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IMG-20200704-WA0024… Gli uomini vincenti trovano sempre una strada, i perdenti una scusa.... John Fitzgerald Kennedy.

 

La nostra redazione spesso è tacciata di creare allarmismi, problemi e pensieri alla Commissione Straordinaria o al Sindaco di turno, tutt'altro ribadiamo noi, vogliamo spesso essere di sprono e di segnalazione ai problemi del territorio che vediamo, viviamo e ascoltiamo.

 

Causa di tanti disastri naturali, spesso purtroppo, sta nella mancata pulizia degli alvei dei fiumi e dei torrenti che provoca l’innalzamento degli alvei, dovuto alla cronica deposizione dei sedimenti e di trasporto solido, riducendo la sezione, che non riesce più a contenere il volume d’acqua del bacino scolante.

La maggior parte dei problemi sarebbe risolta con una manutenzione costante del corso d'acqua, liberandolo dai tronchi d'albero e dal materiale vegetale che ne impediscono il regolare deflusso, e con una pulizia del fondale dei fiumi e dei torrenti dalla deposizione della sabbia e della ghiaia trascinate dalla corrente, che ripristini la storica condizione dell'alveo e la sezione originale di deflusso.

Negli anni, di esperienza di vita vissuta, ci fa presupporre che immancabilmente, dopo ogni episodio di disastro o calamità ambientale, compaiono sulle prime pagine dei media dichiarazioni roboanti che offrono soluzioni che appaiono semplici e risolutive.

 

L’annoso caso dei sedimenti fluviali rappresenta proprio uno di questi esempi. 

In pratica, è diffuso il luogo comune per cui la presenza di ammassi di materiali ghiaiosi nei nostri fiumi sarebbe da annoverare tra le cause delle sempre più frequenti alluvioni, in quanto questi materiali avrebbero innalzato il letto del fiume, riducendone la sezione di deflusso ed aumentando quindi i rischi di esondazione.

In primo luogo, occorre separare e distinguere gli interventi puntuali di rimozione degli inerti dall’alveo da una diffusa e generale operazione che dovrebbe interessare interi reticoli fluviali dalla rimozione di erbacce e "cannizzole".

 

Nel primo caso le opere sono inutili ed addirittura dannose, mentre nel secondo non solo sono utili, ma addirittura necessarie.

Le ragioni sono molteplici. 

In primo luogo, mentre si sostiene che l’accumulo di inerti, come ghiaia, o sabbia, è andato aumentando negli ultimi decenni, è generalmente vero il contrario.

Il letto nei nostri fiumi non si sta alzando, anzi al contrario si sta abbassando. 

 

L’eccessiva escavazione di sedimenti dall’alveo che si è verificata dal dopoguerra all’inizio degli anni Ottanta dello scorso secolo ha scatenato un impressionante fenomeno di erosione regressiva, con la conseguente massiccia incisione degli alvei. 

Gli isolotti di ghiaia aumentano non perché il fiume li deposita di più, ma perché il fiume si abbassa, incide il letto e li fa emergere. 

Togliere ulteriore materiale dai letti dei fiume potrebbe rivelarsi un’operazione controproducente.

 

Il problema della gestione degli eventi alluvionali non si risolve facendo scorrere più velocemente l’acqua, ma dissipandone l’energia.

E non si venga a dire che una volta si pulivano gli alvei e adesso no: un tempo si utilizzava lavoro manuale, non meccanizzato 

Cosa occorre dunque mettere in campo per agire e prevenire nuovi disastri?

 

Dunque per prevenire nuovi disatri, a nostro parere, è necessario il rispetto e specialmente la conoscenza del terrirorio, e quindi quello che si fa. Tutto cio deve essere la base concettuale di chi governa l'operare sul territorio.

Il sequestro di due depuratori, a Catanzaro e a Cosenza, da parte rispettivamente della Guardia Costiera di Soverato e del Comando Provinciale dei Carabinieri Forestali, ripropone in tutta la sua annosa drammaticità il problema della mancata depurazione delle acque reflue in Calabria e dell’inquinamento dei corpi idrici e del mare.

Nel primo caso sono state riscontrate diverse criticità tecniche nell’impianto di località “Verghello”, ormai vecchio di trentacinque anni, e le cui anomalie, sembra, erano state segnalate già da tempo; evidentemente senza risultati concreti, visto e considerato che il Circomare di Soverato del Capitano Claudia Palusci ha apposto i sigilli sull’impianto malfunzionante che scaricava i liquami non depurati nel fiume Corace, e da qui nel Mar Ionio.

Ancora più inquietante, se possibile, la situazione riscontrata a Cosenza, dove il depuratore consortile “Valle Crati” del Capoluogo e della città di Rende, sito in località “Coda di volpe”, scaricava liquami e fanghi direttamene nel Fiume Crati, il più lungo della Calabria, per come accertato dall’inchiesta dei Carabinieri Forestali del Colonnello Giorgio Borrelli: ben 141 casi di sversamento illecito in soli due mesi , attività che, stando alle risultanze del Procuratore della Repubblica Dott. Spagnuolo e del Procuratore Aggiunto Dott.ssa Manzini, venivano realizzate secondo precise direttive impartite agli operai addetti alla manutenzione.

Un quadro a dir poco desolante che testimonia ancora una volta il diffuso e colpevole disinteresse nei confronti dell’ambiente, tale da determinare danni incalcolabili agli ecosistemi e, con essi, all’economia dell’intera regione.

