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Era il 17 settembre 1997 quando venne dichiarato lo stato di emergenza ambientale in Calabria e disposto invio di un commissario straordinario.

I sindaci non avevano attivato la raccolta differenziata e la Calabria veniva commissariata

Tutto a posto insieme al commissario arrivavano i soldi.

Nacquero le società miste pubblico private, finanziate con soldi dello Stato non dei comuni.

Società gestite dai politici.

Un fallimento.

La raccolta differenziata non si fece o si fece poco e non si raggiunsero gli obiettivi previsti dalla legge .

Le competenze passarono alla regione.

Ieri come oggi la situazione è sotto gli occhi di tutti.

La Calabria è piena di rifiuti.

Se continua così appena arriverà il caldo saremo invasi da mosche, zanzare, topi, eccetera.

Esiste un solo inceneritore contro gli almeno 2 previsti dal piano

La differenziata viene fatta da pochi comuni.

I dati Arpacal della raccolta sono irreali.

La Calabria produce 3000 tonnellate di rifiuti al giorno

Le discariche sono insufficienti e non riescono a smaltire i rifiuti prodotti dalla Calabria.

I sindaci non vogliono le discariche sul proprio territorio e nemmeno sui comuni viciniori( vedi Amantea ed Aiello calabro che non vogliono la discarica di Giani)

I sindaci del catanzarese non vogliono i rifiuti della provincia di Cosenza

Ed allora protestano ( vedi foto)

Ed ecco la soluzione.

L’assessorato sta per fare una gara per inviare i rifiuti calabresi all’estero.

Una quota partirà da Corigliano diretta in Macedonia

Una altra consistente quota partirà da Reggio Calabria diretta in Spagna ed in Portogallo

Ovviamente le tariffe saliranno alle stelle

Ma questo non è un problema.

Tanto la gran parte non pagherà ( non potrà pagare) la Tarsu o Tares che dir si voglia.

L’importante che il nostro ambiente sia salvo e che i nostri rifiuti siano inviati altrove, il più lontano possibile.

Ma è tutto logico e normale o siamo in presenza di forti indizi di follia?

Pubblicato in Calabria

Si tratta della prima simulazione, in verità fortemente attendibile giacchè effettuata dal Cise (Centro Italiano Studi Elettorali) della Luiss.

Lo studio propone, sulla base dei criteri di attribuzione legati alla nuova legge elettorale (Italicum), e delle intenzioni di voto, l’assegnazione dei seggi alla Camera, regione per regione a seconda della vittoria del centrodestra o del centrosinistra

Questi i risultati:

IPOTESI VITTORIA CENTRODESTRA AL BALLOTTAGGIO

Collegio Reggio Calabria-Villa San Giovanni-Locri

Fi 2 seggi

Pd 1 seggio

M5s 1 seggio

Collegio Palmi, Siderno, Vibo, Soverato

Fi 2 seggi

Pd 1 seggio

Ncd 1 seggio

Collegio Catanzaro, Lamezia, Isola Capo Rizzuto

Fi 2 seggi

Pd 1 seggio

M5s 1 seggio

Collegio Corigliano, Rossano, Crotone

Fi 2 seggi

Pd 1 seggio

M5s 1 seggio

Collegio Rende, Castrovillari, Paola, Cosenza

Fi 2 seggi

Pd 1 seggio

Ncd 1 seggio

M5s 1 seggio

Totale 21 così distribuiti:

FI                                10

PD                                5

NCD                             2

Ms5                              4

IPOTESI VITTORIA CENTROSINISTRA AL BALLOTTAGGIO

Collegio Reggio Calabria-Villa San Giovanni-Locri

Pd 2 seggi

Fi 1 seggio

M5s 1 seggio

Collegio Palmi, Siderno, Vibo, Soverato

Pd 3 seggi

Fi 1 seggio

Collegio Catanzaro, Lamezia, Isola Capo Rizzuto

Pd 2 seggi

Fi 1 seggio

M5s 1 seggio

Collegio Corigliano, Rossano, Crotone

Pd 2 seggi

Fi 1 seggio

M5s 1 seggio

Collegio Rende, Castrovillari, Paola, Cosenza

Pd 3 seggi

Fi 1 seggio

M5s 1 seggio

Totale 21 così distribuiti:

