BANNER-ALTO2
A+ A A-

Sono due giorni che un anonimo(?) turista(?) scrive ai giornali, stampati e web, denunciando la “illegalità” delle strisce blu di Amantea.

Stamattina anche Iacchitè!

 

Con questo titolo : Lettere a Iacchite’: “Amantea, quei parcheggi a strisce blu sono illegali!”

E con questo testo:

Buonasera, volevo approfittare di questa pagina per porre la vostra attenzione su quello che succede ad Amantea (Cs)…

Sintetizzo brevemente: penso che una società evoluta dovrebbe avere delle regole giuste per tutti e quantomeno le istituzioni dovrebbero essere le prime a rispettarle ma, non è cosi e parlo dei parcheggi a strisce blu.

Infatti, come è possibile pagare il ticket se tali strisce blu sono state dipinte anche a pochi centimetri dalle intersezioni, trasgredendo la più semplice delle regole del codice della strada, che dice espressamente che non si può parcheggiare a meno di 5 metri da esse?

E allora la domanda sorge spontanea: perché pagare il ticket relativo alla sosta, quando tali parcheggi non sono in regola? Lettera firmata

Ricordiamo che l’articolo 158 del CdS, al comma 1 letteraf) stabilisce che “nei centri abitati, sulla corrispondenza delle aree di intersezione e in prossimità delle stesse a meno di 5 m dal prolungamento del bordo più vicino della carreggiata trasversale, salvo diversa segnalazione”.

Allora delle due l’una!

Se ha ragione l’ anonimo(?) turista(?), e quindi torto il comune, il comando della polizia Municipale ed il sindaco DEVONO immediatamente far correggere gli errori nella segnaletica denunciati dal cittadino ed esposti dai giornali

Diversamente….

Non possiamo accettare che ad albero caduto accetta, accetta!

Amantea deve essere difesa da chi la attacca, oppure è la fine!!

Pubblicato in Primo Piano

omi35 anni non sono bastati per capire l’origine di un crimine così efferato

Con riferimento all’articolo apparso su Iacchitè del 7 aprile u.s. dal titolo “Cosenza,rapporto-choc sul Tribunale:gli avvocati e il delitto Sesti”, mi preme precisare alcune cose sull’efferato delitto dell’Avv. Silvio Sesti, mio carissimo amico e compagno di tante partite a calcio giocate finanche con palle di pezza nell’aia del Cav. Francesco Sconza e nel piazzale antistante la chiesa della Madonna delle Grazie in San Pietro in Amantea, quando ancora entrambi indossavamo pantaloncini corti. L’ispezione ministeriale del 2005 scrive per la prima volta in maniera chiara la verità, si è scritto nell’articolo. Io quella verità l’avevo scritta anni prima con un articolo apparso su “Il Quotidiano” domenica 20 ottobre 2002, sul mensile “Oggi Famiglia” del Centro Socio Culturale “Vittorio Bachelet” di Cosenza e sul libro “San Pietro in Amantea dal 1933 al 2002” a Pag.175.

Perché è stato ucciso l’avv Silvio Sesti? E’ stato eliminato perché troppo intelligente, troppo preparato e quindi toglieva spazio agli altri colleghi meno bravi e meno richiesti nei processi in Tribunale e in Corte d’Assise. Racconta il Magistrato Otello Lupacchini “…l’omicidio dell’avv. Sesti determinò l’occupazione del proscenio da parte di una ristretta cerchia di avvocati, che si appropriarono dello spazio lasciato libero dal collega assassinato”. Anche i familiari dell’avv. ucciso hanno cercato in questi lunghi anni di indicare la strada giusta, non sono stati ascoltati. Continua l’articolo:- Eppure non doveva essere difficile per un magistrato perbene approfondire le cause legate al decesso di un personaggio così importante-. Sì, non doveva essere difficile. Sono trascorsi 35 anni e ancora non si sa chi abbia ucciso l’amico carissimo che noi ancora oggi lo ricordiamo con stima e affetto.

Ecco l’articolo apparso su “Il Quotidiano”, lunedì 14 ottobre 2002, n.282 Anno 8 a firma di Roberto Grandinetti

Pubblicato in Calabria

La vicenda attiene ad una denuncia per calunnia formulata dall’Amministrazione del Comune di Belmonte Calabro contro il Coordinatore del Profilo Facebook denominato Concretezza.

