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paola ospePochi giorni fa ho dovuto portare mio figlio,tramite il 118 , presso l'ospedale di Paola per un grave malore che ha tenuto me e la mia famiglia in grande apprensione. Non nascondo che le sue condizioni erano davvero molto gravi e la mia paura era anche il pensiero che non sarebbero stati in grado di salvarlo per le note carenze sanitarie. Ed invece questo nostro territorio così martoriato,così violentato in tutti i suoi aspetti mi ha regalato un soffio di speranza ,di umanità di buona ed efficiente professionalità . Tutti conosciamo gli sperperi e le decisioni scellerate che hanno caratterizzato gli ultimi anni di gestione politica a livello regionale. E non importa se siano stati di destra o di sinistra,ognuno ha contributo ,sulla pelle o meglio dire sulla salute dei calabresi ,a una lenta ma inesorabile malasanità . Ospedali chiusi ,medici spostati da una sede ad un'altra senza un criterio di merito ,senza valutarne il valore ,la dedizione e le competenze . Il mio pensiero non può non andare alla morte di mio marito ,avvenuta otto mesi fa ,nell'ospedale dell'Annunziata di Cosenza. Lì l'umanità non alberga più da anni e la professione del medico competente non sempre prevale . L'ospedale di Paola ,il pronto soccorso e il reparto di medicina interna mi hanno ridato fiducia nel prossimo, mi hanno fatto vedere che ancora esistono medici che si prodigano per la salute dei propri pazienti e fanno di tutto per strapparli alla morte . Questo ho visto !! Ne sono felice per loro ,per noi !! Dobbiamo essere grati per questo lavoro che svolgono non sempre supportato ,in modo efficiente,dalle istituzioni . Quindi ringrazio tutto lo staff medico citato,gli infermieri e tutto il personale ausiliario, questi Angeli che hanno profuso tutta l'umanità nell'adempimento del loro dovere

Pubblicato in Paola

aeroporto-lamezia-termeLamezia Terme - Concluso questa mattina all’alba un trasporto sanitario urgente con Falcon 900 del 31° Stormo a favore di una bimba di 2 anni in imminente pericolo di vita. La piccola è stata trasportata da Lamezia Terme a Napoli e trasferita all’ospedale di Santobono.

fonte notizia lametino.it

Pubblicato in Calabria

Storia di piccole vicende umane.

Siamo ad Amantea in Via Vittorio Emanuele.

Sicuramente perché urtato da un’auto uno dei panettoni che impediscono alle auto di salire sul marciapiede cade e si ribalta

Dalla foto non si nota il ferro che usualmente lega il panettone alla carreggiata e che dovrebbe evitare il suo crollo totale.

Il panettone si ribalta proprio sulla carreggiata.

Una donna non lo scorge vi inciampa e cade.

Immediato il soccorso ed il trasporto al più vicino nosocomio.

Ora dovrà essere chiarito se la responsabilità sia della donna distratta o frettolosa o se invece sia dell’ente proprietario della strada, nel caso il comune che non si sa nemmeno se per casi simili sia assicurato

Nasce così una ennesima causa civile e con ogni probabilità un nuovo debito da trasferire ai cittadini amanteani

Quello che ci appare illogico, anzi inaccettabile, è che chi ha fatto cadere il panettone non abbia avuto la signorilità di avvertire la polizia municipale onde la sua rimozione o la sua materiale segnalazione.

I vigili infatti sono stati avvertiti solo dopo che la donna è caduta.

Ma questa è Amantea.

Cosenza – Durante l’orario di lavoro in ospedale, si recava in un bagno del nosocomio e, utilizzando un lavandino, puliva le seppie.

Del comportamento del medico, in servizio nell’ospedale di Praia a Mare, é venuta a conoscenza, attraverso alcuni video messi in rete, la Direzione strategica dell’Azienda sanitaria provinciale di Cosenza, che ha disposto il licenziamento del medico protagonista dell’insolito comportamento.

