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Chi va, chi arriva e chi torna, e la geografia politica cambia, nel Pd, la cui identità, in questi giorni, si mostra dinamica, considerando gli addii, e gli acquisti.

L'ex presidente della Camera era stata candidata alle elezioni del 2013 come indipendente nelle liste di Sinistra Ecologia e Libertà, formazione poi dissoltasi e confluita in Sinistra Italiana.

 

 

 

 

Nel dicembre 2018, quando l'esperienza di Liberi e Uguali sembrava giunta al termine, Boldrini aveva poi lanciato un proprio movimento, Futura.

Ma la sinistra non aveva bisogno dell'ennesimo cespuglio, deve essere stata la riflessione dell'ex funzionaria delle Nazioni Unite, la cui scelta è stata accolta in maniera decisamente positiva dalla sua nuova famiglia politica. 

Laura Boldrini nel lasciare LeU ed entrare nel Pd ha dichiarato:“Non è più tempo di partitini”

Anche perché- riteniamo noi- nei partitini si rischia di non essere più eletti.

“Era da tempo che " aveva maturato questo passo”

"Già alle Europee avevo votato Pd. Poi con la crisi di governo siamo arrivati a oggi.

Ho atteso che fossero scelti ministri e sottosegretari perché non volevo assolutamente che il mio passaggio potesse far pensare a qualcuno che miravo a qualche incarico". 

E poi per il neo governo Conti bis è stato scelto Roberto Speranza quale ministro della Salute e lei è rimasta fuori.

E comunque ha detto la Boldrini “ Vado con il Pd perché vuole aprire un dialogo con tutti quei mondi che, ieri e oggi, non si sentono più rappresentati e recuperare la fiducia dei giovani che non vanno piu' a votare".

Infine ha spiegato che “ con la destra peggiore di sempre non è più tempo di piccoli partiti e di fare troppi distinguo".

“A forza di farlo rischiamo solo di estinguerci, mentre la destra va sfidata e contrastata con l'azione di un grande soggetto politico capace di incidere sulla società e che si batta contro ogni forma di disuguaglianza sociale, territoriale e di genere".

Pubblicato in Italia

In verità non sono ancora andati a trovarlo i suoi amici tra cui Oliverio, la Boldrini.

Nemmeno i giornalisti di Fortune, che avevano posto Lucano tra i 50 uomini importanti del mondo e che ora parlano solo male del governo giallo verde e di quota 100, sono andati a trovalo.

Ne parla solo Beppe Fiorello che vuole la proiezione del suo film "Tutto il mondo è paese", ambientato proprio a Riace per raccontare il progetto di accoglienza di Lucano.

 

Comunque appena tornato a Riace Mimmo Lucano accolto da una decina di amici e fans dice :

“Per ben 5 volte sono state fatte richieste di revoca delle mie misure cautelari e ogni volta sono state rigettate, tranne dalla Cassazione che già nei mesi scorsi si è pronunciata sull’assenza delle esigenze cautelari, annullando con rinvio il divieto di dimora”.

Così Mimmo Lucano, ex sindaco di Riace, in conferenza stampa dopo il suo ritorno a casa, avvenuto nei giorni scorsi. “La mia vicenda giudiziaria – ha aggiunto – ha un livello giudiziario e uno mediatico.

C’è stata una strategia denigratoria, e sono le accuse sul piano morale quelle che fanno più male; c’è stato un tentativo di costruire fatti non veri”.

Provato, amareggiato, non più sindaco, né consigliere comunale, neppure di minoranza e con un processo penale sulle spalle dall’esito ancora molto incerto.

Ma tutt’altro che disposto a mollare, a piegarsi e a pensare che sul cosiddetto “Modello Riace”, in tema di accoglienza di uomini, donne e bambini che fuggono dalle guerre e dalle persecuzioni, si possa mai calare del tutto il sipario.

Mimmo Lucano, ex sindaco della cittadina collinare della Locride nota in tutto il mondo per i famosi Bronzi ma anche per l’accoglienza che almeno nell’ultimo decennio ha dato a centinaia di rifugiati, non si dà per vinto.

“Dopo 11 mesi di ‘esilio’, visto il divieto di dimora che mi è stato imposto dall’autorità giudiziaria di Locri ad ottobre scorso, sono tornato, da uomo finalmente libero, nella mia cittadina, a Riace, dove conto, anche se non sono più amministratore comunale, di continuare a dare aiuto a chi ne avrà bisogno.

Farò di tutto per lavorare e favorire i progetti di accoglienza perché ormai, nel mondo, Riace rappresenta questo”, dice. Lucano tornato a Riace, grazie alla revoca del divieto di dimora decisa dal Tribunale di Locri giovedì scorso nonostante il parere contrario della Procura, è imputato per aver favorito l’immigrazione clandestina, per l’illecito affidamento a due cooperative di Riace della raccolta dei rifiuti e per abuso d’ufficio nel processo “Xenia” che indaga su una presunta illecita gestione dei fondi destinati all’accoglienza dei migranti.

Nella sua prima conferenza stampa a Riace, dopo 11 mesi di esilio, Lucano, nonostante il “disturbo” del suono a festa, ogni dieci minuti, delle campane della chiesa (“Il parroco del paese, ha detto Mimmo Lucano, lo sta facendo di proposito.

Del resto lui alle ultime elezioni comunali ha votato per la lista della Lega..”), ha fermamente ribadito di essere “stato accusato e mandato sotto processo per reati che non ho affatto commesso.

