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Sappiamo che la commissaria Greco sta cercando in tutti i modi di salvare la tenenza della Guardia di Finanza di Amantea.

 

Ha chiesto i dati del lavoro fatto dai militi della tenenza amanteana per mostrare la sua importanza, anzi la sua indispensabilità.

Ci riuscirà?

Non lo sappiamo. Ma l’importante è che ci provi con impegno e saggezza.

 

Mentre Amantea vive questa situazione leggiamo che Sparta –San Giovanni in Fiore ride.

Infatti è stata inaugurata, alla presenza di autorità civili e militari e della cittadinanza, la nuova caserma, sede della Tenenza della Guardia di Finanza di San Giovanni in Fiore (Cs).

"Un essenziale presidio di legalità - spiega una nota del comando provinciale delle Fiamme Gialle - al servizio dell'intero territorio silano intitolato alla memoria del sottobrigadiere Alfonso Gervasi, decorato con la Medaglia d'argento al Valor Militare per atto eroico compiuto durante la prima guerra mondiale.

 

L'inaugurazione della nuova caserma - e' scritto - ha costituito occasione per riaffermare il forte legame del Corpo della Guardia di Finanza con il territorio silano a tutela della legalità economico-finanziaria, motore e volano di sviluppo economico e sociale.

Il nuovo immobile, di proprietà comunale e concesso in comodato gratuito al Corpo, insiste su un'area complessiva di 1.520 mq. ed e' composto da un corpo di fabbrica, destinato ad uffici ed alloggi.

L'evento - si legge ancora - ha avuto il suo culmine nello scoprimento, da parte del Gen. Gianluigi Miglioli, comandante regionale della Guardia di Finanza, nonchè del Sindaco di San Giovanni In Fiore, S Giuseppe Belcastro, della lapide commemorativa tramite la quale il Corpo ha voluto sancire il suo perenne ricordo per l'atto eroico compiuto nel primo conflitto mondiale dal sottobrigadiere Alfonso Gervasi".

Ma se Amantea-Atene Piange non è vero che Sparta non rida.

Ride e come se ride!

Pubblicato in Cronaca

Un evento straordinario.

A lato del folto pubblico c’era la banda cittadina che allietava gli astanti suonando arie di musiche famose.

Aspettavamo gli amministratori comunali,

 

artefici di questo straordinario evento culturale al quale la comunità dava un altissimo significato.

Dopo il famoso sciopero di protesta conclusosi con la occupazione del municipio, finalmente gli amministratori locali si erano dati da fare ed ora ecco il risultato.

Ma quanto impegno c’era voluto.

Una grossa mano la avevano dato anche le associazioni culturali che si erano prestate addirittura a portare al sole i libri mal messi e pieni di umidità e di muffa( quasi tutti, dopo anni di abbandono), ma che arieggiati e soleggiati ora si presentavano pronti per essere se non letti, almeno, scorsi.

E, con la scusa e l’occasione, le stesse associazioni, man mano che toglievano i libri dall’ossario, ne avevano scritto titoli, autori, editori e quant’altro necessario.

Non solo ma l’amministrazione comunale aveva chiesto alle stesse associazioni di designare un loro rappresentante per costituire un gruppo di lavoro per fare un elenco dei nuovi testi da acquistare per completare la dotazione libraria ferma a qualche decennio fa.

Il gruppo di lavoro era stato guidato, nientemeno che, da Diogene di Sinope detto il Cinico o il Socrate pazzo.

Si proprio quello che era stato, quasi in anonimo, nella città alla ricerca non dell’uomo ma della biblioteca.

Era stata una scelta fortemente voluta dal sindaco.

Ed ora dopo un indefesso lavoro di mesi finalmente il giorno epocale.

Ma ecco arrivare Diogene accompagnato dagli amministratori comunali con al seguito anche politici di vario stile e rango, quelli, cioè, che dalla frequenza della biblioteca avrebbero potuto trarne grande vantaggio.

L’unico sospetto che avevamo era quello se veramente i politici volessero davvero un popolo colto o se preferissero, come avvenuto finora, “Cittadini ignoranti, poco informati, privi di senso critico e quindi disponibili a pane e             circo”.

