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Dopo il successo di Paolo Belli con la sua big band di dodici musicisti, bagno di folla anche per Raf in chiusura della due giorni con la grande musica dal vivo a Paola, la Città di San Francesco.

Oltre quindicimila persone hanno invaso Piazza IV Novembre e

 

tutto il suggestivo centro storico per l’atteso evento predisposto dal Comune per i festeggiamenti di San Francesco, fondatore dell’ordine dei Minimi, nato proprio a Paola.

L’organizzazione è stata curata dalla Show Net di Ruggero Pegna, che ha inserito l’evento in “Fatti di Musica”, la trentunesima rassegna del Miglior Live d’Autore.

In due ore di concerto, Raf ha eseguito tutti i suoi grandi successi, accompagnato dal coro di un pubblico che non si è lasciato intimidire neppure dalla pioggia che ha accompagnato i primi brani del concerto.

Uno dietro l’altro, Raf ha sfoderato tutte le perle della sua ricca discografia che ha all’attivo ben tredici album e innumerevoli hit, da “Self Control” dell’album degli esordi del 1984, all’intramontabile “Cosa resterà degli anni 80’”, da “Battito animale”, con cui si è aggiudicato il Festivalbar 1993”, al successo del Sanremo 2015 “Come una favola”, tratto dall’ultimo album “Sono io”.

Con la cornice scenografica di una parete di led ed effetti luminosi e il sostegno di un’ottima band, Raf ha entusiasmato i suoi fan arrivati da ogni angolo della regione fino alle ovazioni conclusive e ai diversi bis.

Un grande successo di pubblico e partecipazione ha premiato l’impegno dell’Amministrazione Comunale, guidata dal sindaco Basilio Ferrari e dal suo vice Francesco Sbano, che ha voluto abbinare ai festeggiamenti religiosi, in corso nello splendido Santuario sito sulla collina paolana, anche due grandi serate di musica dal vivo nel centro storico.

Paolo Belli e Raf hanno incantato, sedotto e trascinato il numeroso pubblico con due concerti strepitosi, impeccabili anche dal punto di vista organizzativo, che resteranno indelebili nella memoria di chi ha partecipato, cantando e ballando.

Una edizione 2017 dei festeggiamenti di San Francesco certamente tra le più riuscite ed apprezzate, in una Città che, insieme all‘inscindibile legame con il suo santo venerato in tutto il mondo, ha riscoperto l’emozione di essere una delle più splendide e accoglienti località turistiche della Calabria.

“Fatti di Musica”, dopo la parentesi paolana, si sposterà allo Stadio San Vito di Cosenza, dove dal 23 al 25 giugno andrà in scena per la prima volta nel capoluogo silano l’originale Notre Dame De Paris, l‘opera dei record.

Pubblicato in Paola

Spari-in-strada-682x445Continua la solita triste cronaca tutta Calabrese, quella che parla di criminalità organizzata, di controllo del territorio, di fazioni, di faide e di contrabbando di stupefacenti.

Di pochi giorni fa la notizia di un arresto da parte delle forze dell’ordine impegnate nella città di Diamante, che avevano sorpreso in una delle strade del centro storico un trentaseienne impegnato a spacciare cocaina a due donne segnalate alla prefettura di Cosenza quali assuntrici di stupefacente.

Adesso tocca alla città di Cetraro, ribaltare alle cronache per il ritrovamento di una ingente quantità di sostanza narcotica rinvenuta tra le mani di due uomini durante un controllo mirato delle forze dell’ordine avvenuto in località Malvitani, sopra la località “San Francesco” a Cetrato appunto.

Si apprende, infatti, che l’operazione, è riuscita grazie all’intelligence dell’Arma, insospettita dai continui spostamenti nella zona del lametino, un buon esempio di combattimento serio al crimine ed al riciclaggio di denaro attraverso lo spaccio per l’appunto.

