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fuscaldo
Alcuni manifestanti ospitati in un CAS nel Comune di Fuscaldo hanno occupato stamattina la carreggiata della statale tirrenica inferiore, ma sono stati fatti allontanare ben presto dalle forze di polizia

 

Nel centro di accoglienza per migranti di Fuscaldo la situazione è tutt'altro che sotto controllo.

Gli ospiti chiedono incessantemente maggiori diritti, ma soprattutto lamentano l'insofferenza all'isolamento a cui sono sottoposti.

 

Tra loro ci sono cinque positivi al Covid-19 e per sicurezza, dal momento che condividono lo stesso stabile, sono stati tutti posti in quarantena.

Ma le lamentele, che vanno avanti da giorni, questa mattina sono sfociate in una breve ma intensa protesta, che ha visto alcuni migranti occupare la strada statale tirrenica con valige e oggetti ingombranti.

 

Sul posto sono arrivate subito le forze dell'ordine e i manifestanti, tra cui una donna in gravidanza, hanno subito sgomberato l'area, ma la preoccupazione rimane.

La situazione difficile, e una comunicazione forse non del tutto adeguata, potrebbe ancora innescare sentimenti di rabbia, come già accaduto ad esempio in casa nostra, dove i migranti nelle scorse settimane hanno dato vita a numerosi scontri.

  

Il primo cittadino, Gianfranco Ramundo, invita alla calma ma tra il malcontento generale e lo spettro di un disastro economico all'orizzonte, la gestione della situazione si fa sempre più complicata, per questo, chiede con veemenza il rispetto delle norme igieniche e delle distanze di sicurezza, ma tra chi sottovaluta la portata dell'evento ignorando le disposizioni e chi nega del tutto la pandemia, ogni giorno la situazione si fa sempre più drammatica.

Pubblicato in Alto Tirreno

L'inizio del XVIII secolo ha rappresentato l'apice della piccola era glaciale.

In quel periodo le popolazioni d'Europa dovettero affrontare inverni molto duri, con condizioni climatiche ben diverse rispetto ad oggi

In Calabria invece si ebbero grandi piogge che fecero crescere fiumi e torrenti che portarono verso il mare grandissime quantità di materiale litoide che allontanarono il mare.

 

Ci si illuse che sarebbe stata una condizione stabile tanto che ognuno si spinse a costruire in prossimità del mare illusi che i lungomari avrebbero difeso le costruzioni

Oggi la verità.

Il mare avanza

Vedi per esempio Fuscaldo dove è bastata una mareggiata nemmeno eccezionale per porre a rischio una palazzina di via Messinette, composta da otto appartamenti, che è stata sgomberata e sequestrata perché a rischio crollo.

Le fondamenta dell’immobile sono state compromesse da una violenta mareggiata.

Una famiglia di cinque persone è stata evacuata e si trova attualmente senza casa.

Il Comune non avrebbe al momento offerto garanzia per una diversa sistemazione.

Sul posto sono giunti Vigili Urbani, Ufficio tecnico e Capitaneria di Porto.

E’ stata convocata l’unità di crisi, sentita la Prefettura di Cosenza.

Danni sono stati registrati anche alla condotta fognaria comunale ed alle opere di difesa a mare.

Anche i binari della Ferrovia rischiano grosso.

Ed in molte parti come ad Amantea anche la SS18

Pubblicato in Alto Tirreno

Con una lettera al Prefetto di Cosenza, Paola Galeone, il gruppo consiliare “Il Futuro che vogliamo” ed il movimento popolare “Fuscaldo è Noi” chiedono interventi urgenti

 

 

 

 

Fuscaldo. Una lettera indirizzata al Prefetto per “rendere noto il grado di inquietudine sociale e di disagio manifestatoci insistentemente dai nostri concittadini di Fuscaldo in relazione alle critiche condizioni igienico sanitarie di alcune aree del territorio dovute alle tempistiche, non attualmente rispettate, del servizio raccolta rifiuti solidi urbani”.

A scrivere sono il gruppo consiliare “Il Futuro che vogliamo” ed il movimento popolare “Fuscaldo è Noi”: “Tale problema assume, puntualmente, dimensioni ingestibili durante la stagione estiva a causa del notevole afflusso di turisti che da sempre individua la nostra località come meta delle proprie vacanze e crea innumerevoli disagi ai residenti e non”.

