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Abbiamo scritto delle scosse telluriche avvertite i primi giorni del 2016 proprio davanti alle coste di Amantea e figlie della placca africana che ruota la Calabria in senso orario.

 

In questi ultimi 2 giorni altre scosse telluriche sono state registrate sul tirreno calabrese e calabro-campano.

 

La prima il 5 gennaio alle ore 14,02 davanti a Vibo Valentia. A 21 km da Spilinga e Joppolo.

Una scossa di magnitudo 3.1 e con epicentro a 157 km di profondità.

 

Poi altre 2 ieri sei gennaio.

 

Ambedue nel Golfo di Policastro di cui una praticamente davanti a Praia a Mare .

Questa di magnitudo 4.1 e con epicentro alla profondità di 273 Km.

E contemporaneamente una di Magnitudo M-3.6 e con epicentro alla Profondità di 258 Km.

Il Ministro Franceschini ha destinato “altri” 300 milioni di euro per i Beni Culturali in Italia.

 

Di questi 300 milioni  ben 37 sono destinati alla Calabria.

Ben più del 5% che le sarebbe spettato se la somma fosse stata ripartita equitariamente tra le regioni. Il 5% sarebbe pari solo a 15 milioni di euro.

Ben più dei 10 milioni che sarebbe toccati alla Calabria se la somma fosse stata spartita in relazione alla popolazione . 2 milioni di abitanti sono praticamente un trentesimo della popolazione italiana (60 milioni).

 

Insomma un vero e proprio regalo alla Magna Grecia!

Insomma una Calabria più che rispettata.

Un governo di sinistra , quello di Oliverio, più che rispettato.

Calma, calma.

Risveglio Ideale corregge i dati.

Non si tratta di 37 milioni di euro ma di 3,7 milioni di euro!!

Cioè quasi l’1,23 % della intera somma . Come se le regioni fossero più di 80.

Cioè come se la Calabria avesse la popolazione della val d’Aosta!

 

Giriamo la domanda di Risveglio Ideale: “Riuscirà mai il Presidente Oliverio a prendere posizioni concrete a fronte di questo ”oltraggio” da parte del MIBACT per far “arrivare” alla sua e nostra Regione le adeguate risorse per elevare i livelli di intervento sulla Cultura nel suo e nostro territorio?”

ASPETTIAMO RISPOSTE!

Pubblicato in Italia

nicola brunoLongobardi– Riconosciuti 700 mila euro di debiti fuori bilancio del comune di Longobardi, nell’ultima assise consiliare, tenutasi lo scorso 30 dicembre, alle ore 9.30, presso la sede municipale.

 

Duro il commento del capogruppo di minoranza Nicola Bruno: “Dopo oltre un decennio, finalmente, i debiti fuori bilancio sono approdati in consiglio per il loro riconoscimento. Dopo oltre un decennio, finalmente, i creditori potranno pagarsi. Oltre al danno, però, anche la beffa: ritardato pagamento ed “accettata” riduzione del 40% del credito hanno penalizzato gli aventi diritto. I debiti fuori bilancio sono e restano una realtà patologica nella vita dell’ente locale. Non bisogna essere bravi a trovare i soldi per ripianare i debiti fuori bilancio; bisogna essere bravi a non fare debiti fuori bilancio.

 

Qui sono una prassi, una storia vecchia e pesano come un macigno sulle casse comunali. Molti di essi non rientravano nella casistica tassativa di cui all’articolo 194 del tuel, eppure sono stati approvati, a maggioranza, dal consiglio, come per esempio “passaggi televisivi pubblicitari per € 7.200,00, fornitura materiale ufficio per € 18.737,55, enel-depuratore consortile per € 136.367,68, canoni demaniali per € 14.000,00, montaggio panchine per € 2.500,00 ed energia elettrica pubblica illuminazione per € 94.110,83”.

