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LOCANDINA A4LA PRO LOCO PROMUOVE SOVERIA MANNELLI A MARCELLINARA DURANTE LA MANIFESTAZIONE “I SENTIERI DELL’ISTMO, TRA GUSTO, TRADIZIONI E MESTIERI”.

 

I nostri borghi si vestono a festa nell’intento di unire i paesi dell’Area dell’Istmo e del Reventino nelle antiche vie di Marcellinara sabato 10 dicembre, ospiti della locale Pro Loco guidata dal presidente Francesco Bevacqua e da un direttivo molto dinamico e attento al proprio paese, che ha organizzato la manifestazione “I sentieri dell’Istmo, tra gusto, tradizioni e mestieri”.

 

Sapori, tradizioni, arti e mestieri si mescoleranno in una serata magica nel borgo antico di Marcellinara.

L’Associazione Pro Loco di Soveria Mannelli, attiva e vivace realtà, vede crescere i propri impegni per mantenere dinamica la propria comunità. È con questo intento che i Soci Volontari e la rappresentanza dei commercianti e delle aziende della cittadina si sposteranno a Marcellinara rispondendo positivamente all’invito della Pro Loco di Marcellinara.

L’occasione renderà evidente al pubblico quanta ricchezza culturale, imprenditoriale, commerciale e gastronomica è presente in questi paesi che ancora tengono fede ai riti e alle tradizioni in controtendenza alla volontà di velocizzare e commercializzare tutto a discapito dei ricordi e della memoria che hanno la funzione di mantenere saldi i legami con le radici.

 

Il nostro passato ci permette, oggi, di vivere proiettati nel futuro.

Le fronde, i fiori, i frutti, non esisterebbero senza le salde radici che le nutrono e sostengono.

Bambini, anziani, famiglie si ritroveranno fra canti, balli, profumi e colore.

La Pro Loco di Soveria Mannelli, attraverso un annuncio postato sulla propria pagina Facebook, ha invitato tutte le attività di Soveria Mannelli alla manifestazione, esponendo i propri prodotti e promuovendo la Città del Reventino.

Buona è stata la partecipazione delle aziende soveritane. Hanno aderito all’iniziativa la Rubbettino Editore, Idea Vetro srl, la Camillo Sirianni sas, l’Artigiana Funghi Belmonte, Balloon Party, Artigianato Tessile Calabrese e la Pubblimar.

Alla manifestazione hanno aderito anche le Pro Loco di Tiriolo, Caraffa, Settingiano, Decollatura

San Pietro, Amato e Serrastretta, con i propri costumi e tradizioni.

Ancora una volta la Pro Loco di Soveria Mannelli si conferma “attore della promozione del territorio” lavorando in prima fila per far conoscere le virtuosità di questa piccola ma attiva cittadina del Reventino che rappresenta uno dei pochi centri a vocazione imprenditoriale della dorsale interna calabrese, annoverando nel suo territorio comunale una estesa area industriale con diversi insediamenti produttivi attivi, accanto a numerose attività commerciali dislocate, oltre che lungo le principali arterie stradali, anche su tutto il territorio.

Con queste parole il presidente Antonio Ferrante ha voluto ringraziare chi ha lavorato a fondo per questa giornata: “La nostra partecipazione ha voluto evidenziare la laboriosità della nostra ridente cittadina, ovvero, il commercio del nostro attivissimo “centro commerciale all’aperto”, le attività imprenditoriali ed artigianali, l’industria manifatturiera, i prodotti tipici. L’impegno di tutti al servizio del proprio territorio.”

Il passato delle tradizioni, il presente dell’azione locale, al servizio di un futuro migliore.

Pro Loco Soveria Mannelli

ufficio stampa

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fuocoRischiano una condanna fino a dieci anni di reclusione.

 

Reggio Calabria, 09 dicembre 2016 - Gli incendi divampati nel corso dell'anno in Calabria hanno impegnato il personale del Corpo Forestale dello Stato non solo nel coordinamento delle operazioni di spegnimento, ma anche nell'espletamento delle indagini per l'individuazione dei responsabili.

Ed è proprio sul fronte dell'attività investigativa che sono stati conseguiti importanti risultati che il Comando Regionale Calabria - Sicilia del CFS rende noti.

 

Durante il periodo di massimo rischio di incendio, ovvero dal 15 giugno al 30 settembre 2016, i comandi territoriali del CFS hanno segnalato all'Autorità Giudiziaria diciotto persone, di cui sedici sono state denunciate a piede libero e due tratte in arresto in flagranza di reato o sottoposte a misure di custodia cautelare.

 

Si tratta di soggetti ritenuti responsabili, singolarmente o in concorso con altri, di incendi verificatisi nel territorio calabrese, e precisamente due nel crotonese, due nel catanzarese, due nel reggino e otto nel cosentino.

