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Strana avventura quella capitata nelle scorse ore al sindaco di Locri, Giovanni Calabrese che, dopo aver risposto alla segnalazione di un cittadino per un randagio in evidenti pessime condizioni di salute, si è visto arrivare in Comune una fattura salatissima dal veterinario.

Riportiamo di seguito le considerazioni che il primo cittadino ha fatto sulla pagina Facebook.

 

 

“642 (seicentoquarantadue) euro per curare un cane in una clinica privata!!!!!

Questo è l'importo della fattura che è pervenuta questa mattina al Comune di Locri da parte di una clinica veterinaria del territorio.

L'altra notte, a seguito dell'intervento dei Carabinieri e del sevizio veterinario dell'Asp, mi veniva comunicato che era stato rinvenuto un "cane moribondo" in contrada Moschetta, per il quale veniva diagnosticata "sindrome da avvelenamento" e che in mancanza di strutture pubbliche l'avrebbero portato, per essere curato, in una struttura privata di un comune vicino Locri.

Oggi l'amara e spiacevole sorpresa.

Massimo rispetto per la vita degli animali, ma tutto ciò mi sembra estremamente esagerato.

Anche questo devono affrontare i poveri e disperati amministratori di squattrinati enti locali.”

Ndr Egregio sig sindaco, ove la competenza nel caso appartenga al comune provi ad avvalersi dei fondi di cui all’art 8 della legge 14 agosto 1991, n. 281 (Legge quadro in materia di animali di affezione e prevenzione del randagismo) .(1)ed ove possibile l’imposta annuale di cui all’art 6 della stessa legge(2), ed ancora quota delle sanzioni di cui all’art 5 delle legge in parola(3)

Mi permetto di ricordarle la competenza dei comuni in materia di randagismo.

(1)Art. 8. Istituzione del fondo per l'attuazione della legge

1. A partire dall'esercizio finanziario 1991 e' istituito presso il Ministero della sanita' un fondo per l'attuazione della presente legge, la cui dotazione e' determinata in lire 1 miliardo per il 1991 e in lire 2 miliardi a decorrere dal 1992.

2. Il Ministro della sanita', con proprio decreto, ripartisce annualmente tra le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano le disponibilita' del fondo di cui al comma 1. I criteri per la ripartizione sono determinati con decreto del Ministro della sanita' adottato di concerto con il Ministro del tesoro, sentita la Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano, di cui all'articolo 12 della legge 23 agosto 1988, n. 400.

(2) Art. 6. I m p o s t e 1. Tutti i possessori di cani sono tenuti al pagamento di un'imposta comunale annuale di lire venticinquemila

(5) Art. 5. S a n z i o n i

Pubblicato in Reggio Calabria

Arrivano le elezioni regionali ed Oliverio rilancia il «mare da bere»

Ci sono politici di estrema intelligenza .

Sono quelli ai quali non importa la verità perchè sanno che la gente ama essere rassicurata dalle parole e non dai fatti.

 

Questo sanno che basta la locandina dei quotidiani che suggerisca una cosa, tanto, poi, chi compra il giornale?.

E se anche lo compra , spesso lo si mostra, portandolo sotto il braccio, ma chi lo legge mai?

Allora bastano le parole!.

Come il Mare da bere!

Quello di Oliverio quando era alla provincia di Cosenza, quello di Agazio Loiero, quando era governatore della Calabria,( ma che poi ebbe la onestà di smentirsi da solo), quello, ancora una volta, di Oliverio oggi che è governatore della Calabria.

Ed ecco cosa dice Oliverio: «La task force che abbiamo allestito nel sistema della depurazione ha lavorato benissimo».

Mamma mia, nientemeno che una task force!

Non solo, ma poi ha aggiunto che :«Abbiamo un quadro preciso della situazione, che monitoriamo costantemente e che è progressivamente migliorata nel corso degli ultimi anni, perché abbiamo messo in campo un grande progetto di costruzione del sistema della depurazione in Calabria, con i Comuni che avranno importanti risorse grazie alle convenzioni con la Regione per realizzare un’impiantistica efficiente e all’altezza della situazione».