Come mai la procedura di riconoscimento è stata utilizzata per giustificare e pagare spese conosciute e conoscibili? Bisognava farvi fronte con la procedura ordinaria ed, in caso di  incapienza dei capitoli, l’amministrazione avrebbe dovuto effettuare le necessarie variazioni di bilancio. In questo elenco, poi, mancano tante altre posizioni debitorie più importanti e più gravi che presentano lati non chiari e persino elementi di dubbia legalità”. Contrario il voto dell’unica minoranza presente: “Beninteso, i creditori devono essere pagati o dall’ente o da chi ha commissionato i debiti non riconoscibili. Il nostro voto contrario –ha dichiarato il consigliere Bruno- è relativo ad una prassi illegittima ma anche ad una questione di metodo: il revisore dei conti avrebbe dovuto essere presente, come richiesto, per i necessari chiarimenti sui provvedimenti da approvare, visto il parere favorevole espresso sulla base di fascicoli estratti a campione”.

Pubblicato in Longobardi

Lago eventi NataleL’assessore al turismo del comune di Lago, Enzo Scanga, ha reso noto il cartellone delle iniziative che coinvolgeranno gli abitanti del centro collinare, e non solo, per tutto il periodo natalizio.

«Dopo l’anteprima affidata alla locale sezione dell’Avis – spiega lo stesso Scanga – per la raccolta fondi da destinare a Telethon e alla ricerca scientifica, ci apprestiamo a vivere queste vacanze con serenità e voglia di stare insieme. Il programma di quest’anno è figlio del volontariato e dell’impegno delle aziende che operano in loco e che hanno supportato egregiamente il lavoro dell’amministrazione comunale. Il prossimo 23 dicembre, a partire dalle ore 18, in piazza del Popolo avrà luogo il “Natale dei bimbi”. La notte della vigilia ci sarà l’apertura al pubblico del presepe di San Giuseppe che quest’anno celebra il quarantennale e nel giorno della celebrazione della nascita di Gesù Bambino arriveranno in paese le renne di Babbo Natale. Il 27 dicembre alle ore 16.30 nel centro storico avrà luogo il presepe vivente. Il giorno dopo, invece, spazio alla cultura: la sala consiliare, a partire dalle ore 18, ospiterà l’incontro con Francesco De Pascale, l’unico italiano a far parte dell’executive board del “Young Scientists Club” (YSC). De Pascale, dottore in geografia e scienze della terra, ha compiuto gli studi all’Università della Calabria: la sua tesi di laurea tratta specificamente di geoetica. Il 29 dicembre alle ore 18 nella chiesa dell’Annunziata si terrà il concerto del coro gospel “Christmas gleamin live”, mentre il 30 dicembre ed il primo giorno dell’anno avranno luogo le due serate dedicate al “Festival della strina laghitana”. Il 2016 sarà salutato con una bellissima festa in piazza, a partire dalle 22.30 in poi».

Pubblicato in Calabria

Stefania Covello, deputata del PD e responsabile per il Mezzogiorno ha interrogato il Governo chiedendo se “«Il ministro delle Infrastrutture è a conoscenza del costo dei biglietti praticato da Alitalia per i viaggiatori diretti o in partenza dalla Calabria e quali iniziative intenda assumere per convocare un tavolo istituzionale di confronto con la compagnia aerea e la Regione per individuare meccanismi correttivi che non penalizzino l'utenza?».

La deputata ha aggiunto che «In riferimento al nuovo piano tariffario di Alitalia per le tratte che interessano la Calabria dai principali scali italiani stanno emergendo in questi giorni costi esorbitanti per i passeggeri.

In concomitanza con le festività natalizie e di fine anno i prezzi dei biglietti aerei che collegano gli aeroporti Lamezia Terme e Reggio Calabria sono incredibili con andate e ritorno che possono sfiorare anche i 1000 euro e con prezzo di sola andata, ad esempio da Roma, prossimo ai 400 euro così come da Milano intorno ai 500.

Si tratta di tariffe che alcune compagnie praticano per voli all'estero che penalizzano la mobilità di tanti calabresi che studiano, lavorano, o che si trovano costretti a curarsi o ad assistere malati fuori regione.