Sentiamo dire che “avere cittadini ignoranti / poco informati e preparati è un vantaggio per l'establishment (e quindi non è un caso che ci sia questa situazione), ma poi c'è il rovescio della medaglia”.

Ed in questa linea la mancanza di luoghi di cultura , o meglio dove la cultura per chi la vuole può essere gratis, muove nella direzione di chi vuole un popolo ignorante, disinformato, non consapevole , pecora, da menare dove si vuole, da accontentare con un po’ di erba e dal quale succhiare latte fino al macello finale.

Quando affrontavo il problema della biblioteca, cioè del simbolo della cultura possibile, mi capitava di scivolare sulla difficoltà di far accettare ai politici di turno il diritto del popolo alla cultura, quale elemento iniziale del diritto al futuro, alla certezza, alla consapevolezza.

D’altro canto quando leggo come scrive mediamente il popolo, senza rispetto alcuno per la grammatica, è obbligatorio capire che la scuola non educa , o quantomeno non educa tutti, e, comunque, non educa allo stesso modo.

Mi ero distratto. Ci pensò la musica a farmi rientrare in me.

La banda aveva attaccato con l’inno di Mameli appena erano giunti il sindaco con la fascia e gli altri politici locali, regionali e nazionali che si muovevano regali, quasi altezzosi, a precedere il popolo verso la porta della nuova biblioteca sulla quale stavano due belle ragazze che tenevano in mano, ognuna un lato di una fascia tricolore , mentre una terza aveva in mano un cuscinetto morbido sul quale era posata una forbice che doveva permetterne il taglio.

Diogene che non conosceva l’inno rimase sorpreso.

Poi finalmente entrammo.

Nella prima stanza a sinistra c’era il Bancone dei prestiti dove è possibile accedere a 5 PC che contengono l’elenco tematico dei testi, accessibile anche per autore o titolo con gli addetti alla consegna.

Dal lato opposto due addetti occupati nella digitalizzazione dei testi ed alla immissione nel web.

Davanti si intravvedeva un lungo corridoio che iniziammo a percorrere.

A destra ed a sinistra due stanze, una sala lettura ed una visione.

Due lunghi tavoli con comode poltroncine, uno destinato alla lettura “palpata” dei testi, cioè di quelli fisici, l’altro alla lettura visiva a mezzo di numerosi PC.

Da qui sarebbe stato possibile, appena Diogene fosse potuto ritornare, accedere ai patrimoni delle altre biblioteche digitalizzate.

Dopo, una stanza più piccola destinata alle favole per bambini. Qui un addetto intratteneva i bambini raccontando loro favole tratte dai libri e da questi proiettava anche alcune immagini.

Dal lato opposto gli uffici.

Ancora più avanti a destra ed a sinistra le sezioni tematiche della biblioteca.

Dovetti percorrere tutto il corridoio per trovare quello che mi interessava particolarmente, la sezione di storia patria.

Storia mondiale, storia italiana, storia regionale, storia locale.

Amantea al tempo dei Greci, Amantea al tempo dei romani, I Bizantini, Gli arabi, i Normanni, gli Angioini , gli Aragonesi, e via di seguito fino all’ultimo : Amantea nel terzo millennio .

Libri, stampe, disegni, testi mai visti prima…….

Avvertii una lieve vertigine e mi parve di cadere in un pozzo senza fine.

Così mi svegliai.

Era stato un sogno, un bel sogno, niente di più.

Amantea 25 aprile 2016. Anche se il tempo non ha ac compagnato con favore la manifestazione e se la stessa si è svolta in un luogo non agevole, la presenza di Amanteani ed ospiti di Amantea non è stata di poco conto.

 

Una presenza sorretta dalla curiosità di vedere la vecchia chiesa e dalla voglia di riappropriarsene.

In molti ci siamo arrampicati sulle pendici del castello per ammirare i ruderi ristrutturati della chiesa trecentesca di San Francesco d’Assisi.

Purtroppo, almeno al momento, la unica strada di accesso è la vecchia via San Francesco quella che parte da Via Indipendenza ed arriva esattamente ai ruderi della chiesa medievale.

