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Carissime cittadine e carissimi cittadini, stamani ci è stato segnalato – nei pressi della foce del fiume Catocastro – uno sversamento di sostanza di colore bruno scuro.

 

Ci siamo subito attivati per il tramite del Comando dei Vigili Urbani e, d’intesa con la Procura della Repubblica, abbiamo prelevato dei campioni del materiale sversato che lunedì sarà consegnato all’Arpacal, per le necessarie analisi.

Purtroppo, non è stato possibile rilevare il preciso punto di scarico.

E, seppur non potendo escludere – quanto sversato in mare non emanava cattivi odori – che si potesse trattare di dilavamento di zone bruciate, la situazione non solo è soggetta a monitoraggio, ed è auspicabile un approfondimento d’indagine da parte delle autorità competenti.

 

Ci teniamo a ringraziare, a tal riguardo, anche il Maresciallo Avolio che prontamente si è recato sul posto per un sopralluogo.

 

Vi terremo aggiornati sugli sviluppi.

 

Con i più cari saluti

Il Sindaco Mario Pizzino

Il Portavoce dell’Amministrazione Enzo Giacco

 

 

NdR. La lettura della news letter ci ha strappato un sorriso, di cui siamo siamo felici, quando ci è stato detto che potrebbe trattarsi di acqua che s' è sporcata per aver corso sulle zone bruciate.

Scusate ma dov'è il filtro che ha trattenuto i resti fisici degli incendi? Parliamo di resti di foglie, di rami, di erba. Nelle foto, infatti, non si vedono solo bolle di schiuma e nient'altro.

E poi dovremmo anche ricordare che un fatto similare dovrebbe succedere in ogni fiume e poi anche a mare solo schiuma e nessun pezzo di rami , foglie ed erba bruciati........

Comunque ci fa piacere che l'amministrazione si sia mossa, che i Vigili urbani si siano mossi ed ancora più che la Forestale si sia mossa.

Bene ed a tutti il nostro grazie.

Ora aspettiamo il referto dell'Arpacal.

 

 

Foto Luca De Luca

 

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Leggiamo da un comunicato di ARPACAL che l’ente che dovrebbe tutelare l’ambiente avrebbe incaricato dei legali di querelare il Comitato Ambientale Presilano.

Il CAP risponde che è pronto a far valere davanti ai giudici le ragioni delle popolazioni presilane e che ARPACAL dovrà rispondere di falso ideologico per aver mentito allorquando ha comunicato che il problema odorigeno provocato dall’impianto della MiGa era risolto.

Ieri il Governatore Oliverio ha dichiarato che “se non cambia la burocrazia non muore la Calabria, si sappia molto bene che muore una parte della burocrazia”.

Lo invitiamo ad essere conseguente perché è inaccettabile che ARPACAL non rispetti i compiti d’istituto.

Così come è incettabile che un ente regionale, finanziato con i contributi dei calabresi, aggredisca un comitato di liberi cittadini che a loro parere “si arroga la pretesa di rappresentare le popolazioni di un territorio” dichiarando che la “polemica squallida” è “finalizzata a mantenere alto il livello della tensione e, quindi, dell’attenzione, si badi bene, non più sulla vicenda ambientale ma su personaggi in evidente astinenza da presenza mediatica”.

Il Comitato Ambientale Presilano da anni lotta e propone soluzioni.

Le osservazioni presentate dal CAP hanno contribuito al miglioramento del Piano Regionale per la Gestione dei Rifiuti.

Il CAP organizza corsi nelle scuole. Il CAP partecipa a pieno titolo alle riunioni e commissioni insieme alle istituzioni regionali.

Il Comitato Ambientale Presilano ha una storia di difesa dell’ambiente che se fosse stata adottata anche solo in minima parte da ARPACAL, la nostra regione avrebbe aria, acqua e suolo più puliti.

Il CAP e i tecnici dei comuni di Rovito e Celico, nel sopralluogo del 12 settembre scorso, hanno richiesto la verbalizzazione di fatti e circostanze accadute, compresa l’apertura delle porte, cosa facilmente documentabile e della quale ARPACAL dovrà dare conto davanti ai giudici.

ARPACAL tenga ben presente che non saranno le minacce di querela a fermare una lotta di popolo in difesa della propria salute.