È incomprensibile questa scelta aziendale considerato che per salvare questa compagnia aerea come brand italiano sono stati spesi notevoli risorse pubbliche».

Poi la deputata PD ha concluso «Tale situazione è aggravata dalla atavica carenza infrastrutturale che caratterizza il territorio calabrese che non consente concorrenza e considerato anche che Trenitalia pratica tariffe costose rispetto al servizio erogato».

Intanto la riflessione che queste tariffe altissime sterilizzano il turismo verso la Calabria, ma di questo la nostra onorevole rappresentante non parla.

Né ricorda che Alitalia è gestita da Luca Cordero di Montezemolo, che dopo le auto ed i treni, ora sale sugli aerei , e Silvano Cassano, e che da settembre ne è sia Presidente che amministratore delegato.

Poi alla stessa una domanda Onorevole lei sa che in Alitalia non c’è nessuna partecipazione statale diretta e che i suoi proprietari sono privati, banche e Poste italiane al 51%, mentre il 49% è della Etihad Airways cioè la compagnia aerea di bandiera degli Emirati Arabi Uniti?

Che cosa si aspetta, quindi?

Pubblicato in Italia

gigino nuovaMi sono spesso azzardato ad avanzare ipotesi delle quali non ero sicuro, ma tutto quello che ho scritto qui è da poco nella mia testa ed è nel mio interesse non sbagliarmi perché mi si sospetti di aver enunciato dei teoremi di vita dei quali non avrei la dimostrazione completa.

Vi prego di darmi un parere, non sulla verità, ma sull'importanza dei teoremi. Ci sarà, certamente, qualcuno che troverà da ridire nel decifrare tutto questo guazzabuglio.

A mezzanotte un uomo mi spiava maldestramente da dietro una macchina parcheggiata sulla piazzetta. Per un breve istante, con tristezza ed imbarazzo, lo ho osservato. Sono uscito di casa per fare una passeggiata per le antiche strade di questa città con la speranza che la bellezza delle facciate dei palazzi portasse un po’ di oblio sulle misere e umilianti vicende umane. Mi sono inerpicato per una scala e su per una stradina! Una lunga strada moderna, stretta fra due muri, fatta proprio apposta per le rapine. Ma la strada saliva solo ad una chiesa dove non avevo nulla da fare. Percorsi un'altra strada. Vidi un giardino di peschi in fiore e una panchina.

 Ho chiuso gli occhi e mi è sembrato di sentire un gigante che russava. Respiri regolari, sordi, che di tanto in tanto salivano di tono e terminavano in un affanno. Era il Mare di Ulisse, che si muoveva con il vento da sud-ovest. Lo scirocco. Era una vista meravigliosa. Il mare sotto di me, così vicino che avrei quasi potuto gettarci dentro la cenere della mia sigaretta. La luna ardeva sopra l'orizzonte a sud. A nord-ovest si vedeva una piccola luce lontana che lampeggiava con lo stesso ritmo regolare del respiro delle acque. Poi giacevo di nuovo, vidi la costa agitata, simile ad un fiume di argento liquido venirmi incontro…. e mi lasciavo portar via.

Il vento cresceva e le onde salivano; diventavano altissime e si coprivano a vicenda, tanto che come mostri neri con il vello d'argento sulla schiena si inseguivano l'un l'altra, si inghiottivano e tornavano a salire; venivano a schiere, sempre nuove, in una serie infinita che non terminava mai. Il respiro si trasformava in un rantolo e i singhiozzi diventavano lacrime.

Poi ad oriente iniziava ad albeggiare! Un debole colore arancio che poco a poco diventava giallo limone. Le luci si spegnevano. Le onde si facevano azzurre e infine ecco il sole.  Ero solo di fronte all’Ulisse, qualcosa si frapponeva alla vista, non permetteva più al mio sguardo di spaziare e illuminare i miei pensieri. Per l'occhio che stava per alzarsi da queste parole è diventato solo il fondo del mio piano-doccia.

