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I militari della Compagnia della Guardia di finanza di Vibo Valentia hanno individuato, nel comune di Pizzo, una vastissima piantagione di marijuana, della qualità notoriamente conosciuta come “skunk”.

La coltivazione era effettuata in 20 serre ed insistente su un appezzamento di terreno di oltre un ettaro, interessava un totale di 89.624 piante di varia altezza, gran parte delle quali già giunte a fioritura e, pertanto, pronte per essere sottoposte alla successiva fase di essiccazione.

Al momento del massiccio blitz operato dalle Fiamme gialle sono state sorprese sette persone intente a coltivare parte delle innumerevoli piante. Si tratta di G. D., 43 anni, e P. M., 34 anni, cittadini italiani; D. T., 23 anni, originario del Mali; B. A. 23 anni, originario della Guinea; T. M., 33 anni, K. B., 33 anni, e T. S., 35 anni, (gli ultimi tre tutti originari della Costa d’Avorio), tratti in arresto in flagranza di reato e associati alla Casa circondariale di Vibo Valentia.

Oltre alle 20 serre già in coltura, è stata altresì rilevata l’esistenza di un’estesa area già predisposta per l’impianto di ulteriori 3200 piante, posizionate in vivaio in appositi contenitori di polistirolo. 

Quella scoperta dalla Guardia di finanza di Vibo Valentia è apparsa sin da subito una vera e propria azienda agricola, estremamente strutturata e munita di ogni elemento produttivo necessario per la coltivazione e la successiva distribuzione dello stupefacente: teli, mezzi, utensili, un capillare ed ingegnoso sistema di irrigazione automatico, aeratori, un allaccio abusivo alla rete elettrica pubblica, buste, bilance di precisione e, “last but not least”, ben 5 braccianti di nazionalità extraeuropea, regolarmente pagati per lo svolgimento delle mansioni loro affidate. 

In prossimità della piantagione i militari hanno scoperto anche l’esistenza di una casa colonica che, formalmente disabitata, era in realtà adibita sia allo stoccaggio e all’essiccazione della marijuana sia a modulo abitativo per gli addetti agli illeciti lavori.

I finanzieri vibonesi, in esecuzione di quanto prontamente disposto dal Pm di turno presso la Procura della Repubblica di Vibo Valentia, Benedetta Callea, tempestivamente informata della scoperta, hanno proceduto all’arresto delle sette persone individuati in loco ed al sequestro dell’intera piantagione, di un ingente quantitativo di stupefacente già essiccato e di tutta l’attrezzatura scovata all’esito delle approfondite attività di perquisizione eseguite. 

L’autorità giudiziaria ha disposto, inoltre, previa opportuna campionatura, l’estirpazione delle piante di canapa indiana e l’immediata distruzione delle medesime.

Le coltivazioni, a fioritura completa, avrebbero prodotto circa 8 tonnellate di marijuana.

Lo stupefacente, una volta essiccato ed immesso sul mercato, avrebbe fruttato un profitto, sul mercato illegale, pari ad almeno 20 milioni di euro.

Un duro colpo inferto dalla Compagnia della Guardia di finanza di Vibo Valentia a quella che rappresenta, ad oggi, una delle più fruttifere forme di business della criminalità calabrese.

Le indagini delle Fiamme Gialle, dirette dal sostituto procuratore della Repubblica di Vibo Valentia, Benedetta Callea, sono ancora in corso di esecuzione al fine di accertare eventuali ulteriori responsabili nell’attività illecita.

Pubblicato in Calabria

Mariggiò annulla una delibera di stabilizzazione di personale.

La delibera ha un titolo pragmatico: «Annullamento in autotutela della delibera Afor numero 85 del 17 aprile 2013 e di eventuali atti connessi e/o correlati».

Gli effetti, invece, promettono forti scossoni nei quadri amministrativi di Calabria Verde.

Bufera dopo bufera, l’agenzia regionale cerca di ritrovare la normalità.

Cambiano, con cinque anni di ritardo, gli elenchi del personale trasferito dall’Afor. Incredibile!

Mariggiò specifica che i dipendenti «erano da considerare non di ruolo, in quanto a tempo determinato.

Non vorrei davvero dire di più, perché oggi rappresento l’amministrazione, un’amministrazione che non ha controllato, ha tollerato.

Ribadisco quanto già detto in un’altra uscita sulla stampa: il politico può chiedere di tutto, sta al dirigente verificare la fattibilità della richiesta.