Il cerchio della cronaca malavitosa si chiudo con la misteriosa, quanto inusuale sparatoria avvenuta in una zona molto trafficata di Paola (Via Nazionale), il tutto in orario pomeridiano di un giorno feriale.

Il tutto infiocchettato per assurdo da uno stile in pieno action movie, con tamponamenti a bordo di fuoristrada e spari in pieno centro, tra il panico generale dei malcapitati cittadini nei pressi della zona.

Una volta raccolte le versioni da parte dei testimoni, le forze dell’ordine sembrano indirizzate all’ipotesi del racket del “pizzo” ed all’ipotesi di una ripresa delle ostilità tra i clan di Paola e Fuscaldo.

Pubblicato in Paola

Festa di San Francesco: Ciò che è successo, ha sia del grottesco che del surreale.
FurtoCorrente

Secondo le informazioni raccolte infatti, nei giorni scorsi alcune soffiate giunte alla caserma dei carabinieri di Amantea raccontavano di alcuni venditori ambulanti (un paio a quanto ci risulta) che in vista dei preparativi per la festa di San Francesco in corso presso la frazione di Campora San Giovanni avrebbero tentato di collegarsi alla rete elettrica pubblica, cercando di camuffare il tutto con teli di fortuna.

I due, raggiunti ieri in mattinata dagli uomini dell’arma, sono infine stati denunciati per “tentato furto”. All'arrivo dei carabinieri sul posto indicato è risultato evidente l’allaccio abusivo alla rete elettrica pubblica.
Un plauso va fatto alle forze dell'ordine per questa ennesima dimostrazione di attenzione a quanto accade sul nostro territorio

Pubblicato in Primo Piano

lecce

Piccola guida su cinque cose da non perdere in vacanza a Lecce

Da qualche tempo a questa parte, forse grazie anche alla crisi economica, gli italiani hanno iniziato a porre maggiore attenzione al proprio paese e alle attrattive innumerevoli che contiene. Storia, arte, bellezze naturali vengono di anno in anno sempre più valorizzati da novità ed eventi culturali, organizzati non solo per sedurre i turisti stranieri, ma per far al contempo riscoprire agli italiani un patrimonio a lungo dimenticato.

Fra le molte città d’arte, quella di Lecce occupa un posto non di poco conto; patria del barocco leccese, non manca tuttavia di opere d’arte e architettoniche d’epoche risalenti all’età greco-romana: il primo, infatti, s’impose a Lecce solo nel ‘600, con la dominazione spagnola, soppiantando lo stile classico che prima imperava e lasciando aperte le poste alla creatività, all’armonia e alla fantasia: e fu così che il dorato colore del calcare leccese, caldo e avvolgente, s’arricchì nelle molteplici fogge conferitegli dagli scalpelli di abili mani artigiane, in decori sgargianti che abbelliscono gli edifici del centro storico.

Benché la località meriti almeno tre giorni di sosta, per esser ben goduta, qualora si fosse costretti ad una visita “mordi e fuggi”, sarebbe comunque consigliabile non perdere le vere e proprie perle della città, da vedere assolutamente:

1) Il Duomo di Lecce

Se si è appassionati d’architettura o, più semplicemente, s’apprezzano le atmosfere barocche, allora non si deve assolutamente perdere un giro per le vie del centro storico di Lecce, la Signora del Barocco.

Entrando attraverso Porta Napoli, voluta da Carlo V, si accede alla città vecchia, fatta di vicoli suggestivi e botteghe artigianali, circondati da guglie, portali, chiese e monumenti dal fascino elegante e suggestivo. E certo, il Duomo di Lecce spicca fra tutte le possibilità: luogo assai scenografico, è da sempre stato il cuore pulsante della vita civile e religiosa della città, con la Cattedrale di Maria SS. “Assunta”, edificata nel 1144 e poi ricostruita nel 1659 da Giuseppe Zimbaldo. In occasione di questa ricostruzione, lo stesso architetto leccese fece edificare anche la torre campanaria di cinque piani sulla cui sommità fu posta la statua di Sant’Oronzo, protovescovo e patrono della città, affiancato dai compatroni S. Giusto e S. Fortunato.