I liquami non depurati che vengono riversati nei corsi d’acqua, insieme ai fertilizzanti dilavati dalle piogge invernali o, come accaduto pochi giorni fa nella Zona Speciale di Conservazione della Fiumara Ruffa della costa di Capo Vaticano, da parte di allevamenti zootecnici, finiscono in mare con il loro carico di sostanze organiche sotto forma di fosfati e nitrati che poi, con l’aumento delle temperature, scateneranno in estate l’esplosione demografica di microalghe con conseguente colorazione anomala delle acque marine e le legittime proteste e fuga dei bagnanti, locali e non.

Il WWF della Calabria ringrazia la Magistratura e le Forze dell’Ordine per le operazioni di Catanzaro e Cosenza: una dimostrazione del fatto che, spesso, i problemi del mare, oltre a dover essere affrontati durante tutto l’anno , nascono letteralmente a monte, e che, unitamente ai severi controlli sugli impianti costieri, occorre concentrare l’attenzione su quei comuni dell’entroterra che, scaricando nei vari corsi d’acqua, contribuiscono talvolta in maniera determinante all’inquinamento organico del nostro mare. Incuranti del danno arrecato all’immagine turistica generale che, prima ancora degli alberghi a cinque stelle, ha bisogno di fiumi e mari puliti e non di cloache a cielo aperto.

Le Associazioni Aggregate del WWF Calabria

Ndr: Il Catocastro? Buh!

Pubblicato in Paola

costa 1Nell’ambito del Progetto “Quant’è profondo il Mare”, che vede impiegati gli studenti dell’Istituto di Istruzione Superiore del polo scolastico di Amantea con la Capitaneria di Porto di Vibo Valentia, con la supervisione della Direzione Marittima di Reggio Calabria, è stato possibile far intervenire direttamente dal Reparto Operativo del Comando Generale del Corpo delle Capitanerie di Porto uno dei tre L.A.M.

 “Laboratorio Ambientale Mobile” - sulle foci dei fiumi Catocastro, Oliva e Savuto, per l’esecuzione di prelievi di acque e successive analisi “fisico”, “chimico-fisico” e “microbiologiche” (escherichiacoli).

La componente LAM (Laboratorio Ambientale Mobile) trae vita da uno studio congiunto tra il Corpo delle Capitanerie di Porto ed I.S.P.R.A. (Istituto Superiore per la Ricerca Ambientale), mirato al potenziamento delle capacità operative della Guardia Costiera nel campo della tutela ambientale.

Ne è scaturito un programma articolato che ha permesso al Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare di acquisire uno strumento importante per le proprie finalità istituzionali.

Infatti l’impiego dei LAM permette l’accertamento di violazioni che possano causare danni o situazioni di pericolo per l’ambiente marino e costiero, il cui accertamento ricade tra i vari compiti istituzionali del Corpo delle Capitanerie di Porto.

I LAM sono coordinati dal 3° Reparto del Comando Generale e vengono impiegati sull’intero territorio Nazionale su richiesta dei comandi Guardia Costiera periferici. Grazie alla possibilità di raggiungere in maniera rapida la zona interessata e di ottenere i risultati delle analisi di laboratorio in tempi molto brevi, i LAM risultano adeguati per fornire risposte immediate sullo stato delle acque analizzate.

Essi permettono di individuare in acqua dolce, di  mare e reflue inquinamento da metalli e da altre sostanze chimiche, da sostanze organiche e di tipo fecale. A bordo dei LAM, come in questo caso, sono impiegati militari della Guardia Costiera, laureati in discipline scientifiche ed in possesso di abilitazione alla professione di Biologo.

Sui campionamenti eseguiti sulle foci dei fiumi Catocastro, Oliva e Savuto hanno operato il Tenente Maura PISCONTI ed il Maresciallo Stefano LEPPE entrambi alle dipendenze del Comando Generale, che hanno eseguito le attività di campionamento alla presenza degli studenti partecipanti al progetto “Quant’è profondo il Mare”.

Le attività di analisi eseguite sulle foci dei tre fiumi hanno restituito un quadro ambientale non interessato da criticità. Infatti le aste fluviali campionati in prossimità delle foci hanno evidenziato che i valori scaturenti dalle analisi ottenute rientrano nei limiti stabiliti dal Testo Unico Ambientale per le immissioni in acque superficiali.

Una buona notizia, questa, per l’approssimarsi dell’inizio della stagione estiva e che confermano un eccellente stato di salute delle acque di balneazione.

Grazie a questa attività gli studenti hanno potuto testare con mano una delle eccellenze dei mezzi in uso al Corpo delle Capitanerie di Porto, in due distinte fasi: la prima teorica nella quale l’equipaggio del LAM ha illustrato con una lezione specifica le potenzialità del mezzo e la seconda pratica relativa ai campionamenti e alle successive fasi di analisi di laboratorio.

Al termine delle attività il Comandante della Capitaneria di Porto di Vibo Valentia Marina C.F.(CP) Antonio LO GIUDICE ed il Dirigente dell’Istituto Scolastico Dott. Francesco CALABRIA hanno sottoscritto un protocollo d’intesa alla presenza del Provveditore agli Studi di Cosenza Dott. Luciano GRECO per meglio definire e consolidare le attività didattiche e pratiche che gli studenti potranno seguire grazie alla collaborazione della Guardia Costiera.

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Pubblicato in Cronaca
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