#eadessoquerelatecitutti

#anchiosonodelcomitatoambientalepresilano

#ARPACALnonfaipaura

14 settembre 2017

Pubblicato in Cosenza

"Passi finché si tratta di qualche imprecisione causata dalla scarsa dimestichezza con le norme e procedure tecniche, ma la misura è colma quando si agisce per aizzare la popolazione contro chi fa il suo dovere".

La Direzione dell'Arpacal (Agenzia regionale per la protezione dell'ambiente della Calabria) replica alle dichiarazioni rilasciate ieri dal Comitato Ambientale Presilano sulla gestione della discarica di Celico (CS).

"La vicenda della discarica di Celico, di cui evitiamo di fare il resoconto storico perché riteniamo sia nota a tutti sta pericolosamente scivolando da una questione ambientale legata alla protesta di un comitato, che si arroga la pretesa di rappresentare le popolazioni di un territorio, verso una squallida polemica finalizzata a mantenere alto il livello della tensione e, quindi, dell’attenzione, si badi bene, non più sulla vicenda ambientale ma su personaggi in evidente astinenza da presenza mediatica.

Detto ciò - e informando il Comitato e chi lo rappresenta che dovrà spiegare le sue affermazioni sulla stampa ad un giudice, perché abbiamo dato mandato ai nostri legali di sporgere querela a tutela dell'onorabilità dei nostri tecnici e dell'Arpacal - informiamo il pubblico, che vuole sapere correttamente la verità dei fatti e dei dati ambientali acquisiti, cosa è in realtà successo il 12 settembre scorso nell’impianto MiGa di Celico, anche alla presenza di rappresentanti di alcuni Comuni e dello stesso Comitato

Innanzitutto il controllo svolto il 12 settembre scorso non rientra tra quelli ispettivi, previsti nel piano di monitoraggio ambientale di cui all’AIA (autorizzazione integrata ambientale) rilasciata dalla Regione alla MiGa, in quanto l’impianto dal 21 giugno scorso ha sospeso le sue attività su disposizione della stessa Regione.

Quello che il Comitato non ha detto, perché non gli interessa o non vuole farlo sapere, è che questo controllo era stato ampiamente comunicato a tutti gli enti territoriali, invitati a presenziare anche con propri tecnici. Il perché di tale invito sta proprio nell’avvio delle procedure di monitoraggio olfattometrico tanto richiesto dalle popolazioni del territorio e pianificato con Arpacal dal Dipartimento Ambiente della Regione dopo l’intervento del Presidente Oliverio.

I campioni prelevati il 12 settembre scorso, infatti, sono stati immediatamente trasferiti al laboratorio specializzato di Arpa Piemonte che, come anticipato peraltro da Arpacal nel febbraio scorso, è stata coinvolta in questa iniziativa.

Il tutto nell'ambito della rete delle agenzie del SNPA (Sistema Nazionale della Protezione dell'Ambiente) e quindi con l'ausilio di una Arpa con esperienza specifica.

L’obiezione del perché vi sia stato un controllo ad impianto non operativo è assolutamente puerile oltreché disinformata; è stata proprio l’Arpa Piemonte che, sulla base della pianificazione degli interventi sulla discarica, dopo aver chiesto un primo sondaggio tecnico nel luglio scorso, ha chiesto il prelievo di campioni di aria ad impianto non operativo, nell’ipotesi che, qualora l’impianto dovesse riaprire, sia così possibile un confronto tra “il prima ed il dopo”.

I nostri tecnici, ai quali va la nostra più ampia solidarietà per gli attacchi mediatici costantemente subiti e per i quali promuoveremo in questo caso azioni giudiziarie a loro tutela , hanno giustamente rifiutato di firmare un documento, quello proposto dal consulente tecnico del Comune di Celico, per due ordini di motivi: il primo sta nel fatto che l’unico verbale che doveva essere stilato, e nel quale i comuni, la ditta ed il comitato erano stati invitati a fare le loro opportune dichiarazioni nonché sottoscrizioni, era quello dell’Arpacal, ente tecnico-scientifico avente titolo a procedere per come incaricato dalla Regione; il secondo motivo sta nel fatto che un semplice foglio firme presenza, così era stato presentato, era diventato una accozzaglia di annotazioni varie rilasciate dai presenti, che non poteva acquisire alcun significato tecnico tantomeno giuridico.

Sull’apertura dei capannoni o delle porte che accedono al biofiltro, le dichiarazioni del Comitato sono assolutamente false e lesive della nostre onorabilità: i tecnici hanno operato secondo le procedure previste dalla normativa sia nei capannoni che conservano i rifiuti, e sia sul biofiltro.