Ero stanco. Stanco di guardare nel vuoto, nel nulla, e allora l'immaginazione gettò qua e là nell'azzurro qualche isola verdeggiante. Sentivo un terribile vuoto nel guardare fuori. Tutti i tentativi di raggiungerla, di distendermi sulla sua collina, finirono nel nulla.  Ovunque muri, muri di sabbia senza fine che spingevano avanti questo viandante come attraverso un tubo pneumatico per poi metterlo di fronte ad una parete oppure ad una porta chiusa e presidiata da un cane rabbioso. Come un monaco confuciano decidevo di sedermi sulla sponda di un fiume e aspettare che lei ripassasse.  “Sono le dieci, papà”. La voce di Lorenza mi riporta nella mia attuale camera da letto in Calgary. È il mio penultimo giorno in Canada e Laurel ha deciso di farci conoscere un posticino niente male nel cuore della citta’: il “1886 Cafè”. Una tarda colazione fatta da due uova, del prosciutto cotto canadese e delle patate fritte a tocchetti. Il tutto sotto lo sguardo fisso di un bisonte e la neve che veniva giù.

Gigino A Pellegrini & G el Tarik

mensa-socialeL’amministrazione comunale di Lago guidata dal sindaco Vittorio Cupelli, particolarmente sensibile alle problematiche sociali, ha approvato una delibera che consente l’erogazione di un pasto caldo giornaliero ad alcune persone particolarmente indigenti.

 

Le loro storie sono simili a quelle di molte altri “invisibili” che vivono ai margini della collettività e che vivono ogni giorno come se fosse l’ultimo. L’adozione di questa misura, già adottata in altre città, è figlia dell’accordo che l’ente municipale ha stipulato con l’azienda che prepara le pietanze servite nelle mense scolastiche situate nell’area urbana.

 

«Il prolungarsi della crisi economica – sottolinea il primo cittadino – ha generato sacche di indigenza che non possono essere sottaciute, ma che devono essere combattute e annullate. L’accesso al cibo è un diritto che lo Stato e gli organi locali sono chiamati a tutelare e garantire. Sulla base di questo scenario, di concerto con gli amici della giunta e con i consiglieri che sostengono questa maggioranza, abbiamo deciso d’istituire un servizio di mensa sociale.
Saranno almeno una decina le persone, attualmente non in grado di provvedere al proprio sostentamento, che potranno sfamarsi mangiando qualcosa di caldo, alleggerendo in questo modo il proprio dolore psichico e fisico.

 

 

Si tratta di un’iniziativa che si protrarrà fino alla fine della refezione e che verrà certamente rinnovata negli anni an venire».

«Siamo particolarmente soddisfatti – prosegue Cupelli dell’adozione di questo provvedimento. Così facendo, infatti, non solo restituiamo un minimo di dignità a quei soggetti che la società non considera, ma diamo seguito ad un progetto di assistenza sociale che si realizza direttamente sul campo. Non ci sono intermediazioni di alcun tipo, non c’è nessuno spreco di risorse pubbliche, ma soprattutto si coglie appieno il senso di solidarietà che è una componente portante di Lago e dei suoi abitanti. Rivolgo un particolare ringraziamento ai titolari ed agli operatori della ditta che gestisce la preparazione dei pasti. Se questo progetto ha potuto concretizzarsi uscendo dal recinto delle idee il merito è soprattutto loro».

Pubblicato in Basso Tirreno

 E’ stata appena pubblicata la gradua toria dei comuni assegna tari dei finanzia menti dei progetti di accogli enza per minori stranieri non accompa gnati presentati dagli enti locali in risposta al bando SPRAR, come stabilito dal decreto del Ministero dell'Interno del 27 aprile 2015.

 

Gli enti locali ammessi al finanziamento, a carico del Fondo Nazionale per le Politiche e i Servizi dell'Asilo (FNPSA), realizzeranno le attività progettuali nell'ambito dello SPRAR fino al 31 dicembre 2016.