Annessi alla Cattedrale vi sono poi le altre due grandi strutture ecclesiastiche, il quattrocentesco Palazzo Vescovile e il Palazzo del Seminario, del 1700, oggi adibito a Museo diocesano dell’Arte Sacra nonché Biblioteca Innocenziana e Archivio storico diocesano.

2) L’anfiteatro romano

L’anfiteatro romano è probabilmente la più importante testimonianza di epoca romana presente a Lecce, assieme al teatro romano.

L’edificio, che ai tempi del suo fasto poteva ospitare fino a 2000 spettatori, fu realizzato nel secondo secolo d.C. e poi sepolto interamente dalle macerie prodotte dai vari terremoti e devastazioni che colpirono la città nel corso del tempo. Riportato alla luce agli inizi dello scorso secolo, a seguito di minuziose operazioni di recupero, oggi è visibile solo per un terzo della sua dimensione complessiva, mentre il resto rimane sepolto e celato al disotto di piazza Sant’Oronzo.

L’architettura dell’Anfiteatro, tipicamente romana, è caratterizzata dalle arcate che ne sorreggono gli spalti nella consueta struttura autoportante e i bassorilievi e le statue (tra cui la statua della dea Minerva) sono oggi esposte presso il Museo Castromediano.

Con la sua riscoperta e ristrutturazione, l’anfiteatro romano di Lecce ha ripreso vita e ad oggi ospita rappresentazioni teatrali ed eventi artistici.

3) Piazza Sant’Oronzo

L’antica piazza del mercato di Lecce, oggi Piazza Sant’Oronzo, è la piazza principale della città nonché una delle più antiche, come testimoniano i numerosi edifici che la circondano, figli d’epoche e stili fra loro differenti ma armoniosamente disposti. Nel 1656 fu dedicata a Sant’Oronzo qual gesto di gratitudine nei suoi confronti poiché, dice la storia, fu lui a salvaguardare la popolazione leccese dalla pestilenza che si era abbattuta sul Regno di Napoli. A memoria della grazia ricevuta, la popolazione pose sulla quale un’alta colonna nella piazza poi pose la statua bronzea del santo che, con gesto benedicente, ricorda ai cittadini la sua costante vigilanza e protezione.

Sempre presso la piazza, come già accennato, si rovano i resti visibili dell’anfiteatro romano, ed il Palazzo Sedile (o semplicemente Sedile), ex palazzo municipale oggi adibito a centro espositivo, e due chiese, la Chiesa di San Marco e la Chiesa di Santa Maria della Grazia. Al centro della piazza, poi, la pavimentazione è ornata da un grande mosaico raffigurante lo stemma della città: una lupa sotto un albero di leccio sormontato da una corona a cinque torri.

4) Il Castello di Carlo V

Sempre nei dintorni di Piazza Sant’Oronzio si trova il Castello di Lecce, voluto da Carlo V nel 1539.

Fondato su due costruzioni preesistenti (abbattute durante l’edificazione del castello) si compone di due strutture concentriche separate da un cortile interno e quattro bastioni (due dei quali dedicati rispettivamente alla Santa Croce e alla Santa Trinità, cui precedentemente erano dedicate il Monastero e la Cappella fatte abbattere per la costruzione del forte).

Il castello per molto tempo svolse un importante ruolo di difesa e protezione del territorio, divenendo poi luogo adibito alla rappresentazione di spettacoli musicali e teatrali e poi ancora riacquistò funzione militare divenendo una caserma e distretto militare.

Oggi il castello è proprietà del Comune e sede dell’Assessorato alla cultura ed utilizzato come centro espositivo per mostre e manifestazioni.

