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Per chi non lo sa il comune di Aiello Calabro è il paese di Franco Iacucci, braccio destro del governatore Mario Oliverio.

 

Un paese del quale Iacucci è sindaco eletto con una percentuale Bulgara del 94,73%, con 881 preferenze, lasciando al suo “avversario” Gaspare Perri detto “Zaccagnini” solo il 5,26 %, con le sue 49 preferenze. Nel 2014 i votanti furono 930.

Non può sorprendere quindi più di tanto il risultato del referendum nel quale hanno votato 829 elettori che hanno determinato per il SI il 52,21 % , grazie a 425 elettori che lo hanno espresso, e per il NO il 47,79 % grazie ai 359 elettori che hanno votato per il NO.

 

Come leggere questo risultato?

Iacucci ha perso (881 – 425) 456 preferenze?

 

Ed i 359 elettori del NO alle comunale chi avevano votato.

Sicuramente non Zaccagnini che aveva avuto solo 49 preferenze!

 

Due sono le possibilità.

O quella che Iacucci non si sia impegnato più di tanto o quella , come pare possibile, che il risultato del 2014 sia nato da una sorta di fortissimo municipalismo che ha espresso il sindaco ben al di là del suo valore personale stante la assenza di concorrenti.

 

A voi lettori di suggerirci elementi di valutazione dello strano risultato elettorale

C’entra qualcosa, per esempio, il fatto che ad Aiello Calabro la CGIL è molto presente e questa volta non si è posta dal lato di Iacucci?

Pubblicato in Basso Tirreno

La tabella mostra tutti i votanti amanteani , sezione per sezione, ed i loro voti.

 

In sintesi cosa è successo?

Gli elettori erano 11.209

5378 i maschi

5831 le donne

 

I votanti sono stati 3602, pari al 32,13 % degli elettori

I votanti maschili sono stati 1780 pari al 33,09 di tutti i votanti maschili

I votanti femminili sono stati 1872 pari al 31,24 di tutti i votanti femminili

In sostanza gli uomini hanno votato più delle donne.

 

I SI sono stati 3354 pari al 93,11 % di tutti i votanti.

I NO sono stati 215 pari al 5,97 di tutti i votanti.

 

Le schede bianche e nulle sono state 33 pari allo 0,91% di tutti i votanti

Questi, ora, i dati sezione per sezione:

Nella sezione PRIMA ha votato il 33,23 % dei votanti

Nella sezione SECONDA ha votato il 33,78 % dei votanti

Nella sezione TERZA ha votato il 35,83 % dei votanti

Nella sezione QUARTA ha votato il 34,62 % dei votanti

Nella sezione QUINTA ha votato il 33,37 % dei votanti

Nella sezione SESTA ha votato il 34,95 % dei votanti

Nella sezione SETTIMA ha votato il 30,65 % dei votanti

Nella sezione OTTAVA ha votato il 32,71 % dei votanti

Nella sezione NONA ha votato il 29,71 % dei votanti

Nella sezione DECIMA ha votato il 30,60 % dei votanti

Nella sezione UNDICESIMA ha votato il 33,84 % dei votanti

Nella sezione DODICESIMA ha votato il 28,71 % dei votanti

Nella sezione TREDICESIMA ha votato il 25,78 % dei votanti

Nella sezione QUATTORDICESIMA ha votato il 26,31 % dei votanti

La percentuale più alta si è ottenuta nella terza sezione, quella più bassa nella tredicesima

SporciziaVogliamo rendere nota all'opinione pubblica la situazione che abbiamo trovato dopo lo svolgimento del Referendum di domenica scorsa 17 aprile, presso l’istituto Manzoni.

E' più che scontato che dopo qualsiasi consultazione elettorale sia necessario provvedere ad un'opera di pulizia a salvaguardia dell'igiene e della salute pubblica, esigenza resa ancor più doverosa dalla utenza specifica dei locali utilizzati per il voto, che sono le aule di scolari delle prime classi della scuola primaria.

Accompagnando i nostri bambini a scuola, abbiamo constatato che nessun intervento di pulizia e di riordino delle classi e dei bagni era stato effettuato e che vi stavano provvedendo in quel momento le maestre ed i collaboratori: le aule erano sporche, i bagni sporchi e intasati.

 

Abbiamo ritenuto doveroso agire e rivolgerci al Comune per segnalare le carenze igieniche e abbiamo ottenuto solo risposte vaghe e non corrispondenti alla realtà delle cose. Ecco perchè ci siamo rivolti agli uffici competenti e abbiamo descritto quanto accaduto.

Riteniamo non accettabile il verificarsi di situazioni del genere ed è per questo che come Comitato Genitori e come mamme siamo intervenute a tutela dei nostri figli e per fare in modo che tali situazioni non abbiano più a verificarsi e ci aspettiamo che ognuno si assuma le proprie responsabilità.