Del provvedimento ha dato notizia con un comunicato la stessa Asp.

L’azienda afferma che “essendo risalita, attraverso ai video messi in rete, alla conoscenza dei dati anagrafici del medico che all’interno dei locali del Presidio ospedaliero di Praia a Mare si dedicava alla pulizia delle seppie, senza disdegnare qualche morso nel corso di tale attività, comunica che ha interrotto ogni rapporto professionale e di lavoro con il sanitario, del quale condanna le condotte assunte”

Emilio Alfano, questo il nome dell’uomo secondo quanto riportato dal Corriere della Sera, non sembra fosse nuovo ad atteggiamenti particolare sul luogo di lavoro. L’uomo era assunto a tempo determinato, ma la Asp ha già provveduto a licenziarlo. Il Direttore generale Raffaele Mauro ha detto a Repubblica: “Abbiamo chiuso ogni rapporto con questa persona, nonostante fosse impiegato nel settore delle emergenze, dove c'è una carenza di personale. Chi si comporta in questo modo non può dare un contributo compiuto al lavoro dell'istituzione”. Un dettaglio non da poco: se l’uomo lavorava alle emergenze dove per di più c’è carenza di personale, diventa più difficile non indignarsi per il suo gesto immortalato in una foto. (aggiornamento di Bruno Zampetti)

MEDICO PULISCE SEPPIE IN OSPEDALE, I PRECEDENTI

All’ospedale di Praia a Mare, in provincia di Cosenza, un medico è stato catturato mentre lavava delle seppie sul luogo del lavoro. La foto-denuncia (che potete trovare qui in basso) è arrivata anche all’ASL locale, che ha deciso di licenziare seduta stante lo stesso dottore. Oggi l’edizione online del Corriere della Sera dedica ampio spazio al protagonista in negativo di questa vicenda; si tratta di Emilio Alfano, 45enne di Torre Annunziata, già noto alle forze dell’ordine essendo stato agli arresti domiciliari in passato. Qualche anno fa, quando lavorava all’Asl di Boscoreale in provincia di Napoli, era stato trovato ubriaco sul posto del lavoro, e quando i carabinieri hanno provato a portarlo a casa, ha reagito colpendo i rappresentanti dell’Arma. Qualche mese fa, invece, l’Alfano ha colpito a calci un giovane tecnico di radiologia dell’ospedale di Praia a Mare, a conferma di una persona senza dubbio soggetta a determinati atteggiamenti sopra le righe. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)

LA FOTO INCRIMINATA

Succede che nell’ospedale di Praia a Mare, in provincia di Cosenza, viene sorpreso un medico mentre lavava tranquillamente delle seppie in un lavandino di un locale ospedaliero. Lo scoop arriva dal giornalista de Il Meridione, Gino Domenico Spolitu, che ha denunciato l’accaduto attraverso una serie di post con tanto di foto a seguito (potete trovarla qui sotto), che testimoniano appunto la pulitura illegale. Inutile sottolineare come la pubblicazione delle immagini e del fatto abbiano portato a non pochi problemi per lo stesso Spolitu, accusato di dire il falso. Ieri però, quando la notizia è circolata anche sui quotidiani nazionali, è stato lo stesso cronista a prendersi le dovute rivincite, e pubblicando un link importante (quello di TgCom24.it), ha correlato il tutto con la frase: «Quindi ero un bugiardo????? E non è finita qui!!! Adesso che la storia é diventata nazionale, chiedo formalmente agli altri responsabili le immediate dimissioni: Dott. Vincenzo Cesareo, Dott. Raffaele Mauro e Ing. Massimo Scura, siete responsabili forse maggiormente di quel medico! Il pesce, quindi anche le seppie, quando puzza, puzza dalla testa!». (aggiornamento di Davide Giancristofaro)