5) Basilica di Santa Croce e Abbazia di Santa Maria di Cerrate

In fine, non bisogna perdersi uno dei complessi maggiori della città, autentico simbolo del barocco leccese: la Basilica di Santa Croce con l’annesso Convento dei Celestini.

Decorazioni opulente sulla facciata principale e nell’interno delle sue navate, sono opera di tre architetti, i più grandi architetti salentini, che vi lavorarono tra XVI e il XVII secolo, riuscendo a fondere armoniosamente, come mai prima di allora, elementi rinascimentali con la ricchezza del barocco, regalando alla città il suo gioiello architettonico principale.

La facciata principale, bellissima, è divisa in tre livelli: la parte inferiore è di stile rinascimentale, presentante l’arcata maggiore col grande portone d’accesso, e quelle laterali sulle cui sommità si trovano gli stemmi dell’ordine celestino e della Santa Croce, mentre sul portale maggiore spicca lo stemma di Filippo III di Spagna.

La seconda parte del frontone, invece, è dominata dal grande rosone centrale in stile romanico affiancato dalle statue di San Celestino e San Benedetto.

Sulla sommità, in fine, è posto il timpano con il trionfo della croce, cui la basilica è dedicata.

All’interno della basilica, inoltre, di grande rilievo è la cappelletta dedicata a San Francesco, riccamente decorata con affreschi riguardanti episodi della vita del santo e ritenuta una delle massime espressioni del barocco leccese.

Al pari della Basilica è l’Abbazia di Santa Maria di Cerrate. Di qualche secolo più antica rispetto la Basilica, l’Abbazia fu eretta nel XII secolo per volontà di Tancredi d’Altavilla nel luogo in cui ebbe una visione della Vergine tra le corna d’una cerva (da qui il nome di Cerrare, da Cervate).

Dopo esser stata saccheggiata nel 1711 e lasciata all’abbandono, è stata poi ripresa e restaurata in torno alla fine degli anni ’50 del secolo scorso, e pur privo delle bellezze che la ornavano, non ha mai perso però il suo fascino, grazie anche alla presenza degli affreschi duecenteschi che ne decorano gli interni.

Pubblicato in Mondo

camporaFelicità per come si sono svolte le celebrazioni in onore di San Francesco di Paola, ma anche tempo di bilanci per un’estate che ha visto in prima linea le associazioni e i comitati cittadini.

L’assessore Gianluca Cannata mostra la propria soddisfazione non solo per l’affluenza di gente che ha caratterizzato la tre giorni di festa dedicata al Santo Patrono della Calabria, ma anche l’intera stagione che tra luglio e agosto non ha lesinato di certo emozioni.

«La comunità di Campora San Giovanni – spiega Cannata – ha mostrato nuovamente compattezza e spirito di aggregazione. Le associazioni ed i comitati hanno lavorato fianco a fianco programmando un calendario di eventi complementare a quello del capoluogo che ha completato l’offerta ludica della città. Il plauso più grande va ai volontari dell’Aquilone, della Pro loco di Campora San Giovanni, dell’Aics no limits e di Vivo alternativo. Ognuno di loro non ha soltanto rinunciato ad una parte rilevante del proprio tempo libero, ma ha fatto in modo che le nostre risorse turistiche, gastronomiche e commerciali venissero veicolate al meglio tra la gente e con la gente. L’Aics ha riscosso successo e consenso con lo spettacolo di cabaret degli Arteteca e le performance di Mimmo Cavallaro e Nello Iorio; la Pro loco ha organizzato al meglio il Festival della cipolla rossa, collaborando al meglio con il consorzio che ne tutela la qualità; l’Aquilone ha saputo coinvolgere i collezionisti ed i curiosi con il mercatino settimanale delle pulci; Vivo alternativo, infine, ha proposto la propria edizione della Notte bianca. Ha svolto al meglio la propria funzione sociale la nuova piazza, dedicata proprio a San Francesco, che è stata inaugurata di recente e che ha accolto tutti in un immenso abbraccio. Un ringraziamento particolare va rivolto anche al comitato organizzatore delle celebrazioni religiose di inizio settembre che ha saputo coinvolgere al meglio l’amministrazione comunale, gli esercenti e soprattutto i fedeli».

