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E va sempre peggio. Ditelo al PD, ditelo al Papa, ditelo al M5s.

Ditelo anche a Conti! Chissà se ne parla la costituzione.

Ditelo anche a Mario Oliverio. Chissà che decida di liberare la calabria della sua presenza politica..

 

 

 

 

 

 

Dall’8,5% della Provincia autonoma di Bolzano al 52,1% della Sicilia e al 46,3 di Calabria e Campania: sono questi i numeri che attribuiscono all’Italia il record europeo di disparità in materia di quote di persone a rischio povertà misurate a livello di regioni.

È quanto emerge dal primo 'European regional social scoreboard’realizzato dal Comitato europeo delle Regioni (CdR) per monitorare le situazioni e i progressi delle oltre 280 regioni Ue in ambito sociale.

Il capitolo dedicato alle persone a rischio povertà ed esclusione sociale (dati Eurostat 2017) evidenzia la singolare situazione dell’Italia a cui appartengono sia il primo posto della classifica Ue (Bolzano), che l’ultimo (Sicilia).

Servono «azioni mirate a livello locale» poiché «è evidente come, da sola, la politica di lotta alla povertà a livello nazionale non sia sufficiente» recita il rapporto.

Dal documento emerge anche come siano italiane tre delle cinque regioni con le performance peggiori in Ue. Solo la bulgara Severozapaden (46,7%) separa la Sicilia dal terzultimo posto di Campania e Calabria, entrambe al 46,3%. La media europea è del 22,8%.

Dati poco confortanti per l’Italia emergono anche se si guarda all’evoluzione storica dei dati.

Tra le regioni europee, la Provincia autonoma di Trento ha avuto il maggiore aumento, in termini di punti percentuali, di persone a rischio povertà ed esclusione tra il 2014 e il 2017: dal 13,6% al 19,3%.

Seguono Abruzzo (da 29,5% a 34,8%) e Marche (da 19,6% a 24,9%).

«Gli squilibri locali e regionali sono forse il più importante ostacolo alla realizzazione di un’Unione veramente coesa», ha dichiarato il presidente del CdR, Karl-Heinz Lambertz.

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Erano le 16.11 quando un boato ha scosso il sonnellino pomeridiano e le occupazioni degli abitanti della costa tirrenica calabrese

Poi il vento dei terremoti.

Forte scossa di terremoto quest’oggi a Cosenza: secondo quanto pubblicato negli ultimi minuti dal profilo ufficiale dell’INGV (Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia) si è verificato un nuovo sisma in Calabria e più precisamente nei pressi del Comune di Cerisano dove si troverebbe l’epicentro.

La scossa, di magnitudo 3.4, sarebbe stata avvertita in tutta la provincia cosentina e secondo fonti non ancora confermate sarebbe stata preceduta da un forte boato da parte delle popolazioni locali: stando inoltre agli altri dati forniti in tempo reale dai tecnici dell’INGV, pare che il sisma avrebbe avuto origine a circa 31,6 chilometri di profondità e tra i Comuni interessati vi sarebbero non solo il capoluogo di provincia e la già citata Cerisano ma pure Mendicino, Rende, Castrolibero e il resto di quello che è il comprensorio settentrionale della regione fino ad arrivare al Parco Nazionale del Pollino ai confini con la Basilicata.

In attesa di ricevere maggiori aggiornamenti sulla forte scossa di terremoto che ha interessato quest’oggi la provincia di Cosenza pare che il sisma abbia solo causato molta paura ma nessun danno a cose o persone, pur essendo stato avvertito a notevole distanza dalla zona dell’epicentro

Epicentro a 4 km ad ovest di Cerisano

Il terremoto è stato avvertito da molti comuni tirrenici ed in particolare dagli abitanti di

Comune                      Provincia distanza km      abitanti       totale

Cerisano CS 4 3196 3196
Falconara Albanese CS 4 1427 4623
Mendicino CS 5 9450 14073
Marano Principato CS 5 3180 17253
Marano Marchesato CS 7 3553 20806
Fiumefreddo Bruzio CS 7 2994 23800
Carolei CS 7 3330 27130
Castrolibero CS 7 9894 37024
Domanico CS 8 943 37967
Longobardi CS 8 2312 40279
San Fili CS 8 2719 42998
Rende CS 9 35338 78336
San Lucido CS 9 6047 84383
Dipignano CS 10 4376 88759
Cosenza CS 11 67546 156305
Lago CS 11 2624 158929
San Vincenzo La Costa CS 11 2195 161124
Paterno Calabro CS 12 1398 162522
Belmonte Calabro CS 13 2003 164525
Paola CS 14 16013 180538
San Pietro in Amantea CS 14 505 181043
Zumpano CS 14 2570 183613
Malito CS 15 783 184396
Amantea CS 15 13975 198371
Trenta CS 16 2633 201004
Montalto Uffugo CS 16 19669 220673
Grimaldi CS 16 1680 222353
Belsito CS 16 923 223276
Piane Crati CS 16 1423 224699
Castiglione Cosentino CS 16 2896 227595
Lappano CS 16 941 228536
Cleto CS 17 1301 229837
Aiello Calabro CS 17 1729 231566
Rovito CS 17 3158 234724
Casole Bruzio CS 17 2578 237302
Figline Vegliaturo CS 17 1137 238439
Pietrafitta CS 17 1310 239749
San Pietro in Guarano CS 18 3663 243412
Pedace CS 18 1907 245319
Spezzano della Sila CS 18 4541 249860
Santo Stefano di Rogliano CS 18 1725 251585
Cellara CS 18 504 252089
Aprigliano CS 18 2890 254979
Altilia CS 18 711 255690
Marzi CS 18 989 256679
Serra Pedace CS 18 986 257665
Mangone CS 18 1891 259556
Spezzano Piccolo CS 18 2079 261635
Celico CS 18 2802 264437
San Benedetto Ullano CS 18 1555 265992
Rogliano CS 19 5637 271629
Carpanzano CS 19 255 271884
Fuscaldo CS 19 8140 280024
Serra d'Aiello CS 19 458 280482
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Il Pd trema.

