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Ecco cosa scrive il sindaco di San Pietro Gioacchino Lorelli:

 

ILL.MO SIGNOR SINDACO -          Presidente Ufficio di Piano   - AMANTEA

 

e, p.c.

SIGNORI SINDACI DI

BELMONTE CALABRO

LAGO

FIUMEFREDDO BRUZIO

CLETO

LONGOBARDI

SERRA AIELLO

 

Oggetto: Ufficio di piano. Dimissioni carica vicepresidente Coordinamento Istituzionale.

 

Egregio Presidente,

l’andamento della riunione di stamattina ha solo confermato i dubbi e le perplessità già in essere sia nella gestione del progetto “Home Care Premium”, della precedente amministrazione, sia nella gestione commissariale.

Del che con la schiettezza che gli è propria, ha sempre fatto constare, sia nei verbali del coordinamento istituzionale, sia tramite missive, tutte acquisite al predetto Ufficio di piano. L’azione del sottoscritto è stata sempre improntata a tutele della vigile osservanza della legalità e delle popolazioni amministrate.

Non pensa che si siano verificate le condizioni per un prosieguo di collaborazione quale vicepresidente del predetto coordinamento anche perché le Sue prese di posizioni non si discostano molto da quelle fin’ora assunte da predecessori e commissario.

Pertanto con la presente rassegna le proprie dimissioni irrevocabili dalla carica di vice presidente del Coordinamento Istituzionale.

Non me ne voglia, sig. Presidente, per la decisione presa, ma a questo punto lo scrivente non se la sente di continuare e pensa che la partecipazione, come semplice componente del coordinamento, sia la soluzione che più si confà al suo pensiero ed al suo modo di gestire alcune situazioni.

La collegialità è un bene prezioso e, per dire, la pubblicazione sul sito del Comune di Amantea del bando, senza avvisare nessuno, per l’Istituzione del registro pubblico dei fornitori per l'erogazione di prestazioni integrative nell'ambito del progetto "Home Care Premium 2017” non è certamente un buon viatico.

 

Le auguro buon lavoro.

San Pietro in Amantea 29 giugno 2017IL SINDACO  (Gioacchino Lorelli)

Pubblicato in Basso Tirreno

Il fuoco di un incendio fa paura.

Forse anche ai Vigili del Fuoco che pur lo affrontano con coraggio, con perizia e con mezzi tecnici adeguati.

Ovviamente quando sono disponibili.

Il problema è quando non lo sono perché impegnati in altri luoghi ed in altri incendi.

E’ il problema che ha dovuto affrontare ieri sera il consigliere comunale di San Pietro in Amantea Valentino Socievole.

Ha telefonato al 115 ma i Vigili del fuoco erano impegnati altrove e non potevano muoversi.

Che fare allora?

Poi il pensiero è andato alla vicina Amantea il cui comune è dotato di una autobotte da utilizzare in questi casi .

Ma il consigliere non si è perso d’animo.

E così Valentino ha telefonato al sindaco Mario Pizzino segnalando la gravità del problema e la impossibilità dell’intervento dei pompieri.

Con alto senso di responsabilità il neo sindaco ha fatto quello che ha potuto.

Siccome l’autobotte è da tempo “in attesa di riparazione” ha inviato l’autospurgo con alla guida il buon Fabrizio Cima che non si è certo rifiutato (vedi foto)

“Impossibile -dice Socievole- non ringraziare il sindaco di Amantea che nello spirito di collaborazione indispensabile tra paesi vicini ( il fuoco peraltro non si ferma ai confini dei comuni) e con grande senso di responsabilità, ci ha aiutato. Diversamente non sapevamo come fare”.

E poi di seguito”Questa occasione mi permette di richiamare l’attenzione di tutti i sindaci della nostra zona sulla necessità di riprendere la antica collaborazione che un tempo univa in consorzio il basso tirreno cosentino.

Ringrazio anche il bravo Fabrizio Cima per la sua disponibilità.

Devo poi segnalare che in questi momenti mi sono trovato vicino in tutto l’ assessore Danilo Caruso”.

Noi, invece, vogliamo segnalare il pregevole intervento del “mini pompiere” Alessio Socievole che non “ha mollato il papà e l’incendio” fino a quando non è stato spento.

Tutto è bene quel che finisce bene!

Pubblicato in Basso Tirreno

Francesco Gagliardi in onore della Madonna delle Grazie

Riceviamo e pubblichiamo:

“Carissimi devoti della Madonna delle Grazie

Anche quest’anno sarà celebrata a San Pietro in Amantea l’1 e 2 luglio la grande festa in onore della Madonna delle Grazie.

La Madonna delle Grazie, come sapete, non è la patrona del nostro paese, però, per noi, il 2 luglio è la festa più bella e più grande che attira con pellegrinaggi molti fedeli dei paesi vicini.

Il Santuario a Lei dedicato, ogni anno, specialmente durante le funzioni religiose del novenario, attira molti devoti dalla vicina e a noi cara Amantea.