Quanto prima però - e l’assessore Tempo si è impegnato ad attendervi prima possibile- sarà riaperta la più agevole via che passando a lato del palazzo Mirabelli porta alla chiesa ed anche al castello.

 

Ma, invero, la stradetta percorsa stamattina è realmente pregevole sia sotto l’aspetto paesaggistico, che sotto quello storico, che sotto quello culturale.

Lungo il percorso, ripreso ed addirittura in talune parti rimodulato, si snodano i resti di 4 antiche grotte rupestri che costituiscono, con quella bellissima lato sud , il cuore dei primi insediamenti degli eremiti ed in prosieguo dei monaci basiliani.

Ce ne sono altre ma sono , al momento, inaccessibili e riteniamo inopportuno parlarne.

Diverse le sorprese, alcune positive, altre un po’, o molto meno.

 

Ne avevamo già scritto ma ci sembra opportuno ricordare che gli scavi hanno permesso di conoscere meglio come era la chiesa francescana.

E soprattutto il suo orientamento est ovest con apertura ad occaso.

Gli scavi non sono stati completati ed i resti della chiesa sono ancora riversi sul suo impiantito.

Né sono stati rimossi i grossi massi di pietra caduti o scivolati per via del crollo dalla soprastante collina e che coprono gran parte dell’abside.

Un app però realizzato grazie al volo di un drone ed alle vecchie foto e stampe ha permesso ai tecnici di ricostruire la chiesa nei suoi volumi e nelle sue principali facciate.

Un lavoro pregevole ed ancora da apprezzare.

Ovviamente i tecnici per permettere l’accesso ai ruderi hanno realizzato una gradinata che non è mai esistita.

Essa va intesa come un elemento necessario per quanto storicamente anomalo

D’altro canto il vero accesso – come tanto altro, invero- continua a restare un mistero.

Un mistero dove siano finite le colonne del chiostro ,colonne di cui resta solo un mozzicone.

Un mistero l’accesso alle celle dei monaci.

Un mistero la fine dei pavimenti.

E così la chiesa di San Francesco continua a restare avvolta nel mistero sia sotto il profilo storico che architettonico

Nessuno che provi a spiegarci cosa ci fosse sotto l’attuale chiesa prima della sua costruzione, la stessa data di costruzione ( esistono varie ipotesi ma nessuna documentata), la logica della nascita delle tombe nella roccia esterne alla chiesa, dei gradini di accesso alla torre, eccetera.

Soprattutto il rinvenimento della testa del dio sole rinvenuta da me e dal buon Massimo Ruggiero , perfettamente simile a quella presente nella chiesa di San Bernardino ed ora ivi deposta.

Nessuna tutela infine delle immagini presenti nel chiostro e da me segnalate alla soprintendenza di Cosenza.

Aspettiamo comunque le due relazioni storiche ed archeologiche che dovranno corredare gli atti di colludo.

Proprio per rimediare a queste carenze suggeriamo all’amministrazione comunale di “viaggiare alta” e per esempio di invitare a completare gli studi sulla chiesa, almeno, coloro che nel tempo di essa si sono interessati.

Parlo dei docenti della II università di Napoli, del professor G Vannini, del Dr E. Donato, della d.ssa Cristina Tonghini, della d.ssa Adele Bonofiglio dei Beni Culturali e di quanti altri essa ritenga.

Giuseppe Marchese

 

 

San Francesco da Paola, patrono della frazione di Campora SG ha contribuito certamente al realizzarsi del sogno dei camporesi di vedere completata la nuova scuola materna il cui iter iniziato sotto la precedente amministrazione è stato complesso e difficile.

Un doppio miracolo se si tiene conto che per il bene dei bambini c’è stato un confronto pressoché costante con le loro mamme ed i loro papà e, soprattutto, che molte delle indicazioni suggerite sono state accolte.

Ma ecco il comunicato stampa emanato in merito dall’amministrazione comunale:

“Verrà inaugurata sabato 12 settembre alle ore 10 la nuova scuola materna di Campora San Giovanni. L’edificio, strutturato su un unico piano, si compone di aule e di ampi spazi soleggiati. I bambini, inoltre, potranno godere di un giardino recintato costellato di alberi d’ulivo che conferiscono all’intero sito un atmosfera di pace e di serenità.

