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Tra gli altri coinvolti Antonio Scalzo, consigliere regionale del Pd ed ex direttore scientifico dell'Arpacal, e Diego Tommasi, ex assessore all'Ambiente.

Devono essere mandate tutte sotto processo le undici persone indagate nell'inchiesta relativa a presunti illeciti connessi alla gestione dell'Arpacal negli anni precedenti il 2010, che secondo l'ipotesi accusatoria avrebbero causato ingenti danni all'Ente.

Lo riferisce l'Agenzia Agi.

Questa la conclusione alla quale è giunto il pubblico ministero di Catanzaro, Domenico Guarascio, al termine della propria requisitoria tenuta questo pomeriggio nell'ambito dell'udienza preliminare a carico degli indagati, seguita alla richiesta di rinvio a giudizio presentata dalla Procura a febbraio scorso.

Una richiesta sottoscritta dallo stesso Guarascio e dal collega Gerardo Dominijanni, titolari delle indagini condotte dai militari della Guardia di finanza e uomini del Nisa (Nucleo investigativo sanità e ambiente), nei confronti

-dell'ex assessore regionale all'Ambiente, Diego Tommasi;

-del direttore scientifico dell'Arpacal ed attuale consigliere regionale del Pd, Antonio Scalzo;

-dell'ex direttore generale vicario dell'assessore all'Ambiente, Giuseppe Graziano;

-dell'ex commissario dell'Arpacal, Domenico Lemma;

-dell'ex direttore amministrativo, Luigi Luciano Rossi;

-di Francesco Caparello,

-Pietro De Sensi,

-Giuseppe Giuliano,

-Vincenzo Mollace,

-Francesco Nicolace e

-Silvia Romano.

L'inchiesta ha avuto inizio dopo un esposto presentato lo scorso anno, in cui sono state denunciate presunte irregolarità nel concorso per dirigente amministrativo all'Arpacal, e nell'attribuzione dell'incarico di responsabile di struttura semplice, risalente al 2008, oltre ad un cumulo di incarichi in capo a medesime persone illegittime per incompatibilità.

Le successive attività investigative, fra le quali la relazione di un ispettore del ministero dell'Economia, avrebbero consentito di riscontrare irregolarità nell'attribuzione di incarichi, nell'erogazione di fondi e nell'espletamento di selezioni per progressioni verticali di carriera.

Poi, il 20 dicembre 2012, i militari della Guardia di finanza ed il personale del nucleo investigativo sanità e ambiente (Nisa) su disposizione dei magistrati inquirenti hanno eseguito il sequestro di somme per un totale di 500.000 euro a carico di ex dirigenti dell'Arpacal.

Pubblicato in Catanzaro

Non ne avevamo alcun dubbio.

Non è a Colongi che bisogna cercare il “male”.

Ci tranquillizza la nota stampa del comune di Amantea che ci rimpalla,in verità senza alcun commento, la nota dell’Arpacal( agenzia regionale per l’ambiente della Calabria).

Si tratta del risultato conclusivo del sopralluogo e campionamento terreno effettuati lo scorso 13 settembre presso la Scuola primaria “Don Giulio Spada”, sita in località Colongi di Amantea

Ecco la nota pervenutaci:

“L’Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente della Calabria (ARPACAL) ha trasmesso gli esiti del sopralluogo e campionamento terreno effettuati lo scorso 13 settembre presso la Scuola primaria “Don Giulio Spada”, sita in località Santa Maria del Comune di Amantea (Cs)

<< Sulla base di quanto certificato nei rapporti di prova – scrive il Dipartimento Provinciale di Cosenza, Servizio Tematico Suolo e Rifiuti - non sono stati riscontrati superamenti delle concentrazioni soglia di contaminazione CSC (D.Lgs. n. 152/2006 Parte IV del Titolo V). Non si è riscontrato pertanto, ritenendo esaustiva l’analisi effettuata, alcun potenziale stato di contaminazione del suolo.”