Una denuncia sorretta da una volontà espressa dallo stesso Consiglio comunale alla unanimità.

Il consigliere Giancarlo Pellegrino interviene, però, senza entrare nel merito della vicenda ma segnalando la sua assenza da questo Consiglio comunale al quale non sarebbe stato nemmeno invitato.

E quindi chiede al Quotidiano la rettifica dell’articolo e comunque al sindaco di sapere se sia vero quanto reso dal quotidiano locale e finora, comunque, non smentito : ecco le due note!

1)Al Sig. Direttore   de Il Quotidiano della Calabria                       COSENZA

“Egregio Direttore,

sul Quotidiano della Calabria del 02.09.2014 è apparso un articolo a firma S. Alò mediante il quale si da notizia di una determinazione del Consiglio Comunale di Belmonte Calabro, nel Quale mi onoro sedere in qualità di Consigliere di Minoranza, avverso il Coordinatore del Profilo Facebook denominato Concretezza.

In particolare, detto articolo precisa che tale determinazione, che investe profili penali di responsabilità nei confronti del predetto Coordinatore, sarebbe stata assunta all’unanimità, coinvolgendo anche la mia figura istituzionale.

Nel tempo indicato nel corpo dell’articolo, lo scrivente non ha ricevuto alcuna convocazione di Consiglio Comunale recante all’OdG il punto in questione, né partecipato, a nessun titolo, a discussioni e determinazioni in merito.

Al fine di chiarire alla collettività belmontese tutta la questione sollevata dall’articolista, il sottoscritto ha inoltrato formale interrogazione urgente a risposta scritta al Sig. Sindaco del Comune di Belmonte Calabro, che allega alla presente in copia e della quale chiede contestualmente dare opportuna informazione.

Pertanto, è del tutto gratuita e destituita di ogni fondamento, la notizia, propagata a mezzo stampa, secondo la quale il Sottoscritto, nella sua veste istituzionale di Consigliere di Minoranza, abbia partecipato a discussioni, decisioni e determinazioni avverse il Coordinatore del Profilo Facebook denominato Concretezza.

Reputo superfluo evidenziare che, fondamento del buon giornalismo, e del supremo compito dell’informazione, sia la verifica ed il controllo delle notizie diffuse a mezzo stampa.

Eludere totalmente o parzialmente effettuare tale supremo compito, genera disinformazione o, peggio, informazione di parte, a scapito della veridicità dei fatti e delle azioni.

Con la preghiera di voler rettificare ad horas ed in maniera chiara ed esaustiva sulla prestigiosa testata da Ella diretta, cordialmente La saluto.

Belmonte Calabro, 04.09.2014                      Dott. Giancarlo Pellegrino

  1. Al Sig. Sindaco del comune di          Belmonte Calabro

Oggetto: interrogazione a risposta scritta ex art. 20 Regolamento Comunale - chiarimenti articolo di stampa-

Premesso che:

  • Un recente articolo comparso sul “Quotidiano della Calabria”, a firma S. Alò, reca la notizia di una determinazione del Consiglio Comunale avverso il Profilo Facebook denominato Concretezza;
  • Secondo tale articolo la determinazione, assunta all’unanimità nel corso di un Consiglio Comunale all’uopo convocato, si concretizza in una denuncia per calunnia, quindi di natura penale, nei confronti del Coordinatore del Profilo Facebook menzionato;
  • L’unanimità di intenti in seno al Consiglio Comunale coinvolge giocoforza anche l’intento del sottoscritto Consigliere- Capogruppo di Minoranza .

Tanto premesso, il sottoscritto, con la presente interroga la S.V. Ill.ma, con richiesta di risposta scritta urgente, al fine di conoscere se risponde al vero quanto contenuto ed esposto nel corpo del citato articolo a firma del Sig. S. Alò, e più in particolare:

  • Se e quando è stato convocato il Consiglio Comunale per la discussione del punto all’OdG riguardo all’assunzione di determinazione nei confronti del Coordinatore del Profilo Facebook denominato Concretezza;
  • Se e quale è stata l’ampiezza della discussione nell’ambito del Citato Consiglio;
  • Se e quali le comprovate motivazioni che hanno portato all’assunzione della giustificata decisione;
  • Le presenze dei Consiglieri Comunali convocati al citato Consiglio, le assenze, e quanto altro utile al fine di definire le posizioni assunte nell’ambito della discussione.