Esso è sorto sul luogo dove una volta c’era una stalla.

Il Santuario Mariano fu edificato dove appunto la tradizione narra l’apparizione della Vergine ad un umile pastorello per giunta sordo muto.

Il campanile di sinistra subì gravi danni in seguito al terribile terremoto del 1904 che devastò l’intera Regione Calabra.

La festa della Madonna delle Grazie è molto sentita dagli abitanti di San Pietro in Amantea, infatti tutti coloro i quali per motivo di lavoro hanno dovuto abbandonare il proprio paesello e tutti i loro affetti, in occasione della festa ritornano al paesello natio..

La processione si svolge percorrendo tutte le vie principali del paese senza alcuna interruzione neanche nel periodo delle due guerre mondiali.

La Statua è stata di recente restaurata e incoronata di due nuove corone perché quelle antiche sono state trafugate dai banditi.

Per intercessione della Vergine Maria molte persone hanno ricevuto grazie in abbondanza e in segno di ringraziamento offrono alla Vergine anelli, collane e monili in oro.

Ancora oggi, milioni di persone, ovunque sparse nel mondo si rivolgono a Lei, a Maria, la Madre di Gesù, affinché interceda verso Dio, nostro Padre Celeste, per soddisfare le loro richieste di guarigione per i loro Cari.

O Madre, che conosci le sofferenze e le speranze della Chiesa e del mondo, assisti i nostri cari emigranti in terre lontane, noi Tuoi figli nelle quotidiane prove che la vita riserva e resta accanto a ciascuno fino a quando ci accoglierai nel Regno della Santissima Trinità.

San Pietro in Amantea, giugno 2017 Francesco Gagliardi

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La vitalità culturale del “borgo” di San Pietro in Amantea ci offre una nuova occasione di visita della piacevole località collinare alle spalle di Amantea.

La Associazione “Uniti per San Pietro” per il periodo dal 30 giugno al 2 luglio organizza una mostra collettiva di Pittura.

 

La mostra sarà esposta nella Sala polifunzionale Museo arte orafa calabrese

Esporranno:

Bonavita Pedrito

Bonavita Rocco

Capraro Giovanna

De Grazia Ganluca

Furgiuele Rosario

Guido Nuccio

Miniaci Pino

Posa Maria grazia

Romeo Vanna

Saja Santa

Stoyanov Nikolay

Veltri Pasquale

Una buona occasione per visitare San Pietro in Amantea, gustare l’arte dei nostri pittori, insieme al paesaggio , ai panorami ed al fresco delle colline preappenniniche.

Pubblicato in Basso Tirreno

repubblicaNella ricorrenza della Festa della Repubblica Italiana l’Associazione “Uniti per San Pietro in Amantea – Non solum nobis”” terrà un incontro alle ore 18,00 presso la Sala Polifunzionale Museo Arte Orafa Calabrese di Via San Bartolomeo Apostolo di San Pietro in Amantea : La Repubblica è donna.

Relatori: il magistrato dott.ssa Giselda Stella : Antigone al contrario. Dalle prime elettrici italiane alle donne in magistratura.

Ferruccio Policicchio: Il voto del 1946 a San Pietro in Amantea e nel suo comprensorio.

Modera il Presidente dell’Associazione dott.ssa Argia Socievole.

Sarà ricordata la maestra elementare Ines Nervi in Carratelli la quale venne eletta Sindaco di San Pietro in Amantea nel lontano marzo 1946, quando per la prima volta nella storia votarono anche le donne. Donna Ines fu una delle prime donne in Italia a ricoprire una carica pubblica dopo la caduta del Fascismo. Un suo ritratto ora si trova collocato nel Salone delle donne del Parlamento Italiano accanto alle altre due donne calabresi e alle altre dieci provenienti dalle altre regioni italiane. La cerimonia si è svolta il 3 maggio u.s. alla presenza dell’On. Livia Turco e della Presidente delle Camera dei Deputati On. Laura Boldrini.

Prima delle votazioni per il referendum istituzionale e per l’Assemblea Costituente, 2 giugno 1946, si svolgono in diversi turni le elezioni amministrative per eleggere i Sindaci. In San Pietro in Amantea le elezioni per eleggere il Sindaco si svolsero il 24 marzo. Per i comuni inferiori a trentamila abitanti, vigeva una legge elettorale che assegnava i quattro quinti alla lista che riportava la maggioranza dei voti e un quinto alla lista che veniva subito dopo. Man mano che ci si avvicinava al 2 giugno l’atmosfera si arroventava. Erano giorni caldissimi, con momenti di grande tensione. Si recarono alle urne 25 milioni di italiani. Il voto era obbligatorio e per la seconda volta nella storia d’Italia andarono a votare anche le donne. Vinse la Repubblica. Intanto, prima della proclamazione ufficiale,l’atmosfera si arroventava sempre di più,soprattutto nelle province meridionali, Napoli in particolare, dove il 12 giugno si era svolta una manifestazione monarchica e la polizia fu costretta a sparare sulla folla e restarono uccise sette persone e vi furono una settantina di feriti. I monarchici accusavano di brogli elettorali il Governo ed in particolare il Ministro degli Interni On. Romita. I ministri, temendo una rivolta nazionale, nominarono l’On. Alcide De Gasperi Capo provvisorio dello Stato dichiarando decaduto il Re Umberto di Savoia senza attendere il prescritto decreto reale. Il 28 giugno fu eletto Capo dello Stato Repubblicano Enrico De Nicola e Giuseppe Saragat Presidente della Costituente.

