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Catanzaro. La Calabria finisce al centro delle polemiche interne al Partito democratico, con diverse proteste e segnalazioni relative a dubbi sui dati riferiti alle mozioni congressuali.

Mentre lo scontro è già in atto da diversi giorni in Calabria, il problema è stato sollevato in maniera netta nel corso della commissione nazionale per il congresso che si è svolta oggi a Roma.

Le accuse partono da Umberto Marroni, rappresentante della mozione #aporteaperte di Francesco Boccia: «I dati che stanno facendo trapelare sull'affluenza voto nei circoli del PD sono assolutamente falsi.

Ho abbandonato i lavori della commissione perché - ha detto - stanno diffondendo dati condizionati da centinaia di ricorsi non ancora discussi, prenderemo pesanti provvedimenti nelle prossime ore.

In Calabria, Sicilia e Campania ci sono centinaia di ricorsi pendenti e pretendiamo immediate risposte.

Abbiamo elettori che pretendono di essere rispettati».

Secondo i dati diffusi dalle mozioni in campo, il governatore del Lazio, Nicola Zingaretti, si attesta tra il 47,2 e il 49,1 per cento e stacca Maurizio Martina che si ferma tra il 35,1 e il 36,7.

Il terzo ad accedere alle primarie del 3 marzo è Roberto Giachetti, con un boom di consensi: il "turborenziano" avrebbe raccolto tra il 11,3 e il 12,8.

A guardare le cifre Zingaretti, che sfiora il 50 per cento, sarebbe già segretario in pectore.

Ma in Calabria le segnalazioni e le proteste sono alle stelle.

La mozione Boccia è la più critica, annunciando con Alessia Bausone, referente regionale, che «le illegittimità perpetrate in Calabria da alcune federazioni provinciali sono già state oggetto di ricorso agli organi interni di Partito, secondo le procedure.

Qualora il Partito nazionale si dimostrasse connivente avallando questo modus operandi, non esaminando nel merito i ricorsi, porteremo le relative questioni nei Tribunali per dimostrare che le regole non sono mero maquillage, che quando diciamo di essere l'unico Partito italiano lo siamo davvero e non una cricca mascherata, spesso composta da soli maschi».

A Catanzaro, il segretario provinciale Gianluca Cuda ha criticato la scelta di due componenti della commissione provinciale per il congresso di lasciare i lavori. In questo caso si tratta di componenti del gruppo "LabDem", ma le lamentele sono generali.

Mentre il clima di tensione aumenta, più sereno appare il senatore calabrese Ernesto Magorno. L'ex segretario regionale, attraverso i social, afferma: «I numeri dicono la verità e la verità è che la partita delle primarie Pd è apertissima.

Chi pensava di sfondare nei circoli si deve ricredere perché la mozione a sostegno di Maurizio Martina è viva.

Ora fianco a fianco per vincere il 3 marzo». (Redazione web Il quotidiano del sud)

Pubblicato in Calabria
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