MEDICO LICENZIATO

Si sa, per molti appassionati di cucina pulire e preparare il pesce è una vera arte, e ogni momento è buono per affinare la propria perizia in merito. Un medico di Praia a Mare, in provincia di Cosenza, ha un po' esagerato facendosi però "pizzicare" mentre puliva delle seppie, appena comprate, sul posto di lavoro. E questa bravata è costata al professionista calabrese l'immediato licenziamento, visto che mentre era intento a pulire le seppie in un lavandino di un bagno dell'ospedale, per portarle poi a casa pronte per essere cucinate, è stato filmato e il video è finito in rete. Una "scenetta" che ovviamente è stata presa molto male dalla direzione dell'ospedale, che ha immediatamente preso provvedimenti, considerando anche diversi episodi controversi che hanno messo recentemente la sanità calabrese sotto pressione.

IL COMUNICATO DELLA ASP DI COSENZA

E' stato proprio grazie al video postato in rete che la Direzione dell'Azienda sanitaria provinciale di Cosenza venuta a conoscenza del comportamento del sanitario: conseguente e inevitabile è stata la decisione di non rinnovare il rapporto di convenzione che legava all'ente sanitario il medico che è stato sorpreso al lavoro con le prelibate seppie. L'Asp di Cosenza ha emesso un comunicato per confermare il licenziamento del medico, si legge: "Essendo risalita, attraverso i video messi in rete, ai dati anagrafici del medico che all'interno dei locali del Presidio ospedaliero di Praia a Mare si dedicava alla pulizia delle seppie, senza disdegnare qualche morso nel corso di tale attività, ha interrotto ogni rapporto professionale e di lavoro con il sanitario, del quale condanna le condotte assunte".

Pubblicato in Alto Tirreno

Il direttore generale dell’Asp di Cosenza, Raffaele Mauro, meglio conosciuto come Faccia di Plastica, ha ricevuto un avviso di garanzia dalla procura della Repubblica di Paola per la mancata ottemperanza alle prescrizioni dei Nas a riguardo della struttura ospedaliera di Paola ed in particolare delle sale operatorie che – come è noto – non sono certamente a norma di legge per problemi strutturali e tecnici.

Ricordiamo che solo alcuni giorni addietro la sterilizzatrice sita nella sala operatoria è andata a fuoco.

A chiedere la chiusura delle sale operatorie sono stati sia lo Spisal di Catanzaro, sia lo Spisal della stessa Asp di Cosenza ed i Nas di Cosenza.

Le proposte sono state notificate regolarmente all’autorità giudiziaria competenze che, stranamente, ad oggi non ha ritenuto di adottare alcun provvedimento.

E’ doveroso chiedersi a che servirebbe ristrutturare le sale operatorie, spendendo ingenti somme, quando l’intera struttura ospedaliera è priva dei necessari certificati di staticità ed agibilità…

Le sale operatorie dell’ospedale di Cosenza vennero chiuse dall’autorità giudiziaria pur presentando problemi notevolmente inferiori.

Ci sono due modi di procedere e di interpretare la normativa vigente da parte delle procure?

Pare che da esposti circostanziati a riguardo della struttura di Paola sia emerso finanche che le sale operatorie possano essere fonte di infezioni.

E’ certo che oltre queste problematiche gli organi ispettivi hanno rilevato numerose violazioni in materia di sicurezza sul lavoro, non ultimo l’ingresso al pronto soccorso che non consente l’accesso contemporaneo in senso alternato di due autoambulanze e/o mezzi di soccorso.

Pubblicato in Paola

La magistratura paolana per la frana della collina dell’ospedale di Paola assolve tutti, quasi che la frana stessa non sia mai esistita.

Ovvia la soddisfazione dei proprietari del fabbricato che vennero indicati fra i presunti responsabili dello smottamento del terreno.

Parliamo di Annarita Sganga e Pasqualino Saragò difesi dagli avvocati Gino Perrotta e Pietro Sommella.