“Il popolo ha scelto – La storia ha scritto – E’ già Repubblica” così Milano Sera annuncia il 5 giugno i risultati non ancora definitivi del referendum istituzionale.- Ed ancora:- Ed ora in cammino, Italiani, per le vie dell’Italia e del mondo. La Repubblica ha vinto. Ha vinti l’Italia. Hanno vinto i contadini, gli intellettuali, gli operai, i tecnici, i piccoli industriali, i commercianti, coloro che non chiedono che di lavorare da mattina a sera, e di vivere del proprio sudore; hanno vinto i lavoratori tutti,dallo scalpellino all’ingegnere, all’inventore, al poeta, anche se migliaia di scalpellini avranno votato contro la Repubblica. Ciò non importa. L’Italia che ha vinto è quella del lavoro, della ricostruzione nazionale, del riscatto economico e sociale, della rinascita di tutte le nostre energie spirituali; e questa Italia accoglie tra le sue braccia tutti gli italiani indistintamente, anche coloro che per un ventennio si sono abituati a vegetare nell’ozio, fra scrosci di armi che al momento buono non sono servite a nulla, se non ad uccidere degli italiani, fantasticando su facili imprese di espansioni imperialistiche. In cammino, fratelli, per le vie del mondo con altra faccia, con coraggio nuovo, con spirito che non si flette, con purezza di animo e di coscienza che non ha più macchia; avanti; il mondo ci conoscerà per quello che veramente siamo in Italia -..

Le varie competizioni elettorali riuscirono a scuotere in qualche modo il ritmo di S. Pietro post bellico. Gli sfollati erano ritornati nelle proprie case in Amantea, dalla prigionia erano ritornati in patria i nostri soldati. Le campagne si erano ripopolate e le cantine “du zu Minicu”, “du zu Giachinu”,”du Cav. Sconza”, “d’Alberto Miraglia” “’Donn’Alfonso” e di “Pasquale Socievo9le”,specialmente nei giorni festivi, si riempivano di avventori che giocavano a carte e bevevano vino genuino.

A noi ragazzi piaceva l’atmosfera che si diffondeva nel paese, c’era davvero un’aria di festa. E che festa quando andavamo ad attaccare i manifesti con colla di farina o a distribuire i volantini. Con lunghe scale riempivamo tutti i muri delle case. La legge sugli spazi per la propaganda venne dopo. E il Cavaliere Gaetano Nesi, munito di secchio e pennello sui muri scriveva:- Dove vai? A votare. Vota per il nostro paesano Benedetto Carratelli- Ed ancora:- Ma tu si fissa o mastru scarparu? Vota per l’On. Carratelli-.Ancora oggi, scrutando con attenzione i muri delle case, si possono leggere queste scritte.

Nelle elezioni per l’Assemblea Costituente gli elettori furono 948 e i votanti 820, il Partito Comunista Italiano ottenne 66 voti mentre la Democrazia Cristiana ottenne 528. Nelle elezioni del 18 aprile 1948 gli elettori furono 972 e i votanti 807. Il Fronte democratico popolare (P.C.I. e P.S.I. insieme) ottenne soltanto 33 voti, mentre la Democrazia Cristiana ottenne 634 voti, il MSI 67 voti.

                                                                                                            

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cameradeideputati.600

 

Direttore carissimo

Come ben sai il 3 maggio u.s. alla Camera dei Deputati alla presenza del Presidente On. Laura Boldrini nel Salone della Regina è stato ufficialmente messo il ritratto della mia carissima maestra di quinta elementare nonché Sindaco del mio paese natio, eletta Sindaco nel lontano marzo 1946, accanto alle altre donne che per la prima volta hanno ricoperto una carica istituzionale. Ora tutti ne parlano e si prendono meriti che non hanno. Si pavoneggiano e parlano di un evento eccezionale da loro ardentemente voluto e desiderato. Non hanno evidentemente letto i miei libri e gli articoli apparsi anche su Tirreno News. E non è la prima volta che il mio piccolo paese assurge agli onori della cronaca. Basta leggere “La Stampa” di Torino del 23 maggio 2009 quando il mio nome compare in prima pagina del giornale “L’aspettativa fa candidare il poliziotto”, perché sono stato l’unico in Italia ad aver segnalato il grave scandalo ai danni dello Stato: poliziotti, forestali, agenti di polizia penitenziaria affollavano le liste elettorali .Ora quei signori che sanno usare alla perfezione il copia ed incolla hanno altri argomenti da discettare. Sono pronti? Via. Dateci sotto.