Ne prendiamo atto ma riteniamo( e suggeriamo) che sia opportuno che l’ente locale stampi qualche manifesto con il quale dire alla intera città questa ultima verità!

Pubblicato in Primo Piano

“Dopo rubata Santa Chiara ecco le porte di ferro!”. Già dopo che si è allagato anche la sede centrale della protezione civile, ecco l’allarme metereologico inviato per tempo:

“Il Centro Funzionale Multirischi dell’Agenzia Regionale per la protezione dell’ambiente della Calabria (Arpacal) ha diffuso alle ore 13:30 di oggi, venerdì 29 novembre 2013, due importanti documenti che riguardano l’avviso di criticità per possibili precipitazioni intense (A2) ed il Bollettino di criticità regionale per rischio idrogeologico e idraulico (BCR).

Le comunicazioni sono state immediatamente trasmesse al Dirigente Settore Protezione Civile - Delegato dal Presidente della Giunta Regionale (D.P.G.R. 13/2006) presso la Sala Operativa Regionale - Regione Calabria – Catanzaro, nonché, per conoscenza, al Dipartimento Nazionale Protezione Civile a ROMA e alle Prefetture della Calabria.

“I fenomeni legati alla forte perturbazione che insite sulle aree meridionali della penisola previsti – fanno sapere dal Multirischi Arpacal - dovrebbero intensificarsi ulteriormente tra il tardo pomeriggio di sabato e la giornata di domenica e potrebbero determinare fenomeni di dissesto da localizzati a diffusi e di intensità da media ad elevata, tali da costituire pericolo per la incolumità delle persone che si trovano nelle aree a rischio”.

“In particolare, in base agli ultimi e più attendibili modelli previsionali – prosegue il Multirischi dell’Arpacal - è stata dichiarato il livello di allerta 2 (il più alto della scala) per le zone CALA 3, Cala 4, Cala 5 e Cala 6, ovvero per il tirreno meridionale e per tutta la costa ionica; per le zone di allerta Cala 1 e Cala 2 (tirreno centro settentrionale) è stato invece dichiarato il livello di allerta 1” (sul sito del Multirischi www.cfd.calabria.it sono pubblicati gli avvisi e le relative mappe esplicative, ndr).

Il Centro Funzionale Decentrato della regione Calabria continuerà a seguire l’evolversi della situazione in contatto con le prefetture, la regione e le locali strutture di protezione civile, che stanno assumendo tutte le iniziative necessaria alla tutela delle pubblica e privata incolumità.

Si invitano comunque i cittadini a porre la massima attenzione nello svolgimento delle attività quotidiane, in particolare con quelle che dovessero interferire con situazioni di rischio (sottopassi, aree in frana, scantinati ecc.). A tal riguardo, sul sito del Dipartimento della Protezione Civile nazionale (www.protezionecivile.gov.it ) sono consultabili alcune norme generali di comportamento da tenere in caso di maltempo.

Si ribadisce, infine, che, come in altre occasioni dichiarato dal Direttore del Centro Multirischi, ing. Raffaele Niccoli, “l’unico ente istituzionalmente preposto alla raccolta e alla fornitura dei dati climatici in Calabria, soprattutto ai fini di Protezione Civile, è il Centro Funzionale Multirischi (CFM) dell’ARPACAL, derivazione diretta dell’Ufficio Idrografico e Mareografico del Compartimento di Catanzaro già facente parte dei Servizi Tecnici Nazionali”.

Pubblicato in Calabria

L’Arpacal apre le porte. Da oggi 18 novembre sono iniziate le visite delle scuole calabresi ai laboratori provinciali dell’Arpa calabrese.

1700 studenti che si divideranno nei 5 giorni e nei 5 laboratori provinciali.

Si tratta di una iniziativa che è stata inserita nel calendario nazionale che l’UNESCO, Organizzazione dell’ONU per l'Educazione, la Scienza e la Cultura, ha programmato per celebrare la Settimana per l’Educazione allo Sviluppo Sostenibile, che si svolge, appunto, da lunedì 18 a domenica 24 novembre 2013.