FI                                 5

PD                              12

NCD                           0

Ms5                            4

Pubblicato in Calabria

La sede della protezione civile di Germaneto in Catanzaro si è allagata. Non siamo riusciti a trovare le foto dell’acqua e del fango che allagavano la sede di quella struttura che dovrebbe difendere la Calabria e che alle prime acque non è stata capace nemmeno di difendere se stessa.

Abbiamo notato soltanto che il piano di posa del manufatto è più basso rispetto alla strada di accesso e della quota dei terreni laterali, così che sembra strano che finora non si sia allagata.

Un tecnico della stessa Protezione civile ci ha detto che non comprende come la regione Calabria abbia potuto prendere in fitto tale sede vista la sua ubicazione in un alveo fluviale e la sua sottoposizione ai terreni circostanti. Ma evidentemente qualche ragione ci sarà stata. O forse qualche interesse.

Quando ci siamo andati noi il giorno dopo la pioggia le aree esterne della sede della Protezione civile erano completamente piene di fango ancora umido, in parte schiacciato e schizzato dai mezzi che le avevano percorso.

Di questa vicenda se ne è parlato poco e senza alcun accento critico. Eppure avrebbe meritato qualche riflessione.

Quantomeno avrebbe avuto diritto a trovare grande spazio nei mass media il fatto che oggi non sono soltanto i “soliti” fiumi ad esondare.

Oggi esondano anche i “nuovi” fiumi che sono le strade che appaiono indifese dalle acque che le invadono, come occorso nella zona di Germaneto . Parliamo della provinciale 48 , una strada che non ci sembra sia dotata di canali di allontanamento delle acque piovane al punto di diventare essa un fiume di acqua .

Esempio classico di sottovalutazione tecnica delle piogge.

Un altro esempio forse deriva dal fatto che il sig Prefetto di Catanzaro è stato preso di sorpresa e solo alla 10,12 ha convocato d’urgenza il Centro provinciale per il coordinamento dei soccorsi.

E’ vero che sono caduti 140-145 mm di pioggia in 6 ore ma è vero che la pioggia ha sorpreso perfino la Protezione civile regionale, deputata non solo a dare l’allarme, ma anche ad intervenire in soccorso della popolazione calabrese!

Eppure sentite cosa dice spostando evidentemente l’attenzione lontano da sé l’ingegnere Raffaele Niccoli (Arpaca responsabile del centro funzionale decentrato della Regione Calabria.