“Il nostro ruolo di Consiglieri comunali di minoranza di questo Comune – scrivono – ci impone di richiamare la Sua attenzione su quanto sta accadendo nel territorio di Fuscaldo.

La città sta vivendo un clima di malcontento preoccupante dovuto all’incuria, al disordine ed allo stato di abbandono in cui sono state relegate diverse zone.

Non passa giorno che non ci contattino per denunciare una profonda sensazione di difficoltà.

A riprova del malessere registrato dai cittadini a causa delle pessime condizioni igienico-sanitarie in cui si trovano a vivere in questo periodo, basterebbe leggere la stampa locale o i social network per apprendere la gravità delle lamentele e delle legittime proteste”.

“Cumuli di immondizia a bordo delle strade periferiche e, nostro malgrado, anche delle strade principali e più trafficate, odori nauseabondi e percolati che fuoriescono dai sacchi depositati incivilmente/incautamente dappertutto, gestione inefficiente da parte dell’azienda che eroga il servizio RSU, sono alcuni dei problemi più vistosi che caratterizzano lo stato in cui versa la nostra, ormai è giusto dire “un tempo”, ridente cittadina tirrenica”.

“Si aggiunga a quanto appena evidenziato, a titolo informativo, che i dipendenti dell’azienda che eroga il servizio RSU si trovano a lavorare in condizioni precarie: mancata erogazione di diverse mensilità, automezzi non idonei, stesso numero di dipendenti nel mese di Agosto quando la popolazione fuscaldese raddoppia e quando le attività commerciali, in particolar modo quelle ristorative, avvertono la necessità di un incremento del servizio al fine di evitare di far stazionare presso le proprie strutture ingenti quantità di frazione organica del rifiuto solido urbano (“rifiuto umido”).

In sintesi, attualmente, la raccolta calendarizzata dei rifiuti non riesce ad essere garantita e, come succede da diverse settimane, tante sono le zone non servite!

Siamo da sempre vicini alla nostra popolazione e cerchiamo di rappresentare il mandato conferitoci dagli elettori con abnegazione e serietà, sforzandoci di rappresentare le istituzioni con decoro e nell’interesse esclusivo della collettività.

Per tale ragione non siamo mai sfuggiti alle nostre responsabilità: non siamo al governo locale, ma sentiamo il dovere di dare risposte concrete e di proporre soluzioni”.

“L’intera minoranza consiliare ha innumerevoli volte denunciato quanto sopra descritto attraverso gli strumenti che la legge mette a disposizione dei Consiglieri comunali, ma le svariate richieste, le ripetute interrogazioni consiliari, gli incontri pubblici, i comizi, ed i puntuali interventi in Consiglio comunale sono stati, come di consueto, inascoltati e non compresi da una Amministrazione comunale con evidenti difficoltà a gestire situazioni di rilevante preoccupazione. E mentre da un lato si ignorano tali problemi, di portata sempre maggiore ed allarmante, dall’altro la pazienza dei cittadini ha superato ogni limite consentito provocando un disagio generalizzato di cui ci facciamo interpreti chiedendo il Suo autorevole intervento presso le Istituzioni dello Stato quale massimo responsabile dell’ordine pubblico del nostro territorio, al fine di arginare l’attuale situazione che potrebbe assumere connotati difficili da controllare”.

“Sig. Prefetto – conclude la missiva – siamo certi che anche ad Ella stanno a cuore i cittadini di Fuscaldo, e con essi i proprietari delle attività commerciali e di coloro che a Fuscaldo hanno deciso di trascorre le proprie vacanze ed è per questo che nell’Istituzione che Ella rappresenta noi riponiamo cotanta fiducia e credibilità a favore di questa nostra comunità in evidente crisi di rappresentanza. Voglia accogliere i nostri sentimenti di più alta considerazione”.

Rifiuti"ordinari"

Quel che resta della sagra delle alici?