Tanto si doveva".

Pubblicato in Catanzaro

Il Comitato Ambientale Presila per conto del comitato ambientale presilano ha inviato la seguente nota:

“MigArpacal colpisce ancora

Il 12 settembre scorso, alcuni tecnici dell’ARPACAL si sono recati nell’impianto della MiGa per prelevare alcuni campioni d’aria in uscita dal biofiltro che dovrebbe limitare gli odori diffusi dalla lavorazione dei rifiuti.

Al sopralluogo erano presenti i tecnici dei comuni di Celico e Rovito e quelli del CAP.

Per l’ennesima volta abbiamo avuto conferma di quello che denunciamo da anni e cioè che non possiamo fidarci di ARPACAL e di conseguenza del Dipartimento Ambiente che dovrebbe essere l’ente che dispone il tipo e la quantità di verifiche da effettuare.

Da qualche giorno nell’impianto abbiamo notato movimenti di operai, che erano assenti da molto tempo.

Inoltre, un odore sgradevole aveva invaso i dintorni dell’impianto.

Durante i campionamenti effettuati per verificare l’emissione di sostanze odorigene, abbiano notato che tutte le porte dei capannoni erano aperte.

Inoltre, durante il primo campionamento, i tecnici hanno avuto difficoltà a creare la dovuta depressione nell’apparecchiatura che doveva prelevare l’aria in uscita dal filtro.

Abbiamo chiesto di mettere a verbale queste incongruenze, suscitando l’irritazione prima del gestore e poi di ARPACAL, fino al punto che entrambi si sono rifiutati di sottoscrivere un verbale.

A questo punto chiediamo al Governatore Oliverio se sia ancora tollerabile che ARPACAL continui a non rispettare i propri compiti d’istituto che sono la tutela dell’ambiente e quindi delle popolazioni.

MiGa ha affermato che i prelievi sono stati effettuati a sorpresa, ma guarda caso nell’impianto, che ricordiamo è chiuso da mesi, nella mattinata prevista per il sopralluogo era presente il loro chimico. Così come ci sembra strano che i tecnici ARPACAL, sempre pronti a vantare le perfezioni dell’impianto, abbiano sostato sul luogo dei prelievi per quasi un’ora senza che sia stata data possibilità, da parte del Gestore che accampava diverse scuse, ai tecnici dei comuni e del CAP di verificare cosa stessero facendo.

E’ arrivato il momento per il Governatore di riprendere in mano la questione.

C’è qualcuno che gioca sulla nostra salute.

Tra qualche giorno scade la sospensione decretata per 90 giorni e il suo RINNOVO è INDISPENSABILE.

Ci spieghi il Dipartimento Ambiente a cosa serve il controllo delle emissioni odorigene in uscita dal capannone nel quale non vengono lavorati rifiuti da quasi 90 giorni, con tutte le porte aperte che impediscono la depressione del sito e il convogliamento dell’aria sul filtro.

Ci dica anche come mai ancora non sono state avviate le verifiche richieste dalla commissione tecnico-legale.

E’ arrivato il momento nel quale ognuno deve assumersi le proprie responsabilità, anche perché c’è chi mette in giro furbescamente notizie prive di ogni fondamento, come quella secondo la quale l’impianto è chiuso per l’impossibilità di raggiungere la discarica con il viadotto chiuso o che continuano ad essere interrati rifiuti privati.

La Regione ha imposto la sospensione di ogni tipo di conferimento solo ed esclusivamente perché la popolazione si è mobilitata e 13 consigli comunali, all’unanimità, hanno deliberato per chiedere la sospensione.

La sospensione è frutto solo della determinazione del popolo presilano, sostenuto dalle istituzioni locali, che non è più disposto a subire le connivenze tra burocrazia regionale e imprenditori.

Non permetteremo che i tre mesi di aria pulita di questa estate siano solo un episodio passeggero e che si debba tornare a chiudere le finestre perché qualcuno, negli anni passati, ha rilasciato delle autorizzazioni in violazione di norme cogenti.

14 settembre 2017

Pubblicato in Cosenza

Si vede che l’Arpacal non legge i posti di facebook che dichiarano che il mare di Amantea è stato meraviglioso per tutta l’estate!

E non li leggono nemmeno i giornali ed i blog.

Al punto che postano articoli dai titoli emblematici e dalle foto sconvolgenti:

Cosenzainforma scrive : Mare sporco. Divieto temporaneo di balneazione ad Amantea e San Lucido.