I due pullman pagati dai 90 studenti partiranno domani mattina per raggiungere Cosenza.

Referente provinciale Gruppo Educazione Ambientale (GEA) Arpacal sarà la Dr.ssa Raffaella Damiano.

Al Dipartimento di Cosenza, i ragazzi saranno accolti in una sala multidisciplinare, attraversando un corridoio dove sono stati esposti i poster che sono stati realizzati nelle varie manifestazioni. In questa sala multidisciplinare, attraverso l'utilizzo del video proiettore, sarà spiegato il funzionamento di tutti i servizi e si faranno alcune attività tecniche, con stile divulgativo adatto alle diverse scolaresche in visita.

Il servizio tematico Aria  ha previsto l'utilizzo invece di una sala diversa dove sarà fatta una dimostrazione con gli strumenti che i tecnici hanno in dotazione.

Per completare la giornata di studio i ragazzi della scuola media di Amantea visiteranno anche il planetario del capoluogo di provincia.

Pubblicato in Cronaca

L’Assessore regionale all’Ambiente Francesco Pugliano ha presentato il report 2013 del servizio “SOS pronto intervento per il mare”, istituito in collaborazione con l’Arpacal e la Direzione Marittima regionale della Calabria. Nel corso della conferenza sono intervenuti anche il DG dell’Arpacal Sabrina Santagati, il Direttore tecnico-scientifico dell’Arpacal Oscar Ielacqua e il Direttore Marittimo della Calabria Gaetano Martinez.

A seguito delle 907 segnalazioni effettuate dal primo luglio al primo settembre, di cui 875 ricevute tramite il numero verde (800 331 929), 32 tramite il “1530” della Guardia Costiera, sono stati effettuati 446 interventi, 439 campionamenti ed analizzati 1788 parametri analitici. Altri dati del “report 2013” dal titolo “Abbiamo acceso un faro sul mare”, riguardano le segnalazioni giornaliere medie (14), mentre le visite complessive del sito internet, nel periodo di attivazione del servizio, sono state 11.643. Se si sommano anche gli interventi effettuati nel periodo estivo del 2012, sempre grazie al servizio “SOS pronto intervento mare” (427 interventi e 1344 esami), il Dipartimento ambiente è riuscito ad ottenere una mappa abbastanza completa dello stato di salute del mare calabrese, utile per avviare una serie di interventi mirati alla salvaguardia dell’ambiente. Rispetto allo scorso anno l’attività messa in atto dall’Arpacal, in sinergia con il Dipartimento Ambiente e dalla Guardia Costiera, risulta incrementata di circa il 4,4% per quanto riguarda gli interventi effettuati sul territorio regionale e di ben il 33% dal punto di vista delle analisi condotte sulle matrici ambientali sottoposte a controllo. Su 446 interventi sono stati effettuati 1788 analisi . I risultati non conformi hanno riguardato soprattutto le acque di scarico monitorate e le foci di fiumi e torrenti che hanno nella maggior parte dei casi mostrato indici di contaminazione fecale discretamente elevati. Le schiume prelevate a mare hanno nella maggior parte dei casi mostrato risultati microbiologici conformi ai valori imposti dalla normativa vigente. In alcuni casi fioriture algali di specie non tossiche, presenza di aggregati mucillaginosi e test di tossicità con ormesi. Quasi tutte le schiume hanno dato esito conforme per quanto attiene i risultati microbiologici e hanno mostrato livelli di N nitroso in alcuni casi intorno a 6-8 mg/l.