I legali scrivono: “Sebbene ogni completa valutazione della complessiva vicenda, occorsa ai propri assistiti, debba necessariamente essere posposta all’esito del deposito delle motivazioni della sentenza, sin da ora esprimono piena soddisfazione per l’esito favorevole del procedimento penale che ha visto coinvolti i patrocinati.

Il Tribunale di Paola, infatti, all’esito di una lunga e articolata istruttoria, connotata da ricostruzioni fattuali e tecniche, smentite dal collegio difensivo, anche con il prezioso apporto dei testimoni e consulenti, ha accolto le richieste difensive di assoluzione con formula di insussistenza del fatto, pertanto affermando l'estraneità della committenza dei lavori del fabbricato nella causazione della frana che ha interessato il “Colle dell’ospedale”, nonché escludendo qualsivoglia illegittimità nella emanazione dei provvedimenti autorizzativi dei lavori e di conseguenza l’assenza di accordi e collusioni con i tecnici comunali.

I coniugi Annarita Sganga e Pasqualino Saragò, ingiustamente accusati di gravi fattispecie delittuose ed iniquamente sottoposti ad una esposizione mediatica che, per anni, ha procurato evidenti ombre e ha rischiato di causare loro ingenti danni e patemi – concludono gli avvocati - hanno salutato con estremo appagamento la pronuncia assolutoria, essendo stata ristabilita la verità in relazione ai fatti ascritti”.

Prendiamo atto anche della assoluzione dei tecnici Eduardo Romano, Salvatore Romito e Silvestro Mannarino ma ci sarebbe piaciuto se i giudici del Tribunale di Paola, Alfredo Cosenza (Presidente), Antonella Paone e Vincenzo D’Arcobello ci avessero fatto sapere, comunque, da cosa , se non da chi, sia stata prodotta la frana.

Pubblicato in Paola

E' delle ultime ore la notizia dell'apertura di un fascicolo da parte della procura della Repubblica di Catanzaro sulla vicenda dell'ospedale di Praia a Mare. La Polizia giudiziaria ha chiesto al Dipartimento salute della Regione Calabria la documentazione relativa alla riapertura dell'ospedale, compresi i provvedimenti presi in conseguenza alle decisioni del Consiglio di Stato.

Come è noto, infatti, il Consiglio di Stato ha confermato la riapertura del nosocomio di Praia a Mare nominando in ambedue casi commissari ad acta che hanno avuto il compito di porre in essere gli atti necessari per la riapertura della struttura come ospedale e non più come Capt.

Il primo tentativo del commissario ad acta è andato a vuoto.

Più determinato invece l'intervento del commissario ad acta Eugenio Sciabica che ha emanato un Decreto che dovrebbe portare alla riapertura “funzionante” della struttura ospedaliera.

Purtroppo, i freni posti a quella che sembra essere una procedura determinata dalla Sentenza del massimo grado di giustizia del Paese, limitano il fluido passaggio del vecchio Capt in ospedale.

E questo, non bisogna dimenticarlo, vuol dire meno diritto alla salute per i cittadini che abitano in questa area di Calabria.

Ebbene, la magistratura dovrà fare chiarezza proprio per poter dare certezze a quei cittadini che credono nella giustizia.

Se il Consiglio di Stato ha preso una decisione, le amministrazioni dell'Asp dovrebbero fare in modo che il personale, le attrezzature, così come in passato sono stati “scippati” ai cittadini, adesso tornino all'interno della struttura, senza giochi e percorsi alternativi.

I cittadini hanno fiducia nella magistratura e si spera che la questione venga risolta così come stabilito nel Decreto del commissario ad acta Sciabica.

PRAIA A MARE – 11 gennaio.

Pubblicato in Alto Tirreno

La Calabria non è solo l’ultima in Italia, forse c’è altro; ben altro

Parliamo di Sanità. Oggi la politica e la magistratura hanno imposto la riapertura dell’ospedale di Praia a Mare.

Un ospedale voluto dalla programmazione del PSI Manciniano insieme a Cetraro, Paola ed Amantea.