Quicosenza scrive Divieto di balneazione in due punti ad Amantea e San Lucido: riscontrato alto valore di Enterococchi

L’Arpacal scrive “Balneazione: due punti non conformi sulla costa di Amantea”

In realtà si tratta di un mistero ancora nemmeno indagato.

L’ inquinamento è nei pressi del Torbido, quel fiume senza acqua al confine tra Amantea e Nocera Terinese

Leggiamo sul sito dell’Arpacal:

“Il Servizio tematico Acque del Dipartimento provinciale Arpacal di Cosenza ha comunicato, nel pomeriggio di ieri, al Sindaco di Amantea, e contestualmente alla Regione Calabria ed al Ministero della Salute, che “nel campione di acqua di mare prelevato in data 04.09.2017 lungo il litorale di Amantea è stato riscontrato un valore di Enterococchi intestinali superiore ai limiti del D.lgs. 116/08, nei punti: 100 MT SX FIUME TORBIDO Enterococchi i.= 1875 UFC/100ml e 100 MT DX FIUME TORBIDO Enterococchi i.= 2500 UFC/100ml”.

Pertanto le suddette aree non sono idonee alla balneazione.

“Sarà compito del Comune – scrive il Servizio Acque dell’Arpacal - avvisare la cittadinanza, identificare e rimuovere la causa dell'inquinamento, dandone comunicazione allo scrivente Servizio, al Ministero della Salute e alla Direzione Scientifica di ARPACAL.

Verranno effettuati campionamenti suppletivi e, in caso di esito positivo, sarà data tempestiva comunicazione ai Comuni interessati per poter rimuovere il divieto temporaneo per come previsto dal D.Lgs.116/08 art.5 , comma C”.”

Ora ci chiediamo da dove viene questo inquinamento se il torrente non acqua propria ma solo quella di scarico della vasca per l’ irrigazione dei campi ?

Che sia inquinata tale acqua?

O qualcuno immette fogna nel Torbido.

E chi?

Ed ancora ci chiediamo

Perché se il torrente è al confine di due comuni si invia la richiesta solo ad uno di essi?

E perché Amantea accetta passivamente questa pubblicità negativa e non contesta?

Ed infine.

Perché non si effettuano i controlli dovuti e perfino richiesti dall’Arpacal?

Pubblicato in Basso Tirreno

Leggiamo sul sito dell’Arpacal

1)Due punti non conformi a Paola

Il Servizio Acque del Dipartimento provinciale di Cosenza dell'Arpacal ha comunicato questa mattina al Sindaco di Paola (CS),

 

e contestualmente al Ministero della Salute ed alla Regione Calabria, che nei campioni di acqua di mare prelevati in data 08.08.2017 lungo il litorale di Paola è stato riscontrato un valore di Escherichia coli non conforme ai limiti del D. Lgs. 116/08, nei punti denominati:

  • 200 mt Sud canale prospicente Depuratore
  • 200 mt Nord canale prospicente Depuratore

pertanto la suddetta area non è idonea alla balneazione".

Ora sarà compito del Comune avvisare la cittadinanza, identificare e rimuovere la causa dell'inquinamento, dandone comunicazione al Servizio Acque del Dipartimento Arpacal di Cosenza nonché al Ministero della Salute e alla Direzione Scientifica di ARPACAL.

"Verranno effettuati campionamenti suppletivi - conclude la nota - e, in caso di esito positivo, sarà data tempestiva comunicazione a codesto Ente per poter rimuovere il divieto temporaneo, per come previsto dal D. Lgs 116/08 art. 5 comma C".

Poi leggiamo:

Balneazione : un altro punto non conforme a Paola

Il Servizio Acque del Dipartimento provinciale di Cosenza dell'Arpacal ha comunicato questa mattina al Sindaco di Paola (CS), e contestualmente al Ministero della Salute ed alla Regione Calabria, che nei campioni di acqua di mare prelevati in data 08.08.2017 lungo il litorale di Paola(CS) è stato riscontrato un valore di Enterococchi intestinali non conforme ai limiti del D. Lgs. 116/08, nel punto denominato :

  • Via Petrulla

pertanto la suddetta area non è idonea alla balneazione".

Ora sarà compito del Comune avvisare la cittadinanza, identificare e rimuovere la causa dell'inquinamento, dandone comunicazione al Servizio Acque del Dipartimento Arpacal di Cosenza nonché al Ministero della Salute e alla Direzione Scientifica di Arpacal.

