BANNER-ALTO2
A+ A A-

banca-popolare-bariE’ assolutamente singolare che la nascente “Banca del Sud” sotto l’egida del Mediocredito Centrale voglia escludere una Regione del Sud, la Calabria, dal suo perimetro operativo, operazione che, unita alle altre, porta ad un’ulteriore riduzione della presenza del credito in una Regione che va sempre di più verso la desertificazione bancaria.

E’ quanto sta accadendo alla Banca Popolare di Bari, che dovrebbe essere proprio la capofila del suddetto progetto. Infatti, il piano industriale 2020-2024, presentato nei giorni scorsi alle OO. SS. dal management della Banca, prevede la chiusura di ben 6 delle 7 filiali presenti sui territori calabresi, quali Rende, Lamezia Terme, Amantea, Scalea, Trebisacce, Casali del Manco. Una decisione che non trova, invece, riscontro nelle altre Regioni del Sud Italia. Non si comprendono le ragioni aziendali per cui si debbano abbandonare ambiti territoriali ove insistono una prestigiosa Università; una significativa area industriale; un aeroporto internazionale; realtà turistiche, commerciali e agricole importanti.

La Banca Popolare di Bari, peraltro, esprime in Calabria significative quote di mercato (in alcune località rappresenta l’unico presidio bancario), con punte importanti che nella provincia di Cosenza, addirittura, superano altre province del Sud Italia.

Non intendiamo assumere sterili posizioni campanilistiche ma riteniamo ingiustificabile l’idea di abbandonare territori storici della Banca ove essa opera sin dal 1999. Realtà consolidate che laddove venissero dismesse, ciò avverrebbe in palese contraddizione con la dichiarata intenzione di rilanciare l’attività bancaria in tutto il mezzogiorno.

Cosa ne sarà della clientela calabrese? Cosa ne sarà, soprattutto, del Personale coinvolto nelle discutibili scelte aziendali, considerato che il taglio delle filiali non garantirebbe un loro riutilizzo in Calabria?

Chiediamo che i vertici della Banca rivedano nel suo complesso i termini del piano industriale da attuare nel periodo 2020-2024 che non può prevedere l’azzeramento, di fatto, della presenza in Calabria, la chiusura di uffici di direzione generale e gli interventi di esternalizzazioni di attività. Tanto al fine di non indebolire ulteriormente nella nostra Regione i livelli occupazionali, il livello dei servizi e dell’assistenza finanziaria sinora forniti e per consentire al tavolo negoziale di gestire adeguatamente le possibili ricadute su tutto il Personale coinvolto dal piano in questione.

Infine, esprimiamo con forza la nostra convinzione che le scelte scellerate di alcuni manager operate negli anni non possono ora ricadere sulle Lavoratrici e i Lavoratori della Banca, sulle imprese e le famiglie calabresi, già duramente colpiti. Per tali ragioni, non esiteremo a mettere in campo ogni azione utile ad evitare ulteriori errate e incomprensibili scelte aziendali.

Le Segreterie regionali - Calabria

             FABI              FIRST/CISL      FISAC/CGIL      UILCA             UNISIN

   Ernesto Biondino   Giovanni Gattuso    Gennaro Patera     Andrea Sità  Gianfranco Suriano

Pubblicato in Calabria

bpbariNella Banca Popolare di Bari a rischio futuro lavoratori e risparmiatori con chiusura centinaia di sportelli.

Sappiamo bene quanto sia delicata la vicenda della Banca Popolare di Bari e come il suo futuro sia legato, a doppio filo, a quello della nostra regione visto che interessa migliaia di lavoratori e tantissimi risparmiatori, mentre la pandemia continua a incidere gravemente sull’intero sistema economico e creditizio nazionale e regionale e il destino delle istituzioni finanziarie, nonché quello delle imprese e delle famiglie, è collegato a doppio filo.

Preoccupano, quindi tanti, le notizie relative alla riorganizzazione della Banca Popolare di Bari. Pare, infatti, che la nostra regione sarà fortemente penalizzata dal nuovo assetto.