Pubblicato in Paola

arresto-carabinieriBrillante operazione dei carabinieri della locale caserma di ąmantea diretta dal vice comandante Fabio mandato che si è avvalso anche della preziosa collaborazione della polizia municipale di amantea ed il particolare del vigile Davide casalinuovo che ha collaborato ad individuare con le benedette telecamere del comune di ąmantea la targa dell'auto usata per la rapina. L'auto è stata trovata a fuscaldo dove i carabinieri hanno arrestato il rapinatore che è stato tradotto per ordine del giudice nelle carceri paolane.

Si tratta di un giovane campano dell'età di circa 25 anni. Un giovane pluripregiudicato. In corso la ricerca del Second o rapinatore. I nostri complimenti si cc della locale caserma che pur in pochi riescono ad avere buonissimi risultati(ne parleremo a breve). Complimenti anche alla polizia municipale di amantea ed in ispecie a casalinuovo. Trovata anche parte della refurtiva.

Ormai la Chiesa assume sempre più posizioni politiche.

E’ il caso del parroco di Cariglio-Fuscaldo che durante la messa di Natale , prima della benedizione finale assolve il sindaco Ramundo come denunciato dal capogruppo del “Futuro che vogliamo” Andrea Filella

e le consigliere comunali Carnevale e Trotta, appartenenti al gruppo politico nonchè il capogruppo Leta del movimento popolare “Fuscaldo è noi”

“Probabilmente anche Guareschi si starà rivoltando nella tomba nel vedere che gli attuali Don Camillo e l’onorevole Peppone del Comune di Fuscaldo girano a braccetto. Quanto accaduto nella Chiesa di Cariglio, frazione del Comune di Fuscaldo, durante la messa di Natale ha dell’incredibile, dello straordinario.

Il parroco – riporta ancora la nota – prima della benedizione finale ai fedeli, quindi durante la celebrazione, ha commentato dall’altare le indagini della Procura di Paola che hanno coinvolto il Sindaco Ramundo assolvendolo, sebbene siano ancora da concludere le indagini che lo vedono coinvolto insieme al suo vice sindaco ed all’assessore al bilancio. Ed inoltre, dopo il suo intervento assolutore, il parroco ha invitato il sindaco Ramundo ad esternare a tutti i fedeli presenti la sua innocenza, la sua non colpevolezza, ribadendo quanto quest’ultimo aveva già fatto la sera prima sui social network “.

Alcuni fedeli abbandonano la liturgia

“Siamo stati prontamente informati dai tanti fedeli della parrocchia di Cariglio. Un fatto davvero singolare – è scritto nella nota – che ha destato non solo forte preoccupazione tra i fedeli, che in parte hanno abbandonato la liturgia, ma ha minato alle fondamenta una istituzione come la Chiesa che da sempre si occupa di diffondere la parola del Signore e di predicare umiltà ed invece, in questa occasione e come purtroppo avviene di sovente anche nella messa della Santa Pasqua, assistiamo ad una vergogna senza fine: il Sindaco viene sempre chiamato a parlare sull’altare alla stregua di un alto prelato. Ma ciò che indigna e spaventa, in questa occasione, è la continua ricerca, da parte del Sindaco, di predicare la sua innocenza dappertutto, come se la Chiesa, i social network ed il Consiglio comunale potessero sostituirsi all’aula dei tribunali. Questa volta a prestargli il fianco addirittura un parroco! Come se anch’egli potesse sostituirsi al lavoro di un giudice”.

Ed ancora, “se la parte politica di minoranza, che in ogni caso costituisce metà della cittadinanza, ha ritenuto opportuno mantenere una posizione di attesa delle determinazioni degli organismi giudiziari, accettando e senza entrare nel merito di quanto deciso, come può un rappresentante apolitico per natura, nonché “pastore di anime”, assurgere a giudice di cose umane? Come può un rappresentante della chiesa dare in uso un luogo sacro per politicizzare una situazione giudiziaria che avrà un percorso proprio?”.

“Ormai c’è una contaminazione di sfiducia nelle istituzioni, bisognerebbe agire senza indugio per frenare questo decadimento. Altro che attendersi le dimissioni del Sindaco e della maggioranza. Non vi è nessun commento se non esecrazione per comportamenti ibridi e assurdamente di parte”.

