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Ecco il comunicato dell’Arpacal

Mentre l’operazione denominata “Calipso”, condotta dal Corpo forestale dello Stato e dalla Capitaneria di Porto di Corigliano Calabro, ha portato al sequestro di dieci depuratori di comuni dello ionio cosentino, le segnalazioni raccolte dal Numero Verde dell’Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente della Calabria (ARPACAL), nell’ambito dell’iniziativa “SOS Pronto intervento per il Mare 2013”, già dai primi giorni di luglio avevano acceso una spia sull’area jonica cosentina.  

Nell’edizione del 2012, infatti, sul totale delle segnalazioni ricevute, la costa jonica cosentina occupava soltanto l’1,47% del totale, mentre in questa prima fase dell’edizione 2013, la stessa area interessa l’11,66% delle complessive segnalazioni raccolte.

“La spia che la situazione stesse presentando qualche emergenza nell’area jonica cosentina – commenta il direttore scientifico dell’Arpacal, dr. Oscar Ielacqua - era stata accesa già dagli operatori del nostro Numero Verde, raffrontando i dati 2013 con quelli del 2012. Al di là dell’esito delle analisi scientifiche, che hanno standard e tempi da seguire, e di quelle giudiziarie, la percezione da parte dell’utenza che qualcosa non stesse andando per il verso giusto è stata pressoché immediata”.

Anche un nuovo aggiornamento delle statistiche registra, più in generale, la provincia di Cosenza balzare al comando della classifica delle province maggiormente segnalate al Numero Verde Arpacal (800.33.19.29). La provincia bruzia, infatti, sale al primo posto, passando dal 32 al 38% delle segnalazioni totali; Catanzaro scende di una posizione, occupando il secondo posto della classifica con un 26%, mentre nel precedente monitoraggio aveva il 33%. Vibo Valentia si mantiene stabile al 16%; leggero calo per Reggio Calabria, che passa dal 12 all’11%, mentre Crotone sale dal 7 al 9% sul totale delle segnalazioni ricevute.

Pubblicato in Calabria

Eugenio Facciolla, procuratore capo di Rossano (CS), in riferimento al sequestro di 12 depuratori (dai 10 di ieri mattina sono passati a 12 di oggi) effettuato oggi dal Corpo forestale dello Stato e dalla Capitaneria di Porto di Corigliano Calabro lungo la fascia ionica cosentina, dice: "Ci sono due comuni che non hanno gli impianti di collettamento delle fogne verso i nuovi depuratori. Si tratta di Campana che avrebbe un vecchio depuratore ormai abbandonato e non ha pochi metri di condutture per collegarsi al nuovo, per cui i reflui vanno in un torrente, e di Bocchigliero, dove è stato costruito un vero bypass, prima del depuratore, che getta i reflui nelle acque di un fiume. E’ incredibile che nel 2013 ancora non si riesca a salvaguardare l’ambiente e per questo servono i presidi della giustizia sul territorio".

Ma insomma il territorio deve essere difeso SOLTANTO dalle Procure della repubblica?

Ben prima delle Procure non dovrebbero esserci altre istituzioni preposte a questi controlli?

A chi spetta, per esempio, il controllo dell’inquinamento degli alvei torrentizi e fluviali?

E se esiste un responsabile ( la provincia?) non siamo in presenza di una omissione di atti d’ufficio?

O il problema è così grave( come denuncia Legambiente) che nessuno vuole toccarlo per evitare( ma è solo un esempio) di denunciare i sindaci amici?

E poi è solo il coraggio di Facciolla che denunci due casi e tutto il resto va bene o piuttosto , sempre come dice Legambiente, sono centinaia e sugli altri SOLO SILENZIO?

Per esempio perché l’Arpacal controlla il mare e non gli escherichia coli dei fiumi? Ha paura della verità che noi supponiamo?

Pubblicato in Calabria

31.7.2013.Da stamattina sessanta uomini del Corpo forestale dello Stato sono impegnati nell'esecuzione del sequestro preventivo, disposto dalla Procura della Repubblica, di 10 depuratori ubicati in otto comuni calabresi . Si tratta dei risultati di indagini condotte dal Nucleo Investigativo Provinciale di Polizia Ambientale e Forestale (Nipaf) di Cosenza. Sarebbe stata accertata “una sistematica attività di raccolta e smaltimento non autorizzato dei rifiuti costituiti dalle acque reflue urbane e dai fanghi derivanti dal trattamento di tali acque attraverso gli impianti stessi. L'attività sarebbe avvenuta in totale assenza di depurazione dei reflui urbani”

Questa volta non si tratta solo di di Escherichia coli ma anche di DOC e di (Bod5) .

