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Erano in tanti stamattina ad esprimere il proprio dissenso contro la chiusura del porto.

C’era persino il TG3 che non si vede da tanto tempo nella cittadina tirrenica amanteana

C’era tutta la minoranza consiliare a cominciare da Bruno Miriam, Sante Mazzei, Francesca Menichino, Sergio Ruggiero , Concetta Veltri ( in ordine alfabetico).

Ma c’era anche parte della maggioranza a cominciare dal sindaco Monica Sabatino, ed a seguire l’assessore al porto Gianluca Cannata, gli assessori Emma Pati ed Antonio Rubino, i consiglieri Ciccia Caterina e Giusi Osso.

Tante le Forze dell’ordine. Erano presenti i Carabinieri con a capo il maresciallo Marco Tommasi e la Guardia costiera con a capo il C° 1^ Cl. Np/Ms DE CARIA Fausto. Assenti, invece, i Vigili Urbani.

Folta la rappresentanza dei diportisti.

“Ho comprato la barca e adesso non la posso usare. E non so nemmeno dove metterla” dice uno di loro. Ed un altro fa seguito “ Ho finito le ferie senza poter andare a mare. Chiederò i danni”. Insomma ognuno si pone dalla parte della propria ragione

Presenti tutti i lavoratori della cooperativa che operano nel porto. “Noi non c’entriamo in questa vicenda, ma ne pagheremo le conseguenze. Vi sembra giusto?”

Presenti anche i marinai che senza il porto sarebbero anche loro senza lavoro” I porti vicini non possono ospitarci. Non hanno certo lasciato posti vuoti in attesa che chiudessero il porto di Amantea! Se non possiamo pescare ora come camperanno le nostre famiglie?” .

Insomma anche loro, come i lavoratori nel porto, pagheranno i costi di errori che a loro ed alle loro famiglie non appartengono.

Vorrebbero poter continuare a lavorare anche con un permesso speciale. Diversamente chiedono un aiuto di Stato che li aiuti a sopravvivere .

Due le cose che saltano agli occhi .

La prima è il manifesto mortuario che annuncia la morte per eutanasia del porto. Manca soltanto la frase tipica “ Nel fiore della sua giovinezza….è morto ,,,il porto di Amantea”.

La seconda è la drammaticità dello striscione esposto dai marinai. Uno striscione che espone il loro dramma nella frase : “ Il porto. Il nostro lavoro, la nostra dignità”

Dignitosa anche il commento del sindaco di Amantea Monica Sabatino quando intervistata dal TG3 evidenzia che il problema del pagamento della concessione demaniale può facilmente trovare una soluzione, ma nel mentre segnala il vero ed antico problema del collaudo del porto stesso.

Insomma il mancato collaudo del porto è un problema datato e che risale( almeno) alla sua riapertura da parte della Commissione straordinaria successivamente alla chiusura intervenuta con la operazione Nepetia.

Insomma una sottovalutazione dopo l’altra.

Ora si attende il miracolo quale sarebbe quello di un Tribunale della Libertà che sospendesse gli effetti del sequestro.

Un vero e proprio miracolo visto che nel poto mancano perfino le minime condizioni di sicurezza.

Ora non resta che attendere che domani si pronunci il TdL…

Pubblicato in Primo Piano

il portoNon ci stanno i pescatori, i diportisti ed i lavoratori del porto.

Non comprendono e non ci stanno.

Ed allora qualcosa la devono fare.

E cominceranno da martedì 15 luglio.

Ne hanno avuto comunicazioni stamattina il sindaco del comune di Amantea , il comando Stazione carabinieri di Amantea , la Tenenza della Guardia di Finanza di Amantea , il Comando dei Vigili Urbani di Amantea, la capitaneria di porto di Amantea.

Martedì 15 luglio con inizio alle ore 9,30 presso il porto di Amantea si terrà una manifestazione pacifica da parte dei pescatori, dei diportisti e dei lavoratori del porto.

Si tratta di una manifestazione che intende sollecitare la attenzione degli enti interessati alla vicenda relativa alla chiusura del porto ed all’obbligo di rimuovere le 300 imbarcazioni al momento allocate nel porto di Amantea.

Un compito questo difficilissimo , in particolare per i pescatori che dovrebbero andare a trovare un posto a Vibo od a Cetraro, visto che san lucido sembra difficoltato ad accettare pescherecci amanteani .