“Il mare calabrese - ha dichiarato l’Assessore Pugliano - non sta proprio male. Dobbiamo continuare a migliorarlo. Grazie a questo report, come ho avuto modo di dire in più occasione, siamo in grado di avere una cartella clinica sullo stato di salute del mare, grazie ad una grande quantità di controlli e campioni. Possiamo quindi esprimere una diagnosi reale, attendibile ed equilibrata, certificata da questi esami di laboratorio. Questi dati, che ci danno anche una mappa precisa per ogni pezzo di costa calabrese, li utilizzeremo sia per individuare i punti critici, sia per migliorare lo stato qualitativo delle acque di balneazione. Contiamo, inoltre, di farli diventare una bussola di orientamento per gli interventi infrastrutturali, di controllo e di repressione di ogni abuso e illecito ambientale. Dai dati contenuti nel report - ha aggiunto l'Assessore Pugliano - si conferma che le acque marine e costiere della regione sono conformi per il 92% e che i risultati di quest'ultima stagione sono sovrapponibili a quelli registrati nel 2012. Un risultato che posiziona la Calabria al nono posto in Italia tra le regioni che affacciano sul mare”. “Il nostro scopo - ha dichiarato la DG dell’Arpacal Santagati - è quello di offrire alle istituzioni gli elementi necessari per portare avanti azioni in grado di risolvere le criticità in campo ambientale. E' un lavoro molto impegnativo e gratificante che abbiamo svolto per tutta l'estate con grande senso di responsabilità e non senza sacrificio”. Il Direttore Marittimo della Calabria Gaetano Martinez, ha ribadito la massima attenzione di tutte le Capitanerie di Porto della Calabria su questa “metodologia di lavoro avviata in Calabria, unica in Italia e che si pensa di prendere a modello anche a livello europeo per i Paesi che si affacciano sul Mediterraneo”. “Abbiamo lavorato senza sosta – ha dichiarato il Direttore tecnico-scientifico dell’Arpacal Ielacqua – compresi in fine settimana, grazie all’impegno di tutti gli operatori. Questo progetto ha prodotto un significativo risultato che conferma la validità scientifica dell’Arpacal”. (fonte: Ufficio Stampa Regione Calabria)

NdR La affermazione dell’Assessore Pugliano “Il mare calabrese non sta proprio male”, per quanto ci sembri più onesta di tante altre che affermavano “obiettivo raggiunto: acque eccellenti”, o di “acqua da bere” di oliveriana memoria, ci sembra più un auspicio se non un’invocazione. Proprio per suffragarla( speriamo) abbiamo indirizzato al direttore generale ( Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo. )Questo indirizzo e-mail è protetto dallo spam bot. Abilita Javascript per vederlo. ed al direttor scientifico ( Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo. )Questo indirizzo e-mail è protetto dallo spam bot. Abilita Javascript per vederlo. dell’Arpacal la nota sottostante :

“In relazione al Report SOS Mare 2013 di cui alla nota dell’Ufficio Stampa Regione Calabria e dovendo scriverne su tirreno news.it sono a chiedere l’indice di stato trofico medio comune per comune della costa tirrenica essendo lo stesso l’unico indice individuato dal D.Lgs. 152/99 così come modificato dal D.Lgs. 258/00 (Allegato 1, par. 3.4.3) per definire lo stato di qualità delle acque marino costiere.

Nelle more della risposta provvederò a pubblicare sul sito la presente richiesta”

Appena perverrà( e se perverrà? la risposta ve ne riparleremo

Amantea 16.11.2013                                                            trn-news.it

Pubblicato in Calabria

Falso e abuso d'ufficio , queste le accuse delle quali dovranno rispondere il presidente del Consiglio regionale Francesco Talarico, i dirigenti della Regione Giovanni Fedele e Luigi Giuseppe Multari, il funzionario Rocco Sirio, la presidente Marisa Fagà ed i componenti del cda dell’Arpacal.