Pubblicai il mio primo libro su San Pietro in Amantea nel lontano 1983 e nella Premessa scrissi:- Non era dunque vero che San Pietro in Amantea non avesse una storia, anche se gli storici ed i libri scolastici non ne hanno mai parlato. I fatti marginali, i piccoli fatti locali, per la loro semplicità non ebbero la fortuna di assurgere a dignità di documenti-. E così anche l’elezione a Sindaco di una donna nel lontano 1946 ben presto venne dimenticata. Certamente non venne da me dimenticata. Sono stato alunno di quinta elementare della cara ed indimenticabile Sindaco del mio paesello e poi collega nelle scuole elementari statali di San Pietro in Amantea. Ecco cosa ho scritto a pag. 25 della “Storia di San Pietro in Amantea” quando parlo dei personaggi del luogo:-Donna Ines Nervi, insegnante elementare. Primo Sindaco del Comune dopo la caduta del fascismo. Una delle prime donne elette in Italia a ricoprire carche pubbliche-. A Pag.53 “Sindaci del Comune di San Pietro in Amantea” al N.9 c’è il nome di: Ines Nervi in Carratelli dal 1946 al 1951. A Pag. 75 – Il 24 marzo 1946 si vota per la prima volta dopo il ventennio fascista per eleggere democraticamente l’Amministrazione Comunale. Vince la lista capeggiata dalla Sig.ra Nervi Ines sconfiggendo la lista civica della “Stella”. A Pag.139: 31 Marzo 1946: Insediamento Consiglio Comunale-“ nella vita amministrativa del Comune ovvero uno squarcio di Storia paesana del tutto dimenticata. “ Il Commissario Prefettizio, su nome di Sua Altezza Re Umberto di Savoia, Principe di Piemonte, Luogotenente generale del Regno (ancora c’era la Monarchia) noi Commissario Prefettizio del Comune di San Pietro in Amantea, visto l’esito delle elezioni amministrative tenutesi il 24 marzo 1946, D.L.L. 7 gennaio 1946, N.1, sono state espletate, avuta la prova che gli eletti sanno leggere e scrivere, Dichiariamo costituita l’Amministrazione Comunale del Comune di San Pietro in Amantea nei seguenti: Magnone Michele, Gagliardi Pasquale, Mazzotta Francesco, Gagliardi Francesco, Perri Giuseppe, Arella Giacomo, Launi Vincenzo, Caruso Salvatore, Porco Pasquale, Nervi Ines, De Luca Pasquale, Sconza Alessandro, Lucarelli Vincenzina, Policicchio Ottavio. Porco Gallina Michele, insediandone il relativo Consiglio Comunale. Nel libro “San Pietro in Amantea dal 1933 al 2002” a Pag. 318 c’è un capitolo “L’angolo della poesia”. Sono tre poesie che ci ha lasciato l’indimenticabile applicato di segreteria del Comune, in arte Fra Limone, il Cav. Don Gaetano Nesi. La prima è del 1946 scritta dopo le elezioni amministrative del 24 marzo. A quella competizione aveva partecipato attivamente anche il fabbro mastro Alfonso Lorelli. Antonio Paladino era il suo aiutante: tirava il mantice nell’officina e picchiava forte la mazza sull’incudine. Il simpatico e bravissimo fabbro, mastro Alfonso, confezionava vanghe, zappe, accette, picconi e vomeri per i contadini del luogo. Paladino batteva forte la mazza sull’incudine e il ferro arroventato prendeva forma. Martello e mazza picchiavano con suono festoso e le faville schizzavano in tutti i versi. Pasqualino, invece, era il caro ed indimenticabile Don Pasquale Policicchio, farmacista del luogo, il quale, anche lui, aveva partecipato attivamente alla competizione elettorale del 1946 ( ancora non si era trasferito a Cosenza con tutta la famiglia) e si era presentato con la lista “Stella”, antagonista della lista della Democrazia Cristiana capeggiata dall’Ins. Ines Nervi in Carratelli. Ecco alcuni versi: Il fabbro zoppicante (camminava zoppicando per infermità) il cervello si rovente./ Se la da con Paladino che non votò per Pasqualino./ E risponde Paladino: Mastro Alfò / Ma la Stella è stata pazza./ E ripiglia con la mazza. A Pag. 247 c’è la descrizione del nostro comune dopo la caduta del fascismo. Articolo pubblicato su Tirreno News il 6 maggio u.s. A Pag. 255 è riportato un volantino con la data del 27 novembre 1946, dopo alcuni mesi delle avvenute elezioni amministrative, che ha per titolo: Pronto? Chi parla? Fra Limone. Fra Limone risponde agli articoli anonimi apparsi su “Italia Libera” e su “La voce del Popolo” alcuni giorni prima. L’articolista anonimo aveva attaccato la Sig.ra Ines Nervi, Sindaco, insegnante elementare, lamentandosi che i ragazzi che frequentavano la sua classe non volevano più andare a scuola perché la Maestra li trascurava e dedicava tutto il suo tempo alle cose del Municipio. Veniva accusata che si assentava spesso dalla scuola ed i ragazzi o erano abbandonati a se stessi oppure erano costretti ad andare in altre classi con altri insegnanti. Infatti il titolo del secondo articolo è molto preciso:-O si fa il Sindaco o la Maestra- Ma la buona e dolce maestra donna Ines cercava di fare prima la Maestra e poi il Sindaco. Ancora i veleni della sconfitta subita dalla lista “Stella”non si erano sopiti. L’articolista non si era firmato, dunque, per Fra Limone era una persona la più trista e spregevole. L’apostrofava dicendo che aveva perso la memoria e quindi era necessario, come le automobili, una messa a punto del suo cervello un po’ sfasato. E quello che dovrei scrivere io oggi nei confronti di quelle persone che cercano in tutti i modi di attribuirsi il merito di aver segnalato alla Presidente della Camera che anche San Pietro elesse nel lontano 1946 un Sindaco donna e di aver portato agli onori della cronaca il nostro paese. La segnalazione è solo mia e Tirreno News pubblicò un articolo il 12 novembre del 2016 in risposta ad un articolo apparso su “Il Quotidiano” in cui si affermava che la Presidenza del Consiglio aveva deciso di onorare il ricordo delle prime dieci sindachesse italiane elette nel lontano 1946 con una targa celebrativa. Era stata dimenticata, perché nessuno di quelli che oggi si pavoneggiano, aveva segnalato che anche il nostro paese nel lontano 1946 elesse una sindachessa: l’Ins. Ines Nervi in Carratelli. Dunque anche per il mio piccolo paese il 31 marzo 1946 rappresenta negli annali della vita amministrativa una data storica e l’amico Silvio Clemente dopo aver letto l’articolo così commentò- Bravo il mio amico professore a ricordarcelo-. E Argia Socievole:-Concludo ringraziando il maestro Gagliardi per la segnalazione da cui è iniziato tutto il circolo virtuoso e che ha portato agli onori della cronaca il nostro paesino per una cosa nobile e non per discussioni che lasciano solo l’amaro in bocca-.