E poi per le imbarcazioni di tanti amanteani e di altri turisti. Per Amantea sarebbe una botta micidiale la perdita di oltre un centinaio di ospiti legati al turismo nautico.

E che dire del personale che opera nel porto. Quando lo stesso venisse sottratto al comune di Amantea questo personale perderebbe il posto.

Pubblicato in Primo Piano

Se non è l’effetto dell’intervento della procura della repubblica ditemi voi cos’è

Parliamo del fatto che la determina dell’ingegnere Pileggi n 295 del 27 giugno 2014 è stata registrata il 2 luglio 2014, cioè pochissimi giorni dopo previo impegno di spesa sul capitolo80035/18, intervento 1110504 tratti sulla competenza del bilancio 2014

Eravamo abituati dalla precedente determina n 359 del 18.08.2013 era stata registrata soltanto il 31 dicembre 2013, cioè 4 mesi e 13 giorni dopo, sempre sul capitolo 80035 ma senza indicazione dell’appartenenza alla competenza od ai residui

Eppure parliamo dell’identico impegno di spesa di 22.603,00 euro per oneri ed indennità. Tassa demaniale euro 19.654,59 e contributo regionale euro 2.948,19, l’uno relativo al 2012(?) e quest’ultimo relativo al 2014.

Ma può anche darsi che esista una determina per il pagamento del canone per l’anno 2013.

Certo resta la stranezza di capire come sia possibile questa dicotomica valutazione del canone demaniale , dal comune calcolato come ricognitivo in circa 20 mila euro mentre nel verbale di sequestro si ragiona in termini di centinaia di migliaia di euro annui.

Stasera comunque in consiglio avremo dati maggiori e più completi.

Non sembri poca cosa la delibera di pagamento anticipato del canone demaniale.

Anzi ci sembra funzionale alla possibilità non remota che fermo restando il sequestro dell’opera per le carenze tecniche ed amministrative si possa giungere ad una fruizione dello stesso per qualche tempo in più.

Il comune opportunamente ha fatto ricorso al Tribunale della Libertà che si pronuncerà a breve e che potrebbe anche orientarsi all’accoglimento della richiesta.

Quale novazione infatti può aver costituito l’elemento induttivo del sequestro? Si tratta certamente di una situazione antica che ben poteva far giungere al sequestro in tempi ben più opportuni.

Dove potrebbero essere allocate in questi pochissimi giorni teoricamente concessi le imbarcazioni oggi presenti nel porto di Amantea?

Non solo ma chi avrebbe dovuto comunicare agli interessati l’obbligo di allontanare le imbarcazioni? E’ questa una notizia alla quale appare difficile rispondere attesa la mancata visione degli atti di sequestro che stando alle dichiarazioni della consigliere Menichino risulterebbero perfino secretati.

E dove potrebbero andare i marinai le cui imbarcazioni sono oggi nel porto di Amantea quando perfino il vicino porto di San Lucido risulta essere parzialmente insabbiato?

Non solo ma sembrano stemperate le ragioni del sequestro, da un lato con la manifestata volontà di pagare i canoni annuali e dall’altro con il verbale della commissione di collaudo del porto del 30 giugno ( presenti Genio Civile OOMM, Capitaneria e Demanio) nel quale si legge la incontestata affermazione che il PAI non si applicherebbe al porto di Amantea perché la approvazione del PAI stesso sarebbe successivo alla approvazione del progetto del porto.

Insomma sarebbero buone le speranze di conservare fino alla fine della stagione estiva l’uso del porto medesimo rinviando la esecuzione del sequestro e la inibizione dell’uso del porto a settembre pv.

Né escludiamo in via di principio che stasera il consiglio approvi una mozione d’ordine per dichiarare a chiunque, ed alla unanimità, il desiderio di conservare la fruibilità del porto fino al mese di settembre evitando danni di immagine della città, perdita di lavoro, problemi ai pescatori ed ai diportisti

Scrive Francesco Saverio Falsetti (Resp.le C.E.A.M. WWF “Scogli di Isca”) e noi pubblichiamo:

“La missione del WWF è quella di contrastare la devastazione dell'ambiente naturale del pianeta e di contribuire alla costruzione di un futuro in cui l'uomo possa vivere in armonia con la natura. A questo scopo il WWF si batte focalizzato su sei temi prioritari di interesse globale: l'acqua, le specie in pericolo, i pericoli legati agli agenti chimici tossici, il cambiamento climatico, le foreste, gli oceani e le coste.