«Inoltre – ha sostenuto il governatore, che qualche anno fa aveva coniato lo slogan del «mare da bere» – abbiamo lavorato molto sulla manutenzione ordinaria e straordinaria degli impianti, e non è un caso che i punti di divieto di balneazione si sono via via ridotti.

Il nostro mare è un mare splendido: basti vedere come viene illustrato dai media.

Poi, ovviamente, se dovesse verificarsi un’alluvione o un evento straordinario com’è stato qualche settimana fa ci può essere un problema per qualche giorno, ma questo è normale e naturale e infatti nel giro di pochi giorni il mare è ritornato a essere splendido e cristallino»

Già! Nel contempo chiarisce un suo comunicato stampa chiarisce che “Il lavoro di questi anni svolto di concerto con la Capitaneria di porto ed una serie di autorità che hanno competenza sul mare ci ha consentito di fare notevoli passi in avanti in direzione della salubrità delle acque”.

Gli risponde il sindaco di Locri

Il primo cittadino Giovanni Calabrese porta le lamentele direttamente negli uffici della procura. Critiche anche al governatore Mario Oliverio: «Lo aspettiamo per il mare da bere»

LOCRI Il sindaco di Locri, Giovanni Calabrese, ha presentato un esposto alla Procura della Repubblica per segnalare «la gravità della situazione legata all’inquinamento del mare». Infatti scrive in una nota il primo: «Da anni – è detto in una nota del comune – viene segnalata la presenza di liquami in mare. Da anni i cittadini si indignano e protestano. Ed anche quest’anno il solito copione. Questa mattina numerose le segnalazioni e le proteste pervenute al Palazzo Municipale da cittadini e bagnanti, prontamente raccolte dal sindaco e dal vicesindaco con delega all’ambiente Raffaele Sainato». L’amministrazione è corsa subito ai ripari ma si tratta di riscontri particolarmente delicati. «Sono stati immediatamente avviati i controlli in tutti gli impianti cittadini per i quali veniva confermato, da parte della ditta incaricata della gestione, il corretto funzionamento, con l’assenza di alcun tipo di avaria. Quindi, mentre l’assessore all’ambiente effettuava le opportune verifiche agli impianti, il sindaco Calabrese, insieme a polizia municipale e guardia costiera, allertata proprio dal primo cittadino, verificava la gravità della situazione lungo tutto il tratto di mare antistante l’arenile comunale, confrontandosi con la rabbia di cittadini e turisti». In un post su facebook il sindaco Calabrese ha parlato di: «Spettacolo indegno. Lo scempio presente in mare da due giorni non dipende assolutamente dalla città di Locri. L’impianto fognario, come verificato dai tecnici comunali e dalla ditta incaricata della manutenzione, funziona perfettamente. Non ci sono scarichi a mare dei quali possa essere responsabile il Comune di Locri». Lo stesso sindaco Calabrese ha convocato una riunione straordinaria ed urgente dell’esecutivo municipale per domani mattina, venerdì «al fine di individuare – si afferma nel comunicato – soluzioni per tutelare la stagione estiva già iniziata male a causa delle non buone condizioni atmosferiche e che rischia di essere compromessa a causa delle condizioni del mare. Non si può stare sempre con la speranza che il mare pulito dipenda dalle correnti. Tutto ciò è inaccettabile.

Se il Presidente Oliverio sostiene che in Calabria vi è un ‘mare da bere, lo invitiamo allora a venire a bere l’acqua del mare della Locride.

Siamo certi che, in tal caso, dovrebbe ricorrere alle cure dell’ospedale della Locride.

Ospedale che non c’è, ma il Presidente Oliverio questo non lo sa. Una situazione, quella del mare, che verrà costantemente monitorata con la speranza che possano essere presi i giusti provvedimenti da chi di competenza.

Pubblicato in Reggio Calabria

Incredibile quello che succede in Calabria!

