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Una scossa di terremoto di magnitudo compresa tra 4.2 secondo una stima preliminare si è verificate alle ore 13.48 nella zona di Rimini (con epicentro a Santarcangelo di Romagna).

I sismografi Ingv hanno registrato l'origine dell'evento a una profondità di 43,4 chilometri.

 

Sono in corso verifiche di eventuali danni.

La scossa è stata avvertita chiaramente in tutta la Romagna e anche nelle Marche.

Lo rende noto su Twitter l'Ingv.

"Non ci risultano danni evidenti anche se siamo già partiti con delle verifiche. In città il terremoto si è sentito bene e i cittadini sono scesi in strada preoccupati mentre, nelle frazioni, la scossa è stata più lieve".

Lo ha dichiarato Alice Parma, sindaco di Santarcangelo.

In queste ore sono in azione le squadre di tecnici della direzione Lavori pubblici del Comune di Rimini e di Anthea che eseguiranno i sopralluoghi di verifica in tutte le strutture scolastiche comunali.

Lo rende noto un comunicato del Comune.

Una procedura prevista in occasione di eventi come quello accaduto che vedrà all'opera una quindicina di tecnici suddivisi in più squadre.

Al momento non si segnalano evidenze o problemi.

Le squadre opereranno fino alla completa verifica e controllo su tutti i 54 edifici scolastici di competenza comunale.

18 novembre 2018,16:38

Pubblicato in Italia

Questa volta il terremoto l’ho sentito anche io.

Per fortuna di breve durata.

Dall’altra stanza la voce di mia moglie che (quasi) grida :” Il terremoto”.

Aspetto una seconda scossa che non arriva e mi tranquillizzo.

Nel testo su maremoti e terremoti che scrissi qualche tempo fa e che è sempre a portata di mano nella biblioteca trovo subito i terremoti di marzo.

Quello del 1638, del 27 marzo 1638, antivigilia delle Palme.

Un terremoto catastrofico che colpì una area molto vasta della Calabria nei giorni 27 (sabato) e 28 marzo (domenica delle Palme) del 1638.

Ma il 28 marzo è una data tipica peri terremoti in Calabria.

Lo si ebbe anche il 1783, seppure come data finale di uno sciame che durò dal 5 febbraio, 6 febbraio, 7 febbraio, 1 marzo, 28 marzo 1783.

Nemmeno il tempo di scrivere queste cose che arriva una telefonata dalla Piazza dove è stato avvertito più intensamente per via di una instabilità diffusa del quartiere .

Ancora INGV ed Earthquake non ne hanno parlato.

Poi si scopre che l’epicentro è stato in Sila, nel piccolo centro di Parenti.

La magnitudo è stata di 3.3.

La profondità di soli 26 km.

Mi affaccio , nessuno per strada, qualche finestra illuminata, ma nessuno sui balconi.

Probabilmente non è stato avvertito.

Od è stato subito dimenticato.

Quello che è strano è che anche il 3 agosto 2015 a Parenti c’è stato un terremoto di magnitudo 4.1 e sempre ad una profondità di 26 km.

Sempre la stessa faglia.

Amici lettori di Tirreno News, vi ricordate certamente il terremoto dell’agosto 2016 che ha devastato il Centro Italia e raso al suolo parecchie cittadine dell’Umbria tra cui Norcia.

Anche allora i lettori del “Corriere della Sera” e i telespettatori del TG La7 di Enrico Mentana si sono prodigati per raccogliere fondi per la ricostruzione.

Con la raccolta dei fondi l’archistar Stefano Boeri ha costruito a tambur battente un edificio in cemento e vetro, il centro polifunzionale di Norcia.

Ora è intervenuta la Magistratura ed ha posto i sigilli alla struttura ordinando il sequestro dell’edificio, costatando la non temporaneità.

Ecco, per un puro cavillo burocratico, quello che era stato costruito gratis e solo col contributo degli onesti e bravi cittadini italiani viene chiuso.

Tutti sappiamo come era ridotta Norcia dopo le devastanti scosse di terremoto, cumuli di macerie dappertutto e senza luoghi di aggregazione.

Tutti, ora, dopo l’avvenuto sequestro dell’edificio, si sono ribellati, tra cui il Sindaco di Norcia, il quale ha minacciato di dare le dimissioni e finanche il Direttore del Tg La 7 Mentana, definendo la decisione presa dai magistrati di Spoleto risibile e una vergogna.

