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Cosenza – “Mi sono occupato a lungo, purtroppo, delle inefficienze e dei ritardi dell’ufficio scolastico di Cosenza negli anni passati e anche stavolta sono stato costretto ad intervenire con una interrogazione, che segue quella dei miei colleghi pentastellati al Senato, per porre un freno ad una situazione caotica e alle gravi anomalie riscontrate nella gestione di questo ambito territoriale” Così il deputato calabrese del M5S Alessandro Melicchio, membro della Commissione Cultura alla Camera, sulle polemiche sollevate da docenti e sindacati in merito alle procedure e alle decisioni dell’AT Cosenza.

 

“Ho ricevuto numerose segnalazioni da insegnanti, rappresentanti dei genitori e sigle sindacali e ho prontamente interessato il Ministero sulle allarmanti mancanze e sui ritardi nelle procedure di assegnazione provvisoria ed utilizzazione dei docenti.  Molto preoccupante, poi, è la questione degli insegnanti di sostegno.

 

Sarebbero ancora da assegnare ad istituti scolastici più di 500 cattedre comuni e di sostegno, con enormi problemi all'interno sia dell'organico di diritto sia dell'organico di fatto, tra i posti disponibili e quelli effettivamente assegnati. Ma persistono dubbi ed irregolarità oltre che sugli organici, anche sul reclutamento, sulla mobilità, sulle graduatorie e su tutto quello che riguarda la gestione amministrativa. È un anno particolare, come tutti sappiamo, a causa dell’emergenza Covid-19 – continua il parlamentare 5 stelle – e mi sarei aspettato un atteggiamento più pronto e scrupoloso per aiutare la scuola della provincia di Cosenza a ripartire e invece siamo di fronte alla solita gestione approssimativa e spesso confusionaria che ha determinato il malfunzionamento dell’ufficio scolastico cosentino.

 

C’è un evidente sbando organizzativo, ed è per questo che ho chiesto, nuovamente, di disporre una approfondita indagine ispettiva sul funzionamento dell’Ufficio Scolastico di Cosenza. Alcune pratiche anomale, per non dir altro, in uso prima non troveranno più un appoggio o una copertura governativa. È necessario – conclude Melicchio – dare un segnale al mondo della scuola della nostra provincia, che ha bisogno, quest’anno più che degli altri anni, di personale qualificato e messo in grado di concentrarsi con serenità sul difficile lavoro che li aspetta nei prossimi mesi.”

 

Alessandro Melicchio

portavoce M5S alla Camera dei Deputati

Pubblicato in Cosenza

Come noto il giudice del Lavoro di Catanzaro, Laura Orlando, ha stabilito l'illegittimità della procedura con cui un dirigente regionale fu sostituito prima della scadenza del contratto.

 

A volerlo i politici regionali.

Ora la regione deve pagare i danni al dirigente licenziato.

Perché mai si chiedono i deputati M5s Dalila Nesci e Paolo Parentela se l’errore è degli assessori regionali e del presidente Mario Oliverio.

 

Troppo comodo.

Per questo i due deputati del M5s annunciano “ un nostro esposto alla Corte dei conti perché gli oltre 600 mila euro che la Regione Calabria deve sborsare per i licenziamenti illegittimi di alcuni dirigenti siano pagati dagli assessori responsabili e dal presidente Mario Oliverio».

 

Va ricordato che la vicenda è analoga a quella, sempre recente, di un altro ex dirigente della Regione Calabria, già condannata a pagare.

Concludono Dalila Nesci e Paolo Parentela: «Si tratta dell'ennesima dimostrazione dell'incapacità di gestione del governatore Mario Oliverio, che, malgrado le tante poltrone occupate nella sua trentennale carriera politica, ora giunta al termine, ha commesso a riguardo un errore marchiano». Poi proseguono «La Corte dei conti dovrà procedere contro i responsabili dell'ennesima beffa a danno dei cittadini.

Nel frattempo Oliverio dovrà spiegare perché non ci sono più soldi nelle casse regionali: dalla “bollitura” di Calabria Verde ai misteri della Fondazione Terina, sempre a discapito dei lavoratori, sino al mancato recupero di quei milioni che alcuni imprenditori incassarono, negli anni d'oro, pur senza le assunzioni pattuite».

 

Infine i deputati concludono «La Calabria deve andare al voto al più presto. Oliverio paghi di tasca propria le nomine degli amici e non con i soldi dei calabresi.

Poi potrà dedicarsi a una lunga e religiosa meditazione, tra le montagne della Sila, sulle importanti occasioni che ha bruciato» .