Sono 305 le persone denunciate in stato di libertà per truffe ai danni dell’INPS e dell’Unione Europea.

 

 

 

 

Alcuni falsi lavoratori non conoscevano neanche l’ubicazione dei terreni dove erano impiegati 

Agricoltori che non conoscono l’ubicazione o la conformazione dei terreni sui cui avrebbero lavorato per anni, lavoratori che avrebbero attestato l’impiego in allevamenti privi di bestiame, operai alle dipendenze di datori di lavoro e con colleghi di cui non ricordano i nomi, l’assenza di documentazione sulle attività imprenditoriali delle aziende e terreni incolti che sulla carta risultano floridi vigneti e uliveti.

Questo lo scenario ricostruito dai carabinieri dopo oltre un anno di indagini dirette dalla Procura della Repubblica di Locri.

E questa mattina i carabinieri della Compagnia di Locri hanno denunciato in stato di libertà 305 persone, responsabili a vario titolo di concorso in falsità ideologica commessa da privato in atto pubblico e truffa aggravata e continuata e indebita percezione di erogazioni a danno dello Stato.

Le denunce sono scattate dopo aver passato al setaccio le attività degliultimi 4 anni di 15 imprese, 12 agricole e 3 domestiche, alcune delle quali di fatto non esistenti, cui facevano capo, complessivamente, oltre 300 persone in qualità di dipendenti.

Dal confronto fra documenti e dichiarazioni rilasciate dai presunti lavoratori, sono emerse numerose incongruenze che evidenziano come tutti i rapporti di lavoro siano stati denunciati al solo fine di far percepire ai soggetti interessati indebite prestazioni assistenziali e/o previdenziali erogate dall’I.N.P.S., oltre che per ottenere finanziamenti europei, con un danno erariale di oltre 1 milione di euro.

Fra gli iscritti nel registro degli indagati anche diversi pregiudicati, alcuni dei quali ritenuti soggetti di spicco di alcune importanti ‘ndrine che operano nella locride.

Gli inquirenti non escludono ulteriori sviluppi investigativi finalizzati a verificare il grado di condizionamento esercitato dalla criminalità organizzata.

L’attività è la naturale prosecuzione di quella già definita lo scorso ottobre che ha portato, in quell’occasione, alla denuncia di oltre 1400 persone.

Pubblicato in Reggio Calabria

Un tempo era diffusa la credenza che le scuole fossero un luogo sicuro perfino dove rifugiarsi in caso di terremoto.

Le scuole erano, sono e saranno il luogo dove noi, i nostri figli ed i nostri nipoti studiano.

Quale posto deve essere più sicuro se non le scuole dove vive il futuro di un popolo?

Tutte le opere pubbliche, strade, ponti, gallerie, manufatti, devono essere sicuri ma soprattutto le scuole.

Ed invece non sembra che sia così

E se fino a ieri faceva clamore la scuola media G Mameli di Amantea oggi fanno ancora più clamore le due scuole sequestrate a Locri.

Parliamo dell'Istituto statale d'arte e dell'Istituto professionale statale per l'industria e l'artigianato frequentati da circa 800 studenti.

Stamattina l'ingresso degli studenti nelle due scuole superiori è stato bloccato dai carabinieri.

Secondo Cafiero De Raho erano "totalmente abusivi".

I militari hanno anche eseguito 15 provvedimenti restrittivi, arresti e altre misure cautelari, su ordine della Dda di Reggio Calabria,nei confronti di persone accusate di truffa, abuso d'ufficio e frode nelle pubbliche forniture, reati tutti aggravati della modalità mafiose per i presunti rapporti degli indagati con la cosca di 'ndrangheta dei Cordì.

Ad Amantea invece la magistratura non ha adottato alcun provvedimenti giudiziario.

Esiste però una sostanziale differenza

Ad Amantea la scoperta della inagibilità della scuola media si deve ad un solerte funzionario

A Locri invece le indagini hanno preso il via dalla dichiarazione un collaboratore di giustizia che nel maggio del 2014 ha riferito che un istituto scolastico a Locri di interesse dei Cordì, l'Istituto statale d'arte 'Panetta', era stato costruito proprio da uomini che li rappresentavano nel mondo dell'imprenditoria.