I gruppi consiliari di minoranza ritengono che sia opportuno un doveroso coinvolgimento delle autorità ecclesiastiche al fine di condannare e proibire simili sceneggiate in una chiesa del popolo.

Pubblicato in Alto Tirreno

Per molti è da non credere .

Gianfranco Ramundo sindaco di Fuscaldo ha aperto l’ufficio di Babbo Natale( vedi foto)

Ma non basta.

Amantea vince Fuscaldo, anzi stravince.

 

 

 

Mario Pizzino e l’assessore Ciccia Caterina ne fanno due!

Non solo fanno la casetta di Babbo Natale, ma anche quella della Befana.

E’ così che Amantea si proietta verso il futuro!

Vero?

Pubblicato in Paola

Visto che a Fuscaldo il sindaco Ramundo e i suoi “seguaci” ancora festeggiano la scarcerazione del soggetto e vanno cianciando che l’inchiesta della procura di Paola è stata “smontata”, stiamo proponendo ai nostri lettori e all’opinione pubblica le parti salienti delle accuse di corruzione e peculato nei confronti del soggetto. Che prima o poi daranno vita ad un processo, al quale non si chiede la “reclusione” in carcere di Ramundo ma la sua (sacrosanta!) interdizione dai pubblici uffici per il semplice motivo che è un sindaco corrotto, come viene ampiamente dimostrato dai magistrati di Paola. A partire dall’affare della gestione del depuratore, affidata per oltre cinque anni (!!!) in regime di prorogatio e senza gara alla stessa ditta “amica”, salvo poi predisporre un bando soltanto dopo l’intervento della Guardia di Finanza negli uffici comunali e attraverso falsità su falsità, tra l’altro tutte dimostrare con fonti di prova inoppugnabili (http://www.iacchite.com/fuscaldo-tutte-le-bugie-di-ramundo-laffare-depuratore-e-il-provvidenziale-arrivo-della-finanza/).

Ma vi è anche un altro profilo di falso che riguarda le delibere del sindaco di Fuscaldo a favore della società Impec Costruzioni per la gestione del depuratore, poiché Gianfranco Ramundo attestava falsamente che “a tutt’oggi, circa l’affidamento del servizio, è in corso uno studio di appalto consortile su finanziamento regionale”. Queste affermazioni, analogamente a quelle contenute nelle precedenti ordinanze, sono risultate non corrispondenti al vero, poiché la documentazione acquisita presso l’amministrazione comunale nonché le sommarie informazioni testimoniali rese in data 15 dicembre 2017 da Domenico Maria Pallaria, dirigente generale del Dipartimento di Presidenza della Regione Calabria, già dirigente generale del Dipartimento Lavori Pubblici, e per un periodo dirigente generale del Dipartimento Ambiente, hanno clamorosamente smentito le mendaci affermazioni del sindaco di Fuscaldo, dimostrando che nessuno studio di appalto consortile era in atto o comunque previsto e programmato presso la Regione Calabria e che, in ogni caso, nessun Consorzio di Comuni potesse derogare alle norme in materia di appalti.

Ma ecco cosa afferma testualmente il dirigente Pallaria: “Per quanto di mia conoscenza e competenza non vi è alcun finanziamento per lo studio di appalto consortile per la gestione del servizio di depurazione. Mi preme altresì evidenziare che qualora fosse stato previsto un finanziamento, lo stesso non poteva derogare le norme sull’affidamento degli appalti e quindi il Comune avrebbe dovuto, poiché di sua competenza, esperire una gara ad evidenza pubblica”.

E ancora, la consapevolezza dell’illiceità della propria condotta da parte del sindaco, si desume ulteriormente da una conversazione del 4 gennaio 2017, ovvero dopo quasi cinque anni dalla prima ordinanza, intervenuta tra il sindaco Gianfranco Ramundo e l’ingegnere Michele Fernandez. Nel corso di tale conversazione, Ramundo si lamenta che dovrà fare un’altra ordinanza e Fernandez lo rassicura dicendogli: “la facciamo breve, di mese in mese” e il sindaco risponde: “Ho capito, però Santo Dio sempre ordinanze sono! Porca puttana, Santo Dio!”. In tale conversazione emerge con assoluta certezza che il sindaco è ben consapevole della illiceità della condotta posta in essere.