Nei giorni scorsi ho già avuto modo di dire che in Calabria Verde, per quello che ho visto e continuo a vedere, è successo di tutto.

Due cose vorrei evidenziare.

La prima è che mai mi sarei aspettato nella seconda, quasi terza, età di avere una tale esposizione mediatica.

La seconda è che, andando avanti e leggendo atti d’indagine e processuali, comprendo tante dinamiche interne all’azienda».
La determina contiene anche qualche informazione giudiziaria.

Spiega, infatti, che «esiste, allo stato, un’attività di indagine da parte della Guardia di finanza di Catanzaro» iniziata nel 2017, «nel cui contesto è stata acquisita a più riprese, a partire dal 15 novembre scorso, documentazione amministrativa (molta della quale già prelevata un anno prima nel contesto di altro procedimento penale che vedeva coinvolto personale di Calabria Verde) riguardante più dirigenti (tutti ex dipendenti di Afor)».

Un nuovo filone investigativo, dunque, scaturito dopo il deposito di una nota nella quale «si segnalavano possibili condotte di rilevanza penale» proprio sull’atto annullato dal commissario, una delibera con cui l’allora commissario liquidatore Afor aveva trasformato due rapporti di lavoro «da dirigenti a “tempo determinato” a dirigenti a “tempo indeterminato” mantenendo per loro “lo stesso trattamento economico” già determinato» sulla base del contratto nazionale dei dirigenti delle autonomie locali».

È in seguito alla «visione degli atti acquisiti dalla polizia giudiziaria» e a una serie «di accertamenti interni» che sarebbe emersa «l’esistenza di censurabili singoli provvedimenti amministrativi, volti principalmente ad aggirare procedure selettive per stabilizzazioni lavorative di dirigenti, che hanno portato l’Azienda a richiedere anche il parere di un legale».

E sembra non finisca qui!

Pubblicato in Calabria

E pur si move!

Lo avrebbe detto Galileo Galilei uscendo dal tribunale dell’Inquisizione nel 1633.

Galileo, come è noto, venne costretto all’abiura delle sue teorie astronomiche (aveva sostenuto, come già il collega Copernico, che fosse la Terra a ruotare intorno al Sole e non il contrario), e disse ai giudici: “Con cuor sincero e fede non finta, abiuro, maledico e detesto li suddetti errori et heresie”.

Ma poi nell’atto di andarsene, riferendosi alla Terra, disse “Eppur si muove”.

In realtà, la frase gli fu attribuita più tardi, dallo scrittore Giuseppe Baretti.

Fu lui a ricostruire così la vicenda nel 1757, in un’antologia scritta in difesa dello scienziato.
Il nostro “E pur si move!”, invece, lo riferiamo alla Procura di Paola.

Tanti in questo paese aspettano che venga posto fine a tutte le forme di intollerabili abusi, di inerzie ingiustificate, di inaccettabili omissioni, di scelte diversificate, di comportamenti impropri ed inadeguati , di soprusi ingiustificati , di eccessive differenziazionie dei comportamenti pur in casi identici, di interessi privati, di danni erariali, eccetera.

Crediamo sia dipendente da tanto il fatto che una sirena nell’aria crea la speranza che sia successo o potrebbe succedere qualcosa.

O che una divisa che bussa alla porta del “nostro nemico” ci suggerisce di credere che quegli uomini notifichino la giusta punizione terrena in attesa di quella divina.

Ma anche un volto sconosciuto in giacca e cravatta o camicia e pantaloni che accede sempre a casa della persona odiata.

Forse è per questo che oggi chi hanno chiesto di scrivere sulla perquisizione effettuata ad Amantea.

Sappiamo nulla della medesima ma registriamo che dietro c’è la speranza , o forse certezza, che la Giustizia abbia aperto sul territorio non già i suoi occhi e le sue orecchie, ma le sue mani.

Spes- dicevano i romani- ultima dea.

Pubblicato in Politica

Ormai l’Asp sembra non eserciti più i controlli igienico sanitari sui prodotti in produzione e distribuzione.

E così lo fanno Finanzieri e Carabinieri.

Questa è la più recente.

 

I Finanzieri del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Cosenza, hanno effettuato specifici controlli nell’area silana rilevando numerose irregolarità nella conservazione e commercializzazione di prodotti alimentari.

