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amantea 9

Avevamo scritto ieri che qualcosa nel trasferimento non quadrava, nessuna informazione era stata data agli addetti ai lavori e molti facevano orecchie da mercante.

 

Di fatti così è stato il trasferimento degli immigrati previsto per ieri è saltato.

 

La verità vera è che c’è stato un Sindaco che ha fatto il Sindaco, ovvero ha difeso e tutelato i propri cittadini, trovando una scusa qualsiasi per evitare il trasferimento, quindi da Amantea onore a Domenico Carlo Lomanni, sindaco di Gasperina, piccolo comune di poco più di duemila abitanti in provincia di Catanzaro.

 

Pollice verso invece per tutta l’armata “Brancaleone”, Regione Calabria compresa, che ha nuovamente abbandonato la nostra città al suo amaro destino.

 

Un piccolo aneddoto lo raccontiamo, anche se non ufficiale, è riportato a noi da addetti ai lavori, pare che qualche dirigente dell’Asp di Cosenza, di buon mattino, abbia chiamato il sindaco di Paola, Avv. Roberto Perrotta, per il presumibile trasferimento nel Comune di Paola, presso l’ex scuola alberghiera, sulla statale 18, degli immigrati positivi di Amantea.

 

Pare che le urla del Sindaco Perrotta, avverso alla possibilità, si siano sentite dal Santuario di San Francesco.

 

Ecco la differenza fra una buona Amministrazione Comunale ed una cattiva Amministrazione Comunale o una Amministrazione Prefettizia.

 

Comunque la polpetta avvelenata è rimasta nel Comune di Amantea, ora spetta di nuovo alla Regione Calabria, la cui nostra fiducia vacilla abbondantemente, ed a tutta l’armata “brancaleone” di trovare una soluzione alternativa, sperando che non venga resa pubblica, su rai tre Calabria, prima di essere stata effettuata.

 

Una ultima informazione in nostro possesso, abbiamo ricevuto, da parte di qualche immigrato al momento in quarantena, un messaggio di aiuto per viveri e generi di prima necessita(acqua), pare, da quello che ci dicono gli extracomunitari in quarantena, che non stia funzionando bene il servizio di vitto, predisposto dalla Caritas di Campora San Giovanni e consegnato dalla protezione civile di Amantea.

Invitiamo gli addetti alla distribuzione dei viveri mettersi in contatto con la nostra redazione che sarà collaborativa a fornire ogni spiegazione in nostro possesso.

 

Vi aggiorneremo nel caso ci fossero novità.

 

Pubblicato in Primo Piano

imigrati2020Nelle ultime ore il Movimento "Politica, Etica, Competenza" ha preso posizione rispetto all'aumento delle preoccupazioni in Città sull'emergenza Covid. Il Movimento PEC, infatti, ha inviato una missiva alla Commissione Straordinaria in carica al Comune di Amantea. Queste le richiesta avanzate alla Commissione straordinaria: valutare con estrema attenzione e senso del dovere, rispetto alla responsabilità propria di chi amministra l'Ente Comune, l'opportunità di porre in essere ogni iniziativa - anche in piena e totale sinergia con l'Autorità sanitarie provinciali e regionali e le massime Autorità provinciali di governo del territorio - volta alla tutela della salute pubblica; considerare che l'evolversi del trend dei contagi, specie tra gli ospiti dei CAS, deve prevedere necessariamente la rivalutazione delle stesse Strutture dei CAS, evidentemente non idonee ad ospitare, in questa gravissima fase di emergenza sanitaria, il considerevole numero di ospiti attuali; ripristinare con immediatezza l'operatività del "Centro Volontari di Protezione Civile" al fine di incrementare il numero di Risorse umane impiegate nell'attività quotidiana necessaria a garantire la maggiore sicurezza sul nostro territorio; garantire agli operatori del nostro Corpo di Polizia Municipale di operare in totale sicurezza, quindi con l'utilizzo di tutti i dispositivi di protezione necessari; garantire per quanto possibile il massimo supporto a tutte le Forze dell'Ordine impegnate sul territorio; valutare l'opportunità di predisporre attività di screening (con test seriologico gratuito su almeno un componente del nucleo familiare) su tutto il territorio, al fine di avere un quadro sanitario complessivo e conseguentemente porre in essere gli interventi del caso; fornire costante ed esaustiva informazione alla cittadinanza sullo stato dell'emergenza sanitaria.

