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Impossibile non riprendere la dura e coraggiosa denuncia firmata indirizzata al dr Bruni e postata da Iacchitè. Eccola:

Caro Dr. Bruni, da magistrato di pregevole carriera, è certamente a conoscenza che per sconfiggere la corruzione che si rintana nella pubblica amministrazione è importante il contributo di tutti i cittadini.

Lei pensi che una buona parte degli abitanti dell’Alto Tirreno cosentino, si sentirebbero disposti a collaborare con le autorità di governo, solo quando, però, la Procura di Paola da Lei diretta iniziasse a dare dei segnali di contrasto in tale direzione.

Consideri però che, per anni, il livello di impunità è rimasto granitico ed elevato.

In questo quadro allarmante, quanti sarebbero disposti a denunciare?

Forse pochi, anzi quasi nessuno, constatato che da molti anni sull’Alto Tirreno cosentino le probabilità che un evento corruttivo trovi la giusta punizione sono pari allo zero.

Allora capirà perché nel nostro territorio ci sono così poche denunce …

Probabilmente perché tutti temono le conseguenze del proprio gesto oppure lo ritengono inutile …

E non hanno tutti i torti.

Una soluzione ci sarebbe e dovrebbero cercarla insieme, magistrati e cittadini: la soluzione sta anche in quei pochissimi articoli scritti da quei pochissimi giornalisti coraggiosi che denunciano gli eventi di corruttela che si nidificano nella pubblica amministrazione.

Lei, dr. Bruni, magistrato con la M maiuscola, dovrebbe lanciare un segnale forte, affinché quella parte di cittadinanza onesta trovi il coraggio, anche attraverso la forma dell’anonimato, cosi come riconosciuto dalle ultime norme dall’autorità anticorruzione, di denunciare quei disegni criminali architettati dalle menti perverse riconducibili a quei pochi stolti amministratori locali, coadiuvati da tecnici astuti e senza scrupoli, che danneggiano sistematicamente il tessuto economico di una parte della Calabria che potrebbe vivere delle proprie risorse e delle proprie bellezze paesaggistiche, solo se si ristabilisse il principio della onestà amministrativa.

Lei, dr. Bruni è stato nominato da poco tempo alla guida della Procura di Paola, ma quello che legge adesso non è certo il primo lamento che Le giunge da questo lembo di terra e devo riconoscere che oggi i traffichini che legiferano buona parte dei nostri comuni, la temono e questo è un buon segno.

Le confesso, dr. Bruni, che spesso mi capita di leggere, come capiterà anche a Lei, articoli che richiamano le condotte degli amministratori comunali che: agiscono indisturbati, sfidando la legge nell’affidarsi appalti milionari, riconducono con le solite trame di Penelope gli incarichi a familiari e affini, favoriscono gli affidamenti alle cooperative di amici e amministratori dello stesso ente…

Una vergogna senza fine, uno stillicidio di reati amministrativi perpetrati senza nessun diniego giudiziario e con un’arroganza e una presunzione senza eguali.

Ad oggi, l’unica opposizione al sistema dei malandrini, è rappresentata da qualche giornale – tra i quali “Iacchitè” – che non lesina pagine e pubblicazioni di articoli ingombranti, che potrebbero suscitare l’orticaria a qualche amministratore che indossa un colletto bianco, sporco di malaffare e corruzione.
Di recente, ho letto un articolo riguardante l’affidamento di un incarico di natura tecnica in favore di una dottoressa in chimica farmaceutica, la quale risulterebbe, secondo l’articolo, amministratore unico della società unipersonale senza che nella stessa compagine societaria figurassero soci con qualifiche tecniche e professionali.

Come dire: un medico, con tutto il rispetto per la categoria, istituisce una società e si aggiudica gli incarichi per la costruzione di un ponte…

Certamente non mi sentirei sicuro di attraversarlo, considerato che il progetto o la relazione potrebbero essere firmate da un qualsiasi professionista o tecnico dietro il pagamento di una ingente somma di denaro, visto e considerato che oggi tutti sono disposti a vendersi per un pugno di euro.

Lei, dr. Bruni, è a conoscenza dei fatti, non voglio assolutamente pensare che un magistrato del suo rango non si sia fatto un’idea sui quei pochi amministratori imbroglioni e traffichini che amministrano con fare spregevole e irrispettoso della giustizia.

Indossi per un solo istante i panni di un cittadino che non riesce ad arrivare a fine mese, suda sette camicie per garantire i pasti giornalieri ai propri figli ed è costretto ad osservare questo scempio: -cooperative legate ad amministratori locali e rappresentate da membri della stessa famiglia aggiudicarsi appalti per svariate migliaia di euro;

-imprese edili legate a sindaci ed amministratori locali aggiudicarsi appalti per centinaia di migliaia di euro ricadenti nella stazione unica appaltante della stessa area amministrativa;

-professionisti che gravitano nell’utero della fertilità costante che si pongono sempre sull’ ovocito che feconda migliaia di euro in favore degli stessi tecnici legati dal cordone ombelicale ai soliti amministratori truffaldini e privi di scrupoli; amministratori comunali che, nel corso degli anni, si sono succeduti alla guida dei comuni e li hanno manovrati al fine di frodare soldi pubblici per costruire edifici commerciali in contemporanea con i lavori pubblici che si realizzavano nel comune dove amministravano…

E poi, caro dr. Bruni, c’è la cupola delle imprese edili, brave a creare un cartello simile a quello colombiano per la droga.