Pubblicato in Calabria

Apprendo dalla stampa che la Procura della Repubblica di Catanzaro è arrivata a buon punto nelle indagini sulle gravissime irregolarità tuttora  presenti nell'ufficio stampa della giunta regionale , 

dove lavora un caporedattore che si è dimesso nel 1994 dalla  pubblica amministrazione e guadagna, si legge, seimila euro mensili, o comunque cifre che lasciano basiti.

Siamo certi che la stessa cosa stia accadendo alla Procura di Reggio Calabria,  cui oltre un anno fa abbiamo consegnato  il dossier  sui cinque giornalisti abusivi che percepiscono stipendi  d'oro senza avere mai superato  nemmeno  una selezione.
La cosa inverosimile è che  Viscomi aveva annunciato in pompa magna che entro metà dicembre 2015  avrebbe assunto delle determinazioni,  anche e soprattutto in virtù delle gravi contestazioni mosse dal Mef.

Dopo 9 mesi non c'è traccia di  quelle risposte. Come al solito.
I contribuenti continuano,  grazie alla giunta  e al Consiglio a guida Pd,  a pagare milioni di euro annui per sei persone abusive,  mentre il resto dei giornalisti calabresi,  nel silenzio di Ordine e sindacato,  vive nell'indigenza.

E tutti ricordiamo la tristissima vicenda di Alessandro Bozzo....

Pubblicato in Catanzaro

Continua ormai da settimane il Costituzione Coast to Coast del deputato Alessandro Di Battista (Movimento 5 Stelle), presso le località balneari in giro per l’Italia che con il suo “Io dico NO” cerca di diffondere e spiegare le ragioni alla base del rifiuto alla nuova costituzione voluta dall’attuale esecutivo guidato da Matteo Renzi.

 io-duco-NO-“La riforma costituzionale, non riduce affatto i costi del palazzo, apre le porte alle privatizzazioni selvagge negli enti locali, comprime la possibilità di tutelare i lavoratori, accentra il potere come nei regimi e crea un Senato di nominati funzionale a un federalismo che distrugge l'unità della Repubblica e legittima le profonde diseguaglianze tra le regioni italiane".

Queste le parole rilasciate in una nota stampa dai parlamentari calabresi del Movimento 5 Stelle, che proprio da giorno 27 agosto, stanno girando le diverse tappe in Calabria del tour "Costituzione coast to coast".

"Insieme ai vari consiglieri comunali del Movimento – si legge sul comunicato - i parlamentari calabresi 5 Stelle accompagneranno Di Battista in cinque piazze della costa ionica e tirrenica, con inizio alle ore 21. Appuntamenti il 27 agosto a Corigliano Calabro, il 28 a Le Castella di Isola Capo Rizzuto, il 29 a Soverato, il 30 a Tropea ed il 31 a Belvedere Marittimo.

 

"Abbiamo dimostrato - aggiungono i parlamentari 5 Stelle - di essere sempre presenti sul territorio e per battaglie fondamentali, anche sotto il sole dell'estate. Insieme a Di Battista spiegheremo perché la riforma costituzionale è inutile, ingannevole e rovinosa. I cittadini hanno invece bisogno di lavoro, di accesso al credito e di prestiti senza usura. Hanno bisogno del reddito di cittadinanza, di sanità, scuola, trasporti, pensioni e di onestà nell'amministrazione pubblica.

 

Il giochino di Renzi e accoliti sta finendo. Si prepara un capitolo diverso per il popolo, fatto di partecipazione alle scelte, di condivisione e, soprattutto, di decisioni per il bene di tutti, non più per gli interessi delle banche, delle logge o delle mafie di potere".

AlessandroDiBattista-CostituzioneCoastCoast

Pubblicato in Calabria

La situazione della sanità in Calabria è gravissima e sfiora il disastro.

 

Una prova, ma non l’unica, è quella della “evasione” del popolo calabrese “dalle prigioni della sanità calabrese” verso altre regioni e verso i loro diversi servizi sanitari , spesso diretti da calabresi e nei quali i calabresi sono una parte del “cuore qualitativo”.

 

Un’altra ancora più grave è la accettazione passiva da parte della categoria dei sanitari e parasanitari dei diktat che promanano da Roma e che vengono adottati e corroborati dai governatori nella consapevolezza della pessima gestione della sanità da essi diretta o permessa, e da cui sono derivati gli attuali disavanzi miliardari, e sotto la minaccia di essere commissariati.

 

A parlare soltanto il M5s il quale scrive:

«Nessuno può ignorare il finanziamento della Regione Calabria al policlinico dell'Università di Catanzaro, erogato senza un protocollo d'intesa valido e a prescindere dalla corretta determinazione dell'importo dovuto, già raccomandata dal settore economico-finanziario al precedente dg del dipartimento regionale per la tutela della salute, rimasto indifferente».