A seguito dell'intervento del Movimento PEC, è intervenuto il Capogruppo del PD alla Regione, Domenico Bevacqua che ha dichiarato alla stampa: "Piena condivisione all’appello lanciato dal Movimento “politica Etica competenza” per la situazione Covid di Amantea. Non solo siamo convinti che occorra una costante iniziativa di sicurezza ma, al tempo stesso, chiediamo fortemente l’intervento del prefetto di Cosenza per individuare altre strutture idonee ad ospitare gli attuali ospiti del Cas. Non è tollerabile ulteriormente la situazione creatasi. La preoccupazione aumenta e gli interventi non sono più procrastinabili. Per i cittadini di Amantea e per tutti gli ospiti della struttura”.

Ora non ci resta che sperare nel buon senso e nella sensibilità della Commissione straordinaria e del Prefetto di Cosenza affinché adottino con celerità tutte le misure necessarie per far tornare nella Città di Amantea un clima di serenità. Se così non sarà il rischio che la rabbia e la protesta divampino diventa altissimo.

Pubblicato in Primo Piano

Furono accusati di avere ucciso i loro compagni di viaggio, durante la traversata dalla Libia alla Sicilia, perché cristiani.

 

 

I giudici della corte di Assise li hanno riconosciuti colpevoli di omicidio, ma non dell'aggravante dell'odio religioso.

Per questo motivo sei extracomunitari sono stati condannati, mentre altri otto imputati sono stati assolti.

Condannato anche un settimo uomo accusato non di omicidio, ma di favoreggiamento dell'immigrazione clandestina.

Dovrà scontare quattro anni.

Il processo nasce dal racconto di alcuni migranti soccorsi ad aprile del 2015.

Sbarcati a Palermo, raccontarono che alcuni nigeriani e ghanesi sarebbero stati gettati in mare aperto perché cristiani da una quindicina di altri "passeggeri", musulmani.

 

La corte li ha condannati a 18 anni ciascuno.

 

Gli imputati, accusati di omicidio plurimo aggravato, sono ivoriani, senegalesi e maliani.

La Procura aveva chiesto quattordici ergastoli ipotizzando l'omicidio volontario, ma la corte non ha creduto al movente religioso.

Il racconto di uno dei testimoni chiave del processo, un uomo a cui sarebbe stato ucciso il fratello durante quella tragica traversata, era già stato giudicato "inattendibile e non riscontrato"dal tribunale dei minorenni, dove è stato giudicato un altro giovanissimo indagato per la presunta strage.

Diciotto anni di carcere e un milione e 200 mila euro di multa sono stati inflitti a Mohamed Kantina, Ousman Camara, Kabine Konate, Kulibali Uma, Morizio Mouri e Hamed Doumbia.

A quattro anni è stato condannato lo scafista Seckou Diop.

A tutti la corte d'assise ha riconosciuto le attenuanti generiche.

Sono stati assolti, invece, Jean Baptiste Mabie, Abubacar Keit, Kante Bakadialy, Aboubakar Sidibe, Moustafa Toumadi, Moussa Kamagnate, Kaba Somauro e Biliti Abbas.

La corte ne ha ordinato la scarcerazione e l'espulsione.

I legali degli imputati hanno sostenuto che i 12 migranti sarebbero morti annegati perché il gommone avrebbe cominciato a imbarcare acqua e sarebbero caduti in mare.