Durante il TG delle 20 di ieri sera si è scagliato contro la decisione della Procura di sequestrare l’immobile.

Ha detto, fra l’altro:- Ne va della nostra reputazione e anche dei nostri soldi- e ha rivendicato la regolarità della costruzione messa in piedi rapidamente su indicazione del Commissario del terremoto, della Protezione Civile e del Comune di Norcia gratuitamente anche dall’architetto che lo ha progettato.

Il Direttore era visibilmente commosso e indispettito.

Così ha concluso il suo intervento:- Era un modo per aiutare in gran velocità una popolazione che non aveva un tetto dove andare in caso di nuove scosse-.

Poi un ultimo affondo alla Procura di Spoleto:- Se dovesse succedere qualcosa, i cittadini che si trovassero in difficoltà andranno a casa dei pm di Spoleto?

Dei Magistrati inquirenti?-.

E’ intervenuto anche il Sindaco di Norcia e ha annunciato di dare le dimissioni dopo il colpo duro della Magistratura.

Ha ricevuto un avviso di garanzia per sospetti di abuso edilizio.

A rimetterci, però, saranno ancora una volta i cittadini di Norcia.

Ora oltre ai gravi danni del terremoto ci mancava la beffa della Magistratura.

Francesco Gagliardi

Pubblicato in Italia

Ieri molti Amanteani hanno avvertito una scossa tellurica.

Erano le 13,43.

I vetri hanno tremato, i lampadari oscillato.

Il web si è riempito di messaggi e di richieste di informazioni.

Poi è uscita la ipotesi di un bang di un aereo che abbia superato il muro del suono.

Ma non era né l’uno, né l’altro.

Era stata invece una forte esplosione sul cratere dello Stromboli.

Quelli dell’Ingv(Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia) di Roma hanno sostenuto che «Allo stato attuale non è possibile escludere che eventi di tale tipo possano ripetersi anche nel breve periodo».L’ esplosione , quindi, che potrebbe ripetersi.

In verità sostengono i vulcanologi che "Sul cratere si è verificata una sequenza esplosiva della durata complessiva di circa 3 minuti, con caratteristiche simili a quella avvenuta lo scorso 23 ottobre».

«La sequenza - puntualizzano gli esperti - ha generato la ricaduta di abbondante materiale piroclastico grossolano sulla Sciara del fuoco e in direzione del Pizzo sopra la Fossa, con un denso pennacchio di cenere rapidamente disperso dal vento sul versante meridionale del vulcano. Dall’analisi del tracciato sismico, è stato possibile evidenziare che si è trattato di una tipica sequenza esplosiva, caratterizzata da una serie di eventi, seguita da un segnale persistente (tremore) della durata di alcuni minuti.

Tale fenomeno non è necessariamente legato alla risalita di nuovo magma.

Nelle ore successive alla sequenza non si sono verificati altri fenomeni di rilievo.

Anche i parametri sismici sono tornati alla situazione precedente l’evento».

Nei prossimi giorni è previsto un sopralluogo per caratterizzare l’evento in modo più dettagliato.

Il boato e il tremore del suolo hanno raggiunto la Calabria, e in modo particolare Tropea ed Amantea, note località turistiche calabresi.

All’esplosione non è seguita una fuoriuscita di lava. Potrebbe quindi essersi trattato di un evento più intenso ma nella caratteristica e quotidiana attività stromboliana del vulcano delle isole Eolie, nel basso Tirreno

Il terremoto fa paura.

Ancor prima di verificarsi.

Sia per le case di cemento armato, sia per quelle in muratura.

Ed è per questo che ormai si conducono attente ed approfondite indagini sugli immobili esistenti.

 

Ad iniziare da quelli pubblici.

E’ il caso delle scuole, e quello dei municipi.

Non potrebbe essere diversamente .

Le scuole, infatti, sono il primo posto principe per il rifugiarsi dopo il terremoto

E le case comunali sono in genere la sede della protezione civile.

Proprio per questo le prime indagini sono state effettuate sulle scuole.

E le seconde sui municipi.

Quasi ultime quelle sui nostri due municipi.

Il primo, come noto, costruito nel tardo diciannovesimo secolo.

Il secondo costruito intorno agli anni trenta del ventesimo secolo, sotto il governo fascista.

Due le perforazioni esterne finalizzate a rilevare la qualità delle fondazioni e del substrato

Ancora non sono stati ufficializzati i risultati ma le prime informazioni non appaiono soddisfacenti. Affatto! Le fondamenta sono quelle tipiche dei tempi di costruzione, e noi oggi le definiremmo insufficienti.