Si parla di disastro ambientale.

I comuni interessati sono Rossano, Corigliano, Bocchigliero, Caloveto, Paludi, Campana, Terravecchia e Longobucco

Ha collaborato la Guardia costiera di Corigliano Calabro. Il Procuratore della Repubbica Facciolla ha dichiarato:«L'avviso di garanzia è un atto dovuto, utile soprattutto a tenere sotto la scure di responsabilità i sindaci che avranno tempo 60 giorni per sistemare gli impianti, pena responsabilità penali più gravi. L'operazione di oggi testimonia l'importanza di avere la Procura sul territorio in cui viviamo, per dare la possibilità a quanti ci vivono di denunciare direttamente a noi le cose che non vanno. Vorrei ci fosse maggior attenzione sul territorio che potrebbe essere garantita proprio dalla presenza del Tribunale. Riguardo alla vicenda di oggi sostengo che i fondi per la depurazione ci siano e non possono sparire o essere distratti per altro. Guarda caso il fenomeno è diffuso visto che sono coinvolti dieci Comuni e questo la dice lunga. Colgo l'occasione per dare il giusto riconoscimento ai miei colleghi che si sono messi a disposizione da subito. Anche se l'ufficio è piccolo dimostra grandi capacità. Un riconoscimento va alle forze dell'ordine, che hanno lavorato al meglio per garantire la giusta dignità al territorio».

Occorre attendere altre informazioni. Ci sembra che sequestrare contemporaneamente 10 depuratori imponga intense riflessioni. Troppi e tutti insieme : strano!

Pubblicato in Cosenza

Ecco il comunicato dell’Arpacal di oggi 10 luglio 2013:

“E’ online da questa mattina, sul sito web www.arpacal.it e identificata dal logo dell’iniziativa “SOS Pronto intervento per il Mare”, la mappa interattiva sull’andamento delle segnalazioni che giungono al Numero Verde 800.33.19.29 istituito dall’Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente della Calabria (ARPACAL) nell’ambito dell’accordo siglato l’1 luglio 2013 con Regione Calabria e Direzione Marittima Regionale.

La mappa – che illustra quante segnalazioni giungono dalle principali stazioni balneari calabresi – è uno dei prodotti di comunicazione ambientale che l’Arpacal ha messo a disposizione per fornire maggiori informazioni al pubblico sull’indice di partecipazione dei cittadini all’iniziativa, dando riscontro sul numero delle segnalazioni che giungono da ciascuna stazione balneare calabrese al Numero Verde 800.33.19.29, operativo dal lunedì alla domenica, festivi compresi, dalle ore 8:00 alle 18:00.

E’ il caso di precisare che la mappa interattiva non illustra l’andamento delle segnalazioni, ossia il percorso che va dalla verifica da parte dei Dipartimenti provinciali Arpacal e dalle Capitanerie di Porto competenti sino all’eventuale campionamento ed alle relative analisi; ciò al fine di distinguere nettamente l’indice di partecipazione dei cittadini all’iniziativa, visibile appunto attraverso la mappa, da ciò che è la valutazione scientifica delle singole emergenze segnalate, che spesso hanno tempi di risposta standardizzati dalla normativa di settore e, rispetto alle aspettative dell’utente, un po’ dilatati.

Per dare contezza, invece, dell’andamento delle segnalazioni, ogni settimana sarà possibile scaricare un bollettino in formato pdf che indicherà tutte le segnalazioni ricevute e le risposte alle stesse. Nello stesso spazio web, infine, è possibile visionare le fotografie che gli utenti avranno inviato alla casella Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo. Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo.

NdR: In sostanza da oggi ogni utente del mare può fotografarne lo stato di inquinamento inviando il tutto all’Arpacal la quale provvederà ad espletare i necessari controlli pubblicando la informativa e la relativa foto( questa solo dopo l’accertamento)

 

 

Pubblicato in Catanzaro

Impossibile saperlo. La prima considerazione, infatti, è quella che i dati anticipati con tanto di tromba nei giorni scorsi ancora non sono disponibili né sul sito dell’Arpacal , né su quello della Guardia Costiera.

E di tanto non solo ce ne dogliamo, ma non ne comprendiamo a ragione.

Sappiamo soltanto che i dati anticipati sono relativi ai batteri ( escherichia coli) come se i problemi del mare fossero soltanto loro e non anche i nitriti, i nitrati, i fosfati, eccetera.

