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Abbiamo assistito ieri al duro confronto ( preelettorale) tra Dalila Nesci ed Enza Bruno Bossio sul grave problema degli LSU ed LPU.

Un duro confronto che in realtà avrebbe dovuto vedere esposti la Ministra Madia ( guarda caso candidata in Calabria)

il cui ministero emana una nota di cui ad oggi non si riesce a trovare traccia ufficiale ( alla faccia della trasparenza e della democrazia) ed il presidente Oliverio.

Un duro confronto che alla fine potrebbe trovare i più o meno incolpevoli responsabili nei sindaci che hanno ubbidito all’invito del presidente Oliverio , il quale a fine 2017 invitava i sindaci ad un «gesto di buon senso» spingendo i sindaci calabresi a «procedere subito con le delibere di proroga dei contratti» degli ex lsu-lpu.

Cosa che molti sindaci hanno fatto

Pochi sono stati quelli che hanno dubitato ed hanno sollecitato il pronunciamento del ministero che è intervenuto con la famosa introvabile circolare .

In attesa di leggere la circolare ecco un altro intervento tratto da IlCorrieredellaCalabria nel cui articolo di Sergio Pelaia troviamo questi passi:

“Il documento inviato da Roma ricorda dunque che (come dispone l’articolo 4, comma 8, del d.l. 101/2013) per arrivare alla stabilizzazione dei lavoratori ex lsu-lpu «le Regioni predispongono un elenco regionale dei suddetti lavoratori secondo criteri che contemperano l’anzianità anagrafica, l’anzianità di servizio e i carichi familiari».

Gli enti locali «che hanno vuoti in organico», dunque, «nel rispetto del loro fabbisogno e nell’ambito dei vincoli finanziari di cui al comma 6» dello stesso decreto procedono «all’assunzione a tempo indeterminato, anche con contratti di lavoro a tempo parziale, dei soggetti collocati nell’elenco regionale indirizzando una specifica richiesta alla Regione».

Il dipartimento Funzione pubblica specifica dunque che se gli enti non procedono alla stabilizzazione, e ciò vale già da gennaio 2018 in caso di mancata proroga, «i lavoratori interessati, alla scadenza del contratto di lavoro a tempo determinato, rientrano nel bacino» dei lavoratori ex lsu-lpu.

In questo caso, insomma, si tornerebbe punto e a capo”.

Era come appariva logico.

I comuni possono stabilizzare SOLO in presenza di vuoti in organico.

Cioè si creerebbe un canale speciale per LSU ed LPU senza necessità di ricorrere ad altre modalità di individuazione del personale.

La domanda da porsi ora è questa. Se un comune ha adottato la delibera di stabilizzazione su suggerimento di Oliverio di chi sarà la responsabilità?

Il seguente passaggio del richiamato articolo sembrerebbe poter ascrivere direttamente al presidente Oliverio questa responsabiltà:

“Benché implicitamente, dunque, si parla di un percorso di stabilizzazione che giustificherebbe la proroga, ma il fatto è che molti Comuni hanno rinnovato i contratti per il 2018 senza poter dare per certa una successiva stabilizzazione.

Una formula usata in molte delibere comunali e che, evidentemente, contrasta proprio con quanto disposto dalla legge Madia.

Anche perché è molto difficile che piccoli Comuni che hanno in servizio decine di ex lsu-lpu possano poi inserirli tutti nelle loro piante organiche.

«Sotto quest’aspetto, tuttavia, le conferme e le rassicurazioni – specifica infatti la circolare – possono essere date dalla competente Regione Calabria».

E ancora: «In riferimento alle presunte responsabilità derivanti dalla proroga dei contratti – specifica in maniera eloquente il dipartimento – si rinvia alla ricostruzione di cui sopra».

Un riferimento, questo, che non dovrebbe far dormire sonni tranquilli ai sindaci che hanno prorogato nell’incertezza della possibilità di stabilizzare”.

Mah!

Pubblicato in Politica

Ovviamente non parlo dei dipendenti che l’inferno già lo stanno passando in terra.