Ma la cosa più seria è che il substrato non è roccioso. Affatto.

Potrebbe essere il solito misto di arenaria e fango, pieni di acqua.

Migliore la situazione( sembra) dei muri.

Ovviamente siamo in attesa del responso ufficiale dei geologi

Non vorremmo che anche la casa comunale venisse dichiarata inagibile .

Sarebbe una iattura.

E porterebbe a credere che sono tante oggi le case a rischio terremoto, anche quelle che ai forti terremoti sono sopravvissute.

Pubblicato in Cronaca

Erano le 02:38 di stamattina 11/08/2017 quando i sismografi hanno registrato una scossa di ben 4,6 di magnitudo.

Proprio al largo di Paola in direzione del Marsili.

Queste le coordinate del sisma: Latitudine: 39.31 Nord | Longitudine:15.65 Est.

Per fortuna di tutti l’ epicentro è stato ad una profondità di ben 221 km e quindi poco avvertibile e poco avvertito dalla popolazione.

Ecco a dall’epicentro dei comuni dalla costa tirrenica

(CS) Acquaformosa < 60 km. | Altezza s.l.m Mt.
Rischio sismico per Acquaformosa: 2

(CS) Acquappesa < 34 km. | Altezza s.l.m Mt.
Rischio sismico per Acquappesa: 2

(CS) Altomonte < 60 km. | Altezza s.l.m Mt.
Rischio sismico per Altomonte: 2

(CS) Amantea < 42 km. | Altezza s.l.m Mt.
Rischio sismico per Amantea: 1

(CS) Belmonte Calabro < 41 km. | Altezza s.l.m Mt.
Rischio sismico per Belmonte Calabro: 1

(CS) Belvedere Marittimo < 40 km. | Altezza s.l.m Mt.
Rischio sismico per Belvedere Marittimo: 2