Tutti realizzati meno quello di Amantea( nessuno ne ha nemmeno parlato perché la lettera venne segretata)

Poi stante la grave situazione debitoria dell’Italia è arrivato Scura che ha disposto la chiusura dell’ospedale di Praia, oggi riaperto per la sentenza del Consiglio di Stato, e la sua sostituzione con una casa della Salute, un oggetto misterioso della sanità italiana

Ma Scura non è d’accordo e ricorda che “Il bacino di utenza dell'alto Tirreno è inferiore a 50.000 abitanti; l'attuale Pronto soccorso più vicino non è presso l'ospedale di Cetraro, bensì a Belvedere, presso la clinica Tricarico-Rosano che è inserita regolarmente nella rete di emergenza urgenza e in quella Sca (Sindrome coronarica acuta), disponendo di una cardiologia con Utic e con emodinamica; il Pronto soccorso accoglie circa 10-12.000 accessi l'anno; la stessa clinica Tricarico-Rosano dispone di 28 posti letto di chirurgia; la clinica Cascini, sempre di Belvedere. dispone di ulteriori 22 posti letto di chirurgia”

Ma se ogni 50 mila abitanti ci fosse un ospedale , in Italia, si 60 milioni di abitanti ci dovrebbero essere circa1200 ospedali.

Ora l’Ansa ( 2010) dice che sono complessivamente, 1.163.

Di questi, 542 sono istituti ospedalieri pubblici.

La quota restante, pari a 621 strutture, e' rappresentata da ospedali privati accreditati ' allargati': in tale numero sono cioe' compresi anche gli Istituti di ricovero e cura a carattere scientifico (Irccs) privati, gli ospedali religiosi, le fondazioni private, i policlinici universitari privati e gli enti di ricerca privati.

Allora perché no?

Semplice perché in Italia l' incidenza della spesa sanitaria sul Pil e' del 7,2 in Italia, contro l' 8,7 della Francia, l' 8,6 della Germania e l' 8,3 degli Stati Uniti.

Insomma è solo questione di soldi!

Ma la domanda che ci si deve porre è questa: la salute la tutela l’ospedale con le emergenze o piuttosto una sanità del territorio, diffusa sul territorio, che fa medicina preventiva?

La risposta è semplice.

Gli ospedali assorbono il 54,5% della spesa pubblica sanitaria mentre l’extra ospedaliero è fermo al 45,5%.

E questo significa mancanza di specialisti e liste di attesa da paese africano!

La speranza non è certamente nella politica.

Due sono le speranze. La prima è la magistratura che porti a giudizio che ha creato questa situazione che pone come futuro non già la medicina territoriale ma gli ospedali, la seconda è che il popolo si arrabbi non solo per gli ospedali e soprattutto per la medicina di base.

Il male della Calabria non è solo la ‘ndrangheta ma anche certa politica e certa burocrazia, oggi soprattutto quella sanitaria!

Ma perché Scura non parla?

Se Praia è la dimostrazione del suo fallimento perché non se ne va?

O c’è altro che non sappiamo?

Una cosa è certa che oggi alla riapertura di Praia c’erano i Sindaci di Praia a Mare, Antonio Praticò, e di Tortora, Pasquale Lamboglia, il dott. Eugenio Sciabica, Dirigente del Ministero della Salute, investito dell’incarico di commissario ad acta per l’esecuzione della sentenza del Consiglio di Stato  che ha statuito in materia di riorganizzazione ospedaliera, dei Deputati Enza Bruno Bossio ed Ernesto Magorno, del Direttore generale Asp di Cosenza Raffaele Mauro, del presidente Oliverio, tutti benedetti dal vescovo di San Marco- Scalea Leonardo Bonanno.

Pubblicato in Alto Tirreno

Mi ha detto un amico che lavora nella sanità: “ Se viene chiamato il 118 per portare nell’ospedale di Praia, che domani sarà aperto, un malato di enfisema polmonare, probabilmente l’ammalato potrebbe morire perché manca il reparto dove ricoverarlo”.

