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Catanzaro - Il dirigente Giovanna La Terra ha rinunciato all'incarico di responsabile della prevenzione della corruzione e di responsabile della trasparenza della Regione Calabria.

 

 

 

 

La decisione di La Terra, nominata dalla Giunta regionale lo scorso 4 febbraio dopo essere stata selezionata in seguito a un avviso pubblico riservato ai dirigenti di ruolo dell'amministrazione, e' stata dettata, spiega il dirigente, da "motivi personali".

Il ruolo di responsabile dell'Anticorruzione della Regione Calabria da mesi e' sottoposto a continui cambi; prima di questa nomina, la Giunta, lo scorso 10 gennaio, aveva preso atto della "volonta' di non proseguire" nell'incarico da parte di un'altro dirigente, Francesca Palumbo.

In precedenza, a ottobre, un'altro dirigente responsabile dell'Anticorruzione della Regione, Maria Gabriella Rizzo, era stata coinvolta in un'inchiesta della magistratura con l'accusa di corruzione.

Fonte Illametino

Molto strano!!!

Pubblicato in Calabria

Per la prima volta sanzionati i dirigenti comunali del comune di Amantea. Direte o penserete che c’è sempre una prima volta. E’ vero.

 

Anche per le sanzioni amministrative. Anche per Amantea. Anche per i suoi dirigenti.

Ed, infatti, questa volta, per la prima volta, a tutti loro è stata comminata “ una sanzione pari all’indennità di risultato per gli anni dal 2012 al 2015”

A comminarla la segretaria generale dottoressa Maria Luisa Mercuri a conclusione del procedimento disciplinare aperto nei loro confronti a seguito della segnalazione del Nucleo Speciale Anticorruzione della Guardia di Finanza su delega dell’Ispettorato per la Funzione pubblica.

Il nucleo è stato presente negli uffici comunali nei giorni dal 16 al 20 novembre 2015.

 

Ben tre gli agenti del Nucleo Speciale Anticorruzione della Guardia di Finanza.

Ed a conclusione dell’ispezione, è stata emanata apposita relazione partecipata al comune di Amantea dal direttore dell’ispettorato del dipartimento per la funzione pubblica , nella quale , sono stati ricordati gli “effetti sanzionatori previsti dall’art 11, comma 9, del dlgs 150/2009 ( divieto di erogazione della retribuzione di risultato) ed articolo 46 del dlgs n 33/2013( valutazione ai fini della corresponsione della retribuzione di risultato e del trattamento accessorio collegato alla performance individuale) a carico dei dirigenti che omettono gli adempimenti di pubblicazione degli incarichi.

 

Invero, il vice segretario comunale dr Mario Aloe aveva avuto ,modo di ricordare agli investigatori della Guardia di Finanza che “per gli anni 2012, 2013, 2014 non sono state erogate somme né a titolo di retribuzione di risultato, né a titolo di trattamento accessorio collegato alla performance individuale”.

Ed infatti la segretaria generale nel comminare la sanzione sopra precisata ha evidenziato che la “indennità di risultato, siccome non ancora erogata, non deve essere restituita e non sarà più corrisposta”.

Ovviamente, come per legge la segretaria ha avvertito i dirigenti che l’atto comminante la sanzione può essere impugnato presso il Giudice del lavoro.

Occorre, quindi, aspettare se i dirigenti adiranno il competente Giudice del lavoro.

Sospettiamo che nessuno lo farà. Ma chissà?

Probabilmente la corruzione esiste da quando lo stato e gli altri enti dotati di poteri hanno conferito i medesimi poteri ai propri funzionari.

Ed esiste soprattutto perché lo stato e gli altri enti emanazione dello stato non esercitano sufficienti controlli demandandoli ai giudici penali, contabili ed amministrativi.

Giudici lontani e che devono essere anche avvertiti di quanto succede .

Da chi bene non si sa.

Supporre che possa esistere nel seno dell’ente un sistema correttivo ci sembra una ipotesi molto azzardata, fortemente teorica , forse una fregnaccia.

A chi affidare, infatti, tale delicata competenza nel caso, per esempio, dei comuni ? Al sindaco? E se, poi, è proprio lui ad essere corrotto? Ad un amministratore? E se anche questo amministratore è corrotto? Al segretario generale ? E se lui è un corrotto?

Ed è possibile “inventare” un sistema che riduca le opportunità che si manifestino casi di corruzione, aumenti la capacità di scoprire casi di corruzione, crei un contesto sfavorevole alla corruzione?