 

La vicenda attiene ai decreti di nomina di pertinenza del Presidente Talarico nei quali di solito si legge:

a)Che si prende atto “ della verifica dei requisiti dei singoli candidati alla nomina di che trattasi, effettuata, anche con l'ausilio delle schede ricognitive allegate alle domande ed ai curricula, nonché delle schede di settore da cui si rileva la sussistenza o meno dei requisiti richiesti dalla vigente normativa da parte dell'Ufficio di Presidenza, con deliberazione n. 10 del 23 febbraio 2011”;

b) che dai predetti elenchi e dai curricula personali, in atti, il nominato “ risulta in possesso dei requisiti per la nomina in oggetto ed in grado di assicurare il buon andamento ed l'imparzialità dell'Organo al quale viene nominato”;

c) che “la scelta della Pubblica Amministrazione, nella fattispecie, non presuppone una procedura concorsuale, ma impone solo la richiamata valutazione di tutti gli aspiranti e dei requisiti da ciascuno dichiarati nelle domande e nei curricula che hanno costituito il fondamento dell'istruttoria verificativa”;

Il sistema è sempre il medesimo.

Ma poi il sostituto procuratore, Gerardo Dominijanni, ha deciso di porvi fine ed ha inviato un avviso di garanzia al presidente del Consiglio regionale della Calabria, Francesco Talarico, ed al funzionario autore delle schede di valutazione relative alle nomine “incriminate”, Rocco Sirio. Sotto indagine anche il CDA dell’Arpacal.

In sostanza il presidente del consiglio regionale deve rispondere di abuso d'ufficio per aver proceduto alla nomina dei componenti del Cda senza che questi avessero i requisiti. Anzi per aver procurato così “intenzionalmente da un verso a costoro un ingiusto vantaggio patrimoniale, dall’altro un danno ingiusto agli aspiranti parimenti la nomina aventi idoneità a ricoprire l’ambito incarico”.

Poi a settembre scorso il sostituto procuratore della Repubblica di Catanzaro Gerardo Dominijanni ha trasferito l’ inchiesta sull’Arpacal alla Procura di Reggio Calabria, territorialmente competente.

Ora la Procura di Reggio Calabria ha chiuso le indagini sulle presunte irregolarità nelle nomine dei membri del cda dell'Arpacal.  

Sette le persone che sono finite nel registro degli indagati con le ipotesi di falso e abuso d'ufficio:

-il presidente del consiglio regionale Franco Talarico,

-il dirigente della Regione Giovanni Fedele

-il dirigente della regione Luigi Giuseppe Multari,

- il funzionario Rocco Sirio

-la presidente del CDA dell’Arpacal Marisa Fagà

-i componenti del cda tra cui l’ex sindaco di Scalea Mario Russo.

Secondo l'accusa i componenti del CDA avrebbero attestato di avere una «comprovata esperienza tecnico-scientifica in materia ambientale» e di aver esercitato almeno «cinque anni di attività professionale riconducibile all'incarico». Requisiti che , invece, secondo la Procura i tre non avrebbero.

Pubblicato in Reggio Calabria

Una domanda destinata a restare senza risposta.

Peraltro una domanda che non ha nemmeno corrispondenza con quanto stiamo per chiarire.

La storia riguarda il Liceo Scientifico-Ipsia-Tecniologico di Amantea che in collaborazione con la Guardia Costiera, la Protezione Civile e l’Arpacal manderà alcuni suoi alunni sulle motovedette della Guardia Costiera.

Ovviamente, porto permettendo

Ma non andranno, come dice il logo, a misurare la profondità del mare. Affatto

Andranno a prelevare campioni di acqua marina da sottoporre ad analisi strumentali didattiche.

L’uscita è prevista per il 19 novembre, ovviamente, tempo permettendo e porto permettendo.

In sostanza gli allievi dell’istituto si porranno in campo per studiare il nostro mare che si assume, anche con grandi manifesti, essere pulito.

Il fatto, però, che tra i collaboratori ci sia anche l’Arpacal ci offre qualche dubbio, anzi, per verità, ci porta in direzione opposta a quella della affermazione recata dal manifesto qundo afferma di muovere per la tutela e la salvaguardia del nostro patrimonio ambientale.