I due immobili che ospitano gli studenti da anni sono totalmente abusivi. Nessun collaudo, niente certificato antincendio e «gravi difformità» sui materiali utilizzati nelle costruzioni.

Eppure la Provincia di Reggio per l’acquisto di un immobile e l’affitto dell’altro ha speso in totale oltre 12 milioni di euro, un prezzo, sottolineano gli inquirenti, completamente fuori mercato.

Ed è per questo che sono stati eseguiti cinque gli arresti .

Una delle persone arrestate è stata condotta in carcere. Si tratta dell'imprenditore Pietro Circosta, di 45 anni, al quale sono stati anche sequestrati beni per 880 mila euro.

Gli arresti domiciliari sono stati disposti, invece, per l'avvocato Luca Maio (45); Antonio Maiorana (47), impiegato; Rocco Maiorana commerciante, (50), e per Sofia Procopio (66), impiegata.

Gli obblighi congiunti di dimora e di presentazione alla polizia giudiziaria sono stati notificati, oltre che a Salvatore Calabrese, ingegnere e padre del sindaco di Locri, Giovanni, ad Antonio Circosta (74), pensionato, al quale sono stati anche sequestrati beni per 900 mila euro; Sergio Caracciolo (42), avvocato (sequestro beni per un milione e 300 mila euro); Giuseppe Cuzzilla (47), ingegnere; Giuseppe Lucano (51), architetto; Giovanni Macrì (65), pensionato; Antonio Pasquale Romeo (60), geometra; Antonio Milicia (56), architetto; Giovanni Boggio Merlo (76), agente di commercio, e Marianna Callipari (46), ingegnere.

A tutti gli arrestati ed indagati vengono contestate la truffa e la frode nelle pubbliche forniture, con l'aggravante delle modalità mafiose.

Cafiero de Raho ha riferito, inoltre, che "il sequestro non consentirà l'utilizzazione dei due edifici perché vengono meno la sicurezza e l'incolumità degli studenti".

Resta un punto interrogativo su quando potranno riprendere le lezioni.

È probabile che per gli studenti delle scuole da oggi siano iniziate le vacanze di Pasqua.

Già da domani verranno effettuati dei sopralluoghi nei due istituti. «Sono state violate tutte le norme in materia - ha spiegato il procuratore Cafiero De Raho - È stata messa in pericolo la sicurezza di circa 800 alunni. Siamo già a lavoro per trovare una soluzione, con il perito nominato dal giudice, affinché gli studenti subito dopo le vacanze pasquali possano tornare a sedere fra i banchi di scuola. Ma adesso dobbiamo fare il punto sulla reale situazione di pericolo».

Pubblicato in Reggio Calabria

Il Comune di Cleto aderisce alla XXII edizione della Giornata della Memoria e dell'Impegno in ricordo delle vittime innocenti di mafia promossa da Libera che si terrà a Locri il prossimo 21 marzo.

Come ogni anno, nell’ equinozio

di primavera, simbolo di rinascita, la rete di Libera, gli enti locali, le realtà del terzo settore, le scuole e tanti cittadini, assieme alle centinaia di familiari delle vittime, si ritroveranno, per ricordare nome per nome tutti gli innocenti morti per mano delle mafie, creando in tutto il Paese un ideale filo di memoria, quella memoria responsabile che dal ricordo può generare impegno e giustizia nel presente.

"La comunità di Cleto sarà presente alla manifestazione di Locri con il Gonfalone e la città sarà rappresentata dal vicesindaco Avv. Giuseppe Filice e da una delegazione dei Consiglieri comunali che hanno promosso e organizzato un pullman per consentire alle scuole accompagnate delle dirigente scolastica Caterina Policicchio di partecipare a questa importante e significativa giornata . Presenti alla manifestazione anche una delegazione dell' associazione La Piazza Di Cleto ed un gruppo di genitori in rappresentanza della famiglie degli alunni, nonchè una delegazione parrocchiale".