Leggiamo poi( per nostra fortuna) su qualche illuminato blog che :

-“il monitoraggio dell'Arpacal di settecentoventisei chilometri di costa riguardo la qualità della balneazione conferma quest'anno il discreto stato di salute del mare calabrese”;

- nei primi due mesi di quest’anno l’Arpacal avrebbe espletato 94 controlli che avrebbero dato 27 punti critici:

a) provincia di Cosenza su 35 interventi sono stati riscontrati 14 non conformi per eccesso di Escherichia Coli che fanno presupporre un cattivo funzionamento del depuratore.

b) provincia di Catanzaro su 22 interventi 6 punti critici ;

c) provincia di Reggio Calabria su 10 interventi 4 punti critici;

d) provincia di Crotone su 20 interventi 1 punto critico;

e) provincia di Vibo Valentia su 7 interventi 2 punti critici;

Non sappiamo dove siano stati effettuati questi interventi e quindi non sappiamo quali mari( o depuratori) non funzionano.

Non sappiamo nemmeno la logica che sostiene la scelta della localizzazione degli interventi, nè quella della predeterminazione del loro numero. Tantomeno sappiamo di quanto siano eccessivi gli escherichia coli trovati.

Né sappiamo di domande formulate dalla stampa presente alla conferenza tenutasi ieri a Reggio.

Il comandante della Direzione Marittima, Francesco Terranova, ha reso noto i dati sulla attività di tutela dell'ambiente da settembre del 2012 a maggio 2013:

1638 controlli,

269 illeciti di cui 70 illeciti penali e 199 amministrativi.

31 depuratori in stato di sequestro,

10 del tutto inattivi,

36 con scarico non autorizzato

32 reti fognarie mal funzionanti o danneggiate

Poste così le cose deve essere avvenuto un miracolo. Infatti i punti critici rilevati dall’Arpacal sono solo 27 a fronte di  32 reti fognarie danneggiate o mal funzionati, 31 depuratori sequestrati, 10 inattivi ( non sappiamo se anche sequestrati ) e 36 scarichi fognari non autorizzati!

A tal punto una reazione di Legambiente è certa .

A tutti ( e soprattutto al WWF) poniamo una domanda : la moria di tartarughe e di delfini e globicefali c’entra qualcosa con lo stato del mare?(non solo quello calabrese ovviamente)

Pubblicato in Calabria

Prima del testo del comunicato di Arpacal una sintesi del concorso:

-70 le scuole di ogni ordine e grado partecipanti;

-12 le scuole vincitrici così distribuite per province:

1) 5 di Reggio Calabria;

2) 4 di Catanzaro;

3) 2 di Crotone

4) 1 di Vibo valentia

5)1 di Cosenza

Ed ecco il testo del comunicato

“Prestigioso premio per la classe 3°A dell’Istituto Comprensivo di Mongrassano in provincia di Cosenza. Il Gruppo di educazione ambientale (GEA) dell’Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente della Calabria (Arpacal) ha infatti proclamato le classe 3° A di Mongrassano tra le dodici vincitrici del concorso “Un messaggio per… Madre Terra: la scuola racconta”, aperto a tutti agli alunni frequentanti le scuole primarie e secondarie di I e II grado della Regione Calabria.

Gli elaborati delle dodici classi vincitrici, su centosettanta partecipanti complessivi, saranno presentati nel corso della cerimonia di premiazione che si terrà mercoledì 29 maggio 2013 a partire dalle ore 10 nell’auditorium “A. Scopelliti” dell’Istituto Superiore “E. Fermi” di Catanzaro (Viale Crotone – Catanzaro Lido).

Oltre al direttore generale dell’Arpacal, Dr.ssa Sabrina Santagati, il direttore scientifico, dr. Oscar Ielacqua ed il direttore amministrativo, Dott. Pietro De Sensi, alla cerimonia di premiazione delle classi vincitrici parteciperanno: S.E. il Prefetto di Catanzaro, Dott. Antonio Reppucci, l’assessore all’Ambiente della Regione Calabria, On. Francesco Pugliano; in rappresentanza del Comune di Catanzaro, la Dott.ssa Gisella Rossi, Responsabile del Servizio Qualificazione Scolastica e Progettualità; il Presidente delle Camera di Commercio di Catanzaro, Dott. Paolo Abramo; il Vice Presidente della Provincia di Reggio Calabria, Dott. Giovanni Verduci; il Commissario Straordinario del Parco Nazionale dell’Aspromonte, dott. Antonio Alvaro, ed il Direttore del Parco Nazionale dell’Aspromonte, dott. Tommaso Tedesco, il Direttore dell’Ufficio Scolastico Regionale, dott. Francesco Mercurio ed il Dirigente Scolastico dell’Istituto Istruzione Superiore “E. Fermi” di Catanzaro Lido, scuola ospitante della cerimonia, dott. Luigi Antonio Macrì.