Verranno effettuati campionamenti suppletivi - conclude la nota - e, in caso di esito positivo, sarà data tempestiva comunicazione a codesto Ente per poter rimuovere il divieto temporaneo, per come previsto dal D. Lgs 116/08 art. 5 comma C.

Ed ancora : Balneazione : non conformità a San Lucido

Il Servizio Acque del Dipartimento provinciale di Cosenza dell'Arpacal ha comunicato questa mattina al Sindaco di San Lucido (CS), e contestualmente al Ministero della Salute ed alla Regione Calabria, che nei campioni di acqua di mare prelevati in data 08.08.2017 è stato riscontrato un valore di Enterococchi intestinali non conforme ai limiti del D. Lgs. 116/08, nei punti denominati:

  • 200 mt Sx torrente Deuda
  • 150 mt sx torrente San Cono
  • Torrente Petralonga

pertanto le suddette area non sono idonee alla balneazione".

Ora sarà compito del Comune avvisare la cittadinanza, identificare e rimuovere la causa dell'inquinamento, dandone comunicazione al Servizio Acque del Dipartimento Arpacal di Cosenza nonché al Ministero della Salute e alla Direzione Scientifica di Arpacal.

Notiamo che non sono indicati i valori dell’inquinamento da enterococchi e colibatteri. Perché?

Notiamo che l’Arpacal non ci dice nulla sull’aumento di sali nutritivi (nitriti, nitrati e fosfati che sono alcuni dei sali che globalmente contribuiscono alla salinità dell’acqua di mare) e di sostanza organica, che determinano uno sviluppo eccessivo di alghe seguito, molto spesso, da una diminuzione della quantità di ossigeno disciolto (distrofia). Perché? Perché siamo ignoranti e quindi sarebbe inutile? Perché potremmo preoccuparci e sospettare?’

Ma molti di noi sanno che un apporto eccessivo di sostanze nutritive dai fiumi, dalle acque dei ruscelli e dagli scarichi provoca una proliferazione della flora acquatica che consuma l'ossigeno

disciolto, mettendo in pericolo la vita presente nel corpo idrico.

E sappiamo che questo fenomeno è all'origine della colorazione del mare ( maree rosse, verdi o

Marroni)

Notiamo che mancano totalmente dati sui sedimenti marini dove si concentrano ancora metalli pesanti e residui di sostanze chimiche oggi vietate (pesticidi organoclorati).

Notiamo che mancano totalmente i dati sulla fioritura algale

E per ultimo notiamo che l’Arpacal scrive prospicente e non prospiciente! Perché? La stessa ragione dell’area quando si tratta di aree? Forse!

Pubblicato in Alto Tirreno

L’arpacal in Calabria va bene solo quando dichiara eccellenti le acque del nostro mare?.

Guai, invece, se trova anche solo eccesso di Escherichia coli ed Enterococchi intestinalis.

Guai perché, in questi casi, occorre vietare la balneazione.

Il commissario straordinario come conseguenza al riscontro della“non conformità ai parametri rispetto alla tabella di riferimento” delle acque di balneazione denominate “300 mt. Marina dell’Isola e Lido Le Roccette”, (fuori limite entrambi per Escherichia coli) ha emanato una ordinanza di divieto di balneazione.

Immediate le reazioni negative.

Il turismo a Tropea non si tocca!

Ed infatti il presidente della Consulta delle Associazioni di Tropea e del Territorio, avv. Ottavio Scrugli, in uno con il Suo Direttivo, su sollecitazione da parte della società civile e delle associazioni di volontariato iscritte alla Consulta, ha chiesto chiarimenti in merito al Commissario Straordinario dr. Salvatore Fortuna.

Fortuna ha assicurato che la terna commissariale si è subito attivata nell’immediatezza della notizia sollecitando l’Arpacal ad effettuare nuovi esami delle acque, da effettuarsi entro e non oltre martedì 23 maggio.

L’urgenza di nuove analisi è strettamente connessa all’imminente inizio della stagione turistica a cui l’economia di Tropea e del suo comprensorio è legata.

In verità è stato contestato che l’Arpacal abbia eseguito i prelievi il giorno dopo un violento acquazzone che ha portato a mare quanto avviato nel fiume limitrofo da paesini non collettati alla rete fognaria.

Come dire altri non rispettano la legge e Tropea paga il conto !

Una storia molto comune in Calabria.