 

Comitato Genitori

Qualcuno ha parlato, ma aspettiamo che parlino gli altri , e, tra questi, il nostro Oliverio!

 

1)Maurizio Lupi

Il mancato #quorum è la prova che era un #referendum pretestuoso e incosistente, gli italiani non hanno abboccato. 22:39 - 17 Apr 2016

 

2) Gianfranco Rotondi

Onestà intellettuale vuole che si riconosca la vittoria di matteo renzi in questa giornata referendaria 17 aprile 29016 ore 23.01

 

3) conferenza stampa matteo renzi 23:23 17 apr 2016

“Il governo non si annovera tra i vincitori. I vincitori sono i lavoratori delle piattaforme. Massimo rispetto per tutti gli italiani andati al voto, comunque essi abbiano votato”

“Ma gli sconfitti ci sono, sono quei consiglieri regionali e alcuni presidenti di regione che hanno cercato questo voto”

 

4)Sabina Guzzanti 14:16 - 17 apr 2016

Il 30% in queste condizioni è un successo, chi ha votato è il futuro del paese

 

5)Matteo renzi 23:35 - 17 Apr 2016

Risultati ottimi. I lavoratori hanno vinto, qualche consigliere regionale ha perso. Adesso al lavoro per un'Italia più forte #lavoltabuona

 

6)Michele Emiliano23:19 - 17 Apr 2016

Sono andate a votare 14 milioni di persone. Un successo strepitoso che impegna il governo a cambiare politica industriale ed energetica

 

7) Antonio cianciullo ( chi è?)

Lasciare campo libero alle trivelle senza fissare una scadenza per lo sfruttamento dei giacimenti è una decisione che va nella direzione giusta? Il mancato raggiungimento del quorum non permette di dare in Italia una risposta diversa dal sì del governo. Ma gli ambientalisti hanno già annunciato il ricorso davanti all’Unione europea. Sulle trivelle la battaglia continua.

 

8) il direttore del foglio 23:53 17 apr 2016

Politicamente, il referendum di oggi può essere considerato una sconfitta rotonda, piena, per tutto il fronte politico e costituzionale che aveva scelto di trasformare un referendum poco sensato in un’occasione per sfiduciare il presidente del Consiglio. Il messaggio che arriva dal flop, netto, delle opposizioni mostra ancora una volta che Renzi oggi ha alcune difficoltà oggettive – e circa 13 milioni di elettori contro sono un dato da non sottovalutare – ma mostra anche che il sentimento prevalente del paese non è ancora quello della sfiducia di massa mostrata al capo del governo

 

9) La Stampa spiega cosa succede dopo la bocciatura del referendum. E’ inutile leggere l’articolo ve lo diciamo noi . NIENTE!

 

10) Maria Elena Boschi 18 aprile ore 00.02

Questo Governo è più forte dei sondaggi, dei talk e delle polemiche #avantitutta

 

11) Beppe Grillo

Questa sera si riparte verso il futuro. Da oltre 15 milioni di cittadini che vogliono un futuro diverso per portare il Paese verso uno sviluppo energetico differente, che può essere già realtà con le rinnovabili che producono il 40% dell’elettricità. Il M5S ha già un piano energetico nazionale frutto di un anno e mezzo di lavoro con esperti e confronti. Siamo pronti a dimostrare che con le tecnologie oggi disponibili è già possibile cambiare il Paese e liberarlo in pochi anni da carbone e inceneritori ed arrivare al 2050 senza petrolio.

 

12)Matteo Salvini

Referendum, ha votato il 31.5 degli italiani. Renzi esulta, Napolitano esulta, i petrolieri esultano.

Non esultano gli italiani a cui Renzi non accorpando il referendum alle altre elezioni ha fatto sprecare 300 milioni.

Io ringrazio i milioni di cittadini che hanno partecipato alla faccia del silenzio dei giornalisti e dell’arroganza di certi politici.

Odio gli indifferenti diceva Gramsci nel 1917. Sono d’accordo con lui.

 

Pubblicato in Italia

Alle ore 12.00, 5 ore dopo l’apertura dei seggi, i votanti erano stati l’8,36%

 

Parliamo di una presenza ai seggi dell’ 1, 66 % della massa elettorale ogni ora.

 

Percentuali di verse da regione a regione:

Alle ore 19,00, cioè 7 ore dopo il primo dato , i votanti erano il 23,48 , cioè il 15,12% in più del mattino.

 

Parliamo quindi della presenza del 2, 16 % della massa elettorale ogni ora

In sostanza uno 0,50% in più per ogni ora rispetto al mattino

 

Dalle 19,00 alle 23.00 ci sono altre 4 ore.