Sequestrati quattro accendini ed effettuate tre perquisizioni. Un indagato dovrà rispondere del reato di incendio non boschivo doloso; cinque indagati di incendio boschivo doloso e dodici di incendio boschivo colposo. Questi ultimi rischiano la reclusione rispettivamente da 4 a 10 anni e da 1 a 5 anni; pena destinata ad aumentare in presenza di circostanze aggravanti.

            Ma l'attenzione sul fenomeno degli incendi boschivi è rimasta alta da parte del CFS anche nel restante periodo dell'anno tanto da deferire all'A.G. per incendio boschivo colposo altre due persone (una nel catanzarese e una nel reggino) e da cogliere in flagrante e arrestare un reggino per incendio boschivo doloso.

            All'individuazione dei responsabili si è giunti attraverso minuziose indagini, effettuate dalle articolazioni del CFS con il supporto del N.I.A.B. (Nucleo Investigativo di Antincendio Boschivo), personale specializzato nell'applicazione di specifiche tecniche investigative.

            Nelle aree interessate da continui e ripetuti incendi sono state utilizzate telecamere nascoste, che hanno consentito di immortalare il responsabile del reato, come avvenuto per una donna nel cosentino.

            È stato, altresì, adottato il Metodo delle Evidenze Fisiche, che permette di determinare la dinamica delle fiamme e di classificarne la causa.

            Da non dimenticare, inoltre, la collaborazione dei cittadini che hanno fornito preziose testimonianze e hanno segnalato tempestivamente le fiamme al numero di emergenza ambientale 1515.

            I roghi divampati in Calabria hanno interessato non solo aree marginali e rurali, ma anche aree antropizzate, danneggiando, in alcuni casi, oltre ai soprassuoli agrari e forestali, anche fabbricati e automezzi.

            Tali incendi sono stati causati dall'uomo per colpa o dolo. Cause che tuttavia si distinguono in una serie di motivazioni legate ai profili sociali, economici e produttivi delle diverse realtà territoriali.

            Gli incendi colposi, o involontari, sono riconducibili ad attività agricole e forestali condotte con negligenza, imprudenza e imperizia, al fine di ripulire incolti, scarpate stradali o ferroviarie, eliminare i residui vegetali scaturiti dalle lavorazioni forestali e agricole, rinnovare il pascolo, bruciare stoppie. Operazioni che sono state spesso eseguite in modo incontrollato in aree contigue a quelle boscate e alla presenza di vento. Un incendio è stato causato dall'uso di apparecchiature a motore sull'erba secca.

            Le cause dolose, invece, sono connesse alla ricerca di un profitto, quali l'apertura o il rinnovo del pascolo a spese del bosco, il bracconaggio, o la speculazione edilizia, non sapendo che le zone boscate ed i pascoli bruciati per almeno quindici anni non possono avere destinazione diversa da quella preesistente all'incendio; che sugli stessi soprassuoli sono vietati per dieci anni il pascolo, la caccia e la realizzazione di edifici e per cinque anni le attività di rimboschimento e di ingegneria ambientale. A tal proposito questi vincoli vengono applicati dai Comuni, i quali annualmente, obbligati dalla Legge quadro sugli incendi n. 353/2000, censiscono i terreni percorsi dal fuoco attraverso un apposito catasto, avvalendosi anche dei rilievi effettuati dal Corpo Forestale dello Stato.

            Se da un lato la maggior parte degli incendi è legata ad attività illecite collegate a finalità agricole e di pastorizia, dall'altro a bruciare la Calabria sono non solo contadini e pastori, ma anche operai, disoccupati e pensionati. L'identikit dell'incendiario calabrese che emerge dall'analisi delle persone denunciate dal CFS parla di individui (donne e uomini) che hanno un'età compresa tra 26 e 75 anni, perlopiù incensurati e residenti nella stessa provincia dove commettono il reato.

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lontraIl rinvenimento conferma la presenza del mammifero nella zona

COSENZA 7 dicembre 2016 – Un esemplare di Lontra (Lutra –lutra) è stato ritrovato questa mattina privo di vita sulla SS 283 nel comune di San marco Argentano nei pressi dell’alveo del fiume Fullone. L’animale, una femmina, è stato investito da una auto. Sul posto è intervenuto il personale del servizio veterinario dell’Asl e gli uomini del Corpo Forestale di Montalto. L’animale è stato trasportato presso l’Istituto Zooprofilattico di Cosenza per gli accertamenti del caso di natura biologica. La lontra, è é una delle specie di mammiferi più esposte al rischio di estinzione in Italia. Essendo un predatore al vertice della catena alimentare di ecosistemi acquatici ad elevata produttività primaria e secondaria, la conservazione della lontra rappresenta una sfida particolarmente impegnativa poiché implica la tutela della biodiversità, dell’integrità, e della continuità degli ecosistemi acquatici e ripariali. A tal proposito l’Ispra, Istituto per la protezione e ricerca ambientale ha attivato da anni un piano d’azione per la sua conservazione. Il rinvenimento, il primo in questa area, rappresenta un dato importante per la presenza dei mammiferi in questa zona.

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