(CS) Bonifati < 38 km. | Altezza s.l.m Mt.
Rischio sismico per Bonifati: 2

(CS) Buonvicino < 47 km. | Altezza s.l.m Mt.
Rischio sismico per Buonvicino: 2

(CS) Cervicati < 49 km. | Altezza s.l.m Mt.
Rischio sismico per Cervicati: 1

(CS) Cerzeto < 46 km. | Altezza s.l.m Mt.
Rischio sismico per Cerzeto: 1

Dati Earthquake

Pubblicato in Paola

neveDramma in un hotel travolto da una valanga

Le squadre di soccorso scavano giorno e notte per cercare di salvare chi è rimasto intrappolato nelle rovine dell’Hotel Rigopiano di Forindola ai piedi del Gran Sasso travolto da una slavina dopo le scosse di terremoto e completamente distrutto e finanche spostato di circa dieci metri. Nell’albergo c’erano 33 persone, inclusi 4 bambini. Dopo notti e giorni di ricerche sono stati tratti vivi alcuni ospiti dell’hotel tra cui i bambini. Sono vivi perché si sarebbero riparati in cucina e avrebbero acceso finanche un focherello per riscaldarsi. Intanto continuano incessantemente le ricerche. E’ una lotta contro il tempo. C’è ancora fiducia di trovare qualcun altro ancora in vita, malgrado le condizioni proibitive del tempo. Ma più passa il tempo e più la speranza è destinata a diminuire. Gli ospiti dell’Hotel si trovavano tutti nella Hall ed erano pronti a lasciare la struttura perché l’albergo era tutto sommerso dalla neve ed avevano paura che potesse crollare da un momento all’altro. Volevano ritornare nelle loro case. Avevano fatto le valigie, erano tutti pronti, aspettando una turbina che pulisse la strada. Spaventati dal sisma avevano fretta di lasciare la struttura Aspettavano uno spazzaneve che non è mai arrivato. E’ arrivata prima la valanga che ha spazzato via tutto e tutti. E poi sono arrivati i soccorritori dopo 5 lunghe ore di marcia con gli sci alle 4 di mattina, perché le colonne dei mezzi sono stati bloccati dalla neve, dal ghiaccio e dagli alberi caduti. Quando arrivano l’albergo non c’era più. Era stato travolto da uno tsumani di neve, rocce e alberi. Poi arrivano altri Vigili del Fuoco, gli uomini della Guardia di Finanza, del soccorso alpino, della Polizia ed aprono un varco tra i cumuli di neve alti anche 5 metri e arrivano dove prima c’era l’ingresso dell’albergo. E’ invaso dal ghiaccio, dalla neve, dalle rocce e dagli alberi sradicati dalla furia della valanga che non ha lasciato scampo. Incominciano a scavare con le pale e con le mani sperando di trovare qualcuno ancora in vita. Non si sono mai fermati ed hanno avuto ragione. Dopo ore ed ore di lotta contro il tempo, il freddo, il gelo, la bufera hanno riportato in vita alcuni ospiti creduti ormai morti e sepolti sotto le macerie. Adesso sono incominciate, come al solito, le polemiche. Se l’albergo era sommerso dalla neve come mai le persone che soggiornavano nell’hotel non sono state fatte andare via in tempo? Come mai la turbina non è arrivata dopo che il datore di lavoro aveva dato l’allarme? Perché non è stato creduto? Adesso la Procura di Pescara indaga per disastro colposo e omicidio colposo plurimo. Indaga pure per i ritardi dei soccorritori. Sono stati acquisiti tutti i documenti che possano interessare le indagini. Vittorio Sgarbi, non si smentisce, e punta il dito contro lo Stato che manda gli elicotteri dell’Esercito a collaborare con le missioni criminali dei francesi e degli americani in Iraq e in Libia, ma non li manda a soccorrere al momento giusto gli ospiti dell’Hotel Rigopiano travolto dalla slavina. Se la prende pure con i Magistrati i quali indagano per disastro colposo e omicidio colposo e non per il reato di omissione di soccorso. “ Un omicidio non lo compie la natura, lo compie l’uomo. Allo stato dovrebbe essere indagata la slavina, ma sicuramente si tratta di una strage di Stato, annunciata, denunciata, ignorata”. E Alessandro Sallusti nel suo editoriale di venerdì 20 gennaio intitolato “ Valanga di colpe” afferma:- Sarebbe bastato uno spazzaneve, un maledetto e banale spazzaneve e oggi non saremmo qui a piangere altre vittime. Dove diavolo erano le turbine spazzaneve dell’Esercito, dove i mezzi pesanti, chi ha valutato non urgente andare a prendere quelle persone? Trenta disgraziati morti sì per una valanga ma temo anche di burocrazia e inefficienza

Pubblicato in Italia

Il tempo passa e la gente dimentica.

Ed è ancora peggio che qualcuno tenta di far dimenticare la nostra storia, e soprattutto i fatti negativi che hanno portato dolore e rabbia.

 

 

Ricordiamo che in Italia ci sono 4 categorie differenti per livello di rischio sismico:

la Zona 1: sismicità alta, la Zona 2: sismicità media; la Zona 3: sismicità bassa; la Zona 4: sismicità molto bassa.

Amantea è in Calabria, ed è nella zona sismica 1 dei terremoti.(terza foto in basso)

La zona 1 è quella rossa.(quarta foto in basso)

Terremoto? Facciamo corna, ma purtroppo è possibile.

Speriamo di no, ma salvo che i geologi non siano del tutto rincogl….ti le ipotesi di terremoti fortissimi in Calabria, Amantea compresa, sono realistiche.

Lo erano, lo sono.

 

La prova, per chi non ha memoria, è nelle catene che si vedono ancora collocate sui muri perimetrali delle antiche case.

Ma che cosa succederebbe ad Amantea in caso di un forte terremoto?

O meglio che cosa potrebbe succedere?

 

Per farvi capire meglio vi mostriamo alcune foto odierne del centro storico.( vedi ancheprima foto in basso e seconda foto in basso)

Guardandole rischiate di capire davvero cosa potrebbe succedere.

Non solo lì dove sono state tratte.

Purtroppo anche in tante altre parti.

Chiese comprese.

Scuole comprese.

E non vi illudete che la magica parola “messa in sicurezza” possa essere realizzata.

E’ molto difficile, per non dire impossibile, attuarla.

Tanto per fare un esempio .

Alzate gli occhi e guardate le mura del castello.

 

Resisterebbero ad un terremoto? I muri cadrebbero sulla zona sottostante? Cosa provocherebbero ? Il crollo delle case sottostanti? Altro?

Ben diverso per la torre civica che poi il governo ricostruirebbe con le stesse pietre ma che nessuno pensa di riparare oggi.

E non parliamo dell’antico collegio dei Gesuiti oggi imprigionato dai ferri per evitare che scappi, o che crolli in caso di terremoto.

