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Altro che crisi del turismo!

Il problema è che questa spiaggia non è in Italia.

E nemmeno in Spagna o Francia o comunque in Europa.

E’ nell’unico posto al mondo che ha tantissimi turisti: la Cina.

Siamo a Dalian , una città che conta circa 6,2 milioni di abitanti.

E la spiaggia è quella di Fujiazhuang.

Altro che Milano Marittima, Jesolo, Ostia, Gallipoli!

Guardando la foto qualcuno può dire : «Non c’è lo spazio nemmeno per stendere l’asciugamano».

Altro che!

Qui l’asciugamano non può essere steso nemmeno in verticale!

La spiaggia di Fujiazhuang è usata non solo dai 6,2 milioni di abitanti di Dalian , ma anche da tutti i turisti che vengono dal circondario e che sono altri milioni di milioni!

Insomma i bagnanti sono talmente tanti che oscurano anche il mare.

Allora è facile credere che si tratti davvero della spiaggia più affollata del mondo.

Ma forse è anche una sorta di inferno, altro che vacanza!

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Adesso la Cina ha paura.

Il cancro, in particolare quello ai polmoni, e' una delle cause di morte più frequenti in Cina, soprattutto nelle grandi città che registrano livelli di inquinamento atmosferico con valori anche decine di volte al di sopra della soglia di sicurezza fissata dall'Organizzazione Mondiale della Sanità.

Negli anni tra il 2001 e il 2010 nella sola Pechino i casi di persone affette dal male sono aumentati del 56%, e il cancro ai polmoni e' diventato la prima causa di morte per cancro tra gli uomini, e la seconda per le donne, dopo il cancro al seno, secondo i dati del Beijing Health Bureau.

Gli ultimi dati ufficiali cinesi riguardanti il fenomeno, vedono il Paese come uno tra quelli maggiormente responsabili dell'inquinamento a livello globale: nel 2012, secondo le statistiche ufficiali, la Cina ha prodotto emissioni di CO2 per oltre 9,2 miliardi di tonnellate, circa il 27% delle emissioni nocive a livello globale.

Nella citta' di Harbin, nel nord-est della Cina, dove vivono undici milioni di persone il livello di smog era talmente alto da bloccare la circolazione nelle strade, con una visibilita' ridotta a tre metri: la concentrazione di polveri sottili PM 2.5 nell'aria era arrivata a superare i novecento microgrammi per metro cubo di ossigeno, una soglia piu' di quaranta volte superiore a quella stabilita' dell'Organizzazione Mondiale della Sanita', fissata in 25 microgrammi per metro cubo.

Secondo i medici che hanno in cura la piccola, che Secondo un medico del Jiangsu Cancer Hospital di Nanchino sentito dall'agenzia di stampa Xinhua, la piccola, di cui non viene fatto il nome, e' stata esposta a micro-particelle nocive e alla polvere per lunghi periodi.

La bambina viveva nei pressi di una strada molto trafficata nella provincia orientale del Jiangsu.

Cina, muore a otto anni di cancro ai polmoni
Ha vissuto la sua vita nello smog

La piccola ha respirato dalla nascita ogni tipo di polveri inquinanti. Solo a Pechino le morti per tumore ai polmoni cresciute del 56%

Secondo quanto riportato nei giorni scorsi a Tianjin, in occasione della 22esima Asia Pacific Cancer Conference, in tutta l’Asia quello ai polmoni è il tumore in assoluto più diffuso.

Lo studio «Global Burden of Disease» dell’Organizzazione mondiale della sanità ha rilevato che, nel 2010, l’inquinamento atmosferico ha causato in tutto il pianeta 1,2 milioni di morti premature, di cui 140 mila decessi per cancro ai polmoni. In generale, sempre nel 2010 secondo l’Oms sono state 223 mila le vittime di un tumore polmonare collegato allo smog. Proprio il mese scorso la Iarc, l’Agenzia internazionale dell’Oms per la ricerca sul cancro, ha inserito l’inquinamento atmosferico provocato dal traffico e dagli scarichi industriali fra le cause di tumore ai polmoni, associandolo anche al cancro alla vescica.

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Il fotovoltaico a rischio per la crisi economica che ha ridotto i consumi e quindi gli investimenti.

Sembra andato in crisi anche il progetto Desertec, da 400 miliardi di euro, lanciato in pompa magna nel 2009, il cantiere, che raggruppa 21 società e 36 partner in 15 paesi, e che punta (ormai si può dire puntava) a creare entro 40 anni una vasta rete di installazioni eoliche e solari in Nordafrica e in Medio Oriente, e che avrebbe dovuto fornire fino al 20% del consumo elettrico in Europa( il resto sarebbe destinato al consumo locale).(vedi mappa generale nella foto)

Al progetto avevano aderito tra i primi i tedeschi, tra cui le assicurazioni Munich Re, il gruppo Eon e Rwe e Deutsche Bank. A loro si sono gradualmente uniti, tra i molti, gli italiani Enel e Terna, i francesi di Saint Gobain e la spagnola Red Electrica.

Oggi il portavoce del gruppo Bosch dichiara :“Abbiamo deciso di non portare avanti la nostra partecipazione in Desertec l'anno prossimo a causa di una situazione economica più difficile”.

Alcune settimane fa si era ritirato il gruppo Siemens, che ha previsto di mettere in liquidazione tutte le sue attività legate al settore solare. Bosch e Siemens hanno intenzione di uscire dal settore solare fotovoltaico a causa delle forti perdite. Bosch, ad esempio, nel solo 2011 ha perso 364 milioni di euro e i dati 2012 non sono affatto incoraggianti. Anzi: secondo le prime indiscrezioni sui risultati finanziari dell’azienda ci sarebbe un buco da 1 miliardo di dollari dovuto alle perdite nel fotovoltaico.

La sola Aleo Solar, controllata da Bosch, nel 2012 ha visto il crollo del 40% delle vendite con perdite pari a 74 milioni di euro. E sono solo le briciole rispetto al resto del comparto solare.

Anche Siemens è messa male: calo dei profitti del 12% nel quarto trimestre 2012, in parte dovuto ai 150 milioni di euro di perdite nel business solare. Nel piano industriale dell’azienda c’è un doloroso piano di ristrutturazione con tagli per 6 miliardi di euro ma sappiamo già che uscire dal solare le costerà almeno altri 250 milioni.

Colpa anche del fotovoltaico sottocosto cinese, oggetto sia in UE che in USA di approfondite indagini antidumping.

Vero è che senza incentivi statali il fotovoltaico non regge.

Reggerà solo quando il rendimento dei sistemi di produzione renderà sarà tanto appetibile da non necessitare di sovvenzioni statali.

Le novità sono che il Giappone dopo Fukushima ha varato incentivi statali al fotovoltaico.

Nel mentre in Cina , più precisamente a Rongcheng , nella provincia costiera orientale di Shandong, è ripresa la costruzione di quella che sarà la più grande centrale nucleare cinese, i cui lavori erano stati interrotti dopo il disastro nucleare di Fukushima. La centrale sarà la prima al mondo dotata di tecnologia nucleare di quarta generazione. La capacità dell'impianto - che sarà terminato nel 2017 - sarà di 6.600 MW.

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