Sono stati bravi a creare un apparato di imprese edili legate ai soliti amministratori locali, basta che Lei dia un’occhiata alle gare di appalto degli ultimi 8 anni gestite sull’Alto Tirreno cosentino e riscontrerà che il 90% dei lavori sono stati indirizzati, con il metodo dell’appalto pilotato dai tecnici compiacenti, verso le stesse imprese.

Esempio: l’impresa “X” prende il lavoro “a” nel comune di Grisolia, l’impresa “Y” nel comune di Aieta, l’impresa “Z” in quello di Santa Domenica Talao, l’impresa “W” a Maierà e cosi via, senza dilungarci più altrimenti la nausea aumenterebbe a dismisura.

Come potrà verificare, sono, per la maggior parte, tutte riconducibili alla stessa associazione di prenditori legati ad amministratori locali e affini familiari, creata con lo scopo di far ruotare i lavori alle ditte che avallano il patto criminoso.

La invito a riflettere e di conseguenza adottare misure per ripulire tutto il marciume che si annida nella pubblica amministrazione così da spazzare le sacche putrefatte zeppe di malaffare e corruzione.

Lettera firmata (il nome lo faremo solo al dr. Bruni ovviamente)"

Pubblicato in Primo Piano

Riceviamo e pubblichiamo il seguente comunicato stampa

Catanzaro. Presso l’Azienda Ospedaliero-Universitaria Mater Domini di Catanzaro è stata utilizzata con successo la tecnica ECMO per curare una gravissima forma insufficienza respiratoria acuta, causata da una delle patologie gravate dal più elevato tasso di mortalità, la ARDS.

La paziente era stata trasferita tramite elisoccorso da un ospedale della Regione perché non trattabile con i metodi tradizionali di ventilazione meccanica per essere sottoposta ad ECMO.

La tecnica consiste nel prelevare il sangue povero di ossigeno da un grosso vaso venoso, per essere ossigenato all’esterno dell’organismo attraverso un polmone artificiale per poi reimmetterlo in circolo. L’ECMO è stata utilizzata con successo per il trattamento della terribile epidemia di Influenza H1N1 una decina di anni fa e da allora è disponibile in molte regioni italiane.

Tuttavia a sud di Roma l’ECMO viene eseguita solo presso il Policlinico di Bari e l’ISMETT di Palermo, unico centro in grado di garantire il trasporto in elicottero dei pazienti sottoposti a ECMO.

Fino ad oggi, in caso di necessità i pazienti calabresi più fortunati venivano trasportati a Palermo in elicottero con costi elevati per la Regione Calabria e solo qualora vi fosse disponibilità.

Da alcune settimana anche in Calabria presso la Terapia Intensiva dell’Azienda Ospedaliera Mater Domini, diretta dal Prof. Paolo Navalesi, è possibile utilizzare l’ECMO per il trattamento delle gravi insufficienze respiratorie acute.

La paziente ricoverata presso il Reparto Rianimazione e Terapia Intensiva dell’AOU Mater Domini di Catanzaro ha risposto con successo alla terapia, che ha consentito di risolvere nell’arco di alcuni giorni il grave quadro respiratorio, conseguente a una polmonite diffusa ad entrambi i polmoni.

Tutto questo è stato possibile grazie ad un team che si è formato presso l’Azienda Ospedaliera San Gerardo di Monza, centro di coordinamento nazionale della rete ECMOnet, composto dai medici rianimatori strutturati presso l’Azienda Ospedaliera Mater Domini, Eugenio Biamonte e Francesco Tropea e dai Medici in formazione specialistica in Anestesia e Rianimazione presso L’università degli Studi Magna Graecia di Catanzaro Eugenio Garofalo ed Andrea Bruni, che hanno a loro volta contribuito alla formazione di tutto il personale medico e infermieristico del reparto.

“È stato raggiunto un traguardo importante. Il risultato ottenuto è frutto dell’organizzazione e del lavoro di squadra dei medici, coordinati dal Dr Gabriele Alvaro, gli infermieri, coordinati da Anna Froio, e i perfusionisti coordinati da Aldo Cuda. Da oggi molti pazienti che erano costretti alla migrazione sanitaria potranno ricevere questa cura avanzata anche in Calabria.” – è quanto affermato dal Prof Paolo Navalesi, Direttore della unità operativa di terapia intensiva-

“Ma è importante sottolineare come, intorno a questo progetto, che ora speriamo venga supportato e riconosciuto dalla Regione Calabria, sia nata una rete di collaborazione che coinvolge tutti i centri di Rianimazione della Calabria e della Basilicata, fortemente voluta da tutti i Primari di Anestesia e Rianimazione, finalizzata alla collaborazione tra i diversi presidi e tesa a centralizzare le cure dei pazienti con insufficienza respiratoria grave, non trattabili con le terapie tradizionali.

Un ringraziamento – conclude il Prof. Navalesi- va al Direttore Generale dell’Azienda Ospedaliera Mater Domini Antonio Belcastro e al Direttore Sanitario Caterina De Filippo che hanno condiviso e sostenuto sin dal mio arrivo a Catanzaro questo ambizioso progetto”.

Nella foto allegata da sinistra a destra l’ECMO TEAM: Dr Francesco Tropea, Dr Eugenio Biamonte, Dr Eugenio Garofalo, Prof Paolo Navalesi, Dr Gabriele Alvaro, Dr Andrea Bruni

Pubblicato in Catanzaro
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