In particolare la provincia di Cosenza dove saranno chiuse le filiali di Amantea, Casali del Manco, Rende, Scalea e Trebisacce a cui si aggiunge anche quella di Lamezia Terme.

Tenuto conto di questo e delle notizie non proprio rassicuranti riportate dalla stampa nazionale e regionale sul futuro di tante filiali e lavoratori i sindacati bocciano il piano di sviluppo della Banca Popolare di Bari. 

Non è stato presentato un piano industriale, tuona la CGIL sulla vicenda della Banca Popolare di Bari, il piano industriale che si aspettavano non è mai arrivato. 

Al suo posto, invece, uno che presentava solo tagli lineari di personale e sedi. 

Una banca, fanno sapere i sindacati, che in questo momento di emergenza poteva presentarsi sul territorio come punto di riferimento e istituto in grado di avviare un dialogo proficuo con i lavoratori. 

I sindacati hanno spiegato in una nota che si aspettavano un piano che delineasse il rilancio dell’ente bancario pugliese. 

Pesanti, fanno sapere, gli interventi sul personale: sono stati dichiarati 900 esuberi su 2.642 dipendenti, ma in realtà i lavoratori che potrebbero andar via sono molti di più se si considerano sia le esternalizzazioni di alcune attività e le conseguenze delle chiusure di filiali in regioni lontane con il ricorso a una mobilità territoriale selvaggia, che si tradurrebbero in alcuni casi in ulteriori risoluzioni di rapporti di lavoro. 

Delusi quindi i sindacati che si aspettavano delle risposte sul modello di banca, al servizio delle imprese ma anche delle famiglie, e invece non è ancora chiara quale sarà l’offerta di prodotti e le condizioni alla clientela, non è chiaro come si distribuirà nei vari territori in cui dovrebbe continuare ad operare.

Pubblicato in Cronaca
BANNER-ALTO2

I Racconti

© 2010 - 2021 TirrenoNews.Info | Liberatoria: Questo sito è un servizio gratuito che fornisce ai navigatori della rete informazioni di carattere generale. Conseguentemente non può rappresentare una testata giornalistica in quanto viene aggiornato senza alcuna periodicità predefinita. Non può, pertanto, essere considerato un prodotto editoriale ai sensi della legge 62 del 7 marzo 2001. L'Autore del sito non è responsabile dei commenti inseriti nei post o dell’utilizzo illegale da parte degli utenti delle informazioni contenute e del software scaricato ne potrà assumere responsabilità alcuna in relazione ad eventuali danni a persone e/o attrezzature informatiche a seguito degli accessi e/o prelevamenti di pagine presenti nel sito. Eventuali commenti lesivi dell’immagine o dell’onorabilità di persone terze non sono da attribuirsi all’autore del sito, nemmeno se il commento viene espresso in forma anonima o criptata. Nei limiti del possibile, si cercherà, comunque, di sottoporli a moderazione. Gli articoli sono pubblicati sotto “Licenza Creative Commons”: dunque, è possibile riprodurli, distribuirli, rappresentarli o recitarli in pubblico ma a condizione che non venga alterato in alcun modo il loro contenuto, che venga sempre citata la fonte (ossia l’Autore). Alcune immagini pubblicate (foto, video) potrebbero essere tratte da Internet e da Tv pubbliche: qualora il loro uso violasse diritti d'autore, lo si comunichi all'autore del sito che provvederà prontamente alla loro pronta. Qualunque elemento testuale, video, immagini ed altro ritenuto offensivo o coperto da diritti d'autore e copyright possono essere sollecitati inviando una e-mail all'indirizzo staff@trn-news.it. Entro 48 ore dalla ricezione della notifica, come prescritto dalla legge, lo staff di questo Blog provvederà a rimuovere il materiale in questione o rettificarne i contenuti ove esplicitamente espresso, il tutto in maniera assolutamente gratuita.

Continuando ad utilizzare questo sito l'utente acconsente all'utilizzo dei cookie sul browser come descritto nella nostra cookie policy, a meno che non siano stati disattivati. È possibile modificare le impostazioni dei cookie nelle impostazioni del browser, ma parti del sito potrebbero non funzionare correttamente. Informazioni sulla Privacy