Ed infine, non essendo giunta al sottoscritto nessuna convocazione per il precitato Consiglio, se realmente convocato ed espletato, le ragioni e le profonde motivazioni, recondite e palesi, che hanno indotto la S.V. Ill.ma ad escludere dalle convocazioni, e quindi dalla discussione, il sottoscritto, attesa la sua particolare figura di Consigliere di Minoranza e, per suo tramite, di una consistente parte di elettorato cittadino dal medesimo rappresentato.

In attesa di cortese sollecito riscontro

Belmonte Calabro, 04.09.2014          Dott.Giancarlo Pellegrino

                                                                

Pubblicato in Belmonte Calabro

Il Quotidiano, per la penna di Paolo Orofino, ha pubblicato oggi una sintesi della nota di Filippo Vairo, dal titolo emblematico “Il Porto? Ma quando mai!”. Rinviando alla puntuale lettura del quotidiano locale ed a quanto altro del sagace giornalista, pubblichiamo la nota di Vairo, nella sua interezza, pronti, ovviamente,a pubblicare qualsiasi nota integrativa ( per esempio di organizzazioni od associazioni ambientaliste) o di risposta da parte della locale Pubblica Amministrazione.

 

“Amantea è in continua emergenza. Il Comune insegue i problemi e non li risolve mai. Sovente li crea. Per non farsi mancare niente. Amministrare non significa fare opere che spesso non sono prioritarie, talvolta sono inutili e dannose, e altrettanto spesso servono ad alimentare la catena del clientelismo e del malaffare. Amministrare significa partecipazione e responsabilità, competenze, dedizione e presenza, studio e proposte, stare in sintonia con i sentimenti popolari, orientare l’economia, indicare la via del futuro, fare quel che si deve e di più nell’interesse generale della cittadinanza.

   Detto questo, andiamo al dunque. Occorre dire subito che l’ampliamento del Porto è una scusa. Il vero scopo è l’ennesima speculazione edilizia. La rapina del secolo. Non ci sono altre verità. Né si può credere alla buona fede dell’Amministrazione Comunale. E’ possibile credere che non si rendano conto dei gravi danni che un’opera del genere arrecherebbe alla città? Penso proprio di no. Sono in mala fede e fingono il contrario. L’eterna commedia amanteana. Un’Amministrazione Comunale che non è capace di fare le cose semplici e tenta di prospettare quelle complicate! Che non sa fare le asticelle e vorrebbe risolvere le equazioni! Ma vi pare possibile? In verità, buttano fumo negli occhi dei cittadini per restare al Comune. Ci vogliono restare, senza fare niente. Anzi, senza neppure andarci. Volli, fortissimamente volli...

   Premesso che l’intera operazione, così com’è stata orchestrata non sarà mai realizzata, perché mi sembra davvero improbabile che una qualsiasi banca, specialmente di questi tempi, possa concedere un finanziamento di 70milioni di euro ad un consorzio di imprese avente un irrilevante capitale sociale. Ma, qualora l’opera si dovesse realizzare, lascerebbe sul terreno solo degrado. Come Pompei dopo l’eruzione del Vesuvio? Forse. Certamente come le vicine Falerna Marina e Torremezzo di Falconara Albanese, che sopravvivono per due mesi all’anno e muoiono per i restanti dieci. Qualcosa di mostruoso. Un ecomostro? Sì, un ecomostro.

   Non entro nel merito delle questioni tecniche dell’opera, compreso il Piano economico, solo per evitare inutili polemiche e per non sviare le responsabilità che restano a totale carico dell’Amministrazione Comunale. Se taluni fanno cose senza senso nel campo privato, è affare loro. Altro è se a farle sono le pubbliche amministrazioni. Sono fatti nostri. D’altra parte, quando si doveva scegliere dove fare il Porto, i tecnici dissero che erano state fatte le prove in vasca e che quello attuale era l’unico sito possibile. Naturalmente, non era vero, anzi era un’evidente falsità, ma lo dicevano i tecnici e gli amministratori facevano finta di crederci.