Nella tutela di quest’ultime si inquadra il porto di Amantea vista la scelta infelice del sito per almeno tre motivi:  

a.         il porto di Amantea è costruito in mare aperto, pertanto a rischio insabbiamento;

b.         la costruzione del porto ci ha portato via le ultime dune che storicamente hanno           caratterizzato i nostri arenili e che rappresentavano un pregio ambientale;

c.         l’inevitabile erosione costiera a sud della struttura.

Il “Grazie Filippo” usato la volta scorsa voleva solo sottolineare il senso di gratitudine che mi è venuto spontaneo per riconoscere la valenza del tuo dire ed è stato usato per dare una impronta amicale e di condivisione ad un problema serio che si chiama porto di Amantea. Non certo perché ritengo il WWF depositario di qualunque verità, sono consapevole di essere solo un cittadino facente parte un’Associazione che, pur se con nobili fini, può solo sensibilizzare ma difficilmente risolvere così grandi problematiche.                                      

Mi scuso con te per il fatto di ignorare i tuoi scritti sulle tematiche territoriali e sul porto, della quale qualora fosse possibile, ti chiedo di farne dono di una copia al WWF al fine di inserirli nella piccola biblioteca allestita presso il C.E.A.M. WWF “Scogli di isca” di Belmonte.    

Sono da sempre un fautore del “meglio tardi che mai” ma sono altrettanto convinto che una denuncia per disastro ambientale presunto all’epoca, magari a firma delle Associazioni e dei Partiti politici che allora avevano un peso considerevole sarebbe stata più incisiva di una denuncia per disastro ambientale oggi. Visto che nè le nostre denuncie nè i tuoi lavori sono riusciti a far desistere i nostri rappresentanti politici dal realizzare il porto di Amantea in tutta la sua “bruttura”.                                                                                                                  

Nel sottolineare che nel mio vivere quotidiano esistono i termini rispetto ed apprezzamento ma non insulto e visto che apprezzi il paesaggio mi piacerebbe averti all’Escursione nel Fiume Veri di Belmonte Calabro che il WWF insieme ad altre associazioni del territorio organizza domenica 21 luglio prossimo, potrebbe essere una maniera per conoscerci. L’occasione è gradita per inviare cordiali ed amichevoli saluti.

(Pace fatta) Francesco Saverio Falsetti (Resp.le C.E.A.M. WWF “Scogli di Isca”)

Amantea, aveva ragione Orofino: Cappelli alla fine si è dimesso davvero

Si. Aveva ragione Paolo Orofino che ha anticipato la notizia a ben prima del giorno delle reali dimissioni.

Si legge su Miocomune che “Alla base dei dissidi, fra l'altro, il prolungamento in servizio di due impiegati vicini alla pensione”

Non solo, ma l’articolo continua sostenendo che “ Nella lettera si fa riferimento anche all'ultima discussione dai toni tutt'altro che pacati avuti con l’assessore Sante Mazzei. Si riferisce di un violento attacco verbale, con pesanti ingiurie pronunciate alla presenza del sindaco e dei dipendenti comunali. Un riferimento anche alla frase lanciata dall'assessore Mazzei: “O lui o me”.

Ed infine sempre Miocomune aggiunge che “Cappelli rivendica la paternità politica del project-financing sul porto. «Ritenevo – scrive Cappelli al sindaco Tonnara - dopo tanti anni di disinteressato impegno, di meritare ben altra considerazione da parte tua. In questo clima avvelenato dalla presenza di persone che vogliono solo distruggere e non costruire, non c’è più posto per me».

Proprio questa ultima riflessione offre l’occasione per ritenere che la questione delle dimissioni essendo sottesa da un clima di “distruttori e non di costruttori” potrebbe anche risolversi in positivo nella misura in cui il Sindaco Tonnara, paziente rifinitore di questioni “umane” riuscirà una volta ancora a ritrovare per la sua Giunta la serenità che si è avuta finora.

In sostanza un chiarimento ed una stretta di mano appaiono possibili e, per taluni versi, doverosi se come dice Cappelli questa giunta intende costruire.

Porsi sul crinale della distruzione non serve alla città!