«La riuscita dell’estate camporese – aggiungono all’unisono i consiglieri Linda Morelli, Elena Arone e Adelmo Mannarino – testimonia quanto sia importante parlarsi e soprattutto ascoltarsi. La buona politica nasce dal confronto. Tutte le associazioni ci hanno prospettato le proprie aspettative ed esigenze e ci siamo adoperati per favorire il più possibile il loro lavoro. Certamente le cose da migliorare non mancano e faremo tesoro dell’esperienza accumulata quest’anno. Ma è importante comprendere il fatto che l’intero esecutivo ed il sindaco Monica Sabatino, è a completa disposizione di tutte le componenti della città

Comunicato comune di Amantea.

Pubblicato in Campora San Giovanni

E’ andata bene.

Davvero è andata bene pensando che si stanno effettuando i lavori di recupero e messa in sicurezza della antica chiesa trecentesca di san Francesco d’Assisi.

Come si vede nella foto, infatti, un grosso masso si è staccato ed è scivolato sulla cengia sottostante senza ribaltarsi.

E soprattutto senza fare danni alle persone che oggi lavorano proprio su questa cengia.

Ci sembra l’ennesima dimostrazione della fragilità della rocca del castello.

Una rocca che si spacca, si frantuma ed incombe su quanto sottostante.

Una fragilità che ci sembra fortemente sottovalutata dalla Pubblica amministrazione.

C’è un castello che diruto rischia di crollare sulle abitazioni sottostanti

Una torre angioina che abbandonata da tutti sta per essere persa e con essa una parte della nostra storia.

C’è la parte ad est della rocca del castello che continua a frantumarsi ed è pronta a nuovi piccoli e grandi crolli

C’è la parte nord della rocca che impressiona tanto è spaccata e ricca di elementi che additano a crolli di ogni tempo

C’è infine la parte ad ovest che presenta forti rischi.

Parliamo del masso caduto pochi anni fa dietro la casa del vecchio sindaco Alecce

Parliamo dei distacchi nella zona da casa Mirabelli alla chiesa di San Francesco

Parliamo del crollo di rocce sulla vecchia chiesa di San Francesco che ha spaccato il muro dietro l’abside.

E parliamo di questo ultimo distacco di pochi giorni fa.

L’assurdo è che il masso era stato chiodato per tenere la rete paramassi.

Ma come è possibile, ci chiediamo, usare per tenere una rete paramassi una roccia che non si tiene nemmeno da sola?

E senza dimenticare le famose “Case Sciollate” che sono da tempo l’emblema di una amministrazione disattenta se non omissiva ed il simbolo della stessa disattenzione al territorio.

Manifestiamo la nostra preoccupazione perché il crollo è avvenuto su una cengia che deve diventare un percorso pedonale da tanti auspicato e che sarà usato per raggiungere proprio la trecentesca Chiesa e la Torre angioina.

Ci permettiamo di chiedere all’amministrazione ed ai tecnici direttori dei lavori specifiche dichiarazioni su quanto faranno sul problema appena esposto

Troppo bello e troppo caro il nostro centro storico per essere dimenticato dall’amministrazione.

Troppo comodo pensare che con qualche spaghetto alla mollica e qualche monacella si possa salvare un centro storico che muore!

Pubblicato in Primo Piano

Non si conclude la vicenda dei beni di “San Francesco di Paola”, il santo povero che tutta la Calabria ama e venera, il santo che camminava a piedi e navigava sul mantello.

La vicenda come abbiamo scritto è seguita attentamente dagli uffici giudiziari paolani ed in particolare dal Procuratore Capo della Procura della Repubblica di Paola Dott. Bruno Giordano, dal Pubblico Ministero Dott.ssa Linda Gambassi, ed insieme dal Giudice per le indagini preliminari presso il Tribunale di Paola Dott. Carmine De Rose.