Pubblicato in Italia

soldi imA Sanremo residenti infuriati coi richiedenti asilo. Pur avendo vitto e alloggio pagati, gli immigrati vanno in giro a chiedere l'elemosina (con lo smartphone in mano)
Tutto questo succede a Sanremo, ma anche nella nostra città di Cosenza specialmente nella nuova Piazza Bilotti e davanti ai negozi e supermarket  troviamo gli immigrati che chiedono l’elemosina. Non usano il cappellino, ma un bicchiere di plastica. Qualcuno ancora da una piccola offerta, la maggioranza della gente però si sente infastidita e borbottando qualcosa passa oltre, neppure li guarda.

Sanremo - Cappellino per l'elemosina da una parte e smartphone o sigaretta dall'altra.

 È questo l'identikit del "nuovo" profugo. Una figura che impazza, da mesi ormai, per le strade del centro di Sanremo, scatenando polemiche tra gli abitanti, che si sentono molestati ad ogni angolo con insistenti richieste di denaro da parte degli immigrati.
"Ehi, capo, un euro". Oppure: "Signora, una piccola offerta per mangiare". Ma quale offerta per mangiare: per loro vitto e alloggio sono gratuiti. E meno male, altrimenti al posto delle sigarette o delle schede telefoniche, con i soldi dell'elemosina gli immigrati dovrebbero comprarsi il mangiare. Ma la gente ormai lo ha capito e se all'inizio c'era ancora qualcuno che allungava una piccola offerta, oggi quei cappellini sono più o meno vuoti. "Hanno già tutto", lamentano i più. Resta soltanto il fastidio procurato a turisti e abitanti che in questi giorni di festa affollano la centralissima via Matteotti, il quartiere del teatro Ariston.
Le forze dell'ordine non possono fare nulla. Motivo? Hanno tutti lo status di rifugiato politico e, quindi, sono protetti dalla legge. Se a ciò aggiungiamo che l'accattonaggio non è reato, i conti sono presto fatti. Ma torniamo ai telefonini. Nelle vie di grande afflusso chiedono tutti l'elemosina, allungando il cappellino sotto il naso dei passanti, ma una volta girato l'angolo, ecco uscire magicamente dalle tasche smartphone e pacchetti di sigarette. Insomma, bella la vita da rifugiato.

Pubblicato in Italia

Ecco cosa scrive Sergio Ruggiero Consigliere comunale Gruppo “La nuova Primavera”.

“Oggetto: Sulla posizione della Sindaca circa il numero degli immigrati.

Tanto per non essere equivocato, sono all’opposizione e lì rimango, per una montagna di ragioni che adesso sarebbe inutile elencare.

Ma sul problema degli immigrati intendo dire qualcosa, in particolare circa la richiesta di controllo del numero che la Sindaca Sabatino ha rappresentato alla Prefettura, preso atto che la quota di 2,5/1000 abitanti ad Amantea è già ampiamente superato.

Questo numero stabilisce, per sintetizzare, una soglia di accettabilità funzionale all’accoglienza.

Vuol dire che noi stiamo facendo la nostra parte di fronte ad un grave problema del quale, in quanto Consigliere comunale, non posso non parlare.

Un problema enorme che, io temo, non tarderà a presentare salatissimi conti a carico delle Comunità costrette a subire oltremodo una graduale “invasione” dagli esiti futuri imprevedibili.

La Sindaca nell’ultimo comunicato scrive: “La mia protesta non è affatto contro gli immigrati, vittime di un sistema malato, ma è contro il business che ormai ha preso una piega pericolosa per la comunità che amministro”.

E ha ragione, perché parla di sistema malato e di affari.

Ed io nel sistema malato includo la retorica dell'accoglienza che talora si spinge a derubricare questo dramma come opportunità, o addirittura come arricchimento.

Follia! Arricchimento economico? Non diciamo sciocchezze!

Arricchimento culturale? Ma se non ci interessa approfondire neanche la nostra di Cultura, come pensiamo di essere credibili volendo far intendere che ci interessa la cultura altrui?

In questo mazzo di carte, ciò che appare invece lampante è l'oscena complicità del capitale, dell’affarismo che si nutre di disperazione e di illusione e di un “pensiero” parolaio che del mondo in cui vive si ostina a non capire niente, abituato com’è ad una narrazione ideologica della realtà e ad usare a tutti i costi un linguaggio “politicamente corretto”.