I 73 nuovi progetti approvati in altrettanti Enti locali, di cui trenta al loro primo ingresso nel Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati, vanno ad aggiungersi a quelli finanziati con il precedente bando ampliando così la rete di altri 1010 posti di accoglienza per i minori stranieri non accompagnati con uno stanziamento dedicato pari a 21 milioni di euro.

 

Rispetto alla distribuzione geografica dei posti, le regioni con il maggior numero di Comuni coinvolti sono la Sicilia con 16 comuni, seguita dalla Calabria con 13, dall'Emilia-Romagna con 10, dalla Puglia con 9, dalla Lombardia con 6 e infine dalla Campania e dal Molise con 4 comuni.

Dice il Ministero .” Si consolida così il modello dello SPRAR che diventa sempre più esteso e capillare sul territorio nazionale per garantire un'accoglienza sicura e dignitosa dei minori stranieri non accompagnati anche non richiedenti asilo, così come previsto dal "Piano Nazionale per fronteggiare il flusso straordinario di cittadini extracomunitari, adulti, famiglie e minori stranieri non accompagnati" (Intesa sancita in Conferenza Unificata il 10 luglio 2014).

 

Questo l’elenco dei comuni calabresi finanziati per 148 posti:

Cropani per 10 ospiti finanziamento di £ 197.640,00

Santa Caterina allo Jonio per 10 ospiti finanziamento di £ 197.640,00

Riace per 7 ospiti finanziamento di € 138.348,00

Petilia Policastro per 20 ospiti finanziamento di € 395.280,00

Catanzaro per 10 ospiti finanziamento di € 197.640,00

Celico per  10 ospiti finanziamento di € 197.640,00

Pedace per 10 ospiti finanziamento di € 197.640,00

Acri per 10 ospiti finanziamento di € 197.640,00

Isola capo Rizzuto per 20 ospiti finanziamento di € 395.280,00

Benestare per 12 ospiti finanziamento di € 237.000,00

Acquaformosa per 10 ospiti finanziamento di € 197.640,00

Mileto per 9 ospiti finanziamento di €177.000,00

Crucoli per 10 ospiti finanziamento di € 197. 640,00

Nel mentre è stato bandito il nuovo concorso per 10.000 posti per il biennio 2016/2017 a valere sul Fondo nazionale per le politiche e i servizi dell’asilo.

L’avviso è indirizzato ad enti locali che prestano o intendano prestare servizi di accoglienza per richiedenti/titolari di protezione internazionale e dei loro familiari, nonché degli stranieri e dei loro familiari beneficiari di protezione umanitaria.


I contributi potranno essere richiesti da Comuni, Unioni di comuni, Province – anche in forma associata - in partenariato con le realtà del privato sociale.

Le domande dovranno essere presentate online tramite la piattaforma https://fnasilo.dlci.interno.it entro le ore 12 del 14 gennaio 2016, secondo le modalità indicate nel Decreto del Ministero dell’Interno del 7 agosto 2015.

Ovviamente Giovanni Manoccio esprime la sua lietezza: “ Altri 151 minori si aggiungeranno a quelli già presenti nel territorio regionale, con una ricaduta finanziaria superiore ai 3 milioni di euro annui, facendo della Calabria la Regione con più posti in accoglienza per minori. Ancora una volta la nostra Regione si conferma terra di accoglienza. Tanti giovani professionisti si cimenteranno in questi nuovi progetti, tanti laureati, e non, troveranno l'opportunità di lavorare in progetti di alto profilo sia professionale che umano”

Infine conclude Manoccio «Vogliamo trasformare la Calabria da terra che produce pratiche negative a luogo dove si sperimentano le nuove politiche di umanità e di civile convivenza, dove religioni, stati ed etnie possano convivere serenamente».

Alla luce di quanto precede appare probabile che tanti altri saranno i comuni calabresi che avvertiranno il bisogno di dare accoglienza e protezione umanitaria ai richiedenti protezione internazionale ed ai loro familiari, nonché lavoro ai giovani calabresi disoccupati.

