 è per i calabresi tirrenici la via dell’amore. Su questa arteria lavorano decine e decine di giovani prostitute italiane, europee ed extra europee.

Al massimo, finora, la vecchia ordinanza del sindaco Tonnara ( non più ripetuta da Vadacchino) ma limitata ad Amantea.

Di ieri l’altro invece l’arresto di un venticinquenne bulgaro Stoyanov Stoyan indiziato di sfruttamento della prostituzione.

È stato tratto in arresto dagli uomini della Sezione Investigativa del Commissariato di polizia di Lamezia Terme perché indiziato dei reati di favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione.

Da circa due mesi , infatti, l’attenzione degli investigatori era stata indirizzata su una serie di reati contro il patrimonio, specie furti in esercizi commerciali, commessi lungo i paesi della costa tirrenica lametina.

“Nel corso delle indagini veniva eseguito attento monitoraggio di una serie di personaggi di nazionalità bulgara stabilitisi nel comune di Gizzeria e sospettati anche di far parte di una banda dedita ai furti.

Gli appostamenti hanno consentito di appurare che un gruppo di bulgari gestiva in maniera sistematica le attività di prostituzione lungo la SS 18, accompagnando le donne sul posto, compiendo attività di vigilanza nei pressi dei luoghi e provvedendo al prelievo delle donne. Tutte le attività di indagine svolte di pedinamento ed osservazione venivano documentate con foto e riprese video che testimoniano la sistematicità nella gestione dell’attività illecita.

Nella serata di ieri lo Stoyan, già identificato in più occasioni nel corso delle indagini, è stato bloccato nei pressi di località Torrevecchia e, alla luce delle gravi evidenze probatorie, tratto in arresto per favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione, essendo emerso anche che parte dei cospicui incassi giornalieri veniva corrisposto all’uomo.

All’esito delle indagini svolte è stata inoltrata una dettagliata informativa alla Procura della Repubblica Lamezia Terme ( Sost. Proc. Dr. Maffia ) e lo Stoyan è stato associato alla Casa Circondariale di Lamezia Terme”

Ora tocca agli sfruttatori delle prostitute che lavorano sulla SS18 nei tratti di Nocera-Falerna-Amantea.

Ormai è una condizione generalizzata quella dei controlli straordinari di abitazioni ed atività commerciali finalizzati alla prevenzione e repressione dei reati contro il patrimonio, e più in particolare al fenomeno dei furti di energia elettrica.

Ieri è successo a Brancaleono( RC) dove intorno alle ore 18.00, i CC hanno tratto in arresto in flagranza di reato P.F., cl. 1951, e denunciato in stato di libertà P.D, per concorso nel reato.

P.F. aveva realizzato un bypass sul cavo di alimentazione del contatore elettrico utilizzando dei fili flessibili in rame collegando così direttamente alla rete E.N.E.L. l'impianto elettrico dell'esercizio commerciale.

Inoltre per fuorviare i controlli, ha invertito le fasi della leva dell'alimentazione presente sul contatore.

Non è il primo risultato ottenuto daiCarabinieri della Compagnia di Bianco in questa lotta ai furti di energia

Altri successi erano stati ottenuti:”

• nelle date 18 maggio, 16 giugno e 14 novembre la segnalazione a p.l. all'A.G. di 4 persone per aver realizzato presso le rispettive abitazioni allacci abusivi alla rete elettrica dell'E.N.E.L. bypassando il contatore così da evitare completamente la registrazione dei consumi;

• in data 11 settembre e 30 ottobre la segnalazione a p.l. all'A.G. di ulteriori 4 persone, tutte titolari di esercizi commerciali in Bianco, Africo Nuovo e Palizzi Marina, per aver manomesso i contatori dell'energia elettrica con l'utilizzo di magneti permanenti dall'elevato potere che, posti sui misuratori o nelle loro immediate vicinanze, consentono l'alterazione o il rallentamento delle registrazioni dell'energia elettrica prelevata, facendo diminuire i consumi fino al 70%;

• in data 10 ottobre l'arresto in flagranza di reato di un soggetto di Brancaleone il quale aveva realizzato, anch'esso, un bypass sul cavo di alimentazione del contatore elettrico collegando direttamente alla rete E.N.E.L. l'impianto elettrico del proprio esercizio commerciale, nonché la denuncia a piede libero di un altro soggetto, concorrente nello medesimo reato”

Pubblicato in Calabria
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