 

Mancano per arrivare al 50% più uno il 26,52% della massa elettorale più uno

Praticamente dovrebbero andare a votare il 6, 62 % degli elettori ogni ora

In sostanza il 4,46 % in più della fascia pomeridiana.

 

Possibile?

Chi lo sa?

Possono andare a votare quelli che sono andati alla partita, quelli che sono andati al mare, quelli che sono andati in gita, e le loro famiglie.

Basta saper aspettare.

Pubblicato in Primo Piano

Peppe Furano scrive: Non sono certo uno che è contro la scienza, la tecnologia e il progresso, ma ho sem pre ritenuto e ritengo che qualsiasi scoperta scientifica e qualsiasi applica zione tecnologica debba sottostare alla severa valutazione dei costi e dei benefici per il presente e per il futuro per l’intera umanità.

 

E’ innegabile che in passato il settore petrolifero,pur facendo subire, all’umanità tutta,grandi costi,ha consentito nel contempo,alla stessa umanità, un grande progresso.Ma oggi il progresso scientifico e tecnologico ci possono permettere un graduale abbandono di questa fonte di energia.

I pericoli legati alle trivellazioni nel mediterraneo sono di diversa natura.

Prima di tutto gli incidenti. Un incidente che provocasse dispersione di idrocarburi nel mare potrebbe mettere inginocchio l’Italia. Secondo L’Ispra,con le tecnologie attuali,saremmo in grado di recuperare solo il 30% del materiale fuoriuscito. Il resto rimarrebbe nel mare e in un mare come l’Adriatico, un mare chiuso che impiega circa 80 anni per un ricambio dell’acqua, i sedimenti degli idrocarburi andrebbero a depositarsi sui fondali e lungo le coste.

 

Quanto agli impatti ambientali delle attività estrattive, dati pubblicati recentemente sempre dall’Ispra, richiesti da Greenpeace, dimostrano come nei fondali attorno alle piattaforme vi sia una contaminazione di diverse sostanze inquinanti.

C’è poi il fenomeno della subsidenza. A partire dagli anni ’40-’50, questo fenomeno ha interessato la costa emiliano-romagnola in maniera talmente  rilevante da risultare la causa preponderante dell’erosione costiera.

Le cause di questo fenomeno sono state individuate sia nell’estrazione dell’acqua dalle falde profonde sia nell’estrazione del gas.

Infine la legge obbliga le compagnie petrolifere di prevedere i fondi per il ripristino dei luoghi. Ma se l’estensione delle concessioni è all’infinito, non nasce il sospetto che questo potrebbe essere un modo per non far pagare loro i costi dello smantellamento previsti nel piano industriale? Non sarebbe un regalo occulto alle compagnie petrolifere?

E alla fine questi costi non sarebbero pagati dai cittadini?

Qualcuno dirà che se questi sono i costi in contropartita ci sono molti vantaggi per tutti.

In primis salvaguardia di posti di lavoro, poi i soldi che i petrolieri pagano all’Italia e infine il risparmio di importazione di gas e petrolio dall’estero.

Sono argomenti falsi.

L’Unione petrolifera conta 35 mila addetti nel settore. I posti a rischio, da calcoli effettuati da esperti dei comitati per il Sì, potrebbero essere poche migliaia, riassorbibili in altri settori. Questi calcoli sono sicuramente convincenti se la Fiom Cgil si è schierata a fianco del Comitato per il Sì.

Le royalties pagate dai petrolieri all’Italia non solo sono molto basse, ma se la produzione è al di sotto di un certo livello non sono pagate. Secondo il ministero dello sviluppo delle 26 concessioni che estraggono gas, solo 5 hanno pagato royalties nel 2015!

Infine ricordando che gas e petrolio provenienti dalle trivelle è dell’1% dei nostri consumi di petrolio e del 3% di quelli di gas e che in questi anni stiamo diminuendo rapidamente la dipendenza da queste due fonti non è affatto scontato – come affermano i comitati per il No – che saremmo costretti ad aumentare le importazioni di queste risorse. Anche perché le piattaforme non chiuderebbero subito ma nel corso dei prossimi dieci anni.

 

Questi i motivi economici e ambientali per andare a votare e votare Sì.

Ma ci sono motivi culturali,civili e democratici,forse ancora più importanti, per correre a votare e votare doppiamente Sì!

Il boy scout, Presidente del Consiglio-segretario del Pd, si è schierato per l’astensione, perché non vuole che si arrivi al quorum e con faccia veramente tosta ha definito questa scelta “sacrosanta e legittima”. Ora si capisce perché non ha voluto accoppiare referendum ed elezioni amministrative facendo sprecare 300 milioni agli italiani!

Il Presidente del Consiglio sostiene l’astensione nonostante sappia, come ha ricordato il costituzionalista Michele Ainis,che ci sono in vigore due norme che prevedono una pena da 6 mesi a 3 anni se “un investito di un pubblico potere ” organizza l’astensione.

