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Lamezia T. La Polizia di Stato di Lamezia Terme ha tratto in arresto E. T. A., di 34 anni, di origini marocchine, ma residente in Lamezia Terme, con l'accusa di avere rapinato una donna.

I fatti risalgono allo scorso 13 agosto, quando una Volante del Commissariato di Lamezia era intervenuta dopo la segnalazione di un’aggressione ai danni di una donna.

 

 

 

 

Le indagini hanno permesso di accertare che la vittima, anche lei di origini marocchine ma residente a Lamezia Terme, dopo aver effettuato un prelievo di euro 150 ad uno sportello Bancomat, nel rientrare a casa a piedi, era stata aggredita alle spalle da uno sconosciuto che l’aveva spintonata facendola cadere a terra e contestualmente l’aveva rapinata della borsa che conteneva la somma totale di 180 euro.

La donna, inseguita dal rapinatore, si era rifugiata nell’abitazione di un connazionale dove il rapinatore l’aveva raggiunta, picchiata e minacciata con un coltello, ma il proprietario dell’abitazione in cui la donna si era rifugiata era riuscito a disarmarlo costringendolo alla fuga.

Le indagini hanno permesso di identificare il rapinatore, trovandolo in possesso di una parte della somma rapinata.

All'uomo è stata, quindi, notificata una ordinanza di misura cautelare emessa dal Gip presso il Tribunale di Lamezia Terme per i reati di rapina, lesioni personali e violenza privata, con le indagini che sono state coordinate dal sostituto procuratore della Repubblica di Lamezia Terme, Marta Agostini.

Pubblicato in Basso Tirreno

Sambiase. Nel giorno in cui si festeggiano gli innamorati i carabinieri sono stati costretti ad intervenire per evitare che una lite furibonda potesse degenerare in qualcosa di peggio.

La chiamata alla centrale operativa è arrivata intorno alle 18 con una segnalazione di forti urla provenienti da un’abitazione nel centro di Sambiase.

I Carabinieri della Compagnia di Lamezia Terme si sono affrettati a giungere sul posto ed al loro arrivo la furibonda lite era ancora in corso tra J.M., cl.87, marocchino, e la moglie.

L'uomo già noto agli operanti per i suoi precedenti in materia di reati contro il patrimonio ed anche poiché, già lo scorso 26 giugno, era stato arrestato per maltrattamenti in famiglia nei confronti della giovane moglie.

A seguito del suo arresto, poi, gli era stata applicata la misura del divieto di avvicinamento alla donna.

Malgrado ciò nel giorno di San Valentino i militari, dopo essere riusciti ad entrare nell’abitazione malgrado le resistenze dello stesso, lo hanno sorpreso nuovamente mentre, in evidente stato di ebbrezza, discuteva animosamente con la moglie la quale, invece, appariva profondamente impaurita e presentava segni di percosse su tutto il corpo mentre nell’abitazione c'erano i segni inequivocabili del litigio avvenuto alla presenza della loro figlia minore.

La donna in un primo momento ha dichiarato agli operanti di essere caduta in casa ma all'insistenza degli uomini delle forze dell'ordine ha raccontato delle botte e dei maltrattamenti, mostrando tutti i segni che da questi ne erano derivati.

Il giovane straniero, pertanto, è stato nuovamente arrestato con l'accusa di “maltrattamenti in famiglia e lesioni personali”.

Da Ilquotidiano

Pubblicato in Lamezia Terme

È incinta di 2 gemelli e non vuole abortire: il fidanzato, un immigrato marocchino, la investe.

Una vicenda violenta, quella registrata a San Martino Siccomario, nel Pavese e che ha per protagonista una coppia di immigrati marocchini, frutto di un cinismo che poteva costare la vita a una giovane mamma e ai due gemelli che porta in grembo.

Una storia mimetizzata nelle maglie di un terreno sociale multietnico sulla carta ma che in realtà denuncia in ogni sua piega il perseguimento di una mancata integrazione eletta a sistema.

Una situazione, quella della 23enne futura mamma, che rivela l’agghiacciante considerazione che di lei, e della maternità, ha il suo compagno.

E allora, 23 anni lei, 30 lui, finiscono una in ospedale (con una prognosi di 30 giorni) e l’altro in cella, per quello che sulle prime avrebbe potuto sembrare un incidente ma che poi, vinte paure e ritrosie, la giovane futura mamma ha denunciato essere un vero e proprio attentato alla sua vita e a quella dei due piccoli che porta in grembo.

Come riporta in queste ore, tra gli altri, il sito de Il Giornale, l’uomo, regolarmente residente in Italia, mercoledì pomeriggio ha investito con l’auto la sua fidanzata, 23 anni, sua connazionale che era tornata nella casa dove i due fino a poco tempo fa convivevano, per riprendersi alcune cose di prima necessità lasciate lì nella fretta di andarsene e porre fine ai continui litigi che avevano irrimediabilmente incrinato il loro rapporto.

L’immigrato è stato arrestato per tentato omicidio e tentata interruzione di gravidanza

Una crisi in virtù della quale il 30enne nordafricano pretendeva che la ragazza abortisse: eventualità che lei si era sempre rifiutata anche di prendere solo in considerazione.

