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Coinvolto nel maxi-blitz “Rinascita-Scott” contro le cosche.

È il presidente di Anci Calabria, eletto primo cittadino di Pizzo per la seconda volta nel 2017.

Arrestato Gianluca Callipo, sindaco di Pizzo e presidente di Anci Calabria.

 

 

 

 

 

Il suo nome spicca tra gli arresti eccellenti eseguiti nell’ambito dell’operazione “Rinascita-Scott”, che ha disarticolato tutte le organizzazioni di ‘ndrangheta operanti nel Vibonese e facenti capo alla cosca Mancuso di Limbadi e al clan Lo Bianco-Barba.

Originario di Pizzo, 37 anni, l’11 giugno 2017 Callipo è stato eletto per la seconda volta sindaco, con il 62 per cento dei voti, a fronte del 57 per cento dei consensi registrati nel 2012, anno della sua prima elezione alla guida della nota cittadina vibonese, tra le principali località turistiche della Calabria.

Il 30 ottobre 2015 è stato eletto coordinatore nazionale di Anci Giovani ed esattamente due anni dopo, il 30 ottobre 2017, è stato eletto presidente di Anci Calabria, carica che ricopre tuttora. Membro dell’assemblea nazionale del Pd, Callipo è stato uno dei competitor alle primarie 2014 del centrosinistra per la scelta del candidato a presidente della Regione Calabria, poi vinte da Mario Oliverio.

Nel novembre del 2018 ha lasciato il Partito democratico per annunciare il suo sostegno alla candidatura alle Regionali di Mario Occhiuto.

19 Dicembre 2019 08:28

Pubblicato in Basso Tirreno

E’ un eroe od un incosciente il giovane Gianluca Callipo?

Il re è nudo è una celebre frase della fiaba ‘I vestiti nuovi dell’imperatore’ di Hans Christian Andersen.

Un re pieno di se ed arrogante voleva vestiti sempre più belli per dare di se stesso un’ immagine meravigliosa.

Ma non trovava più sarti o stoffe che lo soddisfacessero.

E così un giorno arrivarono due impostori che si fecero passare per tessitori e sostennero di saper tessere la stoffa più bella che mai si potesse immaginare. Non solo i colori e il disegno erano straordinariamente belli, ma i vestiti che si facevano con quella stoffa avevano lo strano potere di diventare invisibili agli uomini che non erano all’altezza della loro carica e a quelli molto stupidi.

I truffatori finsero di lavorare sui tessuti, ovviamente inesistenti e nessuno osò denunciare la truffa in atto proprio per quel meccanismo che prevedeva che a non vedere i tessuti fossero gli incapaci e gli stupidi.

L’epilogo è noto: il re viene vestito con i vestiti inesistenti e sfila per la città nudo:

Solo un bambino innocente e sincero ebbe il coraggio di dire “ Il Re è nudo”.

E la voce corse per tutto il regno ma il Re arrogante e stupido anzichè vestirsi disse «Ormai devo restare fino alla fine».

E così si raddrizzò ancora più fiero e i ciambellani lo seguirono reggendo lo strascico che non c’era.

Il bambino è Gianluca Callipo, il re è Mario Oliverio, i ciambellani sono nella corte della regione. il popolo siamo noi calabresi

Sarà un Robin Hood od un Don Chisciotte?

Non parteggiamo né per Mario Occhiuto, né per Mario Oliverio, ma dobbiamo dare atto a Gianluca Callipo di avere coraggio ed onestà quando afferma c che “Accusa ( di Oliverio è) risibile (per)che appare come un semplice pretesto per controbattere senza entrare nel merito delle questioni che ho posto con la mia scelta – conclude -. Sono passati 4 anni da allora e sono cambiate tante cose. L’unica cosa che non è cambiata è l’immobilismo del Pd calabrese. Più che preoccuparsi del mio rancore, che non c’è mai stato, neanche all’indomani della sconfitta alle primarie, il candidato del Pd alle Regionali si preoccupasse delle promesse tradite verso coloro che, con il 42% di consensi che mi attribuirono, chiedevano un cambiamento che non c’è stato. Oliverio e il partito hanno completamente ignorato quelle istanze di rinnovamento che venivano da quasi la metà del popolo delle primarie, eppure nessuno mai, me compreso, si è azzardato a mettere in discussione la sua leadership politica e di governo. Ma ora che ha scelto di candidarsi, ignorando per l’ennesima volta la base del partito ed evitando un confronto aperto su questa ipotesi, non c’era altra alternativa che dire basta”.