   Tradotto in parole semplici cosa vogliono fare oggi gli amministratori comunali? E’ presto detto.

-Non avendo i finanziamenti per aggiustare il Porto, gli amministratori comunali sono entrati in contatto con un consorzio di imprese che lo farebbe con i propri soldi (?). L’operazione si chiama Project financing e prevede un costo di 90milioni di euro (10milioni per la sola progettazione), di cui 70milioni (79% del totale) con una linea di credito a lungo termine (30 anni) e 20milioni con capitali privati, divisi in tre annualità.

-Al consorzio di imprese viene assegnata l’area, riconosciuto il compito di realizzare tutte le opere residenziali e di servizio e venderle, oltre che gestire tutte le opere all’interno del Porto per la durata di 45 anni.

-Vogliono allungare il molo sopraflutto per impedire l’insabbiamento dell’imboccatura, oltre la chiusura della fascia dei frangenti, in corrispondenza della profondità di 7 mt, a circa 120 mt dalla battigia. Che precisione! Sarebbe interessante capire da dove ricavano questi dati. Anche loro hanno fatto le prove in vasca?

-Vogliono innalzare l’attuale SS.18 nei pressi del Porto e portarla ad un’altezza di 12 mt slm (+7 mt), realizzare un canale sottostante e una darsena esterna, oltre che svincoli a livelli sfalsati con quattro rampe d’innesto e una rotatoria sulla medesima strada. Sarei curioso di conoscere se è nato prima l’uovo o la gallina, ovvero se nasce prima la speculazione edilizia e dopo la darsena. Già che ci siamo, consiglierei un rifugio antiaereo, un eliporto, magari spostando quello già previsto in località Tuvolo, e almeno tre vie di fuga in caso di maremoto.

-Vogliono costruire 19 comparti edilizi, ovviamente sfruttando il rapporto tra il piano di campagna e la sopraelevazione della strada, con 250 appartamenti, albergo, ristorante, centro commerciale e servizi vari, quali Capitaneria, Club House, Primo Soccorso, Uffici, Lega Navale, Cantiere nautico, Dry storage, rifornimento di carburante, parco acquatico, impianti sportivi, anfiteatro, cappella, asilo nido, dalla cui gestione e vendita, naturalmente sulla carta, il consorzio ricaverebbe il già citato capitale privato di 20milioni di euro.

-Vogliono creare 1000 posti barca e 1000 posti auto. Ma di che stiamo parlando, del Porto di Milano?

   Una cosa enorme e mostruosa, molto simile a quella prospettata per i Porti di Imperia e di Fiumicino da un noto imprenditore romano (di cui a suo tempo anche ad Amantea si vantavano le lodi per via di parentele politiche che, oggi, naturalmente si negano. Per la cronaca, l’imprenditore è finito al fresco).

   Una cosa enorme e mostruosa, ancorché irrealizzabile, al di là del Piano economico-finanziario, in cui si parla di incassi favolosi, tanto da fare venire in mente una semplicissima domanda: se gli incassi sarebbero così alti, è possibile conoscere i conti del passato e fino ad oggi? E dove sono finiti questi soldi? E’ possibile conoscere, tra l’altro, l’ammontare delle spese di gestione?

   Una cosa enorme e mostruosa, in cui, tuttavia si parla dell’emozione di un nuovo quartiere, così da nutrire il tessuto della città, rafforzando l’identità collettiva e creando una nuova centralità. Che belle parole! Già mi trema il mento e mi viene da piangere. Peccato che non significano niente e non sono per nulla adatte alla fattispecie.

   Un ecomostro dove si parla senza pudore di un nuovo modo di intendere la connessione tra il mare e la terra, di pianificazione e gestione integrata della fascia costiera, di equilibrio e funzionalità del sistema insediativo, di protezione del territorio e qualità urbana, di sostenibilità ambientale, di compatibilità paesaggistica, con riferimento ai contenuti e alle indicazioni dei piani territoriali di riferimento e della Legge Urbanistica Regionale 19/2002. L’esatto contrario di quel che si vuole realizzare, con milioni e milioni di quintali di cemento in un fazzoletto di terreno.