“I sindaci sono l’anello debole della catena. All’ultimo corso di formazione dedicato all’organizzazione del sistema di protezione civile, promosso nel 2006 subito dopo l’entrata in vigore della nuova normativa, su 409 comuni calabresi, hanno partecipato solo 83 amministrazioni. C’è un problema di formazione culturale”. Lo ha detto, nel corso di una conversazione con l’Agi, il responsabile del centro funzionale decentrato della Regione Calabria, l’ingegnere Raffaele Niccoli, commentando la situazione emersa dopo l’ondata di maltempo che ha interessato buona parte della Calabria. La struttura, incardinata nel sistema dell’Arpa Calabria, aveva diffuso in anticipo, attraverso la Protezione civile nazionale, lo stato di allerta per i territori interessati poi dal nubifragio. Niccoli ha evidenziato che “l’evento era stato previsto, ma il problema è come i sindaci intervengono. È questo il punto che va rafforzato - ha aggiunto - insieme ad un adeguamento culturale delle proprie azioni per una maggiore attenzione verso questi avvisi. Basti pensare che ci sono comuni che non hanno ancora nemmeno il piano di protezione civile che dice ancora cosa bisogna fare. La pratica, purtroppo, è diversa dalla teoria”. Per quanto riguarda quanto accaduto ieri, e quindi eventuali disfunzioni organizzative, Niccoli ha sottolineato: “Da quello che abbiamo visto in giro come cittadini, direi che siamo stati presi di sorpresa. Ieri mattina, ad esempio, durante quella pioggia, il traffico di Catanzaro era incredibile. Bisogna fare delle scelte, decidere se spostarsi in auto con quelle condizioni meteo piuttosto che chiudere le scuole. È un problema nazionale, poi c’è un’azione pedagogica da attuare, soprattutto attraverso una formazione dei giovani nelle scuole. Il problema grosso, in questi casi, è come i Comuni danno comunicazione alla popolazione”. Rispetto al fatto che, visti i numerosi avvisi di criticità emessi di volta in volta, si rischierebbe la paralisi di tante realtà, il responsabile del centro della Regione ha spiegato: “Questa è una scelta di gestione della cosa pubblica. Bisogna decidere se è peggio un mancato allarme o un allarme di troppo”. D’altronde, secondo l’esperto, “abbiamo un territorio troppo fragile. Non serve rincorrere le responsabilità, serve prevenzione e coscienza di auto protezione. Se un corso d’acqua è tappato perché qualcuno ha costruito un passaggio o ha ristretto la sua portata, è evidente che ci saranno delle conseguenze. Martedì, durante quella tempesta, c’erano mamme che portavano i bambini a scuola e poi rimanevano bloccate nelle loro auto per la pioggia. Si aspetta sempre - ha aggiunto - che siano gli altri a fare qualcosa, ma il sistema non è più così. Oggi, anche per chi ha avuto la casa allagata o invasa dal fango, non c’è più l’intervento delle istituzioni, come d’altronde abbiamo visto in Sardegna. Se ci sono allagamenti bisogna rimboccarsi le maniche perché non ci sono più nemmeno le disponibilità economiche di una volta per intervenire”. Mettendo a confronto il dato della Sardegna, con circa 440 millimetri di pioggia caduti, e quello di Catanzaro, con circa 140 millimetri, Niccoli ha evidenziato: “Su Catanzaro non abbiamo avuto danni dai corsi d’acqua. I grossi danni sono venuti dall’acqua che scendeva dai versanti che, non avendo una regimentazione dello scolo delle acque bianche ha provocato una canalizzazione sulle strade che hanno fatto da collettore. Ho avuto modo di visionare alcuni filmati - ha proseguito - e questi dimostrano che queste strade erano diventate dei fiumi in piena”. Guardando ai danni prodotti, invece, in provincia, Niccoli ha sostenuto che “a Sellia Marina la situazione è stata diversa. Il villaggio è stato lambito dal fiume, e questo è stato l’unico allagamento di questo tipo. Purtroppo c’è un disordine del territorio, basta vedere via Lucrezia della Valle, ad esempio, per vedere le stradine che scendono dalle colline e che si trasformano in fiumi di acqua”. Niccoli ha anche analizzato le azioni da intraprendere: “Gli effetti non si annullano in tempi brevi e medi. Occorre fare - ha detto - dei piani di protezione civile e le esercitazioni con la popolazione, senza prenderle con superficialità. Bisogna fare imparare i piani di protezione civile intanto che si mette in sicurezza il territorio. Nell’immediato c’è solo la prevenzione”. Per quanto concerne le attività dell’ufficio che dirige, Niccoli ha dichiarato che ““dal punto di vista tecnologico limiamo anche i minuti, ma è frustrante se poi non c’è nessuno che attua gli avvisi”. Ci sono, dunque, responsabilità e ruoli ben precisi secondo Niccoli, anche se i sindaci sono l’anello debole di questa catena: “Il sindaco sa di essere il responsabile locale di protezione civile - ha sottolineato - e lo sa da quando decide di candidarsi. C’è un problema di formazione culturale. Bisogna aiutare soprattutto i piccoli comuni, che sappiamo essere in difficoltà, ma bisogna essere disponibili a fare e poi - ha concluso - bisogna arrivare alla popolazione”

Insomma , la solita tecnica quale è quella di spostare l’attenzione verso gli altri; nel caso i sindaci che pur se avvertiti non hanno comunque i mezzi finanziari per attendere a quanto necessario.