Pubblicato in Calabria


Una nuova infornata di incarichi assolutamente inutili e costosi a favore degli amici degli amici. Dice Gianluca Callipo.

Riceviamo e pubblichiamo:

“Il Direttore Generale dell’Azienda Regionale per lo Sviluppo dell’Agricoltura Calabrese (ARSAC), nei giorni scorsi ha pubblicato sul sito istituzionale dell’Azienda www.arsac.calabria.it un atto aziendale definitivo completo di dotazione organica, piano industriale, regolamento, ecc., per il quale ha avviato con le organizzazioni Sindacali la relativa concertazione in data 05/09/14. In data 18/09/14 scopriamo che prima ancora di concludere la concertazione, con delibera n. 85 del 18/09/14 adotta tali documenti e trasmette il tutto alla Giunta Regionale per la definitiva approvazione. L’atto aziendale dell’ARSAC, non essendo ordinaria amministrazione, può essere approvato dall’attuale giunta regionale?

Nella fretta di presentare questo atto aziendale alla giunta regionale, il Direttore Generale dell’ARSAC ha bypassato le più elementari regole sindacali ma, soprattutto, ha perso di vista i compiti istituzionali assegnati all’ARSAC con la legge regionale n.66/12 che sono i servizi ai quali hanno diritto ad accedervi gli imprenditori agricoli. Infatti, detto atto aziendale, come già riferito e verbalizzato dalle organizzazioni sindacali del pubblico impiego di CGIL, CISL e UIL, più che rispondere alle esigenze dei servizi in agricoltura sembra rispondere ad altre esigenze in quanto prevede 13 (tredici) nuovi dirigenti e uffici inutili, con un appesantimento burocratico anacronistico e fuori da ogni logica.

E’ possibile oggi immaginare un’azienda pubblica come l’ARSAC, che prevede 13 nuovi dirigenti? E pagati da chi?

I dipendenti del pubblico impiego dell’ARSAC che da oltre 20 anni si occupano di servizi in agricoltura, che conoscono in lungo e in largo il territorio Calabrese e le esigenze degli utenti di questi servizi in agricoltura, ritengono, al contrario di quanto previsto dal Direttore Generale dell’ARSAC nell’atto aziendale, che sia necessario prevedere una struttura molto più snella.

Pertanto, a fronte del diritto delle aziende a fruire dei servizi in agricoltura nella nostra regione, sarebbe logico predisporre un atto aziendale partendo dall’esistente, cioè dall’attuale organizzazione territoriale dei servizi che hanno dato degli ottimi risultati. Infatti, tali servizi che per legge (ex L. R. n.11/92 prima e L.R. n. 19/99 dopo) ha espletato l’ex ARSSA negli ultimi 20 anni rappresentano una delle poche cose che ha funzionato in Calabria ed i risultati relativi allo sviluppo dell’agricoltura in termini di integrazione del reddito agricolo e miglioramento della qualità dei prodotti, (promozione e affermazione di tecniche a basso impatto ambientale nei vari comparti: agrumicolo olivicolo, frutticolo, orticolo ecc., promozione e marchi di qualità per produzione tipiche, ecc.) sono sotto gli occhi di tutti.

Quindi, perché cancellare l’esistente che funziona per creare una struttura con 13 nuove postazioni dirigenziali che appesantiscono i servizi in agricoltura, cioè i compiti di istituto dell’ARSAC, aumentando a dismisura la spesa pubblica?