Ciascuna classe, dalle primarie alle superiori, ha potuto scegliere su quattro categorie in concorso: slogan, poesie, disegni e progetti; le tematiche da affrontare hanno spaziato dalla salvaguardia del patrimonio agricolo e dei suoi valori, al consumo responsabile e sostenibile correlato a scelte alimentari consapevoli. Sono state documentate attraverso gli elaborati in concorso, quindi, azioni e pratiche di educazione orientata alla sostenibilità ambientale e/o di educazione alimentare, già realizzate oppure in corso di realizzazione nelle scuole che hanno partecipato all’iniziativa dell’Arpacal.

Le classi vincitrici, suddivise in base alla categoria in concorso alla quale hanno partecipato, riceveranno un bonus in denaro che dovrà essere destinato al sostegno di nuovi programmi e iniziative di educazione e formazione ambientale e/o alimentare.

Le scuole vincitrici sono:

Per la categoria Progetto:

per la sezione Scuola Primaria, Classe 4° A dell’Istituto Comprensivo “G. Moscato” Reggio Calabria,

per la sezione Scuola Secondaria 1° grado: classi 1° e 1B dell’Istituto Comprensivo G. Marconi” di Petilia Policastro Crotone,

per la sezione Scuola Secondaria 2° grado: classi 5A e 3° dell’ Istituto d’Istruzione Superiore “A.Righi” di Reggio Calabria.

Per la categoria Slogan:

per la sezione Scuola Primaria: classe 5°A dell’ Istituto Comprensivo “Alcmeone” di Crotone,

per la sezione Scuola Secondaria 1° grado: classe 3°A dell’Istituto Comprensivo di Mongrassano Cosenza, per la sezione Scuola Secondaria 2° grado: classe 4°C dell’ITIS “E.Fermi” di Vibo Valentia.

Per la categoria Disegno:

per la sezione Scuola Primaria: classe 3° A Istituto Comprensivo di Cropani Catanzaro,

per la sezione Scuola Secondaria 1° grado: classe 2°D dell’ Istituto Comprensivo di Roccella Jonica Reggio Calabria,

per la sezione Scuola Secondaria 2° grado: classe 2°B ITT – Corso Biotecnologie Sanitarie dell’ITT “Ferrari” di Chiaravalle Catanzaro.

Per la categoria Poesia:

per la sezione Scuola Primaria: classe 3°H dell’Istituto Comprensivo “Maggiore Perri Pitagora” di Lamezia Terme Catanzaro,

per la sezione Scuola Secondaria 1° grado: classe 3°F dell’Istituto Comprensivo “G. Galilei - G. Pascoli” di Reggio Calabria,

per la sezione Scuola Secondaria 2° grado: classe 2 E Istituto Magistrale “Tommaso Gulli” di Reggio Calabria.

Il Gruppo di Educazione Ambientale (GEA) dell’Arpacal è composto da: Nuccia Giordano, Francesco Gionfriddo, Annamaria Grazioso, Antonella Federico, Claudia Morabito, Emilio Cellini, Raffaella Damiano.

 Catanzaro, 24 maggio 2013

Pubblicato in Calabria

Arpacal. Si indaga sulla assunzione di un gruppo di funzionari. Il personale del Nucleo investigativo sanità e ambiente (Nisa) su disposizione della Procura della Repubblica di Catanzaro ha acceduto agli uffici dell’Arpacal acquisendo atti relativi d assunzioni ed incarichi del 2008.

Ora gli atti sono al vaglio degli investigatori e del sostituto procuratore della Repubblica, Carlo Villani, che dovranno valutare se siano state commesse irregolarità nelle assunzioni.

L'inchiesta della Procura della Repubblica è ancora nella fase embrionale ed è contro ignoti.

Si tratta di un nuovo filone di indagine dopo quello relativo al concorso per dirigente amministrativo dell'Arpacal e al conferimento dell'incarico di responsabile di struttura semplice avvenuti nel 2008 e che ha dato luogo alla comunicazione della chiusura delle indagini nei confronti di una undici persone.