 

Lo dichiarano i parlamentari M5s Dalila Nesci, Nicola Morra, Paolo Parentela e Federica Dieni, che a riguardo, in vista del prossimo tavolo ministeriale di verifica del piano di rientro, in programma giovedì 26 novembre, hanno trasmesso una nota di ammonimento ai responsabili tecnici, ai ministri della Salute e dell'Economia, al governatore della Calabria e al suo vice, al commissario e al sub-commissario ad acta.

C'è un inquietante immobilismo, secondo i parlamentari 5 stelle, che dei «circa 30 milioni di euro già regalati dalla Regione Calabria al policlinico universitario» avevano da tempo investito il governatore Mario Oliverio, la struttura commissariale nelle persone di Massimo Scura e Andrea Urbani, i ministri vigilanti e la magistratura ordinaria e contabile.

Già a ridosso delle ultime elezioni regionali, gli stessi parlamentari rilevarono un illecito surplus di finanziamento da parte della Regione Calabria all'Università di Catanzaro.

 

Recuperare quei soldi avrebbe a loro avviso permesso di uscire dal piano di rientro. «Dal 2008 –proseguono i parlamentari 5 stelle – l'Università di Catanzaro riceve soldi pubblici sulla base di un'intesa scaduta e al di là delle prestazioni erogate.

La scusa ufficiale dell'ateneo è che la Regione possa accordare una percentuale aggiuntiva, la quale nello specifico supera in abbondanza quella consentita dalla legge.

In sintesi, l'Università sta prendendo molti più soldi del dovuto e senza un atto giuridico che ne legittimi l'erogazione.

Il fatto è gravissimo, specie perché tocca da vicino i conti e le casse della Regione, già in condizioni pietose.

 

È incredibile che con il piano di rientro si ammettano simili regalie, senza ritorno per i cittadini». «Se – concludono i parlamentari M5s – proseguiranno il silenzio e la complicità nelle sale di comando di Roma e Catanzaro, denunceremo tutti, a uno a uno; a partire dai burocrati dei ministeri, che stanno recitando a soggetto, senza pensare alle loro responsabilità dirigenziali».

E’ ora. Ma sul serio!

Pubblicato in Calabria

Dopo l'interdittiva prefettizia antimafia a Tecnis, che in Calabria dovrà costruire gli ospedali nuovi della Piana di Gioia Tauro e della Sibaritide, i parlamentari M5s Dalila Nesci, Nicola Morra, Paolo Parentela, Federica Dieni, Francesco D'Uva e Riccardo Nuti hanno chiesto un incontro urgente al governatore della Calabria, Mario Oliverio, interessando anche il vicepresidente della Regione, Antonio Viscomi.

 

Hanno scritto i parlamentari M5s a Oliverio «In via ufficiale Le chiedemmo, purtroppo senza riscontro, una più attenta disamina in merito alla realizzazione dell'ospedale della Piana di Gioia Tauro.

Ella non ha dato alcun seguito, rifiutando tacitamente la nostra collaborazione, formalizzata nello scorso marzo, circa la vigilanza sulla costruzione di tutti i nuovi ospedali calabresi ».

«Ella – hanno aggiunto i parlamentari M5s a Oliverio – non rispose anche a precise domande, rivoltele in commissione parlamentare Antimafia nell'audizione del 22 giugno scorso.

 

Disse di non sapere che la moglie dell'allora direttore generale del dipartimento regionale per i lavori pubblici stava in Tecnis.

In quella sede tacque, poi, sulla nomina illegittima di Santo Gioffrè a commissario dell'Asp di Reggio Calabria, deliberata proprio dalla sua (prima) giunta regionale.

Inoltre, ristette alla domanda su chi, tra i suoi pochi assessori del tempo, le avesse proposto il nome dello stesso Gioffrè.

Riferì, quindi, di sapere che il Gioffrè fu assessore della Provincia di Reggio Calabria, ma non che in tale veste votò la delibera di anomala intestazione dei terreni su cui costruire l'ospedale della Piana» «Allaluce della prefata interdittiva nei confronti di Tecnis – hanno concluso nella loro lettera a Oliverio i parlamentari M5s – Le chiediamo con urgenza un incontro presso la Presidenza della Regione Calabria, per affrontare la questione, di massima delicatezza, sulle necessarie garanzie di legalità e pulizia in merito agli appalti »calabresi in mano all'azienda catanese .

Accetterà la proposta il governatore Oliverio o farà ancora una volta orecchie da mercante?

