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La legge impone che le reti da posta fisse siano identificate con una targhetta che ne indica la imbarcazione di appartenenza.

 

Un po’ come se fosse la targa di un automezzo da cui si risale al proprietario ed al pagamento del bollo e della assicurazione.

Per evitare di pagare la contravvenzione per l’uso delle reti irregolari i pescatori non avevano apposto la dovuta targhetta così impedendo di risalire ai proprietari

 

Agli uomini della guardia costiera non è rimasto altro da fare che sequestrare le reti.

 

Ecco il comunicato:

“Sempre intensa, nelle acque del comprensorio, la vigilanza degli uomini della Capitaneria di porto di Vibo Valentia Marina, comandata dal Capitano di Fregata Antonio LO GIUDICE.

Nella giornata di ieri, 12 novembre 2015, sono state sequestrate nel tratto antistante i comuni di Gizzeria e Lamezia Terme, circa 700 metri di reti da posta fisse calate senza il rispetto della normativa dell’Unione Europea che prevede le corrette modalità di segnalazione degli attrezzi da pesca.

Tale regolamentazione è mirata a consentire i controlli degli organi preposti sul rispetto della normativa di settore e, nel caso delle reti, attrezzi non consentiti ai pescatori non professionali, la prevista segnalazione tramite targhette identificative è l’unico modo per consentire il collegamento fra la rete ed un peschereccio specificatamente autorizzato al suo utilizzo.

Proprio per questo motivo, invece, coloro che non sono intestatari di regolare licenza di pesca impiegano spesso, illecitamente, attrezzi non segnalati, come nel caso accertato ieri dall’equipaggio della motovedetta CP 265 di Vibo.

I militari operanti, nel corso delle operazioni svolte, hanno inoltre effettuato dei controlli a diverse unità da diporto, sanzionando tre di esse per violazioni inerenti la documentazione di bordo”.

Pubblicato in Lamezia Terme

Una operazione svoltasi su tutto il territorio calabrese ha visto impegnati uomini appartenenti alle Capitanerie di porto di Reggio Calabria, Crotone, Vibo Valentia, Gioia Tauro e Corigliano Calabro ed ai rispettivi uffici marittimi dipendenti.

 

Sono stati sequestrati circa 7000 metri di reti da posta derivanti, in gran parte sequestrati ad ignoti ed in un caso ad un pescatore professionista non autorizzato all’utilizzo di questo tipo di reti

Sono state sequestrate 36 nasse utilizzate illegalmente in violazione della normativa in materia di pesca sportiva.

 

Sono stati comminati 8 verbali amministrativi per un ammontare di oltre 11.000 euro, a carico di un pescatore professionista per aver utilizzo un tipo di attrezzo per il quale non era autorizzato, e di un conduttore di automezzo perché sprovvisto della documentazione attestante la tracciabilità del prodotto.

Sono stati sanzionati tre pescatori professionisti per non avere comunicato alla Capitaneria di Porto di Reggio Calabria l’ingresso e l’uscita dell’unità da pesca dai rispettivi sorgitori in violazione all’ordinanza n°.8 datata 5 maggio 2015 della Capitaneria di porto di Reggio Calabria.

 

Sanzionato anche un diportista per la detenzione di una rete da pesca non consentita per la pesca sportiva/ricreativa, per una lunghezza di 150 metri circa.

Complessivamente sull’intero territorio regionale sono stati redatti 32 verbali di illeciti amministrativi, per un importo complessivo di oltre € 28.000

Sequestrati 750 kg circa di prodotti ittici, in quanto pescati illegalmente e privi di documenti obbligatori per la tracciabilità, tra cui 14 esemplari di pesce spada sottomisura sequestrato a carico di un pescatore professionista effettuato dal personale della Capitaneria di porto di Crotone

 

Sequestrati 3.000 metri di palangari ed attrezzi da posta sequestrati dall’Ufficio Circondariale Marittimo di Soverato ad ignoti utilizzati illegalmente in violazione alle norme di sicurezza della navigazione ed in materia di pesca sportiva.

Elevati 570 sequestri amministrativi di esemplari di tonno rosso per complessivi 593 kg.