Pubblicato in Cronaca

gigino nuova“Quel che succede ogni giorno non trovatelo naturale. Di nulla sia detto: ‘è naturale’ in questi tempi di sanguinoso smarrimento, ordinato disordine, pianificato arbitrio, disumana umanita’, cosi che nulla valga come cosa immutabile”. Bertolt brecht.

Nell’attuale regime capitalistico e militaristico non esiste ancora l’uomo libero ma lo schiavo salariato. Non si può pretendere che lo schiavo divenga uomo per virtù di mistiche elucubrazioni. In questo periodo convulso e di nuove tecnologie l’uomo dovrà fare un solo passo - un passo grandioso e fecondo: trasformarsi in ribelle. In parecchie epoche storiche, l'uomo si è dibattuto contro le catene che lo imprigionavano. E spesso si è avviato fiducioso verso le promesse di nuove e grandi ideali. Ma il lavoratore, l'ultimo e più grande dei ribelli, avrà il compito di riscattare tutte le delusioni del passato, perché non dipenderà più da un altro Messia ma dalla propria forza e la propria coscienza. La libertà presente è concessa, dunque negata e questo ne preclude una sua realizzazione futura. Infatti, una libertà non conquistata è in realtà una ulteriore espressione repressiva del regime liberal democratico. È spaventoso il modo in cui si permette al sistema di potere di distruggere la pace ovunque vi sia ancora pace e silenzio, di essere immondo e rendere laide le cose, di lordare l’intimità, di offendere l’umanità. È spaventoso perché rivela lo sforzo legittimo e persino organizzato di conculcare l’Altro nel suo proprio diritto, di prevenire l’autonomia anche in una piccola, riservata sfera dell’esistenza. Nei paesi altamente sviluppati, una parte sempre più ampia della popolazione è diventata una immensa platea di prigionieri, catturati non da un regime totalitario ma dalle “libertà” dei concittadini i cui media di divertimento e di elevazione costringono l’Altro a condividere ciò che essi sentono, vedono e odorano. Il vecchio detto americano "sediamoci a ragionare" è irrimediabilmente diventato una battuta. Ma è possibile ragionare con il Pentagono di qualcosa che non sia l’efficienza relativa delle macchine per uccidere e il loro prezzo? Il ministro degli Interni può ragionare con i suoi consiglieri, e tutti insieme con i membri del consiglio delle grandi industrie. Ma è un ragionare incestuoso, perché sono tutti d’accordo sul punto fondamentale: il rafforzamento della struttura del potere costituito. Pensare di modificare questa Struttura dal di dentro è ingenuo. Oggi sembra un crimine il solo parlare di cambiamenti, mentre la società si sta trasformando in un’istituzione di violenza. Il semplice potere di questa brutalità non è forse invulnerabile alle parole, pronunciate o scritte, che lo mettono sotto accusa? Il sistema ha in sé il meccanismo dell’escalation e non si intravvede ancora come renderlo innocuo. Il 1968 fu l'anno della contestazione in tutto il mondo occidentale e al riguardo un importante ruolo fu svolto dagli studenti. La ribellione giovanile che ebbe origine negli USA per poi dilagare nell'Europa occidentale e in alcuni paesi dell'est europeo fu l'effetto di una crisi che si era andata preparando negli anni precedenti. L'intervento dell'URSS in Cecoslovacchia con il crollo del mito dell'Unione Sovietica, guida del socialismo reale, l'aspro conflitto tra l'URSS e Cina, la guerra USA nel Vietnam, le dubbie prospettive di uno sviluppo indefinito anche delle economie più ricche, i movimenti di liberazione dell'Africa nera, le lotte contro i regimi dittatoriali dell'America latina furono altrettanti detonatori della protesta, e nella particolare situazione italiana, la disoccupazione giovanile, la burocratizzazione del sistema universitario, l'affermazione di un potere studentesco. In Italia e all'estero l'irrequietezza degli studenti, il rigetto dell'ordine costituito, lo smarrimento intellettuale assunsero una carica che può essere definita di carattere rivoluzionario e la loro contestazione, attraverso vari stadi, diventò globale. Dalla scuola la