Pubblicato in Vibo Valentia

Molto opportuno il comunicato inviato dall’ufficio stampa del comune di Amantea in relazione all’allerta meteo degli scorsi giorni.

E’ probabile non siano sfuggite al commissario le critiche

niente affatto velate avvertite sul web per un allarme che a molti è apparso eccessivo.

Ma ecco la nota stampa:”

Dichiarazione del commissario prefettizio dottoressa Emanuela Greco sull’allerta meteo che nelle scorse ore ha interessato il comune di Amantea

«Abbiamo operato di concerto con il Comando di Polizia Municipale e tutte le forze dell’ordine presenti sul territorio.

Il bollettino di allerta meteo, lanciato dall’Arpacal, non solo è stato affrontato con la giusta attenzione, ma ha consentito di oliare un meccanismo che, quando le condizioni lo richiederanno, saprà porsi di fianco ad ogni singolo cittadino».

«Dopo aver ricevuto l’avviso, di concerto con la Protezione civile, abbiamo provveduto ad aprire il Centro operativo comunale, avviando il pattugliamento delle zone più critiche dell’intero comprensorio amanteano.

L’intervento più significativo ha avuto luogo lungo la Statale che collega Campora San Giovanni a Cleto: uno smottamento aveva di fatto bloccato la circolazione veicolare.

L'azione ricognitiva e le condizioni reali non hanno reso necessaria neanche la chiusura preventiva delle scuole.

Dal punto di vista operativo non abbiamo fatto altro che garantire sicurezza alla cittadinanza, attivando le necessarie procedure con senso di opportuna responsabilità».

«Un ringraziamento lo voglio rivolgere ai mezzi d’informazione che non hanno esitato a divulgare, praticamente in tempo reale, quello che era il bollettino della stessa Arpacal, nel rendere pubblico il livello di allerta comunicatoci.

Tutto ciò dimostra che, ognuno per le proprie competenze, può essere di aiuto nel delicato processo di tutela e protezione civile.

Nelle prossime ore, terminata l’allerta meteo, provvederemo alla chiusura del Centro operativo comunale, ritornando di fatto alla normalità».

Amantea. Ieri sera è stato diffuso l’allarme dell’Arpacal che è diventato facilmente virale creando se non panico tra la gente quantomeno una paura da insufficiente informazione o da lettura impropria del comunicato.

Al mattino il quadro era quello di qualche pietra caduta sulle strade interpoderali e di allagamenti delle zone pianeggianti dove i fossi di scolo mancano di idonea manutenzione .

L’unico crollo è stato quello di un muretto in blocchi di cemento posto al confine tra il manufatto di una cooperativa in località Colongi ed i terreni agricoli di proprietà del comune.

Dalle foto si nota che la parte di muro crollata è prossima ad alcuni alberi piantumati esattamente lungo il muretto stesso senza il dovuto rispetto della distanza minima di 1.5 metri.

Appare probabile che il forte vento dei giorni scorso possa avere esercitato un effetto spinta contro il muro che poi è crollato stante le intense piogge di ieri 23 gennaio.

Il terreno comunque era fortemente imbevuto di acqua che ha esercitato la massimizzazione della spinta.

Da qui , probabilmente, il crollo.

Le foto mostrano infatti che il muro là dove non ci sono alberi è rimasto intatto.

Il comune è stato immediatamente interessato ed a breve provvederà ad accedere per valutare come ricostruire il muro medesimo.

E’ comunque certo che quantomeno le spese saranno ripartite tra le parti se non sarà il comune ad accollarsele per intero

Sembra, ancora, che il comune provvederà al taglio degli alberi.

Pubblicato in Primo Piano

Mare eccellente dice normalmente l’Arpacal

Poi ogni tanto avvisa i sindaci che il mare è , anche, inquinato o fortemente inquinato.

 

E’ successo stamani 18 agosto , giorno in cui ha comunicato al sindaco di Joppolo che le analisi eseguite ieri 17 agosto nei pressi della Fiumara della Morte hanno dato esito negativo.

 

Le acque di balneazione sono risultate inquinate.

Gli Escherichia Coli che dovrebbero essere massimo 100 ml sono risultate essere maggiori di 30.000

Valori di Escherichia Coli comunque superiori alla norma , ma solo 1000 sui 100 previsti, anche a Ricadi.

L’Arpacal ha comunicato di voler provvedere quanto prima ad analisi suppletive

Al momento nessuno dei due comuni ha emesso la necessaria ordinanza di divieto di balneazione.

Pubblicato in Vibo Valentia
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