L’altro aspetto grave – ha aggiunto l’ex sindaco, alla guida della cittadina collinare della Locride dal 2004 al 2019 – è che con la vicenda di Riace è stato fatto passare un messaggio politico, governativo e istituzionale pericoloso e grave: aiutare un altro essere umano è reato. Io mi rifiuto di avere un governo così, con questa cattiveria in corpo.

Tutto questo è disumano”. Gli ultimi passaggi Lucano li ha poi voluti dedicare ai suoi mandati di sindaco di Riace e all’inchiesta in atto nei suoi confronti: “Io ho cercato di fare il sindaco per fare del bene, per riscattare questa fetta di territorio calabrese.

Riace era un paese alla deriva in tutti i sensi, spopolato e abbandonato.

Io da sindaco ho cercato solo di ridare vita e futuro al paese.

Su quanto successo a Riace pretendo sia faccia al più presto chiarezza. Pretendo anche risposte chiare.

Qui a Riace è arrivato, negli ultimi dieci anni, il mondo intero tessendo lodi.

Com’è possibile, allora, che a Riace sia stato compiuto quello che la Prefettura di Reggio Calabria e la magistratura hanno ipotizzato. Io con l’anima e il cuore ho cercato di non fare solo il semplice sindaco che si mette la fascia e basta ma di creare una realtà diversa, di far emergere, con accoglienza e ospitalità, un territorio fin troppo bistrattato e abbandonato dallo Stato da decenni”.

Quicosenza.it

Pubblicato in Calabria

Ecco la verità di Race. Parte prima.

Da il mattino di Napoli

Molti striscioni: «Arrestato Lucano per arrestare un modello di integrazione eccellente», «Il mondo lo adora, l'Italia lo arresta».

 

 

 

A Riace migliaia di persone si sono radunate per un corteo che raggiunge la casa di Domenico Lucano, il sindaco arrestato martedì scorso per favoreggiamento dell'immigrazione clandestina.

I manifestanti, giunti a Riace per portare la loro solidarietà al sindaco ora sospeso, provengono principalmente, oltre che dalla Calabria, da Puglia, Basilicata, Campania e Sicilia. Presenti persone di ogni età.

L'assessore comunale di Napoli Enrico Panini, presente in rappresentanza del sindaco Luigi de Magistris, ha detto di essere «contro la politica xenofoba di Salvini.

Giù le mani da Mimmo Lucano».

La strada di accesso al paese è ormai bloccata dalle auto in sosta e gli ultimi arrivati vengono fatti fermare a circa 3 chilometri dal centro abitato.

Lucano saluta con il pugno chiuso.

Affacciato alla finestra di casa col pugno sinistro chiuso: così Domenico Lucano ha salutato le circa quattromila persone giunte a Riace per testimoniare la loro solidarietà al sindaco - ora sospeso - agli arresti domiciliari per favoreggiamento dell'immigrazione clandestina.

I manifestanti, dopo aver percorso le strade del paese, sono giunti sotto casa di Lucano urlandogli «Tieni duro, continua a lottare sempre. In questa battaglia di civiltà non sarai mai solo!».

Tra i manifestanti anche l'ex presidente della Camera Laura Boldrini che attacca: «Il ministro Salvini dovrebbe sapere che c'è la presunzione di innocenza, lui che è indagato per sequestro di persona aggravato non dovrebbe gioire tanto.

Magari dovrebbe darsi un po' più da fare e gioire per l'arresto di qualche capo di 'ndrina o quando la criminalità organizzata viene sradicata dai territori italiani.

Invece gioisce perché Lucano è agli arresti domiciliari.

Insomma mi sembra ben poca cosa».

Pubblicato in Italia

Folla e lacrime a Sulmona per i funerali di Fabrizia di Lorenzo, la giovane italiana morta a Berlino per mano di Anis Amri

Un lungo e composto applauso della folla ha salutato la bara portata a spalla dentro la chiesa per l'inizio dei funerali.

Ed anche all'uscita dalla chiesa un lungo applauso ha accolto il feretro.

Tanti occhi umidi, tanti col groppo alla gola. .

Poi la salma è stata trasportata nel cimitero di Sulmona per la tumulazione con cerimonia privata.

Per lo Stato il presidente Mattarella.

Per il governo il ministro dell’interno Minniti, quello che ha pubblicato i nomi dei poliziotti che hanno affrontato Anis Amri.

Ma non c’erano né il ministro Poletti, né la presidente della camera Boldrini

Si! Parliamo di Poletti, il ministro di Renzi, quello che ha offeso i giovani italiani che lavorano all’estero sostenendo che “Centomila giovani se ne sono andati dall’Italia? Sì, ma “non è che qui sono rimasti 60 milioni di pistola. Conosco gente che è andata via e che è bene che stia dove è andata, perché sicuramente questo Paese non soffrirà a non averli più fra i piedi”.

Chissà se quando diceva che in Italia non restano i pistola si riferiva al figlio che vive dei contributi statali ( 500 mila euro in 3 anni!)

Si! Parliamo della Boldrini, il Presidente della Camera

Quella che il 31 marzo scorso ha dichiarato che noi italiani dovremmo imparare dagli immigrati lo stile di vita della globalizzazione che loro incarnano, mentre noi italiani dovremmo abbandonare il nostro stile di vita che apparterebbe a un passato da seppellire.

Pubblicato in Italia
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