 

Per esempio si potrebbe imporre la rotazione degli incarichi e non lasciare alla stessa persona lo stesso posto . Ma come ben sappiamo ci sono funzionari che comandano più dei politici.

Noi sappiamo che quasi sempre è la magistratura a scoprire , qualche volta, le vicende corruttive, magari con estremo ritardo così che da essere inutile.

Ora da qualche anno in tutta la Calabria, luogo certamente non estraneo a fatti corruttivi, si svolgono incontri e convegni contro la corruzione.

Ci sembrano le porte di ferro che si fanno dopo il furto a Santa Chiara , come dicono a Napoli : “Santa Chiara, ropp'arrubbata, facetter 'e porte 'e fierro”.

Ed è per questo che ci sembrano convegni di facciata , quelli che si fanno per mostrare armi contro la corruzione e far sentire tintinnio di catenelle , magari registrato sui telefonini o che abbiano l’effetto sirena dei Carabinieri così da far scappare i ladri prima ancora che arrivino le forze dell’ordine.

 

Comunque sia giorno 25 gennaio alle ore15,30 nella sala consiliare del comune di Amantea si terrà un incontro a favore dei comuni di Amantea, Cleto, Lago e Longobardi.

Speriamo che partecipino le opposizioni molto spesso, se non sempre, “use al silenzio”, magari soltanto perché sono state già maggioranza ed alle quali è possibile contestare comportamenti tenuti od imporre gli stessi silenzi avuti.

Speriamo che gli esperti insegnino le tecniche di autodifesa contro lo strapotere della burocrazia “eletta” e della politica ad un attento e numeroso pubblico e che questo ascolti.

Già! Perché la corruzione la paghiamo noi cittadini.

Ed ai voglia che il presidente della repubblica gridi.

lagoGli amministratori e i dipendenti del comune di Lago, unitamente a quelli di Amantea, Cleto e Longobardi si ritroveranno il prossimo 25 gennaio, a partire dalle ore 15.30 presso la sala consiliare del centro nepetino, per discutere e confrontarsi su quanto regolato dalla legge 190/2012 e sulle tematiche dell’anticorruzione nella gestione della cosa pubblica.

 

L’incontro, introdotto dalla presenza di Nicola Falcone che ha effettuato molte ricerche sull’argomento, ha anche finalità formative, tanto che ai partecipanti verrà rilasciato un attestato di frequenza.

«Per avversare il malaffare amministrativo – evidenza il sindaco di Lago Vittorio Cupelli – esiste un articolato quadro di norme del Codice penale che rappresenta, nel complesso, la via giudiziaria contro il fenomeno corruttivo nella Pubblica Amministrazione. Dal 2012 il legislatore ha imboccato un’ulteriore “via”, mediante leggi dirette a rafforzare le logiche di prevenzione della corruzione.

 

La legge 190 del 2012 e le normative derivate inducono gli enti a strutturare un percorso possibilmente “auto-organizzativo” attraverso l'adozione di proprie misure di prevenzione. Da qui la necessità di interagire tra comuni vicini, allo scopo di scambiarsi idee ed opinioni, per dare forma e sostanza ad un percorso che sia quanto più condiviso e lineare.

Il presupposto logico alla base di questo modus operandi è che le misure di tipo penale e repressivo non siano più sufficienti ad affrontare il dilagare del fenomeno corruttivo, perché giungono solo a posteriori. Urge dunque prevenire. La Legge 190 è la fonte primaria della moderna prevenzione alla corruzione: sollecita una pluralità di ruoli volti al controllo; rafforza la funzione della Corte dei conti e concede più azione alla Prefettura; pone l'esigenza di un Piano nazionale anticorruzione; obbliga le singole ad adottare un proprio piano triennale di prevenzione della corruzione; promuove l’adozione di un codice “interno” di comportamento; introduce prescrizioni specifiche, come la tutela delle segnalazioni di illeciti da parte degli stessi dipendenti. Agli stessi impiegati, infatti, si pone il divieto di ricevere regali.

La norma in sé, pur difficilmente evitando comportamenti di corruzione perché, presumibilmente, chi è intenzionato a accettare tangenti non si fa certamente intimorire da potenziali sanzioni disciplinari, aggredisce la zona grigia delle condotte.

I dipendenti, inoltre, sono tenuti a segnalare al proprio superiore gerarchico eventuali situazioni di illecito di cui siano venuti a conoscenza e devono astenersi su decisioni e attività amministrative in presenza di interessi propri o di parenti.

Pubblicato in Primo Piano
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