Diego Fusaro scrive: “… Non si tratta qui del problema dell'accoglienza dei singoli migranti, che è opera in sé umana e giusta. Si tratta, invece, del macrofenomeno dell'immigrazione che è promossa strutturalmente dal capitale e difesa sovrastrutturalmente dalle sinistre. Il capitale ha bisogno dell'immigrazione per distruggere i diritti sociali e la residua forza organizzativa dei lavoratori. Il capitale mira a renderci tutti come migranti, senza diritti, senza lingua, senza coscienza oppositiva. L'immigrazione è uno strumento della lotta di classe, è lo strumento con cui il capitale uccide diritti sociali e abbassa il costo del lavoro”.

Nella migliore delle ipotesi, dunque, si paventa una guerra tra poveri, e non oso pensare alla peggiore delle ipotesi. Non voglio alimentare inutili paure, ma questo io intravedo.

La Sindaca scrive ancora: «…la teoria è molto bella, la pratica è un’altra cosa, da sindaco ho il dovere di tutelare i miei cittadini e mettere in campo tutte le mie prerogative per garantire loro la sicurezza e la vivibilità della città».

Anche su questo Monica ha ragione.

Qualcuno di sera dovrebbe farsi un giro per certe zone di Amantea, oppure dovrebbe parlare con la gente che abita nei paragi di via Firenze, per capire che il numero degli immigrati è un problema enorme di fronte al quale non si può prescindere da un’equa distribuzione.

Anche perché parlare di accoglienza è facile, promuoverla e farla invece è tutta un’altra storia considerando le ristrettezze dei bilanci e gli enormi problemi che comporta l’amministrazione delle Comunità locali sulle quali il “Sistema malato” scarica dall’alto il precipitato di scelte disastrose.

L’amministrazione comunale di Amantea non funziona?

Ne sono convinto, ma questo non chiarisce il tema in oggetto.

Occorre opporsi alla “nostra” criminalità? Mi pare ovvio, ma questo non esclude l’obbligo di affrontare con la dovuta onestà intellettuale la questione dell’immigrazione, facile bacino predatorio di opportunisti e gente senza scrupoli, anche evocando le paure degli abitanti che rappresentano un malessere strisciante da capire.

Durante l’ultimo Consiglio comunale, tra le altre cose la Sindaca ha detto di preoccuparsi perché ha due figlie adolescenti che normalmente escono di casa. In quanto genitore, condivido questo timore e questa forma “genuina” di espressione del sentimento umano che la raffinatezza della politica “corretta” a mio parere dovrebbe imparare ad ascoltare e rispettare.

Nel precisare che sono un cristiano e come tale credo nei valori dell’accoglienza e della misericordia, che non nego passaggi in macchina a nessuno, che faccio l’elemosina spesso scambiando col beneficiario di turno qualche parola e dispensando semmai qualche confidenziale pacca sulle spalle, nel riferire che un paio di immigrati islamici sono amici miei, Allahu Akbar, con chiarezza lapidaria dico alla Sindaca che su questo punto possiamo concordare.

Amantea 23.11.2016                         Sergio Ruggiero

Pubblicato in Primo Piano

Lontano da noi che abbiamo dato atto dei successi nella lotta alla droga dei Carabinieri e sollecitato la stessa amministrazione comunale a lodare pubblicamente il forte impegno di carabinieri della stazione di Amantea, non apprezzare questa ultima brillante operazione dell’Arma. Anzi.

 

Ma non vorremmo che si formasse lo stesso stereotipo “Calabresi=’ndranghetisti” che, nato da menti poco oneste, sembra irrefrenabile, al punto che viaggia dappertutto senza alcuna giustificazione, al punto che 10, 100, mille o diecimila delinquenti calabresi portano disonore a milioni di calabresi onesti.

 

E similmente non possiamo accettare che nasca lo stereotipo “ Immigrati = spacciatori” ed ancora meno che si possa pensare che tutti gli immigrati ospiti in Amantea siano spacciatori o consumatori di droga.