Sono stati infatti sequestrati sette quintali di prodotti alimentari sequestrato e sanzioni per oltre 180 mila euro nei confronti di dieci persone.

I prodotti erano privi di requisiti igienico – sanitari previsti dalla normativa vigente.

Complessivamente sono stati sequestrati 6 quintali di mosto ed oltre600 litri di vino; ma anche un quintale di prodotti alimentari e suini da allevamento.

In generale è emersa la violazione degli obblighi comunitari a tutela del consumatore in quanto i prodotti alimentari venivano commercializzati, omettendo le previste comunicazioni agli Organi di controllo, Regione Calabria e A.S.P. di Cosenza.

 

L’esercizio di una attività imprenditoriale di distribuzione di alimenti infatti, è sottoposto agli obblighi di comunicazione e autorizzazione previsti dalla normativa comunitaria, recepita nel nostro Ordinamento con il Decreto Legislativo n. 193 del 2007.

Si tratta di disposizioni a tutela della sicurezza alimentare che prevedono l’obbligatorio rispetto di un insieme di procedure volte a prevenire le possibili contaminazioni degli alimenti (cd “sistema HACCP” – Hazard-Analysis and Critical Control Points), alla quale si aggiunge la disciplina della tracciabilità ed etichettatura del prodotto, di cui al Decreto Legislativo n. 109 del 1992.

In particolare, l’idoneità igienica dei locali e degli automezzi impiegati costituisce necessario presupposto per la corretta conservazione del prodotto destinato al consumo umano.

Per quanto riguarda l’allevamento di animali, il Decreto Legislativo n. 200 del 2010 prevede specifici obblighi in capo all’allevatore, quali la registrazione presso il Servizio Veterinario costituito nelle sedi delle Aziende Sanitarie Provinciali, l’istituzione di un registro di carico e scarico degli animali detenuti e l’identificazione degli stessi.

Prosegue l’attività del Corpo a tutela del consumatore e degli imprenditori onesti.

Pubblicato in Cosenza

oggiCome investire oggi? Se anche tu ti stai ponendo questa domanda, qui di seguito troverai 5 consigli pratici su come farlo al meglio.

CONSIDERARE IL PASSATO

Cercare di avere una visione chiara del passato, non è certamente una garanzia sulle rendite future del nostro investimento, tuttavia uno storico ampio e dettagliato è un buon indicatore di quello che potrà accadere in futuro.

SEMPLICITA’

Tenere in considerazione pochi fattori, solo quelli fondamentali, quando si vuole effettuare un investimento è una regola da tenere sempre presente. Focalizza la tua attenzione su ciò che è davvero importante. Se si parla di investire in una società è bene focalizzarsi sul suo vantaggio competitivo ed il suo prezzo obiettivo, questi indici avendo come focus il lungo periodo permettono di aumentare le probabilità di successo.

SCOMMETTERE SUL LUNGO PERIODO

Qui ci riallacciamo al punto precedente. Il breve periodo può presentare forti oscillazioni nei mercati basate sui voti degli investitori, il lungo, viceversa, vedrà premiare i business forti e con flussi di cassa constanti.

DIVERSIFICARE

Questo potrebbe apparire lapalissiano, ma è sempre bene ribadirlo: non focalizzare tutti i tuoi risparmi su un’unica soluzione, fondo o risorsa. In questo modo se non avrai i risultati sperati da un investimento potrai sempre riparare il danno tramite un altro.

CONOSCERE I RISCHI

Prima di cominciare è bene avere presente tutti i rischi che un investimento porta con se. Conoscere la materia approfonditamente è fondamentale, senza questo presupposto l’investimento diventa altamente rischioso, una scommessa.

CONSIGLIO BONUS

Se pensi di non avere la padronanza di termini, concetti e la conoscenza necessaria per affrontare questo percorso autonomamente, il nostro consiglio è quello di affidarti ad un esperto del settore, il quale a fronte di una commissione sarà sicuramente in grado di gestire i tuoi risparmi nel modo più efficiente.

Coloro i quali hanno intenzione di fare un investimento sicuro possono utilizzare la piattaforma Iosonobanca, nata per offrire opportunità di investimento aziendali confacenti con le aspettative dell’investitore. Per poter utilizzare la piattaforma Iosonobanca, bisognerà effettuare la registrazione, la quale verrà effettuata attraverso la scheda di adesione allegando anche alcuni documenti tra i quali il documento della privacy per autorizzare il trattamento dei dati personali, il documento d’identità e tesserino del codice fiscale, il casellario giudiziale e carichi pendenti.