La storia complessa dell’ammanco di milioni di euro ai danni del Santuario di San Francesco di Paola (CS) aveva già dato luogo ad una serie di sequestri cautelativi di beni tra cui 28 fabbricati, 8 terreni, 10 automezzi e disponibilità finanziarie per un totale di 17 rapporti finanziari nei confronti degli indagati tra Cosenza, Diamante, Praia a Mare, Paola, Napoli e Milano per un ammontare complessivo pari ad oltre 2.340.000 euro.

Ma gli investigatori non avevano smessi di indagare ed hanno così scoperto che due persone , già indagate e denunciate nell’ambito della stessa indagine, avevano registrato la proprietà di cinque immobili siti in Diamante, modificando i rispettivi luoghi di nascita e generando, in questo modo, due nuovi codici fiscali i quali sono risultati inesistenti.

Un espediente che ha, così, consentito di preservare i locali dalla prima azione coercitiva, ma solo per pochi mesi.

Grazie all’esperienza maturata “sul campo” ed all’incrocio di numerosi elementi, i finanzieri hanno scoperto lo stratagemma, ricostruendo l’effettiva proprietà di cinque locali, di cui due abitazioni, due magazzini e uno ad uso ufficio per un valore catastale che si aggira intorno ai 200.000 Euro.

Da qui l’ulteriore sequestro recentemente eseguito

Una vicenda ancora non chiusa e foriera di ulteriori indagini e sviluppi

Pubblicato in Paola

Tanto tuonò che piovve!

Così si dice che abbia commentato Socrate quando sua moglie Santippe gli rovesciò sulla testa un secchio d’acqua dopo aver brontolato a ripetizione.

E dopo i tanti brontolii tra la attuale e la precedente amministrazione della città di Paola, circa la sussistenza o meno dello stato di Default ecco che arriva il secchio d’acqua sulle testa degli incolpevoli( o quasi) dipendenti comunali.

Niente stipendio di ottobre.

Ed altri secchi potrebbero riversarsi sulle loro teste.

La situazione infatti sembra più che seria anche perché l’amministrazione attuale viste le dichiarazioni di Perrotta circa la inesistenza dello stato di fallimento ( o prefallimento) non ci sta a ridurre i servizi e quindi continua a creare debiti.

Eh si perché la vicenda sembra paradossale ma è esattamente qusta.

Se il comune di Paola come sembra certo (ma tanti scaramanticamente non vogliono crederci) è in dissesto allora diventa un obbligo contrarre i servizi ed aumentare le tasse, se non lo è, allora, è d’obbligo continuare a galleggiare anche se l’acqua entra dal fondo e la barca sta per affondare.

Intanto il personale si è riunito ed ha deciso di incontrare il segretario generale per avere la necessaria contezza della situazione economica dell’ente.

Non serve scioperare .

Il neo segretario ha il polso della situazione , incontrerà gli amministratori e poi sia quel che sia.

Ma che nessuno rida! Se Atene piange domani piangerà anche Sparta!

E chissà che il Santo paolano non faccia il miracolo di risolvere i problemi della città? Magari solo allontanando da Paola i tanti che per osare troppo come Icaro cadono al suolo, anzi fanno cadere al suolo la bella città tirrenica?

Pubblicato in Paola

Vittime di un raggiro o di una truffa finanziaria bella e buona consumata all'interno?. Solo la magistratura, probabilmente, potrà fare chiarezza su quanto è accaduto ai frati francescani del Santuario di San Francesco di Paola che da mesi non si capacitano per la sparizione dai propri conti di circa 2 milioni di euro, soldi provenienti da donazioni di fedeli e devoti al Santo francescano. Soldi che doveva servire per i festeggiamenti del Cinquecentenario svaniti nel nulla.