Riceviamo e pubblichiamo la nota del M5S di Amantea sulla vicenda del Porto e della SS18 e con la quale si chiede a Sindaco, Prefetto e Giunta regionale di fare luce sulle responsabilità connesse alle vicende ambientali relative. Si tratta della prima presa di posizione politica di una forte valenza che potrebbe dare corso a sviluppi imprevedibili di responsabilità ed irresponsabilità. Staremo a vedere. Ecco la nota integrale:

 Spett.le Presidente e Giunta                          Regione Calabria

 Spett.le Sindaco e Giunta                              Comune Amantea

 Spett.le                                                          Prefetto di Cosenza

 La nuova, ennesima e recente vicenda che ha fortemente interessato il tratto della statale 18 nei pressi della località “ La Principessa “ nel Comune di Amantea, ovvero l’aggravarsi del fenomeno erosivo costiero in prossimità del cd. Porticciolo turistico realizzato nella medesima area, ci induce, quali attivisti del movimento 5 stelle Amantea, a sottoporre alle autorità competenti e vigilanti sia alcune considerazioni di ordine e natura amministrativa relative alla situazione dei luoghi e facenti ormai parte del comune sentire dell’opinione pubblica e dei cittadini del comprensorio, sia delle urgenti ed improcrastinabili proposte di intervento per la valutazione e risoluzione del fenomeno.

Com’è noto, da circa un mese ormai, il tratto della statale 18 risulta parzialmente ma fortemente eroso dalle mareggiate che hanno colpito la costa, con l’evidente risultato della effettiva impraticabilità di tale arteria, se non attraverso l’ausilio delle forze dell’ordine e dei soliti interventi tampone dell’Ente proprietario che ne garantiscono a fasi alterne la circolazione su gomma in entrambe le direzioni nord – sud, con conseguente limitazione dei diritti dell’utenza.

Inutile ribadire in tale sede l’importanza di tale via di comunicazione, essendo pacifico che la stessa, in assenza di altre strade periferiche ed alternative (anch’esse interdette alla circolazione per impraticabilità dovute a crolli e mancata manutenzione e quindi ormai in disuso, v. ponte del Savuto), costituisce l’unica via di comunicazione stradale fra le aree tirreniche del cosentino e del catanzarese, nonché l’unica strada capace di collegare una amplissima area territoriale interprovinciale con la grande area urbana del lametino e l’aeroporto internazionale di Lamezia Terme.

Ciò premesso, riteniamo di dover denunciare la totale inerzia degli organi competenti che nel corso degli anni non solo hanno ampiamente sottovalutato il pericolo derivante dal possibile ripetersi di eventi naturali, già verificatesi in precedenza e come tali facilmente prevedibili, ma ancor più gravemente omesso di indagare sulle cause/concause che hanno contribuito ad alimentare il fenomeno erosivo e conseguentemente porvi rimedio, nell’esercizio del loro potere decisionale ed in osservanza del dovere pubblico di garantire diritti fondamentali dei cittadini, garantiti costituzionalmente.

Nella specie riteniamo che la costruzione del cd. Porticciolo turistico nel Comune di Amantea, realizzato con fondi regionali e di proprietà dello stesso Ente, ma gestito dal Comune di Amantea, abbia fortemente contribuito, se non quale causa principale ed unica sicuramente in modo prevalente, alla escalation di danni registrata nell’ultimo periodo sulla statale 18.

Tale conclusione, peraltro sancita in un provvedimento giudiziale emesso dal Tribunale di Paola in sede civile su ricorso per accertamento tecnico preventivo instaurato da un imprenditore del luogo, non ha tuttavia indotto gli Enti summenzionati alla adozione di qualsivoglia provvedimento riparativo, né alla verifica amministrativa e tecnica in sede di autotutela.

Sorvolando sulle modalità amministrative e tecniche che hanno portato al collaudo dell’opera (non risulta infatti che la stessa sia stata effettivamente e formalmente collaudata) sulle quali pende una ulteriore valutazione e verifica di natura giudiziaria, atteso l’interessamento della Procura della Repubblica di Paola, preme per i cittadini e per noi attivisti del movimento 5 stelle Amantea giungere ad un accertamento immediato sia sulla corretta realizzazione dell’opera (la cui esecuzione risulta ampiamente difforme dal progetto originario), sia sulla incidenza della stessa sull’ambiente circostante e quindi sulla verifica definitiva su possibili interazioni sul fenomeno erosivo descritto.

