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domenica2020Dalla prossima settimana e cioè dal 29 novembre, prima Domenica d’Avvento, nella chiesa cattolica italiana entrerà in vigore il Nuovo Messale che sostituirà quello introdotto nel lontano 1983. Sarà obbligatorio in tutte le Parrocchie a partire dalla Santa Pasqua del prossimo anno. Ci saranno tanti cambiamenti nelle recite di alcune preghiere che riguardano i fedeli. I cambiamenti maggiori, però, riguardano le preghiere che recita il sacerdote. Vediamone alcune. Nel recitare il Padre Nostro anziché dire “Non ci indurre in tentazione” si dovrà dire “Non abbandonarci alla tentazione”. Nel Confiteor il Sacerdote diceva soltanto :- Confesso a Dio onnipotente e a voi fratelli….- Da Domenica prossima il sacerdote dirà “Fratelli e sorelle”, perché la chiesa è frequentata non da soli uomini ma anche da donne. E nell’atto penitenziale: “Supplico la beata Vergine Maria……….. i Santi e voi, fratelli e sorelle”. Altre piccole variazioni riguardano il Gloria. Nella parte in cui si è detto finora: “E pace in terra agli uomini di buona volontà” si dirà: “E pace in terra agli uomini amati dal Signore”. Sempre per fedeltà al testo evangelico non si dirà più: “ Signore pietà, Cristo pietà” ma la forma greca :” Kyrie eleison, Christe eleison”. Molte altre cose sono cambiate ma riguardano il celebrante e noi ci dobbiamo fare abitudine. Il celebrante non dirà più : “Scambiatevi un segno di pace”, anche se causa Coronavirus questo invito per il momento è stato omesso, ma :”Scambiatevi il dono della pace”. E infine la formula al termine della Santa Messa. Non sarà più: “La Messa è finita, andate in pace” ma “Andate e annunciate il Vangelo del Signore”. Ho voluto soddisfare alcune curiosità, alcune piccole modifiche del nuovo Messale che entrerà in vigore domenica prossima perché possiamo incominciare ad impararle. Come avete notato la maggior parte delle variazioni riguarda le formule proprie del sacerdote. I ritocchi che riguardano i fedeli sono pochi e sono quelli che ho elencato e mi auguro che non creino eccessive difficoltà. Basteranno poche settimane per impararli e un pizzico di buona volontà. Buona domenica a tutti voi, fratelli e sorelle. Anche io userò la nuova formuletta

Pubblicato in Italia

MessaAmici, il coronavirus sta facendo ingenti danni alle persone e alle cose. E per colpa di questo invisibile nemico che ha cambiato le nostre vite è stata interrotta una funzione religiosa con 13 fedeli presenti in chiesa seduti tra i banchi a debita distanza e tutti con mascherine. Siamo alla follia. Alcuni hanno scritto che i regimi totalitari hanno incominciato così le persecuzioni ai cristiani. Non voglio crederci. Fino ad oggi ho cercato di evitare di darvi la notizia per non alimentare polemiche, ma ho cambiato idea perché anche il giornale dei Vescovi “Avvenire” ha voluto commentare la notizia stigmatizzando quanto accaduto in chiesa.

Don Lino Viola, sacerdote incaricato a Gallignano in provincia di Cremona, domenica 19 aprile, alle ore 10 stava celebrando la Santa Messa alla presenza però di 13 persone. Poteva benissimo celebrare la Messa, però a porte chiuse e senza la presenza dei fedeli. La presenza dei fedeli anche se seduti tra i banchi a debita distanza e tutti con mascherine non è consentita stante al Decreto del 27 marzo del Ministero dell’Interno. Don Lino ha sbagliato. L’episodio è stato riportato da tutti i giornali ed è balzato agli onori della cronaca e del Web perché la celebrazione della Santa Messa è stata interrotta dall’intervento di un carabiniere contestando al sacerdote la violazione delle disposizioni ministeriali. Don Lino ha dunque sbagliato ed è stato finanche rimproverato dalla Curia perché le porte della chiesa dovevano restare chiuse durante la celebrazione dei sacri riti e alla presenza dei soli lettori e dei chierichetti. Ma ha sbagliato anche quel solerte carabiniere. Per contestare al sacerdote la violazione del decreto legge poteva benissimo aspettare la fine della Messa. Il sacerdote è molto amareggiato per l’accaduto e ha finanche scritto una lettera al proprio Vescovo. Non è affatto d’accordo sulla norma canonica, quella delle porte chiuse per intenderci, anche se l’ha rispettata e la rispetterà. Però ha ribadito:- Non possiamo chiuderci dentro come le chiese delle catacombe-. Adesso si è rivolto ad un legale contestando non solo la multa ma anche l’abuso di potere da parte del carabiniere. Anche i fedeli presenti in chiesa sono stati multati e dovranno pagare 270 euro a persona per aver pure loro violato le restrizioni contenute nel decreto anti-coronavirus. Durante l’offertorio Don Lino al microfono, rivolgendosi alle Forze dell’Ordine così disse:- Vorrei pregare le Forze dell’Ordine di mettersi sul sagrato della chiesa, questo è un luogo sacro e questa è un’invasione di potere. Il vostro dovere fatelo fuori, poi ne parleremo-. Ora il carabiniere rischia per turbamento di funzioni religiose Art. 405 del Codice Penale.

