Non c’è pace per la nobile Arma dei carabinieri sul Tirreno Cosentino. Dopo la triste vicenda appena conclusasi del luogotenente dei CC Mario Lucia, già comandante della Stazione di Diamante, prossima a Scalea, accusato di aver sfruttato la sua divisa per favorire indebitamente gli interessi economici di un familiare, e finita con il patteggiamento di una condanna a due anni di reclusione( la pena è stata sospesa), ecco la vicenda del luogotenente Ilario Castrenze, comandante di Stazione a Scalea, arrestato dai suoi stessi colleghi mentre si trovava in congedo per convalescenza.
La notizia si è sparsa sulla costa lasciando tutti a bocca aperta.
Il luogotenente Castrenze, ormai prossimo alla pensione, è conosciuto come un indefesso lavoratore.
Una storia quella di Castrenze ancora non perfettamente nota nei suoi particolari, anche se sembra che abbia preso le mosse “per iniziativa del Comando provinciale dei carabinieri, guidato dal colonnello Francesco Ferace e dal tenente colonnello Vincenzo Franzese, entrambi impegnati in un intenso controllo dei comportamenti assunti dai loro sottoposti”.
Ora il luogotenente Castrenze ( già sospeso dal servizio) in attesa del processo è ristretto tra le mura del carcere militare di Santa Maria Capua Vetere.
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Belvedere Marittimo. Si indaga in ogni direzione per tentare di capire le ragioni della tragica morte della anziana madre di Don Marcello Riente, parroco della Chiesa della frazione di Laise. Per condurre le indagini l’arma dei carabinieri non lesina sforzi ed attenzioni. Sul posto sono presenti il maresciallo Brunello Mannarino della locale Stazione, il capitano Vincenzo Falce, comandante della Compagnia di Scalea, il colonnello Francesco Ferace, comandante provinciale dei CC.
Sul posto anche i militari specializzati del Ris di Messina giunti con un elicottero per rilevare ogni più piccola traccia utile alla identificazione degli assassini.
E’ altresì presente il magistrato Maria Camodeca che assunto la direzione delle indagini in stretto contatto con il procuratore capo Bruno Giordano.
Non si esclude l'acquisizione di eventuali filmati di video della zona.
Sembra certo infatti che ad eseguire questa aberrante esecuzione siano state più persone elemento questo di certo indirizzo investigativo.
Altro elemento sembra quello derivante dall’orario dell’omicidio avvenuto mentre il figlio parroco, Don Marcello Riente, era impegnato, alla presenza dei vertici dell'Arma, a tributare l'ultimo saluto al giovane trentenne Valerio Grosso La Valle, militare della Stazione carabinieri di Sala Consilina, nel salernitano deceduto nell'incidente del 23 dicembre scorso.
Ed infine un altro elemento da valutare è il fatto che la povera signora Iolanda Nocito era non solo legata , ma aveva anche la bocca tappata con nastro per evitare che gridasse, che chiedesse aiuto.
Intanto la salma è stata trasferita nella sala mortuaria dell'ospedale di Cetraro a disposizione del medico legale che dovrà effettuare ulteriori esami per avere certezze sulla dinamica e sulle cause del decesso.
Dall’autopsia forse qualche elemento di certezza sul perché è stata uccisa la povera Iolanda.
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