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Il clima politico che in San Pietro in Amantea si respirava dopo la caduta del fascismo era molto arroventato e incandescente .

 

La lotta politica si faceva attraverso manifestazioni, proteste, lettere anonime e articoli sui giornali.

Era sorta una Sezione del Partito Comunista Italiano in Vico Padre Serafino Florio, capeggiata dall’esiliato politico Paolo Fattori. Vi aderirono tantissimi lavoratori. Il più accanito era il compagno Ventura Veltri.

Un giorno ci fu una manifestazione di protesta. Una trentina di operai e braccianti agricoli marciarono per le vie del paese pacificamente sventolando una grande bandiera rossa.

C’ero anch’io.

I manifestanti chiedevano le dimissioni del Commissario Prefettizio che si era insediato da poco al Comune. Vennero tutti denunziati e processati. Io no, perché minorenne.

Al processo vennero poi tutti assolti per insufficienza di prove e perché il fatto non costituiva reato. La manifestazione, come ho detto, si era svolta pacificamente anche se non autorizzata. La qualità del pane era pessima ed anche pessima era la qualità della farina che si distribuiva in sostituzione della pasta. Tutto ciò determinò naturalmente proteste e malumori. Ci fu un tentativo di saccheggio, andato a vuoto per il pronto intervento delle forze dell’ordine, nei locali in Via Margherita di zia Marianna a Mammana dove era custodita la farina.

 

Nel frattempo era stato nominato Segretario Comunale il Dott. Raffaele De Luca, un giovane molto preparato, che da semplice insegnante elementare è diventato in seguito Provveditore Agli Studi di Ancona. Il Dott. De Luca aveva solo un torto, quello di essere stato fascista e di aver ricoperto la carica di Segretario Politico per soli 55 giorni.

Per questo motivo i compagni comunisti chiesero le dimissioni del Dott. De Luca. Apparvero alcuni articoli contro sul giornale “Ordine Proletario” e a favore su “Azione Liberale”, mettendo in risalto le sue qualità, le sue doti morali, la sua onestà e laboriosità.

Il 17 maggio 1945 il Dott. De Luca rispose per le rime su “Azione Liberale” alle varie insinuazioni. Non negò di essere stato un fascista e per soli 55 giorni anche Segretario Politico, ma disse pure che coloro che oggi lo accusavano sono le stesse miseruccie persone che gli fecero da codazzo in quei 55 giorni.