Tenendo ben a mente questi nostri semplici consigli siamo sicuri che anche tu ora sai come investire oggi e vedere i tuoi risparmi fruttare come hai sempre desiderato.

Pubblicato in Economia e Finanza

E’ in corso una operazione della Guardia di Finanza per l'esecuzione di misure cautelari

I militari del nucleo di polizia tributaria della Guardia

di finanza di Catanzaro coordinati e diretti dalla procura della repubblica di Catanzaro, stanno eseguendo nove misure cautelari (due arresti domiciliari e sette misure interdittive) nei confronti di dirigenti e funzionari dell’Asp di Catanzaro

I nove sono indagati, a vario titolo, per concorso in peculato aggravato e favoreggiamento personale.

Sono stati sequestrati beni per 300mila euro.

I particolari dell’operazione saranno illustrati dal procuratore Nicola Gratteri, dal procuratore aggiunto Giovanni Bombardieri e dal comandante regionale calabria Gianluigi Miglioli alle ore 11.00 nella sede del comando provinciale della Guardia di finanza di Catanzaro.

Pubblicato in Catanzaro

I finanzieri della Compagnia di Paola hanno eseguito un Decreto di sequestro per equivalente, emesso dal Gip presso il Tribunale di Paola, nei confronti di un soggetto residente nella Provincia di Cosenza, per evasione di imposte sui redditi pari a 1.732.294 euro.

I finanzieri calabresi hanno sottoposto a sequestro i saldi attivi sui rapporti finanziari e 23 beni immobili ricadenti nel territorio cosentino.

Il sequestro scaturisce a seguito della conclusione di un controllo fiscale effettuato nei confronti di un soggetto attivo nella Provincia di Cosenza, che ha consentito alle Fiamme gialle calabre di accertare la mancata indicazione nella dichiarazione dei redditi di oltre 6.200.000 euro di proventi derivanti da fatti illeciti, commessi dallo stesso e per questo denunciato per appropriazione indebita aggravata.

 

Il responsabile aveva ceduto ad una società bolognese, dietro pagamento, ingenti crediti che vantava nei confronti di una società pubblica, la quale, ignara e in buona fede, invece di pagare l’impresa di Bologna aveva continuato ad effettuare i bonifici alla società cedente, che si appropriava indebitamente delle somme senza restituirle alla legittima proprietaria.

 

Al temine degli accertamenti fiscali è stata denunciata una persona per il reato di “Dichiarazione infedele”, che, con il sequestro eseguito, viene privata dei beni disponibili per un valore pari all’evasione fiscale commessa pari a 1.732.294 euro.

Sarà un sorpresa il nome?

Certamente! E per molti.

Pubblicato in Paola

Sono stati sequestrati beni per 100mila euro a un'associazione culturale.

 

Parliamo di una associazione che ha ricevuto contributi pubblici.

L'ente aveva ricevuto contributi pubblici dalla Provincia per due eventi e dai controlli sono emerse gravi irregolarità.

Beni per 100mila euro sono stati sequestrati a un'associazione culturale reggina e al suo presidente da parte delle fiamme gialle del comando provinciale della guardia di finanza di Reggio Calabria, coordinate dalla locale procura.

 

Il sequestro è il risultato di un controllo condotto dal Nucleo di polizia tributaria di Reggio Calabria nei confronti di un ente no-profit che aveva percepito contributi pubblici, per complessivi 100mila euro, erogati dalla Provincia di Reggio Calabria, per due manifestazioni di promozione sociale e culturale che si sono svolte in città nel corso del 2012 e del 2013.

Dal controllo, fanno sapere i finanzieri, sono emerse «gravi irregolarità».

 

I documenti giustificativi delle spese per l'organizzazione degli eventi, spiegano i finanzieri, «sono risultati in tutto o in parte irregolari, non veritieri o, comunque, non conformi» a quanto richiesto dalla legge.

Il rappresentante legale dell'associazione è stato denunciato per falso e truffa aggravata.

Sembra che in tempi di difficoltà finanziarie degli enti locali si imponga da parte della Gaurdia di Finanza in tutti i comuni più poveri, quali sono certamente quelli calabresi, una forte attenzione anche ai contributi assegnati alle associazioni culturali ( e soprattutto a quelle pseudo tali) che sperperano i soldi dei contribuenti.