Secondo quanto riporta il Quotidiano della Calabria a scoprire l'ammanco il nuovo tesoriere al momento del passaggio di consegne avvenuto a novembre dello scorso anno. L'ex tesoriere, Franco Russo, nel momento della promozione a Roma ad assistente generale, ha lasciato le consegne ai superiori e tra queste le coordinate del conto corrente utilizzato per depositare le generose offerte dei fedeli.

Pare che al momento di andarsene abbia segnalato, senza dare particolari spiegazioni, che il conto era prosciugato da qui la sorpresa da parte dei Frati. Secondo quanto il Quotidiano è in grado di ricostruire, i fondi raccolti a partire dal Giubilieo 2000, erano depositati su due conti di Banca Nuova gruppo Popolare di Vicenza con sede a Campora, frazione di Amantea. Come da documentazione in possesso del Quotidiano, al 31/12/2005 erano disponibili sul conto ordinario 66 mila euro frutto degli interessi maturati (3,5%) di un conto deposito ad esso collegato in cui erano custoditi 1.750.0000 di euro. Nella documentazione della Banca è indicato anche il promotore finanziario a quel tempo in organico all'istituto, si tratta del dottor Massimiliano Cedolia, conosciuto per essere stato segretario di Italia dei Valori per la zona di Praia a Mare, e da qualche tempo vicino all'europarlamentare del Pd Pino Arlacchi. Massimiliano è il fratello di Flavio Cedolia, il direttore generale dell'Arsac, l'agenzia regionale nata dalle ceneri dell'Arssa e al centro di un'intricata vicenda legata al titolo di laurea che non avrebbe per ricoprire quel ruolo.

Quando il rapporto tra Massimo Cedolia e Banca Nuova si è bruscamente interrotto tra il 2006 e il 2007, forse per pura casualità, anche l'economo del Santuario Franco Russo cambia banca e apre un conto on line con IwBank del gruppo Ubi banca, istituto bancario si cui fa parte Carime.

Siamo nei primi mesi del 2007 e su questo nuovo conto confluiscono in pochi mesi i soldi depositati presso la società di gestione del conto deposito aperto di Banca Nuova. Secondo una ricostruzione contabile si tratterebbe di poco più di 2 milioni di euro che da aprile a maggio 2007 cambiano banca.

Aperto il conto con la banca online Iw Bank su quel conto, ricordiamo intestato alla chiesa del Santuario di Paola, si registrano operazioni strane, inusuali.

Si va dalla compravendita di azioni presso la borsa di Milano della Juventus fc, fino alla Banca Mps. E poi Luxottica, Fiat, Finmeccanica, Mediaset, Unicredit, Eni, Tenaris, Telecom, il tutto per centinaia di migliaia di euro. Le sorprese non finiscono qui.

Dalla lettura degli estratti conto, oltre ad operazioni di trading, ci sono decine di bonifici verso tre persone, in particolare con causale "trasferimento liquidità". Ad esempio vengono dati oltre 900mila euro ad una signora di nome Carmelina Preite; poco meno di 100mila euro con più bonifici vengono dati a Grazia Magurno e addirittura 30mila euro vengono dati a Giancarlo Muselli titolare di un conto presso un istituto di Napoli per "anticipo avvio lavori", probabilmente relativo a qualche ristrutturazione e costruzione di immobili, essendo Muselli un noto architetto.

In ogni caso non è chiaro a che titolo i soldi del Santuario vengono dati a queste persone. Inoltre non è chiaro il ruolo avuto da Padre Franco Russo, se fosse in grado da solo di fare speculazioni in borsa, oppure se sia stato consigliato da qualcuno.

Ciò che è certo è che il diritto canonico vieta operazioni di questo tipo a uomini della chiesa.

Ora dell'accaduto potrebbe essere investita anche la magistratura e le forze dell'ordine, mentre i frati francescani si sono rinchiusi nel silenzio più assoluto.(Lameziaclick)

 

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