contestazione si era estesa all'intera società, una società da cui tutto discendeva, non solo la scuola stessa, vecchia, corrotta, inutile, ma tutto quanto di male esisteva nel mondo, secondo la mentalità di ogni rivoluzionario che attribuisce all'ordinamento vigente ogni ingiustizia dell'Universo. Si voleva, quindi, trasformare il mondo del futuro, cambiare il sistema nel suo insieme. Comprendere a fondo la portata di una rivoluzione, in qualunque sfera essa occorra, proprio mentre essa è in pieno svolgimento, è impresa ardua, se non impossibile. E quante volte ciò che sembrava una rivoluzione al momento, si è poi rivelata una semplice correzione di rotta, o una superficiale agitazione? E tuttavia in nessun momento previsioni, attese, speranze, certezze si manifestano come nel corso di una rivoluzione. La globalizzazione delle economie pone oggi, come in passato, una serie di quesiti. Polarizza ancor più il pianeta tra Paesi ricchi e Paesi poveri o ne favorisce invece il ravvicinamento? Siamo di fronte a fenomeni nuovi o a forme nuove di problemi antichi e reversibili nel tempo, come avvenne dopo la grande crisi del 1929? La distinzione, la netta separazione tra chi domina e usa internet, i computer e i media digitali, tra chi è inserito nella nuova economia della rete e chi non può per ragioni di reddito, di infrastrutture, di livello di sviluppo o di limiti fisici costituisce il cosiddetto “ digital divide ”, la frattura tra chi è agganciato al futuro e alle sue opportunità e chi ne è, o rischia di esserne, escluso per sempre. È questa la situazione in cui l’umanità si trova oggi: la rivoluzione digitale promette, attraverso i suoi sostenitori e i suoi protagonisti, di cambiare radicalmente e in meglio sia il funzionamento globale della società sia la vita degli individui. E naturalmente genera simmetriche paure tra quanti temono invece che tali cambiamenti si possano rivelare involuzioni e regressioni. Le tensioni ideologiche sono tanto più acute in quanto alla base del cambiamento si pone una pervasiva diffusione della tecnologia nella vita sociale. Le conquiste della tecnica hanno in questi anni rivoluzionato il modo di pensare e la convivenza umana. E' in atto una rivoluzione epocale, se è vero che le grandi tappe della storia sono segnate dal passaggio dal nomadismo alla stanzialità, quando le tribù nomadi di pastori si sono convertiti all'agricoltura; dall'affermarsi della macchina a vapore che ha sostituito la fatica muscolare umana; dalla comunicazione di massa e ora dall'informatizzazione interattiva, resa possibile dalla combinazione informativa elettronica e telematica, la quale ha aumentato a dismisura l'informazione, modificata la stessa logica razionale e resa possibile la fruizione di mondi virtuali. L’emergere delle nanotecnologie è stata accompagnata fin dai suoi esordi da discorsi divulgativi e promozionali improntati a evidenziare il carattere “rivoluzionario” di questo nuovo campo di ricerca scientifica, tecnologica, produttiva e industriale. Il suo arrivo, i possibili impatti o problemi derivanti dalle applicazioni prospettate sono stati anticipati molto prima delle realizzazioni come “minaccia”, di un cambiamento radicale delle condizioni e degli stili di vita è un motivo ricorrente delle visioni che si proiettano in un mondo che procede alla cieca. Alcuni entusiasti della rivoluzione digitale sostengono che l’umanità è in procinto di sviluppare un nuovo modello di rapporto tra cittadini e istituzioni, un nuovo modello di “democrazia”. In realtà si stanno preparando a gestirla. Ma non sono in pochi a far notare i rischi impliciti in diversi aspetti di questo cambiamento, soprattutto se esso è governato in modo autoritario. Le premesse ci sono tutte. E tali rischi si concentrano soprattutto sul timore di una società iper-controllata, in cui un prevedibile potere centrale, grazie alle possibilità delle nuove tecnologie, potrebbe divenire assai simile a quel Grande Fratello immaginato da George Orwell. Non certo quello di Canile 5.