Siamo all’anno zero. O forse sotto zero!

Pubblicato in Catanzaro

Cafiero de Raho: «Con la operazione “Araba Fenice” colpito il livello superiore»

Qualche dato:

Arrestate quarantasette persone;
Sequestrate 14 società
Sequestrati beni per oltre 90 milioni di euro.
Impegnati 500 finanzieri
Eseguite 90 perquisizioni tra Calabria, Piemonte, Veneto, Lombardia e Puglia.
I reati contestati sono associazione a delinquere di stampo mafioso, trasferimento fraudolento di valori, abusiva attività finanziaria, utilizzo ed emissione di fatture o altri documenti per operazioni inesistenti, favoreggiamento, peculato, corruzione, illecita concorrenza ed estorsione, tutti aggravati dalle modalità mafiose.
Un'imponente operazione condotta dal Nucleo di Polizia tributaria della guardia di finanza e dallo Scico di Roma che ha disarticolato un’associazione di stampo mafioso e ha svelato come le varie famiglie si sono spartite la città.

Su richiesta del PM Giuseppe Lombardo, il GIP ha disposto la custodia cautelare per boss, mafiosi, imprenditori, avvocati, commercialisti e un amministratore giudiziario.

Il procuratore della Repubblica di Reggio Calabria, Federico Cafiero de Raho, in relazione alla operazione "Araba fenice" ha detto che: «È un'operazione di grande significato perché colpisce le principali cosche reggine della 'ndrangheta nella loro presenza esponenziale attraverso la imprese che operano nell'edilizia residenziale e che si avvalgono di commercialisti e accoliti per imporre a tutti nel territorio reggino in cui operano la realizzazione di opere edilizie solo con le imprese di loro pertinenza o ad essi riconducibili. L'operazione assume, inoltre, particolare significato perché va a colpire il livello superiore della 'ndrangheta, che delinea lo scenario di un'organizzazione criminale che si è sempre più mimetizzata nel mondo dell'economia e delle professioni e si impone a danno dell'economia legale”

In mattinata il procuratore nazionale antimafia Franco Roberti sarà presso il Comando provinciale della guardia di Finanza a Reggio per una conferenza stampa.

Pubblicato in Reggio Calabria

La banca di Credito Cooperativo Mediocrati ha chiesto una indagine sulla corruzione all’istituto Demoskopica. Ecco i risultati.

Circa 15 mila operatori economici avrebbero ricevuto richieste estorsive, mazzette e tangenti in Calabria.

Nel rapporto è scritto che le maggiori percentuali di casi di corruzione si riscontrano tra le imprese

-del comparto edile con il 13,2% ;

-del comparto dei servizi con il 13%

- dell’agricoltura con 11,7%

Minori le percentuali tra:

- imprese commerciali con il 2,4%;

- le imprese industriali con l’8,7%.

Interessante poi la ricerca sulla provenienza . secondo lo studio la richiesta di tangenti arriva:

-dai funzionari che gestiscono gli appalti pubblici con il 26,1%;

-dai politici con il 17%;

- da chi lavorano nelle forze dell’ordine con l’ 11,4%;

-da chi rilasciamo le concessioni edilizie e di permessi per lo svolgimento di altre attività economiche e commerciali con l’11,4%.

Segue poi la tipologia delle tangenti:

-per velocizzare una pratica il 45,8%;

- per ricevere in cambio un servizio o un beneficio il 33.3%

-per evitare problemi con l’autorità l’8,3%;

Infine l’andamento delle tangenti:

Per il 36,6% degli intervistati il fenomeno è aumentato “molto” negli ultimi tre anni;

Per il17,4% il fenomeno è aumentato ma in modo lieve;

Per il 41% è rimasto costante;

Poi c’è un 1,5% che afferma che “non c’è corruzione”.