E’ noto, infatti, che l’Arpacal, in adesione ai disposti normativi, effettua esclusivamente il controllo degli Esterichia Coli e degli Enterococchi ai sensi del dlgs 116/2008.

Ed è dal 2010, infatti, che non vengono eseguite altre analisi sulle acque del Tirreno Cosentino, quando, secondo la relazione emessa dal dipartimento Arpacal di Cosenza le acque antistanti Belvedere Marittimo, Cetraro, San Lucido ed Amantea non vennero trovati indici di inquinamento chimico e microbiologico, né vennero trovati valori radiometrici anomali.

Assumere di certificare che il mare sia pulito rilevando solo Esterichia Coli e degli Enterococchi appare assolutamente riduttivo .

Pertanto, e similmente ad altri istituti che hanno operato le medesime indagini , speriamo che le indagini analizzino le acqua e di esse ci indichino oltre alla trasparenza, la temperatura, la salinità, ossigeno disciolto, clorofilla, anche i sali nutritivi (Azoto totale, Fosforo totale e Ortofosfati, Silicati, Azoto Ammoniacale, Azoto Nitroso, Azoto Nitrico),tensioattive, fenoli,

E poi che vengano fatte analisi biologiche(indice di saprobicità, indice biotico, ecc) ed analisi tossicologica( saggi di ittiotossicità)

E finalmente che venga determinato l’indice trofico TRIX, importante per definire e classificare lo stato qualitativo dell’ecosistema costiero.

Poi ci pemettiamo ( e l’istituto ci scuserà) di suggerire la opportunità di fare controlli anche a terra. Parliamo di torrenti e fiumi, ben sapendo che le acqua del mare sono addizionate da esse e che pertanto se vengono esaminate le acque dei torrenti e dei fiumi si saprà anche da dove partono gli inquinamenti.

Infine ci permettiamo di suggerire all’Istituto di far conoscere i risultati ottenuti. Grazie.

Come perviene ve lo presentiamo ma non possiamo non evidenziare alcuni

elementi di perplessità e tra questi:

1)perché non vengono riportati i valori di escherichia coli del torrente Fiumicello?

2) che significa che il Sindaco della cittadina tirrenica cosentina “ dovrebbe determinare un provvedimento di interdizione della “balneazione alla foce del torrente e nel tratto di mare strettamente limitrofo”? DEVE O NON DEVE?

 I valori di escherichia coli dei campioni d’acqua di mare prelevati nei pressi della foce del torrente Fiumicello che si trova al confine tra Grisolia e Santa Maria del Cedro (CS) sono superiori rispetto a quelli stabiliti dalla normativa sulla balneazione. Ciò dovrebbe determinare un provvedimento da parte del Sindaco della cittadina tirrenica cosentina di interdizione della “balneazione alla foce del torrente e nel tratto di mare strettamente limitrofo”.

E’ quanto comunica il dr. Edoardo Fiorino, dirigente del servizio tematico Acque del Dipartimento provinciale di Cosenza dell’Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente della Calabria (Arpacal), che ieri ha ricevuto i referti finali delle analisi eseguite dai laboratori Arpacal di Cosenza sui campioni prelevati domenica pomeriggio a Santa Maria del Cedro, con la collaborazione della Guardia Costiera di Diamante, a seguito di alcune delle diverse segnalazioni che stanno giungendo al Numero Verde 800.331929 dell’Arpacal.

Da diversi giorni, infatti, giungono al numero verde dell’Arpacal - istituito a seguito dell’iniziativa “SOS Pronto intervento per il Mare 2013” sulla base di un accordo siglato tra l’assessorato all’Ambiente della Regione Calabria, la Direzione Marittima regionale e la stessa agenzia ambientale calabrese - segnalazioni su presunte emergenze ambientali nel tratto di costa che interessa i comuni di Diamante, Santa Maria del Cedro, Grisolia e Scalea. Nella gran parte dei casi si è trattato di proliferazione algale.