Intanto il Comune era in pieno sfacelo. I bilanci preventivi e consuntivi non approvati, gli stipendi dei dipendenti non pagati, le vie del paese erano un immondezzaio per mancanza di uno spazzino. Addirittura si accusava l’Ente Comune per la mancata distribuzione del caro pane. La situazione era insostenibile e la popolazione dava in continui lamenti. Le denunce, le lettere anonime erano all’ordine del giorno. Ne sapeva qualcosa il Maresciallo dei Carabinieri della Stazione di Amantea Rosario D’Urso il quale veniva spesso accusato di comportamento imparziale da una parte della popolazione.

Il 22 aprile 1945, all’incirca 200 persone, la maggior parte provenienti dalle contrade con bastone e forconi, inscenarono una manifestazione di simpatia verso il Prof. Cav. Vincenzo Carratelli e occuparono il Municipio che si trovava allora in Via Margherita.

Furono tutti denunziati per violenza privata, minacce, grida e manifestazione e radunata sediziosa. Il Tribunale Penale di Cosenza assolse gli imputati per non aver commesso il fatto e per insufficienza di prove.

A quella manifestazione partecipai anch’io, ma non fui denunciato.

Il vero capo della manifestazione era una donna energica e battagliera che nelle elezioni comunali del 1946 venne eletta poi alla carica di Consigliere comunale. Era la Sig.ra Lucarelli Vincenzina, la nonna paterna del caro Periglio Grassullo

Era lei che guidava i dimostranti e suggeriva loro quello che dovevano gridare. Poi tutto finì, come abbiamo visto, in una assoluzione, con gran pace di tutti. E così, dopo appena un mese dalla sentenza definitiva, il 24 marzo 1946 tutto ritorna nella tranquillità. Si vota regolarmente e viene eletta Sindaco nella riunione del Consiglio Comunale il 31 marzo dello stesso anno l’Insegnante elementare Ines Nervi, moglie del Prof. Cav. Vincenzo Carratelli, una delle prime donne in Italia a ricoprire una carica istituzionale.

Ora un suo ritratto è stato collocato nel Salone delle donne il 3 maggio scorso presso la Camera dei Deputati alla presenza del Presidente della Camera On. Laura Boldrini, grazie soprattutto all’interessamento mio e dell’amico Silvio Clemente al quale va il mio plauso sincero.

P.S. Agli amici vicini e lontani che sanno usare alla perfezione il copia ed incolla consiglio di leggere con calma altre notizie riguardanti San Pietro e le sue vicende politiche amministrative dal libro: San Pietro in Amantea dal 1933 al 2002- Briciole, frammenti di pane casalingo. E quando scrivono qualcosa su San Pietro in Amantea citarne la fonte. Grazie..

Pubblicato in Basso Tirreno

Il 1946 le donne votarono.
E le elettrici furono più degli elettori.
E così, in particolare nei piccoli comuni, furono elette donne sindaco.

 

“Due di loro furono elette in Emilia, due in Sardegna, una nelle Marche, una in Umbria una in Calabria”.

“Quattro ‘sindachesse’ erano maestre e avevano la licenza di scuola superiore; una, avvocata. Quattro di loro erano comuniste, tre democristiane. Tutte erano delle lavoratrici, solo due casalinghe benestanti.“

A San Pietro in Amantea venne eletta l'Insegnante Ines Nervi in Carratelli.

Ne parlò sin dal 1982 nel suo primo libro:-Storia di San Pietro in Amantea - a Pag. 53 e Pag. 75 Francesco Gagliardi tracciando il suo ruolo di “donna, di mamma, di insegnante”

L’amico Gagliardi ci ricorda che “E' stato il caro amico Silvio Clemente, che letto il mio articolo su Tirreno News del novembre dello scorso anno, ha avviato la pratica per un riconoscimento ufficiale. Il mese scorso ho trovato nell'archivio del Comune L'insediamento del Consiglio Comunale del 31 marzo 1946. E' stato mandato a Roma alla Camera dei Deputati ed ieri 3 maggio 2017 alla presenza del Presidente On. Laura Boldrini nel Salone della Regina è stata ufficialmente messa la foto della carissima maestra accanto alle altre donne elette nel lontano 1946.

Ricorda anche Francesco Gagliardi che

“Montecitorio, e precisamente la Sala delle donne, si arricchisce di due nuovi busti: quelli di Salvatore Morelli e Anna Maria Mozzoni, due personaggi che tanto hanno fatto per la questione femminile già nell’800.

I due busti sono stati inaugurati nel corso di un evento che si è tenuto il 3 maggio (ore 10.30 Sala della Regina) al quale ha partecipato anche la Presidente della Camera, Laura Boldrini, e che è stata l'occasione per fare il punto sulle pari opportunità di oggi nel nostro paese.

“A Montecitorio due nuovi busti: Salvatore Morelli e Anna Maria Mozzoni, femministi nell'800 - E i femministi di oggi?” è il titolo dell'evento al quale hanno partecipato anche Maria Grazia Colombari e Livia Turco e che viene moderato dal giornalista Giorgio Zanchini.