Un dato questo in linea con quelli dell’ultima indagine Global Corruption Barometer sulla corruzione nel mondo, realizzata da Trasparency International, da cui emerge un aumento della corruzione per oltre i due terzi degli italiani (64%).

Ma ecco le denunce:

Nel 2004 si sono avute 1511denunce

Il massimo nel 2006 con 2.440 casi

Il minimo si è avuto nel 2009 con 1114 denunce;

E nel 2010 i casi sono saliti a 1377.

Sempre nello stesso periodo 2004-2010 :

-il maggior numero di reati con quasi il 50% dei casi sono state le truffe per il conseguimento di erogazioni pubbliche;

- a seguire con il 28,1% il reato di abuso d’ufficio;

- solo con il 7,5% l’indebita percezione a danno dello stato;

Tutte le altre categorie di reati non superano il 2%.

Pubblicato in Calabria

 

Se apriamo la televisione le TV pubbliche e private ci propinano la guerra tra i partiti, le bugie e fesserie della politica e dell’economia. Insieme i danni del maltempo in Inghilterra, Francia, Danimarca. Ed ancora il freddo, la pioggia e la nebbia in val Padana e sulle Alpi.

Cero non dimentichiamo che le cose ,da Roma in su, vanno molto meglio che da noi in Calabria.
Una Calabria che insieme ai politici bugiardi ed incapaci ha una economia surrettizia, che vive, cioè, solo insufflata abbondantemente da fondi pubblici, una disoccupazione altissima ed irreversibile, al punto che la emigrazione ha ripreso a correre come negli anni 50-60 , una distanza inibitiva di rapporti ed incontri facili, sia economici che culturali, una sanità politicizzata e per questo inefficiente, e tantissimi altri limiti.

 

Ma il Signore è giusto e non dimentica gli ultimi, come fanno gli uomini.

Ed allora ci regala un clima meraviglioso, un sole brillante, un mare eccezionale.

Qualche foto scattate oggi 30 ottobre.

La gente sulla spiaggia a prendere il sole ed a fare i bagni

Nella foto due romani ritornati dopo aver trascorso tutto agosto sulle spiagge amanteane.

Una scorsa al giornale, una chiacchierata e la considerazione che forse non è giusto che si sia solo noi a godere di queste giornate d’incanto.

Ed allora , ehi, voi del Nord (d’Italia e d’Europa) che aspettate a scendere ad Amantea ?

Gli alberghi sono vuoti ( salvo gruppi nutriti di Inglesi, Irlandesi, tedeschi, alcuni dei quali hanno anche comprato casa) ed in bassa stagione.

Scendere ad Amantea anche nei mesi autunnali ed invernali può sembrare una scommessa ma che molto spesso è facile vincere.

Scriveteci se vi torna comodo!

Che mare!

Romani in spiaggia

 

Pubblicato in Italia

Chissà se mai i politici calabresi di destra e di sinistra( ma che cosa significherà, poi, sinistra e destra ) ed in particolare Loiero, e gli assessori e consiglieri della sua amministrazione, e Scopelliti , e gli assessori e consiglieri della sua amministrazione, leggeranno queste righe.. .

Noi le scriviamo comunque perché siano, almeno, lette da qualche calabrese che avrà modo di apprezzare la nostra classe politica di ieri e di oggi. Parliamo del rapporto Svimez per il 2012.

Un primo dato: il PIL annuo individuale.

La Calabria è ultima con 16.460,00 euro. La precedono:

La Campania con 16.462,00 euro

La Sicilia con 16.546,00 euro

La Puglia con 17,246,00 euro

La Basilicata con 17.647,00 euro

La Sardegna con 19.244.00 euro

Il Molise con 19.845,00 euro

L’Abruzzo con 21.244,00 euro

Il Lazio con 29.171,00 euro

L’Emilia Romagna con 31,210,00

Il Trentino AA con 33.058,00 euro

La Lombardia con 33.433,00 euro

La Val d’Aosta con 34.415,00 euro

Insomma il PIL medio nazionale è stato di 25.713,00 euro, il PIL medio del Nord Italia è stato di 30.073,00 euro e quello medio del sud è stato di 17.263,00.