E poi “ Ma davvero si può aprire un pronto Soccorso senza avere un cardiologo?.

Forse hanno ragione i cinquestelle che sostengono si tratti di un bluff.

La deputata Dalila Nesci, capogruppo in commissione Sanità, e Renato Bruno, consigliere comunale di Scalea (Cs), in una nota congiunta, affermano che sia “l'ennesimo falso del partito del ministro Lorenzin, cui il Pd regge il moccolo, l'inaugurazione della struttura sanitaria pubblica di Praia a Mare come fosse ospedale».

E poi insistono: «Infatti, venerdì 3 novembre verrà inaugurato un ospedale che negli atti non esiste, se si legge il provvedimento del 18 settembre scorso con cui il commissario Eugenio Sciabica ha, per conto del Ministero della Salute, fornito indicazioni operative circa l'esecuzione della sentenza del Consiglio di Stato numero 2576/2014, che impone la riapertura dell'ospedale di Praia a Mare». «Ad oggi – spiegano i 5stelle – non esiste atto del dg dell'Asp di Cosenza, Raffaele Mauro, che ricomprenda la struttura di Praia a Mare nella rete ospedaliera e la configuri in termini di posti letto e attività specialistiche.

Pertanto la prevista inaugurazione sarà il solito teatro, come per la Cardiochirurgia di Reggio Calabria, per cui fu tagliato il nastro prima che venisse accreditata».

«È grave – concludono Nesci e Bruno – questo modo di procedere, che privilegia la parata politica a discapito della verità e dei bisogni fondamentali del territorio, già segnato dai veti e raggiri della maggioranza di governo, la stessa che brinderà per un presidio rispetto a cui è tutto da definire».

Qualcuno sostiene che siccome Scura ha fatto ricorso alla Corte Europea, se questa dovesse pronunciarsi a favore della chiusura dell’ospedale la politica potrebbe dire ai Praiesi “ Noi ve lo avevamo aperto, ma che volete…….”

Pubblicato in Alto Tirreno

cuore-prevenzioneL' Associazione FIDAS-ADVS Donatori di sangue di Paola, in collaborazione con il CSV (Centro Servizi Volontariato), domenica 29 Maggio 2016 dalle ore 08.00 alle ore 13.00 organizza la "1a Giornata della Prevenzione".

L' Associazione FIDAS-ADVS ha chiesto, e con entusiasmo, ottenuto la collaborazione della varie Associazioni, presenti sul territorio paolano, che hanno come "mission" la tutela della salute del cittadino:

- LILT, Lega Italiana per la lotta contro i tumori, che eseguirà le mammografie alle donatrici attive FIDAS con più di 45 anni.

- Il paese di Gertrude, che con un singolo prelievo ematico consentirà ai giovani tra i 18 e i 35 l’iscrizione al Registro Italiano dei Donatori di Midollo Osseo.

- Gli amici del cuore, che si occuperà della prevenzione delle malattia cardiovascolari.

- Sin Reni, Società Italiana Nefrologia, che tramite un campione di urine e la misurazione della pressione arteriosa, stabilirà l’eventuale presenza di patologie renali.

- ADTC, Associazione Diabetici Tirreno Cosentino, misurerà i livelli di glicemia nel sangue.

- CRI, Croce Rossa Italiana, focalizzerà l’attenzione sulla tutela e salvaguardia della salute del cittadino.

Inoltre sono state invitate a partecipare altre Associazioni con la stessa "mission", AVIS e "Vivila ... la vita è bella", le Farmacie e le Parafarmacie di Paola.

Questa "1a Giornata della Prevenzione" è finalizzata a prevenire le malattie che ogni Associazione cerca di limitare. I cittadini dell' hinterland paolano sono invitati a partecipare per fare uno screening del proprio stato di salute completamente gratuito.

Pubblicato in Paola
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