 

Ma cosa ci si poteva aspettare da questo “guascone” che senza mai essere stato eletto,con un parlamento di nominati,per lo più dichiarato incostituzionale,ha modificato 41 articoli della Costituzione con voti di fiducia,canguri,aiuti di verdiniani e calpestando ogni pur minimo diritto delle minoranze!

Nel 1990 Bobbio scrisse “Vogliamo renderci conto che se questo espediente o trucco di non votare continuerà,ben pochi referendum d’ora in poi resisteranno alla prova richiesta per la loro validità,e la gemma della nostra Costituzione sarebbe spacciata?”.

E oggi, con grande senso civico e democratico, il Presidente della Corte Grossi ha dichiarato “Si deve votare. Ogni cittadino è libero di farlo nel modo in cui ritiene giusto, ma si deve partecipare al voto, il referendum è per ciascuno di noi. Significa essere pienamente cittadini”.

Evidentemente il Presidente del Consiglio non ha nessuna voglia e nessuna intenzione di “essere pienamente cittadino” e vuole platealmente calpestare “la gemma della nostra Costituzione”!.

L’istituto del referendum è molto importante in quanto è l’unico momento in cui,in una democrazia rappresentativa come la nostra,il cittadino può operare una scelta diretta e senza mediazione.

Un popolo che abbia il minimo senso civico e un minimo di dignità democratica di fronte a un Presidente del Consiglio che così spudoratamente non vuole “essere pienamente cittadino” e calpesta “la gemma della nostra Costituzione” dovrebbe correre a votare,votare Sì per ricordare a questo Presidente abusivo che i cittadini italiani vogliono “essere pienamente cittadini” e non vogliono calpestare “la gemma della nostra Costituzione”.

Giuseppe Furano

Pubblicato in Basso Tirreno

Che cosa accade in caso di vittoria del “sì” al referendum.

 

Una vittoria referendaria del “sì” non modificherebbe nulla relativamente alle attività oltre le 12 miglia marine, tantomeno la possibilità di cercare e sfruttare nuovi giacimenti sulla terraferma. Quindi sgombriamo il campo da chi grida “ al lupo, al lupo! ”.

Parliamo solo delle trivellazioni vicine alla costa, quelle che non si possono più fare perché vietate dalla legge (art. 6, comma 17°, del decreto legislativo n. 152/2006 e s.m.i.).

 

Se al referendum dovessero vincere i “sì”, semplicemente alla scadenza delle concessioni, gli impianti elencati nella tabella dovrebbero chiudere, i primi tra 5 anni, gli ultimi tra circa venti.

Quali le conseguenze?

La prima cosa che i dati mostrano è che non si tratta di un referendum sulle trivellazioni di gas o petrolio, si tratta solo di decidere se ciò che è vietato fare ora entro le dodici miglia in mare, sia giusto permettere che continui fino ad esaurimento per gli impianti esistenti. Inutile quindi delineare apocalittici scenari di suicidio energetico o di fine prematura di una industria. Fuori luogo anche paventare effetti nefasti sul quadro energetico nazionale: i consumi fossili per fortuna stanno lentamente calando in Italia e se prendiamo sul serio gli impegni che il nostro governo ha sostenuto a Parigi lo scorso dicembre per evitare un aumento medio della temperatura entro i 2 gradi (magari 1,5), dovremo consumarne sempre meno e a livello globale dovremo lasciare sotto la crosta terrestre gran parte del petrolio.

(da http://sbilanciamoci.info/wp-content/uploads/2016/04/Meregalli_referendum17aprile.pdf)

Allora è utile ricordare che in Italia ci sono 867 pozzi produttivi di cui 355 in mare e che le trivelle hanno più pozzi ( fonte DGRME-MISE )

Se doveste imbattervi in questi nomi sappiate che si tratta di piattaforme marine e di teste di pozzo sottomarine

 

ADA 2  ADA 3ADA 4

AGOSTINO A (3) AGOSTINO A CLUSTER (2) AGOSTINO B (7) AGOSTINO C (3)

AMELIA A (2)  AMELIA BAMELIA C (1 AMELIA D (4)

ANEMONE B (1)  ANEMONE CLUSTER (1)

ANGELA ANGELINA (10) ANGELA CLUSTER (1)

ANNABELLA (5)

ANNALISA (4)

ANNAMARIA B (8)

ANTARES 1  ANTARES A (4)

ANTONELLA (4)

AQUILA 2 (1)   AQUILA 3 (1)  

ARGO 2  

ARIANNA A (4)

ARIANNA A CLUSTER (2)

ARMIDA 1  ARMIDA A (6)

AZALEA AAZALEA B (2)