Parlo di quei politici che mentono sulla reale possibilità di stabilizzarli all’interno dei comuni che non hanno né i posti disponibili nella dotazione organica, né i mezzi finanziari per poterlo fare.

L’unico che si è posto questo problema su sollecitazione degli amministratori locali è stato il presidente del consiglio regionale delle Autonomie locali, Salvatore Lamirata, il quale in riferimento al “decreto Madia” e alle procedure esplicative contenute in una circolare ministeriale del 23 novembre scorso, ha posto la seguente domanda: «Un ente utilizzatore che abbia evidente consapevolezza di non poter stabilizzare il numero dei lavoratori ex lsu-lpu utilizzati dal proprio ente, può concedere la proroga al 31 dicembre 2018 del contratto a tempo determinato?».

E non basta.

Lamirata ha posto un altro problema quale è quello del possibile danno erariale paventato per la violazione del limite massimo consentito dei 36 mesi al rapporto di lavoro a tempo determinato: «Nell’ipotesi che la concessione della proroga finalizzata alla stabilizzazione venga concessa in riferimento alle norme previste dal Decreto Madia e della Legge di Stabilità 2018, se l’ente utilizzatore non riesce a stabilizzare il lavoratore che riceve la proroga superando i 36 mesi di rapporto di lavoro determinato, incorre nella procedura risarcitoria?»

Altri quesiti riguardano poi lo status giuridico che avrebbero i lavoratori nel caso di enti utilizzatori che non possono adottare l’atto di proroga e la copertura finanziaria in caso di prolungamento del contratto.
Correttamente Lamirata specifica che «Il chiarimento è urgente e necessario per dirimere ogni controversia e per consentire agli enti utilizzatori di agire in un rapporto di chiarezza con i lavoratori e nel rispetto delle leggi sull’ordinamento dello Stato e sull’adozione di atti pubblici».

Ora sembra che il ministero della Funzione pubblica abbia inviato alla regione un atto che potrebbe dare risposte ai dubbi dei sindaci, ma la Regione non ne ha ancora reso noti i contenuti.

Perché?

E il futuro dei lavoratori è sempre più precario.

Pubblicato in Primo Piano

Toh, s’è svegliato l’ordine dei giornalisti !

Sembrava impossibile , eppure è successo! E pensare che tutto è nato «In relazione alla "manifesta zione d'interesse per la formazione di un elenco per il conferimento di incarichi di componente dell'ufficio stampa della giunta regionale a personale esterno, tra cui un cinefotoreporter", pubblicata in data 3 dicembre 2015 sul sito della Regione Calabria».

 

Ed oggi l’ordine dei giornalisti calabresi grida che “Servono i concorsi”!

Oddio, forse la parola grida” non è quella corretta!

Ma, tiè, almeno scrive! E dice: «Crediamo che la Regione Calabria debba seguire la strada maestra di un bando pubblico, aperto a tutti i giornalisti, che indichi il numero dei giornalisti necessari per il completamento dell'organico e fissi precisi criteri di attribuzione dei punteggi in riferimento alle esperienze maturate e ai titoli di studio di cui si dispone.

 

Sia poi una commissione, allo scopo nominata e di cui facciano parte dirigenti regionali ed esperti del settore, a valutare detti titoli ed a fissare una graduatoria dalla quale attingere per l'assunzione definitiva dei colleghi che risulteranno vincitori.

Non è pensabile, né appare corretto anche per le persone che nel passato hanno svolto, a termine, la funzione di componenti dell'ufficio stampa, che la Regione continui sulla strada del precariato e delle selezioni improvvisate e comunque sempre riconducibili alle scelte personali del presidente di turno.

I giornalisti dell'Ufficio stampa devono infatti rappresentare un supporto professionale importante per l'attività dell'ente; un supporto che prescinda da maggioranze politiche e persone che le guidano e che abbia, nel tempo una sua precisa stabilità.

L'esempio viene dall'attuale capo dell'Ufficio stampa, Oldani Mesoraca, il quale, da lungo tempo in organico, svolge al meglio il proprio lavoro quale che sia la maggioranza che governa la Regione o il presidente che la rappresenti.