«L’inaugurazione della scuola – spiega l’assessore con delega all’istruzione Emma Pati – è stata programmata di concerto con la dirigenza scolastica e gli organi competenti per il prossimo 12 settembre. La data è stata determinata per consentire poi l’avvio delle normali attività didattiche il lunedì successivo. I maestri, i bambini e soprattutto i genitori potranno apprezzare in anticipo quelle che sono le peculiarità dello stabile. Del resto il confronto con le mamme ed i papà, soprattutto in questi ultimi mesi, è stato pressoché costante e molte delle indicazioni suggerite sono state accolte, nella consapevolezza che il bene dei bambini è la priorità del corretto agire da parte dell’amministrazione. Abbiamo la certezza di aver creato un luogo idoneo alla crescita dei pargoli e che riesce ad offrire ai genitori la serenità necessaria per dare forma e sostanza alla prima fase di apprendimento scolastico».

«L’apertura della scuola materna di Campora San Giovanni – rimarca il sindaco Monica Sabatino – è un simbolo di speranza per la comunità tutta. Abbiamo portato a compimento un iter complesso e difficile, avviato durante la precedente consiliatura ed offriamo alla collettività una struttura moderna e funzionale dove i bambini potranno giocare ed apprendere in tutta sicurezza. Dal punto di vista strettamente politico non nascondo la mia personale soddisfazione. La maggioranza ha seguito compatta l’andamento dei lavori e gli adempimenti burocratici necessari. Adesso possiamo gioire tutti insieme per aver completato una parte molto significativa del programma presentato agli elettori. La scuola materna è lo specchio del nostro agire, improntato alla chiarezza ed alla concretezza, ma soprattutto dimostra l’interesse e la vicinanza per Campora San Giovanni. Una comunità che da troppo tempo aspettava questo momento».

Pubblicato in Campora San Giovanni

Dal 18 al 25 agosto 2014, l’artista e maestro del vetro Silvio Vigliaturo esporrà una collezione di circa 30 opere, tra dipinti e sculture in vetro, nella suggestiva cornice del quattrocentesco Chiostro del Conventuale di San Bernardino da Siena, ad Amantea.

La mostra, intitolata Segno Pittura Scultura, offre un efficace sunto della produzione artistica più recente di Vigliaturo, spaziando all’interno di essa, sia in ambito scultoreo che pittorico, e presentando degli esempi di opere delle dimensioni più varie.

Le sculture in vetro, che hanno reso famoso l’artista a livello internazionale, vanno dai 60 centimetri agli oltre 2 metri di altezza, ma tutte, indistintamente, portano in esse gli inconfondibili tratti sinuosi ed eleganti che fanno da cornice a una vera e propria esplosione di colori vibranti.

La mostra è stata inaugurata dal sindaco Monica Sabatino presente anche la consigliera comunale Elena Arone ieri 18 agosto proprio in occasione della Notte Bianca.

Visti Il dr Arone e signora, il dr Sabatino Giuseppe e signora, il prof Vincenzo Segreti, Il giornalista Pastore della GdS.

Dopo la inaugurazione un rinfresco per gli ospiti.

Le opere di Silvio Vigliaturo fanno parte di numerose collezioni pubbliche e private a livello internazionale.

Nel 2006, il MACA (Museo Arte Contemporanea Acri) dedica 11 delle sue 30 sale a una collezione permanente di oltre 200 sue opere, tra dipinti, sculture e disegni.

Nel 2011 è invitato a partecipa al Padiglione Italia della 54° Biennale di Venezia.

Nel 2013 ha preso parte alla mostra celebrativa dei 50 anni del movimento Studio Glass tenutasi all’Orlando Museum of Art, in Florida, che annovera i più importanti esponenti mondiali della scultura in vetro contemporanea.

Con queste opere Silvio Vigliaturo, è libero di esprimere la sua creatività e di garantire al vetro piena dignità nel ruolo di mezzo espressivo per l'arte.