BARBARA A (6) BARBARA BBARBARA C (6) BARBARA D (15) BARBARA E (14 BARBARA F (13) BARBARA G (10) BARBARA H (5) BARBARA NW (6) BARBARA TBARBARA T2

BASIL (3)

BENEDETTA 1

BONACCIA (6) BONACCIA EST 2 (1)   BONACCIA EST 3 (1)   BONACCIA NW

BRENDA (4)

CALIPSO (2)

CALPURNIA (2)

CAMILLA 2  

CASSIOPEA 1  

CERVIA A (2) CERVIA A CLUSTER (1) CERVIA B (5) CERVIA C (6) CERVIA K

CLARA EST (4) CLARA NORD (4) CLARA NWCLARA OVEST

DARIA A (9) DARIA B

DAVIDEDAVIDE 7

DIANA

ELENA 1  

ELEONORA (1)

ELETTRA (1)

EMILIO (1) EMILIO 3  

EMMA OVEST (8)

FABRIZIA 1

FAUZIA (2)

FRATELLO CLUSTER (2) FRATELLO EST 2FRATELLO NORD (1)

GARIBALDI A (3) GARIBALDI A CLUSTER (1) GARIBALDI B (7) GARIBALDI C (4) GARIBALDI D (4) GARIBALDI KGARIBALDI T

GELA 1 (5) GELA CLUSTER

GIOVANNA (2)

GIULIA 1

GUENDALINA (2)

HERA LACINIA 14HERA LACINIA BEAF (3)

JOLE 1

LUNA 27   LUNA 40 SAF   LUNA A (11) LUNA B (11)

MORENA 1

NAIDE (1)

NAOMI PANDORA (3)

OMBRINA MARE 2

PANDA 1   PANDA W 1  

PENNINA

PERLA (3)

PORTO CORSINI 80PORTO CORSINI 80 BISPORTO CORSINI M E C (3) PORTO CORSINI M S 1PORTO CORSINI M S 2PORTO CORSINI M W APORTO CORSINI M W BPORTO CORSINI M W C (8) PORTO CORSINI M W T

PREZIOSO (4)

REGINA (6) REGINA 1

ROSPO MARE A (9) ROSPO MARE B (12) ROSPO MARE C (8)

SAN GIORGIO MARE 3SAN GIORGIO MARE 6SAN GIORGIO MARE CENTRALE

SANTO STEFANO MARE 101SANTO STEFANO MARE 1-9  SANTO STEFANO MARE 3-7SANTO STEFANO MARE 4SANTO STEFANO MARE 8

SARAGO MARE 1 (1) SARAGO MARE A (1)

SIMONETTA 1 (1)

SQUALO

TEA (4)

VEGA A (19)

VIVIANA 1

VONGOLA MARE 1 (1)

Sotto il profilo della ubicazione

Entro il limite delle 12 miglia (92)

Oltre il limite delle 12 miglia (43)

Tipologicamente sono

Piattaforme con struttura emersa (122)

Teste pozzo sottomarine (13)

Strutture distinte per attività in corso

Piattaforme di produzione eroganti (79)

Piattaforme di produzione non eroganti (40)

Piattaforme di supporto alla produzione (8)

Piattaforme non operative (8)

Ma i pozzi marini inquinano?

Ecco la risposta.

Delle oltre 130 piattaforme operanti in Italia , sono stati consegnati a Greenpeace solo i dati relativi ai piani di monitoraggio delle piattaforme attive in Adriatico che scaricano direttamente in mare, o iniettano/re-iniettano in profondità, le acque di produzione.

Si tratta di 34 impianti (33 nel 2012 e 2014)che estraggono gas, tutti di proprietà di ENI. I dati si riferiscono agli anni 2012, 2013 e 2014.

Per quel che riguarda le altre 100 piattaforme operanti nei nostri mari , Greenpeace non ha ottenuto alcun dato dal Ministero . La mancanza di dati per queste piattaforme può essere dovuta all’assenza di ogni tipo di controllo da parte delle autorità competenti o al fatto che il Ministero ha deciso di non consegnare a Greenpeace tutta la documentazione in suo possesso.

I dati ottenuti da Greenpeace sono resi pubblici per la prima volta in questo rapporto: sino a oggi il Ministero non li ha resi disponibili sui suoi organi di comunicazione ufficiali.

I monitoraggi sono realizzati da ISPRA (l’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale, un istituto di ricerca pubblico sottoposto alla vigilanza dl Ministero dell’Ambiente) con la committenza di ENI(sulla base di una apposita convenzione ENI-ISPRA).

I monitoraggi prevedono analisi chimico-fisiche su campioni di acqua, sedimenti marini e mitili (Mytilus galloproncialis, le comuni cozze)che crescono nei pressi delle piattaforme.

Dal lavoro di sintesi e analisi di questi dati svolto da Greenpeace emerge un quadro perlomeno preoccupante. I sedimenti nei pressi delle piattaforme sono spesso molto contaminati.