In particolare sono stati sequestrati, 367 esemplari di tonno rosso dal personale della Capitaneria di porto di Vibo Valentia, 210 kg esemplari di tonno rosso dal personale dell’Ufficio Circondariale marittimo di Cetraro e altri 80 kg da parte del personale dell’Ufficio Circondariale marittimo di Maratea.

 

Gli uomini della Guardia Costiera hanno effettuato controlli nei mercati ittici, in mare, nei porti, nelle pescherie, nei ristoranti e lungo le strade cittadine presso i rivenditori ambulanti.

Ha contribuito il personale dei Servizi veterinari delle ASL di tutta la Regione Calabria.

Pubblicato in Calabria

Riceviamo e pubblichiamo il seguente comunicato stampa

“L’attenzione dei diportisti e dei fruitori del mare verso l’ecosistema marino e costiero è in costante crescita. Risale, infatti, a ieri mattina, la segnalazione tramite il numero blu “Emergenza in Mare” alla Sala Operativa della Capitaneria di Porto di Vibo Valentia Marina da parte di alcuni cittadini, che nel vedere nelle acque antistanti il litorale della località Coreca del Comune di Amantea un motopeschereccio vicino alla costa, che, a parere dei segnalanti, stava utilizzando una rete non regolamentare in piena Zona di Tutela Biologica.

       Immediata la risposta del Servizio Operativo della Capitaneria di Porto di Vibo, che disponeva l’intervento in zona di una pattuglia della locale Delegazione di Spiaggia di Amantea, già in vigilanza sul territorio di giurisdizione, la quale giunta sulla spiaggia di Coreca, accertava la presenza di una motobarca e di una rete sospetta.

Al fine di poter, quindi, completare l’attività di accertamento, la Capitaneria di Porto di Vibo, impiegava il battello pneumatico GC 353, di stanza nel Porto di Amantea, che dopo pochi minuti raggiungeva la Motobarca segnalata il cui equipaggio, resosi conto della presenza sulla spiaggia della Pattuglia, stava recuperando in tutta fretta la rete risultata poi essere la cosidetta “bardasciuni o suriciara”, non regolamentare.

       I militari, dopo aver effettuato il controllo dei documenti della barca da pesca iscritta presso l’Ufficio Locale Marittimo di Paola, hanno provveduto a scortarla fino al porto di Amantea, ove gli uomini al Comando del Maresciallo DE CARIA, provvedevano al sequestro dell’attrezzo da pesca utilizzato, composto da una rete di tipo derivante con maglie di 35mm, non consentita e ad elevare a carico del Conduttore della Motobarca da pesca due sanzioni amministrative di cui una di €.4.000,00, per utilizzo di attrezzo non consentito e una di €.308,00 per imbarco di una persona non segnata a Ruolino Equipaggio.

       Un’operazione ben condotta e con ottimi risultati in termini di tutela dell’ecosistema marino nell’ambito delle attività di repressione della pesca esercitata da pescatori professionali con attrezzi non consentiti – si legge nella nota stampa della Capitaneria di Porto di Vibo. L’attenzione della Guardia Costiera sarà sempre al massimo livello in tutto il Compartimento Marittimo, il cui Comando è stato da lunedì scorso assunto dal Capitano di Fregata (CP) Antonio LO GIUDICE, con particolare attenzione alla Zona di Tutela Biologica che si estende dalla foce del fiume Oliva al confine tra i Comuni di Belmonte e Longobardi.

       Tale zona è regolamentata dall’Ordinanza n.11/2009 del 22.04.2009 della Capitaneria di Porto di Vibo Valentia Marina, che ha disciplinato quanto contenuto nel D.M. 22.1.2009 del Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali. In particolare nella predetta zona che si estende per circa 7 miglia dalla linea di costa, è vietata la pesca del novellame, lo strascico e per la pesca sportiva l’utilizzo di più di cinque ami. Consentite, invece, per le unità da pesca regolarmente iscritte e in possesso della prevista licenza, l’utilizzo delle reti da posta, nasse e l’uso dei palangari. Per i contravventori all’Ordinanza multe fino a 1.032,00 euro e sequestro degli attrezzi da pesca e del pescato, con pendenze penali qualora vengano ravvisate ipotesi di reato più gravi.

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