 

L'appuntamento è stato anche l'occasione per scoprire un nuovo ritratto che si aggiunge a quelli delle madri della Repubblica, sempre nella Sala delle donne.

Si tratta dell'undicesima sindaca eletta nel 1946, Ines Nervi Carratelli, prima cittadina di San Pietro in Amantea, in provincia di Cosenza.

Salvatore Morelli, deputato del Regno italiano nella X e nella XII legislatura, fu autore fra l'altro  di una proposta di legge per l'abolizione della schiavitù domestica e per l'estensione alle donne dei diritti civili e politici, a cominciare dal diritto al voto.

Tutto questo impegno in favore delle questioni di genere gli valse il dileggio dei colleghi e l'appellativo di “deputato delle donne”.

Annamaria Mozzoni può essere considerata la nostra prima suffragetta.

Anche lei si batté moltissimo per il voto alle donne e sul tema presentò la prima petizione in Parlamento nel 1877. Giornalista, attivista dei diritti civili, è forse la figura più importante della vita politica italiana e internazionale fra otto e novecento.

Intuì con molto anticipo i grandi nodi che la donne italiane dovettero affrontare per vedere riconosciuti i più elementari diritti umani”.

Pubblicato in Belmonte Calabro

fascia tricoloreInes Nervi in Carratelli, donna calabrese della provincia di Cosenza e precisamente di San Pietro in Amantea, ricoprì per la prima volta dopo la caduta del fascismo la carica di Sindaco. Fu votata nella seconda tornata elettorale amministrativa del 24 marzo 1946. Capeggiava una lista della Democrazia Cristiana in contrapposizione ad una lista civica “Stella” capeggiata dall’Avvocato Ottavio Policicchio. Era la prima volta che votavano anche le donne e che avevano la possibilità di essere elette. Il Decreto N.74 Articolo 7 del 10 marzo 1946, sotto il Governo di Alcide De Gasperi, aveva sancito l’eleggibilità delle donne. Ecco cosa scrive Il Corriere d’informazione del 19 marzo 1946:- Per la prima volta una scheda tra le mani. Ai seggi non manca una certa emozione, tra le donne, certo, consapevoli di vivere in prima persona un traguardo storico e di avere per la prima volta la responsabilità di cittadine, sentita in modo trasversale, senza differenza di età, ceto e istruzione, come racconta Egisto Corradi del Corriere, testimone del voto di un gruppo di donne ai seggi di Lodi:- Stanno in fila,nel mattino grigio e piovigginoso, tutto ben in fila e composte al portone della loro sezione elettorale, in mano il certificato, il rosario e il libro delle devozioni. Sono a malapena le sette e loro, che vengono dritte dritte dalla prima messa, sono lì pigiate ad attendere. Entrano nel recinto… (…) Finalmente, a voto scodellato, comunicano le loro impressioni:- Ho fatto una croce grande, grande quanto tutto il foglio-. 1946 al voto: Io c’ero. Non ho votato perché ancora non avevo compiuto 21 anni, ero ancora un ragazzo, però io quel giorno delle votazioni me le ricordo ancora benissimo. E ricordo anche i giorni precedenti al voto, le adunate, i comizi, i volantini, i manifesti e poi lo spoglio delle schede, le ansie e le preoccupazioni dei candidati, i balli e le feste in casa del Sindaco eletto. L’elezione di un Sindaco donna nel lontano 1946 ha rappresentato per la Calabria la punta più avanzata della rinascita dell’impegno femminile nella politica comunale. Il nuovo Sindaco eletto era una donna energica, religiosa, insegnante elementare, coniugata e madre di due figli in tenera età: Carolina e Saverio. Nella lunga parentesi del fascismo le sue aspirazioni sociali e politiche sono assorbite tutte dall’impegno dell’insegnamento. Chi scrive è stato suo alunno in quinta elementare. Non c’era ancora in San Pietro in Amantea un edificio scolastico, perciò le aule scolastiche di allora erano magazzini a piano terra. La nostra aula si trovava nell’allora Via Michele Bianchi ora Via del Popolo nell’abitazione della famiglia De Grazia presso il Ponte del Vallone. Negli anni 60 ospitò finanche la Farmacia del Dottor Ferraro. La Signora Nervi Ines sbaragliò gli uomini, suoi avversari politici, e vinse le elezioni a grandissima maggioranza. Venne eletta alla carica di Sindaco nella seduta consiliare del 31 marzo 1946 con 14 voti, due in più della sua stessa maggioranza consiliare. C’è da precisare che allora i Sindaci venivano eletti dai consiglieri comunali nella prima seduta del consiglio convocato dopo la votazione. In quella tornata elettorale venne eletta anche un’altra donna. Fu Lucarelli Vincenzina, la nonna paterna del carissimo nipote Periglio Grassullo. La signora Nervi restò in carica fino alle elezioni amministrative del giugno 1952. Realizzò alcune opere importanti: la fognatura comunale e la pavimentazione della strada principale del paese che va da Piazza IV Novembre a Piazzetta Margherita. Allora qui terminava il paese, tanto è vero che lo spazzino comunale dell’epoca Zio Roberto, non scopava il tratto che va da Piazzetta Margherita al Ponte del Vallone.