A seconda degli anni considerati, il 76% (2012), il 73,5% (2013)e il 79% (2014) delle piattaforme presenta sedimenti con contaminazione oltre i limiti fissati dalle norme comunitarie per almeno una sostanza pericolosa. Questi parametri sono oltre i limiti per almeno due sostanze nel 67% degli impianti nei campioni analizzati nel 2012, nel 71% nel 2013 e nel 67% nel 2014. Non sempre le piattaforme che presentano dati oltre le soglie confermano i livelli di contaminazione negli anni successivi,ma la percentuale di piattaforme con problemi di contaminazione ambientale è sempre costantemente elevata. 1

http://unmig.mise.gov.it/unmig/strutturemarine/piattaforme.pdf

Tra i composti che superano con maggiore frequenza i valori definiti dagli Standard di Qualità Ambientale (o SQA, definiti nel DM 56/2009e 260/2010)fanno parte alcuni metalli pesanti, principalmente cromo, nichel, piombo (e talvolta anche mercurio, cadmio e arsenico), e alcuni idrocarburi   come fluorantene, benzo[b]fluorantene, benzo[k]fluorantene,benzo[a]pirenee   la somma degli idrocarburi policiclici aromatici (IPA). Alcune tra queste sostanze sono cancerogene e in grado di risalire la catena alimentare raggiungendo così l’uomo e causando seri danni al nostro organismo.

La relazione tra l’impatto dell’attività delle piattaforme e la catena alimentare emerge più chiaramente dall’analisi dei tessuti dei mitili prelevati presso le piattaforme.

Gli inquinanti monitorati in riferimento agli SQA identificati per questi organismi(appartenenti alla specie Mytilus galloproncialis), sono tre: mercurio, esaclorobenzene ed esaclorobutadiene. Di queste tre sostanze solo il mercurio viene abitualmente misurato nei mitili nel corso dei monitoraggi ambientali

I risultati mostrano che circa l’86% del totale dei campioni analizzati nel corso del triennio 2012-2014 superava il limite di concentrazione di mercurio identificato dagli SQA.

Per quel che riguarda gli altri metalli misurati nei tessuti dei mitili non esistono limiti specifici d

Che cosa accade in caso di vittoria del “sì” al referendum.

 

Una vittoria referendaria del “sì” non modificherebbe nulla relativamente alle attività oltre le 12 miglia marine, tantomeno la possibilità di cercare e sfruttare nuovi giacimenti sulla terraferma. Quindi sgombriamo il campo da chi grida “ al lupo, al lupo! ”.

 

Parliamo solo delle trivellazioni vicine alla costa, quelle che non si possono più fare perché vietate dalla legge (art. 6, comma 17°, del decreto legislativo n. 152/2006 e s.m.i.).

 

Se al referendum dovessero vincere i “sì”, semplicemente alla scadenza delle concessioni, gli impianti elencati nella tabella dovrebbero chiudere, i primi tra 5 anni, gli ultimi tra circa venti.

 

Quali le conseguenze?

 

La prima cosa che i dati mostrano è che non si tratta di un referendum sulle trivellazioni di gas o petrolio, si tratta solo di decidere se ciò che è vietato fare ora entro le dodici miglia in mare, sia giusto permettere che continui fino ad esaurimento per gli impianti esistenti. Inutile quindi delineare apocalittici scenari di suicidio energetico o di fine prematura di una industria. Fuori luogo anche paventare effetti nefasti sul quadro energetico nazionale: i consumi fossili per fortuna stanno lentamente calando in Italia e se prendiamo sul serio gli impegni che il nostro governo ha sostenuto a Parigi lo scorso dicembre per evitare un aumento medio della temperatura entro i 2 gradi (magari 1,5), dovremo consumarne sempre meno e a livello globale dovremo lasciare sotto la crosta terrestre gran parte del petrolio.

 

(dahttp://sbilanciamoci.info/wp-content/uploads/2016/04/Meregalli_referendum17aprile.pdf)

 

Allora è utile ricordare che in Italia ci sono 867 pozzi produttivi di cui 355 in mare e che le trivelle hanno più pozzi ( fonte DGRME-MISE )

 

 

Entro il limite delle 12 miglia (92)

 

Oltre il limite delle 12 miglia (43)

 

Tipologicamente sono

 

Piattaforme con struttura emersa (122)

 

Teste pozzo sottomarine (13)

 

Strutture distinte per attività in corso

 

Piattaforme di produzione eroganti (79)

 

Piattaforme di produzione non eroganti (40)

 

Piattaforme di supporto alla produzione (8)

 

Piattaforme non operative (8)

 

Ma i pozzi marini inquinano?

 

Ecco la risposta.