Praticamente la Calabria è la regione più povera d’Italia ed il suo PIL è poco meno del 64% del PIL medio nazionale, più di un terzo in meno .

In sostanza il PIL italiano nel 2012 è sceso del 2,1% mentre quello del mezzogiorno è sceso del 3,2%. Il PIL calabrese quindi è sceso del 2.9% in un anno!

Invece, e da qui gli apprezzamenti per Loiero e Scopelliti, il PIL del Mezzogiorno nel periodo dal 2007 al 2012 è sceso del 10%.

E pensare che l’economia calabrese è insufflata dei fondi europei per quasi 600 milioni di euro all’anno per sostenere la sua economia.

Figurarsi quale sarebbe stato il PIL senza questi fondi europei!

In sostanza parliamo di una situazione drammatica nella quale:

-          La popolazione si riduce a 1.958.200 abitanti ma crescono gli immigrati

-          Il tasso di mortalità( 9,9) è maggiore del tasso di natalità(8,7).Non succedeva dal 1918 quando la popolazione maschile giovanile si ridusse per i morti in guerra!

-          Residenti che lavorano fuori dalla regione 11.770

-          La disoccupazione è altissima( il tasso di disoccupazione ufficiale è del 19,3%, quella corretta è del 30,2%, quella dei giovani entro i 24 anni è del53,5%)

-          Sempre nel 2012 la disoccupazione in agricoltura in Calabria è diminuita del 5,6% e se avessimo i dati attuali la diminuzione sarebbe ancora maggiore ( ci riferiamo alle migliaia di finti braccianti scoperti dalla GdF)

L’export calabrese è pari a 374 milioni di euro ed è cresciuto dello 0,1% nel 2012. In Italia nel 2012 le esportazioni di vino sono cresciute del 14,3% ( in Puglia il 25%,in Campania il 16%, in Sardegna il 9,5%). Eppure ne sono stati spesi soldi per aumentare la esportazione !

Ed ancora non abbiamo i dati del crollo del turismo( arrivi e presenze) misteriosamente ( non è la prima volta) scomparsi nei cassetti delle province e della regione.

Insomma una situazione realmente difficile quella della Calabria per la quale certamente non possiamo non ringraziare i nostri politici, chiunque essi siano, di centro, di destra o di sinistra.

Pubblicato in Calabria

L’Europa si autoriconosce unica proprietaria del Mediterraneo e dispone una serie di divieti di pesca che stanno uccidendo la piccola pesca calabrese.

Ormai è quasi tutto vietato.

La pesca del Tonno rosso.

La pesca della rosa marina.

L’uso delle lampare.

L’uso della sciabica.

Le lenze da terra con più di 5 ami.

Ed è di questi giorni che viene reso noto che fino al 30 novembre il pesce spada non si tocca.

Un divieto che riguarda sia i pescatori professionali che quelli sportivi.

E sono proprio le Capitanerie di porto che informano sul decreto direttoriale del ministero delle Politiche agricole, alimentari e forestali del 29 febbraio scorso che fino al 30 novembre prossimo vieta la pesca, la detenzione a bordo, il trasbordo e lo sbarco di esemplari di pesce spada.

In particolare, poi, i pescatori sportivi, anche fuori dal periodo di divieto generale, per la cattura di tale specie devono essere in possesso di uno specifico nulla-osta rilasciato dagli uffici delle capitanerie di porto, così come avviene per il tonno rosso.

Nei casi di violazione sono previste pesanti sanzioni: (da 4.000 euro in su per i pescatori professionali e da 1.000 per quelli sportivi, oltre al sequestro del pescato e degli attrezzi.

Nientemeno il divieto è frutto delle raccomandazioni dell’Iccat (International Commission for the Conservation of Atlantic Tunas), l’organizzazione internazionale di cui è parte contraente l’Unione europea (ed alle cui determinazioni sono dunque vincolati gli stati membri di quest’ultima), che tutela gli stock ittici delle specie oggetto di eccessivo sfruttamento, sia nell’Oceano Atlantico che nel Mediterraneo.