 

Lo ricordiamo.

Stiamo parlando di decine e decine di immigrati che al mattino presto inforcano le biciclette e vanno ad offrire la propria fatica ed a spargere il proprio sudore nei campi e dovunque sono richiesti.

Stiamo parlando di decine e decine di immigrati che insieme con gli addetti del centro nepetino non hanno mancato di segnalare lo stato di grave disagio nel quale versavano, per la presenza, intorno a loro, di spacciatori e forse consumatori.

Il problema, per come ci viene segnalato, discende dalla stessa legge che sanziona, pontificando, al punto che spacciatori già condannati continuano a godere delle provvidenze statali come avviene per tutti gli altri profughi onesti ed alla ricerca di un futuro per se ed i propri cari.

Il problema è che se questa marea di disperati alla ricerca di un futuro migliore deve rispettare le nostre leggi , le stessi leggi dobbiamo rispettarle anche noi .

 

Per esempio accelerando da parte delle commissioni deputate l’esame delle domande di richiesta di asilo nella qualità di rifugiati.

Con i flussi di arrivo attuali i tempi di risposta sono di circa 2 anni.

Sono tempi di attesa così lunghi che scoraggiano anche chi avrebbe diritto di essere accolto.

Ed il Italia ormai è il caos, al punto che sempre più persone scappano dai centri di accoglienza.

E soprattutto occorre rendere effettivi ed immediati i rimpatri soprattutto degli spacciatori, dando attenzione a chi scappa dal dolore e dalle tragedie ma accetta e rispetta le nostre leggi e la nostra civiltà..

Pubblicato in Calabria

Scrive il segretario del PD:

Ho letto la risposta della Sindaca Monica Sabatino alle mie riflessioni sulla sua lettera al Prefetto.

Nella stessa mi si accusa di aver estrapolato «informazioni parziali», strumentalizzandole.

 

 

 

Ho seguito l’invito rivoltomi dalla Sindaca a rileggere le sue affermazioni; ed ho riletto sia la lettera al Prefetto che la risposta al sottoscritto.

Ed ho notato che l’oggetto è cambiato: perché mentre nella missiva al rappresentante territoriale del governo il problema sembrava essere rappresentato dai migranti (microcriminalità, assalti davanti ai supermercati per chiedere l’elemosina, danni all’alto valore turistico della città), nella risposta al sottoscritto il tema diventa l’azione contro un «business che ormai ha preso una piega pericolosa».

E’ chiaro che la Sindaca ha informazioni che ha ritenuto di non palesare.

Il problema però è che per dire cose a metà, non ce la si può nemmeno prendere – e ingiustamente - con chi già soffre una situazione di vita difficile.

Forse questa maggiore chiarezza la si poteva usare direttamente con il Prefetto.

Magari chiedendo un incontro senza dare in pasto al pubblico un’immagine di Amantea che – obiettivamente - non la rappresenta.

Credo di aver letto ed interpretato bene le parole della Sindaca.

Ma non so se lei ha fatto lo stesso con me.

La mia riflessione, non a caso, apriva con il rammarico per la mancata presentazione della domanda per l’accesso al Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati.

Entrare nella rete Sprar, infatti, avrebbe ovviato - e la Sindaca lo sa bene - a tutte le sue preoccupazioni.

Ma ottobre è passato invano.

Apprendo però che la lista Rosa Arcobaleno adesso «sta prendendo in considerazione la prossima finestra temporale».

Mi auguro un esito positivo della decisione (a proposito di teoria e pratica!)!

Con la mia nota avevo esternato la preoccupazione (credo legittima) che si diffondesse - nel caso qualche malizioso fraintendesse le parole della dott.ssa Sabatino - un’immagine distorta di Amantea, paese invece accogliente e solidale.

Un intervento, il mio, che ha suscitato nella Sindaca il bisogno di replicare (ed in qualche modo - e lo apprezzo - di rivedere la sua posizione).

A questo punto resto in attesa anche della replica al comunicato di “Azione Identitaria”, che la Sindaca non avrà potuto fare a meno di notare.