 

Delle oltre 130 piattaforme operanti in Italia , sono stati consegnati a Greenpeace solo i dati relativi ai piani di monitoraggio delle piattaforme attive in Adriatico che scaricano direttamente in mare, o iniettano/re-iniettano in profondità, le acque di produzione.

 

Si tratta di 34 impianti (33 nel 2012 e 2014)che estraggono gas, tutti di proprietà di ENI. I dati si riferiscono agli anni 2012, 2013 e 2014.

 

Per quel che riguarda le altre 100 piattaforme operanti nei nostri mari , Greenpeace non ha ottenuto alcun dato dal Ministero . La mancanza di dati per queste piattaforme può essere dovuta all’assenza di ogni tipo di controllo da parte delle autorità competenti o al fatto che il Ministero ha deciso di non consegnare a Greenpeace tutta la documentazione in suo possesso.

 

I dati ottenuti da Greenpeace sono resi pubblici per la prima volta in questo rapporto: sino a oggi il Ministero non li ha resi disponibili sui suoi organi di comunicazione ufficiali.

 

I monitoraggi sono realizzati da ISPRA (l’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale, un istituto di ricerca pubblico sottoposto alla vigilanza dl Ministero dell’Ambiente) con la committenza di ENI(sulla base di una apposita convenzione ENI-ISPRA).

 

I monitoraggi prevedono analisi chimico-fisiche su campioni di acqua, sedimenti marini e mitili (Mytilus galloproncialis, le comuni cozze)che crescono nei pressi delle piattaforme.

 

Dal lavoro di sintesi e analisi di questi dati svolto da Greenpeace emerge un quadro perlomeno preoccupante. I sedimenti nei pressi delle piattaforme sono spesso molto contaminati.

 

A seconda degli anni considerati, il 76% (2012), il 73,5% (2013)e il 79% (2014) delle piattaforme presenta sedimenti con contaminazione oltre i limiti fissati dalle norme comunitarie per almeno una sostanza pericolosa. Questi parametri sono oltre i limiti per almeno due sostanze nel 67% degli impianti nei campioni analizzati nel 2012, nel 71% nel 2013 e nel 67% nel 2014. Non sempre le piattaforme che presentano dati oltre le soglie confermano i livelli di contaminazione negli anni successivi,ma la percentuale di piattaforme con problemi di contaminazione ambientale è sempre costantemente elevata. 1

 

http://unmig.mise.gov.it/unmig/strutturemarine/piattaforme.pdf

 

Tra i composti che superano con maggiore frequenza i valori definiti dagli Standard di Qualità Ambientale (o SQA, definiti nel DM 56/2009e 260/2010)fanno parte alcuni metalli pesanti, principalmente cromo, nichel, piombo (e talvolta anche mercurio, cadmio e arsenico), e alcuni idrocarburi   come fluorantene, benzo[b]fluorantene, benzo[k]fluorantene,benzo[a]pirenee   la somma degli idrocarburi policiclici aromatici (IPA). Alcune tra queste sostanze sono cancerogene e in grado di risalire la catena alimentare raggiungendo così l’uomo e causando seri danni al nostro organismo.

 

La relazione tra l’impatto dell’attività delle piattaforme e la catena alimentare emerge più chiaramente dall’analisi dei tessuti dei mitili prelevati presso le piattaforme.

 

Gli inquinanti monitorati in riferimento agli SQA identificati per questi organismi(appartenenti alla specie Mytilus galloproncialis), sono tre: mercurio, esaclorobenzene ed esaclorobutadiene. Di queste tre sostanze solo il mercurio viene abitualmente misurato nei mitili nel corso dei monitoraggi ambientali

 

I risultati mostrano che circa l’86% del totale dei campioni analizzati nel corso del triennio 2012-2014 superava il limite di concentrazione di mercurio identificato dagli SQA.

 

Per quel che riguarda gli altri metalli misurati nei tessuti dei mitili non esistono limiti specifici di legge che consentano una valutazione immediata dei livelli di contaminazione. Per verificare il possibile impatto ambientale delle attività offshore sull’accumulo di questi inquinanti è stato perciò effettuato un confronto con dati presenti nella letteratura scientifica specializzata. In particolare, si sono confrontati i livelli di concentrazione di queste sostanze nei mitili impiegati per i monitoraggi delle piattaforme con i livelli di concentrazione rilevati in altre aree dell’Adriatico, estranee alle attività di estrazione di idrocarburi.

 

Per avere certezza di non sovrastimare i risultati di tale raffronto, sono stati utilizzati come termine di parago nei valori medi stagionali di concentrazione più alti riportati in questi studi.

 

I risultati mostrano che circa l’82% dei campioni di mitili raccolti nei pressi delle piattaforme presenta valori più alti di cadmio rispetto a quelli misurati nei campioni presenti in letteratura;altrettanto accade per il selenio (77% circa) e lo zinco (63% circa).