Pensate che la Calabria deve importare il pesce consumato dalla sua popolazione

Insomma l’EUROPA si appropria del mare Mediterraneo, ma non fa nulla quando lo stesso mare diventa teatro di un esodo biblico di migranti africani ed asiatici.

Per questi casi l’Europa non c’entra ed il mare è solo Italiano.

Se l’Europa è questa voglio scendere!

Pubblicato in Calabria

Negli anni settanta avemmo modo di leggere nel bilancio della regione Calabria una posta che recitava “ Interventi sulla riva sinistra del Po” . Al tempo il bilancio calabrese era scopiazzato da quello della Lombardia . Il bilancio era cartaceo e si aveva una quasi certezza che non sarebbe mai stato letto dai consiglieri e nemmeno dai burocrati che sapevano dove si trovavano le proprie poste.

È di questi giorni la notizia che la “importante” legge sulle “french” presentata dai Consiglieri regionale Caputo ( il 24 giugno) e Minasi( 19 giugno) ( nella foto) e di fatto identica sarebbe stata copiata da una legge sugli “onicotecnici” presentata nel 2008 a Palazzo Madama da quattro senatori (progetto di legge depositato a Palazzo Madama il 16 luglio 2008 da Gramazio, Ciarrapico, Stiffoni e dal calabrese Gegè Caligiuri) e fermo da 5 anni!

“Certo- dice Il Corriere della Calabria- , qui e lì è stata cambiata qualche parola, perché la proposta di Caligiuri e degli altri senatori del tempo era calibrata sugli onicotecnici italiani, non su quelli calabresi. Ma, con una piccola cancellatura qui e un opportuno aggiustamento là, le nuove bozze sono state messe nelle condizioni di essere discusse ed eventualmente approvate in consiglio regionale (entrambe le proposte devono ancora passare al vaglio della commissione competente)”.

In occasione delle precedenti consultazioni comunali di Amantea, invece, si scoprirono due programmi politici copiati da un candidato a sindaco del Nord Italia .

Facile ,così, presentare progetti di legge e programmi politici.

Al più, se si scopre, si fa una figura di ca…a, ma questi sono infortuni del mestiere

Fra breve, invece, vi presenteremo il caso di un copia ed incolla tutto e solo amanteano che potrebbe anche avere risvolti molto seri!! Aspettate e vi faremo …..( scegliete voi se) piangere o ridere!

Pubblicato in Calabria

Pensate che nell’appena decorso mese di settembre 200 militari, appartenenti alle Capitanerie di Reggio Calabria, Crotone, Vibo Valentia, Gioia Tauro e Corigliano Calabro ed ai rispettivi uffici marittimi dipendenti, avvalendosi di pattuglie terrestri e navali, hanno operato 943 controlli nelle cinque province passando in rassegna tutta la filiera, dai pescherecci ai ristoranti.

Sono stati eseguiti accertamenti su 120 pescherecci; in 44 tra grossisti e stabilimenti di grande distribuzione, mercati ittici, 8 locali di ristorazione, 62 pescherie, 139 ambulanti e 30 supermercati oltre ai normali controlli ai punti di sbarco presidiati e non lungo l'intero litorale.

Su 943 controlli sono stati trovati soltanto 127 kg di pesce in cattive condizioni igienico sanitarie sottoposti a sequestro.

Degli altri 344 kg di prodotti ittici posti sotto sequestro ben 329 kg erano tonnetti sottomisura che sono stati somministrati in beneficienza.

Sequestrati anche 10 attrezzi da pesca tra cui reti da "posta fissa", "circuizione", "spadara" ed un "palangaro".

17 sono stati i deferimenti alle autorità giudiziarie per il reato di detenzione e vendita di prodotti in cattive condizioni igienico-sanitarie, e per pesca e vendita di prodotto sotto misura.(tonno rosso nella foto)

Pubblicato in Reggio Calabria
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