E soprattutto alle giustificazioni portate ai comuni.

Pubblicato in Reggio Calabria

Paola. Anche Rolex tra gli ottocento capi contraffatti o pericolosi per la salute del consumatore sono stati sequestrati dalla Guardia di finanza nel corso della Fiera di San Francesco a Paola.

 

Gli articoli sequestrati sono stati realizzati con materiali di scarsa qualità e sono risultati pericolosi poiché gli acquirenti, utilizzandoli, sarebbero stati esposti al rischio di contrarre infezioni cutanee.

 

I finanzieri hanno anche emesso 70 verbali per la mancata emissione di scontrini fiscali e denunciato un immigrato clandestino.

Come detto tra i beni sequestrati figurano borse, occhiali, orologi (fra i quali "Rolex") ed altri capi d'abbigliamento recanti illegittimamente marchi registrati e griffe di note case produttrici, e prodotti tenuti in violazione del Codice del consumo in quanto sprovvisti delle etichette contenenti le indicazione sulla composizione merceologica e sul produttore. (Ansa)

 

Questi i risultati del “Dispositivo permanente di contrasto ai traffici illeciti provinciale” attuato dalla Guardia di Finanza del Comando provinciale di Cosenza.

Con l’obiettivo di rendere maggiormente proiettata sul territorio litoraneo paolano l’azione del Corpo mirata alla prevenzione e al contrasto ai traffici illeciti, in particolare la commercializzazione di beni contraffatti.

Un dispositivo strategico quello posto in essere dalla Guardia di Finanza iniziato attraverso controlli esterni presso i “punti strategici”, ovvero svincoli stradali, autostazioni e stazione ferroviaria della Città di Paola

 

E successivamente con controlli interni all’area interessata dalla tradizionale Fiera di San Francesco.

Pattuglie automontate ed appiedate,quindi, sono state impiegate in servizi di appostamento, perlustrazione, osservazione e attuazione di posti di controllo

Nel corso delle attività è stato altresì individuato, fra i commercianti, un immigrato risultato essere clandestino, il quale è stato denunciato all’A.G. e segnalato alla questura di Cosenza per gli adempimenti di competenza.

Ed i risultati si vedono!

Pubblicato in Paola

Siamo invasi da prodotti cinesi.

Se c’era necessità di conferma, eccola.

 

Nella sola Cosenza (nemmeno100 mila abitanti) c’erano 2 milioni e mezzo di maschere e vestiti di carnevale, quali maschere veneziane, costumi e parrucche oltre ad una serie di altri gadget, quali cover di cellulari e giocattoli per bambini.

 

Ma chi volete che potesse comprarli?

Quanto tempo ci sarebbe voluto per commercializzarle?

E parliamo solo di maschere e di vestiti.

E quanti altri sono i prodotti cinesi importati in calabria?

 

La cosa inaccettabile è poi il fatto che si tratta di prodotti potenzialmente pericolosi.

Sono prodotti di libera vendita senza le indicazioni obbligatorie previste dal D.Lgs 206 del 2005 (Codice del Consumo) a tutela del consumatore.

L'operazione denominata Maschere Protette ha permesso di individuare diverse società gestite da soggetti di nazionalità cinese.

 

Mancavano le indicazioni riguardanti la composizione dei materiali utilizzati per la realizzazione, con etichette non contenenti le informazioni considerate obbligatorie dalla normativa, sia nazionale che comunitaria, e sprovvisti dei relativi certificati attestanti i test di sicurezza e del controllo sanitario, nonché delle istruzioni ed avvertenze per l'uso.

 

Gli articoli di carnevale sottoposti a sequestro sono risultati potenzialmente pericolosi poiché gli acquirenti, indossandoli, sarebbero stati esposti al rischio di contrarre infezioni cutanee e/o altre malattie dermatologiche.

Come consigliato da esperti si tratta di maschere o alle parrucche pericolose se fatte di materiale irritante o tossico e che è opportuno evitare di indossare se hanno un odore forte di "sostanza chimica".

Ma anche di schiume, stelle filanti spray, fiale che contengono spesso sostanze chimiche irritanti e sensibilizzanti.

Altri articoli, in particolare accessori d'abbigliamento, sono risultati contraffatti in quanto recanti illegittimamente marchi registrati e griffe di note case produttori

Pubblicato in Cosenza
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