Questo atto aziendale, tra l’altro, prevede di chiudere 8 dei Centri di eccellenza che hanno dato i risultati citati - Centri di divulgazione Agricola (Ce.D.A.) - dislocati territorialmente, togliendo così servizi alle aziende agricole e concentrando il personale in altre postazioni inutili e meno funzionali.

Considerato che sono trascorsi circa 2 anni dalla L. R. n. 66 che istituisce l’ARSAC, a questo punto ci si chiede: perché non continuare il confronto avviato con le rappresentanze dei lavoratori? Allora forse, considerata la fretta degli ultimi giorni, l’obiettivo del direttore Generale dell’ARSAC non è quello di predisporre un atto aziendale che dia alla Calabria un sistema di servizi in agricoltura snello e funzionale ma, evidentemente, di fare approvare al più presto a questa giunta anche questo atto, per l’unico scopo di affidare il prima possibile altri 13 inutili incarichi dirigenziali.                                                  

Il coordinatore protempore della RSU ARSAC Carmelo Orlando

Pubblicato in Catanzaro

Una platea di circa sessanta persone presenti all'incontro con Gianluca Callipo

 

Troppo poche rispetto a quelle che avrebbero voluto sentirlo, incontrarlo, parlargli.

Tantissime persone non hanno avuto questa opportunità, quasi che si trattasse di una riunione riservata se non salottiera e non di una riunione aperta, quantomeno agli stessi iscritti del PD.

Amantea vanta oltre 200 iscritti al PD e pochissimi di loro hanno saputo della presenza di Gianluca Callipo.

Sono le stranezze della politica della sinistra.

Perlomeno ad Amantea.

Contrariamente alla presenza di Mario Oliverio, nemmeno un manifesto, nemmeno un complessino musicale , magari sconosciuto.

Non solo ma nemmeno un comunicato stampa, un articolo su uno dei due giornali locali.

Anche noi web locale la notizia la abbiamo avuta non dagli organizzatori amanteani ma dallo staff di Callipo.

Proprio per questi motivi nei prossimi giorni saranno diverse le persone che prenderanno contatto diretto con Callipo ed il suo staff per incontri personalizzati e compensativi di un incontro mancato.

Comunque sono stati visti al Mediterraneo Hotel, Gianluca Cannata, organizzatore dell’incontro, il sindaco Monica Sabatino, la presidente del consiglio comunale Linda Morelli, i consiglieri comunali Giusi Osso , Ciccia Caterina e Franco Chilelli, il candidato non eletto della lista al governo del comune Viola

Mancavano Antonio Rubino, Sergio Tempo, sicuramente di sinistra.

Mancavano inoltre i “destri” dell’amministrazione comunale.

Pubblicato in Politica

Le parole dette ieri 25 agosto, dalla parlamentare Chiara Braga componente della segreteria nazionale del Partito democratico con il ruolo di responsabile all’Ambiente, in occasione degli incontri avuti da Gianluca Callipo nella provincia di Cosenza, Amantea compresa, sono le seguenti:

 

“Callipo è la risorsa migliore del Pd calabrese, tocca alla nuova generazione cambiare le cose”

E poi continuando:

“Qualche mese fa, quando l’ho conosciuto, mi ha colpito perché mi chiese di sollecitare un impegno forte del Governo a tutela del territorio e dell’ambiente in Calabria. Finora chi ha governato questa regione non ha avuto il coraggio e la capacità di intervenire in maniera efficace per risolvere le problematiche prioritarie in questo settore. È impensabile che ancora non ci sia una programmazione puntuale a favore della salvaguardia idrogeologica e per la soluzione dell’emergenza rifiuti. Solo una nuova classe dirigente, in forte discontinuità con il passato, può fare ciò che finora non è stato fatto. Gianluca fa parte di questa nuova generazione, come a livello nazionale lo sono i ministri Madia e Boschi, nostri coetanei. Tocca a noi provare a cambiare le sorti del Paese“.