Non è dato di sapere se anche questo filone abbia avuto input dal dettagliato esposto che aveva indotto il dr Dominijanni ad accendere i riflettori sull'intera attività dell'Ente.

Pubblicato in Catanzaro

Vibo Valentia. Se non fosse vero ( ma purtroppo lo è) ci si potrebbe ridere anche sopra, ma così non resta che piangere; e poi incazzarsi( non possiamo usare nessun eufemismo) e chiedere a gran voce che tantissimo se non tutto cambi in questa terra benedetta dal Signore e maledetta dai suoi abitanti.

Ecco l’altra verità che emerge.

Emerge dalla relazione pro verità (corredata dalla documentazione probatoria) consegnata, oggi pomeriggio 5 febbraio, dal direttore generale dell’Arpacal, dr.ssa Sabrina Santagati, a S.E. il Prefetto di Vibo Valentia, Dott. Michele di Bari, che presiede un apposito tavolo tecnico permanente sulla questione “Alaco”.

“Il 6 dicembre 2012 il personale dell’Asp di Catanzaro ha prelevato, su due punti dell’impianto in questione, altrettanti campioni che ha consegnato al laboratorio chimico del Dipartimento di Catanzaro Arpacal. L’esito delle analisi svolte dall’Arpacal recava chiaramente la non conformità dei campioni per la presenza dei cloriti oltre i limiti di legge (D.Lgs. 31/01 e s.m.i.) e per tali ragioni, in data 7 dicembre 2012, l’Arpacal ne comunicava i suddetti dati, tempestivamente e con la massima diligenza, agli uffici di Soverato dell’Asp di Catanzaro, competenti per territorio, a cui spettava attivarsi con le opportune azioni a tutela della salute pubblica. Già in quella data, con la suddetta condotta, l’Arpacal interveniva con la dovuta diligenza a tutela dell’ambiente e della salute collettiva, assolvendo pienamente i propri compiti istituzionali principalmente di prevenzione oltre che di protezione”.

Poi, prosegue la relazione : “L’Arpacal tiene a ribadire che sin dal 7 dicembre 2012 gli esiti delle analisi confermavano la presenza di cloriti in eccesso rispetto alla soglia consentita ex lege, e dunque prefiguravano la non potabilità dell’acqua”. Insomma l’acqua non era potabile.

Ma non basta, la relazione aggiunge che :“Successivamente, il 17 dicembre, l’Arpacal, adempiendo ai propri compiti istituzionali di controllo sugli enti gestori degli invasi e delle condotte idriche destinate alla potabilizzazione per il consumo umano, ha svolto un controllo sullo stesso impianto, il cui esito ha confermato il superamento dei cloriti, dovuto ad un eccesso di clorazione nel procedimento di potabilizzazione dell’acqua, e lo ha comunicato prontamente all’ente gestore Sorical”.

In sostanza l’acqua erogata non era potabile ma si è continuata ad erogarla. Ed ecco il resto della nota :“Vi è di più. L’Arpacal, infatti, ha ritenuto opportuno proseguire l’approfondimento tecnico-scientifico sui campioni prelevati il 6 dicembre 2012 dall’impianto dell’Alaco, sui quali permaneva l’eccesso di cloriti, e quindi la non potabilità. In questa ulteriore indagine veniva individuata una serie di componenti che, nella materia delle analisi per le acque potabili, non sono codificati dalla legislazione vigente: sono i cosiddetti “composti aromatici alogenati derivanti dal benzene espressi come benzene”, anch’essi prodotti dall’eccessiva clorazione nel processo di potabilizzazione, ma non indicati dalla normativa di settore.

Il laboratorio chimico di Catanzaro, in data 28 gennaio 2013, trasmetteva il referto su tale approfondimento scientifico, indicando, per un mero errore materiale, sotto la voce “benzene” (che in realtà corrispondeva a zero) la sommatoria dei valori dei “composti aromatici alogenati derivanti dal benzene espressi come benzene”.

In sostanza l’Arpacal ammette l’errore ma sostiene di non avere comunque prodotto alcun danno alla salute umana. Semmai questo solo poteva derivare dal fatto che pur in presenza di eccesso di cloriti si continuava ad erogare l’acqua dichiarata non potabile della stessa Arpacal.