PS l’uguaglianza e la fratellanza non rappresentano ansie ideologiche, ancor meno stereotipi dietro cui celarsi

Enzo Giacco               Segretario PD Amantea

Pubblicato in Cronaca

Dichiarazione del sindaco Monica Sabatino in merito alla possibile nascita di nuovi centri di accoglienza destinati ai profughi, con riferimento alla nota stampa del segretario del Pd Enzo Giacco

 

 

«Ritengo di dover tornare sull’ argomento migranti per chiarire le posizioni da me assunte a chi, puntualmente, estrapola informazioni parziali e le strumentalizza.

Vorrei invitare il segretario del Partito democratico a leggere attentamente le mie affermazioni, senza farsi prendere da ansie ideologiche.

La mia protesta non è affatto contro gli immigrati, vittime di un sistema malato, ma è contro il business che ormai ha preso una piega pericolosa per la comunità che amministro.

Non voglio pensare che il Pd di Amantea voglia tutelare gli interessi di chi specula sulla disperazione di queste persone celandosi dietro ad un perbenismo di facciata e ad un banale stereotipo di uguaglianza e fratellanza».

«Non è con i post o le frasi ad effetto che si dimostra la propria apertura e la propria solidarietà, ma con i fatti e quando si è presentata l’occasione concreta di aiutare questi ragazzi non mi sono mai tirata indietro.

La città di Amantea ha sempre mostrato il volto umano della comprensione e dell’accoglienza e così sarà in futuro, ma non si può assistere inermi ad una continua proliferazione di centri d’accoglienza.

Per quanto riguarda l’accesso al sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati la stiamo prendendo in considerazione per la prossima finestra temporale, alla luce della circolare ministeriale dell’11 ottobre 2016, che avrebbe inserito la clausola di salvaguardia e che consente, ai comuni che diventano sede SPRAR, di ponderare il numero di presenze, gestendole direttamente.

La stessa non permette l’apertura di altri centri e consentirebbe la chiusura graduale di quelli già presenti».

«Caro segretario, la teoria è molto bella, la pratica è un’altra cosa, da sindaco ho il dovere di tutelare i miei cittadini e mettere in campo tutte le mie prerogative per garantire loro la sicurezza e la vivibilità della città».

http://www.immigrazione.biz/upload/circolare%20_ministero_interno_11_ottobre_2016_sprar.pdf

 

Pubblicato in Politica

Spatara (Azione Identitaria): "Ha fatto bene la sindaca di Amantea a svegliarsi"

 

"Le nostre preoccupazioni , che hanno sempre dato seguito a polemiche sterili pregnanti di uno stucchevole buonismo di facciata da parte di politici ed associazioni in generale sul fenomeno immigrazione nelle nostre città, in queste ore investono anche amministratori che fino a poco tempo fa ritenevano gli stessi immigrati una risorsa per il territorio.

Questo è il caso del sindaco della città di Amantea, in provincia di Cosenza, la quale stretta nella morsa della rabbia dei suoi cittadini dovuta ad una situazione del fenomeno ormai ingestibile nella sua comunità, scrive al Prefetto della città Bruzia chiedendo il blocco del flusso immigratorio attraverso la chiusura dei centri d'accoglienza.

 

Quando il vaso è ormai colmo anche una piccola goccia può farlo traboccare, alla sindaca Monica Sabatino potrei ironicamente dire, benvenuta sul pianeta Terra, ma al di la di banali slogan e di battute fuori luogo, la problematica va affrontata con molta serietà e con una visione più generale che dia una regolamentazione a tutto il fenomeno immigratorio.

 

Qualche giorno fa il mio movimento ha inviato un libro al sindaco di Riace, che parla e descrive, già oltre quaranta anni fa, il fenomeno immigrazione con tanto di episodi analoghi a quanto oggi stiamo vivendo ed assistendo.