Nello specifico degli interventi del 18 agosto scorso, e più precisamente quelli contraddistinti dai codici 180813CS007 e 180813CS004, dopo i campionamenti delle acque superficiali del fiume Abatemarco e del torrente Fiumicello, ed a conclusione dell’attività di analisi di laboratorio - che ha una tempistica standardizzata dalla normativa nazionale - si è accertato il superamento dei valori per il torrente Fiumicello, mentre valori nella norma per l’Abatemarco. Fiorino ha relazionato sui fatti anche ai Sindaci di Santa Maria del Cedro e Grisolia che, in base alla normativa, sono chiamati a prendere gli opportuni provvedimenti.

“Questo caso specifico – ha commentato il direttore scientifico dell’Arpacal, dr. Oscar Ielacqua – dimostra l’efficacia dell’iniziativa SOS Pronto Intervento per il Mare; a fronte di numerose segnalazioni, che spesso ci portano in questi giorni a refertare la presenza di mucillagini o proliferazioni algali, riusciamo anche, e questo solo grazie alle segnalazioni dei cittadini, ad individuare vere emergenze per la salute dei bagnanti e per l’ambiente”.    

 Catanzaro, 21 agosto 2013

Integrazione:

In  riferimento al comunicato allegato alla presente, si comunica che il Comune di  Santa Maria del Cedro ci ha informato che il torrente Fiumicello, oggetto delle  analisi citate nel comunicato, non si trova sul confine tra la stessa Santa  Maria del Cedro e Grisolia ma è “interamente nel territorio comunale  di Grisolia”. E’ l’Abatemarco, altro fiume monitorato i cui valori erano nella  norma, che ricade nel comune di Santa Maria del Cedro.
Invitandovi  a tenere conto di tale precisazione, e chiedendo scusa agli interessati per  l’errata indicazione geografica, l’occasione è gradita per porgere distinti  saluti.
 
Fabio  Scavo
Pubblicato in Alto Tirreno

La Calabria è famosa per avere stabilizzato sempre gli assunti precari in quella logica scientifica della quale hanno approfittato in tanti, al punto che si diceva” nessuno mai è stato licenziato”. Insomma i Santi esistono, e se sono Santi prima o dopo il miracolo lo fanno. Salvo le Procure

Sembra sia successo questo al personale facente parte della cosiddetta “task force per l’ambiente”.

Secndo la Procura,     questo personale aveva contratti a tempo determinato presso il ministero dell’Ambiente, poi è stato illegittimamente assunto dall’Arpacal e quindi assegnato all’assessorato Politiche ambientali della Regione.

Lo avrebbero fatto e per questo sono accusati di abuso d’ufficio ed iscritti nel registro degli indagati:

-Vincenzo Mollace, ex direttore generale dell’Arpacal;

-Giuseppe Graziano, ex dirigente generale del dipartimento Politiche dell’ambiente della Regione Calabria;

-Francesco Caparello, all’epoca dei fatti dirigente del settore Personale dell’Agenzia regionale;

-Luigi Luciano Rossi, ex direttore amministrativo della stessa Arpacal;

-Antonio Scalzo, ex direttore scientifico dell’Agenzia, oggi consigliere regionale;

-Sabrina Santagati, ex direttore generale dell’Arpacal;

-Rosanna Squillacioti, all’epoca dei fatti dirigente di settore del dipartimento Politiche ambientali della Regione Calabria, attuale direttore generale dell’Azienda sanitaria provinciale di Reggio Calabria-

I fatti indagati si sarebbero verificati tra il 2008 e il 2010.

La stabilizzazione della task force per l’ambiente sarebbe illegittima. Come tante altre, forse!

Pubblicato in Calabria

Incredibili i dati dell’Arpacal. Incredibili nella loro incredibilità ed inutilità.