Ora tocca Seppure i suddetti valori non presentano la medesima pericolosità del benzene, persisteva comunque la non potabilità dell’acqua a causa della presenza dei cloriti sopra la soglia consentita ex lege, così come comunicata in data 7 dicembre 2012, che non avrebbe potuto escludere l’intervento delle autorità competenti a tutela della salute pubblica

Insomma gli uffici di Soverato dell’Asp di Catanzaro sapevano dal 7 dicembre , la Sorical sapeva dal 17 dicembre ma nessuno ha fatto niente.

La verità, quindi, è che tutto dipende dall’eccessiva clorazione segnalata dall’Arpacal. Ma sembra normale che i vibonesi per poter bere acqua inquinata sono costretti a bere anche cloro e suoi derivati?

Se questa è la Calabria ,voglio scendere !!!

Pubblicato in Vibo Valentia

Se non fosse, ahimè, purtroppo, vero, sembrerebbe una storia da film

L’Arpacal ( Azienda regionale per la protezione dell’ambiente – Calabria!) diffonde la notizia che nell’acqua del bacino dell’Alaco, sito a San Sostene e che serve 80 comuni del vibonese, c’è una presenza di benzene di 800 volte superiore ai parametri previsti per legge.

Il parametro stabilito dall’Unione Europea è pari a 1ppb (parti per bilione - microgrammi per litro). In sostanza la presenza di benzene sarebbe di 800ppb, cioè 800 microgrammi per litro.

Ora il benzene è una sostanza cancerogena riconosciuta. I più gravi effetti che si manifestano in caso di esposizione a lungo termine sono principalmente a carico del sangue. Il benzene danneggia il midollo osseo e provoca un calo del numero dei globuli rossi portando all’anemia. Può inoltre ostacolare la coagulazione del sangue e deprimere il sistema immunitario. Tra gli effetti a lungo termine rientra anche la leucemia.

Ed allora i sindaci emettono immediatamente apposite ordinanze che vietano il consumo dell’acqua potabile.

La gente viene rifornita da autobotti.

Qualcuno comincia a chiedersi perché i risultati del campione prelevato il 6 dicembre scorso ( 2012) siano stati partecipati all’Asp di Vibo soltanto il 28 gennaio, cioè 50 giorni dopo all’Asp di Catanzaro e questa solo 1 1 febbraio all’Asp di Vibo. E qualcuno comincia a chiedersi se questo ritardo possa avere creato problemi alla salute di chi ha bevuto questa acqua.

Troppe domande. Ed ecco che esce fuori un’altra verità! Si è trattato di un « un malaugurato errore di trascrizione nella comunicazione del rapporto di prova prot. 2587 del 28 gennaio 2013, la voce “Benzene” va sostituita con “Composti aromatici da benzene espressi come benzene”. Trattasi di composti non previsti dal decreto legislativo 31/01 e di conseguenza senza limiti di legge».

Una nota che il neocommissario dell’Asp di Vibo Maria Pompea Bernardi ha letto nel corso del vertice tenuto ieri , 32 febbraio 2013, all’Ufficio territoriale del governo e presieduto dal prefetto Michele Di Bari.

Ora i sindaci dovranno revocare le ordinanze di non potabilità dell’acqua.

Ovvia la domanda: chi è stato a cambiare la voce “Composti aromatici da benzene espressi come benzene” in benzene? Un impiegato amministrativo? Un tecnico? Se fosse un tecnico si impone che venga quantomeno riqualificato. Se fosse un impiegato amministrativo viene da chiedersi che istituto sia l’Arpacal dove un applicato amministrativo può cambiare la voce dell’analisi e quale credibilità a tal punto possono avere gli altri risultati dell’Arpacal.

 

Pubblicato in Vibo Valentia

Non si è tenuto l'interrogatorio del presidente del consiglio regionale, Francesco Talarico e previsto per ieri pomeriggio.

 

Il legale di Talarico, l'avvocato Francesco Gambardella, ha adottato, come strategia difensiva, quella di non far presentare il suo cliente all'interrogatorio fissato dal sostituto procuratore Gerardo Dominijanni.  

 

Come noto Talarico è rimasto coinvolto nell'inchiesta sulla nomina dell’intero Consiglio di Amministrazione dell'Arpacal.

 

L'inchiesta della Procura di Catanzaro vede coinvolti, oltre a Talarico, altre quattro persone, tra cui la presidente dell'Arpacal Marisa Fagà.

 

Le indagini, condotte dal Nisa, hanno portato nelle settimane scorse alla notifica di avvisi a comparire nei confronti delle cinque persone coinvolte nell'inchiesta.23 gennaio 2013

Pubblicato in Catanzaro
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