Tale conversazione, lungi dallo scriminare la posizione del sindaco, la aggrava, se solo si pensa al fatto che essa è intervenuta appena quattro giorni dopo la scadenza dell’ultima ordinanza, avvenuta appunto il 31 dicembre 2016, e comunque in data successiva all’intervento della Guardia di Finanza di Paola presso gli uffici comunali di Fuscaldo avvenuto il 6 luglio 2016. E’ altamente probabile che in assenza dell’intervento della Guardia di Finanza, la condotta fraudolenta si sarebbe protratta senza alcuna remora.

Nessun dubbio, dunque, circa l’utilizzo del mezzo fraudolento posto in essere dal sindaco nell’adozione delle ordinanze attraverso un macroscopico mendacio. A tale proposito, la giurisprudenza di legittimità ha affermato che “nel reato di turbata libertà degli incanti, la “collusione” va intesa come ogni accordo clandestino diretto ad influire sul normale svolgimento delle offerte, mentre il “mezzo fraudolento” consiste in qualsiasi artificio, inganno o menzogna, concretamente idoneo a conseguire l’evento del reato, che si configura non soltanto in un danno immediato ed effettivo, ma anche in un danno mediato e potenziale, dato che la fattispecie si qualifica come reato di pericolo“.

Nel caso di specie, è evidente come il mezzo fraudolento sia integrato proprio dalle false affermazioni del sindaco di Fuscaldo, poste in essere artificiosamente allo scopo di fornire una apparente legittimità alle ordinanze contingibili ed urgenti.

E – naturalmente – non è finita qui. 2 – (continua)

Da Iacchite - 26 novembre 2018

Pubblicato in Paola

Fuscaldo Lo scorso 5 novembre era stato arrestato nell'ambito dell'Operazione Merlino, adesso il sindaco di Fuscaldo, Gianfranco Ramundo è tornato in libertà.

Lo ha deciso il Tribunale del riesame.

La notizia, è scritto in una nota, «è stata accolta con grande soddisfazione dai familiari».

Ramundo stava facendo lo sciopero della fame da alcuni giorni per affermare la sua innocenza di fronte, aveva scritto in una nota due giorni fa, «ad una grave ingiustizia subìta.

Un atto gravemente ingiusto, un’accusa tutta da provare, che ha portato ad una misura cautelare in carcere, che sta privando della libertà una persona innocente».

Il sindaco aveva anche sostenuto che le accuse mosse nei suoi riguardi non erano corruzione e peculato, ma «falso ideologico a causa di ordinanze contingibili ed urgenti firmate per consentire la gestione del depuratore, in attesa dell’espletamento di un bando europeo, che, per vicissitudini burocratiche, che ho avuto già modo di illustrare e spiegare in sede di interrogatorio, non poteva essere redatto nei tempi sperati».

Pubblicato in Paola

Restano associati alla misura cautelare applicata al momento degli arresti tredici delle quattordici persone finite nella rete dell’operazione Merlino. Unica eccezione, l’imprenditore paolano Salvatore Montanino che – assistito dagli avvocati Vincenzo Fedele

e Pier Francesco Perri – s’è visto commutare gli arresti domiciliari in una meno afflittiva misura consistente nell’interdizione, per 10 mesi, dell’attività imprenditoriale presso la pubblica amministrazione.

Dietro le sbarre, per quanto concerne l’amministrazione comunale del comune tirrenico, rimangono il sindaco Gianfranco Ramundo, il vicesindaco Paolo Cavaliere, l’assessore Paolo Ercole Fuscaldo e il “Merlino”, Michele Fernandez, i cui “magheggi” non hanno assolutamente convinto la Giudice per le Indagini Preliminari (Gip) Maria Grazia Elia.

Malgrado lo sciopero della fame e la volontà a rimanere formalmente alla guida del comune per dimostrare la propria innocenza, la posizione del primo cittadino fuscaldese – difeso dagli avvocati Giuseppe Bruno, Nicola Carratelli e Armando Sabato – resta quella cristallizzata nelle 160 pagine dell’ordinanza sottoscritta dal capo della Procura di Paola, Pierpaolo Bruni, e dai sostituti Antonio Lepre e Teresa Valeria Grieco.