Pubblicato in Calabria

Incredibile. Il Job acts ora si applica anche in politica.

 

L’articolo 18 della legge 300 garantiva un po’ tutto. Forse anch i politici. Oggi invece i soci possono licenziare i dirigenti.

 

Anche quelli del M5S.

È quanto sta succedendo al senatore Francesco Molinari ed al deputato Sebastiano Barbanti di cui il meet up di Cosenza chiede ufficialmente le dimissioni.

I due scontano anche il brutto clima che si respira tra gli eletti della Calabria. Dalila Nesci e Nicola Morra sono da tempo in rotta di collisione con il duo Barbanti/Molinari. Al punto che per la campagna elettorale di Reggio Calabria si dovettero organizzare appuntamenti elettorali distinti.

A dare notizia della richiesta è lo stesso Molinari che, però, non incassa in silenzio anzi punta l'indice sulla «malsana attenzione da parte del senatore Morra e dei suoi fanatici sostenitori, che alimentano maldicenze sul mio conto come su quello di Barbanti».

In sostanza la sfiducia sarebbe stata votata la scorsa notte ma «senza coinvolgere i diretti interessati né gli altri portavoce del territorio: un mirabile esempio di giustizia sommaria» prosegue Molinari. 

«Una votazione di sole 27 persone, un vero e proprio blitz consumatosi nella notte»dice il deputato Sebastiano Barbanti contestando la decisione del meetup di Cosenza per poi aggiungere che «le motivazioni, in realtà, non sono state nemmeno spiegate pare che il mio peccato originale sia stato chiedere chi ci sia dietro lo staff. Ma stiamo scherzando? Credo questa sia un’offesa e se davvero sono queste le motivazioni stiamo scadendo nel ridicolo. E poi c'è un’altra cosa da mettere in chiaro: i meet-up sono legittimati o meno? Perché anche questo è da capire. Se sono legittimati solo quando conviene, allora abbiamo un problema. L'ennesimo.  A questo punto vorrei sentire tutto il M5S Calabria - incalza - perché se è vero che in 27 ci hanno sfiduciato, sono certo che sono molti, molti di più quelli che ci appoggiano e sono disposti a fare manovre contrarie. Oltretutto, il documento di sfiducia è stato reso pubblico 12 ore prima della votazione, un vero e proprio blitz. Un documento redatto dal nipote del senatore Morra e dalla sua fidanzata. Non voglio pensare ci sia di mezzo lui, ma certo questa cosa non gli fa onore. Siamo alla faida, alla guerre tra bande, e io francamente mi tiro fuori»

"Io spero che non facciano sciocchezze - allarga le braccia sconsolato il senatore Francesco Molinari - ma non mi meraviglierei affatto se a breve ci troviamo un post sul blog con il loro allontanamento d'imperio".

"Chi dice che l'onda è passata e da adesso si procederà con più calma nella tolleranza del dissenso interno sbaglia ci aspettano settimane difficili, sono segnali precisi in vista della partita sul presidente della Repubblica".

Sia Molinari sia Barbanti non sono mai stati teneri con la linea scelta da Grillo e da Casaleggio. "Non c'è alcun criterio in quello che sta succedendo. Mi perdoni l'espressione, dopotutto sono un grillino, ma abbiamo mandato completamente affanculo lo stato di diritto, che è il baluardo a tutela di tutti, in primis dei più deboli, il corpus di regole fondamentali da non violare. Le nostre innanzitutto. Qui invece è saltata qualunque tipo di regola".

Sulla rete si ironizzava: "Espulsione in 3, 2, 1...".

Diversa concezione del Movimento, rapporto e gestione dei meetup locali, diverso approccio sulle politiche regionali. Un mix esplosivo che ha generato un'incomunicabilità che oggi i due si trovano a scontare.

Molinari non ci sta: "Il gruppo M5s di Cosenza è in mano a chi fa della delazione un mestiere e del millantare lavoro inesistente un'opera di distrazione di massa. C'è una visione politico-familisitica da parte del collega Nicola Morra per la ridicola richiesta di sfiducia da parte di ascari, solo per aver osato fare una critica politica. Nessuno conti sulla mia inerzia nel tollerare e nello stare zitto di fronte a ciò". L'ex capogruppo glissa: "Non penso e non credo che meriti commentare le posizioni del collega" dice assicurando che in assoluta autonomia i ragazzi di Cosenza hanno evidentemente deciso che era arrivato il tempo di procedere in quel modo". All'assemblea congiunta di domani per il momento non è prevista la discussione su ulteriori espulsioni. Ma gli occhi sono piuttosto puntati sul blog di Grillo

Pubblicato in Calabria
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