Per quanto possa sembrare ovvio e logico ad un lettore o analista estraneo e disinteressato alle

problematiche locali, la questione sulla verifica dell’impatto ambientale dell’opera, sulle eventuali

conseguenze dannose prodotte negli anni e che possono prodursi ancora in futuro, con disastrose

conseguenze di natura pubblica in danno dei diritti degli utenti e cittadini, di corretto andamento della amministrazione e di grave esborso di denaro pubblico, non sembra aver indotto nessuno sinora ad avanzare una analoga proposta tendente all’accertamento della sua potenziale pericolosità, inutilità e antieconomicità della sua gestione, peraltro sottoposta a vincoli di bilancio e controllo giurisdizionale contabile, atteso che, dalla sua inaugurazione ed apertura ai diportisti ad oggi, il Comune di Amantea ha dovuto sostenere ingentissimi costi di manutenzione (dei quali siamo in attesa di ricevere contezza dalla amministrazione comunale a cui abbiamo richiesto accesso agli atti di spesa specifici) derivanti dal continuo e costante insabbiamento dell’imbocco che ne ha reso impossibile la fruizione per la maggior parte del tempo nel corso di ciascun anno.

Poiché statisticamente il fenomeno erosivo appare accresciuto ictu oculi, dalla realizzazione dell’opera, riteniamo a questo punto, nell’interesse superiore della cittadinanza, peraltro colpita da una evidente crisi economica, di dover chiedere con forza un immediato intervento che non si limiti ai consueti atti tampone non risolutivi, volti a procrastinare unicamente la soluzione della problematica esposta con inutili ed ulteriori esborsi di denaro pubblico, ma a pretendere, in nome dei superiori interessi coinvolti, una completa verifica amministrativa e tecnica volta ad accertare, mediante la istituzione di una doppia commissione tecnica ad hoc a livello comunale e regionale, con interessamento del Prefetto in ragione delle sue competenze in materia di viabilità ed ordine pubblico, ed a stabilire definitivamente se la realizzazione del porto turistico di Amantea, così come realizzato, abbia o meno determinato a causare o contribuito a causare, ed in quale misura, i danni verificatesi a più riprese sul tratto della statale 18 in località “La Principessa" di Amantea e in caso di accertamento positivo ad individuare finalmente le singole e specifiche responsabilità amministrative e tecniche anche al fine di tutela dei diritti degli Enti coinvolti e dei diritti dei cittadini calabresi.

Risulta del pari evidente, sul piano politico-istituzionale, come tale accertamento sia utile e propedeutico non solo per evitare un pericoloso ed emergente scollamento tra cittadini ed autorità, ma principalmente per appurare se sia stato o meno corretto il comportamento della P.A. nell’esercizio dei suoi poteri di gestione ed utilizzo della cosa pubblica, ma finanche utilmente collaterale e coadiuvante a qualsiasi ulteriore e parallela inchiesta giudiziaria tendente al medesimo fine per l’accertamento di eventuali condotte e profili penalmente rilevanti, con conseguente diritto ad eventuali risarcimenti del danno.

Tanto premesso, il Movimento 5 Stelle Amantea,

CHIEDE

1)· al Comune di Amantea, in persona del Sindaco p.t. ed alla giunta ed ai gruppi consiliari, la istituzione immediata di una commissione di indagine ed inchiesta, ai sensi dell’art. 12 dello Statuto Comunale vigente, volta ad accertare, con rigorosi criteri di economicità e fattibilità, mediante l’ausilio di giovani tecnici titolari di borsa di studio nella specifica materia, auspicabilmente formata da calabresi o formati negli atenei calabresi, l’incidenza dell’opera pubblica porto turistico di Amantea sull’evento erosivo interessante la statale 18, nonché l’accertamento sulla funzionalità dell’opera così come realizzata e gli eventuali interventi necessari alla sua fruibilità effettiva da parte della utenza interessata ed i relativi costi;

2)· alla Regione Calabria, in persona del Presidente p.t. ed alla giunta ed ai gruppi consiliari, la istituzione di analoga commissione con gli stessi fini, modalità ed obiettivi ai sensi dello statuto regionale;

3)· al Prefetto della Provincia di Cosenza, di vigilare ed intervenire, per quanto di sua competenza, nella osservanza delle sue specifiche attribuzioni in materia sulla vicenda de qua e nella verifica, nell’ambito di opportune conferenze di servizi, la valutazione dei costi sinora sostenuti per il mantenimento del porto e per la manutenzione della viabilità nel tratto interessato, nonché una stretta vigilanza sugli interventi adottanti, privilegiando con facoltà di indirizzo, solo le opere risolutive ed al contempo manifestare ogni diniego ed assenso ad opere, da chiunque sostenute, che possano potenzialmente essere successivamente sostenute in termini economici dai cittadini calabresi per quanto anticipate dagli Enti coinvolti.