Dal canto suo, Callipo, riferendosi alla risorsa ambientale in Calabria ha detto che “fa male sapere che a tanta bellezza non corrisponde altrettanta ricchezza”.

E di seguito ha continuato “I turisti dicono che abbiamo cose bellissime, ma la Calabria è conosciuta solo per cose negative.

Penso al mare da bere che qualcuno prometteva e invece i depuratori ancora non funzionano e il mare è inquinato.

Da troppi anni in questa regione non cambia mai nulla, perché è sorretta da trasversalismi di ogni tipo, che stanno caratterizzando anche queste primarie.

Dobbiamo avere la forza e il coraggio di cambiare come sta avvenendo a livello nazionale, con una nuova classe dirigente che sta provando a chiudere con un passato fallimentare che ci ha condotti sino a qui.

Affidarsi ancora una volta a chi da 30 anni ripete sempre le stesse cose senza realizzarle, significa compromettere qualsiasi prospettiva di reale cambiamento”.

“Va scelta la risorsa migliore del Pd, ma bisogna farlo in discontinuità con i metodi finora messi in campo. O si ha l’ambizione di cambiare la Regione con scelte coraggiose e innovative o la Calabria non prenderà parte al processo di rinnovamento già innescato nel Paese da Renzi“.

Su quanto detto resta un unico dubbio. A chi si riferiva Callipo ricordando il mare da bere?

Nella foto la vignetta di Francesco Cirillo al tempo dell’evento.

Tutto nasce dalla decisione di Epifani di far svolgere il congresso PD in Calabria ad Ottobre cioè quando si terrà anche la elezione del segretario nazionale e delle altre cariche.

Si erano pronunciati in tanti per l’urgente convocazione del congresso: tra questi

-          Alfredo D’Attorre: “Faccio fatica a comprendere cosa sia mutato rispetto alle ultime determinazioni del coordinamento regionale. Tanto più che alcune aree del partito, che oggi chiedono il rinvio dell’assise e l’accorpamento con quella nazionale, erano le stesse che avevano sollecitato la fine del commissariamento. In ogni caso, non si può andare contro le regole, la logica e il buon senso”.

-          Mario Oliverio che negli ultimi tempi è tornato a fare asse con Nicola Adamo, :

Contrari invece Mario Pirillo e Antonio Scalzo (componente Fioroni), Gianluca Callipo (renziani), Franco Laratta (AreaDem) e Mario Maiolo (Letta), hanno evidenziato la necessità dell’accorpamento degli appuntamenti congressuali

Equilibrati il capogruppo regionale Sandro Principe e il deputato Demetrio Battaglia, i quali pur dicendosi favorevoli allo svolgimento del congresso, hanno invitato a tenere conto delle posizioni espresse da fette consistenti del partito.

Si riferiscono, probabilmente, al fatto che Epifani è vero che ha avuto l'85% dei 534 voti validi espressi dai 593 votanti ( 59 le schede nulle, 76 le bianche), ma che è anche vero che gli aventi diritto sono 950 e che quindi avendo votato solo in 593, ha votato soltanto il 62% dei delegati, di fatto che i 458 voti ottenuti dal segretario sono stati pari al 48% di quanti in teoria avrebbero diritto al voto. Da qui ogni opportuna cautela per non creare fibrillazione all’interno del partito.

Chiudiamo con la importantissima dichiarazione di Oliverio il quale ha detto che: «Sia chiara una cosa che non era nelle mie intenzioni avanzare una candidatura per la segreteria regionale. Né ho intenzione di correre per la presidenza della Regione. Il mio unico obiettivo era e resta lavorare per favorire un rinnovamento (non solo dal punto di vista anagrafico) della nostra classe dirigente e per modificare l'attuale legge elettorale nazionale».

Pubblicato in Calabria
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