Questo ruolo l'aveva intuito contemporaneamente ad altri pionieri dello Studio Glass contemporaneo e prima di molti altri, che solo in seguito l'hanno compreso e fatto proprio. Senza nessuna predeterminata logica di scuola o di corrente, egli appartiene a pieno titolo al movimento Studio Glass perché ne ha vissuto ed applicato i principi, contribuendo al radicale rinnovamento dell'arte del vetro.

La mostra resterà aperta fino al 25 agosto

L’ingresso è libero

Pubblicato in Cronaca

Straordinario “parterre de roi”, stamattina 21 dicembre, in Via Dogana in occasione della inaugurazione della Scuola dell’Infanzia completamente rimodulata.

Un parterre nel quale erano annoverati il sindaco ff Michele Vadacchino, la presidente del consiglio Monica Sabatino, l’assessore Sante Mazzei, il consigliere Vincenzo Pugliano, il consigliere Mario Pizzino, il consigliere Gianfranco Suriano, il consigliere Antonio caratelli( questi ultimi due erano all’esterno dell’asilo nido, defilati)

Ma protagonisti della inaugurazione sono state le maestre, le mamme ed i papà ( abbiamo visto anche qualche nonno) insieme ai bambini della sezione di Scuola materna che dal 7 gennaio vi sarà ospitata in attesa che si apra anche l’asilo nido.

Si tratta di una struttura, prossima al centro cittadino, ma lontana dai rumori del centro stesso, che è sicuramente un piccolo capolavoro di tecnica e professionalità dovuto alla qualità dell’architetta Tarquinia Alfano ed al suo assistente geometra Alfio Franco. La struttura da circa 35 anni ha ospitato la scuola materna, ma oggi è stata totalmente ristrutturata e ampliata con un nuovo corpo che nel breve periodo funzionerà come asilo nido ecocompatibile.

Giustamente orgogliosi gli amministratori.

Dopo la benedizione di padre Francesco Celestino quotidianamente impegnato sin dalle ore notturne nella novena natalizia , hanno preso la parola .

-il sindaco ff Michele Vadacchino che ha evidenziato la attenzione che questa amministrazione ha inteso dare al mondo della scuola .

- la presidente del consiglio Monica Sabatino ha ringraziato quanti si sono impegnati per la realizzazione dell’opera, dall’architetta Tarquinia Alfano, al geometra Franco, all’ingegnere Lorelli, al personale comunale ( hanno ripreso le colonne di c.a., ripitturato la recinzione, ripulito il giardino, eccetera) ed ha dichiarato :”Come promesso procediamo all’inaugurazione della Scuola dell’Infanzia, che ospiterà i bambini delle due sezioni che dal 2011 hanno frequentato il plesso del Manzoni. Apriamo fin da subito la scuola dell’infanzia in attesa di completare le procedure burocratiche che ci consentiranno di attivare il primo asilo nido comunale consapevoli dell’importanza di questo servizio necessario anche per il reinserimento al lavoro delle mamme che oggi più che mai si vedono costrette a contribuire al sostentamento della famiglia “.

A latere riceviamo e pubblichiamo la nota stampa del   Consigliere comunale dell’UDC Gianfranco Suriano, il quale ha dichiarato :

“Con riferimento alla realizzazione della nuova Scuola dell’infanzia che a breve diventerà asilo nido comunale di Amantea, mi corre l’obbligo di ringraziare la Regione Calabria, nella persona dell’ex Consigliere Regionale e Assessore ai Servizi Sociali Stillitani per la disponibilità e la sensibilità mostrata nei confronti della nostra Comunità.

Un ringraziamento va anche all’Ing. Franco Lorello del Comune di Amantea per il grande lavoro svolto insieme all’Architetto Tarquinia Alfano, oltre che al servizio manutentivo del nostro Ente che con grande abnegazione è riuscito ad effettuare gli ultimissimi lavori.

Infine, un grazie di cuore all’amico Roberto Occhiuto, ex parlamentare, sempre vicino alle fasce più deboli e pronto a dare risposte concrete per alleviare il disagio di chi è in difficoltà.” G Suriano.      

                                                                                                                                                            

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