 

Per bario, cromo e arsenico la percentuale di campioni con valori più alti era inferiore (37%, 27% e 18% rispettivamente

 

Pubblicato in Italia

SIContinuano le attività di informazione e promozione del Sì per il Referendum del 17 Aprile.

 

Dopo due settimane di volantinaggio e banchetti informativi sui territori di Amantea e Campora S.G., il dibattito referendario entra nel vivo con gli incontri di: domani, venerdì 8 Aprile e mercoledì 13 Aprile.

Dopo gli accadimenti degli ultimi giorni che tirano in ballo il quesito referendario in giochi più che politici e dopo i ripetuti inviti all’astensione da parte del Governo, riteniamo sia necessaria un’azione che stimoli e solleciti un’attiva ed informata partecipazione al voto.

 

L’incontro di domani, venerdì 8 Aprile, si terrà a Campora S.G. presso Piazza S. Francesco alle 16:30

(in caso di pioggia, presso la palestra delle scuole medie Alessandro Longo, Campora San Giovanni).

 

L’evento, moderato da Salvatore Muoio, vedrà l’intervento di:

Francesco Saccomanno (Comitato Calabrese VOTA Sì per fermare le Trivelle)

Don Giacomo Panizza (Associazione Progetto Sud)

Carolina Pellegrino (Ricercatrice Unical in Diritto per l’Ambiente)

E’ possibile seguire le attività del Comitato sulla pagina Facebook “AMANTEA AMA IL MARE – NO TRIV”

 

Amantea, lì 07 Aprile 2016

Pubblicato in Politica

Come concordato alle 14.30 nella sala Consiliare si è riunita la commissione elettorale per la nomina degli scrutatori del prossimo referendum.

 

Presenti il sindaco Monica Sabatino, la consigliera Arone, la consigliera Francesca Menichino, il consigliere Salvatore Alessandro.

Presenti anche la segretaria comunale Maria Luisa Mercuri, il vice segretario Mario Aloe, la consigliera Ciccia Caterina, ( sul tardi anche Giusi Osso).

 

Nella sala alcuni giovani e possibili scrutatori elettorali.

Il sindaco apre i lavori e propone di scegliere gli scrutatori a sorteggio estraendoli dall’elenco generale degli iscritti.

La proposta non trova consenzienti né la consigliera Francesca Menichino, nè il consigliere Salvatore Alessandro.

La consigliera Francesca Menichino osserva che per un problema di equità sociale si imporrebbe la eliminazione dai datati elenchi elettorali coloro che abitano fuori Amantea, coloro che lavorano , coloro che non hanno più interesse a tale incarico e chiede che dall’elenco generale venga estratto prima un sub elenco..

 

Diversamente, ed in tale linea è d’accordo il consigliere Salvatore Alessandro, è opportuno ricorrere alla nomina per singolo componente della commissione, fermo restando che la componente del M5s provvederà a designare i suoi scrutatori provvedendo a sorteggiarli tra coloro che hanno fatto pervenire apposita domanda.

E di fatti provvede a far estrarre ad una bambina presente in sala i 10 nominativi di sua pertinenza che se presenti nella lista generale vanno a costituire il primo nucleo di scrutatori.

Alla Menichino segua il consigliere Alessandro Salvatore il quale rende noto la sua volontà di nominare quali scrutatori i sei vigili che non sono stati stabilizzati . E così fa, aggiungendo, poi, altri 4 nomi.

Il sindaco nomina poi altri 20 scrutatori, giungendo quindi a 40 in tutto.

Essendone necessari altri 2 ( cioè 3 scrutatori per 14 sezioni) Il sindaco per se e per la Arone designa un altro nominativo e così fanno i consiglieri Salvatore e Menichino.

Si procede successivamente alla assegnazione alle sezioni ed alla formale approvazione alla unanimità sezione per sezione.

Successivamente vengono nominati i 42 supplenti.

La situazione econo  mica è difficile.

Non si trova lavoro.

Ed allora ogni occasione di guadagno è da sfruttare.

La più vicina è fare lo scrutatore al prossimo referendum del 17 aprile.

Si possono guadagnare 130 euro.

L’unico problema è trovare una raccomandazione se gli scrutatori saranno designati dai politici od essere fortunati se saranno sorteggiati.

Domani 24 marzo si deciderà.

La riunione aperta al pubblico è fissata per le ore 14.30 nella sala consiliare.

E’ importante essere presenti .

Se qualcuno ve lo ha promesso andate a vedere se rispetta l’impegno.

Se nella commissione c’è un vostro eletto ( di qualunque partito sia) andate a vedere il rispetto che vi portano.

Se dovessero fare davvero il sorteggio potrete controllare se sarà fatto con regolarità.

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