Amantea, lì 08.04.2013

L’unica cosa certa è che le barche bruciate appartenevano , una all’avvocato Nicola Gaetano di Paola e l’altra al farmacista Carlo Licursi di Fuscaldo.

Tutto il resto è avvolto nel mistero

Non si sa quale delle due barche abbia preso fuoco per prima ed a quale poi si sia diffuso e sciogliere il dubbio significa sapere a chi sia stato diretto l’evento e cercarne le ragioni.

Gli elementi raccolti dai Vigili del Fuoco non sarebbero di alcuna utilità all’indagine.

Non si ha certezza di chi sia stato l’esecutore

Non si ha certezza di chi sia stato l’eventuale mandante

L’unica cosa certe è che al momento c’è un solo indagato, solo per essersi trovato nelle vicinanze delle imbarcazioni. Tale signor V.F., 47 anni, che svolge lavori di manutenzione.

E’ il signore che si vede allontanarsi subito dopo l’incendio nelle immagini dei filmati di videosorveglianza.

Ma V.F. avrebbe dichiarato agli inquirenti di non sapere nulla dell’incendio e di essersi trovato sul molo soltanto per fumare una sigaretta dopo aver cenato con gli amici a bordo di una imbarcazione.

Pubblicato in Cetraro

Proseguono le indagini della Polizia di Paola, coordinate dal sostituto della locale Procura della Repubblica Maria Camodeca, sull’incendio di due barche nel porto di Cetraro.

Chiara la matrice dolosa del rogo.

Sembra che gli investigatori dunque sarebbero vicinissimi all’uomo che avrebbe attinto il fuoco ma che al momento non sia stata emessa alcuna misura cautelare.

Voci attendibili parlano di importanti risvolti.

Ovvia la importanza delle dichiarazioni testimoniali delle 5 persone presenti al momento dell’incendio una delle quali si è portata verso le imbarcazioni prima che venissero attinte dal fuoco.

Altrettanto importanti sono le dichiarazioni testimoniali dei proprietari delle imbarcazioni.

Gli investigatori stanno lavorando sul movente dietro al quale potrebbero nascondersi eventuali mandanti che potrebbero essere connessi ai proprietari della due imbarcazioni od a qualcuno di loro.

Mandanti i cui nomi possono essere fatti dal o dai responsabili del fatto delittuoso.

Pubblicato in Cetraro

Dai filmati le prime risposte alle indagini sull’incendio di due barche nel porto di Cetraro, accaduto mercoledì scorso, intorno alle 21,30 al molo “M”, incendio che aveva comportato anche lievi danneggiamenti ad una terza barca, ormeggiata poco distante.

Le imbarcazioni da diporto che avevano preso fuoco, rispettivamente di 14 e 12,66 metri, appartenevano a due professionisti della zona, l'avvocato Nicola Gaetano di Paola e il farmacista di Fuscaldo Carlo Licursi.

Entrambe avevano un valore stimato tra i 250 e i 300 mila euro.

La Polizia ha potuto visionare le immagini del circuito di videosorveglianza e sembra che da tale visione escano forti indizi.

L'uomo che avrebbe potuto appiccare l’incendio non sarebbe riconoscibile, ma di certo era sceso dall'imbarcazione dove si trovava in compagnia di altre quattro persone, contrariamente, cioè, a quanto si è pensato inizialmente sulla fuga da una delle barche sulle quali era divampato il rogo.

Dal video,infatti, è ben visibile il soggetto che scende dalla barca dove aveva appena mangiato con i quattro amici e si reca con una sigaretta verso i natanti.

A questo punto le immagini non sono più chiare. Una perizia potrebbe però fugare ogni dubbio

 

Pubblicato in Cetraro
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