Pubblicato in Politica

La Calabria, come è noto ed almeno secondo i dati storici, è una delle regioni italiane dove si sono verificati i terremoti di magnitudo maggiore.

 

E proprio per questo è indicata tra le regioni ancora oggi a maggior rischio tellurico.

Dopo quelli del 1905 e del 1908( nella foto) in occasione dei quali, per gli edifici rimasti in piedi si inventarono le catene antisismiche( foto in basso), ma non il rispetto delle norme antisimiche

La approssimazione fu la regola, sia per la localizzazione del patrimonio abitativo, sia per le distanze tra i fabbricati, sia per la qualità dei materiali, sia per le tecniche costruttive.

Ora dopo i terremoti di Amatrice e seguenti leggiamo che oltre il 94 % delle scuole calabresi sono senza certificazione di agibilità.

 

Questo non significa che non ce l’abbiano, ma solo che si possono mettere in uso senza tale attestazione.

Facendo riferimento ai dati nazionali del Miur (Anagrafe edilizia scolastica, 2015), emerge che la certificazione di agibilità e' assente in oltre il 94% delle scuole calabresi e in circa la metà degli istituti di Lazio, Sicilia, Sardegna e Campania.

 

Esaminando le province coinvolte di recente da terremoti (Rieti, Ascoli Piceno, Fermo, l'Aquila, Teramo e Perugia) risulta che tale certificazione e' presente solo nell'8% delle scuole di Rieti e provincia, nel 23% circa di quelle di L'Aquila e Teramo.

Sui Piani di emergenza, i dati ufficiali risultano molto disomogenei a livello regionale: bene Veneto (dove le scuole che hanno il Piano sono più' del 90%), Basilicata, FVG, Lazio, Lombardia, Marche, Piemonte, Sicilia (tutte oltre l'80%).

Male l'Abruzzo, dove soltanto il 27% ha redatto il Piano. In Calabria l'informazione risulta addirittura assente.

Fra le province colpite di recente dai terremoti, male l'Aquila (ne e' privo l'80% delle scuole) e Teramo (72%).

La foto mostra l’ epicentro del forte terremoto avvenuto pochi minuti fa.

 

Per fortuna è avvenuto come tanti altri ad una notevole profondità ben 474 km.

 

E sempre per fortuna l’ epicentro è nel centro del mar Tirreno lontano dal Marsili il grande vulcano sottomarino che fronteggia la Calabria.

Ma il Marsili non c’entra nulla; non si è svegliato. Per fortuna.

Si tratta invece della faglia africana che si inflette sotto la Calabria.

Lungo la faglia si verificano generalmente eventi tellurici compresi tra i 100 e i 500 chilometri che non si verificano in altre zone d’Italia.

 

Maggiore è la profondità meno si avverte la scossa tellurica.

In alcuni casi questi terremoti hanno magnitudo anche rilevante.

Negli ultimi 5 anni ce ne sono stati due di magnitudo superiore a 5, e in passato, precisamente nel 1938, ce n’è stato uno addirittura di magnitudo 7,1, uno dei più forti registrati nell’area italiana.

Come noto secondo la teoria della tettonica a placche la litosfera si muove e si deforma.

In particolare quando due placche litosferiche si avvicinano, una delle due, la placca litosferica oceanica, si flette e va a finire sotto l’altra, formando una zona di subduzione, determinando terremoti superficiali e profondi.

Ed è il nostro caso.

 

Nel caso specifico del Tirreno, la placca ionica si inflette sotto la Calabria e scende verso nord-ovest, al di sotto del bacino tirrenico.

L’antico oceano della Tetide quindi, (il Mar Ionio) si inflette sotto la Calabria e sprofonda sotto il Mar Tirreno dando luogo a un’attività sismica particolarmente profonda. La subduzione non è evidenziata solo dai terremoti profondi, ma anche da un’area che rappresenta un’anomalia di velocità.

Come sappiamo la Calabria si muove in direzione opposta all’Africa di 3,5 mm annui, quindi al di sotto della regione c’è una vera zona di subduzione che un tempo era più grande e correva lungo tutta la catena appenninica.

Oggi, a causa di rispettivi strappi nella litosfera, la subduzione è limitata a 200 chilometri sotto la Calabria, ed è proprio sotto questa ristretta zona che si verificano i terremoti profondi che osserviamo generalmente al largo del Mar Tirreno.

Nessuna paura.

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