Gli ortodossi del Movimento 5 Stelle contrari all’alleanza col Partito Democratico dopo lunghi 10 anni di scaramucce, di insulti e di vaffanculo, sono pronti a votare “No” sulla piattaforma Rousseau. E Luigi Di Maio nell’incontrare il Premier designato “Giuseppi” Conte ha alzato il tiro e ha dato l’ultimatum ai dem.

Solo ieri sono incominciate le trattative del Premier e già i due maggiori partiti politici che formano la maggioranza litigano.

 

 

Si son messi insieme per fermare l’avanzata leghista e per non dare agli italiani il diritto al voto e già, dopo solo due giorni, sono incominciati a volare gli stracci. E siamo all’inizio. Cosa succederà dopo è un mistero. Il panico ha preso il sopravvento e ai piddini che già avevano prenotato un posticino nella mangiatoia è venuto un mal di pancia dopo aver ascoltato le parole di Giggino:- Alcuni punti del nostro programma sono irrinunciabili altrimenti si tornerà al voto-. Al voto, al voto. Ma cosa è saltato in mente al caro Giggino? Al voto, mai e poi mai. Il Pd si adeguerà turandosi il naso a tutto quello che lui vorrà e sarà inserito nel programma. Non ci sarà nessun problema. Non ci saranno ostacoli quando c’è un nobile fine da raggiungere. Il taglio dei parlamentari? Per tre volte hanno votato “No”, ora, però, per il loro bene e per il bene degli italiani voteranno “Sì”. Li accuseranno di incoerenza politica e di cambiare direzione come canne al vento? Chissenefrega! E il programma di svolta? Quale svolta. Non ci sarà nessuna svolta. E’ stato uno slogan, una frase ad effetto per prendere per fessi gli italiani. Ma gli italiani davvero sono tutti fessi? Non direi. Forse lo sono quelli che nelle ultime elezioni politiche hanno votato Pd e M5Stelle, perché hanno creduto alle loro bubbole. Si aprirà una nuova stagione politica. I lavoratori, i pensionati, i giovani studenti, i disoccupati, quelli che hanno perso il lavoro, le massaie, la gente comune che non arriva a fine mese perché percepisce una pensione di fame, non ci crede. E’ stata salutata in modo positivo solo da Trump, da Macron, dalla Merkel, da Bruxelles, dal Vaticano, dai Vescovi, dal mondo finanziario, dalle cooperative, dai cantanti, dagli attori e da alcuni giornalisti. Di quelli che non hanno mai lavorato e non hanno mai sofferto la fame e la miseria. E così Fiorella Mannoia non potrà più attaccare Salvini. Fazio e la Litizzetto non avranno più argomenti validi per “il tempo che fa”. Vauro ha finito di disegnare vignette con Salvini che cala le brache. Lerner e Travaglio dovranno inventarsi nuovi nemici da combattere. Zingaretti ha rilanciato il tema della scuola. Ma il problema scolastico non lo aveva risolto Renzi con “La buona scuola”? Zingaretti è andato oltre: formazione gratuita per i figli dall’asilo nido fino all’Università. Poteva, però, inserire nel programma per fare tutti contenti la culla sin dalla nascita e la cassa da morto gratuita per tutti. E di Amatrice e degli altri luoghi colpiti dal terremoto? I cittadini di Amatrice possono ancora aspettare. Dopo aver sistemato Franceschini, Gentiloni, Minniti, Del Rio, Orlando, gli amici e parenti nei posti di comando, allora, forse, si ricorderanno di Amatrice, dei terremotati che hanno perso la casa e della ricostruzione. E del lavoro e della disoccupazione giovanile? C’è tempo. Sono problemi che non interessano agli italiani. Molte famiglie non hanno pane. E quale è il problema? Gli daranno le merendine del Mulino Bianco, gli scaffali dei supermercati sono pieni. Ed ora lasciamoli lavorare in pace per il bene nostro. Per il momento sono interessati alle poltrone. Ancora una volta stanno prendendo per i fondelli il popolo italiano il quale, suo malgrado, è costretto a ingoiare qualsiasi rospo.

Foto ANDREAS SOLARO/AFP/Getty Images)

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