   Un ecomostro, in cui si descrivono perfino le betonelle da dove spuntano i teneri fili d’erba e la necessità di salvaguardare il canneto, come se fosse una pianta in estinzione; mentre si trascurano le problematiche relative al consumo di suolo, al traffico, all’acqua e alla fognatura. Né si fa riferimento al sistema portuale regionale, a cui presto si aggiungeranno i porti di Diamante, Paola e Lamezia Terme.

   Un ecomostro che non affronta l’unica questione davvero rilevante sotto il profilo della legalità. E’ possibile continuare a cementificare il territorio? O forse non è vero che gli standard urbanistici sono stati quasi triplicati, al di là di ogni principio di perequazione e al di fuori di quel che prevede la Legge Regionale sulla casa? Amantea è una Repubblica delle banane, dove si può costruire dappertutto e tutti i metri cubi che si vogliono o è un piccolo paese che deve rispettare le leggi dello Stato italiano? Sono anni che mi occupo di questi temi, sostenendo che ad Amantea il numero delle abitazioni supera il numero dei suoi abitanti. Lo testimoniano i miei saggi sulla materia. Al proposito, ho mandato una corposa memoria (20 pagine) al sito del Comune di Amantea ed all’Architetto Carci che si appresta a concludere i lavori del Piano Strutturale in forma Associata e del Piano Strutturale Comunale (dopo oltre tre anni, quando erano stati previsti sei mesi. La questione non mi sembra legale), senza mai ricevere nessuna risposta. Come mai? E perché non sono stati costituiti gli urban centers? Perché tutto si svolge di nascosto? Se il Piano Regolatore Generale venne redatto da un commissario ad acta e approvato per decorrenza termini (che scandalo!), la stessa cosa non potrà avvenire per il PSC.

   Ora, il punto non residua nell’insipienza degli attuali amministratori comunali. Sono certo che, nonostante la loro indolenza, conoscono i dati e fanno finta di niente. Questa volta, però, questi mangia pane a tradimento non la faranno franca. Così come avevo promesso a quel galantuomo del commissario Sperti, non esiterò neppure un attimo a denunciarli all’autorità giudiziaria, a cui la presente sicuramente arriverà per altre mani; mentre non ho alcun dubbio sul fatto che la medesima autorità avvierà autonomamente un’indagine, dato l’ammontare dell’affare. Com’è noto, l’autorità giudiziaria agisce come il famoso marito cinese. E se altri vorranno associarsi alla mia denuncia, bene, diversamente farò da solo. Giacché, per fortuna, il coraggio non manca e la penna vola. Tanto per essere precisi, non mancherò, altresì, di denunciare l’Amministrazione Provinciale di Cosenza che ha il compito di dichiarare il PSA ed il PSC conforme al Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale. Una provincia, quella di Cosenza, che si colloca al secondo posto in Italia nella graduatoria delle case non abitate, mentre Amantea occupa il quinto posto nella stessa graduatoria provinciale. Ci sarà un giudice a Berlino!

   Oltretutto, dalle carte non si capisce chi pagherà i terreni dell’esproprio e se saranno pagati prima o dopo la loro trasformazione in suoli edificabili. Né si capisce come si sia potuto procedere nello svolgimento delle gare, dal momento che il vigente PRG prevede in quell’area una destinazione diversa da quella prospettata. Permangono, altresì, forti perplessità di natura procedurale che potrebbero dar luogo a contenziosi legali, collegati alle successive modificazioni dell’opera, oggetto di gara. Si sussurra, infine, di una possibile denuncia di plagio riferita al progetto, sulla quale non mi intrattengo per evitare di alimentare la farsa.

   Per concludere, mi sembra che l’intera pratica faccia acqua da tutte le parti. Né sarei meravigliato di un suo repentino ritiro, magari scaricando le responsabilità sull’ex Assessore al ramo.

   Un amico mi ha fatto notare che la presente denuncia è piuttosto forte e questa volta prenderanno il coraggio a due mani e mi denunceranno. Gli ho risposto che sarebbe interessante: il denunciante che viene denunciato. Non vedo l’ora, benché chi non ha coraggio non può darselo. Gli consiglierei, però, di attendere ancora qualche mese, giacché potranno formare un corposo dossier sul mio conto e chi di competenza sul loro.        