Se accedete al sito “segnalazioni SOS mare” leggerete che le segnalazioni sono distribuite nel numero di 37 in provincia di Cosenza, di 36 in Reggio Calabria e di 42 in provincia di Catanzaro,Crotone,Vibo valentia

In realtà non è il numero delle segnalazioni ma le località; un dato di fatto inutile perché non rende nemmeno la intensità delle segnalazioni medesime

Bisogna accedere in ogni località per percepire, almeno a livello teorico, gli eventi. Si scopriranno così almeno 3 tipologie di intensità. Quella con una o due segnalazioni, quella con 8-10 segnalazioni e quelle con 10 ed oltre venti segnalazioni.

Ed è una sorpresa scoprire tra le prime località non tanto Rossano, quanto Tropea! E poi ancora Nicotera e Falconara Albanese.

Viene allora da chiedersi da cosa dipende tale differenza. Da maggiore o minor sensibilità ecologico- ambientale?. Dal minor e maggior numero di presenze? O da che cosa? Ed ancora, si tratta di scarichi abusivi, forse? Ed infine ad ogni segnalazione corrisponde un accesso?

Ma ecco cosa dice l'Arpacal.

 

La presenza di rifiuti a mare e di schiume, che nella maggior parte dei casi è stata accertata quale mucillagine o proliferazione algale, sono le principali emergenze segnalate al Numero Verde dell’Arpacal (800.33.19.29) dai cittadini presenti su pressoché l’intera costa calabrese.

E’ questo l’esito del primo report interno di valutazione dell’iniziativa “SOS Pronto intervento per il Mare 2013”, operativa a seguito di un accordo siglato tra l’assessorato all’Ambiente della Regione Calabria, la Direzione Marittima regionale e l’Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente della Calabria (Arpacal).

“E’ su gran parte della costa calabrese – afferma la dr.ssa Francesca Pedullà, responsabile scientifico dell’iniziativa - che le criticità evidenziate dai cittadini, nella maggior parte dei casi, riguardano la presenza di rifiuti a mare e schiuma, percepita come inquinamento causato dallo sversamento in mare di acque reflue non depurate, ma spesso risultanti quali mucillagine o proliferazione algale di specie non tossiche non associate alla presenza di coliformi ed enterococchi intestinali, e quindi non di origine fecale”.

“A riguardo – continua Pedullà - occorre precisare che già lo scorso anno, dagli interventi effettuati nella campagna SOS Mare 2012, è emerso che lo specchio acqueo antistante molti comuni costieri è stato interessato dal fenomeno dell’insorgere periodico di schiume dense e persistenti lungo la fascia costiera sia ionica che tirrenica. Il fenomeno delle mucillagini è la manifestazione di un complesso meccanismo biologico e fisico influenzato da molti fattori. Primi fra tutti la circolazione delle acque, l’intensità dei venti, la geomorfologia della linea di costa, l’incremento dei nutrienti nel periodo estivo e la presenza di fonti di impatto antropiche e da apporti fluviali. Il meccanismo fisico che determina la formazione delle schiume è infatti influenzato da una particolare circolazione delle acque che in associazione a venti di modesta intensità e alla temperatura stagionale, permette al plancton naturale di risalire in superficie per concentrarsi in aggregati schiumosi, anche molto estesi, dovuti all’attività metabolica naturale dello stesso fitoplancton”.

“Le analisi microbiologiche sulle schiume che hanno effettuato i laboratori Arpacal – conclude la dr.ssa Pedullà - non hanno evidenziato contaminazione fecale. L’analisi microscopica in alcuni casi ha rilevato presenza di fioritura algale come nello specchio acqueo antistante il comune di San Ferdinando (RC), interessato dalla presenza della microalga “Gymnodinium spp”, referto confermato anche dagli esperti del Centro di Ricerche Marine di Cesenatico. Si tratta di cloroficee che non appartengono alle specie produttori di tossine”

L’incredibile sta nel fatto che questi fenomeni di aggregati schiumosi( anche colorati) sono così normali che ci si vuol far credere che bisogna preoccuparsi se non li vediamo!!!!

Pubblicato in Calabria
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