Come già anticipato, l’intenzione di tutto il collegio difensivo dei vari reclusi, sarà quella di rivolgersi al Tribunale del Riesame di Catanzaro, perlomeno per tentare di calmierare le misure applicate sinora, tramutandole in misure più lievi come – ad esempio – gli arresti domiciliari.

Ovviamente, se dal Palazzo di Giustizia Paolano è stata assunta questa decisione, vuol dire che è stato attentamente valutato il rischio di reiterazione del reato e la possibilità di inquinamento delle prove, che i soggetti arrestati – non essendosi dimessi dalle loro cariche – avrebbero potuto mettere in atto.

In cella quindi rimangono

RAMUNDO GIANFRANCO, n. a Fuscaldo (CS)., il 12.11.1956, Sindaco Comune di Fuscaldo (CS);

CAVALIERE PAOLO, nato a Fuscaldo (CS) il 14.2.1974, Vice Sindaco Comune di Fuscaldo (CS);

FUSCALDO ERCOLE PAOLO, nato a Vibo Valentia l’1.5.1973, Assessore Comune di Fuscaldo (CS);

FERNANDEZ MICHELE, nato a Cosenza il 16.04.1958, funzionario del Comune di Fuscaldo (CS) e del Comune di Cosenza;

FIDOTTI SALVATORE, nato a Napoli il 23.07.1970, imprenditore;

PERRI ROBERTINO, nato a Cosenza 13.05.1966, imprenditore;

CAPUTO FRANCESCO, nato a Rossano (CS) il 07.11.1962, imprenditore;

CAPUTO ANTONIETTA, nata a Rossano (CS) il 29.07.1986, imprenditore;

RISULEO GIOVANNI, nato a Rossano (CS) il 21.05.1954, imprenditore;

GIOIA SERGIO, nato a Cosenza, il 14.09.1958, professionista;

DE SIMONE LUIGI, nato a Paludi (CS), il 03.10.1965, imprenditore;

MIRABELLI GIANFRANCO, nato a Rende (CS) il 24.12.1954, imprenditore.

Mentre ai domiciliari resta associato DE SANTO MASSIMILIANO, nato a Castrovillari (CS), il 28.05.1965, imprenditore

Da Iacchite - 15 novembre 2018 Gianfranco Ramundo e Paolo Cavaliere

di Francesco Frangella Fonte: Marsili Notizie

Pubblicato in Paola

Leggiamo con viva sorpresa un articolo sul prestigioso Iacchitè. Eccolo:

“A Fuscaldo, il 19 giugno scorso, c’era grande fermento.

Un gruppo di 20 unità di auto con a bordo agenti in borghese, probabilmente della DDA di Catanzaro, aveva effettuato un controllo accurato su tutti i cosiddetti “pennelli di pietra”

da sud a nord della spiaggia di Fuscaldo, messi in posa nell’estate del 2017.

I “pennelli”, che servono a mettere un argine al triste fenomeno dell’erosione costiera, partono da sud in contrada Maddalena e arrivano fino a località Lago a nord di Fuscaldo.

Gli agenti hanno prelevato frammenti di pietre e altra campionatura di materiale vicino alle barriere di pietra, ma hanno fatto anche prelievi di acqua nelle vicinanze degli stessi.

Inoltre hanno fotografato ed effettuato video per verificare la gravità dei reati commessi contro l’ambiente.

L’ipotesi di reato è inquinamento ambientale dovuto alla messa in posa delle pietre dei “pennelli”, posti a difesa della costa o per il contrasto erosione costiera.

Le pietre – a quanto risulterebbe dalle prime analisi – potrebbero avere un livello di radioattività.

La ditta che ha effettuato i lavori di messa in opera è la stessa che ha prelevato le pietre dalla cava posta a monte del fiume Oliva a Campora San Giovanni, luogo da sempre oggetto di indagini, in quanto luogo di deposito sotterraneo del carico di materiale radioattivo e di scarti industriali della Jolly Rosso, la nave dei veleni che si arenò sulla spiaggia di Amantea nel lontano 1991.

Da Iacchite - 10 novembre 2018”

NdR: ?????????????

Pubblicato in Campora San Giovanni
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