 

Con la reazione della Sabatino, potremmo invitare il sindaco Domenico Lucano, non solo alla lettura del libro in questione, ma anche ad ascoltare la sua collega di Amantea, la quale è diretta testimone della vera faccia dell'accoglienza che si è radicata nelle nostre comunità e che è ben lontana da quella descritta ipocritamente da chi, da questo fenomeno ormai incontrollabile, ne trae benefici economici.

Ha fatto bene la sindaca di Amantea a svegliarsi e prendere coscienza della drammatica situazione ed è quello che noi di Azione Identitaria chiediamo agli altri sindaci ed a tutte quelle amministrazioni che impegnano addirittura importanti risorse economiche per progetti di accoglienza, tralasciando invece quelle che sono le priorità dei vari territori e dei cittadini autoctoni. L'immigrazione, cosi come è stata concepita dalle strutture politiche e burocratiche sovranazionali, porterà al disordine più totale nelle nostre città ed al contempo ad uno svuotamento del continente africano e di quegli Stati dove non vi sono assolutamente guerre come falsamente riportato da mass-media e da politici come il ministro Alfano, e questo solo per giustificare le invasioni di massa con imbarcazioni di morte e tragedie.

 

Prendendo atto delle parole della sindaca Sabatino, che esprimono disagio e manifestano la completa incompatibilità dei cittadini di Amantea con gli ospiti immigrati, chiedo al Prefetto di Cosenza di dare seguito alle richieste del primo cittadino ed in più di procedere nel più breve tempo possibile nel fare un censimento di quanti immigrati, regolari e non, siano ospiti nei centri di accoglienza della provincia cosentina, di accertarne la nazionalità, dal momento che allo sbarco quasi tutti mentono su questo, di verificare le condizioni delle stesse strutture e di come vengono gestite, limitando il piu' possibile le libere uscite degli ospiti onde evitare spiacevoli fenomeni di accattonaggio ed altro, come da tempo si verificano in altre città".

 

Lo afferma una nota di Bruno Spatara, reggente regionale di Azione Identitaria Calabria.

Pubblicato in Cronaca

Notiamo che gli Italiani che vanno all’estero non sono più italiani, mentre gli stranieri che vengono in Italia diventano subito italiani.

Da non crederci (Emigrante italiano bambino)

 

Ancora oggi la Guardia di Finanza scopre e denuncia Italiani che percepiscono l’assegno sociale mensile che va da 248 a 448 euro mensili.

In sostanza da poco meno di 9 euro a quasi 25 euro al giorno

Si tratta di un nucleo speciale del Corpo della Guardia di Finanza per la Spesa Pubblica e la Repressione delle Frodi Comunitarie.

Chi viene scoperto viene denunciato all’Autorità Giudiziaria e rischia una pena da sei mesi a tre anni.

E questo indipendentemente dal fatto che si abbia o meno reddito nel paese estero.

In sostanza lo Stato assiste non se italiano ma se abitante in Italia.

Esattamente come avviene per i profughi che vengono assistiti non perché italiani ma perché abitanti in Italia.

Solo che i profughi vengono meglio assistiti costando allo Stato più del doppio degli italiani, da 35 a 55 euro al giorno

Strana questa solidarietà a senso alternato.

 

Strana questa assistenza che scatta solo per chi abita in Italia indipendentemente dall’essere italiani o meno e si perde rimanendo italiani ma abitando fuori Italia!.

Come è cambiata questa nostra terra dai tempi in cui gli Italiani emigravano e con le loro rimesse contribuivano a costruire l’Italia ed oggi.

Un tempo i poeti (Buongiovanni – Bovio scrivevano:”o no, nun torno…mme ne resto fore e resto a faticá pe’ tuttuquante. I’, ch’aggio perzo patria, casa e onore, i só carne ‘e maciello: Só emigrante!”

Oggi invece gli Italiani all’estero “so carne da maciello, so elettori!”

Voti che cambiano le carte in tavola, ma voti vecchi, già acquisiti.

Meglio i nuovi voti quelli liberi che possono votare chi li ospita e li assiste meglio degli italiani che dormono sotto le tende ( Amatrice) o sotto i ponti o nelle auto.

No! Qualcosa è da rivedere!

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