Cosa che ha scatenato in lui una rabbia disumana». Una furia che per fortuna non ha provocato il peggio, ma che ha finito per portare lui in arresto per tentato omicidio e tentata interruzione di gravidanza, e lei, tempestivamente soccorsa e trasportata al Policlinico San Matteo, che uscita dal nosocomio con una prognosi di 30 giorni – che per fortuna ha escluso conseguenze problematiche per la gravidanza – ora dovrà affrontare sola e spaventata la maternità.

Da Ilprimatonazionale:”

Questo episodio è solo l’ultimo di una serie in cui le donne rimangono vittime di una visione oscurantista e violenta dei rapporti umani: era solo il 2 febbraio quando a perdere la vita è stata Marina Sartori, venticinquenne di Bergamo, a causa di un fendente al cuore. Il colpevole? L’ex marito Arjoun Ezzedine, tunisino di trentacinque anni.”

Pubblicato in Italia

Ieri pomeriggio gli agenti della Questura di Cosenza sono intervenuti in centro città a seguito di una segnalazione pervenuta presso la Sala Operativa.

Nella telefonata si chiedeva l’aiuto dei poliziotti a causa della presenza di un uomo che aveva già sfondato la vetrata di un negozio.

Giunti sul posto, gli agenti della Volante hanno constatato che un magrebino di 22 anni, A. K., dopo aver colpito violentemente con calci la vetrina dell’esercizio tentava di introdursi al suo interno.

Bloccato dai poliziotti il giovane continuava a divincolarsi, sferrando calci, pugni e brandendo un taglierino.

Dopo averlo immobilizzato e accompagnato negli uffici della Questura è stata ricostruita la dinamica dei fatti.

Pochi minuti prima di andare in escandescenza il cittadino marocchino, aveva aggredito una donna, che in compagnia delle due figlie minorenni, aveva parcheggiato l’auto vicino al negozio vandalizzato.

Nonostante la signora cercasse disperatamente di sottrarsi alle sue “attenzioni”, l’uomo insisteva palpeggiandola e minacciandola con un taglierino dopo averle sferrato dei colpi violenti sul viso.

Liberatasi dalla presa, la signora si è rifugiata dentro al primo negozio che ha incontrato nel suo tragitto.

Il ventiduenne si è così scagliato contro la vetrina, lesionandola e facendola uscire dalle guide, continuando ad urlare frasi condite da gravi minacce di morte.

L’arrivo degli operatori di Polizia ha posto fine al delirio del ragazzo impedendogli di causare ulteriori danni non solo alla vittima terrorizzata, alle due figlie, ad un suo familiare nel frattempo accorso in aiuto ed alla titolare del negozio.

Le azioni violente del ventiduenne pare siano proseguite non solo negli Uffici della Questura, tanto da rendersi necessario l’intervento di personale sanitario del 118 per una terapia sedativa, ma anche in auto durante la traduzione in carcere disposta dalla Procura della Repubblica di Cosenza, al punto tale da danneggiare il finestrino posteriore e parte degli interni della Volante.

Accompagnato nel carcere di via Popilia A. K. dovrà ora rispondere dei reati di violenza sessuale aggravata, danneggiamento aggravato, lesioni personali, resistenza a pubblico ufficiale e porto ingiustificato di oggetti atti ad offendere.

Il Questore della Provincia di Cosenza Giancarlo Conticchio invita tutti a continuare a denunciare soprusi e violenze compiuti verso chi è più debole.

Presso la Questura sono disponibili le foto dell’arrestato per eventuali riconoscimenti.

Pubblicato in Cosenza

Personale della Squadra Mobile di Crotone ha tratto in arresto un marocchino per illecito reingresso nel territorio dello Stato.

 

 

L’uomo – Abdeladi Babezzin., 25 anni – era tra gli oltre cinquecento extracomunitari sbarcati mercoledì scorso dalla nave Vos Hestia sul porto di Crotone.

Le procedure di identificazione hanno consentito di appurare che il marocchino, già entrato in Italia da Lampedusa a giugno 2014, era destinatario di un provvedimento di respingimento del questore di Salerno, che lo obbligava a lasciare l’Italia entro sette giorni.

 

Dopo essere vissuto per due anni in clandestinità, a giugno 2016 l’uomo è stato raggiunto da un decreto di espulsione con accompagnamento alla frontiera firmato dal prefetto di Milano; oltre alla mancata ottemperanza al provvedimento, nel frattempo la lista dei reati si era allungata comprendendo anche spaccio di sostanze stupefacenti, falsa attestazione a pubblico ufficiale e furto aggravato.

 

Il rimpatrio è avvenuto a marzo di quest’anno, ma prima della scadenza dei cinque anni stabilita dal provvedimento di espulsione, il marocchino è di nuovo entrato illegalmente in Italia, cercando di confondersi tra i 516 migranti raccolti in acque internazionali dalla nave della ong Save the children e portati a Crotone.

 

Dopo l’arresto, Abdeladi Babezzin è stato associato alla Casa circondariale di Crotone.

Pubblicato in Crotone
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