Da allora in poi San Pietro in Amantea ha avuto soltanto Sindaci maschi. Anche il mio paese natale ha scaricato le donne come del resto hanno fatto altri Comuni calabresi. Queste donne coraggiose, intelligenti, esperte, sono rimaste “corpi estranei” in un mondo politico dominato dai maschi. Amantea ha dovuto aspettare oltre 68 anni per avere per la prima volta un Sindaco donna. Non le fecero neppure terminare la consiliatura. Venne disarcionata dalla carica di Sindaco dalla sua stessa maggioranza.

Il nostro Sindaco è morto da diversi anni ed è seppellito nella tomba di famiglia nel cimitero di San Pietro in Amantea. A tutt’oggi non le è stata intitolata nessuna strada. Io, consiglierei, o meglio suggerirei in punta di pioedi al Sindaco e all’intero Consiglio Comunale, l’intitolazione in suo onore della Sala Consiliare per ricordare alle nuove generazioni il suo nome e l’azione politico amministrativa svolta.

Il nostro amato Sindaco, però, sarà ricordato mercoledì 3 maggio nella Sala della Regina di Palazzo Montecitorio alla presenza della Presidente della Camera dei Deputati Laura Boldrini. Saranno presenti alla cerimonia il Sindaco di San Pietro in Amantea Sig. Gioacchino Lorelli e certamente anche i familiari della compianta mia maestra elementare. Anche io ero stato invitato alla cerimonia, ma ho dovuto declinare l’invito per motivi di salute.

Pubblicato in Italia

SanPietroApprendo con soddisfazione da Tirreno News di domenica 21 aprile u.s. che il mio paese il 3 agosto p.v. ospiterà una serata dedicata alle donne. Il Sindaco Sig. Lorelli, come ha scritto il Direttore ha voluto legare il suo paese alla “Grotta dei Desideri” che annualmente patrocina. L’invito del Sindaco è stato accolto dal Direttore Artistico Sig. Ernesto Pastore il quale così ha detto:- Perché l’evento non solo è di Amantea ma di una regione che vuole cambiare atteggiamento, che vuole aprirsi al nuovo- Sarà certamente una bellissima serata alla quale parteciperanno belle donne, belle indossatrici e perché no, anche giornalisti e soubrette televisive. Anche questa volta il Direttore Artistico Pastore, come del resto ha fatto gli anni scorsi, ci parlerà del Centro Diurno per i diversamente abili di San Pietro in Amantea chiuso per un cavillo burocratico da diversi anni e ancora una volta affiderà l’apertura del Centro all’interessamento delle soubrette televisive come ha fatto due anni fa con la giornalista sportiva Peroni e la show girl Valeria Marini e lo scorso anno con Anna Falchi. Il Centro è chiuso e sta andando in rovina come si può vedere dalla foto. Un Centro all’avanguardia è stato chiuso malgrado le proteste dei genitori dei ragazzi che frequentavano con profitto assiduamente la struttura. Nel marzo del 2012 c’è stata finanche una protesta da parte dei genitori e dei ragazzi, protesta ripresa e trasmessa dal TG3 Calabria. Anche il Direttore Artistico della “Grotta dei Desideri” che è anche corrispondente della “Gazzetta del Sud” così scrisse l’8 marzo 2012:- I diversamente abili combattono per riottenere le “ali per volare”. Le ali, purtroppo, le hanno tarpate e da 6 lunghi anni i ragazzi non riescono più a volare. Combattono inutilmente perché finanche l’allora Presidente della Repubblica On. Giorgio Napolitano, al quale i ragazzi si erano rivolti,non si è degnato di rispondere. Il Centro è stato chiuso, tengo a ribadirlo ancora una volta, come ha scritto il Sig. Pastore “ a causa di un verbale dei Carabinieri del Nas che invitavano l’Asp a sospendere l’attività in attesa del cambio di destinazione d’uso della struttura, concepita originariamente come residenza per anziani”. Sono passati sei anni. Le istituzioni insensibili al grido di dolore dei ragazzi tacciono. Il giornalista Sig. Pastore nonché Direttore Artistico, che si è sempre prodigato per la riapertura del Centro,anche quest’anno in occasione della serata di Gala “Grotta dei Desideri” che si terrà nel mio paese vorrà affidare a qualche soubrette televisiva presente alla manifestazione di farsi carico del problema perché le istituzioni latitano e restano insensibili di fronte alla categoria dei più deboli. Caspita! Questa è disperazione vera. Affidarsi ad una giornalista sportiva e alle soubrette televisive per risolvere il problema del Centro è davvero un fatto eccezionale. Vuol dire che le nostre istituzioni del Comprensorio di Amantea non sono capaci di nulla.

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