Pubblicato in Calabria

baraAmici, oggi vi voglio raccontare un episodio esilarante e curioso che non si è verificato però nella nostra Italia ma in Irlanda. Era in corso una funzione religiosa. In chiesa si stava celebrando il funerale di una persona morta da pochi giorni. Tutti raccolti in preghiera, il sacerdote stava celebrando la Santa Messa per il defunto, un ex militare morto dopo una lunga malattia. La bara era posizionata in mezzo alla navata centrale e dall’interno di essa che era stata ben sigillata in precedenza si è sentita una voce. Era la voce dell’ex militare deposto nella bara. Il morto aveva parlato? Sì, aveva parlato. Tutti avevano riconosciuto la sua voce. Implorava aiuto. O mio Dio, cosa era davvero accaduto? Avevano messo nella bara sigillandola una persona ancora in vita? La sua voce usciva davvero dalla bara. Si sentiva benissimo che chiedeva aiuto:- Fatemi uscire da qui: è buio, non vedo niente, ascolto soltanto la voce del sacerdote che recita le preghiere. Non sono morto. Per favore, fatemi uscire. Dove diavolo mi avete messo?- Il sacerdote è diventato bianco in faccia e per poco non è caduto per terra e tremava dalla paura. Tutti hanno avuto paura e c’è stato un fuggi fuggi generale. Si sentiva benissimo che il morto nella bara non era davvero morto e chiedeva insistentemente aiuto.- Sono io dentro questa cassa -. Poi, però, improvvisamente, cambia il tono della voce e assicura i presenti che li ha chiamati per l’ultima volta per dire loro addio per sempre. Li ha voluti salutare per l’ultima volta in un modo scherzoso e particolare. Ma davvero era il morto che aveva parlato? Sì, era proprio la sua voce inconfondibile. Solo che era la sua voce registrata quando ancora era in vita e poi diffusa da amplificatori nascosti nella bara. Ci è voluto un po’ per capire che si era trattato di una burla ben orchestrata che l’ex militare, persona particolarmente gioviale e scherzosa, ha voluto organizzare per dare l’ultimo addio a parenti e amici. Gli sono sempre piaciuti gli scherzi ha affermato la figlia. E così lo spavento, la paura, il terrore, si sono trasformati in lunghe risate.

Pubblicato in Mondo

Ieri è stata portata via la Fiat Panda di don Piero Furci, parroco della “Sacra Famiglia” di Vibo e della chiesa di Triparni.

Sacerdote celebra la messa e nel frattempo gli rubano l’auto

Non si arrabbi don Piero Furci ma istintivamente ci è venuto in mente il detto “Parigi val bene una messa”

E lo abbiamo cambiato in “Una messa va bene una panda”

Ed abbiamo anche pensato che il ladro stava tranquillo perché ben sapeva che il parroco non poteva certo lasciare l’altare per salvare l’auto, intento, come era, semmai a salvare le anime

Il furto è avvenuto ieri intorno alle ore 19 mentre il sacerdote celebrava la messa.

L’auto – una Fiat Panda – era stata parcheggiata all’interno di una recinzione vicino al suo garage. Don Piero Furci è anche parroco della chiesa di Triparni e responsabile pastorale sociale e del lavoro.

Dopo il furto, il sacerdote ha presentato denuncia ai carabinieri che hanno avviato le indagini.

E mi raccomando non cominciate a pensare “Questa è la Calabria”

Due mesi fa, infatti in Piemonte,. nella chiesa parrocchiale di Castiglione Tinella, un ladro ha rubato il portafoglio, compreso il bancomat, ad un prete mentre diceva la messa!

Pubblicato in Vibo Valentia

Non possiamo non lodare la sensibilità mostrata da padre Francesco Celestino che per il giorno 27 marzo, con inizio alle ore 19.00, nella Chiesa di San Bernardino, ha fissato una Celebrazione eucaristica con i commercianti e gli artigiani.

 

Non ha mancato il nostro amato pastore di far rientrare la Santa Messa nel Cammino della Quaresima 2017 “Dall’incontro con Gesù all’incontro con i fratelli”.

Ma noi vogliamo cogliere anche la coincidenza con la festa di San Giuseppe lavoratore.

 

Ci sembra di poter intravedere anche una stretta relazione con l’attuale momento in cui crisi, disoccupazione, incertezza sul futuro, perdita di speranza e talvolta di valori sembrano aver preso il sopravvento su tutto.

 

Una crisi che ha finito per acuire disagi, malessere, insicurezza, soprattutto in relazione al tema del lavoro.

In questo clima di sfiducia non mancano però i segnali di una riscossa .

Dopo l’incontro voluto dalla commissaria prefettizia Emanuele Greco i commercianti amanteani si sono incontrati per riflettere sulle cause di tale e tanta crisi e a cercare di individuare gli strumenti “tecnici” per come uscirne

Insieme alla strada del confronto, della condivisione, della democrazia e della riflessione non dispiace affatto che padre Celestino abbia mostrato la sua attenzione e sensibilità verso gli artigiani ed i commercianti.

Dispiace che non ci sia anche il sindaco.

Sarà per un’altra volta.

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