"La nostra partecipazione a questa importante iniziativa ha come fine quello di sensibilizzare le giovani generazioni alla cultura ed il rispetto della legalità nonchè quello di contribuire a tenere vivo il ricordo di tanti martiri vittime di mafia" dichiara il vicesindaco Giuseppe Filice.

Pubblicato in Basso Tirreno

Finalmente la Chiesa si preoccupa dei bisogni dei calabresi.

Forse è un effetto del corso avviato dal nuovo papa Francesco Bergoglio. Comunque sia , era ora!

Il tema è stato la difesa dell'ospedale di Locri.

Ed a Locri il vescovo mons. Francesco Oliva ha dichiarato «E' un bene che ci appartiene, un diritto di civiltà che nessuno può toglierci. Difendiamolo e non rassegniamoci. Aderiamo e partecipiamo compatti alla manifestazione in difesa dell’ ospedale contro tagli e ridimensionamenti. Ci saremo per dire: abbiamo una dignità, che nessuno ci può togliere».

Poi il Presule ha continuato: «Locride rialzati e cammina. Difendi la tua dignità. Difendila di fronte ad ogni tentativo di usurpazione dei diritti che ti spettano. Non rassegnarti quando questi vengono negati: il lavoro da diritto diviene privilegio di pochi, le famiglie sono abbandonate a se stesse, i giovani fuggono in cerca di un destino migliore e tanti nostri borghi, di rara bellezza, si spengono nel loro isolamento. Difendiamo anzitutto il primario diritto alla salute».

Ed allora l’invito al presule ionico di venire ad Amantea.

“Monsignore, per favore, può venire a svegliare anche gli amanteani ai quali vogliono togliere non l’ospedale che non c’è , ma addirittura il laboratorio di analisi?

Monsignore può venire ad Amantea per chiedere che sia acquistata la nuova MOC, che sia acquistato un nuovo mammografo, che sia sostituita la otorina che dopo 30 anni è andata in pensione?

Ha ragione monsignor Oliva , il diritto alla salute è un diritto irrinunciabile ma sembra che i politici e i loro scherani non se ne curino ed in nome della nuova religione chiamata “spending rewiew” oltraggiano il nostro popolo inerme e da sempre abituato a soffrire in silenzio .

Allora venga ad Amantea a spiegare agli amanteani che difendersi e difendere i propri servizi soprattutto sanitari è un dovere civico irrinunciabile”

E pensare che un tempo calabrese era sinonimo di brigante!

Giuseppe Marchese

La situazione debitoria dei comuni calabresi è abnorme e nessuno riesce a trovare una soluzione corretta, forse nessuno la vuole.

Ed allora le imprese gridano perché la pubblica amministrazione non paga.

Ma grida anche la pubblica amministrazione ( la Sorical al 51% è pubblica!) perché ghli stessi comuni non pagano.

Ed allora non resta che "tagliare" l'acqua cominciando, ovviamente, da quelli che hanno la maggiore esposizione debitoria.

Si comincerà da Rende e Locri i cui cittadini sono avvertiti che la morosità dei loro comuni è gravissima si provvederà a ridurre la portata della fornitura di acqua:

-per Rende dalle ore 08.00 del 7 ottobre se il comune non avrà effettuato i pagamenti minimi richiesti entro il 4 ottobre

-per Locri dalle 08.00 del 18 ottobre se il comune non avrà effettuato i pagamenti minimi richiesti entro il 21 ottobre

- per San Lucido, Grisolia, Cropani dal 14 ottobre se non avranno effettuato i pagamenti minimi richiesti entro l’11 ottobre

-per Mangone, Dipignano, Chiaravalle, San Giovanni in Fiore, Pallagorio, Colosimi, Palmi, Motta San Giovanni dal 14 ottobre al 4 novembre

Non si esclude che i cittadini che avessero a mancare del prezioso liquido potranno denunciare i propri comuni quali responsabili di questi disservizi .

Pubblicato in Paola
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