D'altronde il presidente Oliverio, in campagna elettorale, ha sempre parlato di meritocrazia e di trasparenza come punti di riferimento ineludibili della sua amministrazione e siamo certi che non vorrà venire meno all'impegno assunto.

La Regione e il suo presidente hanno bisogno di giornalisti bravi, selezionati con precisi criteri meritocratici, professionalmente preparati».

Si impone la domanda : “ Perché quelli che ci sono , come sono?”

Interviene sulla vicenda solo M5s e di questi il senatore Morra con questa nota:

“ L'Ordine ed il Sindacato dei giornalisti hanno chiesto il bando di un concorso per la sistemazione dell'ufficio stampa della Giunta regionale calabrese. 

Evviva!, verrebbe da dire, se non che questi due soggetti, che ricordano assai le corporazioni del passato, hanno dimenticato diverse cosine..... 
La prima riguarda l'attuale capo ufficio stampa della Giunta regionale che è abusivo, poiché dimessosi dalla Pubblica Amministrazione nel lontano 1995, ritrovandosi ancor oggi nella stessa solo grazie a "compiacenze politiche" giuridicamente prive di ogni fondamento. 
Non hanno letto queste considerazioni Parisi e Soluri nella relazione del Mef cui si richiamano per tanti altri motivi, dimostrando una lettura della stessa relazione parziale, se non strumentale? 
L'altra grave omissione riguarda i cinque abusivi del consiglio regionale, inquadrati a tempo indeterminato senza aver mai partecipato nemmeno ad un concorso!

Verrebbe da aggiungere, "more solito"! 
Su questo, Soluri e Parisi tacciono, mentre da mesi il ministro Madia ha chiesto provvedimenti al Governatore ed al Presidente del Consiglio.

Tuttavia all'arroganza del potere non c'è più limite, per cui la Giunta finisce tranquillamente sulla stampa nazionale come oggetto di ludibrio.

Cosa vuoi di più dalla vita, Mario Oliverio? “

Si impone la domanda “ dov’è la giustizia in Italia e chi deve farla applicare?”

Pubblicato in Calabria

Il portavoce al Senato del MoVimento 5 Stelle Nicola Morra.   crede nella Giustizia e la invoca.

Al punto che senatore Morra dichiara:

«È grave che a distanza di sei settimane dalla risposta inviatami dal Ministro Madia sull'irregolarità degli uffici stampa del Consiglio e della Giunta regionale non sia stato adottato alcun provvedimento da parte dei due organismi».

Vorremmo chiedergli se a distanza di 5 settimane non sarebbe stato egualmente grave.

Poi prosegue: «È grave soprattutto in considerazione del fatto che il Ministro ha trasmesso gli atti alla Procura regionale presso la Corte dei conti e che sulla vicenda,  per impulso degli ispettori del Mef , indagano le procure di Reggio Calabria e Catanzaro, cui (insieme alla collega Nesci) inviammo lo scorso anno un esposto.  

Oliverio ed il "giovane" Irto continuano a far finta di niente,  nonostante il Ministro della Funzione Pubblica abbia chiaramente invitato le due istituzioni ad agire per ripristinare la legalità»  

Infine Morra sognando la Giustizia richiama la Costituzione e chiede una soluzione: «È assurdo che sei persone, in barba alla Costituzione ed alle leggi dello Stato, siano state assunte senza alcuna procedura concorsuale e costino ogni anno oltre un milione di euro alla collettività.  

Tutto questo accade in una regione in cui la gran parte dei giornalisti guadagna qualche centesimo di euro ad articolo e non è in alcun modo tutelata, come la cronaca si impegna a ricordarci con frequenza.  

Invitiamo per l'ultima volta Oliverio ed Irto a fare il proprio dovere, ribadendo lo stesso invito ai due segretari generali di Giunta e Consiglio,  tutti solidarmente responsabili (sul piano penale e contabile) di queste ripetute omissioni pur in presenza di un pronunciamento da parte del Ministro competente»

Senatore Morra perché i mercenari al soldo del sovrano costano così tanto?

E quale legge può far pagare il sovrano e garantire Giustizia?

Ed è una illusione invocare la Costituzione?

Pubblicato in Catanzaro
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