Gigino A Pellegrini & G el Tarik

Gratteri è un grande magistrato.

E che sia stato nominato presidente della apposita commissione voluta da Renzi per riscrivere norme, procedure e regolamenti in modo da creare nuovi strumenti di contrasto alla criminalità organizzata, è stato un bene per l’Italia.

 

Per intuire il rispetto dovuto alla commissione basti ricordare, tra l’altro, che è l’unica commissione che lavora sul serio in Italia, la cui partecipazione “per espresso volere del presidente Gratteri, condiviso da tutti i componenti, sarà a titolo assolutamente gratuito”.

In questi giorni le prime anticipazioni .

Molto ci piace, su qualcosa abbiamo personali riserve.

 

Ci piace,per esempio quanto su:

I REATI AMBIENTALI Pene più severe anche per i reati ambientali: da cinque a quindici anni per i promotori e da quattro a nove anni per gli aderenti.

I PROCESSI PIU' VELOCI Per accelerare i processi il rilascio delle copie degli avvocati delle parti avverrà solo per via digitale, ad eccezione dei casi in cui ciò non sia possibile. In questo modo si potrà alleggerire il carico di lavoro del personale amministrativo e della polizia giudiziaria.

IL GIUDICE ASSENTE, MA NON SI RICOMINCIA Fino a questo momento se un giudice (sia monocratico che collegiale) viene trasferito o non può più partecipare a un processo il procedimento deve ricominciare dall'inizio. La proposta della Commissione è quella dell'utilizzabilità delle prove dichiarative, salvo eccezioni dettate da «esigenze difensive e di accertamento».

LE CIMICI AMBIENTALI Per disporre intercettazioni ambientali in luoghi privati il pubblico ministero non dovrà più sostenere che sta commettendo un crimine. Sarà sufficiente ribadire che ci sono necessità di indagine. Le intercettazioni dovranno adeguarsi alle nuove tecnologie.

LA PUBBLICAZIONE DELLE INTERCETTAZIONI Ecco che cosa propone la Commissione sulla pubblicazione delle intercettazioni: «Chiunque, fuori dai casi consentiti, pubblica o diffonde il testo delle intercettazioni o altri documenti di indagine, il cui contenuto sia diffamatorio e che risulti irrilevanti ai fini della prova, è punito con la reclusione da due a sei anni e con una multa da 2mila a 10mila euro».

 

Ci piace moltissimo , poi, in particolare:

LE NUOVE REGOLE PER LA PRESCRIZIONE Dopo la sentenza di primo grado la prescrizione cesserà il suo decorso e il reato non potrà più estinguersi. L'imputato condannato avrà diritto a uno sconto di pena che stabilirà un giudice.

LA CONFISCA DEI BENI L'organismo, guidato da Gratteri, propone la confisca dei beni anche per i condannati per il reato di autoriciclaggio.

GLI AGENTI SOTTOCOPERTURA. La Commissione, infine, vuole agenti "sottocopertura" per le inchieste sulla corruzione.

IL VOTO DI SCAMBIO Si inasprisce la pena per il voto di scambio politico-mafioso: si passa a una pena non «inferiore ai dieci anni». Per la Commissione «la risposta punitiva dello Stato è necessaria non solo nel caso in cui l'accordo riguardi l'impegno del gruppo malavitoso a procurare voti con le modalità del metodo mafioso, come è previsto dalla legge del 2014, ma anche nel caso in cui l'accordo avvenga con un singolo appartenente a un'associazione mafioso».

Non ci piace che i mafiosi possano votare uno o più politici inquinando gli esiti delle elezioni e condizionando le amministrazioni , in specie quelle comunali, senza che gli stessi amministratori, e/o chi per essi, poi, non vengano costantemente indagati su quanto fanno per ripagare i voti avuti.

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I Racconti

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