   All’uccellino che mi ha fatto notare il gravissimo pericolo che starei correndo, vorrei sommessamente dire che, come al solito, non mi denuncerà nessuno, sostenendo che non ne valga la pena, quando in realtà sanno perfettamente che sarebbe peggio per loro, giacché gli consegnerei una vagonata di precisazioni che tengo sempre di riserva. Non si sa mai.

   Quattro osservazioni finali. La prima. Non ho ancora capito come mai i concittadini di Campora, di solito suscettibili perfino sulle virgole, non abbiano ancora detto una parola sulle intenzioni dell’Amministrazione Comunale. Forse perché nel caso specifico aggiungono, anziché togliere? Mi rifiuto di credere che non abbiano capito che un Porto così concepito sarebbe un disastro per tutti, soprattutto per loro. Il neo eletto Consiglio di frazione farebbe bene ad occuparsene. La seconda. Sono in molti a dirmi che perdo tempo a scrivere del Porto, dal momento che non si realizzerà mai. Concordo, ma preciso che non perdo tempo e non faccio nessuna fatica a scrivere, mentre penso che gli altri non lo facciano semplicemente per vigliaccheria. La terza. Non ho mai denunciato nessuno in vita mai, ma questa volta farei un’eccezione, visto che con le buone maniere si ottiene poco o punto. La quarta. I soliti benpensanti di quattro soldi dicono che non si può dire sempre no e che bisogna avere la capacità di proposta. La risposta è duplice. Sono anni che propongo una nuova visione di Amantea e che, nella fattispecie, non significa grandi opere (come Berlusconi, o sbaglio!), ma edilizia normale, manutenzione del territorio e recupero dell’esistente. D’altra parte, non posso ogni volta scrivere un’enciclopedia e ricevere ogni volta l’accusa di chi la fa lunga. Regolatevi voi!

   Saluti e frasche agli uomini che dire di più sarebbe già troppo. Affettuosità a tutti gli altri, che non hanno l’anello al naso. La vita è un brivido che vola via. di Filippo Vairo

 

Pubblicato in Primo Piano
BANNER-ALTO2
© 2010 - 2021 TirrenoNews.Info | Liberatoria: Questo sito è un servizio gratuito che fornisce ai navigatori della rete informazioni di carattere generale. Conseguentemente non può rappresentare una testata giornalistica in quanto viene aggiornato senza alcuna periodicità predefinita. Non può, pertanto, essere considerato un prodotto editoriale ai sensi della legge 62 del 7 marzo 2001. L'Autore del sito non è responsabile dei commenti inseriti nei post o dell’utilizzo illegale da parte degli utenti delle informazioni contenute e del software scaricato ne potrà assumere responsabilità alcuna in relazione ad eventuali danni a persone e/o attrezzature informatiche a seguito degli accessi e/o prelevamenti di pagine presenti nel sito. Eventuali commenti lesivi dell’immagine o dell’onorabilità di persone terze non sono da attribuirsi all’autore del sito, nemmeno se il commento viene espresso in forma anonima o criptata. Nei limiti del possibile, si cercherà, comunque, di sottoporli a moderazione. Gli articoli sono pubblicati sotto “Licenza Creative Commons”: dunque, è possibile riprodurli, distribuirli, rappresentarli o recitarli in pubblico ma a condizione che non venga alterato in alcun modo il loro contenuto, che venga sempre citata la fonte (ossia l’Autore). Alcune immagini pubblicate (foto, video) potrebbero essere tratte da Internet e da Tv pubbliche: qualora il loro uso violasse diritti d'autore, lo si comunichi all'autore del sito che provvederà prontamente alla loro pronta. Qualunque elemento testuale, video, immagini ed altro ritenuto offensivo o coperto da diritti d'autore e copyright possono essere sollecitati inviando una e-mail all'indirizzo staff@trn-news.it. Entro 48 ore dalla ricezione della notifica, come prescritto dalla legge, lo staff di questo Blog provvederà a rimuovere il materiale in questione o rettificarne i contenuti ove esplicitamente espresso, il tutto in maniera assolutamente gratuita.

Continuando ad utilizzare questo sito l'utente acconsente all'utilizzo dei cookie sul browser come descritto nella nostra cookie policy, a meno che non siano stati disattivati. È possibile modificare le impostazioni dei cookie nelle impostazioni del browser, ma parti del sito potrebbero non funzionare correttamente. Informazioni sulla Privacy